SuperSix Evo fra cross e gravel: trovate le differenze

29.03.2022
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Cannondale è una delle pochissime aziende a proporre lo stesso framekit (SuperSix) con una doppia configurazione e vocazione. Questi due fattori sono decisivi per categorizzare la bicicletta, per capirne il carattere, le performance e contestualizzare il prodotto nel suo ambiente ideale. La componentistica cambia il mezzo? Di sicuro, ma i feedback sono tutt’altro che banali e meritano di essere approfonditi.

Evo CX, quella per il cross

L’abbiamo provata a fondo nel corso dei mesi di dicembre e gennaio, non di rado l’abbiamo portata a gareggiare sui campi di ciclocross. Si tratta di una bicicletta eccellente sotto tanti punti di vista, che potrebbe ulteriormente migliorare alcune sue caratteristiche con un allestimento maggiormente race. E’ comunque leggera, grazie ad un telaio e ad una forcella che, anche senza il carbonio HM, fanno segnare dei valori di peso molto interessanti. E’ reattiva e davvero agile, tutte caratteristiche apprezzabili nel fango e non solo.

Silvia Persico in azione ai tricolori di ciclocross, che ha vinto con la versione CX
Silvia Persico in azione ai tricolori di ciclocross, che ha vinto con la versione CX

Allestimento e dettagli

La componentistica parte dalla trasmissione Sram Force 1×11 con guarnitura Cannondale in alluminio, cockpit Cannondale in lega e sella Fabric. Le ruote hanno i cerchi DTSwiss in alluminio, ma con mozzi Formula. Le gomme sono Vittoria da 33.

Abbiamo rilevato un valore alla bilancia di 8,3 chilogrammi: poco per essere una bici da cx e semplice da alleggerire (anche senza svenarsi). La ruota posteriore ha una campanatura specifica per questa piattaforma, spostata di 6 millimetri rispetto alle ruote e raggiature standard (comune anche alla SE). Montare una ruota tradizionale è possibile, ma risulterebbe completamente disassata rispetto al tubo del piantone. Inoltre è una delle bici da ciclocross che dà il via in maniera ufficiale alla “grande spaziatura” tra tubi (del carro e della forcella) e pneumatici. Il suo prezzo di listino attuale si attesta a 4.499 euro.

La SE per il gravel

E’ quella destinata al gravel e permetteteci la considerazione: “gravel racing” senza dubbi. Lo dicono il telaio, il design e lo shape delle tubazioni, così come le taglie e le geometrie. Rispetto alla sorella CX, cambia completamente l’allestimento e così anche le prestazioni una volta messa in carreggiata, su asfalto, oppure offroad. La doppia corona davanti e tutto il comparto ruote fanno una grande differenza.

La SE, l’abbiamo portata anche sui campi gara
La SE, l’abbiamo portata anche sui campi gara

La componentistica della Evo SE

La trasmissione è Sram, modello Rival AXS a 12 rapporti con doppia corona anteriore. In molte situazioni, proprio la doppia corona gli permette di essere al pari di una bici endurance e considerando la bontà complessiva del prodotto, anche superiore e più versatile. Ha il 46-33 davanti (40 denti invece per la corona della CX) e un pacco pignoni a 12 speed 10-36, una soluzione che permette di andare quasi ovunque e gestendo lo sforzo.

Molto buono l’abbinamento ruote/pneumatici (DT Swiss 1600 Spline tubeless ready e gomme Vittoria Terreno Dry TNT da 40), decisamente scorrevole, sostanzioso ed affidabile, adatto anche ai contesti ambientali esigenti. Come per la versione CX, è possibile montare coperture fino a 45 millimetri di sezione, senza sacrificare la luce di passaggio della ruota. La sella è la Prologo Dimension 143, piuttosto corsaiola. Il prezzo di listino è di 4.999 euro e abbiamo rilevato un peso di 8,7 chilogrammi.

Confronto e feedback

Riteniamo la Cannondale SuperSix Evo in entrambe le versioni, una bicicletta da gara e a tratti una buona bici road che veste i panni off-road. E’ ovvio che le quote geometriche, in particolare l’apertura frontale, fanno una grossa differenza nella guida, ma è pur vero che questa bicicletta invita a spingere, a guidare ed essere veloci anche sullo sterrato. Il binomio tra l’angolo dello sterzo e l’off-set pronunciato della forcella, sono un vantaggio che porta tanta stabilità e sicurezza nelle fasi di guida aggressiva. In velocità e sullo sconnesso le gomme fanno la differenza.

Cannondale SuperSix EVO SE
Cannondale SuperSix EVO SE

Gomme da 40 e DNA race

Può sembrare un’affermazione banale, ma che porta a fare delle considerazioni ad ampio spettro. Questa Cannondale è una bici aggressiva e talvolta una gomma da 33 (quella specifica per il ciclocross) può diventare un limite. Bisogna essere abituati ai colpi che si prendono nella disciplina del cx, saper gestire le pressioni basse dei tubolari e dei tubeless è necessario capire lo scivolamento della bici sul viscido.

La gomma da 40 in dotazione alla versione SE può essere un vantaggio, perché ha un potere ammortizzante maggiore ed ha un range di personalizzazione maggiore, rispetto ad una da 33. Inoltre aggiunge quella dose di comfort; quando si dice che il “comfort va a favore della performance”. E poi le ruote DT Swiss con mozzi Spline, se pur in alluminio, sono valide e molto versatili. La gomma panciuta aiuta quando si è veloci e la trasmissione della SE aiuta a prendere velocità.

Doppia davanti, buona per tutto

Con tutta probabilità la SE diventa utilizzabile e gratificante su strada (con le gomme adeguate), nel ciclocross (con gli pneumatici adatti) e ovviamente nel gravel. Una versatilità che è merito anche della trasmissione. Abbiamo portato la SE nei tre diversi ambienti, sì anche nel ciclocross.

Il plateau da 46 non è semplice da tirare nei tracciati duri, ma i 12 rapporti aiutano e non poco, così come lo “scarico” di una corona da 33. Si può sfruttare molto bene una linea catena di buon livello, soprattutto per i rapporti centrali. In molti casi si può sfruttare solo la deragliata, risparmiando le cambiate del retrotreno. Non è da sottovalutare, considerando quanto in fretta si consumano i pignoni con l’utilizzo sullo sterrato.

In conclusione

Al di là delle preferenze soggettive e legate ad un utilizzo specifico, la SE è una sorta di bici che va bene per fare tutto, facendolo bene. Questa sua caratteristica conferma che la piattaforma SuperSix Evo di Cannondale è azzeccata e diventa un riferimento per chi vuole una bici race e non si vuole distaccare in maniera eccessiva dal segmento road. Anche i due prezzi di listino, molto vicini tra loro, danno modo di discutere ed argomentare a 360° le diverse scelte, fatte in base alla volontà di utilizzo e pieno sfruttamento delle potenzialità della bicicletta.

cannondale

La Cannondale SuperSix EVO del Team FAS messa alla frusta

06.12.2021
6 min
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Questo progetto è la conferma che il ciclocross e il gravel racing possono convivere e condividere una sola bicicletta. La Cannondale SuperSix EVO CX è la versione dedicata agli specialisti del cx, grazie ad un allestimento dedicato e a geometrie (nominate OutFront) che hanno poco da invidiare alle biciclette “cx only” e di sicuro non è un mezzo pensato nell’ottica del bikepacking. Il frame-kit è in comune con la versione SE (gravel) ed è la bici utilizzata in gara da quest’anno dalle ragazze della FAS Airport Services, sponda nel cross della Valcar&Travel Services, su cui corrono quindi Eva Lechner, Alice Maria Arzuffi, Silvia Persico e Lucia Bramati. Entriamo nello specifico del test.

L’angolazione dell’immagine permette di vedere anche le forme delle tubazioni
L’angolazione dell’immagine permette di vedere anche le forme delle tubazioni

SuperSix EVO CX, le sue peculiarità

Il telaio si basa sulla costruzione monoscocca ed è full carbon. Non utilizza il tessuto composito in alto modulo (HM), ma quello standard. L’impatto estetico e il design nel suo complesso, unito allo shape delle tubazioni, ricorda da vicino la sorella stradale Cannondale SuperSix Evo.

I profilati sono voluminosi, mai eccessivi, con un avantreno più muscoloso e un posteriore più “sottile”, un abbinamento mai banale e gratificante. Siamo nel ciclocross e il concept risulta moderno. I tubi hanno la sezione frontale arrotondata (soluzione mutuata dalla versione road), mentre il lato che non impatta nello spazio ha il profilo tronco.

Il fango blocca la ruota? Problema risolto

E poi c’è il carro ribassato, con l’innesto allargato dei foderi obliqui. Tradotto: tanto spazio tra i due pendenti e la gomma. L’ampia luce di passaggio c’é anche nel comparto anteriore, nella forcella (tutta in carbonio). Davanti e dietro scorrono pneumatici fino a 45c di sezione (mica male, pensando ai tracciati con tanto fango e alle gomme larghe che si usano nel gravel). Rimanendo in questa parte della bici e sempre in merito alla forca, ha un rake di 5,5 centimetri: aperto.

In un certo senso contrasta con l’angolo dello sterzo che è piuttosto chiuso (e infatti, la faccia e lo sguardo sono sempre perpendicolari allo sterzo, un bel vantaggio per chi ama la bici reattiva sull’avantreno). Ovviamente la considerazione è da rapportare taglia per taglia. Questa combinazione però, ha dei vantaggi in termini di guidabilità nello stretto e in fatto di stabilità.

Cinque taglie, dalla 46 alla 58

Qui entrano in gioco anche i foderi bassi del retrotreno che adottano il protocollo Save: sono muscolosi e molto corti (solo 42,2 centimetri) sagomati e asimmetrici, dissipano a dovere e si innestano nella scatola del movimento centrale che è larga 83 millimetri. La guarnitura One è in alluminio con perno da 30 di diametro.

La Cannondale SuperSix EVO CX è disponibile in cinque taglie, dalla 46 alla 58, tutte con ruote da 700c. L’allestimento è uno, così come l’accostamento dei colori. Il prezzo di listino è di 4.199 euro.

Le nostre impressioni

Non abbiamo avuto modo di testare la Cannondale SuperSix EVO SE, “solo” la cx in questione, sta di fatto che questa bicicletta ha un carattere racing e non fa nulla per nasconderlo. Race certo, ma con un approccio molto moderno, dove l’estremizzazione della rigidità diventa un limite.

E’ leggera, perché 8,3 chilogrammi (8,27 per la precisione e abbiamo provato la taglia 51) sono pochi, anche in considerazione dell’allestimento (e si può limare ancora molto), è agile davanti ed è parecchio veloce nei cambi di direzione. E’ una bella arma da sfruttare nei passaggi stretti e in quei punti che assomigliano più a singletrack, che non a fettucciati.

Leggera, ma non nervosa

Nonostante questo, non l’abbiamo “sentita” eccessivamente rigida, anzi, la sua capacità di copiare il terreno è un fattore da capire prima e da sfruttare poi. Anche il carro segue questa sorta di fil rouge, deciso nelle forme e mai eccessivamente brioso nelle risposte: il comfort ne guadagna.

Molto buono a nostro parere il valore dell’altezza del movimento centrale da terra: 28 centimetri (28,2 per la misura più grande). I valori di reach e stack sono in linea con le taglie, considerando i moderni sviluppi che prevedono attacchi manubrio ridotti. Questo non è un fattore secondario, che facilità la scelta della taglia più consona anche a chi arriva dalla strada e dal gravel puro.

Noi l’abbiamo testata e messa sotto torchio alla nostra maniera, ma ora sentiamo chi la bicicletta la utilizza nel contesto agonistico di primo piano.

Eva Lechner (a sinistra) con la SuperSix Evo CX
Eva Lechner (a sinistra) con la SuperSix Evo CX

Una 51 per Eva Lechner

Eva Lechner: «Mi trovo davvero bene e non lo dico solo perché è la bicicletta del team. Fin da subito ho avuto delle ottime sensazioni di guida di fitting ottimale in sella. Uno dei grossi vantaggi è il suo peso ridotto, al tempo stesso è stabile. Per darvi un riferimento, io utilizzo una taglia 51 e nella configurazione gara uso i tubolari: dico questo perché anche la geometria e la componentistica sono importanti».

La Persico al Trofeo Guerciotti 2021
La Persico al Trofeo Guerciotti 2021

Persico: «La più reattiva»

«Utilizzo Cannondale da cinque anni – spiega Silvia Persico – per me è una bella fortuna, perché le bici sono belle e performanti. A mio parere, questa SuperSix EVO CX  è la più reattiva della gamma. Sotto alcuni punti di vista è superiore anche alla SuperX che utilizzavo l’anno scorso. E’ molto briosa, reattiva e veloce. Tenete presente che in allenamento uso le gomme con la camera d’aria, mentre in gara i tubolari. La vedo anche in un contesto gravel racing, anche se onestamente non ho dei riferimenti precisi, in riferimento a questa categoria di bici».

Stella McCartney x Cannondale: disegnate 18 bici uniche

19.11.2021
3 min
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Il bike brand americano Cannondale, recentemente acquisito dal gruppo PON, ha comunicato d’aver attivato, assieme alla stilista britannica Stella McCartney una collaborazione finalizzata alla realizzazione di una serie limitata di soli 18 esemplari dei modelli SystemSix, SuperSix EVO ed EVO CX.

Le bici Cannondale firmate da Stella McCartney saranno esposte negli stores di Shanghai, Tokyo, Londra e New York
Saranno solamente 18 le bici firmate da Stella McCartney

Creatività & Design

Con i design di Ed Cutis, della newyorkese Myfawnwy (Maisie Broome) e di Tom Tosseyn, è stata creata una “capsule collection” raffinata e moderna delle biciclette da strada più rappresentative di Cannondale. Questi artisti emergenti, che hanno contribuito all’ultima collezione autunno/inverno ’21 di Stella McCartney. Hanno così potuto trasferire il loro proprio approccio artistico innovativo e la loro creatività sui prodotti Cannondale. Inoltre, queste diciotto straordinarie biciclette Cannondale – tutte dipinte a mano – rappresentano anche un concreto impegno per la sostenibilità. Non a caso è proprio il ciclismo che offre significativi vantaggi alla salute delle persone e del nostro pianeta…

Queste biciclette sono attualmente in mostra in alcuni flagship stores di Stella McCartney, più precisamente a Shanghai, Tokyo, Londra e New York. Non saranno disponibili per l’acquisto e non entreranno in produzione. Stella McCartney ha dichiarato: «Come ciclista e persona che usa la bicicletta per andare al lavoro non potrei essere più entusiasta di questa collaborazione con Cannondale. Le biciclette che abbiamo creato incarnano i nostri valori e la nostra visione comune, fondendo bellezza e desiderabilità con un senso di responsabilità verso la prossima generazione”.

Cannondale SuperSix EVO disegnata da Ed Curtis per la collezione di Stella McCartney
Cannondale disegnata da Ed Curtis per la collezione di Stella McCartney

A favore della sostenibilità

Nata e cresciuta tra Londra e la campagna inglese, Stella McCartney ha lanciato l’omonima Maison in collaborazione con Kering come joint venture al 50 per cento. Ha presentato la sua prima collezione a Parigi nell’ottobre del 2001. Vegetariana da sempre, la stilista non usa né pelle né pelliccia per le sue creazioni. Le collezioni Stella McCartney vanno dal “ready to wear” femminile, uomo, agli accessori, alla lingerie, agli occhiali, ai profumi fino a una linea per bambini. Oggi nel mondo esistono cinquantuno boutique monomarca Stella McCartney. Tra cui: Manhattan (Soho), Londra (Myfair e Brompton Cross), Los Angeles (West Hollywood), Parigi (Palais Royal), Milano, Tokyo, Shanghai e Pechino.

Le collezioni sono distribuite in oltre 77 paesi grazie da ben 863 rivenditori, tra negozi specializzati e grandi magazzini. In più sono disponibili online in 100 paesi. Particolarmente apprezzata è poi la collezione di abbigliamento sportivo “adidas by Stella McCartney”. Ha riscosso un successo sempre maggiore e si ampliata col tempo rivolgendosi a diverse discipline sportive: corsa, ginnastica, yoga, tennis, nuoto, sport invernali e ciclismo. L’impegno della stilista inglese in favore della sostenibilità è evidente in tutte le sue collezioni e parte integrante della filosofia del marchio. Un brand che si propone responsabile e al passo coi tempi.

Cannondale

Balsamo sul pavé con una Cannondale iridata (dipinta a mano)

01.10.2021
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Elisa Balsamo vive ancora nell’onda lunga dell’entusiasmo iridato e c’è da capirla. Non è ancora passata una settimana e serve ben di più per somatizzare il sogno di una vita. Gli scossoni del pavé nelle prove di ieri pomeriggio e stamattina l’hanno richiamata alla realtà, ma guardare la nuova Cannondale SuperSix EVO World Champion l’ha rimessa subito di buon umore.

«Avevamo già provato qualche tratto a marzo – dice – mi ricordavo i tratti abbastanza bene. E’ dura. Non in quanto pericolosa, ma perché ci sarà da spingere. La selezione comincerà subito e noi proveremo a esserci. Con le nostre bici e i tubolari da 28. Certo passare dalla pista levigata al pavé è un bel salto, ma sono esperienze che voglio e devo fare per crescere. Non ho ancora pensato a come sarà correre con la maglia iridata e soprattutto in una gara così. Penso che sarà una bella vetrina per la Valcar, in questo ultimo mese voglio farla vedere per far passare anche il messaggio. La mia vittoria è stata il coronamento di un percorso iniziato dalle junior. Qui si lavora bene».

Sanguineti e la Mtb

Con lei alla Valcar correrà domani anche Ilaria Sanguineti, che per caratteristiche e fisico alla Roubaix potrebbe trovarsi benissimo.

«Terrorizzata no – dice – ma certo ieri dopo due settori mi sono venute le vesciche alle mani, pur avendo i guanti. A me che di solito non li porto mai. E’ un pavé completamente diverso da quello che conoscevo, proprio non sappiamo cosa aspettarci. In certi tratti, visto che d’inverno mi diverto con la mountain bike, è sembrato di rivedere quei sentieri. Bisogna essere bravi a guidare e poi ci sarà da stringere tanto i denti, perché il pavé è conciato male, non pensavo così tanto. Servirà fantasia, anche perché in squadra nessuno l’ha mai corsa o seguita, per cui sarà un’incognita per tutti».

La Cannondale iridata

La Cannondale Cannondale SuperSix di Elisa Balsamo ha il telaio SuperSix EvoHi-ModDisc misura 51. Il gruppo è lo Shimano Ultegra Di2 con casetta Ultegra 11-30 e pedivelle da 170 con PowerMeter FSA Powerbox. Le ruote sono le Vision Metron 40 montate con tubolari Veloflex da 28 per la Roubaix (gonfiate a 6). Attacco e manubrio sono Hollowgram, la sella Prologo NDR (altezza di sella da 71,2). Di Prologo è anche il nastro manubrio OneTouch. Borracce Elite, pedali Look Keo e computer Garmin 830.

Assieme a Elisa Balsamo, Ilaria Sanguineti che sul percorso della Roubaix ha più di qualche freccia da scoccare
Assieme a Elisa Balsamo, Ilaria Sanguineti che sul percorso della Roubaix ha più di qualche freccia da scoccare

Bastianelli preoccupata

«La Foresta? Ci mancava solo quella». Davanti alla prima Roubaix femminile della storia, Marta Bastianelli fa avanti e indietro fra il timore e la curiosità.

«Ho visto due tratti di pavé particolarmente malconci – prosegue – ho mal di braccia, mi tirano tutti i tendini. Infatti stiamo valutando col massaggiatore di mettere un tape. Il pavé del Fiandre è tutta un’altra cosa. Qui a volte senti che la bici se ne va per i fatti suoi e le banchine di lato sono tutte rovinate e non ci puoi passare. Se poi c’è il pubblico, lo spazio si restringe ancora. Insomma, una bella esperienza, ma per ora non sono troppo entusiasta. Forse perché con l’età si tende a frenare prima e a correre meno rischi, magari il debutto quando avevo 25 anni sarebbe stato un’altra cosa».

«Una bella gara – dice – una gara monumento. Una gara che per noi è un buon trampolino di lancio, però secondo me è troppo impegnativa nel complesso. Nel gruppo ci sono tante ragazze, alcune magroline. Mi chiedo che cosa succede nella seconda metà del gruppo. Non abbiamo l’abilità e l’esperienza degli uomini. Se cade una, cadono tutte. Per ora la vedo un po’ così, però magari poi mi dovrò ricredere e verrà fuori una gara bellissima. A prescindere sarà una gara bellissima, però dal punto di vista tecnico, tattico e fisico ma sarà sicuramente molto impegnativa per noi ragazze.

Un primo assaggio inatteso e severo per Tatiana Guderzo
Un primo assaggio inatteso e severo per Tatiana Guderzo

Ansia Guderzo

E poi c’è Tatiana Guderzo che in vita sua pensava di averle viste tutte e invece davanti al pavé francese ha trovato il modo di grattarsi i capelli…

«Penso che sia una gara molto molto, molto, molto dura – sottolinea – e caratterizzata da tanti tratti di pavé non eccessivamente massacranti nella prima parte. Ho provato solamente gli ultimi 13 e due sono veramente difficili. Soprattutto il penultimo, pericoloso quando l’ho affrontato ieri con l’asciutto. Era difficile guidare la bici, difficile stare in un gruppo ristretto come eravamo noi. Non oso immaginare se si arriva all’interno di quel settore un gruppo di 10-15 ragazze. Se domani pioverà, mi fa paura affrontare un settore del genere.

«E’ una gara non eccessivamente lunga, dunque questo forse la renderà più veloce dall’inizio. Sicuramente il vento sarà determinante, perché già oggi ce n’è molto di più in confronto a ieri. Si fa sentire e averlo laterale nei settori li renderà ancor più selettivi. Poi con fango e acqua le cadute saranno… gratuite e questo spezzerà il gruppo ancor prima metti di quanto potrebbe fare una selezione naturale.

«Non si può sottovalutare. Non si può arrivare qui senza allenamento o senza un equipaggiamento idoneo. E’ la dimostrazione che il ciclismo femminile sta crescendo e poter vivere questa esperienza è la conferma che è il futuro è rosa o comunque la speranza c’è. Speriamo di portare a casa un’altra importante esperienza, sono gare che nella vita di una ciclista bisogna provare. Dunque ho questa possibilità che concluderò sicuramente con sicuramente delle vesciche sulle mani, che comunque già ieri hanno iniziato a vedersi».

Cannondale SuperSix EVO Cx, fra cross e velocità

24.08.2021
4 min
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Il ciclocross tira e tira forte. E così Cannondale apre il gas e presenta la SuperSix EVO Cx, progettata proprio per offrire il massimo supporto ai corridori della specialità nelle più disparate situazioni di guida che il cross presenta loro. Il progetto non è per caso: è infatti la sintesi di quello che l’azienda americana ha imparato dai progetti SuperX ed EVO, raccogliendo e utilizzando il meglio delle tecnologie quanto a aerodinamica, guidabilità, versatilità e raggiungimento della velocità. Il cross infatti è una disciplina in continua evoluzione e grazie ad atleti sempre più forti come Van der Poel e Van Aert raggiunge ormai delle velocità piuttosto ragguardevoli.

Il colpo d’occhio e l’aerodinamica di una bici da strada, con le specifiche offroad
Il colpo d’occhio e l’aerodinamica di una bici da strada, con le specifiche offroad

Puro ciclocross

Gli amanti di Cannondale a questo punto hanno capito tutto, agli altri lo raccontiamo noi. Il colpo di genio è infatti quello di unire alle specifiche fuoristradistiche della Super X le qualità di velocità della EVO, una delle bici da strada più aerodinamiche.

Perciò parliamo di una bici da cross quando diciamo che lo spazio libero per ogni lato è di 13 millimetri montando gomme da 33 millimetri (si può salire fino a 45 per uso non agonistico): questo fa sì che si riduca l’accumulo di fango e sporco e una superiore facilità in frenata.

Pura aerodinamica

Parliamo invece di una bici aero citando il profilo dei tubi aerodinamici che su strada rendono la Super X EVO Cx veloce quasi quanto una bici da strada, con il dettaglio dei foderi corti che la rendono estremamente reattiva e l’avancorsa sufficientemente lungo da rendere la bici guidabile nello stretto e insieme stabile in velocità.

Identico alla EVO è il carbonio ad alto modulo con cui è costruito il telaio, per una bici che viene poi montata con lo Sram Force 1 a 11 velocità, freni a disco Sram Force1 e reggisella Hollowgram KNOT. Gomme di serie 700cx33, colore Purple Haze (che tradotto significa foschia viola).

Pronta per la Valcar?

Non stupisce che il brand americano abbia deciso di investire così forte sul ciclocross e una considerazione a margine scatta da sé guardando al ciclocross (femminile) di casa nostra. E’ ormai ben più che che una supposizione che la Valcar stia per lanciare una squadra di cross e dato che il team di Valentino Villa è da anni fedelissimo a Cannondale, perché non pensare che con questa bici possa correre il prossimo anno anche la campionessa italiana Alice Maria Arzuffi?

La bici è disponibile nelle misure 46, 51, 54, 56, 58 al prezzo di 4.199 euro.

cannondale.com