Team WorldTour: UAE Emirates campione. Gianetti racconta

14.10.2023
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TRENTO – Due anni fa, quando la sua UAE Emirates aveva appena vinto il Tour de France e cominciava a prendere altri corridori importanti, chiedemmo a Mauro Gianetti, alto dirigente di questo team, quale fosse il loro obiettivo. E ci rispose: «Diventare i migliori al mondo».

A distanza di un paio di stagioni eccoci qui: i migliori al mondo sono loro. La UAE Emirates ha vinto la classifica a squadre del WorldTour. E lo ha fatto battendo i rivali “di sempre” nonché i campioni in carica della Jumbo-Visma (per i più curiosi qui c’è la graduatoria redatta dall’UCI).

Con Gianetti riprendiamo quel discorso, nello scenario entusiasmante della presentazione del Giro d’Italia.

Gianetti (a sinistra) Team Principal & CEO della UAE Emirates, con Andrea Agostini, Chief Operating Officer
Gianetti (a sinistra) Team Principal & CEO della UAE Emirates, con Andrea Agostini, Chief Operating Officer
Mauro, ripartiamo da quella tua frase: ce l’avete fatta: siete diventati i numeri uno…

Sì è vero: ce l’abbiamo fatta ed è veramente una bella sensazione. Si tratta di un traguardo importante, di un traguardo voluto non solo da me, ma anche dai nostri sponsor e da tutto il Paese degli Emirati Arabi Uniti. Abbiamo lavorato per costruire questo obiettivo tutti insieme. Chiaramente l’altro grande obiettivo era il Tour de France, non lo abbiamo vinto ma abbiamo comunque messo due corridori sul podio. Siamo stati protagonisti da gennaio a ottobre. Abbiamo interpretato bene la gestione degli atleti in tutte le gare e questo ci ha portato così in alto. Questo è davvero un traguardo importante.

Ecco, hai toccato un tema tecnico importante: avete vinto con tanti corridori. E lo avete fatto nonostante ci sia in squadra un faro catalizzatore, Pogacar, così importante. E’ stato qualcosa di ponderato?

Era proprio quello che volevamo. Abbiamo portato alla vittoria ben 18 corridori su 30 e questo è anche un’altro record a cui teniamo. Siamo una squadra con più corridori diversi che abbiano vinto almeno una gara nell’arco della stessa stagione.

Come si fa?

Fa parte di un processo di sviluppo che abbiamo in mente. Per esempio abbiamo investito e continuiamo ad investire sui giovani, ai quali diamo immediatamente spazio, ma senza mettergli la pressione del risultato. Questa non solo è una soddisfazione, ma credo sia anche uno dei motivi che spinge tanti corridori a voler venire da noi. Vedono che con noi hanno la possibilità di crescere, “malgrado”, ma per fortuna direi, ci sia Tadej Pogacar che potrebbe togliergli spazio.

Il cambio di alcuni materiali ha spinto la UAE a migliorare, sull’onda di quanto fatto in precedenza alla Jumbo. Gianetti ha parlato di sana rivalità
Il cambio di alcuni materiali ha spinto la UAE a migliorare, sull’onda di quanto fatto in precedenza alla Jumbo
L’anno scorso hanno vinto questa classifica i vostri grandi rivali della Jumbo-Visma: questa è la conferma che rivincere è più complicato che vincere?

E’ chiaro che ripetersi è più difficile. La competizione tra le squadre aumenta. Ci sono team come Bora-Hansgrohe, Lidl-Trek… che si sono rafforzate moltissimo. La Ineos Grenadiers magari ha avuto una stagione non proprio esaltante, ma ha dei corridori che possono fare di più. Quindi sì: rivincere l’anno prossimo questa classifica sarà difficile quanto averla vinta quest’anno, se non di più. Però attenzione, rimangono obiettivi importanti, come i grandi Giri, a partire dal Tour de France.

Il fatto che lo scorso anno avesse vinto la Jumbo-Visma è stato uno stimolo ulteriore per voi?

Tra noi e la Jumbo c’è una rivalità veramente interessante, molto sana. Una rivalità che spinge le due squadre a dare il massimo, a migliorarsi, a ricercare i dettagli. Quindi ci stimoliamo a vicenda in questa direzione. Sicuramente è stato uno stimolo, come noi lo saremo adesso per loro per l’anno prossimo. Vorranno tornare a vincere, immagino.

Il giorno più duro per Pogacar sul Col de Loze all’ultimo Tour. Soler vicino a Pogacar. Adam Yates invece libero di potersi giocare le sue carte
Il giorno più duro per Pogacar sul Col de Loze all’ultimo Tour. Soler vicino a Pogacar. Adam Yates invece libero di potersi giocare le sue carte
Si pensa che squadroni come la UAE e gli altri di vertice non pensino a certe classifiche. Tuttavia qualche settimana Matxin ci aveva snocciolato un sacco di numeri circa i punteggi elargiti durante la Vuelta: ma quindi si fanno i conti anche in UAE?

I piani e i conti si fanno, si fanno… Quest’anno magari la distanza tra le prime due, quindi noi e la Jumbo, e la terza era veramente abissale e magari abbiamo fatto qualche conto in meno. Nel mezzo invece tutto è più complicato. E si fanno perché poi questa classifica a squadre sta diventando importante… come è giusto che sia. Il ciclismo è uno sport di squadra, poi vince uno solo, ma è la squadra che gli mette a disposizione tutto il necessario per farlo. E finalmente tutto ciò viene riconosciuto. Questa classifica non è più solo l’elenco delle migliori 18 squadre che possono restare nel WorldTour. Il fatto di essere la prima, di stare sul podio o tra le prime dieci diventa un punto di prestigio e importante leva da presentare poi agli sponsor.

Organizzerete una festa per questo risultato?

Certamente! Una grande festa negli Emirati, perché per loro era un obiettivo. Il sogno si è realizzato: siamo la prima squadra al mondo in uno sport importante come il ciclismo. E’ un fatto eccezionale e lo vogliono festeggiare.

A proposito di gestione dei corridori. Ci ha colpito non poco la fermezza con cui avete gestito alcuni atleti sui loro programmi, anche magari di fronte a qualche emergenza. Pensiamo ad Ayuso, ma anche ad Almeida che sarebbe stata un’eccellente spalla per Pogacar al Tour. Invece lui era designato leader al Giro e ha corso solo in funzione di quello. Come mai?

Perché questa è una nostra filosofia di squadra. Come ho detto prima, vogliamo che i nostri corridori abbiano il loro spazio. Voi avete parlato di Almeida, io dico Adam Yates, per esempio. E’ andato al Tour, ha lavorato per Tadej, ma è finito comunque sul podio. Ha avuto il suo spazio sia in Francia che in altre gare della stagione, come al Romandia o al Catalogna, anche se poi lì è caduto. Non c’è solo Pogacar, la squadra è la squadra.

La UAE Emirates ha vinto il WT con 30170,18 punti, alle sue spalle la Jumbo-Visma (29177,45) e la Soudal-Quick Step (18529,85)
La UAE Emirates ha vinto il WT con 30170,18 punti, alle sue spalle la Jumbo-Visma (29177,45) e la Soudal-Quick Step (18529,85)
Chiaro…

Lo stesso lo abbiamo fatto con Ayuso alla Vuelta. Non abbiamo cambiato i programmi, Juan sapeva dall’inizio dell’anno che alla Vuelta sarebbe stato leader e avrebbe avuto tutto il supporto necessario. E così è stato.

Potete fare questa programmazione perché anche in caso di qualche defezione, sapete di avere tanti atleti super validi. Una panchina lunga parafrasando il calcio…

Sì, però alla fine devi anche avere il coraggio di portala avanti questa idea e di prenderti il rischio di mettergli a disposizione gli altri compagni. Non è così scontato.

Domanda finale un po’ estemporanea, ma che si sposa bene nel luogo in cui siamo. Quando vedremo Pogacar al Giro? I tifosi lo aspettano…

E’ un po’ presto per dirlo. Vediamo prima le presentazioni, anche quella del Tour e poi a dicembre a bocce ferme decideremo se sarà l’anno prossimo o fra qualche stagione. E’ scontato dirlo, ma per noi l’obiettivo principale rimane il Tour.

In che modo il ranking UCI cambierà il mercato?

05.08.2022
4 min
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Come si sta muovendo dunque il mercato? Ne parliamo con Alex Carera, procuratore tra i più esperti. Solo ieri abbiamo proposto una carrellata dei maggiori nomi che hanno cambiato casacca, la stanno cambiando o se la terranno stretta.

Ma noi vorremmo analizzarlo meglio nel suo insieme. Cosa emerge da questo primo scorcio di ciclomercato? La classifica UCI con la salvezza/retrocessione delle squadre ha inciso in qualche modo su questi movimenti? 

Carera 2021
Alex Carera è uno dei procuratori più esperti
Carera 2021
Alex Carera è uno dei procuratori più esperti

L’incertezza della retrocessione

C’è davvero o no questa caccia ai velocisti in questo mercato estivo? Di base sembrano essere loro che portano più punti. Ma Carera è subito molto chiaro.

«La situazione – dice Alex – è semplice: la novità è che la classifica UCI per i team ha dato un’impronta a questo mercato. Ci sono dei team, anche grandi squadre, che rischiano di perdere la licenza WorldTour. Se al termine della stagione si arriva al 19° posto, si perde la licenza, ma per un’altra stagione si ha il diritto di partecipare alle corse più importanti. Se invece si arriva ventesimi si perde sia la licenza, sia questo diritto. Israel-Premier Tech e Lotto-Soudal, per ora, sono le ultime due.

«E il problema qual è? Che i contratti stipulati rischiano di essere nulli. Mi spiego. Quando tu firmi un contratto e assicuri a quell’atleta un contratto (e un calendario, ndr) da WorldTour e poi non lo fai questo può decadere.

«In questo modo le squadre a rischio, per un anno almeno, fanno fatica a prendere corridori buoni. Quelli di seconda fascia okay, ma quelli di prima non li prendi. Quei corridori non vengono da te rischiando di non poter fare certe corse, di non avere sicurezze in generale».

Tim Merlier, trionfa alla Bredene Koksijde Classic: il belga è passato dalla Alpecin alla Quick Step
Tim Merlier, trionfa alla Bredene Koksijde Classic: il belga è passato dalla Alpecin alla Quick Step

Caccia ai velocisti?

Noi stessi, stando anche a quel che ci dissero lo scorso anno alcuni team manager, abbiamo pensato ad una vera caccia ai velocisti. Gli sprinter, vincendo di più, o comunque anche piazzandosi di più nelle prime posizioni, tendono a portare un maggior numero di punti. Di conseguenza sono i più gettonati.

Ma anche in questo Alex Carera, aggiusta il tiro. «L’idea dei velocisti e di chi più vince e porta punti è anche giusta – spiega Alex – ma è sbagliata l’attribuzione dei punti. Non può essere che l’Arkea-Samsic a maggio abbia raccolto più punti con delle gare minori di quanto non abbia fatto la Trek-Segafredo in tutto il Giro d’Italia. O che una vittoria in una tappa del Tour valga come un settimo posto a San Sebastian (ottavo se rapportato al Giro, ndr).

«Detto ciò, io non vedo una caccia ai velocisti. Avere il velocista non è garanzia di punti. I punti, così dicono le statistiche, li portano i corridori completi. I corridori alla Lorenzo Rota per intenderci».

La caccia al velocista ha senso se si è un team francese, belga o olandese. Perché? Perché lassù ci sono molte corse veloci, piatte anche per conformazione territoriale, molte 1.1 che assegnano tanti punti.

«Loro sì che cercano il velocista. E infatti se si va a vedere la classifica delle professional degli ultimi anni, è stata vinta (andando a ritroso) da: Alpecin-Deceuninck, Intermarché Wanty Gobert due volte e TotalEnergies. Ma nel calendario italiano quante ce ne sono di corse così? Ben poche».

Il “dream team” continental della Groupama-FDJ… Per Carera, Madiot non poteva perdere i suoi gioielli
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E sulla Groupama-FDJ…

Altro aspetto che ci ha colpito di questo mercato e che commentiamo con Alex è il passaggio multiplo dei ragazzi della Groupama-FDJ dalla continental alla WorldTour. E’ questo il futuro?

«Sì, ho visto – commenta Carera – ne hanno fatti passare otto. Per me è un’eccezione. Perché avevano la miglior squadra continental del mondo. Si è visto dai risultati al Giro U23, al Valle d’Aosta e si vedrà all’Avenir (anche se si correrà per nazioni, i suoi corridori brilleranno, ndr). Avevano i migliori atleti. Hanno fatto un ottimo lavoro di reclutamento e proprio per questo non potevano permettersi di perderli. Quando gli ricapita un team con quelle qualità?».

«Se poi mi chiedete se le continental sono il futuro, io dico sì. Non tanto perché creano dei bacini di giovani, ma perché consentono uno scambio di atleti e un calendario più fresco. Di fatto una squadra non ha 30 corridori, ma ne ha 45».

Ancora su punti e squadre. Con Guercilena guardiamo avanti

13.06.2022
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Dopo aver parlato con Brent Copeland della situazione della classifica a squadre, dei punteggi e del calendario, riprendiamo il discorso con Luca Guercilena, team manager della Trek-Segafredo e uno dei più rappresentativi per i team.

Se con Copeland abbiamo fatto una “foto” della situazione, con Guercilena cerchiamo di andare oltre e di capire come potrebbe evolvere tutto ciò. 

Di certo, questo è un argomento molto caro al dirigente milanese. Lui stesso, rispondendo ad un dato statistico (quello appena sotto) che evidenziava come altri team non presenti al Giro avessero fatto man bassa di punti, aveva twittato: “Qualcosa di cui discutere. Questo potrebbe spingere le squadre a spostare il miglior roster in gare più piccole, per guadagnare punti ed evitare la retrocessione che significa uccidere la squadra”.

Il grafico mostra i punti raccolti al Giro (rosa) e quelli nelle altre corse (azzurro), proprio nel periodo del Giro (fonte @eltiodeldato)
Il grafico mostra i punti raccolti al Giro (rosa) e quelli nelle altre corse (azzurro), proprio nel periodo del Giro (fonte @eltiodeldato)
Luca, anche con te partiamo dal discorso dell’assegnazione dei punti. Negli stessi giorni, c’è chi ne ha fatti di più non correndo al Giro pur vincendo tappe nella corsa rosa…

Il discorso dei punti è un paradosso, perché al Giro d’Italia c’erano squadre che non avevano deciso di partecipare (le WorldTour hanno l’obbligo di partecipazione, ndr) e sono andate a raccogliere più punti in altre corse. Corse di livello più basso, molto più basso, rispetto al Giro. Dobbiamo metterci a rivedere queste cose.

Come?

Non deve esserci una diaspora sui grandi obiettivi: questo deve essere centrale. In questo modo è più semplice vincere da un’altra parte. Ed è un dato abbastanza lampante.

Copeland ci ha detto che dovreste riunirvi, ma non si sa quando…

L’UCI, i team e le associazioni di solito si riuniscono prima dei grandi appuntamenti, dei grandi Giri, quindi posso ipotizzare prima del Tour. Però è un argomento cruciale e anche gli organizzatori staranno attenti. Anche loro rischiano.

E dal grafico sopra, si evince come TotalEnergies e Arkea-Samsic abbiano fatto più punti di molti team presenti al Giro
E dal grafico sopra, si evince come TotalEnergies e Arkea-Samsic abbiano fatto più punti di molti team presenti al Giro
Voi avete due sistemi di classificazione: i punti dei corridori e il rolling system. Il primo è più chiaro (i punti raccolti dai primi dieci corridori di ogni team portano punti alla squadra); il secondo invece lo è di meno…

Sostanzialmente il rolling sistem è la classifica individuale che si basa su due stagioni. Di conseguenza si accumulano e si perdono punti in base ai risultati. Faccio un esempio: se un anno vinci il Laigueglia e prendi 100 punti, l’anno dopo se non lo vinci te li tolgono. Servono per mitigare gli exploit in senso positivo e negativo degli atleti e rendere la classifica più stabile. E’ un sistema simile a quello del tennis per intenderci.

Quindi questo non incide con la classifica dei team. Ma quale può essere la soluzione tornando al ranking per i team?

Il discorso è molto complesso. E bisogna vedere cosa succederà tra qualche mese. Chi resta e chi no: valuteremo anche come reagiranno gli sponsor a questo sistema. I team sono basati solo sulle entrate degli sponsor. Un sistema che sportivamente è anche concepibile: i più forti vanno avanti. Il problema però è che qui si va a dare lo status di “seconda divisione” (professional, ndr) a squadre che corrono anche in “prima divisione” (WorldTour, ndr). Non fanno due campionati diversi. In questo modo rischi che i tuoi sponsor se ne vanno. E’ spesso è scritto anche nei contratti. 

Se non faccio il WorldTour, me ne vado: questa è la sintesi…

Il rischio reale è quello di vedere scomparire delle squadre. Poi è anche vero che il primo che retrocede per una stagione resta nel circuito WorldTour come wildcard. Ma se poi scivoli in classifica rischi di passare agli inviti (come le professional, Alpecin-Fenix e Arkea-Samsic a parte, ndr) nel corso della stagione.

De Lie tra maggio e la prima settimana di giugno ha racimolato circa 500 punti e la sua Lotto ancora di più con Gilbert e Vermeersch
De Lie tra maggio e la prima settimana di giugno ha racimolato circa 500 punti e la sua Lotto ancora di più con Gilbert e Vermeersch
Hai parlato di “prima e seconda divisione”. E’ abbastanza strano fare una classifica unica, con due status diversi. 

Esatto, qui la “serie A” e la “serie B” si mischiano. Non solo, ma chi fa la serie B, può decidere quali corse fare, mentre noi WorldTour non possiamo decidere. Anche questo è un paradosso, ma è un regolamento approvato dall’associazione dei team tempo fa.

Per le soluzioni, dovremmo attendere questa riunione, ormai è chiaro. Ma prima un’ultima domanda, Luca. Hai sottolineato il fatto che le squadre si reggono solo con gli sponsor. Indirettamente si va a finire sul discorso dei diritti tv come nel calcio. Ci si arriverà mai nel ciclismo?

Per retaggio storico, i diritti televisivi nel ciclismo sono appannaggio degli organizzatori. Possiamo lavorare su altri diritti condivisi, senza toccare i diritti tv, anche perché poi s’innescano altri aspetti legali. Anche questo è un discorso molto complesso.

E quali sono questi “altri diritti”?

Squadre e organizzatori possono andare verso la condivisione di quel che riguarda gli aspetti digitali, ma come sempre ci sono tempistiche lunghe. Si procede gradualmente. Posso dire che un’idea c’è, ma prima che questa passi all’esecuzione ci vuole del tempo.