Wilier Filante SLR, molto più che una bici aero

25.05.2022
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Il test della Wilier Filante SLR, non solo una bici aero concept.

La Wilier Filante SLR non è solo l’evoluzione della bicicletta aerodinamica, ma è un concentrato di soluzioni di design, di eleganza e del binomio perfetto che si può ottenere tra la leggerezza e l’aero concept. Questa è una bici da corridore, senza se e senza ma, una delle poche aero che in salita spinge tanto quanto una una bicicletta da scalatore. E’ briosa e decisa nelle traiettorie, con un’agilità non comune a questa categoria di prodotti.

Una colorazione cangiante e una tubazione obliqua non eccessiva
Una colorazione cangiante e una tubazione obliqua non eccessiva

Wilier Filante e l’evoluzione della specie

Il progetto Filante è la naturale evoluzione della piattaforma Air e Cento10, ovvero la famiglia di biciclette aerodinamiche di casa Wilier. Un aspetto facile da comprendere, ormai ben noto, eppure ci troviamo di fronte una bicicletta completamente stravolta, che non ha nulla in comune con le aerodinamiche delle generazioni precedenti.

La Filante SLR è leggera, con un telaio da 870 grammi (dichiarati e la bicicletta test nella sua totalità ha un peso rilevato di 7,1), è moderna e sfrutta a pieno l’integrazione dei componenti, ma anche un design votato a far collimare efficienza e stile. E l’aerodinamica? C’è e non è nascosta, ma anche in questo caso sfrutta uno step superiore, con quelle tubazioni che non sono mai eccessive e “non stancano l’occhio”.

I tubi non sono tutti uguali

La Wilier Filante SLR è un monoscocca in carbonio e per la sua costruzione è stata utilizzata la stessa fibra composita della 0 SLR. Inoltre, solo nei punti strategici, è stata inserita la resina Liquid Cristal Polymer, con l’obiettivo di irrobustire i comparti senza gravare sul valore alla bilancia. Le sei taglie disponibili hanno delle tubazioni dedicate, in modo da offrire le risposte e doti di rigidità adeguate taglia per taglia. Per questo motivo anche l’orientamento delle fibre è dedicato e specifico.

E poi c’è quel passaggio ampio nella forcella e nel carro posteriore, un altro dettaglio che fa aumentare il valore tecnico della Filante SLR e non comune a questa categoria di biciclette. I due passi ruote sono ampi e lasciano parecchia luce tra pneumatico e profilati (obliqui e foderi della forcella).

Il piantone cambia volume più volte
Il piantone cambia volume più volte

Due componenti fanno la differenza

La bicicletta in test è quella che prevede la trasmissione Shimano Dura Ace a 12 velocità, ma ci sono due comparti che si abbinano alla perfezione. Il primo è quello che si riferisce alle ruote, con le Wilier SLR42, belle da vedere e gratificanti in fatto di performance. Sono un buon compromesso tra rigidità, scorrevolezza, comfort e “vestono” la bicicletta. Sono un ottimo prodotto anche per i macinatori di chilometri e sono adatte a differenti tipologie di utenza.

Il secondo è il cockpit integrato, il Filante Bar e questo può fare la differenza sul comparto anteriore. E’ rigido, si integra perfettamente al design della bici e nasconde al suo interno le guaine. Si adatta allo sterzo di matrice ACR, dove al suo interno non sono previsti blocchi: il manubrio ruota da parte a parte. La curva del manubrio è compact, con lo stem che ha dei gradi negativi che variano in base alle misure. La sezione dritta è piatta, ma non ingombrante e anche in salita è ampiamente sfruttabile. Wilier Filante Bar è un gran bel manubrio.

Le nostre considerazioni

Quando si utilizzano biciclette del genere è sempre necessario e fondamentale entrare nell’ottica che sono mezzi da agonista. Sono capaci di esprimere tutto il loro potenziale quando si spinge a fondo sull’acceleratore. Non è solo una questione di rigidità, di reattività e di agilità della bicicletta, o di “quanta gamba” si ha a disposizione, perché anche la geometria gioca un ruolo fondamentale.

La Wilier Filante SLR non è una bicicletta estrema, “non ti butta giù di sella”, anzi, è piuttosto versatile e capace di adattarsi. Il binomio con le ruote SLR42 ne è un esempio, pacchetto che rende il mezzo ampiamente sfruttabile anche per i giri più lunghi e con tanti metri di dislivello. Però c’è da considerare la geometria e non è un dettaglio.

Una bici aero gratificante anche in salita (foto Sara Carena)
Una bici aero gratificante anche in salita (foto Sara Carena)

Il triangolo principale è il protagonista

Gambe e zona lombare sul piantone, sguardo perpendicolare al mozzo della ruota anteriore: la geometria endurance è un’altra cosa. L’assetto è quello preferito dai corridori, che vogliono “sentire” la bicicletta in ogni sua parte, alla minima accelerazione e capace di cambiare traiettoria al minimo spostamento del corpo.

Senza (o con un numero ridotto) spessori tra l’attacco manubrio e la serie sterzo è davvero bella da vedere, perché l’integrato in carbonio sembra un tutt’uno con il telaio, ma il design degli spacers ha il vantaggio di non smorzare l’effetto racing. Questo è un aiuto a chi vuole questa bicicletta e “deve” usare qualche spaziatore in aggiunta.

Salita e discesa, non sembra una bici aerodinamica

Lo abbiamo sottolineato più volte: la Wilier Filante SLR, a tratti, sembra una bici votata alla salita. Quello che ci ha colpito maggiormente però, è la sua vocazione ad essere “trattata male” in discesa. Velocissima e precisa, dove si possono montare pneumatici anche da 28 (quelli da 30 ci stanno alla grande) per andare ancora più forte ed azzardare pieghe degne di nota.

La bicicletta è bilanciata in maniera ottimale e la forcella non è così rigida da “obbligare” ad essere sempre sulla corda con le braccia. Permette qualche correzione e anche il carro posteriore segue fedele.

Molto gratificante anche in discesa
Molto gratificante anche in discesa

In conclusione

Una gran bicicletta, per palati fini e dedicata soprattutto agli agonisti. La Wilier Filante SLR è, sotto molti punti di vista, il risultato di un’ulteriore evoluzione dell’aerodinamica applicata alle bici di alta gamma, meno estremizzata rispetto al passato, più versatile ed efficiente, sfruttabile un po’ da tutti.

Non è una bicicletta da usare “solo” con le ruote ad alto profilo, fattore che diventa un vantaggio in termini di valore alla bilancia, comodità e anche in fatto di reattività: perché sfruttare a pieno una bici aero con le ruote alte, è cosa per pochi.

Wilier

Selle Repente, la parola al fondatore Massimo Farronato

05.05.2022
4 min
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Repente nasce nel 2017, un’azienda giovane che in pochi anni si è ritagliata uno spazio importante in un mercato combattuto e spesso complicato da affrontare. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Massimo Farronato, fondatore dell’azienda veneta, grande appassionato di tecnica e della bicicletta.

Il sistema RSL, una delle caratteristiche principali di Repente (foto Repente)
Il sistema RSL, una delle caratteristiche principali di Repente (foto Repente)
Quali sono i punti di forza di Repente e da dove nasce il nome?

Oltre agli aspetti puramente tecnici del prodotto, Repente ha una produzione Made in Italy al 100%, che non è solo un vanto, ma ci permette di mantenere una filiera molto corta. Questo fattore, estremamente importante è utile anche per controllare al meglio i diversi passaggi. Il nome Repente ha una radice latina, significa all’improvviso.

Quali sono i segni di distinzione delle selle Repente?

Ci sono delle peculiarità che fanno parte delle selle Repente e rappresentano il DNA dell’azienda. La prima è sicuramente l’aggancio del pad superiore alla base, ovvero il sistema RSL. Questo permette di utilizzare lo stesso scafo e di cambiare l’imbottitura in maniera semplice e sicura. Di recente abbiamo anche modificato i punti di ancoraggio, rendendoli ancor più efficaci. E poi la vera costruzione LCF della scocca, con il carbonio a fibra lunga. Poi c’è anche il concetto Ergo Shape.

LCF, acronimo di Long Carbon Fiber, carbonio a fibra lunga
LCF, acronimo di Long Carbon Fiber, carbonio a fibra lunga
Il carbonio a fibra lunga? Spiegaci meglio…

E’ un sistema di costruzione non facile che include un procedimento molto costoso, ma offre dei vantaggi in termini di risposta e longevità del prodotto. Ci sono le selle che sono full carbon, costruite con il tessuto pre-preg e quelle con il carbonio iniettato o caricate con il carbonio. Queste ultime prendono forma con diversi materiali e procedimenti. Per le selle Repente viene impiegato il PA12 che viene caricato con delle fibre lunghe di carbonio. Non sono molecole, ma dei fili veri e propri. Questi hanno il compito di irrobustire la struttura e le donano una sorta di memoria, limitando la deformazione.

La produzione totalmente Made in Italy di Repente permette di mantenere la filiera corta
La produzione totalmente Made in Italy di Repente permette di mantenere la filiera corta
Molecole e fibre lunghe?

Oltre alle selle costruite con il carbonio pre-preg, quelle che di solito troviamo senza imbottitura, il mercato ci presenta quelle con la base che è un composto. Quest’ultimo è realizzato combinando dei materiali plastici, la natura può essere differente, caricati con il carbonio con le molecole di carbonio, oppure con la fibra lunga. Il primo è un procedimento che non irrobustisce lo scafo in maniera importante, il secondo è fondamentale per la qualità e per la longevità della sella. I fili di carbonio, che hanno lunghezze diverse, arrivano fino ad un centimetro, sono disposti in senso longitudinale.

L’utilizzo di questi materiali influisce sulla costruzione della sella?

La sella viene progettata anche in funzione delle risposte tecniche dei materiali. Ogni sella ha comunque una sua storia, legata al design, al concept e alle performances.

Team Bingoal, tra le squadre supportate tecnicamente
Team Bingoal, tra le squadre supportate tecnicamente
Selle corte oppure lunghe, il carbonio a fibra lunga cambia le sue risposte?

No, se il composito è di buona qualità e ottenuto da un procedimento corretto di lavorazione, la resa tecnica è indipendente dalla forma e dalla lunghezza della sella.

Quanto tempo è necessario per sviluppare una sella?

E’ difficile quantificare il tempo necessario per fare una sella, proprio come la sua longevità, perché le variabili in gioco sono differenti. Potrei dire che, dal momento della sua approvazione, mi riferisco al design, ci vogliono dai 4 ai 6 mesi. Costruire una sella è molto complicato, molto più di quello che si può immaginare.

Repente

Colnago C68, la nuova bici per un nuovo corso

21.04.2022
8 min
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Colnago presenta la C68, una sorta di capostipite per la maison lombarda, che vuole scrivere un’altro capitolo della sua storia. La C68 fa parte della generazione C, sinonimo di Colnago, Carbonio e Classe, di Cambiago. L’eccellenza delle biciclette in carbonio fatte a mano e di quell’estro che in pochi sono in grado di sfoggiare. La Colnago C68 è fatta a mano, come vuole la tradizione, ma dietro il mezzo meccanico c’è molto di più. La Colnago C68 non è l’evoluzione della C64.

Lo sterzo visto di fronte, con il suo design caratteristico, muscoloso e sagomato
Lo sterzo visto di fronte, con il suo design caratteristico, muscoloso e sagomato

Colnago C, la bicicletta che ha segnato il passo

La generazione C è stata la prima bicicletta con la forcella a steli dritti. La prima bicicletta ad avere una versione specifica per il pavé, ma la ricordiamo perché è stata la prima bicicletta da strada con i freni a disco. Colnago C, ovvero una famiglia di prodotti (arriveranno anche la all-road e la gravel) con una filosofia comune, ovvero quella di abbinare performances ed experience ciclistica. Una chiave di lettura attuale e proprio la C68 diventa il simbolo di questo concetto, facendo collimare storia, tradizione e futuro.

Colnago C e V, per due utenze diverse

Perché C68: il motivo è davvero semplice, ovvero si celebrano i 68 anni dalla fondazione della maison Colnago. Le bici che adottano il suffisso C, sono per molti un punto di arrivo e la massima espressione della bicicletta. La nuova C68 sfrutta nuove tecnologie produttive e di lavorazione del composito. Prima di entrare nel dettaglio è fondamentale fare un inciso. La famiglia C e quindi anche la C68, si distacca in modo netto dalla categoria V, che trova il suo apice nella V3Rs, la bici di Pogacar. La V è un’altra cosa, sinonimo di prestazioni massimizzate, dove non esiste il compromesso e la massima resa nelle competizioni è l’obiettivo principale. Le biciclette V sono in carbonio, sono costruite con la tecnologia monoscocca e fanno della rigidità un must.

La C68 non ha i foderi ribassati, soluzione invece utilizzata per la V3Rs
La C68 non ha i foderi ribassati, soluzione invece utilizzata per la V3Rs

C68, spariscono le congiunzioni esterne

La piattaforma C è sempre stata caratterizzata dalle congiunzioni esterne ai tubi. Questa soluzione non è utilizzata per la costruzione della C68. O meglio, le congiunzioni ci sono, ma sono interne ai profilati e la costruzione dell’intera bicicletta è fatta a pezzi. A tutti gli effetti si tratta di una struttura modulare, con lo stesso numero di parti della generazione C precedente. Ogni singolo profilato si innesta in quello precedente e diventa il naturale supporto del successivo. C’è solo il nodo sella che adotta una sorta di raccordo, paragonabile al passato. Il rinnovato metodo costruttivo offre maggiori possibilità di personalizzazione della geometria e al tempo stesso, con le sette taglie a catalogo (ottimizzate per l’impiego con pneumatici da 28 millimetri di sezione), si copre un range maggiore di reach e stack (facendo un accostamento con il passato). I tubi sono incollati, poi fasciati in maniera unica e specifica. Ogni telaio è fatto a mano ed è necessaria una giornata lavorativa per ogni frame, compresa la cottura del composito per consolidare la struttura e la verniciatura. Tutto hand made in Cambiago.

I vantaggi di questa costruzione

C’è un migliore controllo della della laminazione del tessuto composito, a tutto vantaggio di un prodotto finito di qualità superiore, se paragonato con il precedente. Maggiore efficienza produttiva, considerando l’elevato target e le aspettative della clientela che acquista una Colnago, fattore per nulla secondario. Dal punto di vista prestazionale c’è una maggiore rigidità della zona dello sterzo e della scatola del movimento centrale (che ora diventa T47). Tra le novità c’è anche la forcella, che torna ad avere uno stelo tondo e si abbina con un design specifico della serie sterzo, studiato per facilitare il passaggio interno dei cavi e la manutenzione. In questa zona sono impiegati i cuscinetti CeramicSpeed SLT da 1”1/4, garantiti a vita. In fatto di numeri (dichiarati), abbiamo un telaio che pesa (grezzo) 925 grammi (diventano 935 nella versione carbon-titanium) nella taglia 48,5.

Anche con i raccordi in titanio

Dal punto di vista dell’impatto estetico abbiamo un mezzo elegante e moderno al tempo stesso, raffinato e mai troppo esile, con quel tocco aerodinamico della tubazione obliqua. E’ in linea con le richieste attuali del mercato ed è da considerare una bicicletta per gli appassionati, ma che non lascia nulla al caso quando si tratta di spingere sui pedali. Le versioni disponibili sono due, quella carbon (con sette taglie a catalogo ed a richiesta disponibile con misure personalizzate) e quella super esclusiva carbon-titanium (con il suffisso Ti). Quest’ultima ha delle parti in titanio stampate 3D e si orienta principalmente alla customizzazione della taglia.

Ci sono due kit telaio, uno “tradizionale” carbon (5650 euro) e uno carbon-titanium (6600 euro), con la possibilità di personalizzare la colorazione tramite il configuratore (1200 euro in aggiunta). Le C68 carbon complete sono tre e tutte con allestimenti top level, Campagnolo (15770 euro), Shimano (14065 euro) e Sram (13260 euro), alle quali sono abbinati i set di ruote dei rispettivi portfolio. E poi i tre allestimenti per le C60Ti: 16780, 15225 e 14205 euro. La C68 sarà disponibile anche per rim brake.

Nuovo manubrio CC.01

Il nuovo manubrio integrato è prima di tutto il sinonimo di un’ampia compatibilità che accomuna l’ultima generazione delle Colnago e ne fa parte anche il reggisella con forma a D. La Colnago C68 è disponibile con un cockpit full carbon, completamente monoscocca. Collima perfettamente con la battuta superiore del tubo sterzo, compatibile anche con gli stem ACR. Disponibile in 16 combinazioni, tra lunghezza dello stem e larghezza della piega, ha la particolarità di avere un flair leggermente pronunciato nella parte bassa della piega, ovvero una sorta di svasatura verso l’esterno della bici.

Tradotto in numeri, se nella parte alta il valore della larghezza corrisponde a 41 centimetri, in quella bassa si arriva a 43. Ne guadagna la stabilità della bici, nelle fasi di guida tecnica ed aggressiva. Le quote della piega ci dicono di un reach leggermente più lungo (rispetto alla media del mercato attuale) e un drop compatto. Infine l’angolo dello stem di 84°. Il valore alla bilancia dichiarato è di 310 grammi nella combinazione 410/110 millimetri. Ha un valore aggiunto non da poco che è legato al mini-tool inserito nel cap della serie sterzo e si innesta nello stelo della forcella. La C68 è comunque compatibile con gli stem cha hanno un diametro del collarino di 31,8 millimetri.

C’è la tecnologia Blockchain

Al di sotto del portaborraccia, quello del tubo obliquo, è posizionato un tag di matrice NFC, scansionabile con il telefonino. Il passaporto digitale della bicicletta, che permette di tracciare il prodotto dalla sua nascita e lungo tutto il suo percorso e non si può modificare. Fondamentale per eliminare il problema delle contraffazioni e per tenere una memoria precisa delle specifiche tecniche. E’ utile per mantenere inalterato nel tempo il valore della bicicletta, considerando che una bici Colnago è per molti anche un oggetto da collezione. E’ un’applicazione che troveremo sempre più spesso in futuro e che permette in un certo senso di sancire il valore della bicicletta, grazie ad una vera e propria notarizzazione.

Colnago

Fizik Tempo Decos Carbon, carbonio… scolpito per essere al top

13.04.2022
4 min
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Fizik presenta la sua nuova opera d’arte in carbonio per ciclisti, la Tempo Decos Carbon. Una scarpa progettata per essere un agglomerato di prestazioni e comfort con un design pulito ed elegante

Le caratteristiche tecniche di questa calzatura sono da top di gamma e combinano specifiche come rigidità e reattività in appena 228 grammi. La nuova chiusura BOA aggiunge qualità ed efficienza ad un prodotto ideato per soddisfare tutte le esigenze della strada, che sia montagna, pianura o discesa. 

Il sistema BOA Li2 a un solo rotore permette una regolazione veloce e affidabile
Il sistema BOA Li2 a un solo rotore permette una regolazione veloce e affidabile

Design minimalista

L’estetica di questa scarpa incarna un design semplice in pieno stile Fizik. La tomaia è composta da un resistente poliuretano laminato combinato con la rete di tessuto morbida. La calzata della Tempo Decos è avvolgente e permette al piede di rimanere ancorato alla tacchetta ed esprime al massimo l’energia sprigionata

Oltre alla struttura, a favorire ciò c’è l’affidabile sistema di chiusura BOA. Su questo modello i tecnici Fizik hanno deciso di installare un singolo rotore bidirezionale Li2. La sua peculiarità è un’altezza del comando più bassa e una conseguente ergonomia utile per essere facilmente regolato durante la prestazione. 

La suola in carbonio ha una posizione delle viti per le tacchettò arretrata per una migliore spinta
La suola in carbonio ha una posizione delle viti per le tacchettò arretrata per una migliore spinta

La più reattiva

Per definire l’efficienza di una scarpa, il trasferimento di potenza è sicuramente uno degli aspetti più determinanti. Questa Tempo Decos Carbon è stata ingegnerizzata per essere la più reattiva e rigida della gamma. Il carbonio della suola R2 è composto da un layup della fibra che consente di risparmiare peso e offrire una rigidità massima (indice 10). Questa caratteristica permette di avere una suola reattiva e scattante

Ad ottimizzare l’energia espressa in fase di spinta c’è il nuovo posizionamento della tacchetta, leggermente arretrato rispetto alla tradizionale impostazione. A conferma di ciò viene massimizzata l’efficienza della pedalata e ridotta la compressione del ginocchio, nel caso di posizioni avanzate e aggressive. 

Oltre a particolari performanti anche il comfort non è lasciato al caso. L’ampio ingresso di sfiato e la canalizzazione interna del flusso d’aria, permette una termoregolazione costante ed efficiente

Specifiche e prezzo

La Tempo Decos Carbon è un concentrato di caratteristiche rivolte alla performance e al comfort che fanno di questa scarpa una valida compagna per ogni tipo di uscita. Con i suoi 228 grammi vanta un peso piuma in linea con le esigenze dei top di gamma. 

Le taglie disponibili vanno da 36-48 (da 37 a 47 anche nelle mezze taglie). I colori selezionabili sono quattro: nero/nero, bianco, viola/nero e iridescente. Le scarpe sono acquistabili sul sito oppure presso i rivenditori autorizzati ad un prezzo di 290 euro. 

Fizik

Alpitude Gardena, la sella artigianale in appena 70 grammi

09.04.2022
3 min
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Gardena è la sella artigianale in carbonio di Alpitude realizzata tra le montagne del Trentino. Il suo design è pulito e leggero, in linea con le sue caratteristiche tecniche da prima della classe. L’ergonomia è studiata per essere comoda, avvolgente e per assecondare le esigenze dei ciclisti che cercano il massimo dal proprio sellino.

Un prodotto di qualità premium che rispecchia tutti i valori e la mission del brand italiano, che progetta e realizza i suoi prodotti a mano nei laboratori sulle Dolomiti utilizzando materie prime uniche. 

Il canale centrale permette uno scarico della posizione agevolando ulteriormente il comfort
Il canale centrale permette uno scarico della posizione agevolando ulteriormente il comfort

Nata per essere unica

Alpitude ha pensato per questa sella ad un design unico nel suo genere seppur simile a concetti già esistenti. Gardena infatti è caratterizzata da una flessibilità moderata. In particolare la geometria dello short fit che prevede un naso corto si contraddistingue grazie alla sua larghezza non eccessiva. Nel complesso si ha quindi una sella compatta che riesce a risparmiare materiale senza andare a discapito del comfort.

Un’altra particolarità la si nota soprattutto quando si hanno le mani nella parte più bassa del manubrio. Infatti il foro centrale che determina la concavità della punta fa sì che la pressione perineale sia notevolmente alleviata. Un concentrato di caratteristiche che fanno di questa seduta una componente indispensabile per chi cerca prestazione, comfort e leggerezza.

Le versioni disponibili sono quattro e si differenziano per l’estetica non per le caratteristiche
Le versioni disponibili sono quattro e si differenziano per l’estetica non per le caratteristiche

Peso piuma

Il concetto di questa Gardena è realizzato e contenuto in soli 70 grammi di puro carbonio. Un peso del sellino che riesce a concentrare caratteristiche volte al comfort dell’utilizzatore e dettagli progettati per la performance.

Le misure disponibili che determinano la larghezza sono tre: 128 (67 grammi),140 (70 grammi) e 150 mm (73 grammi). Mentre le finiture estetiche si differenziano in quattro versioni: 3K twill, Unidirezionale, 1K plain, 6K spread tow.

La lunghezza totale è di 245 mm mentre la larghezza del naso vanno da 40 a 50 mm. I binari invece hanno una misura di 7×9 mm. Il peso massimo del ciclista per questa sella premium è di 85 kg. Il tutto con un prezzo consultabile sul sito che va da 285 a 299 euro. 

Alpitude

CXR 1: le ruote super performanti di Giant

10.03.2022
3 min
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Le ruote Giant CXR 1 sono il compromesso giusto per essere competitivi su tutti i terreni e su ogni percorso. Sulle lunghe strade sterrate e nei sentieri impervi e fangosi, le CXR 1 sono quel che serve per essere sempre competitivi. Le ruote CXR 1 sono state introdotte sulle bici Giant nel 2014, prima nella gamma da ciclocross e successivamente in quella gravel.

Grazie alla loro ottima rigidità ed al peso contenuto le ruote XR 1 sono adatte a tutti i terreni
Grazie alla loro ottima rigidità ed al peso contenuto le ruote XR 1 sono adatte a tutti i terreni

Leggere e performanti

Le ruote CXR 1 sono costruite con una lavorazione della fibra di carbonio che permette di ottenere una struttura robusta ed allo stesso tempo leggera. Il peso è infatti di 1.398 grammi. Inoltre, la ruota è costruita con un posizionamento della fibra di carbonio che rinforza i punti cruciali. 

La larghezza del cerchio è di 25 mm e questo dettaglio permette alle ruote CXR 1 di avere un’ampia gamma di vestibilità per quanto riguarda i copertoni. Per quanto riguarda quelli da strada la misura può variare tra i 28 ed i 32 mm, mentre quelli da gravel tra i 40 e di 50 mm.

La tecnologia hookless rende la ruota più resistente agli urti tipici del fuoristrada
La tecnologia hookless rende la ruota più resistente agli urti tipici del fuoristrada

I dettagli

Il design hookless del cerchio aumenta la resistenza alla pressione e permette al copertone di assumere una forma più tonda. Ciò ne aumenta la porzione di asfalto coperta e garantisce un miglior supporto laterale a beneficio della stabilità in curva. 

Il mozzo DT 350 a 54 denti offre un apporto quasi istantaneo per una trasmissione di potenza immediata anche sulle salite più tecniche
Il mozzo DT 350 a 54 denti offre un apporto quasi istantaneo per la trasmissione di potenza

Un’altra innovazione delle ruote CXR 1 è l’introduzione della tecnologia DBL (Dynamic Balanced Lacing), che consiste in un procedimento che assicura la tensione ottimale dei raggi durante la pedalata. Il risultato non è solo una maggiore efficienza nel rotolamento ma anche migliori performance e rigidità in fase di frenata.

Giant

Damil DR-18C SPEED le ruote perfette per le bici aero

19.01.2022
3 min
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Le ruote sono uno degli elementi più delicati in una bici, un componente tecnico che può incidere tanto nella prestazione. Gli studi sull’aerodinamica sono arrivati a livelli davvero elevati ed ogni particolare può fare la differenza tra la sconfitta e la vittoria. Per avere un mezzo più prestante è bene considerare di montare delle ruote che facciano al caso vostro, come Damil DR-18C SPEED 50.

Le ruote Damil DR-18C SPEED sono costruite unendo due fibre diverse di carbonio: la T700 e la T800.
Le ruote Damil DR-18C SPEED sono costruite unendo due fibre diverse di carbonio: la T700 e la T800.

Massima aerodinamicità

Lo studio e lo sviluppo tecnico della massa rotante: per le ruote è una fase fondamentale, essendo la parte di contatto con l’asfalto e dato che la riduzione degli attriti è alla base del rendimento della bici stessa. Delle ruote all’avanguardia possono donare una seconda vita alla nostra bici, donandole quella “leggerezza” e “aggressività” che stavamo cercando.

Il profilo giusto per delle ruote aero secondo Damil è quello da 50 millimetri, come quello delle DR-18C SPEED. L’altezza del profilo permette di fendere l’aria con un risparmio di energie non indifferente.

«Principalmente – ci dice Francesco Ceolato, Marketing Manager di Damil – il lavoro è stato fatto sul profilo della ruota. Non è a “v” ma a “u” e questo permette di far scorrere meglio le turbolenze donando maggiore aerodinamicità al cerchio.

«Quello che fa davvero la differenza in Damil – continua Francesco – è che i componenti sono prodotti totalmente da noi nostri laboratori, siamo l’unica realtà in Italia a farlo. Riusciamo, in questo modo, a lavorare al meglio tutti i dettagli, come la scorrevolezza. Infatti, sui cuscinetti sono state utilizzate superfici più lisce per rendere la ruota ancor più veloce».

Dettagli tecnici

Come detto per fare la differenza anche i dettagli sono importanti, le ruote Damil sono curate nei minimi particolari. A partire dalla fibra di carbonio con la quale sono composte, un misto tra la fibra T700 e T800 che dona resistenza e rigidità. Le DR-18C SPEED vengono assemblate a mano con raggi Sapim CX Ray, il mozzo è il Damil road straight pull.

Il canale è largo 19 millimetri sia nella versione tubeless che in quella per tubolare, con l’altezza del profilo sempre di 50 millimetri
Il canale è largo 19 millimetri sia nella versione tubeless che in quella per tubolare

«E’ una ruota adatta a tutti i tipi di coperture – conclude Francesco Ceolato – ma con degli studi appositi per l’ottimizzazione del tubeless. Il canale interno ha una forma tale da essere compatibile alla perfezione con i copertoncini tubeless».

Il canale interno è da 19 millimetri, perfetto per copertoni da 25 millimetri, la larghezza massima consigliata è di 32 millimetri. Il peso delle ruote DR-18C è di 1620 grammi se montate con copertoncino o tubeless, mentre la bilancia si ferma a 1490 grammi se si monta il tubolare. Il prezzo per le ruote DR-18C SPEED è di 1600 euro.

Damil

Spada Bike Tivan 38 disc, le ruote ultra versatili

31.12.2021
3 min
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Spada Bike punta sull’affidabilità e la performance con le Tivan 38 disc. I cerchi in carbonio sono polivalenti e sicuri tanto da poter essere utilizzati come ruota da tutti i giorni per bici da corsa, gravel leggero e ciclocross. Le ruote sono leggere e prestazioniali, ideali anche per chi le vuole utilizzare in gara. Il profilo di 38 mm e i raggi sono studiati per un’areodinamica filante e allo stesso tempo per non soffrire nelle giornate ventose. I prodotti Spada sono nati e testati tra Mortirolo, Gavia e Stelvio a testimoniare il made in Italy più genuino. 

Il profilo di 38 mm permette di avere una linea aerodinamica e versatile
Il profilo di 38 mm permette di avere una linea aerodinamica e versatile

Adatte alle scalate

Le Tivan godono di grande leggerezza, al pari di un basso profilo, che le rendono tuttavia ruote con un ottimo rendimento anche in salita. Il peso si attesta a 1.220 grammi. I bloccaggi rapidi inclusi pesano 58 grammi e sono con leva forgiata e perno cavo. Non sono inclusi nella versione perni passanti, perché sono parte integrante del telaio e forcella con filetti e forme variabili dei costruttori.

Lo scorrimento a due soli cuscinetti favorisce la scorrevolezza e ottimizza la rigidità laterale, grazie alla base molto larga dei cuscinetti. I mozzi Spada oltre ad offrire prestazioni eccellenti sono pensati per eseguire la manutenzione in modo facile e veloce grazie ai fori per la lubrificazione esterni.

Il cerchio Full carbon dispone di nipples in Ergal a 24 raggi
Il cerchio Full carbon dispone di nipples in Ergal a 24 raggi

Versatilità e bilanciamento

I cerchi Tivan hanno un ottimo bilanciamento dei raggi grazie al profilo asimmetrico del cerchio. Sia all’anteriore che al posteriore i raggi sono 24 con nipples in Ergal. Il canale enorme di 22 mm unito ad un profilo hookless permette la compatibilità con ogni tipo di copertone. É disponibile anche la versione hooked con un peso di .1250 grammi. 

Le ruote vengono fornite con nastro tubeless paranipples ultralight già installato. Ultra versatili dispongono di un uncino migliorato per accogliere ogni tipo di gomma senza limitazioni. Le misure supportate sono: 23 mm (5.5 atm), 25 mm (4.5 atm), 28 mm (3.8 atm).

Il prezzo consultabile sul sito è di 1.540 euro. 

SpadaBike

Nuova Orca: leggera ed elegante. E la velocità non fa paura

15.10.2021
5 min
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Veloce, leggera e bella. Sono questi i tre aggettivi a cui Orbea si è ispirata per la creazione della nuova Orca. Un modello da strada ideato per la competizione che non esclude gli amanti del ciclismo che vogliano un modello con prestazioni elevate. Tecnologia e stile non mancano tra le linee della nuova Orca, come i colori di serie in carbonio RAW e i modelli allestiti con Shimano Dura-Ace e Ultegra.

La leggerezza è garantita dai telai in fibra di carbonio OMX e OMR che fanno oscillare l’ago della bilancia rispettivamente tra gli 833 e i 1.030 grammi.

Il design non è esasperato dall’aerodinamicità come per la sorella Aero, ma sotto questo aspetto alcune piccole modifiche sono state apportate. Un esempio sono la forcella Freeflow e le sezioni del tubo obliquo e del tubo sella leggermente appiattite, per una riduzione della resistenza del 10 per cento rispetto alla versione precedente. Orca rappresenta la scelta dei ciclisti alla moda, che chiedono la bici più leggera con la migliore combinazione di tecnologia ed ergonomia.

Un modello da strada ideato per la competizione, ma va benissimo anche per un uso non estremo
Un modello da strada ideato per la competizione, ma va benissimo anche per un uso non estremo

Leggera e performante

Da una guida più fluida, un’ingegneria avanzata e un miglioramento aerodinamico si traggono vantaggi che possono essere percepiti anche da chi non sa nulla di watt. Il telaio OMX (833 grammi) combina esclusivamente fibre ad alto modulo di elasticità e fibre ad alta resistenza. Le lastre di carbonio pre-impregnato sono tagliate a laser, per ridurre al minimo il materiale in eccesso e le sovrapposizioni.

La modellatura OMR mira a forme arrotondate del telaio, che migliorano l’adattabilità e riducono il peso, rendendo questa versione ideale per i ciclisti che cercano una qualità di guida fluida ed efficiente. Il reggisella rotondo da 27,2 mm è decisamente più comodo rispetto ai diametri 30,9 o 31,6 mm, senza sacrificare la rigidità del telaio sul movimento centrale. La forcella Freeflow è progettata per agire come i tubi dei telai aerodinamici, ottimizzati per il movimento direzionale a favore di vento.

Geometria e comfort

La geometria da corsa di Orca nasce da quasi 100 anni di progettazione di bici stradali ed è il perfetto equilibrio tra reattività e stabilità. La posizione è aggressiva per massimizzare l’aerodinamica del corpo e l’efficienza. La guida è precisa e intuitiva.

Gli angoli e le dimensioni sono considerati con attenzione in una serie di taglie diverse, per imprimere più potenza sulla strada a ogni colpo di pedale, e ciò significa maggiore velocità. Orca è progettata per adattarsi a persone di ogni forma e dimensione. A differenza di una posizione da corsa che si concentra sull’aerodinamica, quella da endurance si traduce in una bicicletta più facile da guidare e che aumenta la resistenza. Un cockpit più corto e un manubrio più alto ottimizzano il comfort del ciclista. 

Dettagli tecnici

Sono i dettagli a rendere la nuova Orbea Orca un vero e proprio gioiello. Il passaggio dei cavi è interno, sotto lo stelo e attraverso il tubo sterzo, senza sfregamenti o rumori anomali, ottimizzato per i sistemi di cambio sia tradizionali che elettronici. Il design intelligente della cuffia ed i distanziatori dello stelo permettono ai cavi di entrare nel telaio pur consentendo la regolazione dello sterzo. Lo stelo ICR è compatibile con un supporto per computer montato sulla piastra frontale senza alterare l’estetica.

Il morsetto del reggisella Orca si integra perfettamente nel telaio, riducendo la probabilità di contaminazione e aumentando l’aerodinamica. Gli alloggi della forcella permettono compatibilità di tubolari e copertoni per tutte le esigenze, fino a 32c per OMX e 35c per OMR. 

Prezzo e allestimenti

L’infinità di configurazioni che il portale Myo di Orbea offre si combina con le già molteplici versioni lancio di Orca. Le taglie sono 7: da 46 a 60. I prezzi vanno dal top di gamma ORCA M10i LTD PWR a 9.999 euro fino ai 2.099 euro del ORCA M40. 

Orbea.com