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Brambilla, una valigia per due: per Ciccone e per sé

10.08.2021
5 min
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Oggi il tampone e domani si parte. Gianluca Brambilla ha la valigia pronta, la Vuelta sarà il sedicesimo grande Giro della carriera da professionista iniziata nel 2010. E come al solito il lombardo che ormai va considerato veneto a tutti gli effetti andrà in corsa con due obiettivi: vincere una tappa e aiutare il capitano della Trek-Segafredo, che in questo caso sarà Giulio Ciccone. A casa è caldo come in ogni angolo d’Italia, ma la prospettiva spagnola è ben più calda. Si parte da Burgos, poi si andrà nel torrido sud spagnolo, per il quale alcuni corridori hanno impostato una preparazione mirata.

«Credo molto in Giulio – dice – e sono curioso perché per lui sarà la prima volta vera da capitano. Lo conosco bene e mi piace perché è bianco o nero. Se sta bene, non si tira indietro. Se sta male, non cerca scuse. Gli ho detto di non farsi mai cambiare e di non diventare come quelli che hanno sempre il pretesto pronto. Sono in camera con lui da un bel pezzo, l’ho visto crescere…».

Al Tour des Alpes Maritimes e du Var di febbraio, per Brambilla tappa e maglia
Al Tour des Alpes Maritimes e du Var di febbraio, per Brambilla tappa e maglia

Consigli giusti

Si fa una risata. Ciccone aveva 16 anni quando lui passò professionista, ma a vederli accanto non è che la differenza sia così evidente.

«Anche io mi vedo giovane allo specchio – scherza – nonostante i sei anni di differenza. Mi danno 22 anni, a lui ne danno di più. Perciò lo vivo come un mio coetaneo e non gli do i consigli del vecchio, ma quelli che mi vengono dall’esperienza. Perciò non gli consiglio di mettersi la maglia di lana, ma dopo gli arrivi quando piove, magari glielo dico di coprirsi. Lui è esuberante, anche se certe cose le sa anche da sé. Anzi, forse ne sa anche più di me».

Ha diviso la camera al Giro con Ciccone e così sarà alla Vuelta. La valigia è già chiusa
Ha diviso la camera al Giro con Ciccone e così sarà alla Vuelta. La valigia è già chiusa
Quali uomini lo scorteranno?

Abbiamo Elissonde che ha tanta esperienza, ha fatto Tour e Olimpiadi e dovrebbe avere una bella gamba. Ci sarà il giovane Lopez, che sta andando forte e alla Vuelta imparerà lezioni importanti. C’è Antonio Nibali, che ha esperienza e ci sarà Quinn Simmos, un ragazzo interessante cui cercherò di dare i miei consigli, perché vuole strafare. Nella corsa di una settimana ti salvi, in una di tre non ti salvi. E poi avremo Reijnen e Kirsch, che sono forti in pianura. Abbiamo una bella squadra uniforme.

Ti aspettavi che Antonio lasciasse il fratello Vincenzo?

Si sapeva che avrebbero potuto dividersi e ne sono contento. Essere il fratello di uno così è difficile, mentre dall’anno prossimo Antonio dovrà iniziare a costruirsi in autonomia. Intendiamoci, noi che lo viviamo sappiamo che ha la sua personalità, mentre da fuori si poteva pensare che fosse semplicemente il fratello di Nibali. Potrà ritagliarsi un bello spazio.

Al Giro 2021 sullo Zoncolan, la salita su cui si mise in evidenza da neopro’, prima di fare valigia verso il WorldTour
Sullo Zoncolan, in cui si mise in evidenza da neopro’, poi fece valigia verso il WorldTour
Come arrivi alla Vuelta?

Ho cercato di arrivarci preparato, che serve sia per provare a vincere, sia per aiutare Giulio. Poi si vedrà se avrò la possibilità di giocarmi la mia carta o da un certo punto in poi si resterà tutti attorno al capitano.

Che cosa gli è mancato finora per essere leader?

Tempo e fortuna. Tempo perché quando nel 2019 ha vinto la classifica dei Gpm non era in classifica, ma si è difeso bene per tutto il tempo. Quest’anno invece gli è mancata la fortuna, di quella caduta avrebbe fatto volentieri a meno. E poi forse è anche un fatto di fiducia. Ora sa che la squadra lo porta come capitano unico e la differenza si vedrà.

Gli manca anche un po’ di lucidità?

Al Giro ha commesso qualche errore tattico, ma ha imparato da tutti e da tutti i consigli che ha ricevuto. E’ super esuberante e il carattere non si può cambiare, allora va gestito.

Ha aiutato Ciccone (4° all’arrivo) nella tappa di Cortina, piazzandosi poi 20°
Ha aiutato Ciccone (4° all’arrivo) nella tappa di Cortina, piazzandosi poi 20°
Con quali direttori sportivi andrete in Spagna?

Con Popovych che è super navigato e con Gregory Rast, che mi piace molto per il modo che ha di guidarci alla radio. Parla sempre chiaro, dice le cose giuste e ti fa restare lucido anche nei finali, quando sei già a tutta. C’era lui in ammiraglia a inizio stagione quando ho vinto tappa e maglia al Tour des Alpes Maritimes in Francia e c’era anche a San Sebastian.

Hai già segnato di rosso una tappa?

Ho dato una rapida occhiata al percorso, ma nei prossimi tre giorni prima della partenza, lo prenderò dalla valigia e farò le crocette accanto alle tappe più adatte. E poi tutto dipenderà dalle condizioni della classifica e dalla condizione. Senza le gambe, ne hai da far crocette…