La Factor Onenon è una bici “convenzionale”, unica nel disegno e nelle forme, molto particolare anche in fatto di performances.
L’abbiamo provata in una versione che ci siamo costruiti e customizzata, grazie all’ultima versione della trasmissione Sram Force AXS e le ruote DT Swiss ARC. Un test diverso dal solito, di una bicicletta differente dai canoni comuni.
La One, una bici parecchio veloceLa One, una bici parecchio veloce
La Factor One, l’obliquo separato
Il progetto One di Factor prende forma qualche tempo a fa e nasce con dei concetti aerodinamici mutuati (per quanto possibile) dalla F1. Sono due i marchi di fabbrica di questo prodotto unico nel suo genere, ovvero la tubazione obliqua con un’ampia feritoia nel mezzo (Twin Vane Evo), che di fatto separa il profilato in due parti, ma anche la forcella con la pinna frontale che copre la tubazione dello sterzo.
La Factor One è un pacchetto completo, perché ci sono da considerare anche il manubrio integrato ed il reggisella specifico. C’è tanta integrazione e nella sua aggressività estetica è elegante, capace di unificare in modo armonioso la porzione più avanzata a quella posteriore. La One è un tutt’uno.
La tubazione obliqua, DNA di questa FactorL’apertura solca il profilato dall’alto verso il bassoLa tubazione obliqua, DNA di questa FactorL’apertura solca il profilato dall’alto verso il basso
La bicicletta in test
E’ una taglia 54, con la forcella ed il seat-post specifici in carbonio, quest’ultimo ha un arretramento di 25 millimetri. Il manubrio è completamente in fibra ed è il modello Otis Evo, bella da vedere e parecchio rigido in termini di utilizzo, ergonomico nella maniera adeguata per essere sfruttato da diverse tipologie di corridori.
Abbiamo utilizzato una trasmissione Sram Force AXS (ultima versione) 48-35 e 10-33, con il power meter Quarq e movimento centrale CeramicSpeed. L’impianto frenante è sempre Force, con i dischi 160/140. Abbiamo montato una sella Fizik Vento Argo 3D Adaptive.
Per le ruote abbiamo preferito un profilo medio/alto (DT Swiss ARC1400), considerando la nostra propensione nell’alternare tratti veloci e salite medio/lunghe, ma comunque con dislivelli positivi che ogni volta superano i 1.000 metri. Tubeless Vittoria da 28 millimetri. Il peso rilevato della Factor One descritta è di 8,1 chilogrammi (senza pedali). Difficile dare un valore preciso, ma è possibile scrivere che il frame-kit ha un prezzo di listino di 4.899 euro.
Una aero senza mezzi terminiForcella, sterzo e manubrio integrato, un tutt’unoUn blocco unico e molto rigidoLa trasmissione Force AXS con il power meter QuarqAbbiamo usato la Fizik Vento Argo AdaptiveI manettini del nuovo ForceMovimento centrale CeramicSpeedEppure non ha dei volumi così ingombrantiUna aero senza mezzi terminiForcella, sterzo e manubrio integrato, un tutt’unoUn blocco unico e molto rigidoLa trasmissione Force AXS con il power meter QuarqAbbiamo usato la Fizik Vento Argo AdaptiveI manettini del nuovo ForceMovimento centrale CeramicSpeedEppure non ha dei volumi così ingombranti
Il nostro test
Ovviamente non è una bici da salita, o meglio non è una bicicletta adatta ad affrontare scalate lunghe e dislivelli complessivi importanti. Per natura predilige tracciati pianeggianti o leggermente ondulati, ma è pur vero che la fluidità è un punto di forza che può essere sfruttato anche sulle salite brevi. Il suo pane sono quei contesti dove si può fare velocità, perché portarla e tenerla a 40 all’ora è vero che ci vuole gamba, ma in questo caso il mezzo aiuta non poco.
In discesa e nei tratti dove è necessario cambiare continuamente traiettoria, aiutandosi anche con il corpo, la One deve essere guidata, tenuta per le briglie e per certi versi assecondata. Davanti è molto rigida, un fattore da considerare proprio nell’economia della performance. Invita a fare velocità, ma bisogna tenere in modo costante un margine di sicurezza. Anche in questo caso, la sua natura gli permette di fare tanta velocità, senza per forza alzarsi sui pedali.
La massiccia zona di inserzione tra i due traingoliProfilo alare marcato per gli obliquiI foderi della forcella che spanciano vistosamente ai latiSalite brevi e percorsi vallonati non fanno pauraLa massiccia zona di inserzione tra i due traingoliProfilo alare marcato per gli obliquiI foderi della forcella che spanciano vistosamente ai latiSalite brevi e percorsi vallonati non fanno paura
In conclusione
La Factor One, ricordando che è una sorta di montaggio custom, si dimostra rigida il giusto, non stanca in modo eccessivo ed è comunque una bici da competizione. Una nota di merito a tutti i componenti che fanno parte dell’avantreno, che estremizzano un concetto di integrazione per nulla banale e contribuisce a far emergere il suo DNA corsaiolo.
E’ una bici con un design tutto suo, anche per questo motivo si rivolge ad un’utenza che guarda la performances, ma strizza l’occhio anche a qualcosa che va fuori dagli standard. Il taglio dell’obliquo la fa “fischiare” e non è un semplice modo di dire. Quando si passano i 40 chilometri, orari il vento che passa nel mezzo crea un sibilo e la Factor One è unica anche sotto questo aspetto.
La piattaforma Canyon Endurace compirà 10 anni proprio nel 2024, ma da quel progetto votato all’endurance e alla comodità le evoluzioni sono state numerose ed importanti.
La Endurace è stata una delle primissime biciclette a proporre un concetto completamente nuovo per l’epoca, ovvero il comfort a favore della performance, con pesi sempre contenuti ed una bici nel complesso performante, dove il comfort arrivava prima di tutto dalla posizione in sella, abbinata ad alcune soluzioni tecniche. Entriamo nel dettaglio della nuova Canyon Endurace.
La nuova Canyon Endurace, nella versione CFR Di2La nuova Canyon Endurace, nella versione CFR Di2
Non è un ripiego, ma un riferimento
La Canyon Endurace è una sorta di punto di arrivo per la categoria delle bici sviluppate per l’endurance (e per i suoi interpreti che strizzano l’occhio anche all’agonismo). Lo è perché in fase di progettazione e sviluppo non è mai stata considerata una bici di seconda fascia, o inferiore alla Ultimate. Semplicemente ha come obiettivo principale il comfort, delle quote geometriche “meno tirate” (rispetto alla Ultimate e ovviamente alla Aeroad) e un pool di soluzioni tecniche che aumentano il potere di dissipare le vibrazioni. Quest’ultimo fattore, come è facile immaginare, porta dei vantaggi notevoli nel lungo periodo (la bici non stanca) e alla stabilità complessiva del mezzo.
Tradotto in numeri e solo per fare un esempio (a parità di taglia, una media), la nuova Endurace, rispetto all’ultima versione della Ultimate è più alta di 27 millimetri più corta di 15. A queste cifre si uniscono un piantone più scaricato verso il retro e un angolo dello sterzo maggiormente aperto in avanti. L’angolo del tubo verticale che si corica di più verso la ruota permette di sfruttare costantemente una trazione ottimale e di avere sempre ottime sensazioni quando si decide di uscire in fuori sella o spingere a fondo durante le salite più lunghe. E la zona lombare ringrazia.
L’avantreno perdona qualsiasi cosa, non è mai nervoso ed estremamente perentorio, nonostante il passo totale della bicicletta risulti comunque contenuto. E’ necessario considerare anche la lunghezza dello sterzo, mediamente più alto di 2,4 centimetri (rispetto alla Ultimate). Il valore dello stack (più alto), contribuisce a non schiacciare il diaframma e l’addome in genere. Si limita inoltre l’uso di spessori sopra lo sterzo e, aspetto per nulla secondario, si agevola in maniera importante la libertà dell’acetabolo.
Una bici compatta nelle geometrie e slopingIl vano dell’orizzontale, di facile accessoPer standard è previsto un kit di manutenzioneReggisella VCLS 2.0 sdoppiatoL’Aerocockpit di Canyon che accumuna alcune biciL’inserzione abbondante nella zona del nodo sellaUna bici compatta nelle geometrie e slopingIl vano dell’orizzontale, di facile accessoPer standard è previsto un kit di manutenzioneReggisella VCLS 2.0 sdoppiatoL’Aerocockpit di Canyon che accumuna alcune biciL’inserzione abbondante nella zona del nodo sella
CFR, CF SLX: un fatto di dettagli
A conferma di quanto scritto in precedenza, la nuova Canyon Endurace è disponibile nelle due versioni di eccellenza in fatto di sviluppo ed applicazione del composito. La CFR, che eredita le medesime conoscenze ed applicazioni del carbonio comuni alla Ultimate, la CF SLX, che prima dell’arrivo della CFR era la top di gamma indiscussa. Non è prevista (per ora) una Endurace CF.
Tutti gli allestimenti Endurace in gamma prevedono il reggisella VCLS 2.0 (quello sdoppiato) ed il cockpit integrato Canyon CP0018 Aerocockpit (mutuato dalla Ultimate, quello che permette di personalizzare la larghezza). Il primo offre dei vantaggi in fatto di smorzamento delle vibrazioni, anche grazie ad una flessione controllata. Ha un diametro da 27,2 millimetri e lo stesso seat-post non supporta l’eventuale batteria Di2 (che è inserita nel profilato obliquo, appena sopra il movimento centrale). Significa che può essere montato un qualsiasi reggisella, purché rispetti il diametro. Il manubrio Aerocokpit è parecchio rigido (non estremo), soprattutto nella sezione centrale e diventa una sorta di completamente con la forcella, per un comparto molto leggero, compatto ed ergonomico.
La nuova Endurace presenta anche un vano nella tubazione orizzontale, al quale si accede attraverso uno sportellino. Questo contiene un kit di primo intervento (mini-tool, bomboletta CO2 con adattatore e caccia-copertoni) coperto da un involucro in neoprene che azzera il rumore. Non in ultimo, la nuova Endurace lascia spazio per penumatici fino a 35 millimetri di sezione.
La sigla geometrica che contraddistingue la EnduraceLa sigla geometrica che contraddistingue la Endurace
Gli allestimenti e i prezzi
Disponibili in ben 8 taglie, dalla 3XS, fino alla 2XL (considerando che la 3XS e 2XS hanno le ruote da 650b), la nuova Canyon Endurace è inserita sul sito Canyon in 3 configurazioni CFR e 5 CF SLX.
Le CFR si basano sulle trasmissioni Shimano Dura Ace Di2 e Sram Red AXS (entrambe con il power meter), ruote DT Swiss ERC1100 ad un prezzo di listino di 9499 euro. Il terzo allestimento porta in dote il nuovo Campagnolo SuperRecord Wireless e le ruote Bora Ultra WTO, con un prezzo di 9.999 euro.
Endurace CF SLX è disponibile con gli allestimenti 8 AXS, 8 Aero e 8 Di2. Il primo si sviluppa sulla base della trasmissione Sram Force AXS (power meter Quarq incluso) e con le ruote DT Swiss ERC1400. Ha un prezzo di listino di 5.499 euro. La configurazione Aero ha di base le medesime ruote, ma la trasmissione Shimano Ultegra Di2 con il power meter 4iiii. Il prezzo scende a 5.199 euro. Il terzo allestimento invece ha le ruote DT Swiss in alluminio, ma per la restante componentistica è uguale ad Aero. Il prezzo è di 4199 euro.
La presenza del power meter è una costante anche negli allestimenti 7. Il primo AXS ha come base la trasmissione Sram Rival AXS (power meter Quarq) e ruote in alluminio DT Swiss, con un prezzo di 3.999 euro. Il secondo ha il gruppo Shimano 105 Di2, con pedivella 4iiii, per un prezzo di listino di 3.699 euro.
La trasmissione include il power meterLa sella è la nuova e comoda Fizik AlianteDT Swiss ERC1100 e tubeless Schwalbe, ma con camera d’ariaIl carro con una sagomatura appena accennataIl serraggio è posizionato dietroScatola press-fit da 86,5 millimetri placchetta che ferma la batteria Di2 (interna)L’avantreno “alto” della EnduraceLa trasmissione include il power meterLa sella è la nuova e comoda Fizik AlianteDT Swiss ERC1100 e tubeless Schwalbe, ma con camera d’ariaIl carro con una sagomatura appena accennataIl serraggio è posizionato dietroScatola press-fit da 86,5 millimetri placchetta che ferma la batteria Di2 (interna)L’avantreno “alto” della Endurace
Il test della Endurace CFR Di2
Una bicicletta decisamente sorprendente, sopra le righe e molto al di sopra della media della categoria endurance in fatto di prestazioni e resa tecnica. Per come si comporta (anche in salita) e per l’allestimento, è di fatto una bicicletta da competizione, veloce, stabile e gratificante, ma con il vantaggio (rispetto alla Ultimate) che è più comoda e presenta una geometria vantaggiosa per molti amatori, che fanno fatica ad usare una bici con una vera geometria race, ma non vogliono rinunciare alla performance.
Davanti è più alta della Ultimate, ma non è un… chopper e invita a sfruttare la parte bassa del manubrio, anche in salita dove si può fare velocità. Tutto l’avantreno ha una stabilità da primato e se consideriamo che è comunque una bici endurance, è piuttosto compatta. Facile da guidare anche nello stretto, facilissima da portare nella traiettoria ottimale in discesa e nei tratti tecnici e veloci.
Quando c’è da pedalare e menare forte non si tira indietro (gambe a parte), con un retrotreno composto che sostiene al meglio anche i cambi di ritmo. Così anche per l’avantreno, dove però compare una forcella più “morbida” rispetto a quella della Ultimate. Una menzione di merito è dovuta anche nei confronti del reparto ruote, grazie alle ERC1100 di DT Swiss.
Abbiamo avuto in test una taglia S della nuova Canyon Endurace, perfetta in fatto di sviluppo geometrico, ma sulla quale avremmo preferito un attacco manubrio da 110 millimetri. Abbiamo rilevato un valore alla bilancia di 7,42 chilogrammi complessivi (senza pedali e con il kit di pronto intervento inserito, peso che scende a 7,21 estraendo il kit inserito nell’orizzontale).
Capital SL sono le nuovissime ruote in carbonio di Syncros, costruite per essere un unico pezzo. In questo progetto (che è parte del portfolio Scott), che vede il suo risultato dopo uno sviluppo che dura da circa un lustro, coincidono aerodinamica, leggerezza e un insieme di tecnologie legate alla lavorazione del carbonio.
Le versioni disponibili sono due, quella più leggera da 1.170 grammi, ovvero la Syncros Capital SL e quella con un concept aerodinamico estremizzato, la Capital SL Aero da 1.290 grammi, alte rispettivamente 40 e 60 millimetri. Entriamo nel dettaglio.
La versione Capital SL da 40 (foto eltoromedia-Scott)La versione Capital SL da 40 (foto eltoromedia-Scott)
Nuove Syncros, un pezzo unico
Le Capital SL sono un sistema che si basa sulla costruzione monoblocco, in cui è considerato anche lo pneumatico ai fini della performance complessiva. Dal cerchio ai raggi, fino ad arrivare all’inserimento al mozzo (che è disegnato sulla base del DT Swiss 240 EXP), tutto è un unico blocco di carbonio. Spariscono i nipples in acciaio e vengono eliminate le flange del mozzo di tenuta dei raggi. Tecnicamente si tratta di un prodotto hors categorie che ha obbligato Syncros a sviluppare anche una serie di nuove metodologie di lavoro.
Sono fatte a mano grazie ad un processo di pre-tensione dei raggi, fattore che rende la ruota un corpo unico, ma al tempo stesso permette di personalizzare la tensione dei raggi nelle fasi di costruzione. Il tessuto di carbonio non è interrotto tra il cerchio ed i raggi, fino ad arrivare alla flangia ad anello che si accoppia al mozzo. Anche qui non c’è interruzione, perché la fibra di carbonio prosegue dall’altro capo del cerchio.
Corpo del mozzo in alluminio e flange in carbonio (foto eltoromedia-Scott)La base della costruzione per le flange (foto eltoromedia-Scott)Il blocco unico tra raggi e flange (foto eltoromedia-Scott)Il corpo del mozzo viene trattato con dei collanti specifici (foto eltormedia-Scott)L’allineamento prima dell’inserimento del mozzo (foto eltoromedia-Scott)Corpo del mozzo in alluminio e flange in carbonio (foto eltoromedia-Scott)La base della costruzione per le flange (foto eltoromedia-Scott)Il blocco unico tra raggi e flange (foto eltoromedia-Scott)Il corpo del mozzo viene trattato con dei collanti specifici (foto eltormedia-Scott)L’allineamento prima dell’inserimento del mozzo (foto eltoromedia-Scott)
Traducendo: si aumenta e migliora la rigidità torsionale, il valore alla bilancia è inferiore (se paragonato ai profilati in acciaio) e sono più resistenti. Le ruote risultano più precise, rigide e guidabili in diverse situazioni, ma anche più reattive nel corso delle accelerazioni. Le Syncros Capital sono anche più guidabili e stabili nelle fasi di piega e curva.
Il cerchio è hookless
In entrambe le versioni il cerchio adotta la soluzione hookless ed ha una larghezza del canale interno pari a 25 millimetri. Questo permette di sfruttare in modo ottimale le coperture (tubeless) da 28 millimetri di sezione (e anche oltre), grazie ad un’interfaccia perfetta tra cerchio e gomma, il tutto in linea con gli standard ETRTO.
La Scott Plasma RC TT con le nuove ruote (foto eltoromedia-Scott)La nuova lenticolare di Syncros (foto eltoromedia-Scott)La Scott Plasma RC TT con le nuove ruote (foto eltoromedia-Scott)La nuova lenticolare di Syncros (foto eltoromedia-Scott)
Anche la lenticolare che debutta al Tour
Al pari delle nuove Capital SL, debutta anche la lenticolare di Syncros, che vedremo domani sulle Scott PlasmaRC TT dei corridori del Team DSM-Firmenich, abbinata all’anteriore da 60 (Capital SL Aero). La Capital SL Disc è una ruota specifiche per le prove contro il tempo, con un valore alla bilancia dichiarato di 970 grammi e con la predisposizione tubeless.
Sviluppate a braccetto con Schwalbe
Le Syncros Capital SL sono state sviluppate grazie al contributo di Schwalbe, anche per questo motivo si parla e si scrive di “sistema”. Grazie a questa collaborazione tra i due brand nasce anche il nuovo tubeless Schwalbe, il Pro One Aero, che presenta un design maggiormente efficiente in termini di aerodinamica, più da facile da abbinare ai cerchi di ultima generazione come lo sono i nuovi Syncros.
Lo stampo dove è posizionato il carbonio (foto eltoromedia-Scott)Tutto è posizionato a mano (foto eltoromedia-Scott)I raggi prima di abbinarsi al cerchio (foto eltoromedia-Scott)Una parte del cerchio in fase di costruzione (foto eltoromedia-Scott)Il raggio è un blocco unico con il cerchio (eltoromedia-Scott)Utilizzati anche dei sensori per comparare le risposte delle ruote (foto eltoromedia-Scott)Lo stampo dove è posizionato il carbonio (foto eltoromedia-Scott)Tutto è posizionato a mano (foto eltoromedia-Scott)I raggi prima di abbinarsi al cerchio (foto eltoromedia-Scott)Una parte del cerchio in fase di costruzione (foto eltoromedia-Scott)Il raggio è un blocco unico con il cerchio (eltoromedia-Scott)Utilizzati anche dei sensori per comparare le risposte delle ruote (foto eltoromedia-Scott)
Disegno differenziato
Gli Schwalbe Pro One Aero sono dei tubeless da 28 millimetri di sezione, che però presentano una costruzione differenziata tra anteriore e posteriore. Questo fattore fa si che la larghezza reale cambia tra davanti e dietro, a parità di cerchio. Davanti abbiamo uno pneumatico con un’ampiezza compresa tra i 27,5 e 28,5 millimetri, mentre dietro è tra i 29,5 e 30,5 millimetri. Cambia anche lo spessore del battistrada, 0,8 (davanti) e 1,2 millimetri (posteriore).
Questi tubeless sono ovviamente compatibili con la tecnologia hookless del cerchio e ottimizzati per i canali interni da 23/25 millimetri di larghezza.
Una bici due in uno che si trova a suo agio sulla strada asfaltata, ma che è in grado di macinare chilometri su ghiaia e sentieri. Stiamo parlando della nuova Pulsium Allroad, l’ultima arrivata in casa Lapierre. Un modello pensato per essere versatile e accondiscendente con il desiderio d’avventura del ciclista. Una doppia anima che si divide tra la scorrevolezza e la performance su asfalto e il comfort e la stabilità quando si parla di off-road. Scopriamola nelle sue due versioni 5.0 e 6.0.
L’animo offroad è una fetta importante di questa PulsiumUna bici adatta anche ad un utilizzo improntato ai viaggi e bikepackingIl sistema SAT permette un migliore assorbimento delle vibrazioniL’animo offroad è una fetta importante di questa PulsiumUna bici adatta anche ad un utilizzo improntato ai viaggi e bikepackingIl sistema SAT permette un migliore assorbimento delle vibrazioni
Fuori dagli schemi
Rompere la routine, stravolgere gli itinerari o semplicemente voler provare un po’ di bikepacking. La Pulsium Allroad è pronta a soddisfare ogni esigenza tecnica che sia rivolta all’avventura. Basata sul telaio endurance Pulsium, la nuova Allroad è disponibile in due versioni, standard o equipaggiata con il sistema SAT. Entrambi i telai sono realizzati in carbonio UD Lcon fibre di carbonio HR che privilegiano comfort, prestazioni e resistenza.
L’elastomero brevettato Lapierre SAT (Shock Absorption Technology) fornisce una migliore filtrazione delle vibrazioni a bassa frequenza per migliorare il comfort su lunghe distanze. Più leggero di un ammortizzatore ed esente da manutenzione, riduce e diffonde le vibrazioni verticali che causano affaticamento muscolare e nervoso.
La versione 5.0 si adatta ad un utilizzo versatileImmancabile l’iconica geometria Lapierre La versione 5.0 si adatta ad un utilizzo versatileImmancabile l’iconica geometria Lapierre
Pulsium Allroad 5.0
Un universo gravel guidato da due modelli, interpretati e creati da Lapierre per stupire in quanto a geometrie e dettagli. A partire dal manubrio in alluminio da gravel proprio della casa francese con apertura di 16° e parte superiore piatta per una presa migliore anche sui sentieri. Un altro vantaggio riconoscibile della Pulsium Allroad 5.0 è la sua trasmissione meccanica Shimano GRX RX600 con guarnitura 46×30 e il deragliatore GRX RX810 che garantiscono affidabilità e silenziosità massima anche grazie al sistema di tensionamento del deragliatore posteriore Shadow RD+ .
Oltre al telaio e alla forcella in carbonio UD L, questo modello è dotato anche di ruote WTB ST i23 con cerchi larghi, compatibili tubeless che assicurano comfort e robustezza. Gli pneumatici WTB Expanse semi-slick da 32 mm, risultano essere perfetti per affrontare gli sterrati senza compromettere le prestazioni su strade asfaltate. Le linee pulite sono garantite dal passaggio interno di cavi e tubi freno attraverso l’attacco manubrio. Il prezzo consultabile sul sito parte da 2.899 euro.
La 6.0 dotata del sistema SAT è la più completa della gammaIl manubrio in alluminio è un altro valore aggiunto grazie al suo controllo maggioratoLa 6.0 dotata del sistema SAT è la più completa della gammaIl manubrio in alluminio è un altro valore aggiunto grazie al suo controllo maggiorato
Pulsium SAT Allroad 6.0
Punta di diamante della gamma Pulsium Allroad è la SAT Allroad 6.0. Il massimo proposto da Lapierre per pedalare e affrontare ogni tipologia di fondo. Il gruppo completo è il GRX RX810 con una trasmissione 46-30 e la cassetta 11-34 per sfidare le pendenze più ripide nel silenzio del sistema Shadow RD+.
Per quanto riguarda il comfort l’asso nella manica è il sistema SAT in aggiunta al carbonio UD L, e in aggiunta al manubrio in alluminio Lapierre. Le ruote DT Swiss E1800 Spline offrono un ulteriore comodità verticale e prestazioni su lunghe distanze grazie alla loro compatibilità tubeless.
Gli pneumatici tassellati Schwalbe G-One RS con una sezione da 32 mm garantiscono infine la libertà di percorrere sia su strade bianche che single track. Il prezzo consultabile sul sito parte da 3799 euro.
Le ruote e le gomme fanno la differenza nell’economia della prestazione? Perché si usano le ruote alte anche sul pavè e in salita? Siamo testimoni di sezioni sempre maggiori degli pneumatici e differenziati tra avantreno e retrotreno, quali sono le motivazioni?
Abbiamo chiesto a Ralf Eggert di DT Swiss, azienda che con il contributo diSwiss Side è molto attiva nella ricerca e nello sviluppo dell’aerodinamica applicata al ciclismo.
Ralf Eggert di DT Swiss, a destra (foto Ridley)Ralf Eggert di DT Swiss, a destra (foto Ridley)
Il binomio ruota/gomma può cambiare la performance della bicicletta?
E’ necessaria una premessa. ETRTO e ISO sono gli standard del settore che i produttori di cerchi seguono per garantire un accoppiamento. Oltre a garantire una sorta di uniformità costruttiva a livello internazionale, questi standard hanno un’importanza maggiore da quando c’è stato un allargamento degli pneumatici.
Perché adottare degli standard?
Per garantire che la larghezza interna del cerchio corrisponda alla larghezza dello pneumatico, ovvero del valore indicato sullo pneumatico. La larghezza di uno pneumatico influisce sulla battuta a terra, sulla resistenza e anche sull’angolo d’imbardata, che nei test in galleria del vento è pari a 0°. Nello sviluppo delle ruote ARC Aero, DT Swiss si è avvicinata a questo con una diversa larghezza del pneumatico tra ruota anteriore e posteriore.
Lo studio dell’abbinamento gomma/cerchio prosegue da tempoLo studio dell’abbinamento gomma/cerchio prosegue da tempo
Quali sono gli pneumatici che avete preso come riferimento per i test?
La ricerca e sviluppo è stata eseguita con GP4000II S da 25, misurata sulla ruota anteriore. Di seguito abbiamo effettuato ulteriori prove con i GP5000S TR. La corrispondenza della superficie dello pneumatico e della sua forma con il profilo del cerchio è stata misurata all’interno della gamma di diversi angoli di imbardata (+/-20°) con l’obiettivo di creare ruote aerodinamiche veloci per tutte le condizioni di vento, senza sacrificare la guidabilità della ruota. DT Swiss chiama questo concetto AERO+, dove l’aerodinamica pura e le caratteristiche di guida si sposano.
Sempre più team utilizzano la soluzione delle sezioni differenziate per le gomme26/28, oppure 28/30, dipende anche dal contesto Sempre più team utilizzano la soluzione delle sezioni differenziate per le gomme26/28, oppure 28/30, dipende anche dal contesto
Avete condotto anche dei test di resistenza al rotolamento?
Sì, certo. Mantenendo ideale la zona frontale, la parte posteriore della bici è meno esposta al flusso d’aria. Con più peso sulla parte posteriore della bici, il ciclista può beneficiare di una ridotta resistenza al rotolamento e di un maggiore comfort quando si utilizza uno pneumatico più largo rispetto all’anteriore.
Volendo fare un esempio?
Prendiamole ruote ARC, volendo restare in casa nostra. La soluzione ottimale è 25 millimetri per l’anteriore e 28per il retrotreno. Gli pneumatici più larghi sono supportati, ma influenzano l’aerodinamica della ruota anteriore.
Le gare “più tecniche” di oggi, con tubeless dalle grandi sezioni e ruote alte, anche per la salitaLe gare “più tecniche” di oggi, con tubeless dalle grandi sezioni e ruote alte, anche per la salita
Efficienza prima di tutto, ma ha senso pensare anche al comfort a favore della performance?
A seconda delle condizioni di guida. Pensiamo ad esempio alla Strade Bianche e alle classiche del pavè, qui il comfort è un fattore funzionale. Con le tendenze attuali, pneumatici più larghi e tubeless, potrebbero essere prese in considerazione altre ruote aerodinamiche. Ad esempio le ERC. Concettualmente rappresentano una categoria endurance, ma hanno una larghezza interna del cerchio più ampia, 22 millimetri e sono ottimizzate per pneumatici anteriori da 28 e 30.
Gomme sempre più larghe e cerchi alti. Si migliora la resa tecnica anche in salita o a velocità più contenute?
L’aerodinamica batte il peso. Per essere più veloci è necessario ridurre la resistenza aerodinamica dell’intero sistema ciclista/bici. Proprio la resistenza aerodinamica è la forza maggiore ed il nemico numero uno che l’atleta deve battere quando si superano i 15 chilometri orari.
L’impatto maggiore sulla resistenza aerodinamica lo ha il ciclistaL’impatto maggiore sulla resistenza aerodinamica lo ha il ciclista
Quindi?
Quindi, una ruota con un profilo medio/alto funziona bene anche in salita. La planimetria del tracciato è sempre da considerare.
Cosa significa?
All’interno di una competizione che prevede anche 5.000 metri di dislivello positivo, un profilo da 50 può essere il compromesso ottimale, soprattutto se consideriamo le salite con lunghi tratti pedalabili, strade di trasferimento tra una salita e la successiva, naturalmente le discese. La resistenza aerodinamica aumenta proporzionalmente al quadrato della velocità e la scelta dell’altezza del cerchio per i percorsi ondulati potrebbe comportare un compromesso tra peso, aerodinamicità ed è correlata alle capacità del ciclista.
L’effetto sullo sterzata, uno dei fattori per nulla secondari e poco nominato L’effetto sullo sterzata, uno dei fattori per nulla secondari e poco nominato
In che senso le capacità del ciclista?
La velocità aumenta, di conseguenza diminuiscono la fase di sterzata e la forza necessaria per guidare dritto. C’è una minore dispersione di energie per guidare la bicicletta.
Questa fase è influenzata anche dal vento laterale?
Assolutamente. Ogni elemento che colpisce lateralmente la ruota genera una forza sullo sterzo della bicicletta e sulla guidabilità. Un’ottimizzazione delle ruote DT Swiss Aero all’interno del concetto AERO+ bilancerà sempre l’aerodinamica, la resistenza e il momento di sterzata. Qui entra in gioco l’effetto positivo di uno pneumatico più largo, da 28 in su, che però deve essere interfacciato in modo corretto con la ruota.
L’aerodinamica non è una sola, ma seguire un filone di sviluppo porta dei progressi tangibili (foto Ridley)L’aerodinamica non è una sola, ma seguire un filone di sviluppo porta dei progressi tangibili (foto Ridley)
Pressioni degli pneumatici e sezione delle gomme, altezza del cerchio o altri, quale fattore è più importante ai fini prestazionali?
Lo scopo della prestazione è relativo all’utente. Le diverse destinazioni d’uso di biciclette, ruote e superfici porteranno a una diversa attenzione nella scelta del materiale. Le ruote ARC ed ERC hanno priorità diverse per ottenere il massimo in contesti differenti, ma questo si può riportare anche ad altre ruote.
Di quali obiettivi parliamo?
L’obiettivo principale delle ARC Aero è l’ottimizzazione della resistenza aerodinamica. Obiettivi simili per la nostra ruota ERC, con maggiore enfasi sulla riduzione dei momenti di sterzata al fine di creare ruote per condizioni stradali meno perfette e maggiore controllo durante la guida.
La forma delle ruote ERC che si adatta alle gomme ciocciotteLa forma delle ruote ERC che si adatta alle gomme ciocciotte
In che modo invece l’altezza del cerchio incide sulla guida?
Parlare di altezze dei cerchi, tralasciando i focus di sviluppo, è subordinato alla destinazione d’uso. Cosa significa: un’altezza del cerchio maggiore avrà un vantaggio aerodinamico. Ma sentirsi a disagio su una combinazione bici/ruota significativamente più veloce potrebbe costringerti a una posizione più comoda e insicura sul manubrio, creando così un aerodrag più elevato attraverso la posizione eretta del corpo.
Gomme con sezioni differenziate, più piccole davanti, più grandi dietro. Esistono dei numeri che confermano questa scelta?
DT Swiss è un produttore di componenti per ciclismo, ma è pur vero che lavoriamo a stretto contatto con i team e diamo accesso a sessioni di test aerodinamici esclusivi con Swiss Side nella galleria del vento. Testiamo anche le bici senza i corridori e cambiamo le gomme anteriori. All’interno di questi test è emerso che lo pneumatico anteriore in termini di dimensioni, forma e marca può fare una differenza significativa e misurabile.
Buona parte dei brand legati al ciclismo si avvalgono delle gallerie del vento (foto Ridley)Buona parte dei brand legati al ciclismo si avvalgono delle gallerie del vento (foto Ridley)
A quali conclusioni siete arrivati?
Vediamo il potenziale aerodinamico negli pneumatici che si adattano alle nostre ruote, ma possono anche migliorare le prestazioni in altri sistemi. Abbiamo svolto ricerche su questo: Wheel Component di DT Swiss Inc. – WheelBased. Un’osservazione frequente è l’uso di pneumatici posteriori più larghi che migliorano il comfort e non influiscono negativamente sull’aerodinamica.
Crono, presentati i nuovi scarpini CG1 dedicati esclusivamente al gravel. Comodi, leggeri e resistenti, adatti ad ogni percorso. Suola in nylon e carbonio
Arrivano le nuove ruote DT Swisssviluppate per il ciclocross e con il cerchio tubeless ready. Sono le CRC 1400 Spline, nate per offrire il miglior compromesso tra guidabilità, trazione e minimizzare gli effetti negativi della resistenza al rotolamento.
Due le versioni che si basano su due profili differenti del cerchio, 35 e 45 millimetri, ma entriamo nel dettaglio.
La valvola DT Swiss con un cap specificoLa valvola DT Swiss con un cap specifico
DT Swiss Spline, un’icona
Spline è un concetto che nel corso delle stagioni è diventato un simbolo per molti ciclisti di tutte le discipline. Per molti ha rappresentato e rappresenta il miglior compromesso possibile tra performance, qualità complessiva e spesa. Dalla strada, alla mtb, passando ovviamente dal ciclocross, dove la categoria delle ruote DT Swiss Spline è ambita, apprezzata e molto utilizzata anche da atleti di primissimo piano.
Il caratteristico design del mozzo SplineIl caratteristico design del mozzo Spline
Nuove CRC 1400 Spline
Come accennato in precedenza, i modelli disponibili sono due: il primo con un cerchio alto 35 millimetri, il secondo da 45. Entrambi si basano su una costruzione full carbon e tubeless ready (non hookless), con un canale interno largo 22 millimetri. Il cerchio esige l’impiego del tubeless tape.
Il mozzo è in alluminio e fa parte della famiglia DT Swiss Spline 240, con meccanismo Rachet System 36T interno. Significa che ci sono le due ruote dentate contrapposte (con lo stesso diametro) da 36 denti ciascuna. Velocissime nell’ingaggio e longeve, per un sistema che nel complesso riduce al minimo le operazioni di manutenzione. Ci sono due molle elicoidali che contribuiscono a tenere sempre nella posizione ottimale i due ingranaggi. Inoltre il Rachet System non necessita di strumenti specifici per eventuali interventi. I cuscinetti sono sigillati e hanno le sfere in acciaio. Gli stessi mozzi adottano le sedi CenterLock per i dischi del freno. Il corpetto della ruota libera è disponibile nella versione Shimano e/o Sram XDR (non è prevista l’interfaccia Campagnolo).
Il cerchio tubeless ready con il tubeless tapeIl cerchio tubeless ready con il tubeless tape
Per entrambe le versioni e per le due ruote (anteriore e posteriore), viene utilizzata la raggiatura con incrocio in seconda, con un totale di 24 raggi. Sono differenziati i profilati in acciaiotra ruota davanti e quella dietro. Per l’avantreno sono impiegati i DT Aerolite, aerodinamici, invece per il retrotreno i raggi della famiglia DT Aerocomp, più robusti e capaci di garantire sostegno nelle diverse fasi di trazione. Sono in acciaio anche i nipples e sono ancorati all’interno del cerchio, mutuando la soluzione delle ARC e delle altre ruote con cerchio in carbonio di DT Swiss.
Perché tubeless?
Per una maggiore sicurezza e per una migliore combinazione tra cerchio e pneumatico, fattori che si riflettono anche in una piena sfruttabilità del sistema in condizioni estreme di fango. Inoltre la tecnologia tubeless del cerchio garantisce una piena compatibilità con i diversi players produttori di pneumatici. Tecnicamente non ci sono limiti anche per quello che concerne le sezioni delle gomme.
Le ruote vengono tensionate a mano nella fabbrica di BielLe ruote vengono tensionate a mano nella fabbrica di Biel
Assemblate a mano
Proprio così, le ruote DT Swiss sono assemblate a mano e la tensionatura dei raggi è specifica e dedicata ad ogni tipologia di prodotto. Non solo, perché le stesse raggiature trovano delle differenze tra lato drive e quello non-drive.
I mozzi presentano il Rachet System EXP, è l’ultima evoluzione e versione del sistema d’ingaggio brevettato da DT Swiss ed è in dotazione sulle versioni da 180 e 240, anche della famiglia Dicut. Questa tipologia di Rachet System è il medesimo che troviamo nelle ruote da strada ARC ed ERC.
Il profilo delle 35 millimetriLe 45, con un’estetica più importanteLo shape dei nuovi cerchi CRC tubeless readyL’interno del mozzo SplineIl profilo delle 35 millimetriLe 45, con un’estetica più importanteLo shape dei nuovi cerchi CRC tubeless readyL’interno del mozzo Spline
Pesi e prezzi
Le DT SwissCRC 1400 Spline 35 hanno un valore alla bilancia dichiarato di 1.415 grammi totali (647 davanti e 768 dietro), per un prezzo di listino di 2050 euro circa. Le 45 invece hanno un peso dichiarato di 1.466 chilogrammi la coppia (673 e 793 grammi), con lo stesso prezzo delle Spline 35.
Volevamo conoscere il modo di lavorare di Casasola alla Crelan e lo abbiamo chiesto a coach Elliot. Non c'è un solo punto, le è cambiato il mondo intorno
E’ la classica BMC Teammachine SLR-01, una bicicletta molto ambita in ambito professionistico (e non solo). In occasione della partenza della Milano Sanremo 2023, abbiamo fotografato quella di Rick Pluimers, ex Jumbo-Visma e ora nel team di Fabian Cancellara.
Nella taglia 54 e con l’allestimento standard è una bicicletta che fa registrare un valore alla bilancia che va poco oltre i 7,1 chilogrammi, pedali compresi e che adotta una componentistica convenzionale. Vediamola nel dettaglio.
Rick Pluimers, ex Jumbo-Visma, ora al Tudor Pro Cycling TeamRick Pluimers, ex Jumbo-Visma, ora al Tudor Pro Cycling Team
Una collaborazione svizzera
Se quello con il Team Ag2r-Citroen è un rapporto che dura già da qualche stagione e comunque si tratta di una vetrina WorldTour, quello con ilTudor Pro Cycling Team ha preso forma concreta a partire da quest’anno. La vittoria alla Milano-Torino con De Kleijn è stata una bella ciliegina sulla torta, forse inaspettata, ma comunque cercata.
Le realtà è che la collaborazione tra il team di Cancellara e BMC ha tutta l’aria di essere molto più che una semplice sponsorizzazione tecnica e non ci sorprenderebbe il fatto di vedere, in un futuro neppure troppo lontano, un Team Tudor ai vertici del ciclismo mondiale con BMC al suo fianco, in un ruolo che non sia quello del solo fornitore di biciclette.
Il modello utilizzato dai corridori è il Teammachine SLR-01, mentre il vincitore della Milano-Torino è il solo ad utilizzare la aero Timemachine. Per tutti i corridori il pacchetto include anche il manubrio integrato full carbon BMC, che grazie al suo design, più stretto sopra e con un flare che apre la curvatura, permette di coprire diverse esigenze e richieste degli atleti.
Una bici sempre attuale e molto ambitaCockpit integrato e full carbon BMCFoderi bassi e piantone asimmetrici per la SLR-01Prima della Milano SanremoUna bici sempre attuale e molto ambitaCockpit integrato e full carbon BMCFoderi bassi e piantone asimmetrici per la SLR-01Prima della Milano Sanremo
Ruote DT Swiss e non è poco
A completare il pacchetto rosso crociato ci sono le DT Swiss, ruote che vengono costruite a Biel, operosa cittadina svizzera che è poco distante da Grenchen, dove ha sede BMC.
«In occasione della Sanremo qualche corridore, come ad esempio Pluimers, ha scelto di montare le ARC da 62 millimetri – ci ha spiegato Reigo Rosenberg, meccanico della squadra – anche se alla maggior parte dei corridori di norma montiamo le tuttofare ARC 50. A prescindere dalla tipologia di altezza del cerchio, noi utilizziamo solo la configurazione tubeless con le larghezze differenziate, 25 anteriore e 28 posteriore, anche grazie alle indicazioni fornite da DT Swiss. Le pressioni degli pneumatici variano in base alle preferenze dei corridori e al loro peso, comunque in un range compreso tra 5 e 5,5 bar».
Il nuovo tubeless SchwalbeTutte le ruote versione ARC1100, 62 e 50 millimetriSolo tubeless Pro OneLe ARC1100 con banda rossa hanno il mozzo 180 con sfere ceramicheIl battistrada dei nuovi tubeless Schwalbe è uguale al modello precedenteIl nuovo tubeless SchwalbeTutte le ruote versione ARC1100, 62 e 50 millimetriSolo tubeless Pro OneLe ARC1100 con banda rossa hanno il mozzo 180 con sfere ceramicheIl battistrada dei nuovi tubeless Schwalbe è uguale al modello precedente
Gli pneumatici sono gli Schwalbe Pro One e quelli con la banda blu sono un versione dotata di una nuova mescola, più scorrevole, come abbiamo documentato nella giornata di sabato che ha preceduto La Classicissima. Le ruote sono il modello ARC1100 con mozzi Dicut della serie 180.
La trasmissione è Sram
«La nostra configurazione base prevede la doppia corona anteriore 54-41 e i pignoni posteriori 10/33 oppure 10-30, sia Red che Force – ha proseguito Rosenberg – che permette di coprire diverse esigenze. Qualche atleta più votato alla salita utilizza l’anteriore 52-39».
La maggior parte dei corridori usa la FlitePignoni, tra 10-30 e 10-33Corone 54-41, pedali Wahoo e power meter QuarqLa maggior parte dei corridori usa la FlitePignoni, tra 10-30 e 10-33Corone 54-41, pedali Wahoo e power meter Quarq
Selle Italia e pedali Wahoo
Buona parte dei corridori utilizzano la Flite Boost, che nella versione SuperFlow con canale di scarico, chi nella versione senza foro. Qualcuno usa la SLR, sempre in versione corta (Boost). Ci sono i pedali Wahoo, senza power meter che invece è il Quarq integrato nella pedivella.
Il progetto DT Swiss ERC è sviluppato per offrire un’alternativa alle ruote ARC, queste ultime più orientate alla performance legata alla velocità e all’aerodinamica. Le ERC si rivolgono ad una interpretazione maggiormente endurance, anche se una volta portate su strada sorprendono per scorrevolezza, reattività e per il blend ottimale tra rigidità e capacità di smorzamento.
Il biglietto da visita della ERC1400 Dicut in test sono un cerchio full carbon tubeless ready da 45 millimetri di altezza ed il mozzo Dicut240. Le abbiamo provate.
Cerchio panciuto che si adatta alle gomme ciocciotteCerchio panciuto che si adatta alle gomme ciocciotte
Endurance per modo di dire
Il progetto ERC dimostra che il termine endurance non significa una seconda scelta. Le ruote DT Swiss ERC semplicemente si rivolgono ad un’utenza che, pur non sacrificando nulla in termini di prestazione, sfrutta la possibilità di montare anche gomme di una sezione maggiorata.
Iniziamo a categorizzare le ERC1400 con i numeri: 680 grammi per la ruota anteriore con tape tubeless e valvola inserita; 810 per quella posteriore, che diventano 830 con il corpetto Sram. Un peso di 1.490 grammi per la coppia sono pochi, se consideriamo inoltre che il cerchio ha un canale interno di 22 millimetrie la larghezza complessiva è di 28,5. I mozzi sono in alluminio della serie Dicut 240. Quello posteriore ha il Rachet System 36 (ovvero 36 denti per l’ingaggio).
Il mozzo anteriore con raggiatura incrociata da ambo i latiIl mozzo anteriore con raggiatura incrociata da ambo i lati
I raggi sono in acciaio e sono piatti/aerodinamici Aero Comp, 24 per entrambe le ruote e tutti con incrocio in seconda. Nel punto di incrocio i profilati si toccano, ma quando si è in movimento non si sente il minimo scricchiolio, sintomo di una costruzione, campanatura e tensione ottimali, oltre ad una rigidità non secondaria. Abbiamo fatto alcune domande a Simon Wassmer RoadProduct Manager di DT Swiss.
A quale tipologia di utenza si rivolge la versione ERC1400?
ERC è il nostro set di ruote da strada più versatile. E’ destinato a un utente che non solo guida su asfalto perfetto eoccasionalmente va in bici sulle strade sterrate. Si spiega l’utilizzo di un cerchio più largo, sviluppato per interfacciarsi con l’uso di pneumatici più grandi. Inoltre la forma del cerchio è ottimizzata per una guida più facile e sicura. Con le due diverse altezze del cerchio per i due diversi set, 35 e 45 millimetri, il cliente può scegliere tra una migliore agilità, oppure una ruota più aerodinamica.
L’uncino tubeless del cerchioIl pacchetto arriva con il tape già montatoL’uncino tubeless del cerchioIl pacchetto arriva con il tape già montato
Partendo dal cerchio, c’è una sezione ottimale di pneumatico che meglio si configura con il cerchio delle ERC?
Raccomandiamo una larghezza dello pneumatico sulla ruota anteriore di 28 millimetri, compresa tra i 28 e 32 per quella posteriore, poi dipende anche dal comfort che si vuole trovare con l’aiuto delle ruote. I cerchi DT Swiss ERC sono conformi alle norme pertinenti e agli standard ETRTO del settore. Funzionano con una configurazione tubeless e anche con una combinazione pneumatico/camera d’aria convenzionale.
Quale carbonio è utilizzato per il cerchio?
Utilizziamo strati di carbonio pre-impregnati di resina con un blend di fibre UD Uni-Directional, 3K e materiale intrecciato. Vengono inseriti nello stampo in varie dimensioni e direzioni specifiche. Poi induriti in un forno sottovuoto.
Il cerchio riporta le indicazioni per l’utilizzo dei tubelessMa anche le indicazioni per le camere d’ariaIl cerchio riporta le indicazioni per l’utilizzo dei tubelessMa anche le indicazioni per le camere d’aria
C’è un motivo preciso per il quale DT Swiss continua il suo percorso di ricerca e sviluppo sui cerchi tubeless, lasciando da parte l’hookless?
Ci sono alcuni motivi, ma il motivo principale è la maggiore sicurezza e facilità d’uso di un sistema di cerchi con l’uncino. Con questo l’utente non è limitato con l’utilizzo esclusivo di alcune tipologie di pneumatici. E neppure si deve confrontare con i limiti di pressione di 5 bar. Inoltre non vediamo un grande vantaggio con un sistema hookless per la costruzione del nostro cerchio, soprattutto in merito alla ricerca delle ruote aero.
Le ERC hanno gli stessi raggi delle ARC. Cambia il livello di tensione, oppure è uguale?
E’ sempre importante vedere le ruote come un sistema, quando parliamo della tensione dei raggi e quindi della rigidità delle ruote. Per questo devono essere considerati i tre componenti cerchio, mozzo e raggio. A seconda del livello di rigidità dei componenti del set di ruote, viene determinata la tensione dei raggi. I componenti della linea ARC ed ERC sono abbastanza simili, il che significa che la tensione dei raggi è a un livello simile.
Il Rachet System si sviluppa con due molle e due ruote dentate contrapposteLo spessore dell’asse passante che sfiora i 2 millimetri, fattore da considerareIl corpetto che sostiene le ruota dentataIl Rachet System si sviluppa con due molle e due ruote dentate contrapposteLo spessore dell’asse passante che sfiora i 2 millimetri, fattore da considerareIl corpetto che sostiene le ruota dentata
Le sfere dei cuscinetti sono in acciaio?
Esatto, nel livello 1400 usiamo cuscinetti con sfere in acciaio. Nel nostro livello superiore 1100 utilizziamo il nostro cuscinetto in ceramica SINC.
Il sistema Rachet EXP 36. Quali sono i motivi che hanno spinto a scegliere i 36 punti d’ingaggio con l’inclinazione di 10°?
Il design di un sistema a ruota libera è sempre un compromesso tra i tre fattori: impegno, durata e peso. Per noi i 36 punti di ingaggio rappresentano una sorta di variabile per la guida su strada, ma consideriamo che i nostri team di professionisti utilizzano questo sistema. In tal senso offriamo anche un kit di aggiornamento/upgrade a 54 denti, per chiunque desideri un angolo di innesto ridotto a 6,7°.
Belle da vedere e da usare anche in salitaUn profilo medio che “riempie” la biciBelle da vedere e da usare anche in salitaUn profilo medio che “riempie” la bici
I nostri feedback
Le DT Swiss ERC1400 non sono un compromesso forzato, ne un ripiego e neppure delle ruote “troppo comode”, tutt’altro. Sono il simbolo di una categoria di bicicletta, quella endurance, che è cambiata molto nel corso delle stagioni. Tanta versatilità, sono cresciute le performances e la qualità del comfort.
Insomma, le ERC1400 sono delle ruote che non ci si aspetta, perché oltre ad essere belle da vedere e capaci di vestire la bicicletta, sono anche parecchio gratificanti in termini di utilizzo. Non danno mai la sensazione di secchezza e nervosismo nelle fasi più tecniche, merito anche di un canale interno da 22 millimetri di larghezza che è la giusta interfaccia per gomme larghe (noi le abbiamo provate con degli pneumatici da 28, ma anche dei 30 non ci starebbero male).
Sono molto veloci, ma il valore aggiunto è la scorrevolezza e la capacità di assecondare le sollecitazioni che arrivano dalle gambe e dalla strada. Il tutto va a vantaggio di un equilibrio ottimale, tanto sfruttabile da diverse tipologie di utenza. Per chi è più agonista, ma vuole un comparto rotante facile da condurre in discesa, senza eccessi e in grado di trasmettere sicurezza. Per chi è amante delle uscite condotte ad un ritmo costante, dove il piacere di guidare la bicicletta per tante ore consecutive fa parte della pedalata.
La gomma Schwalbe da 28 spancia a 29 millimetriLa gomma Schwalbe da 28 spancia a 29 millimetri
In offroad non è peccato
Di sicuro le DT Swiss ERC1400 Dicut non sono delle ruote per il fuoristrada impegnativo. Però, immaginarle in un contesto tipo strade bianche o quei sentieri che si affrontano facilmente con la bici da corsa, ci sta alla grande. Qui entra in gioco la qualità costruttiva e complessiva di DT Swiss, dove la sostanza è un fattore sempre presente e tangibile.
Prendendo spunto dalla chiacchierata con Nick Mondelaersprima del Lombardia 2022, abbiamo voluto provare gli inserti road Vittoria Air Liner e i tubeless con sezioni differenziate tra anteriore e posteriore.
Bisogna gestire le pressioni di gonfiaggio e l’inserto diventa un gran bel sostegno per la gomma tubeless, soprattutto per l’anteriore. Non solo perché non abbiamo lasciato nulla per strada (in termini di watt persi) con il tubeless da 28 dietro. Noi abbiamo cercato di replicare il setting dei corridori pro’, utilizzando delle ruote DT Swiss ARC1600 e tubeless Vittoria Corsa N.EXT. Entriamo nel dettaglio dei feedback.
Nick Mondelaers, meccanico del Team Lotto-Soudal-DSTNY (ora Lotto-DSTNY)Nick Mondelaers, meccanico del Team Lotto-Soudal-DSTNY (ora Lotto-DSTNY)
Scorrevolezza garantita
«I dati relativi alla rolling performance, che traduciamo come scorrevolezza – spiega Tommaso Cappella, product specialist di Vittoria – tengono conto dei test eseguiti su una macchina con superficie liscia. Questa è comune alle prove di tutte le coperture. La scorrevolezza della soluzione TLR, tubeless, è uguale, con o senza AirLiner ed è paragonabile alla versione copertoncino, a parità di sezione. Quest’ultima inoltre prevede l’impiego della camera d’aria in poliuretano, quindi ultra leggera. Questo per contestualizzare un inserto che non toglie nulla nei termini di scorrevolezza. Vittoria Air Liner Road è un progetto che parte da lontano, che prende forma grazie alla versione mtb, ma che in realtà è molto più che una rivisitazione. Air Liner Road punta alla sicurezza e alla prestazione. Inoltre è molto leggero. Contribuisce a trattenere la gomma in caso di foratura e permette di pedalarci sopra.
«Quando si affronta l’argomento degli pneumatici di ultima generazione – continua Capella – è necessario considerare la combinazione tra gomma e ruota. Uno pneumatico da 25-622, misura divenuta comune e di largo utilizzo negli ultimi 7/8 anni, era stata disegnata su cerchi con un canale interno da 15 millimetri. Oggi l’ETRTO relativo alla misurazione degli pneumatici è cambiato e la stessa misura di gomma va disegnata su un cerchio con un canale interno da 19».
Pneumatico
Installazione
Peso (g)
Rolling Performance
Corsa N.EXT TLR 26-622
20 ml Universal Sealant
305
+ 14,3%
Corsa N.EXT TLR 26-622
20 ml Unversal Sealant + Air Liner Road small
329
+ 14,3%
Corsa N.EXT Fold 26-622
Vittoria Ultra Light Speed
230
+ 14,3%
Corsa N.EXT Fold 26-622
Vittoria Competition Latex
280
+ 13,6%
AirLiner, facile da installare
Il “salsicciotto” si presenta come una sorta di spugna esagonale ed è disponibile in tre misure. Noi abbiamo utilizzato la più piccola, adatta a cerchi con un canale interno che arriva fino a 19 millimetri di larghezza. Vittoria Air Liner ha una consistenza mediamente morbida e molto compatta al tempo stesso. Buona l’elasticità al pari dell’allungamento.
Partendo dal presupposto che il canale interno delle ruote DT Swiss è di 20 millimetri ed è tubeless (non è hookless), l’operazione combinata (tubeless + inserto in taglia small) d’ingaggio non si è allungata in termini temporali. Da considerare che gli pneumatici Corsa N.EXT hanno una carcassa completamente sintetica e nel complesso hanno un’elasticità media. A nostro parere sono tra i migliori tubeless di ultima generazione che hanno trovato sviluppo, considerando l’insieme: facilità di montaggio, versatilità d’impiego e durata, al pari del prezzo.
La gomma da 28 usata per il comparto posteriore ha tallonato in un amen, senza entrare in contrasto con l’inserto. Quella anteriore ha richiesto un minuto in più e uno sforzo minimo aggiuntivo negli ultimi 5/6 centimetri, fattore dovuto ad una sezione minore. Anche in questo secondo caso non si sono verificati attriti con l’Air Liner.
Prima della tallonatura completaAnche senza aria, con l’Air Liner la gomma ha un minimo di consistenzaSezione da 26 per l’avantrenoLa gomma da 28 per il posteriorePrima della tallonatura completaAnche senza aria, con l’Air Liner la gomma ha un minimo di consistenzaSezione da 26 per l’avantrenoLa gomma da 28 per il posteriore
Pressioni da capire
Non c’è da meravigliarsi che le pressioni di utilizzo scendano in modo esponenziale, perché al pari di volumi d’aria considerevoli, abbiamo anche un prodotto che sostiene la gomma da dentro e fa girare l’aria al suo interno. Banale? No, per nulla, perché non ci troviamo di fronte un prodotto che ha l’obiettivo di salvare gli uncini del cerchio in caso di foratura e gomma a terra (per lo meno non solo). L’Air Liner diventa funzionale alla tecnologia tubeless, perché se utilizzato nel modo corretto, con le pressioni adeguate e dentro un cerchio con il canale giusto, spinge contro le pareti dello pneumatico aumentando il sostegno e la tenuta.
Si percepisce di più sulla sezione più piccola (per noi quella anteriore), meno su quella posteriore (che corrisponde alla gomma da 28), per via del maggiore volume d’aria e di un inserto che spinge meno ai lati. A prescindere, lo shape di entrambe le gomme non ha deformazioni e/o cambiamenti, rispetto alla stessa gomma senza inserti. Dopo alcune prove abbiamo trovato il setting ideale con un pressione anteriore di 4,5/4,6 atmosfere e posteriore compresa tra le 4,8/5 atmosfere. Il nostro “peso invernale ready to ride” è di 67 chilogrammi.
Il peso di un Air Liner taglia S, 19 grammiAir Liner taglia S utilizzato da noi per la provaIdem per il posteriore con una larghezza da 28Lo pneumatico davanti mantiene la misura originale, ovvero 26Il peso di un Air Liner taglia S, 19 grammiAir Liner taglia S utilizzato da noi per la provaIdem per il posteriore con una larghezza da 28Lo pneumatico davanti mantiene la misura originale, ovvero 26
In conclusione
L’inserto dedicato alla categoria road, in questo caso il Vittoria Air Liner è molto differente, soprattutto per utilizzo e concept, da quello impiegato in ambito mtb. Sì, è vero, permette di continuare la corsa (per un periodo limitato) in caso di foratura e aiuta a proteggere il cerchio tubeless in carbonio (che non è un aspetto secondario). Però ci sono anche altri fattori da considerare, non dei semplici dettagli e capaci di cambiare la prestazione del prodotto.
L’inserto verde sostiene lo pneumatico tubeless, principalmente ai lati e nelle sezioni mediane, anche quando si decide (i motivi sono diversi) di diminuire la pressione di gonfiaggio. Non indurisce e non influisce in modo negativo sulla pastosità della mescola. La gomma risulta sostenuta, non spancia e non si deforma, neppure in quelle situazioni di fuori sella quando si carica tanto sull’anteriore. La natura e la struttura degli pneumatici influiscono in maniera importante.
Non si hanno percezioni di attriti aggiuntivi, la sensazione di esprimere i watt e scaricarli a terra è la medesima, con o senza inserti. Un singolo inserto ha un valore alla bilancia di 19 grammi (rilevati), poca roba e permette di risparmiare qualche centilitro di liquido anti-foratura che, deve comunque essere inserito.
Concettualmente potremmo comunque farne a meno sui cerchi con predisposizione tubeless, ma onestamente riteniamo un inserto come il Vittoria Air Liner un prodotto molto importante ai fini della sicurezza e della performance per i cerchi hookless in carbonio con pesi ridotti.