Il Giro nel cratere e la (lenta) rinascita delle Terre Mutate

25.01.2025
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Il Giro d’Italia vivrà nuovamente fra le montagne e i paesi del Centro Italia, colpiti duramente dal terremoto del 2016. Accadrà il 17 maggio, nell’ottava tappa che da Giulianova porterà il gruppo a Castelraimondo, attraversando Ascoli Piceno, le contrade dei Sibillini, scalando il Sassotetto, scendendo per Bolognola, Serravalle del Chienti e poi Montelago, Matelica e l’arrivo.

L’ultima volta che una corsa passò da quelle parti fu con la Tirreno-Adriatico dello scorso anno, quando Jonathan Milan vinse la tappa di Giulianova, che era partita da Arrone e aveva attraversato parte degli stessi territori. Davanti a una situazione pressoché immutata, un altro friulano del gruppo – Alessandro De Marchi, che ci era già passato in maglia rosa al Giro del 2021 – si disse stupito e amareggiato.

Il Senatore Castelli, classe 1965, è il Commissario straordinario per la ricostruzione nel Centro Italia
Il Senatore Castelli, classe 1965, è il Commissario straordinario per la ricostruzione nel Centro Italia

Il messaggio del Commissario

L’ultimo anno ha fatto registrare unaccelerazione nella ricostruzione. E la speranza che il passaggio del Giro possa aiutare nel tenere accesa la luce si legge anche in un post su Facebook del Senatore Guido Castelli: 59 anni, Commissario straordinario alla ricostruzione post sisma e ciclista praticante.

«Da appassionato di ruote fine – scrive – sono felice che l’Appennino Centrale torni a vestirsi di rosa anche in questo 2025. Era una notizia attesa da tanti appassionati e adesso c’è la certezza: anche quest’anno il Giro d’Italia farà tappa nei nostri territori per la tappa numero otto del prossimo 17 maggio. La frazione Giulianova-Castelraimondo partirà dall’Abruzzo e, dopo essersi lasciata alle spalle il teramano, toccherà le province di Ascoli Piceno e di Macerata (…). La nostra rinascita e questo evento hanno molto in comune: tanta salita e fatica, con la voglia di non mollare mai e di aggredire i tornanti che portano fin sulla cima».

Le terre dimenticate

Può davvero il ciclismo riportare interesse su quelle aree ancora ferite a distanza di nove anni? In che modo il Giro d’Italia può diventare il traino per il cicloturismo? Ci siamo rivolti direttamente a Castelli, per avere la sua opinione di uomo politico e di appassionato di ciclismo. Prima di approdare al Senato, Castelli è stato sindaco di Ascoli Piceno e poi Assessore della Regione Marche.

«Il Giro che torna – dice – non è un episodio occasionale, in realtà l’abbiamo studiata con Renzo Marinelli, un mio ex collega del Consiglio Regionale delle Marche, che è proprio di Castelraimondo. L’esperienza della Tirreno-Adriatico ci ha fatto capire quanto il Giro possa far bene anche a questi territori. Con questa tappa completiamo un trittico. Il Giro era già arrivato ad Ascoli, con il traguardo di San Giacomo, e da lì abbiamo investito finanziando il restyling della stazione sciistica. Poi c’è stata tutta la stagione dell’Abruzzo, in altre zone sismiche. Mentre la prossima tappa di Castelraimondo attraverserà tutto il cratere dei Sibillini».

Guido Castelli, il primo da sinistra, con Baroncini e Aru, durante #NoiConVoi2021, pedalata di solidarietà sui Monti Sibillini
Guido Castelli, il primo da sinistra, con Baroncini e Aru, durante #NoiConVoi2021, pedalata di solidarietà sui Monti Sibillini

La natura vince

La montagna è protagonista. Basta sollevare lo sguardo dalle macerie di alcuni paesi fantasma, per rendersi conto della loro maestosità e delle strade e dei sentieri che nacquero per i muli e i trattori, mentre oggi sembrano tracciati per le bici.

«Sono tornato più di una volta su quelle strade – prosegue Castelli – però ammetto di aver dovuto sposare la e-bike, che mi ha consentito di comprendere meglio alcuni aspetti del discorso. Abbiamo ulteriormente investito sulla mobilità dolce, finanziando dei progetti outdoor molto importanti nelle Marche. Abbiamo completato e strutturato dei Cammini, che hanno impegnato qualcosa come 48 milioni di euro nelle quattro regioni interessate. L’idea è proprio quella di partire dai Cammini che sono pensati per chi va a piedi e di renderli praticabili anche per i ciclisti. Uno di questi è sicuramente il Cammino dei Cappuccini, che va da Fossombrone fino ad Ascoli Piceno, che per l’appunto è già pensato nella doppia versione.

«Credo molto dell’escursionismo. Abbiamo finanziato anche il Cammino Francescano della marca da Assisi ad Ascoli. C’è anche il Cammino delle Terre Mutate, che va da Fabriano all’Aquila. Per non parlare del recupero della tratta ferroviaria Spoleto-Norcia, frequentata dai biker in misura abbondante. Lo abbiamo fatto con la Fondazione delle Ferrovie, che cura proprio le ferrovie storiche e sta facendo cose molto importanti».

L’economia che riparte

La bicicletta e il cicloturismo come veicolo per rilanciare l’economia e riportare gente su quelle strade. Se arrivano i turisti, i locali non hanno più la spinta di andarsene e allora forse, di pari passo con la rinascita dei muri, si potrà arrestare l’abbandono.

«C’è una tendenza molto interessante – conferma Castelli – anche verso la professionalizzazione dei tour operator. Sono tanti quelli che propongono in maniera molto significativa dei percorsi con guide, in collaborazione con gli affittacamere. Anche dal punto di vista del fare impresa, registriamo una sempre maggiore attenzione verso chi frequenta questi Cammini. Ci sono aziende sul territorio che si stanno specializzando in questa direzione».

E’ il 28 maggio 2024, Pellizzari è appena tornato a Camerino dal Giro: il centro è ancora deserto
E’ il 28 maggio 2024, Pellizzari è appena tornato a Camerino dal Giro: il centro è ancora deserto

Ricostruzione e censura

Il Giro d’Italia accenderà le luci e forse mostrerà le opere ristrutturate. Fu doloroso (e fastidioso) nel 2021 in cui Gino Mader vinse a San Giacomo rendersi conto che la RAI non avesse mostrato neppure un fotogramma di quei muri devastati. Se ne resero conto i residenti che vissero così un doppio abbandono. Sarà diverso? E come procede la ricostruzione?

«Ci sono diverse velocità  – ammette Castelli – perché i luoghi più distrutti sono quelli che richiedono tempi più lunghi. Siamo riusciti a imprimere un cambio di passo che nel 2024 ci ha permesso di liquidare spese per un miliardo e mezzo alle imprese. La mia attenzione, la mia preoccupazione maggiore è su Amatrice, perché effettivamente ha avuto un’area di devastazione enorme. In più il grosso problema iniziale è che ad Amatrice c’è stata una falsa partenza ed è collassata la comunità. Per la zona di Arquata, ho sbloccato le autorizzazioni che erano ferme e abbiamo indetto una gara per circa 60 milioni di euro per rifare le fondazioni.

«Il centro di Arquata è scoppiato, è letteralmente sprofondato. Abbiamo fatto una gara internazionale che spero sarà aggiudicata per giugno per poter rifare le fondamenta del paese, basate su un sistema di isolatori e tiranti, che ne faranno il luogo più sicuro al mondo. Abbiamo presentato il progetto anche al Congresso Mondiale di Ingegneria Sismica di Milano, in modo che la ricostruzione consenta anche di fare innovazione. Per il resto, la ricostruzione di Castelluccio è già partita e il cambio di passo si vede anche nei centri di Rieti, Ascoli Piceno e Tolentino. Camerino è un po’ indietro per la necessità di coordinare gli interventi privati con quelli pubblici, che ha richiesto un’ordinanza specifica. L’Università ha riaperto i suoi uffici nel centro storico e spero che entro quest’anno nella bellissima città di Giulio Pellizzari si vedranno le prime gru».

Club del Sole, alla scoperta di Riccione e Comacchio 

16.05.2024
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Abbiamo scoperto insieme a Club del Sole che i loro Villaggi sono pronti per ospitare famiglie e appassionati che vogliono vivere una vacanza all’insegna del relax e delle due ruote. Immergersi nella natura e vivere il territorio al ritmo lento della bici fa parte dell’ABC di questo tipo di villeggiatura. Grazie alla possibilità del noleggio e ai tour guidati, basterà decidere dove e quando e al resto ci pensa Club del Sole. 

Oggi andiamo alla scoperta della Romagna da pedalare, in particolare Riccione e i suoi magnifici panorami a picco sul mare e Comacchio con il suo fascino artistico senza età. Una proposta cicloturistica per chi ama la vacanza a contatto con la natura assaporando il senso di libertà che la bicicletta regala.

Itinerari adatti a grandi e piccini
Itinerari adatti a grandi e piccini

Riccione e la bici

La bici a Riccione ha una doppia valenza. Può essere uno strumento di sport e passione agonistica, ma anche una modalità di esperienza attiva per la scoperta del territorio all’insegna del relax e del benessere. Riccione offre due spot di grande rilievo, il Parco Naturale del San Bartolo e la Valconca con i suoi boschi planiziali e l’Oasi faunistica.

Partenza e arrivo degli itinerari sono collocati nella struttura Romagna Family Village a Riccione, affacciata sul mare, vicina al centro cittadino e dotata di servizi e attività per una vacanza in bici tra mare ed entroterra romagnolo. In Reception si possono trovare tutte le informazioni sull’utilizzo dei servizi connessi alla bicicletta e sulle attività cicloturistiche del Villaggio. A disposizione anche la Colonnina Bike Station, dotata di pompa per il gonfiaggio delle ruote e di utensili per le piccole riparazioni e il ripristino degli inconvenienti tecnici. Ovviamente è previsto il noleggio di bici muscolari ed e-bike. 

Sono inoltre disponibili un’area dedicata per lavare da sé la bici in qualsiasi momento, tour con guide locali per un’esperienza immersiva e un’area “en plen air” attrezzata per ottimizzare il recupero post escursione e mantenere la migliore forma fisica, con un trainer che guiderà attività e sessioni specifiche. Infine all’interno del Market si può trovare un corner dove acquistare prodotti BRN: ricambi per la bici ed equipaggiamenti basici per gli amanti delle due ruote.

Pedalare sulla Riviera romagnola in sicurezza e compagnia
Pedalare sulla Riviera romagnola in sicurezza e compagnia

La Panoramica e Gradara

Il biglietto da visita di questo territorio a pochi passi dal mare? Il Parco Naturale del San Bartolo che si trova a pochi chilometri da Riccione sulla scogliera più a nord dell’Adriatico, quest’ultima solcata da un saliscendi di stradine sinuose con panorami spettacolari a picco sul mare. La Panoramica è sicuramente un wow-spot che colpirà qualsiasi viaggiatore. L’ideale è affrontarla la domenica mattina quando è chiusa al traffico. Un paradiso sia per i ciclisti da strada che per i mountainbikers, che troveranno qui sia un piacere per gli occhi che per la destrezza nella guida. 

Dalla spiaggia e dai porticcioli costieri ci si addentra nel Parco del Monte San Bartolo, l’unico promontorio roccioso a picco sul mare dell’Alto Adriatico. Il rientro avviene tra paesaggi collinari e campestri con passaggio di sapore storico e artistico presso il Castello di Gradara. Un tuffo nel medioevo con il suo fascino in grado di ammaliare grandi e piccini. L’itinerario di 40,3 km e 600 m di dislivello è facile da seguire anche grazie al supporto virtuale (GPX e roadbook) che Club del Sole ha creato sul portale Komoot. Basterà scaricare la traccia e importarla sul proprio dispositivo e percorrere le strade in sella alla propria bici da strada o gravel o in scia alla propria guida. 

A pochi passi dal mare, la Romagna è pronta ad accogliere i ciclisti con panorami unici
A pochi passi dal mare, la Romagna è pronta ad accogliere i ciclisti con panorami unici

Comacchio da pedalare

La bici qui trova il suo habitat naturale, lontana dalle auto, con l’obiettivo di scoprire cosa ci sia alla fine dell’orizzonte. Ambienti unici e incontaminati che si dispiegano attorno a Lido di Spina, Comacchio e il mare. Qui la terra e le acque sembrano giocare a rincorrersi generando argini, sentieri e piccole stradine incastonate tra macchie boschive, canali e valli. I compagni di viaggio delle pedalate sono i fenicotteri rosa e gli aironi che popolano le valli e hanno reso questa località una capitale del birdwatching in Europa. 

Itinerari facili e alla portata di tutte le gambe e dell’intera famiglia, grazie alla prossimità del Villaggio Spina Family Camping Village a Lido di Spina e soprattutto grazie all’assenza di salite e difficoltà tecniche. Anche qui i servizi per le bici non mancano. Nello spazio dedicato alle biciclette si può incontrare un bike expert e una mini officina attrezzata per regolazioni, riparazioni, vendita ricambi essenziali. Nel Bike Point di Club del Sole si può anche noleggiare biciclette muscolari o a pedalata assistita, scegliendo in un’ampia flotta di mezzi per grandi e bambini.

Accanto al Bike Point, presso la Google Home, si trovano tutte le informazioni sulle esperienze bike del territorio e i servizi del villaggio dedicati alle bici. Immancabile il bike wash e il BRN Point. Un valore aggiunto è sicuramente la possibilità di pedalare in libertà e senza l’assillo dell’orologio. Anche se si rientra tardi dalla propria escursione, si avrà comunque un pasto genuino e gustoso da consumare. Basterà prenotare il Lunch Box in reception

Le guide sono pronte a rendere ogni escursione ancora più speciale
Le guide sono pronte a rendere ogni escursione ancora più speciale

Bici e arte

Comacchio, detta anche la “piccola Venezia”, è una città lagunare che incanta: è garbata e genuina, dotata di una vitalità che trova linfa nel rispetto della propria storia e dell’ambiente che la circonda. Considerata la capitale del Parco del Delta del Po, è un piccolo centro che nasce e vive tra terra e acqua. Da qui passa un itinerario incantevole tra mare e laguna.

Universalmente conosciuta come patria dell’anguilla, Comacchio è meta capace di offrire una varietà di suggestioni che vanno ben oltre l’enogastronomia. Il ponte dei Trepponti, unico nel suo genere è situato vicino al Museo del Delta Antico, un’altra perla di storia e cultura che racconta le radici di quel territorio affascinante e misterioso che è il Delta del Po. Da non perdere i sorprendenti murales che circondano lo Stadio di Comacchio, realizzati da più famosi street artist italiani.

Il percorso (leggibile su Komoot) è adatto a tutti. Misura infatti 29,5 chilometri, tutti pianeggianti. Il terreno è principalmente off-road, pertanto MTB e gravel si trovano a loro agio. Da queste parti la bici è una cosa seria in grado di regalare storie di vita vissuta, come quella di Valerio, guida turistica e figlio di un pescatore, che conosce a menadito ogni centimetro di questo territorio. Con lui ogni filo d’erba, sentiero o canale che sia, acquista un sentimento di magia. 

ClubdelSole

Andorra, destinazione indimenticabile per ciclisti e famiglie

10.05.2024
7 min
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Solo tu, insieme alla famiglia o in compagnia di amici alla scoperta di una terra ricca e composta al 90 per cento di natura. Andorra è la meta ideale per le due ruote, con i suoi 21 passi di montagna, 80 laghi, centinaia di specie protette, sentieri magici, storie di tappe di Vuelta di Spagna e Tour de France. Il Principato è pronto ad accogliere gli esploratori in sella alle loro biciclette che vogliano immergersi in un vero e proprio paradiso per le biciclette e le avventure all’aria aperta.

Perché Andorra?

Andorra è tra le mete preferite dagli appassionati del pedale, essendo considerata una delle vere e proprie “mecche” di questo sport. Dispone di un’infrastruttura perfettamente adattata alla pratica del ciclismo. Si trova tutto ciò che si può desiderare per la bici, qualunque sia il periodo dell’anno che si sceglie.

Ciò che rende speciale il ciclismo questo Principato situato tra Spagna e Francia è tutto ciò che lo accompagna. Dalle strutture specializzate nelle due ruote agli alloggi, ma anche per i negozi principali sparsi nella capitale, Andorra la Vella, ma anche a Escaldes-Engordany, La Massana e Sant Julià de Lòria. Lì si troveranno i principali modelli e marchi internazionali di bici da strada e mountain bike e le ultime innovazioni in fatto di e-bike, oltre a ogni tipo di parti meccaniche, abbigliamento e altri accessori. Il tutto con servizio di officina meccanica e noleggio di biciclette di tutti i tipi e livelli. Un altro elemento distintivo che consolida Andorra come un vero territorio ciclistico sono i moltissimi percorsi accessibili a tutti, studiati per ciclisti di ogni livello, per forma fisica ed esperienza.

Su e giù per le montagne del Principato
Su e giù per le montagne del Principato

Dove andare su strada?

468 chilometri quadrati tutti da scoprire che offrono ai ciclisti su strada la possibilità di tracciare percorsi unici direttamente dalla porta del loro alloggio. La carta dei percorsi ciclabili del Principato aiuta in questo compito, con la descrizione dettagliata di oltre 20 itinerari di diversa durata e difficoltà. Uno dei tratti distintivi di Andorra come regione ciclistica sono le spettacolari salite verso i passi di montagna. Queste ascese hanno segnato diverse edizioni della Vuelta e del Tour, con arrivi di tappa che fanno parte della storia del ciclismo professionistico. 

La Coma d’Arcalís occupa un posto di rilievo, come tappa finale del Tour negli anni 1997, 2009 e 2016. Non meno importanti sono il Coll de la Gallina, la Rabassa, la Collada de Beixalis, i Cortals d’Encamp e Colle d’Ordino. Ben conosciuti dagli appassionati, hanno preso parte o sono stati nelle tappe finali della Vuelta e del Tour, tra gli altri eventi ciclistici. Merita una menzione anche Port d’Envalira, il classico punto di riferimento per eccellenza del ciclismo su strada in Andorra. Un ulteriore vantaggio delle caratteristiche già menzionate è che Andorra offre un calendario annuale ricco di gare e sfide come La Purito e la Volta als Ports.

Dove andare offroad?

E’ facile immaginare che Andorra sia l’habitat naturale per la mountain bike. Le località di Grandvalira e Pal Arinsal offrono numerosi percorsi per gli appassionati di mountain bike. Il Camí del Gall è un ottimo esempio di circuito o percorso di montagna. Oppure il Camí de les Pardines o la Rabassa, che nella sua versione MTB offre uno spettacolo per l’offroad. 

Per chiunque vada alla ricerca di un percorso più tecnico, il tracciato della Coppa del Mondo XCWC nel Bike Park de Pal Arinsal è perfetto. Nel Bike Park si trovano le principali piste da sci adatte alla pratica della mountain bike in estate. Esso comprende 30 circuiti a diversi livelli: 21 di discesa, 2 di enduro, 1 per four-cross e 1 per e-bike. Per chi vuole mettere alla prova la propria tecnica nell’area di allenamento o sul Pump Track c’è pane per i suoi denti.

Da aggiungere anche che a disposizione dei cicloturisti c’è un bike park naturale: il Naturland Bike Center, mentre Grandvalira offre più di 90 chilometri di sentieri per MTB, suddivisi in 12 circuiti. Infine i ciclisti più giovani possono cimentarsi nel downhill con il Kids Bike Park.

Percorsi guidati

Se si preferisce concentrarsi sul divertimento pedalando e non preoccupandosi della logistica, si possono prenotare esperienze organizzate da guide ciclistiche esperte che conoscono Andorra come le loro tasche. Le aziende di turismo attivo offrono un’ampia gamma di servizi che vanno da un pedalare rilassante a itinerari organizzati attraverso l’intero Principato. Offrono anche la possibilità di noleggiare l’attrezzatura, con l’ampia scelta a disposizione, dalle bici base a quelle ad alte prestazioni e alle e-bike. Prendere nota di: Andorra 3000, piste ciclabili di Andorra, Esports Elit, Isard Wildland, MTB Aventures, Naturland, Bike Park de Pal Arinsal e VSL Sport.

Una miscela perfetta di turismo e sport. Si tratta di itinerari disseminati tra Sant Julià de Lòria, con le tappe Rabassa, Coll de la Gallina e Peguera. Oppure a La Massana, c’è il Port del Cabús, sormontato da una maestosa scultura di Dennis Oppenheim. Oppure Canillo che vanta alcuni dei passi di montagna più leggendari, come ad esempio come il Coll d’Ordino. Questa è solo una breve selezione di percorsi e ce ne sono molti altro nei dintorni di Andorra la Vella, Encamp, e molti altri. Ogni curva su queste strade offre viste panoramiche sulle vette e valli, con paesi e piccole città a perdita d’occhio.

Cibo e cultura

Pedalare su e giù per il territorio di Andorra è un piacere impagabile che però necessita di soste per ricaricare le “pile”. Sotto questo punto di vista il Principato è pronto per deliziare il palato con i prodotti tipici. Si potranno degustare carni pregiate, salumi, piante aromatiche e officinali erbe aromatiche, marmellate e miele biologici, formaggi. E ancora, pasta, caffè, cioccolato, Nectum (sciroppo naturale a base di pigne), Ratassia de la Carmeta (un liquore fatto in casa a base di erbe medicinali e noci) e l’idromele Asgard, una bevanda ancestrale venerata dagli antichi culture.

Oltre a questo è bene ritagliarsi momenti per conoscere la cultura locale, vedere i siti UNESCO e visitare musei come il Bici Lab Andorra: un centro che spiega l’importanza del ciclismo come parte della sostenibilità mobile e uno stile di vita sano, oltre a trainare l’economia locale. Un interessante centro interattivo che riporta indietro nel tempo, con le biciclette a fare da guida, ma che consente anche di provare cosa vuol dire pedalare su un passo di montagna o sfrecciare in discesa utilizzando la modalità virtuale la realtà.

E’ inoltre presente una delle collezioni di biciclette classiche più caratteristiche al mondo, combinato con la tecnologia all’avanguardia per generare un risultato unico. Uno spazio di 1.700 metri quadrati nel centro di Andorra la Vella, dove si trova il museo mostre temporanee e permanenti che mettono la bicicletta al centro di una storia in evoluzione per analizzare il mondo e la cultura del ciclismo da diverse angolazioni. 

Per maggiori informazioni

VisitAndorra

@andorraworld

Club del Sole, vacanza in bicicletta tra comfort e natura

25.03.2024
6 min
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“Comfort e natura, per la prima volta insieme”. E’ questa la mission che sta alla base di Club del Sole. Sinonimo di vacanze all’aria aperta, con i suoi Villaggi turistici l’azienda di Forlì mette al servizio degli ospiti la possibilità di riscoprire libertà e socialità, a pochi passi dal mare o dal lago e senza dover rinunciare a nulla.

Club del Sole è anche sinonimo di vacanza in bici, grazie a sette Villaggi collocati in altrettante Bike Destination. Un format destinato a coinvolgere famiglie e appassionati, per vivere un’esperienza immersa nel territorio all’insegna di servizi di qualità.

Le esperienze in bici sono parte integrante del contesto Club del Sole
Le esperienze in bici sono parte integrante del contesto Club del Sole

Che cos’è?

Scoprire i territori è un’attività alla portata di tutti, basta pedalare e godersi il paesaggio. Club del Sole lo fa organizzando ogni esperienza, ma lasciando la libertà di respirare il sapore di vacanza e spensieratezza che va di pari passo con il godersi l’esperienza in bicicletta. Club del Sole è tra le migliori scelte in Italia per quanto riguarda le vacanze outdoor, con 23 Villaggi in 7 regioni e un concetto di hospitality che concilia natura e comfort. Il soggiorno in contesti naturali di pregio è abbinato a servizi premium, con soluzioni abitative ricercate. All’interno di questo mood si inserisce il progetto Bike, che nasce per cercare di promuovere innanzitutto la vacanza attiva. 

Club del Sole è strutturato in 23 Villaggi e 7 di essi al momento si propongono come bike friendly. Sei strutture si trovano in Romagna, da Lido di Spina a Riccione, lungo il litorale adriatico, e una a Desenzano sul Lago di Garda. L’obiettivo è quello di creare un format di Bike Village che non sia una contrapposizione, ma un’alternativa a quello che finora è stato il Bike Hotel come soluzione per ospitare chi voglia fare una vacanza in bicicletta. Il target emozionale si basa su due cardini che sono gli stessi di coloro che amano pedalare, cioè l’amore per la natura e la libertà. Il primo risiede nel contesto in cui i Villaggi sono inseriti; la libertà invece, perché si tratta di una vacanza che è altamente customizzabile e personalizzabile.

A chi è rivolta?

Dedicata a famiglie e a cicloturisti, la Bike Experience dei Villaggi Club del Sole è in grado di confezionare esperienze personalizzate perché ciascuno possa vivere una vacanza in sella in linea con le proprie possibilità e aspettative. Le proposte sono estremamente accessibili, questo perché vengono offerti sia tour guidati che itinerari digitali, tutti sotto forma di esperienze di slow bike. I chilometraggi sono contenuti e la difficoltà tecnica è bassa. Nei Villaggi c’è la possibilità di noleggiare anche equipaggiamento per bambini: bici junior, cargo, seggiolini e tutto ciò che serve per mantenere unita la famiglia anche in bici. 

Tutto questo non esclude l’apertura ai cicloturisti più evoluti. Da sottolineare la partner hospitality con Emilia Romagna Bike Trail, un evento gravel in autogestione che porta alla scoperta di questa Regione in sella alla propria bici. Anche i grandi eventi di ciclismo sono di casa, come il Giro d’Italia a Desenzano oppure il Tour de France in Emilia Romagna. Poi ci sono città legate a questo mondo in modo indissolubile, come Riccione, una destinazione che ha un cuore agonistico puro. Infine, ci sono le colline di Pantani a due passi, eventi agonistici di ogni tipo, Gran Fondo, il Bike Festival e di conseguenza una spinta agonistica superiore.

Servizi

A rendere Club del Sole un riferimento è sicuramente la cura per il dettaglio. Ogni ciclista, neofita o appassionato che sia, sa che la bici ha bisogno di attenzioni e rispetto. Per questo ogni servizio proposto è stato pensato per soddisfare le esigenze più disparate. Il Bike Village si muove su due fronti. Il primo è quello dei servizi, il secondo è quello delle attività.

I servizi sono i classici che non possono mancare: il noleggio delle bici, sia muscolare che a pedalata assistita, la presenza di un’officina interna o di una colonnina bike station, la presenza di aree lavaggio bici, un punto informativo strutturato a disposizione che vede un totem con tutte le informazioni per quanto riguarda le attività. E’ inoltre presente un corner market a cura di BRN per la vendita di piccoli ricambi ed equipaggiamento basico dedicato alla bici. C’è infine la possibilità di un lunch box, che consiste nel prenotare un pasto sempre pronto indipendentemente dall’ora in cui l’ospite ritorna dalla propria escursione. 

E’ possibile noleggiare le bici per fare attività rilassanti nella natura
E’ possibile noleggiare le bici per fare attività rilassanti nella natura

Attività

Ad animare il tempo nei Villaggi ci sono le attività ricche di esperienze proposte da Club del Sole. Ogni Villaggio ha due itinerari digitali che si possono eseguire scaricando i file GPX. Sono percorsi coadiuvati da mappe interattive che illustrano i punti di interesse specifici per la bici e quelli imperdibili sul territorio: tra questi, luoghi naturali, artistici e culturali. Nell’ambito dei percorsi digitali è stato attivato un account su Koomot, un profilo completo, dove ci sono raccolte che propongono tutte quante le destinazioni.

In Emilia-Romagna ci sono percorsi adatti a tutte le biciclette: bici da strada, gravel o mountain bike. Tipologie differenti, così come lo sono le destinazioni: Lido di Spina e Riccione sono due bike destination agli antipodi, la prima per le bici gravel e la seconda prevalentemente per quelle da strada. Per quanto riguarda le attività, oltre agli itinerari digitali ci sono tour settimanali a cura delle guide locali selezionate con cura da Club del Sole. Questo è un servizio molto importante, perché le escursioni possano essere fatte da tutti, da soli o in gruppo.

Sul lato delle esperienze, il network tra le strutture è importante, perché vengono proposti percorsi itineranti, da Villaggio a Villaggio. Come per esempio Girasole Bike Experience, una micro avventura a portata di famiglie. Tre tappe per circa 190 chilometri in totale, facili e abbordabili, quasi totalmente privi di salite, da svolgersi in contesti naturali eccezionali, come le lagune di Comacchio, le pinete ravennati, le città d’arte di Ravenna e Rimini, le colline della Valmarecchia e molto altro.

ClubdelSole

Bike Sound in tour per l’Italia: bici, musica e territori

08.11.2023
4 min
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Che la bici sia il mezzo più dolce e green per scoprire i territori è un dato di fatto. Per rendere ancora tutto più immersivo perché non accompagnarlo con un po’ di musica? E’ l’intuizione che ExtraGiro ha messo in campo con la prima edizione dedicata a Valle Savio Bike Sound. Ora si rilancia pronta a contagiare tutto il territorio nazionale a colpi di pedale e plettro in un contesto fatto di passione e voglia di vivere una bike experience unica.

«Realizzeremo una serie di eventi Bike Sound – ha detto Marco Pavarini, direttore di ExtraGiro – per la promozione dei territori a vocazione cicloturistica con un format che coinvolga appassionati di musica, di bici, famiglie ed…esploratori alla ricerca di nuove esperienze».

Percorsi adatti a tutti, declinati in diversi format
Percorsi adatti a tutti, declinati in diversi format

Cicloturismo al centro

Un’idea lanciata da ExtraGiro, società nata all’interno del gruppo Communication Clinic per sviluppare consulenza e progetti per cicloturismo e mobilità dolce. L’intento di questo tour su e giù per lo Stivale è quella di dare luce nel 2024 ad una serie di eventi che uniscano bici e musica per far vivere ai partecipanti esperienze immersive mai sperimentate prima.

«L’esperienza che abbiamo maturato in questi anni – ha spiegato Pavarini – nel mondo degli eventi, del ciclismo e del cicloturismo ci ha fatto capire che quello della bicicletta è un settore che cresce sempre con nuove iniziative, mentre aumentano i turisti ciclisti e aumenta la richiesta di vivere il territorio con tante esperienze. Le emozioni della bici si devono fondere anche con altre tipologie di suggestioni, dal cibo, alla musica, alla sorpresa».

Concerti all’aperto che si immergono nella natura
Concerti all’aperto che si immergono nella natura

Il format

Seppur con un avvio non semplice a causa dell’alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna, Bike Sound ha dimostrato di saper coinvolgere persone e fungere anche da “cerotto” emotivo per quei territori duramente colpiti. Tutto questo attraverso un ricco format che vanta diverse declinazioni. Si adatta infatti a situazioni e contesti variabili, sempre caratterizzato da una direzione artistico/musicale che racconta il luogo e il progetto cicloturistico. Si posso concretizzare così concerti all’alba o al tramonto in un luoghi raggiungibili “solo” in bicicletta. Oppure Bike Days con musica diffusa su tutto il percorso. Cronoscalate con colonna sonora personalizzata, oltre ad altri elementi caratterizzanti che definiscono la piattaforma di comunicazione e le installazioni sonore diffuse.

Il risultato porta a eventi con un forte impatto di promozione e comunicazione del territorio, iniziative accessibili con facilità per tutte le tipologie di cicloamatori e un’esperienza immersiva nella manifestazione, che genera socialità e voglia di condividere una passione nel pieno rispetto dell’ambiente.

Un successo

Bike Sound ha fatto il suo esordio domenica 7 maggio in collaborazione con Valle Savio, con un partecipato e festoso Bike Day nel circuito ad anello tra Bagno di Romagna, Monte Fumaiolo e Verghereto, concluso con il suggestivo e apprezzato concerto di Mauro Ermanno Giovanardi dei La Crus.

«Il primo appuntamento – conclude Pavarini – ha avuto un bilancio molto positivo per la partecipazione numerosa sia per la parte ciclistica sia per quella del concerto. Soprattutto sotto il punto di vista dello spirito con cui si è partecipato, l’entusiasmo di una giornata in bici festosa, di un’idea che la bici e la musica stanno bene insieme. Il territorio ha vissuto questa giornata in modo sano ed entusiasta».

Un’opportunità per mostrare il proprio territorio in modo alternativo e interattivo. La bicicletta come chiave per scoprire i territori e la musica come colonna sonora dell’esperienza.

Il tour di eventi Bike Sound prenderà forma attraverso il coinvolgimento di Comuni, APT e territori interessati.

ExtraGiro

In Bici a Pelo d’Acqua, la scoperta di un Piemonte diverso

02.11.2023
6 min
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Fiumi e laghi, fino alle colline vitivinicole novaresi, territori da attraversare al ritmo lento e calmo della bicicletta, per gustare poco alla volta tutta la loro ricchezza fatta di cultura, paesaggi, profumi e sapori. In Bici a Pelo d’Acqua, senza fretta nell’area transfrontaliera, dal Vallese al Novarese, lungo le reti cicloturistiche riconosciute dalla Regione Piemonte.

Un unico grande itinerario di circa 270 chilometri che ha come tema dominante l’acqua: infatti lungo il percorso si fiancheggiano fiumi come il Rodano, il Toce, il Ticino e il Sesia, laghi come quello di Mergozzo e di Orta e una fitta rete di canali irrigui che portano la vita in risaia. A guardare questo spettacolo dall’alto non si farebbe nemmeno caso alla distinzione tra Italia e Svizzera, ma sicuramente si noterebbero le strade che In Bici a Pelo d’Acqua ha riunito in un unico itinerario per metterlo a disposizione di un pubblico internazionale che sempre più numeroso sceglie un turismo responsabile ed ecosostenibile.

Gli obiettivi

La rilevanza strategica di In Bici a Pelo d’Acqua è insita nei suoi obiettivi. Migliorare la competitività e il potenziale economico delle aree coinvolte. Valorizzandone tutte le risorse esistenti per accrescere l’attrattività turistica dei territori. Conseguire un aumento di presenze e quindi portare ad una ricaduta economica importante. Destagionalizzare i flussi turistici, ottimizzare le risorse esistenti, ma integrandole in modo da renderle più efficaci, aumentando le presenze sul territorio. Aggiornare in modo continuativo e sempre più specifico la formazione delle figure turistiche come guide, accompagnatori specializzati e degli operatori del settore.

Il tutto per promuovere la cultura del benessere, del vivere all’aria aperta, della consapevolezza del rispetto ambientale e della sostenibilità, ad esempio utilizzando fonti energetiche alternative per la ricarica delle e-bike. Questo itinerario cicloturistico infatti, non è da intendersi come la creazione di piste ciclabili ma la messa in rete di itinerari già esistenti o lo sviluppo di nuovi itinerari su strade comunali, provinciali e interpoderali a basso traffico.

Itinerari per tutti

Ci sono 270 chilometri di ciclovie su quattro tracciati, per qualsiasi tipo di bici: la Via del Mare, la Pedemontana, la Via del Ticino e del Lago Maggiore e la Route du Rhone. Itinerari uniti dal tema dell’acqua che si ritrova lungo tutto il percorso, tra fiumi, laghi, canali irrigui e risaie, dalla Svizzera col canton Vallese, passando per l’Ossola, il Lago d’Orta, e il Novarese fino alle risaie della Bassa e ancora lungo il Ticino. Oppure attraversando la provincia da ovest a est lungo la Pedemontana.

Sono percorsi adatti ad ogni tipo di età e a cicloturisti di ogni categoria. C’è la possibilità di combinare i mezzi di spostamento per evitare tratti non semplici, come il passo del Sempione, che può essere evitato caricando la bici sul treno che unisce Briga a Domodossola. Oppure caricando la bici sul battello del lago d’Orta per andare da Pella all’isola o al borgo di Orta, evitando così il lato orientale del lago che è ad alta intensità di traffico, rispetto al lato occidentale. Infine per il ciclista che arriva dalla vicina Lombardia c’è la possibilità di caricare le bici sul treno e giungere a Novara per poi spostarsi lungo le tratte della Via del Mare o la Via del Ticino e del Lago Maggiore. 

Ciclovie e strutture

Gli itinerari non si snodano su piste ciclabili bensì su ciclovie. Spesso si fa confusione sulla distinzione tra le due. Solitamente in Italia le piste ciclabili coprono percorsi molto brevi in quanto sono percorsi protetti riservati ai ciclisti dove il traffico motorizzato è vietato. Nel caso delle ciclovie si tratta di percorsi misti, strade sterrate di campagna, strade a basso traffico spesso comunali o provinciali dove il limite di velocità per gli automezzi è spesso posto tra i 30 e i 50 chilometri all’ora.

Ciclovie e in Bici a Pelo d’Acqua formano il connubio che permette di ammirare i piccoli borghi con i loro castelli, il paesaggio che varia dalle montagne alle colline, ai laghi, ai fiumi e a bordo delle risaie della pianura risicola novarese con le antiche cascine ricche di testimonianze che portano ai tempi passati con la storia delle mondine. 

Oltre alle strade il progetto e gli investimenti comprendono anche i servizi legati al cicloturismo già disponibili, per potenziare servizi aggiuntivi a beneficio dei cicloturisti come: ciclo-officine, strutture ricettive bike friendly, colonnine di ricarica per le e-bike, stazioni per manutenzione bici, segnaletica specifica lungo gli itinerari.

L’esempio 

Villa Picchetta sorge lungo la Ciclovia del Ticino e Lago Maggiore ed è sede dell’Ente di Gestione delle Aree Protette del Ticino e del Lago Maggiore. Posta nelle vicinanze delle rive del Ticino, che separa il Piemonte dalla Lombardia, con una fermata del treno molto vicina, è costituita da una struttura a “U” il cui corpo centrale è sormontato da un tiburio con lanterna, dove si trovava la residenza padronale. All’interno, nella splendida Sala dell’Ottagono si trovano interessanti affreschi con decorazioni a grottesche. In questo contesto è allestito un Bike Hotel pensato in particolar modo per i cicloturisti.

Oltre a quelle sparse sul territorio è presente una pensilina di ricarica per e-bike posizionata nel Castello di Novara, luogo in cui ha sede anche l’Agenzia Turistica e lo IAT garantendo 7 giorni su 7 la possibilità di noleggiare le bici, di avere informazioni e materiali turistici per i fruitori del servizio.
Per agevolare la fruibilità è stato creato il sito www.inbiciapelodacqua.it dove il cicloturista può trovare tutte le informazioni utili per poter percorrere i singoli itinerari con l’ausilio di tracciati scaricabili sui propri device, per poter soggiornare nelle strutture ricettive lungo i percorsi e avere i servizi di cui necessita, ciclo-officine, punti di noleggio e di ricarica per e-bike. 

inbiciapelodacqua.it

Malta, un’isola a misura di bici con l’aiuto della Eolo-Kometa

30.10.2023
5 min
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A metà tra Europa e Nord Africa, un’isola dalla storia antichissima ricca di misteri. Dai Cavalieri di Malta ai templari, dai primi missionari cristiani ai conquistatori arabi: 7.000 anni di storia che si possono respirare in sella alla bici perdendosi tra le vie storiche e la natura più viva. La Eolo-Kometa è approdata sull’isola di Malta per allenarsi e fare gruppo in un training camp di squadra. Alla guida oltre allo staff tecnico c’era Valerio Agnoli, anello di congiunzione tra il ciclismo dei professionisti e la meta turistica maltese. 

Un connubio che si sposa perfettamente, che ha trovato gli atleti della formazione italiana entusiasti di ogni metro pedalabile, aprendo la strada a un’opportunità proiettata a diventare bike destination davanti agli occhi dei cicloturisti di tutto il mondo

Ci siamo fatti raccontare l’esperienza proprio dall’ex professionista, ora figura chiave per le Relazioni Estere nella Federazione di Ciclismo del Vaticano e coordinatore dei progetti tra VisitMalta e il team Eolo-Kometa. 

Che impressioni hanno avuto gli atleti quando sono arrivati a Malta?

E’ stata un’impressione sicuramente più che positiva, per il semplice fatto che i ragazzi hanno potuto gustare le bellezze di Malta in un training camp proiettato sul 2024. I ragazzi hanno fatto attività di promozione e di team building. Ho creato grazie a VisitMalta, una caccia al tesoro nella città di Vittoriosa. Tramite degli iPad, i ragazzi erano divisi in gruppi per cercare i target, camminando e scoprendo la città in modo alternativo. 

Un modo per fare squadra anche giù dalla bici?

Sì certo, per fortificare un po’ quello che era sia un discorso dello staff che un discorso di nuovi corridori arrivati. E’ stato un team building di fine stagione, ma anche d’inizio perché hanno avuto modo di provare nuovo abbigliamento tecnico: scarpe, caschi e altri accessori. Si sono goduti l’isola non solo in maniera lavorativa, ma anche prendendosi un po’ di relax.

Malta è anche riposo…

Nonostante fosse metà ottobre, c’erano circa 30 gradi quindi molte persone si sono fatte anche il bagno, hanno avuto modo anche un po’ di godersi in modo diverso un training camp. 

Che luogo è Malta per un ciclista?

Fondamentalmente è un’isola dove si può fare ciclismo tutto l’anno. In inverno c’è un clima mite con temperature dai 15 ai 20 gradi e l’estate si sta molto bene. Malta è un paese dove il cicloturista può godere di molti percorsi e sentieri in mountain bike e in gravel. Ci sono itinerari spettacolari sulle scogliere e poi si ha la fortuna di avere tutti questi piccoli villaggi caratteristici, che sono una forte attrattiva sia turistica ma anche un riferimento per un discorso culinario.

I pro’ della Eolo-Kometa hanno apprezzato le strade di Malta?

Hanno avuto modo di uscire una giornata in bicicletta. Da ex professionista so che questo training camp aveva un’importanza maggiore per la dinamica del gruppo piuttosto che per quella dell’allenamento in sè. Hanno girato nei vari villaggi, hanno fatto la conferenza stampa a Valletta con il Ministro del Turismo e tutti i rappresentanti di VisitMalta. Hanno avuto modo anche di capire quanto sia importante l’interesse di Malta a investire nel mondo del ciclismo professionistico. Malta è una meta molto importante per il turismo. Abbiamo visto anche una delle più grandi navi al mondo, la MSC Europa. C’erano più di 6.000 persone approdate a Valletta per visitarla.

Il gravel è una disciplina che si sposa con i percorsi maltesi
Il gravel è una disciplina che si sposa con i percorsi maltesi
Quindi c’è tutto quello che serve a un ciclista, a un atleta per allenarsi, ma anche per eventualmente organizzare un ritiro come avete fatto voi?

Sì, diciamo che sul discorso ritiro è normale che non ci siano molte distanze che si possono coprire. Per un discorso offroad si può fare di tutto e di più. E’ un’isola che con il tempo si sta abituando ad accogliere cicloturisti che vorranno godersi una vacanza diversa dal solito, non solo mare.

Parlando con gli atleti che feedback ti hanno dato? 

Hanno potuto ammirare al 101 per cento le bellezze dell’isola. Molti corritori e anche parte dello staff mi hanno chiesto per la stagione 2024 di tornare, per gustarsi la storia, la cultura e le tradizioni con più tempo a disposizione. Malta è un’isola che ha più di 365 chiese, c’è tanto da vedere…

Paesaggi mozzafiato adatti anche alle ruote da off-road
Paesaggi mozzafiato adatti anche alle ruote da off-road
Com’è vista la bici a Malta?

Stanno creando già diverse piste ciclabli, quindi si stanno pian piano adeguando agli standard di sicurezza stradale. Basti considerare che negli ultimi tre anni hanno stanziato più di 700 milioni di euro per rifare tutte quante le strade, questo è sinonimo di come l’isola sia propensa e rispettosa nei confronti di tutte le persone che verranno.

E le strutture?

Malta si è affacciata da due anni grazie alla sponsorship nel mondo del ciclismo professionistico. Stanno cominciando a vedere anche loro l’importanza di avere sempre più ciclisti sull’isola. L’investimento coinvolge anche la nascita di bike hotel a misura di bici.

VisitMalta

Salento, l’affascinante conclusione del nostro viaggio in Puglia

20.10.2023
6 min
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Abbiamo ammirato la magnificenza della Daunia, la natura viva del Gargano, la quiete del Tavoliere, ci siamo riflessi sulle rive della Costa Imperiale e attraversato le meraviglie di Murgia, Gravine e Valle d’Itria. Siamo arrivati al tacco dello stivale, nel punto più orientale d’Italia. Ecco il Salento, il luogo dove la bici e le bellezze pugliesi trovano l’epilogo di una vacanza in sella. We are in Puglia, dove le due ruote trovano itinerari unici e dove la tradizione e la cultura accolgono il cicloturista a braccia aperte. Saliamo di nuovo in sella e impariamo a conoscere questo angolo circondato dal mare e costellato di meraviglie. 

Gli itinerari si adattano a tutti i tipi di bici
Gli itinerari si adattano a tutti i tipi di bici

Entroterra alle spalle

L’entroterra alle spalle e lo sguardo specchiato in acque cristalline. 78 chilometri con 405 metri di dislivello. L’itinerario ha inizio da Lecce, la città del barocco. Amata dai turisti, ma anche dai suoi cittadini, raccoglie in sé un intreccio irripetibile di arte e cultura. Da qui si dà il primo colpo di pedale e dopo appena 12 chilometri si raggiunge l’antico borgo fortificato di Acaya, impreziosito da un castello risalente ai primi anni del 1500. E poi, il silenzio unito alla bellezza del paesaggio dell’Oasi le Cesine, Riserva Naturale dello Stato. 

Per diversi chilometri si ha il lusso di pedalare tra fitti alberi, prima di giungere a ridosso delle spiagge di San Foca e di Torre dell’Orso, due delle località turistiche più frequentate del Salento, le cui acque cristalline meritano più di un tuffo e d’inverno spiccano come colpi di pennello in un quadro d’autore. Tra le due è possibile ammirare da vicino la suggestiva Grotta della Poesia e le antiche rovine di Roca Vecchia, antica città dell’età del bronzo. Lasciata la vista sul mare, non prima di aver ammirato i Faraglioni di Sant’Andrea, si prosegue in direzione Borgagne, piccolo paese dal carattere tipicamente salentino. Pochi chilometri più a sud si costeggiano i due laghi Alimini prima di terminare l’itinerario, dopo pochi colpi di pedale, dinanzi ai bastioni a picco sul mare di Otranto, la “Porta d’Oriente”. 

Bellezza senza fine

La Puglia ci ha abituati a una continua sfumatura di epoche storiche e tradizioni gastronomiche senza eguali. Ma anche luoghi dove l’uomo non può fare altro che ammirare. A circa 20 chilometri da Otranto, c’è una struttura cava erosa dal mare, ricca di numerose iscrizioni votive che la rendono una biblioteca nell’Adriatico. E’ un luogo dal grande fascino archeologico e naturalistico, dove fare letteralmente un bagno nella storia. Poco distante da San Cataldo, nota come la spiaggia dei leccesi, si apre la meravigliosa oasi naturale le Cesine. Qui è possibile ammirare le rare orchidee spontanee e il volo degli aironi e dei germani reali. Le Cesine è infatti un’oasi del WWF, che trovandosi lungo una delle principali rotte migratorie, ospita tantissimi uccelli acquatici. 

Tra Torre Sant’Andrea e Otranto, la spiaggia di Alimini – con le sue dune di sabbia finissima, il mare trasparente e i fondali bassi – è l’ideale per i più piccoli. Ma il lungo tratto di costa, aperto a tutti i venti, è un vero paradiso anche per i surfisti. Poco distante da Lecce, tra la località turistica di Torre dell’Orso e la Baia dei turchi, si trova Torre Sant’Andrea, un antico villaggio di pescatori con l’omonima torre di difesa cinquecentesca. I Faraglioni sono una scultura naturale, in cui l’acqua ha modellato la roccia bianca. Tra tutti, il più suggestivo è l’Arco degli innamorati. 

Santa Maria di Leuca si trova nel punto più a oriente d’Italia (foto Italia.it)
Santa Maria di Leuca si trova nel punto più a oriente d’Italia (foto Italia.it)

Fino al tacco

Giù fino al tacco dello Stivale e lenta riconquista del cuore rurale del Salento. Questo itinerario di 186 chilometri e 1.500 metri di dislivello procede a passo lento, lungo gli spot più belli della macchia mediterranea. Si parte dall’interno, da Maglie, per andare verso la costa e assaporare le diverse facce del salento attraverso Muro Leccese, Giurdignano e Otranto. Per poi approdare a Punta Palascia, il punto più orientale d’Italia, dove si ammira l’alba prima che in qualsiasi altro angolo del Belpaese. Da qui, l’Albania è distante appena 70 chilometri. Inseguendo la brulla costa adriatica, si giunge alla piccola baia di Porto Badisco, dove approdò Enea in fuga da Troia e, infine, a Santa Maria di Leuca, la spartiacque dei due mari: lo Ionio e l’Adriatico.

Il percorso da qui risale lungo il versante ionico, spingendosi alla scoperta del nucleo medioevale di Castrignano e del mausoleo Centopietre a Patù. Dopo un’immersione tra i filari di ulivi perfettamente allineati, si ritorna, per pochi chilometri, a rimettere gli occhi sul mare e su una delle città storiche del Mediterraneo: Gallipoli. L’anello che celebra il certo matrimonio tra il cicloturista e il Salento regala il magnifico spettacolo barocco di Nardò e i tesori d’arte di Galatina. Si conclude con il ritorno a Maglie. 

I muretti a secco sono patrimonio Unesco e accompagnano ai lati le pedalate dei cicloturisti (foto Salento Bici Tour)
I muretti a secco sono patrimonio Unesco e accompagnano ai lati le pedalate dei cicloturisti (foto Salento Bici Tour)

Epilogo salentino

Tanti luoghi abbiamo citato e tanti ce ne sarebbero da citare. Il Salento non è esente da questo incipit. Mettersi in sella e pedalare sulle strade tracciate dagli itinerari è però un ottimo modo per incontrare le bellezze storiche. A due passi da Otranto, le cave di bauxite, un tempo utilizzate per l’estrazione di alluminio, oggi si lasciano ammirare nel gioco di dune rosse a picco su un laghetto sorto dalla falda freatica nata dopo la loro dismissione. Nel cuore della Grecia salentina, dove ancora si parla il griko, antico idioma di origine greca, risplende Melpignano. Il piccolo borgo che ogni estate accoglie il concertone de “La notte della Taranta”, una grande festa dai ritmi incalzanti e danze sfrenate, legate alle storie della tradizione.

Accompagnati lungo la strada si notano i famosi muretti a secco. Un’arte antichissima, ostinata e paziente, in armonia con gli equilibri della natura. Dividono i terreni tra gli ulivi e, senza l’aggiunta di malta o cemento, permettono all’acqua di penetrare. L’arte dei muretti a secco oggi è riconosciuta come patrimonio Unesco. Meritano una visita il Parco naturale regionale Costa Otranto, le torri costiere di Gallipoli, alcune delle quali visitabili. E ancora, il piccolo fiordo salentino, il Ciolo, vicino Santa Maria di Leuca che regala panorami a picco sul mare. La monumentale fontana a cascata di Santa Maria di Leuca, con la scalinata e la colonna romana, sono le opere terminali dell’Acquedotto Pugliese. Infine Punta Meliso, il punto d’incontro tra i due Mari, lo Ionio e l’Adriatico. 

viaggiareinPuglia.it

NEGLI ARTICOLI PRECEDENTI

Puglia in sella: alla scoperta della Daunia

Pedalare sul Gargano, fra scoperte, gusto e strade da sogno

In bici dalle spiagge alla Foresta, il Gargano che incanta

Il Tavoliere delle Puglie, la pace del ciclista

Puglia, da Manfredonia a Bari, incantati dalla Costa Imperiale

Murgia, Gravine e Valle d’Itria: la Puglia che non smette di stupire

Puglia coast to coast, poesia tra i due Mari

Da Corropoli a Crotone, l’AIR (turistica) che si è fatta

27.09.2023
6 min
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Storia di un insolito viaggio da Corropoli, in Abruzzo, a Crotone, in Calabria. I più attenti già avranno capito che queste due località sarebbero dovute essere la sede di partenza e di arrivo dell’Adriatica Ionica Race, la corsa che non c’è mai stata e annullata a poche ore dal via.

Quello però che si sapeva meno è che parallelamente alla gara dei pro’ era in programma un percorso cicloturistico, a forte impatto enogastronomico, che ricalcava per alcuni tratti il tracciato dei corridori. O comunque quelle zone. 

Si parte comunque

E questa Adriatica Ionica Race parallela di fatto c’è stata. Rivista, modificata, ampliata in alcuni aspetti, ridotta in altri… ma c’è stata. L’organizzazione ha passato la palla ad Alex Kornfeind, esperto di cicloturismo, che si è fatto carico di un manipolo di giornalisti arrivati persino dall’Australia! Ma anche da Germania, Olanda, Inghilterra.

Partenza da Corropoli, nella piazza era attesa la corsa e invece i cittadini si sono ritrovati questo drappello di giornalisti. La guida, Silvio Cappelli, accortosi dai social dell’annullamento del programma, si era offerto di guidarci comunque nelle sue zone, esaltando l’accoglienza dell’Abruzzo, che tanto aveva creduto in questo evento. Corropoli in primis.

E così eccoci partire alla volta della Val Vibrata. Da Corropoli a Torricella sul Tronto: 46 chilometri, 800 metri di dislivello e tante, ma proprio tante, cose da visitare.

Le ciclabili e le strade bianche scorrono lente sotto le nostre ruote. Chiese millenarie, basiliche, borghi abbandonati una volta fucina di ricchezza, paesaggi che vanno dal Gran Sasso al mare Adriatico si susseguono come in un’altalena. Silvio è un fiume in piena e vorrebbe raccontare ogni centimetro e ogni scampolo della sua terra.

Lo ascoltiamo e intanto lo seguiamo. Fino ad un pranzo che è un trionfo d’Abruzzo: “ceppe” una pasta fatta con i ferri delle maglie, tipica proprio di Torricella, e gli immancabili arrosticini.

Poi di corsa tutti dentro al pullmino Ford alla volta di Vasto, ma con la Puglia nel mirino.

In Puglia…

I trasferimenti dell’Adriatica Ionica Race in effetti erano mastodontici, ma questo ci ha consentito di unire territori e culture molto diverse tra loro.

La Puglia avrebbe visto una frazione non troppo dura, tuttavia le alture di Alberobello, sede lo scorso anno del tricolore vinto da Zana, un po’ d’impegno lo richiedevano. 

Ma a noi questo aspetto proprio non ha interessato. I muretti a secco, le strade incredibilmente pulite di Locorotondo e quelle più caotiche dei trulli ci hanno condotto ad Alberobello, la perla della nostra seconda tappa e simbolo, forse, di un intera regione.

Vigneti, uliveti e queste casine tonde, bianche col tetto a punta nero… Abbiamo scoperto Alberobello mischiati tra i tanti turisti che a metà settembre ancora girovagavano per le sue stradine.

Il tutto chiaramente dopo aver assaporato burrata ed orecchiette alle cime di rapa.

Di nuovo tutti sul pullmino. Stavolta il viaggio è lungo. Da Alberobello alla zona di Crotone i chilometri sono quasi 250 e di autostrada non c’è neanche un metro. Un po’ come se fossimo stati in sella, ma questo ci ha fatto godere il Metaponto. Il Mar Ionio alla nostra sinistra e le alture della Lucania alla nostra destra, fra calanchi e lo splendido Pollino, che faceva il prezioso nascondendosi fra le nuvole.

Calabria, la meta

Una volta in Calabria ecco però le prime difficoltà logistiche. Senza la corsa dei pro’ a fare da spina dorsale, era tutto nelle mani del buon Alex, che non si è mai perso d’animo. 

L’avventura in Calabria inizia con un tuffo al mare, per recuperare le fatiche del lungo viaggio dalla Puglia. Poi tutti alla scoperta di questa porzione davvero poco conosciuta ai ciclisti: il crotonese.

Michele, la guida per l’occasione, ci ha portato al Museo della Liquirizia, uno dei più antichi e importanti del mondo. Al Castello di Corigliano, la cui veduta è qualcosa di unico, e spaziava dal Pollino da una parte, alla Sila d’altra e di fonte al Salento, visibile nei giorni più puliti al di là dello Ionio. E per finire una visita all’antica Rossano.

Restava poi Crotone, meta finale della corsa dei pro’ e, in parte, del nostro viaggio. Crotone vecchia capitale. Nessuno direbbe che questa città ai tempi della Magna Grecia potesse contare due milioni di abitanti. Fu, ed è, una patria di cultura e di vino.

Poco più a Nord, nel frattempo ci siamo spostati a Cirò Marina, eccoci entrare di nuovo nella storia. La storia del vino. Quello più vero, più antico. Il Gaglioppo è un vitigno che da oltre 2.000 anni regala lo stesso pregiato vino.

Ammirare questi appezzamenti, dormirci nel mezzo presso Le Cantine De Mare, è stata un’esperienza unica. Così come la cena e la degustazione di vini che ancora devono essere imbottigliati, di ostriche, di formaggi locali, di paccheri al pesto. E’ la magia della Calabria, del Sud e del cicloturismo.

Portare avanti questa esperienza è stato davvero importante. E chissà che non ne possa nascere qualcosa di bello. Veramente bello.