Fra Santini e la Trek, l’arte e la diplomazia di Leslie

16.12.2021
5 min
Salva

Nella hall del Cap Negret di Altea è tutto un ribollire di americani e frasi in inglese. In un tavolo c’è Monica Santini a colloquio con il numero due di Trek, mentre lo staff marketing dello squadrone americano invade sale e salottini per interviste, foto, video e le iniziative che popoleranno le campagne di tutta la stagione. Perciò quando Paolo Barbieri, responsabile italiano dei media, ci gira il nome di Leslie Zamboni, la prima sensazione è che avremo davanti un’italoamericana, perciò l’approccio è in inglese.

Lei si volta. Risponde. Poi con un sorriso esclama: «Sono italiana, se vuoi possiamo parlare italiano».

Leslie ha gesti che lasciano trasparire sicurezza. Solo quando alla fine del nostro incontro le chiederemo di fare una foto, avrà un attimo di tentennamento. Mai chiedere a una donna di fare una foto senza averla avvertita in anticipo…

Leslie Zamboni è arrivata alla Trek dopo aver lavorato per Nalini
Leslie Zamboni è arrivata alla Trek dopo aver lavorato per Nalini

Fra il team e Santini

Di lei vi avevamo parlato in uno dei primi articoli di bici.PRO quando passammo qualche ora nel maglificio Santini e nel mucchio degli scatoloni di fine 2020 intravedemmo un paio di figure che assortivano le forniture di abbigliamento della Trek-Segafredo per il 2021. Di lei ci parlò Stefano Devicenzi, ma non ci era ancora riuscito di incontrarla.

Leslie Zamboni è la figura di raccordo fra il team e l’azienda di Lallio, dipendente direttamente da Trek Italia, per evitare che i corridori tirino matti i tecnici di Santini con le richieste più estemporanee. Non sareste anche voi curiosi di farle decine di domande?

Come arriva Leslie alla Trek-Segafredo?

Come arrivo… (sorride e riordina le idee, ndr). Ho un background di 20 anni nell’abbigliamento per il ciclismo. Lavoravo da Nalini nel commerciale estero, per cui avevo regolarmente a che fare con le squadre. Ho lavorato con la Kelme, la Banesto, l’Astana. A un certo punto mi trovai a lavorare per Trek, che al tempo non aveva una figura interna che si occupasse dell’abbigliamento. E così un bel giorno, il responsabile del team venne a propormi se mi interessasse passare con loro.

E tu?

E io ho pensato che in Nalini mi trovavo benissimo, era anche vicino casa. Ma ho sentito che fosse arrivato il momento di cambiare, così ho accettato e mi sono trovata a lavorare con lo staff per capire in primis come fosse organizzata la squadra. Ho legato con i massaggiatori, ho scoperto i meccanismi e le varie figure che operano e poi ho cominciato a fare il mio vero lavoro.

Ad Altea ogni corridore ha ricevuto due scatoloni pini zeppi di ogni ben di… Santini
Ad Altea ogni corridore ha ricevuto due scatoloni pini zeppi di ogni ben di… Santini
Che sarebbe?

Raccolgo le informazioni che chiunque può darmi per migliorare l’abbigliamento della squadra. Una volta messo a punto questo cumulo di dati, mi interfaccio con Santini che inizia le sue ricerche per capire se le modifiche valgano la pena e siano di facile utilizzo. 

Ci hanno spiegato che il tuo ruolo è anche filtrare le richieste degli atleti.

Esatto (dice con una risata argentina, ndr). Abbiamo 31 ragazzi e 14 ragazze. Quelli che vengono da squadre più piccole, hanno meno esigenze e davanti alle forniture che ricevono spesso rimangono a bocca aperta. Quelli un po’ più esperti fanno richieste e c’è spesso da ragionare se nascano da vere esigenze o da intuizione del momento che dopo qualche ora sono tramontate. Per fortuna alcuni corridori sono un bel riferimento…

Ci hanno parlato di Stuyven.

Esatto, Jasper è un ragazzo molto attento. Testa tutti i materiali, ha un approccio molto logico e pragmatico e non si fa prendere dal momento. Un altro che sta crescendo su questo fronte è Pedersen. Sono atleti sensibili, attenti al dettaglio e poco emozionali. Vivendo al Nord, le loro relazioni sui vari prodotti sono molto attendibili.

Asbjorn Hellenmose e Filippo Baroncini, con la divisa da allenamento e quella da gara
Hellenmose e Baroncini, con la divisa da allenamento e quella da gara
Che cosa significa poco emozionali?

Ci sono corridori che rientrano da un allenamento in cui hanno avuto un problema e vengono a proporti di cambiare la maglia o la giacca per ovviare al problema. Poi vanno a farsi la doccia e se gli chiedi spiegazioni, l’hanno già dimenticato. A volte, se insistono, si fanno cose sapendo che non funzioneranno. Solo così sentiranno di essere presi in considerazione e si renderanno conto che l’idea non funziona. Non mi va di passare per la mamma cattiva che dice sempre di no… A volte poi il processo è inverso. Monica Santini e il suo staff a volte propongono qualcosa. Noi lo prendiamo e chiediamo il feedback dei ragazzi.

Tu sei sempre presente?

Ci sono al ritiro di dicembre per la consegna del materiale e a quello di gennaio per avere i primi report. Poi li seguo alle corse. E’ bene avere un contatto frequente. Li coccoliamo parecchio, d’accordo con Monica (Santini, ndr). Il materiale è tutto fatto su misura e a me piace stare in contatto con i corridori per il rapporto che si crea.

Quanto ti impegna la fase pre ritiro?

Sono nel magazzino di Santini per giorni interi, ad allestire scatole e valigie destinate ai corridori. E’ il momento più caldo della mia stagione. Porto sempre il buon Stefano Cerea, gran lavoratore, esperto e tanto paziente…

I corridori sono mai sfrontati nel chiedere adattamenti?

No davvero, alcuni sono timidissimi, devi capire tu se vogliono dirti qualcosa, magari sdrammatizzando. Una cosa comune a tutti è che sono molto educati. Su questo Guercilena (team manager del team, ndr) è sempre stato intransigente.

Cucitura giubbini Trek-Segafredo, Santini
Nei laboratori di Santini prendono forma le divise del club. Prima del ritiro, i magazzini traboccavano di materiale Trek
Cucitura giubbini Trek-Segafredo, Santini
Nei laboratori di Santini prendono forma le divise del club
E le ragazze?

Abbiamo iniziato tutto da zero, pur avendo buone basi in Santini. Siamo partiti dalle linee già esistenti e abbiamo iniziato lo sviluppo. La cosa più interessante dell’ultimo periodo è lo sviluppo del body da strada, partendo dalla base di quello per gli uomini. Lizzie Deignan si è fatta portavoce dell’esigenza. Abbiamo fatto la modellatura e ora abbiamo fatto la prima fornitura. Siamo molto curiosi di vedere se andrà bene.

La curiosità è legittima: ti senti più una donna Trek o una donna Santini?

Bella domanda (ride ancora, ndr), sono una donna Trek, ma devo dire che con Santini si è creato un ottimo rapporto. Sono molto ferrati, in più parliamo la stessa lingua. Capiscono velocemente le esigenze dei professionisti, si tratta di uno scambio equo, perché comunque dal team arrivano spesso feedback interessanti per la produzione.

Ciccone, un po’ di fortuna e tanti sassolini da togliere…

15.12.2021
6 min
Salva

«Se puoi – dice Ciccone – riportala alle stesse misure del Giro d’Italia. Alla fine sono le migliori, mi trovavo bene. E anche le selle… Se riusciamo a fare tutta la stagione con quella nera, io sono contento».

Mauro Adobati prende nota. Il primo ritiro serve proprio per mettere a posto i materiali e il lavorìo dei meccanici della Trek-Segafredo va avanti instancabile dal mattino e sarà così fino a domenica, quando torneranno a casa. Tra bici tirate a lucido e altre con il divieto di fare foto perché probabilmente esordiranno durante la stagione, il parcheggio dell’hotel è come la piazza di un paese brulicante di attività. Le strade di Altea, nella Comunità Valenciana, hanno accolto i corridori con il consueto calore di sole e di gente. E com’era prima del Covid, anche se il Covid c’è ancora, si può vivere qualche ora con loro per capire, conoscersi meglio, raccontare.

A confronto con Adobati per la messa a punto della bici per il 2022
A confronto con Adobati per la messa a punto della bici per il 2022

Nuova maglia da allenamento

Ciccone indossa la nuova tenuta da allenamento. Non più il giallo fluo degli scorsi anni, ma un rosa salmone, ugualmente fluo, cui dovremo fare gli occhi e che avevamo intravisto passando nel laboratorio Santini quando si trattò di annunciare la maglia gialla del Tour. Il 2021 dell’abruzzese ha avuto luci e ombre, ma se si vuole leggere completamente la stagione di un corridore, non ci si deve limitare ai soli piazzamenti, che pure resteranno negli albi. Eppure questa semplice annotazione lo mette di buon umore.

«Un conto è se nel bilancio di fine anno – conferma – devi mettere dei pessimi risultati e delle prestazioni non all’altezza. Un altro se i risultati sono al di sotto, ma le prestazioni finché sei stato… in piedi erano delle migliori. Sono caduto troppe volte e sempre nei momenti importanti. Così ora passa in secondo piano che alla fine della seconda settimana del Giro fossi a ridosso dei primi cinque e che a lungo il solo che abbia lottato con i migliori sia stato io. Eppure nei commenti continuano a dire che non sono più quello del 2019. E dopo un po’ che li leggi, diventa pesante…».

Giro d'Italia 2021, Nibali Ciccone
Con Nibali passato all’Astana, gli equilibri in Trek sono diversi. Ma la coppia secondo Ciccone non ha funzionato
Giro d'Italia 2021, Nibali Ciccone
La coppia Nibali-Ciccone non ha funzionato. Ciccone spiega…

Due anni con lo Squalo

Non c’è più Nibali e la sensazione, più sulla pelle che suffragata da fatti, è che per lui sia come aver perso un condizionamento. Positivo o negativo che fosse. Ma siamo qui per capire e così, partendo da Vincenzo, andiamo indietro provando a guardare in avanti.

Come è andata con lo Squalo?

Adesso che posso guardarla da fuori, sono stati due anni difficili. La coppia per vari motivi non ha funzionato. Lui ha vissuto i due anni più difficili della carriera, io ho avuto qualche sfortuna e qualche tensione di troppo. La sintesi c’è stata al campionato italiano.

Che cosa è successo?

E’ venuto fuori il nervosismo classico delle corse, che quando hai due leader può diventare brutto da vedere. Vincenzo doveva dimostrare di essere all’altezza della convocazione olimpica, io stavo vivendo un momento di forma molto buono dopo il Giro e alla fine ci siamo inseguiti fra noi. I rapporti fra noi sono buoni. Mi ha trasmesso la tranquillità nell’affrontare e vivere le corse. Lui in questo è un freddo. Ma tecnicamente non posso dire di aver imparato qualcosa, perché non c’è stato proprio modo di lavorare insieme.

In questi primi giorni, la squadra esce in gruppi differenziati in base al tipo di lavoro
In questi primi giorni, la squadra esce in gruppi differenziati in base al tipo di lavoro
Come va il cantiere Ciccone, continui a crescere?

Siamo ancora in fase di costruzione, anche se qualcosa ci è un po’ sfuggito. A livello di crescita fisica e mentale, vedo un grosso cambiamento, i risultati non ci sono ancora.

Perché dicono che vai meno che nel 2019?

Si parla del Giro. Partivo da leader e secondo me è stato un Giro importante. Nel 2019 correvo all’arrembaggio, ho vinto una tappa e conquistato la maglia dei Gpm, ma nelle altre tappe prendevo venti minuti e nessuno diceva niente. Io non voglio essere così, voglio tenere duro e quest’anno non ho mai preso quei distacchi e ugualmente ero lì a giocarmi le tappe.

La fase di costruzione prevede la cura di quali dettagli?

Negli ultimi anni è cambiato parecchio, tutti curano i dettagli. Quel che fa più la differenza è la tensione con cui vengono vissute le gare, senza mai un momento di tranquillità. Il ritmo è sempre alto per questi giovani che non perdono un solo colpo. Una volta ai miei 27 anni sarei stato considerato sulla porta del periodo migliore, ora è diverso. Un aspetto su cui ho capito di dover migliorare è la crono, per la quale abbiamo già fatto dei lavori specifici prima della Vuelta, anche se al Giro non ce ne saranno…

Luca Guercilena, Giulio Ciccone, Tour de France 2019
Si torna al Tour per ricercare vecchie sensazioni. Qui con Luca Guercilena in quei giorni indimenticabili
Luca Guercilena, Giulio Ciccone, Tour de France 2019
Con Guercilena al Tour del 2019: questppanno si torna in Francia
Farai il Giro?

Il Giro e il Tour, come nel 2019. Prima un bel programma con la Valenciana, la Tirreno, il Catalunya, finalmente la Freccia e la Liegi, che non vedevo l’ora di rifare. L’ho corsa solo nel 2019, una delle edizioni più dure, e mi è piaciuta molto.

Perché quelle osservazioni sulla sella con Adobati?

Sono un maniaco dei dettagli e quando trovo un’imbottitura che mi va bene, non la mollo più. Con gli ingegneri Trek stiamo facendo selle personalizzate. Lo stesso ho fatto delle scelte per quanto riguarda il manubrio. Abbiamo provato quello integrato per scendere un po’ di peso, ma alla fine ho scelto di tornare a uno tradizionale. Attacco e curva.

Hai parlato delle critiche: dite spesso di infischiarvene, ma alla fine siete sempre lì a leggere…

Solo un tipo solare, mi piace tenere i contatti con i tifosi. Le critiche le sento e a volte fanno male. Del confronto con il 2019 abbiamo detto, mentre quelle durante la Vuelta in cui arrivavo a un minuto da Roglic… Ero deluso anche io, ma Roglic è il numero uno al mondo e quei distacchi li abbiamo presi in tanti.

Nella Trek è arrivato Cataldo: suo padre è stato ds di Ciccone nelle giovanili
Nella Trek è arrivato Cataldo: suo padre è stato ds di Ciccone nelle giovanili
Al tuo fianco ci sarà Cataldo.

E’ una grande novità per la squadra, l’uomo giusto per creare un progetto. Ha grande esperienza in corsa e gli riconosco il fatto di avere potere su di me, perché lo conosco e lo stimo da quando ero bambino. Ciclisticamente sono cresciuto con i consigli di suo padre. Quel che mi dice è per il mio bene, come Brambilla.

Cosa chiedi al 2022?

Un po’ di fortuna. Negli ultimi due anni, tra cadute e Covid, è girato tutto storto. Dopo la caduta della Vuelta ho avuto problemi al ginocchio e sono restato senza bici per 50 giorni: un’eternità. Ma andrà bene partire calmo, dovendo fare Giro e Tour. Ecco, vorrei non cadere e le stesse prestazioni del 2021, poi ne riparliamo. E poi vivere gli ultimi due anni a Monaco non è stato il massimo. Ora mi sono trasferito a San Marino, più vicino a casa e con spazi che mi si adattano meglio. Spero di avere la tranquillità che serve. Perché è vero che il 2019 può essere un bel metro di paragone, ma è anche vero che dal 2020 è cominciata la pandemia e niente è più stato come prima. Nemmeno io.

GALLERY / La banda di Julian, il re di Francia

26.01.2021
7 min
Salva

Quando parla Patrick Lefevere, raramente i concetti sono banali e per questo i corridori, da Julian Alaphilippe al giovane Evenepoel, lo guardano e ascoltano con devozione Per questo si tende a prestare estrema attenzione al grande capo della Deceuninck-Quick Step e così. è stato anche a margine del ritiro del team ad Altea, Spagna

«Speriamo di poter correre il prima possibile – ha detto – continua ad essere una situazione strana, ma proveremo a superare tutto, proprio come abbiamo fatto l’anno scorso, quando abbiamo affrontato una situazione completamente nuova. La scorsa stagione è stata molto imbarazzante e complicata, ma siamo comunque riusciti a fare la nostra parte. Abbiamo riprovato a vincere il più possibile e abbiamo ottenuto qualità e quantità. Speriamo di ripeterci nel 2021».

Per Cavendish è un sogno essere ancora qui (foto Wout Beel)
Per Cavendish è un sogno essere ancora qui (foto Wout Beel)

Remco e il Giro

Uno dei primi a parlare nell’incontro con la stampa è stato Remco Evenepoel, che ha concluso prematuramente la sua stagione nel 2020 dopo essere caduto al Lombardia. Il belga ha annunciato che rinvierà il suo ritorno alle corse, poiché sta ancora provando un po’ di dolore a causa del suo infortunio.

«Non sappiamo ancora quando e dove potrò ricominciare – ha detto – voglio dare a me stesso e al mio corpo il tempo necessario per arrivare al 100 per cento prima di tornare in bici. Non sono nel panico, poiché l’obiettivo è di essere a posto per fine febbraio. Quest’anno punterò ancora una volta al Giro d’Italia. La straordinaria prova della squadra nel 2020 mi ha motivato e voglio essere al via per scoprire la corsa e i suoi fantastici tifosi, ma per il momento il mio obiettivo più grande è recuperare completamente».

Jakobsen c’è

Un altro corridore in via di guarigione dopo la caduta dello scorso agosto è Fabio Jakobsen. L’ex campione olandese, vincitore di 18 gare tra i professionisti, ha parlato del suo recupero e di quanto sia importante per lui tornare con la squadra.

«In questo momento – ha detto – sono di nuovo in sella alla mia bici, facendo allenamenti con i ragazzi. Le sensazioni sono okay e per ora sto procedendo lentamente ma costantemente per sentirmi di nuovo un professionista. Tutti mi hanno supportato e gliene sono grato. Essere ora al fianco di Bennett e Cavendish, del miglior velocista del Tour dello scorso anno e del più grande velocista nella storia della gara, mi dà una grande motivazione. Non so ancora quando tornerò a correre, perché a febbraio ho in programma un altro intervento, ma la cosa più importante è che sono qui con i ragazzi. Non riesco a dirvi che cosa significhi per me dopo la peggiore esperienza della mia vita. Questa squadra è come una famiglia, passiamo del tempo insieme, ci prendiamo cura l’uno dell’altro e sono semplicemente felice di stare con loro».

Il re di Francia

Alaphilippe nella sua bolla iridata ha passato parecchio tempo a sviare le attenzioni da un progetto di classifica al Tour, lasciando intravedere semmai la chance per il 2022.

«Vincere a Imola – ha detto Julian – è stato per me il momento più bello dell’anno scorso e indossare la maglia iridata per dodici mesi mi dà un grande orgoglio. Non vedo l’ora di mostrarla nel maggior numero di gare possibile in questa stagione. Sto ancora recuperando dopo l’infortunio del Fiandre, ma da allora ho fatto dei passi importanti e sono fiducioso che andrà meglio nelle prossime settimane.

«Sono entusiasta di debuttare in Francia – ha aggiunto Julian – dovrebbe essere una bella esperienza. Ho partecipato al Tour de la Provence alcuni anni fa e sono contento di tornarci. Mi piacciono i percorsi, ma ci andrò senza obiettivi precisi. La cosa più importante sarà ricostruire la forma e spero che la Provenza mi aiuti a fare proprio questo prima dei miei appuntamenti primaverili, quando punterò a risultati importanti».

Test a Valencia

Infine i test nel velodromo di Valencia, voluti dal team e ancora di più dalla Specialized per avere il miglior fitting degli atleti sulle bici e provare i materiali, fra cui anche le nuove scarpe.

«Teniamo queste sessioni da diversi anni ormai – ha spiegato Leo Menville – in cui facciamo test aerodinamici. Ai corridori viene fornito un fit Retul prima di arrivare al velodromo, dove cerchiamo di dare loro un buon adattamento sulla bici, oltre a fare dei test di efficienza metabolica per darci una base su cui lavorare. Usiamo queste informazioni per ottimizzare la posizione di ognuno sulla bici, concentrandoci questa volta principalmente sulle loro Shiv da crono. Utilizziamo lo stesso protocollo ogni volta. Il corridore percorre un numero di giri di pista alle velocità impostate. I dati vengono verificati, indicando quali modifiche si possono fare alla posizione del corridore e così a oltranza fino ad avere il miglior risultato».

Si cerca il giusto mix tra velocità e comfort (foto Wout Beel)
Si cerca il giusto mix tra velocità e comfort (foto Wout Beel)

Comodi e veloci

Le regolazioni riguardano il manubrio, più alto o più basso, più lontano o più vicino, appoggi diversi per le braccia e modifiche alla sella. Lo scopo è trovare la posizione aerodinamicamente più efficiente per il corridore durante una crono.

«Quindi accoppiamo questi dati con i test metabolici – ancora Menville – perché a volte si può avere la posizione più aerodinamica e ugualmente il corridore produce meno watt. Quindi, esaminiamo tutte le informazioni e troviamo qual è la posizione perfetta per ciascuno».

GALLERY/Ad Altea con la nuova Bahrain Victorious

21.01.2021
4 min
Salva

Squadra ambiziosa che rinasce per il secondo anno consecutivo. Così il Team Bahrain Victorious, con l’auspicio nel nome che possa essere il prosieguo del 2020 che ha visto Landa lottare per il podio del Tour e lanciare la nuova sfida al 2021.

La squadra ha perso un elemento di sicuro futuro come Ivan Cortina e punta tutto su due blocchi ben riconoscibili. Quello dei Giri, che ha in Landa, Caruso e Pello Bilbao i punti di riferimento. Quello delle classiche con Colbrelli, Mohoric e Haussler. A loro si aggiungono due giovani come Gino Mader e Jonathan Milan.

Nuovi quadri

Partito Rod Ellingworth, il ruolo di Team Principal è stato assunto da Vladimir Miholjevic, mentre sull’ammiraglia a Volpi si sono aggiunti Rolf Aldag e Neil Stephens.

Bici Merida, nuovo abbigliamento Nalini, selle Prologo, ruote Vision, gomme Continental, manubrio Fsa: il quadro è completo.

Questa è una gallery dei primi giorni dal ritiro di Altea del Team Bahrain Victorious, in Spagna.