Arzuffi cerca su strada lo stesso percorso del cross

04.01.2024
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Il suo processo di trasformazione in stradista ha avuto una netta e decisiva impennata durante il 2023. Nella stagione alle porte, Alice Maria Arzuffi è pronta per fare uno step ulteriore in questa nuova parte di carriera (in apertura foto Arne Mill).

Un dato che aiuta meglio a capire la tendenza intrapresa dalla brianzola di Seregno sono i giorni di gara. Quest’anno sono stati 51 – il massimo per lei – con un podio di tappa al Baloise Ladies Tour e circa una decina di top 10, di cui una ottenuta nella quarta frazione del Tour de France Femmes. D’altronde, prima Baldinger la scorsa primavera e poi Lacquaniti pochi giorni fa ci avevano spiegato quanto credano nelle doti di Arzuffi, specialmente nelle corse a tappe. Così, tra un’uscita in bici e l’altra in Friuli a casa del suo fidanzato Luca Braidot, abbiamo voluto sentire l’ex tricolore di ciclocross per conoscere le sue mire con la Ceratizit-WNT.

Arzuffi al Tour Femmes 2023 ha conquistato un decimo posto di tappa al termine di una lunga fuga
Alice che stagione è stata quella passata?

E’ stato un anno buono. Anzi direi che il 2023 è stato un anno di rodaggio. Il primo in cui ho fatto praticamente solo strada, a parte tre gare di ciclocross lo scorso gennaio corse senza troppe tensioni. Ho capito quanto sia importante fare una sola attività per andare meglio. Attualmente è difficile essere competitive in entrambe le discipline. Quest’anno ho avuto la possibilità di restare ben concentrata sulle corse, sapendo che poi in questo periodo avrei avuto un break per rifiatare e riprendere con più calma.

Non sono mancati nemmeno i risultati.

E’ vero, sono soddisfatta di ciò che ho raccolto. Tuttavia il miglior risultato credo sia stato quello di aver trovato una maggiore consapevolezza. Certo quando arrivi davanti ne acquisisci molta di più, però le prestazioni sono state buone. Poi per me è stato un motivo di orgoglio e stimolo sapere che i miei diesse hanno fiducia in me.

Alla tua prima annata con la Ceratizit hai ritrovato Lacquaniti dopo dieci anni. Ha contribuito a farti ambientare meglio?

Sì, esatto, Fortunato è stato il mio primo diesse quando ero in Faren nel 2013, anche se abbiamo fatto pochissime corse assieme perché all’epoca avevo la maturità. L’ho trovato un po’ cambiato da allora, ma il mio rapporto con lui è molto positivo. Anzi mi piace molto lavorare con lui. In alcune corse in Spagna ha saputo farmi tirare fuori il massimo da me stessa. In generale però mi sono trovata benissimo con tutta la squadra, anche con i materiali. Dopo gli anni di ciclocross avevo bisogno di trovare un ambiente sereno, dove si puntano agli obiettivi con meno pressione, pur mantenendo molto alto il livello.

Che effetto fa quindi ad Alice Maria Arzuffi passare l’inverno senza ciclocross?

Sicuramente è tanto diverso, ma onestamente sto meglio adesso. Ero arrivata ad un punto, specie negli ultimi due anni, che non riuscivo più a sostenere quella vita né fisicamente né psicologicamente. Ho vissuto quattro anni da sola in una casa nelle campagne di Herentals, il paese di Van Aert. Mi passavano a prendere solo per le gare e lassù l’inverno è difficile lontano dalle corse. Tornavo a casa con una frequenza irregolare. Solo 2-3 giorni ogni due o tre settimane. Spesso ero l’unica italiana in corsa. Ho saputo adattarmi, ma iniziava a mancarmi la famiglia.

Nel ciclocross sei stata l’unica italiana a vincere nel Superprestige. Su strada vuoi ripetere lo stesso percorso?

Diciamo che l’intenzione è quella, anche se è passato del tempo e quest’anno compirò trent’anni (il 19 novembre, ndr). Nel ciclocross sono voluta andare in Belgio per crescere ancora e sono riuscita nel mio intento. Fare altrettanto su strada è difficile, ma ci sto lavorando. Vorrei avere più coraggio. Dovrei osare di più rispetto a quello che potevo fare già nel 2023, perché non ero sicura delle mie potenzialità. Vorrei fare un salto in più, visto che oltretutto sia per me che per la Ceratizit sarà il primo anno nel WorldTour.

Avete già stilato il tuo programma gare?

Indicativamente sì. La mia predisposizione fisica è quella per le gare a tappe, nelle quali ho sempre cercato di fare bene. Inizierò a Maiorca, poi Valenciana e classiche del Nord. Gand, Fiandre e Liegi su tutte. A maggio farò le gare in Spagna. Ai Paesi Baschi dovrei fare classifica come prova generale in vista del Giro d’Italia Women. Al Tour Femmes invece dovrei correre in appoggio alle compagne o giocare le mie carte per le tappe. La seconda parte di stagione la vedremo più avanti.

Come giudichi il percorso del Giro?

Sarà una gara in cui si dovrà centellinare le energie. Già la crono di Brescia non è così semplice come sembra. Bisognerà perdere pochi secondi sia lì che in tutte le tappe prima delle ultime tre. Personalmente il tracciato mi piace, si addice alle mie caratteristiche e alla mia buona capacità di recupero. In compenso non sono per niente veloce e mi sto allenando per colmare questa mia lacuna.

Obiettivo Giro Women. Arzuffi punta a fare classifica sfruttando le sue doti in salita e di recupero (foto Arne Mill)
Obiettivo Giro Women. Arzuffi punta a fare classifica sfruttando le sue doti in salita e di recupero (foto Arne Mill)
Nel ciclocross hai vestito l’azzurro tante volte. Ci fai un pensierino anche su strada?

Certo, perché no?! E’ sempre un onore indossare quella maglia. Nel cross ho il rammarico di non aver mai corso il mondiale al top della forma, su strada mi basterebbe guadagnarmi una convocazione. In realtà però penso che se metterò assieme prestazioni o risultati, la chiamata in nazionale potrebbe essere una conseguenza. Intanto un mio primo obiettivo sarà la Strade Bianche. Vorrei migliorare il piazzamento del 2023 (19° posto, ndr) e restare più a lungo e fino in fondo nel gruppo di testa.

Ceratizit, il WorldTour come coronamento di un percorso

23.12.2023
4 min
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La Ceratizit-WNT è sempre stata considerata una formazione continental “sui generis”. Ce lo hanno ripetuto a più riprese tutte le italiane che corrono o hanno corso con i loro colori. Finalmente, verrebbe da dire, dieci giorni fa il team tedesco ha fatto quell’upgrade che voleva, ricevendo dall’UCI la licenza WorldTour.

A fine 2023 la Ceratizit ha chiuso al decimo posto nel ranking internazionale, prima dei team continental, dopo i podi di categoria nei due anni precedenti e completando una incredibile escalation che solo nel 2018 la vedeva al 34° posto assoluto. Dalle parole di Arianna Fidanza abbiamo voluto capire cosa cambia con l’acquisizione di questo status.

Nel 2023 la Ceratizit ha fatto un calendario quasi da WT, chiudendo al decimo posto del ranking internazionale, prima dei team continental
Nel 2023 la Ceratizit ha fatto un calendario quasi da WT, chiudendo al 10° posto del ranking internazionale

I ringraziamenti di Baldinger

«Vorrei ringraziare tutta la squadra e lo staff – ha dichiarato a caldo Dirk Baldinger, capo dei diesse della Ceratizit-WNT – per il loro duro lavoro, così come ringrazio tutti gli sponsor che hanno creduto nel nostro progetto negli ultimi dieci anni. Eravamo tutti motivati per raggiungere questo obiettivo e siamo felici di averlo centrato grazie ad undici vittorie con sei atlete diverse».

La notizia in ritiro

Dall’8 al 20 dicembre il neo-team WorldTour ha svolto il ritiro a Calpe. Non solo allenamenti e prove di materiali, ma anche attenzione sugli aspetti societari. Arianna Fidanza sa che la sua è una squadra-azienda, per effetto dello sponsor principale.

«Quando è stata fatta la richiesta – racconta la bergamasca che compirà 29 anni il prossimo 6 gennaio – eravamo abbastanza sicuri di passare nel WorldTour, però finché non arriva la conferma mai dire mai. Poi il 12 dicembre quando siamo rientrati dall’allenamento, i nostri dirigenti ci hanno comunicato che avevamo ottenuto la licenza. Nonostante ce lo aspettassimo, ci sono stati davvero tanta soddisfazione, orgoglio e gioia. E’ stato più che comprensibile, per la società è stato il coronamento di un percorso iniziato anni fa. Alla sera siamo andati tutti assieme in un locale a fare un piccolo festeggiamento perché comunque il giorno dopo ci aspettava un’altra seduta di allenamenti».

Inizio escalation. L’allora WNT Rotor (con Magnaldi e Vieceli) vince la classifica a squadre del Giro Donne 2019 (foto facebook)
Inizio escalation. L’allora WNT Rotor (con Magnaldi e Vieceli) vince la classifica a squadre del Giro Donne 2019 (foto facebook)

Pochi cambiamenti

Il suo contributo Arianna Fidanza l’ha dato eccome alla sua Ceratizit. A fine gennaio al debutto ad Almeria le aveva regalato la prima delle undici vittorie stagionali, aiutando poi le compagne in più occasioni, compresa la sorella Martina nel successo di Mouscron. Ma l’anno prossimo cosa potrebbe esserci di nuovo?

«Fondamentalmente per noi cambia poco – prosegue – perché già quest’anno abbiamo fatto praticamente un calendario WorldTour. La Ceratizit nel 2022 aveva chiuso al terzo posto del ranking continental, ma la Plantura-Pura era diventata WorldTour (poi con la denominazione Fenix-Deceuninck, ndr) e la Valcar si era trasformata nel devo team della UAE Team ADQ. Quindi in virtù dei punti ottenuti e a queste nuove licenze, la squadra ha potuto usufruire degli inviti praticamente obbligatori nelle corse più importanti, come classiche e giri a tappe.

Arianna Fidanza apre il 2023 vincendo ad Almeria. Era il primo degli undici successi conquistati dalla Ceratizit
Arianna Fidanza apre il 2023 vincendo ad Almeria. Era il primo degli undici successi conquistati dalla Ceratizit

«A livello organizzativo – spiega Arianna, che torna nel WT dopo il biennio nella Jayco – la nostra squadra era già estremamente preparata. Lo status sulla maglia indicava “continental”, ma eravamo un team WorldTour in tutto e per tutto. Non ci è mai mancato nulla. Quella sarà l’unica vera differenza,. Per il resto abbiamo sempre affrontato le corse con una mentalità da squadra di categoria superiore, pur consapevoli dei nostri mezzi e della concorrenza. Il 2024 è veramente dietro l’angolo. Non andremo in Australia per il DownUnder e faremo un nuovo ritiro a Calpe a gennaio per iniziare la stagione in Europa. Tra i vari obiettivi credo proprio che ci sarà quella di continuare a crescere e consolidarsi nelle prime dieci posizioni del ranking».

Baldinger, tedesco di Bergamo alla guida della Ceratizit

05.04.2023
6 min
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L’organizzazione di un’azienda abbinata allo spirito di una famiglia. La Ceratizit-WNT è una multinazionale del ciclismo che gode di un pizzico di italianità. Non è dovuto solo per una nutrita presenza azzurra tra roster e staff, ma grazie al diesse Dirk Baldinger.

Il tecnico tedesco ha nel cuore l’Italia, anzi la zona di Bergamo, da metà degli anni ’90. Merito del passaggio nei pro’ col Team Polti nel quale è rimasto per tre stagioni, lavorando al Giro ’96 per i sei giorni in maglia rosa di Rebellin. In quel periodo Baldinger ha stretto forti amicizie che durano tuttora e che lo mantengono in allenamento con la nostra lingua. Tanto che fare una chiacchierata con lui sulle strategie attuali e future della sua squadra diventa decisamente più semplice.

Dirk come sono andate le classiche di questo periodo?

Non sono andate male, considerando che sono sempre veloci e nervose. In alcune abbiamo ottenuto buone top ten, però è difficile fare di più quando c’è uno squadrone come la SD-Worx. Attualmente sono troppo forti e nessuno può batterle. Anzi, si fa fatica a stare alla loro ruota (sorride, ndr).

Prossimi impegni?

Oggi corriamo Scheldeprijs sperando e cercando di fare risultato. Poi correremo Roubaix, Mouscron, Amstel e Freccia Vallone. Saltiamo la Liegi perché abbiamo avuto alcune atlete che sono state malate o coinvolte in incidenti. Per fortuna nulla di grave, ma il loro corpo deve recuperare bene e stare tranquillo altrimenti è controproducente.

La 21enne francese Cèdrine Kerbaol domina il Tour de Normandie vincendo una tappa e la generale
La 21enne francese Cèdrine Kerbaol domina il Tour de Normandie vincendo una tappa e la generale
Nel complesso questo vostro inizio di stagione vi ha già regalato soddisfazioni, giusto?

Assolutamente sì, abbiamo cominciato molto bene con tre successi totali. Alla prima gara in Europa, ad Almeria, abbiamo vinto con Arianna Fidanza e la spagnola Alonso quinta. A metà marzo al Tour de Normandie la giovane francese Kerbaol ha conquistato una tappa e la classifica generale. Lassù in Francia la lussemburghese Berton, altra nostra giovanissima, ha vinto la classifica dei Gpm e noi abbiamo vinto la classifica dei team. Naturalmente siamo contenti perché c’erano quattro formazioni WorldTour e una concorrenza molto alta.

In effetti siete una continental sui generis. Che tipo di formazione siete?

Considerando il nostro status e le classifiche alla mano dell’anno passato, siamo la migliore continental. Pensate che abbiamo 16 ragazze in rappresentanza di 10 nazioni. Vogliamo essere internazionali come è la stessa azienda Ceratizit. Ad oggi non abbiamo una vera e propria leader, però abbiamo atlete forti con cui possiamo inserirci negli ordini d’arrivo più importanti. Siamo una squadra giovane che deve crescere ancora e cercare di fare punti.

Arianna Fidanza apre il 2023 vincendo ad Almeria
Arianna Fidanza apre il 2023 vincendo ad Almeria
Punti che vi possano portare al salto di categoria?

Esatto, nel 2024 ci sarà la riassegnazione delle licenze. Ci sarà grande battaglia con le altre squadre per le prossime stagioni. L’anno prossimo vogliamo diventare WorldTour. Abbiamo tutto in regola per farlo. Già a fine 2022 avevamo fatto richiesta della licenza, ma per pochissimi punti non siamo riusciti ad ottenerla. Quest’anno per noi sarà importante. Puntiamo a fare più risultati possibile e alla fine faremo un conto.

Tutte le vostre ragazze italiane ci hanno sempre parlato bene della Ceratizit. C’è un segreto?

Non saprei (sorride, ndr), ma mi fa molto piacere che abbiano detto questo. Forse ci consideriamo come una famiglia. Penso alla mia, in cui mio padre mi aiutava quando correvo. Ma penso anche al fatto che la nostra azienda è veramente appassionata di ciclismo. Lo si capisce perché dà il nome anche a tante gare. Per noi Ceratizit non è solo lo sponsor principale, ma un gruppo di persone che ci segue molto da vicino. Loro sono contenti, credono in noi e amano il confronto dandoci alcuni consigli. Diciamo che ho cercato di ricreare quel clima che ho vissuto da voi in Italia.

Baldinger ha sfruttato i contatti con Giovanni Fidanza per prendere prima Martina e poi Arianna
Baldinger ha sfruttato i contatti con Giovanni Fidanza per prendere prima Martina e poi Arianna
Raccontaci pure il Dirk Baldinger italiano.

Nel ’94 ho finito la stagione da stagista col Team Polti e sono passato pro’ con loro l’anno successivo. Era una grande squadra, ma soprattutto una grande famiglia, davvero. Ho vissuto a Bergamo per due anni e mi sono sempre trovato benissimo. Quando posso ci ritorno. Ho corso con grandi campioni come Bugno, Rebellin, Gualdi, Abdoujaparov, Quaranta, Lombardi, Leblanc e tanti altri personaggi. Ancora adesso mi sento spesso con Gianluigi Stanga, il nostro vecchio diesse. Non solo, seguo la Colpack-Ballan del mio ex compagno Gianluca Valoti e prendo qualche spunto da loro.

E poi c’è un altra persona che conosci bene…

Sì, il “Fido”, siamo buoni amici (sorride mentre si riferisce a Giovanni Fidanza, suo ex compagno e attuale team manager della Isolmant, ndr). Siccome guardo spesso in Italia per le atlete più interessanti, un giorno l’ho chiamato e gli ho chiesto informazioni sulle sue figlie. Sono contento ora di averle entrambe, perché sono molto forti e stanno migliorando sempre di più. L’anno scorso è arrivata Martina, quest’anno Arianna. Martina è una top rider in pista, ma presto lo sarà su strada. Arianna ha ormai una buona esperienza e può essere quella leader di cui parlavo prima in alcune gare del Nord.

Per Baldinger, Arzuffi può fare bene in classifica generale al Tour Femmes
Per Baldinger, Arzuffi può fare bene in classifica generale al Tour Femmes
Del resto della pattuglia azzurra cosa ci dici?

Abbiamo sempre avuto ragazze che hanno fatto benissimo da noi. Vieceli, Magnaldi e Confalonieri non si sono mai risparmiate e le ringrazio. Adesso ci sono altre italiane sulle quali contiamo molto. Alice (Arzuffi, ndr) deve rilanciarsi. E’ una ragazza che ha sempre aiutato tanto le sue compagne ma so che può fare di più per sé. Alla Strade Bianche ha disputato una grande prova ed è stata la migliore italiana. Stiamo lavorando perché vorrei che provasse a fare classifica al Tour Femmes. Secondo me può fare bene, ma al limite potrà puntare anche alle tappe. Infine una considerazione su Camilla (Alessio, ndr). E’ giovane ma vogliamo che recuperi bene col suo problema di salute. La aspettiamo, intanto è rimasta a collaborare con noi.