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In che modo il ranking UCI cambierà il mercato?

05.08.2022
4 min
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Come si sta muovendo dunque il mercato? Ne parliamo con Alex Carera, procuratore tra i più esperti. Solo ieri abbiamo proposto una carrellata dei maggiori nomi che hanno cambiato casacca, la stanno cambiando o se la terranno stretta.

Ma noi vorremmo analizzarlo meglio nel suo insieme. Cosa emerge da questo primo scorcio di ciclomercato? La classifica UCI con la salvezza/retrocessione delle squadre ha inciso in qualche modo su questi movimenti? 

Carera 2021
Alex Carera è uno dei procuratori più esperti
Carera 2021
Alex Carera è uno dei procuratori più esperti

L’incertezza della retrocessione

C’è davvero o no questa caccia ai velocisti in questo mercato estivo? Di base sembrano essere loro che portano più punti. Ma Carera è subito molto chiaro.

«La situazione – dice Alex – è semplice: la novità è che la classifica UCI per i team ha dato un’impronta a questo mercato. Ci sono dei team, anche grandi squadre, che rischiano di perdere la licenza WorldTour. Se al termine della stagione si arriva al 19° posto, si perde la licenza, ma per un’altra stagione si ha il diritto di partecipare alle corse più importanti. Se invece si arriva ventesimi si perde sia la licenza, sia questo diritto. Israel-Premier Tech e Lotto-Soudal, per ora, sono le ultime due.

«E il problema qual è? Che i contratti stipulati rischiano di essere nulli. Mi spiego. Quando tu firmi un contratto e assicuri a quell’atleta un contratto (e un calendario, ndr) da WorldTour e poi non lo fai questo può decadere.

«In questo modo le squadre a rischio, per un anno almeno, fanno fatica a prendere corridori buoni. Quelli di seconda fascia okay, ma quelli di prima non li prendi. Quei corridori non vengono da te rischiando di non poter fare certe corse, di non avere sicurezze in generale».

Tim Merlier, trionfa alla Bredene Koksijde Classic: il belga è passato dalla Alpecin alla Quick Step
Tim Merlier, trionfa alla Bredene Koksijde Classic: il belga è passato dalla Alpecin alla Quick Step

Caccia ai velocisti?

Noi stessi, stando anche a quel che ci dissero lo scorso anno alcuni team manager, abbiamo pensato ad una vera caccia ai velocisti. Gli sprinter, vincendo di più, o comunque anche piazzandosi di più nelle prime posizioni, tendono a portare un maggior numero di punti. Di conseguenza sono i più gettonati.

Ma anche in questo Alex Carera, aggiusta il tiro. «L’idea dei velocisti e di chi più vince e porta punti è anche giusta – spiega Alex – ma è sbagliata l’attribuzione dei punti. Non può essere che l’Arkea-Samsic a maggio abbia raccolto più punti con delle gare minori di quanto non abbia fatto la Trek-Segafredo in tutto il Giro d’Italia. O che una vittoria in una tappa del Tour valga come un settimo posto a San Sebastian (ottavo se rapportato al Giro, ndr).

«Detto ciò, io non vedo una caccia ai velocisti. Avere il velocista non è garanzia di punti. I punti, così dicono le statistiche, li portano i corridori completi. I corridori alla Lorenzo Rota per intenderci».

La caccia al velocista ha senso se si è un team francese, belga o olandese. Perché? Perché lassù ci sono molte corse veloci, piatte anche per conformazione territoriale, molte 1.1 che assegnano tanti punti.

«Loro sì che cercano il velocista. E infatti se si va a vedere la classifica delle professional degli ultimi anni, è stata vinta (andando a ritroso) da: Alpecin-Deceuninck, Intermarché Wanty Gobert due volte e TotalEnergies. Ma nel calendario italiano quante ce ne sono di corse così? Ben poche».

Il “dream team” continental della Groupama-FDJ… Per Carera, Madiot non poteva perdere i suoi gioielli
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E sulla Groupama-FDJ…

Altro aspetto che ci ha colpito di questo mercato e che commentiamo con Alex è il passaggio multiplo dei ragazzi della Groupama-FDJ dalla continental alla WorldTour. E’ questo il futuro?

«Sì, ho visto – commenta Carera – ne hanno fatti passare otto. Per me è un’eccezione. Perché avevano la miglior squadra continental del mondo. Si è visto dai risultati al Giro U23, al Valle d’Aosta e si vedrà all’Avenir (anche se si correrà per nazioni, i suoi corridori brilleranno, ndr). Avevano i migliori atleti. Hanno fatto un ottimo lavoro di reclutamento e proprio per questo non potevano permettersi di perderli. Quando gli ricapita un team con quelle qualità?».

«Se poi mi chiedete se le continental sono il futuro, io dico sì. Non tanto perché creano dei bacini di giovani, ma perché consentono uno scambio di atleti e un calendario più fresco. Di fatto una squadra non ha 30 corridori, ma ne ha 45».

Ancora su punti e squadre. Con Guercilena guardiamo avanti

13.06.2022
4 min
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Dopo aver parlato con Brent Copeland della situazione della classifica a squadre, dei punteggi e del calendario, riprendiamo il discorso con Luca Guercilena, team manager della Trek-Segafredo e uno dei più rappresentativi per i team.

Se con Copeland abbiamo fatto una “foto” della situazione, con Guercilena cerchiamo di andare oltre e di capire come potrebbe evolvere tutto ciò. 

Di certo, questo è un argomento molto caro al dirigente milanese. Lui stesso, rispondendo ad un dato statistico (quello appena sotto) che evidenziava come altri team non presenti al Giro avessero fatto man bassa di punti, aveva twittato: “Qualcosa di cui discutere. Questo potrebbe spingere le squadre a spostare il miglior roster in gare più piccole, per guadagnare punti ed evitare la retrocessione che significa uccidere la squadra”.

Il grafico mostra i punti raccolti al Giro (rosa) e quelli nelle altre corse (azzurro), proprio nel periodo del Giro (fonte @eltiodeldato)
Il grafico mostra i punti raccolti al Giro (rosa) e quelli nelle altre corse (azzurro), proprio nel periodo del Giro (fonte @eltiodeldato)
Luca, anche con te partiamo dal discorso dell’assegnazione dei punti. Negli stessi giorni, c’è chi ne ha fatti di più non correndo al Giro pur vincendo tappe nella corsa rosa…

Il discorso dei punti è un paradosso, perché al Giro d’Italia c’erano squadre che non avevano deciso di partecipare (le WorldTour hanno l’obbligo di partecipazione, ndr) e sono andate a raccogliere più punti in altre corse. Corse di livello più basso, molto più basso, rispetto al Giro. Dobbiamo metterci a rivedere queste cose.

Come?

Non deve esserci una diaspora sui grandi obiettivi: questo deve essere centrale. In questo modo è più semplice vincere da un’altra parte. Ed è un dato abbastanza lampante.

Copeland ci ha detto che dovreste riunirvi, ma non si sa quando…

L’UCI, i team e le associazioni di solito si riuniscono prima dei grandi appuntamenti, dei grandi Giri, quindi posso ipotizzare prima del Tour. Però è un argomento cruciale e anche gli organizzatori staranno attenti. Anche loro rischiano.

E dal grafico sopra, si evince come TotalEnergies e Arkea-Samsic abbiano fatto più punti di molti team presenti al Giro
E dal grafico sopra, si evince come TotalEnergies e Arkea-Samsic abbiano fatto più punti di molti team presenti al Giro
Voi avete due sistemi di classificazione: i punti dei corridori e il rolling system. Il primo è più chiaro (i punti raccolti dai primi dieci corridori di ogni team portano punti alla squadra); il secondo invece lo è di meno…

Sostanzialmente il rolling sistem è la classifica individuale che si basa su due stagioni. Di conseguenza si accumulano e si perdono punti in base ai risultati. Faccio un esempio: se un anno vinci il Laigueglia e prendi 100 punti, l’anno dopo se non lo vinci te li tolgono. Servono per mitigare gli exploit in senso positivo e negativo degli atleti e rendere la classifica più stabile. E’ un sistema simile a quello del tennis per intenderci.

Quindi questo non incide con la classifica dei team. Ma quale può essere la soluzione tornando al ranking per i team?

Il discorso è molto complesso. E bisogna vedere cosa succederà tra qualche mese. Chi resta e chi no: valuteremo anche come reagiranno gli sponsor a questo sistema. I team sono basati solo sulle entrate degli sponsor. Un sistema che sportivamente è anche concepibile: i più forti vanno avanti. Il problema però è che qui si va a dare lo status di “seconda divisione” (professional, ndr) a squadre che corrono anche in “prima divisione” (WorldTour, ndr). Non fanno due campionati diversi. In questo modo rischi che i tuoi sponsor se ne vanno. E’ spesso è scritto anche nei contratti. 

Se non faccio il WorldTour, me ne vado: questa è la sintesi…

Il rischio reale è quello di vedere scomparire delle squadre. Poi è anche vero che il primo che retrocede per una stagione resta nel circuito WorldTour come wildcard. Ma se poi scivoli in classifica rischi di passare agli inviti (come le professional, Alpecin-Fenix e Arkea-Samsic a parte, ndr) nel corso della stagione.

De Lie tra maggio e la prima settimana di giugno ha racimolato circa 500 punti e la sua Lotto ancora di più con Gilbert e Vermeersch
De Lie tra maggio e la prima settimana di giugno ha racimolato circa 500 punti e la sua Lotto ancora di più con Gilbert e Vermeersch
Hai parlato di “prima e seconda divisione”. E’ abbastanza strano fare una classifica unica, con due status diversi. 

Esatto, qui la “serie A” e la “serie B” si mischiano. Non solo, ma chi fa la serie B, può decidere quali corse fare, mentre noi WorldTour non possiamo decidere. Anche questo è un paradosso, ma è un regolamento approvato dall’associazione dei team tempo fa.

Per le soluzioni, dovremmo attendere questa riunione, ormai è chiaro. Ma prima un’ultima domanda, Luca. Hai sottolineato il fatto che le squadre si reggono solo con gli sponsor. Indirettamente si va a finire sul discorso dei diritti tv come nel calcio. Ci si arriverà mai nel ciclismo?

Per retaggio storico, i diritti televisivi nel ciclismo sono appannaggio degli organizzatori. Possiamo lavorare su altri diritti condivisi, senza toccare i diritti tv, anche perché poi s’innescano altri aspetti legali. Anche questo è un discorso molto complesso.

E quali sono questi “altri diritti”?

Squadre e organizzatori possono andare verso la condivisione di quel che riguarda gli aspetti digitali, ma come sempre ci sono tempistiche lunghe. Si procede gradualmente. Posso dire che un’idea c’è, ma prima che questa passi all’esecuzione ci vuole del tempo.