A tavola da velocisti, fra watt e chili: Malucelli racconta

24.01.2023
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Velocisti e salita, una coperta molto corta. Con queste parole giorni fa Marco Benfatto ci aveva guidato nel mondo degli uomini veloci: quelli… condannati dal fisico a un certo tipo di prestazioni e ad attenzioni maniacali per tenere a bada il peso. Fra i casi portati ad esempio, il tecnico padovano aveva citato Matteo Malucelli (immagine photonews in apertura).

«Matteo è molto bravo – le sue parole – perché avendo studiato Ingegneria, è molto matematico nei ragionamenti. Calcola le calorie e si alimenta in base a quello che consuma. Ormai è tutto calcolato e tutto studiato, non scappa niente».

Da quest’anno Malucelli corre nella belga Bingoal. E’ pro’ dal 2017 (photonews)
Da quest’anno Malucelli corre nella belga Bingoal. E’ pro’ dal 2017 (photonews)

Squadra nuova, bici nuova

Il riferimento ci è parso interessante e con uno di quei giochi che la tecnologia rende possibile, abbiamo chiamato il velocista romagnolo. Lui in partenza dalla Spagna verso casa, prima di volare al Saudi Tour. Chi scrive dall’hotel di San Juan, in attesa dell’inizio della corsa argentina.

«Sono pronto per cominciare – ha detto Malucelli dall’aeroporto – era ora. Dopo quello che abbiamo passato con la Gazprom, ci voleva un periodo di normalità e lavoro fatto bene. Le gambe ci sono. Anche la bici è a posto. Chiaro che in allenamento con la squadra non vedi differenze, perché siamo tutti alla pari, quindi si dovrà aspettare di essere in mezzo al gruppo. Però la bici De Rosa mi piace e le nuove ruote Ursus sembrano davvero veloci».

La Bingoal correrà quest’anno con bici De Rosa e con le nuove ruote Ursus (photonews)
La Bingoal correrà quest’anno con bici De Rosa e con le nuove ruote Ursus (photonews)
Parliamo di alimentazione e velocisti?

Negli anni ci sono più attenzione e consapevolezza di quello che si mangia. Al primo da pro’, col peso era proprio una guerra e un po’ lo è ancora. Ma non è vero, come dicono, che per un velocista avere un chilo in più non cambia nulla. Già in salita facciamo fatica, se siamo anche pesanti, addio…

Benfatto parla di grande attenzione da parte tua.

Una volta ero più maniacale, ho avuto periodi in cui pesavo tutto. Invece adesso ho imparato a regolarmi e mangio in base a quello che ho fatto e che devo fare. Devi sapere cosa metti nel piatto. Ad esempio che le patate non sono verdura, ma carboidrati. Che ci sono carni più grasse di altri. Che i legumi sono proteine. E poi le quantità. Se devi allenarti forte, magari fai una colazione più robusta. Se hai scarico, puoi permetterti di farne una con pochi zuccheri. Diciamo che con gli anni ho maturato una discreta conoscenza alimentare.

Questa vittoria al Giro di Sicilia 2022 è l’emblema del riscatto di Malucelli dopo la chiusura della Gazprom
Questa vittoria al Giro di Sicilia 2022 è l’emblema del riscatto di Malucelli dopo la chiusura della Gazprom
In cosa consiste il tuo essere attento?

Cerco di guardare tutto, soprattutto in allenamento. Se devo fare un lavoro intenso, faccio il calcolo dei carboidrati che ci sono nelle barrette e in quello che porto, sapendo quanti dovrò consumarne. Ma giù dalla bici non sono uno che non mangia e che, se capita, va via di testa.

Stessa cosa quando non sei a casa?

Se vado in hotel, non ho la bilancia e non so mai come vengono cotti i cibi che mi arrivano nel piatto o prendo dal buffet. Per cui compongo i piatti tenendo conto dei principali macronutrienti.

Fra le cose da sapere, c’è che le patate sono molto ricche di carboidrati (foto ricetta.it)
Fra le cose da sapere, c’è che le patate sono molto ricche di carboidrati (foto ricetta.it)
Vale a dire?

Se faccio tanto, metà del piatto sarà riempito con la pasta, quindi carboidrati, mentre l’altra metà divisa fra proteine e verdure. Se non devo fare tanto, il rapporto si inverte. Nella mia testa vado a comparti e soprattutto evito il secondo giro al buffet. Mangio, mi alzo e vado via.

Perché dicevi che il chilo in più si sente, eccome?

Noi velocisti abbiamo la fortuna di essere molto muscolosi, quindi abbiamo il metabolismo basale più alto e di conseguenza bruciamo di più. Ma rispetto a uno scalatore abbiamo meno watt. Per cui facendo il rapporto potenza/peso, il nostro viene più basso. Se aggiungi un chilo, va giù di brutto. Diverso se aggiungi un chilo a chi ha molti più watt. In proporzione, quel chilo incide diversamente. Devi essere magro, altrimenti porti con te una zavorra, ma devi anche essere forte.

I legumi sono una preziosa fonte di proteine (foto Tutto fa brodo)
I legumi sono una preziosa fonte di proteine (foto Tutto fa brodo)
In gruppo lo capiscono?

A volte provo a farlo capire ai miei compagni scalatori che pesano 10 chili in meno e hanno gli stessi watt. E gli dico: già pesare più di voi e avere meno watt, significa fare la stessa salita con una cassa d’acqua sulle spalle. Se aggiungo un chilo, quindi una bottiglia, cambia qualcosa? Quel chilo in più per me equivale circa all’uno per cento in più, sono dati importanti. Vuol dire che può fare la differenza. In questo vedo il mio approccio da ingegnere, so dare un valore a numeri cui spesso non si pensa.

In che modo è cambiato il tuo rapporto con il peso?

Quando ero alla Caja Rural, ne avevo perso parecchio e non andavo. Il mio obiettivo è vincere, non essere magro. Quindi è meglio arrivare a una volata in meno, se in mezzo c’è tanta salita, ma essere capace di vincere quando ci arrivo bene.

Malucelli ha eliminato dal suo menù le carni più grasse, fra cui quella di maiale
Malucelli ha eliminato dal suo menù le carni più grasse, fra cui quella di maiale
Hai eliminato degli alimenti?

Mangio tutto, tranne quando voglio dimagrire e allora elimino gli alimenti con più calorie. Non mangio salame né carne di maiale, preferisco un petto di pollo, ma se c’è una grigliata capita che una salsiccia la mangi. Evito le carni grasse e i formaggi, anche se mi piacciono molto. La carne rossa fatico a digerirla, quindi la mangio una o due volte alla settimana.

Con gli alcolici come ti regoli?

Per fortuna non sono un amante. Fra una birra e un gelato, scelgo il gelato. Mi limito perché so che l’alcol non aiuta l’atleta, ma a tavola un bicchiere di vino ci sta spesso bene.

Un gelato a fine allenamento non incide troppo sul bilancio calorico
Un gelato a fine allenamento non incide troppo sul bilancio calorico
E il gelato?

Non smetterei di mangiarlo. Anche lì, dipende dai gusti. Pare che quelli cremosi siano i più calorici, ma se ne mangi uno al rientro dalla bici, non fa grossa differenza. E poi tanto fanno le abitudini, come per l’alcol. Se bevi una birra ogni tanto, non cambia nulla. Se la bevi tutti i giorni, allora è diverso. La coperta è davvero corta, Benfatto ha detto bene. Trovare il giusto compromesso non è facile, ma nemmeno impossibile.

Alimentazione invernale e i rimedi di una volta

22.11.2022
6 min
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Una volta quando arrivava l’inverno i vecchi adagi suggerivano di prendere una spremuta d’arancia. O mangiare verdure di stagione. O ancora di mandare giù un cucchiaino di pappa reale. Erano i “rimedi della nonna”, soluzioni empiriche, soluzioni di chi non aveva altro, mettiamola come ci pare, ma che un fondamento lo avevano eccome. Ci si chiede se nel ciclismo tecnologico attuale tutto ciò ha ancora senso?

Erica Lombardi, dietista dell’Astana Qazaqstan e di molti altri atleti, ci accompagna in questo viaggio che come vedremo è molto meno scontato di quel che possa sembrare. Dietro i rimedi della nonna c’è una sapienza enorme ancora molto valida.

L’Astana in allenamento. D’inverno i corridori bruciano di più. Un po’ di carboidrati non dovrebbero mai mancare nei loro muscoli
L’Astana in allenamento. D’inverno i corridori bruciano di più. Un po’ di carboidrati non dovrebbero mai mancare nei loro muscoli

Costruire la base

«Prima di dire se la spremuta d’arancio sia ancora valida – inizia la Lombardi – è necessario fare un preambolo. E cioè che siamo in inverno e l’inverno è la fase della costruzione, della base.

«Dopo l’off-season c’è chi ha mollato anche a tavola e sente il bisogno di tornare ad avere un’alimentazione funzionale. Magari è anche ingrassato un po’ e vuole dimagrire e farlo velocemente. Così pensa a chissà quali diete particolari, vuol bruciare le tappe».

Sono molti i corridori, di tutte le età, che fanno richieste particolari. Ecco dunque delle diete sbilanciate, diete che in primis vanno a ridurre drasticamente i carboidrati.

«Io spesso faccio fare dei diari alimentari in cui si annota tutto, ma proprio tutto, ciò che si mangia durante il giorno, comprese la calorie vuote (bevande gasate, lo zucchero in quei due-tre caffè…), e noto che in tanti pensano: “Non corro, non mi servono i carboidrati”. Non è così.

«Adesso quando in bici 3 ore è come se ne facessero 5 d’estate, sono meno allenati e hanno anche un’altra capacità lipidica e glicolitica. Il fisico brucia di più. Sì, si può anche prendere energia dai grassi e dalle proteine, ma è un processo lungo e non sempre fruttuoso. In questo caso soprattutto i carboidrati hanno una funzione anche anabolica naturale».

«Quindi okay alle diete, ma fatte con intelligenza e nel rispetto dei tempi. Ricordandoci, come ho detto all’inizio, che questo è il periodo della costruzione».

Bresaola e limone: il connubio perfetto per assumere ferro in modo naturale
Bresaola e limone: il connubio perfetto per assumere ferro in modo naturale

Semplicità della natura

I rimedi della nonna in tal senso sono utili per più motivi: primo perché si rifanno a cibi semplici e in teoria più sani e poi perché sono facili da reperire ed eventualmente da preparare.

«Ripetibili, semplici ed efficaci: queste sono le direttrici degli alimenti per l’inverno. La spremuta d’arancio contiene vitamina C. Questa in formato sintetico (l’integratore) potrebbe anche essere più assorbibile, però anche in un periodo tranquillo ci si ritrova ad ingerire cose industrialmente elaborate. E si contribuisce alla cultura della pastiglia».

 

«Idem per l’assunzione del ferro. C’è una dieta, la “Tredici-Jacoponi-Arcelli”, che per l’assunzione del ferro punta molto sui cibi che ne contengono in quantità come la bresaola, il polpo… associati agli agrumi. Anche a delle spremute. In questo modo se ne assume molto di più e in modo del tutto naturale. Ed è una dieta scientificamente dimostrata».

La frutta secca è preziosa in inverno. Una volta addirittura veniva usata per le farine, su tutte quella di castagna
La frutta secca è preziosa in inverno. Una volta addirittura veniva usata per le farine, su tutte quella di castagna

Prevenzione

Alimentarsi in questo modo, assicura la Lombardi è anche un ottimo viatico nel segno della prevenzione dai malanni di stagione. «La natura – afferma la dietista – ci dà ciò che ci serve in quel momento. 

«La frutta contiene enzimi che agiscono a livello metabolico e aiutano il sistema immunitario. Cibi come gli agrumi, la melagrana ad esempio sono antiossidanti eccezionali e contengono molta vitamina C».

C’è poi tutta la parte relativa alla frutta di stagione. Anche questi erano alimenti preziosi in passato.

«Le castagne o i kaki per esempio li definisco carboidrati dall’albero – dice la Lombardi – analizzando la loro composizione, soprattutto le castagne ne contengono moltissimi. Varia molto come vengono mangiate: bollite, fresche, sul fuoco… più si asciugano e più la quantità di carboidrati aumenta in percentuale. Cento grammi di castagne fresche contengono circa 35 grammi di carbo, se invece sono secche ne contengono 62. In pratica come un piatto di pasta. Pertanto bisogna stare attenti.

«E qui torna il discorso del diario, su cui annotare tutto. Questo strumento che dà consapevolezza di ciò che si mangia».

La melagrana fornisce tanta vitamina C ed è un super antiossidante
La melagrana fornisce tanta vitamina C ed è un super antiossidante

Proteine e grassi

Ma d’inverno non servono solo vitamine o carboidrati. Magari è il periodo della palestra e quindi anche la parte proteica ha il suo peso. Come detto siamo in costruzione e per costruire le fondamenta servono un po’ tutti i “materiali”.

«Un altro dei rimedi vecchio stile è lo zabaione – va avanti la dietista – L’uovo fa parte delle proteine nobili. Magari anziché fare lo zabaione con lo zucchero meglio metterci della stevia o del succo d’agave.

«Le proteine possono essere assunte anche con lo yogurt o con del kefir che contribuiscono all’equilibrio gastrico e immunitario».

«Se si fa la pasta va bene anche un piatto con la ricotta e la noce moscata (le spezie, vedi noce moscata e curcuma sono ideali per il sistema immunitario). Con la ricotta si va a sostituire il Parmigiano che viene mangiato tutto l’anno».

Per quanto riguarda i grassi (ma non solo quelli) ci sono poi le noci, uno dei frutti simbolo della stagione autunnale-invernale.

«Contengono grassi, ma sono sempre “dall’albero”. Tuttavia bisogna stare attenti. Fanno bene perché hanno tanti nutrienti preziosi come gli omega-3, per esempio, ma hanno anche parecchie calorie».

Prepararsi le barrette in casa con cereali e frutta secca può essere un sano passatempo
Prepararsi le barrette in casa con cereali e frutta secca può essere un sano passatempo

Fai da te

Erica Lombardi da sempre ci ha parlato di equilibrio e di un’alimentazione il più naturale possibile. E anche in questo caso mantiene la sua linea. I vecchi rimedi pertanto in questa fase vanno benissimo anche per i corridori, purché ben calibrati nelle quantità e nell’arco della giornata. Puntare su cibi facilmente reperibili è importante, per la qualità della propria alimentazione. 

Prepararsi i cibi da soli (biscotti per la colazione, barrette…) è un ottimo rimedio per prendere consapevolezza di ciò che si mangia e anche per ammazzare il tempo che spesso è il primo traditore. Stando a casa si ha più tempo libero ed è più facile cadere in tentazione. Cucinare il più possibile consente di mangiare cibi più genuini, scevri da trattamenti industriali-sintetici.

Nel ciclismo al top, scegliamo l’olio giusto

15.11.2022
5 min
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Alimentazione e marginal gains: torniamo in qualche modo a parlare del ciclismo dei dettagli. Quello perfezionistico e “millimetrico” dei nostri tempi. Estremo per certi punti di vista, ma anche affascinante perché apre porte della conoscenza che si riverberano su aspetti della vita quotidiana. Questa volta l’argomento è l’olio.

Siamo in piena stagione di raccolta: dalla Sabina al Salento, dall’Umbria alla Liguria (ma un po’ in tutta la Penisola) si raccolgono le olive per l’oro verde. Ma si sa che l’olio è un grasso e va “maneggiato con cura”. Per questo motivo chiamiamo in causa l’ormai nota ed esperta Laura Martinelli, nutrizionista della  BikeExchange-Jayco.

Extravergine in pole

«Quello dell’olio è un argomento molto specifico – dice la Martinelli – le tipologie sono diverse, ma quelle usate dai corridori, almeno i nostri, sono sostanzialmente due: l’olio extravergine d’oliva e quello di semi di lino».

«Noi privilegiamo l’olio extravergine: è la base. E infatti lo mettiamo sulla tavola dei corridori affinché lo utilizzino a freddo, a crudo. In questo modo non perde le sue proprietà».

I corridori, non solo italiani, dunque preferiscono il “nostro” olio. Oltre alle sue proprietà in quanto a vitamine o ai non meno importanti polifenoli, l’olio è miglior sostituto del burro, ben più usato nel resto del mondo: Nord Europa e Nord America soprattutto.

«L’olio nuovo rispetto ad uno più datato ha diverse caratteristiche. Ci sono infatti delle sostanze volatili e benefiche che col tempo si perdono e sono proprio i polifenoli. E’ un po’ come la spremuta d’arancio, che andrebbe bevuta subito in quanto alcuni composti si deteriorano in tempi molto rapidi».

Specie per i piatti freddi un buon olio a crudo fa la differenza anche rispetto al gusto
Specie per i piatti freddi un buon olio a crudo fa la differenza anche rispetto al gusto

Olio o burro?

Entrambi sono due grassi ma hanno una consistenza ben diversa chiaramente, se non altro perché uno è un solido e un altro è un liquido! Ma ai fini della cucina si comportano allo “stesso modo”.

«Si usa l’olio per sostituire il burro che, in quanto grasso animale, contiene più grassi saturi insaturi, mentre l’extravergine essendo di origine vegetale ne ha più insaturi. La differenza è questa. I grassi saturi sono più incriminati perché portano più malattie. Ma ai fini delle calorie sono identici. In quanto grassi contengono 9 calorie per grammo ciascuno. 

«Il motivo per cui spesso in cucina si preferisce il burro, specie per i dolci, è prettamente “tecnico”. Il burro è più indicato per la riuscita del dolce, è più facile da utilizzare».

A Verona Matteo Sobrero fu attentissimo sotto ogni aspetto, anche quello dei condimenti pre-gara
A Verona Matteo Sobrero fu attentissimo sotto ogni aspetto, anche quello dei condimenti pre-gara

Al cucchiaio…

Ma nel ciclismo in cui certe volte si cambia persino la tipologia di acqua in base alle tappe da affrontare e alle temperature, per l’olio come ci si pone?

«La scelta dell’olio extravergine – prosegue la dottoressa – è indipendente dal caldo o dal freddo, o se c’è da affrontare una corsa lunga come la Sanremo o una breve cronometro. Semmai varia la quantità, ma perché varia l’alimentazione».

Per esempio la Martinelli ci parlò dell’alimentazione “chirurgica” di Matteo Sobrero prima della crono di Verona all’ultimo Giro d’Italia. In quell’occasione contarono persino i bicchieri d’acqua. Come ci si pone con l’olio pertanto?

«In questo caso -spiega la Martinelli – c’è una differenza, ma sempre nelle quantità. Noi per dosare le quantità di olio ci basiamo sui cucchiai, pertanto l’alimento esce dalla cottura senza olio. Siamo noi o il corridore che lo dosiamo con precisione, specie nel caso di una cronometro che richiede uno sforzo intenso, breve e particolare. E si cerca il “millimetro”».

«Mentre nelle altre occasioni non c’è un dosaggio così preciso. Si danno margini più ampi. Sempre riferendoci ai 10 grammi per cucchiaio, il corridore sa che il suo consumo giornaliero va dai 30 ai 50 grammi, quindi 3-5 cucchiai al giorno e li dosa in base ai pasti».

L’olio di semi di lino è più indicato per il recupero. Non a caso, può condire i piatti del post gara che gli atleti consumano sul bus
L’olio di semi di lino è più indicato per il recupero. Non a caso, può condire i piatti del post gara che gli atleti consumano sul bus

Semi di lino

«Un’alternativa – dice la Martinelli – all’olio extravergine è l’olio di semi di lino. Questo però si usa soprattutto in fase di cottura e non si mette a tavola perché prevede una conservazione più attenta: all’asciutto, al buio, ad un certa temperatura e meno si manipola e meglio è.

«Quando si usa? Siccome ha un sapore particolare è più a discrezione dello chef che non del nutrizionista in quanto non si sposa con tutti i gusti. Non è come l’olio di oliva che lega ed esalta i sapori. La caratteristica principale dell’olio di semi di lino è che ha più omega-3 degli altri. Gli omega-3 (i più importanti) sono in rapporto maggiore rispetto agli omega-6 e omega-9».

A questo punto viene da chiedersi a cosa servano gli omega-3. 

«Gli omega-3 hanno un importante effetto anti-infiammatorio. Agevolano il recupero. Quando ci si allena si fa uno sforzo che produce un infiammazione che poi l’organismo ripara. E va avanti così, giorno dopo giorno, al fine di accrescere la propria forma. Un antinfiammatorio in teoria andrebbe a contrastare gli effetti di questa infiammazione, dell’allenamento, diminuendone l’efficacia. Ebbene, l’olio pur contrastando l’infiammazione muscolare non rovina o riduce l’effetto dell’allenamento».

Dunque quale olio scegliere? «Più che una marca, l’importante è la qualità. Noi in BikeExchange ci orientiamo sempre su cibi di qualità, meno raffinati, e questo vale anche per l’olio. Quando si è scelto un ottimo extravergine di oliva questo va bene per tutto». 

In lotta contro i crampi? Ci pensa NAMEDSPORT

13.11.2022
2 min
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I crampi sono uno dei più grandi fastidi quando si pedala: una “morsa” secca al muscolo e non si va più avanti. Prevenirli, o meglio, curare l’integrazione in modo da evitarli, è la soluzione per continuare ad allenarsi e gareggiare con intensità. NAMEDSPORT arriva in soccorso dei ciclisti con un nuovo prodotto: Magnesium Blend of 2 sources. 

Ricerca e soluzione

NAMEDSPORT ha condotto una ricerca dove emerge che i crampi muscolari si presentano con maggior frequenza in soggetti con carenza di magnesio. Durante attività prolungate viene stimata una perdita pari al 10-20% di magnesio, una percentuale che può essere compensata con l’integrazione di circa 240 mg.

L’aspetto fondamentale non è rincorrere i crampi ma prevenirli, è quindi consigliato un’assunzione continua del prodotto durante tutta l’attività. Calibrando bene tra durata ed intensità. 

Ogni bustina di Magnesium Blend of 2 sources contiene 3,5 grammi di prodotto
Ogni bustina di Magnesium Blend of 2 sources contiene 3,5 grammi di prodotto

Ingredienti

Una bustina di Magnesium Blend of 2 sources contiene due fonti pregiate di magnesio per un grande biodisponibilità. Sono stati inseriti il magnesio glicerofosfato ed il magnesio pidolato, entrambi migliorano l’assorbimento del minerale con un’elevata tollerabilità a livello intestinale. Oltre a contrastare stanchezza e affaticamento il Magnesium Blend of 2 sources aiuta la sintesi proteica ed è ottimo per il funzionamento del sistema nervoso.

NAMEDSPORT consiglia di assumere 1 bustina al giorno da sciogliere in 200 ml di acqua. Il prezzo al pubblico per un box da 20 bustine monodose è di 14,99 euro.

NAMEDSPORT

Tra sgarri e bilancia, l’alimentazione durante lo stacco

15.10.2022
4 min
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Manca ancora all’appello la Veneto Classic di domani, ma già di parla di stacco invernale. Michele Bartoli ci ha detto di come ci si dovrebbe comportare con l’allenamento, Erica Lombardi dietista dell’Astana Qazaqstan, ci dice invece cosa bisogna fare con l’alimentazione.

Quanto si può ingrassare? Ci si può lasciare andare del tutto? Quantità e qualità dei cibi possono (o devono) variare? Per molti corridori, specie quelli quelli over 30, cresciuti con altre teorie alimentari, questa porzione dello stacco è forse quella più delicata.

Per limitare la fame e aumentare il senso di sazietà bisogna mangiare bene e spesso invertendo l’ordine canonico dei macronutrienti
Per limitare la fame e aumentare il senso di sazietà bisogna mangiare bene e spesso invertendo l’ordine canonico dei macronutrienti
Erica, Bartoli dice che un paio di chili in più fanno bene per lo stacco invernale. E’ così?

Di base di direi di sì, ma non c’è una regola univoca. Il pilastro fondamentale è: come finisco la stagione? Se l’ho finita bene, con un ottimo peso forma, allora imposto lo stacco in un certo modo. Se invece ho corso poco magari per il covid e non sono nel peso forma dovrò regolarmi in altro modo. Il tutto pensando che cambieranno le nostre abitudini.

Certo, non si corre, non ci si allena e ci sono tutti altri ritmi…

La TID – termogenesi indotta dalla dieta – va a diminuire. Correndo è più “facile” gestire un atleta dal punto di vista alimentare. Hai un timing serrato, tra corsa e riposo nel quale mangi cibi più semplici. Mangi di più e più spesso. A casa senza attività non puoi farlo.

Quindi come si fa?

I cibi per essere digeriti richiedono uno sforzo, per esempio per bruciare i grassi consumo più calorie. E questo è un aiuto. Di contro non bisogna fare l’errore di assumere cibi molto digeribili perché si ha paura d’ingrassare e poi non essere sazi. Un esempio classico: lo yogurt scremato. Dopo 10 minuti hai di nuovo fame. Quindi ci si può togliere qualche sfizio, qualche peccato di gola. Carne rossa, qualche cibo più grasso… cose che sono anche più lente da digerire e allontanano il senso di fame.

Durante lo stacco invernale, anche se si esce poco, l’obiettivo è saziarsi senza ingerire troppe calorie. Qui Andrea Bagioli
Durante lo stacco invernale, anche se si esce poco, l’obiettivo è saziarsi senza ingerire troppe calorie. Qui Andrea Bagioli
Se abbiamo ben capito meglio un piatto di pasta all’amatriciana, che è ben condito e delizia il palato, piuttosto che mangiare cibi sani ma in più quantità?

Sì, purché non diventi la regola. Bisogna invece sfruttare al meglio la ripartizione del pasto e magari invertire l’ordine dei cibi. Iniziare quindi con la verdura, passare poi alle proteine e infine ai carboidrati. Carbo che è preferibile siano grani antichi, farro, pasta integrale, tanto più che nel pieno della stagione assumere molte fibre non è indicato. 

Perché bisogna invertire l’ordine dei cibi?

Perché cambi il risultato metabolico: le calorie sono quelle ma con altri effetti. In pratica “fai meno glicogeno”. E mangiando prima le fibre (verdure) e poi le proteine si ha più senso di sazietà e si mangiano anche meno carboidrati. E la digestione è più lenta. 

Una buon piatto di amatriciana accontenta stomaco, palato… e occhi
Una buon piatto di amatriciana accontenta stomaco, palato… e occhi
Il limite dei due chili di Bartoli quindi è attendibile?

Andare troppo oltre non fa bene, ma bisogna valutare caso per caso e anche la struttura dell’atleta (2 chili su un corridore di 60 chili sono una cosa, su uno di 80 ne sono un’altra, ndr). E poi tutti i cambiamenti in eccesso e in difetto portano scompensi. Bisogna essere equilibrati.

Equilibrio, parola chiave nella tua “filosofia”…

Soprattutto in questo periodo. L’inverno serve per costruire. E per costruire bene servono mattoni solidi, altrimenti a febbraio, alla prima tempesta crolla tutto. Quei 2-3 chili in più sono importanti per le riserve, sono la base. La base per poter incamerare poi bene il glicogeno e quindi fare delle buone prestazioni. Servono per le difese immunitarie.

Le 42 ore di Bagioli tra Gran Piemonte e Lombardia

08.10.2022
5 min
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Tra la fine del Gran Piemonte e la partenza del Giro di Lombardia ci sono 42 ore precise. La gara piemontese si è conclusa alle 16:10 di giovedì e la “Corsa delle foglie morte” scatta questa mattina alle 10:10. Un lasso di tempo che i corridori hanno gestito tra routine e quel po’ di tensione per l’ultima classica monumento dell’anno. Andrea Bagioli è uno degli atleti che prende parte ad entrambe le prove.

Il corridore della Quick Step-Alpha Vinyl l’altro ieri ha concluso in ottava posizione e oggi potrebbe essere ancora tra i protagonisti. L’operazione recupero era scattata appena tagliata la linea di arrivo a Beinasco. Le prime sorsate di bevande ad hoc e poi via sul sul bus per il trasferimento che avrebbe portato lui e i suoi compagni al Lombardia.

Appena finito il Gran Piemonte la Quick Step è partita per il Lombardia. I ragazzi di Bramati avevano fatto il sopralluogo già il martedì
Appena finito il Gran Piemonte la Quick Step è partita per il Lombardia. I ragazzi di Bramati avevano fatto il sopralluogo già il martedì
Andrea, il Gran Piemonte era finito da poco e già eravate in “modalità” Lombardia?

Dopo il Gran Piemonte ci siamo trasferiti verso Bergamo, dove avevamo l’hotel del Lombardia. Sono state due ore di viaggio. Siamo arrivati verso le 19:30 e poco dopo abbiamo cenato. E sì, eravamo già con la testa al Lombardia tanto che sul bus Bramati ci ha parlato dei punti critici, discutevamo del percorso.

Obiettivo recupero dunque: quanto è stato dispendioso il Gran Piemonte?

Ho bruciato 3.600 calorie e fatto 210 watt medi (Bagioli pesa 62 chili, ndr) in 4 ore e 20′ di gara. Al termine della corsa ho preso subito uno shake di proteine e un po’ di riso. Ma poco davvero perché volevo arrivare con un po’ di fame a cena.

La sera del Gran Piemonte cosa hai mangiato a cena?

Pasta e carne rossa, visto che il giorno dopo non avevo molto da fare, giusto una sgambata. Era una giornata di recupero.

Nella mattina di ieri tra sveglia e cibo come ti sei regolato?

Sveglia libera e molto comoda, perché siamo usciti alle 11. Ho iniziato il carico di carboidrati in vista del Lombardia. E per questo ho mangiato del porridge, del pane, un pezzo di crostata, un’omelette e un avocado per introdurre qualche grasso. Da bere, come mia abitudine un paio di bicchieri d’acqua al risveglio, e un caffè.

Lo scorso anno al Lombardia Andrea fu 70°, aveva lavorato per i compagni
Lo scorso anno al Lombardia Bagioli fu 70°, aveva lavorato per i compagni
E poi sei uscito… Cosa hai fatto in bici?

Io che avevo corso il giorno prima ho fatto davvero un giretto facile, facile… Un’oretta o poco più, giusto per rientrare per l’ora di pranzo. Non è mancata la pausa caffè al bar. Chi non aveva corso ha fatto qualcosina in più, piccoli lavori di attivazione.

Quando un pro’ fa una sgambata simile, come va, tutto di 39?

No, 53… cioè 54 ormai: 54×23-21 a 90-95 rpm.

Quindi ecco il pranzo…

A pranzo ho mangiato della pasta, del pesce bianco leggero non del salmone o simili. Questo per variare un po’ la parte proteica e perché a cena avrei ripreso della carne bianca. Verdure poche, perché prima delle corse non sono indicatissime. E le ho prese più “colorate”, tipo barbabietole, carote… che hanno qualche fibra in meno.

Bagioli preferisce verdure colorate prima degli appuntamenti importanti
Bagioli preferisce verdure colorate prima degli appuntamenti importanti
Come hai passato il pomeriggio?

Relax. Una mezz’oretta di sonno dopo pranzo. In attesa del massaggio, mi sono distratto con un film, un po’ di musica. Sono stato al telefono con la mia ragazza. E prima di cena ho fatto un po’ di stretching.

Niente merenda?

Una banana. In alternativa in queste situazioni prendo una galletta di riso e del latte vegetale con un po’ di muesli.

A cena?

Ho preso una porzione di pasta. Come dicevo, non è mancata una fetta di carne bianca e, sempre pensando ai carboidrati, una fetta di crostata.

Niente proteine aggiuntive prima di andare a dormire?

Io non le prendo, ma c’è chi si fa uno shake o mangia uno yogurt prima di andare a letto, cosa che avviene attorno alle 22:30.

Tante volte il momento più duro tra una gara e l’altra è far passare il tempo nell’ennesimo hotel (foto Wout Beel)
Tante volte il momento più duro tra una gara e l’altra è far passare il tempo nell’ennesimo hotel (foto Wout Beel)
Quindi eccoci al mattino che precede il via. Cosa mangi a colazione e a che ora suona la sveglia?

Sveglia alle 6:50, colazione alle 7. Ho proseguito con il carico di carboidrati, ma al posto della pasta preferisco il riso prima della corsa perché è un po’ più leggero. Poi uova, pane e qualche zucchero semplice tipo miele o marmellata da mettere sul pane. Da bere come sempre acqua e caffè. E il solito avocado per i grassi.

E si va alla partenza! In queste fasi, in queste 42 ore nello specifico, cosa ti piace di più e cosa di meno?

Di meno, il far passare il tempo nel pomeriggio che precede la corsa, quando sei in stanza. Invece mi piace l’atmosfera prima della gara sul bus. I momenti in cui si arriva al via, ci si cambia, c’è silenzio, vedi i tifosi che cominciano ad arrivare… si avverte la tensione. Mi piace!

Essere vegetariano e fare il professionista: si può?

04.10.2022
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Essere corridore ed essere vegetariano, un abbinamento che apparentemente stride un po’. La carne dà forza, dicevano i vecchi adagi. E allora gli atleti come possono trovare le energie sufficienti per correre?

Laura Martinelli, nutrizionista della BikeExchange-Jayco, ci accompagna in questo viaggio curioso. Uno dei primi atleti dei tempi più “recenti” a dire di essere vegetariano fu Levi Leipheimer. Ma già prima di lui c’era stato qualche caso. Davide Rebellin è quasi vegetariano e stupisce come lo siano stati campioni del calibro di Carl Lewis e persino quell’ammasso di muscoli di Mike Tyson.

Tra i nomi di spicco vegetariano è quello di Leipheimer. Ma anche Cavendish sembra non ami troppo carne e pesce
Tra i nomi di spicco vegetariano è quello di Leipheimer. Ma anche Cavendish sembra non ami troppo carne e pesce
Laura, tu hai a che fare con atleti vegetariani?

Nel mio team attuale non ce ne sono, ma privatamente seguo diversi atleti vegetariani, alcuni anche di sport duri come il triathlon.

Si può fare attività sportiva ad alto livello per essendo vegetariani?

Decisamente sì, soprattutto se si è latto-ovo-vegetariani, cioè vegetariani che mangiano anche latte, latticini e uova, quindi escludono solamente carne e pesce dalla loro alimentazione. E si può fare anche se si è vegani, ma a quel punto bisogna fare un distinguo tra ciò che è fattibile e ciò che è ideale. L’essere vegetariano non implica un impatto a livello prestativo, anche se è chiaro che serve qualche accortezza in più. Mentre per il vegano le cose cambiano: a parer mio si riesce a raggiungere un buon supporto nutrizionale alle necessità prestative dell’atleta ma, appunto, non il supporto ideale, e comunque certamente inferiore all’onnivoro e al vegetariano..

Sostanzialmente la differenza è nelle proteine. Ebbene, come si sostituisce la carne?

Ammesso che non mangino solo la carne, perché di solito anche il pesce non è mangiato. Un vegano latto-ovo sostituisce abbastanza facilmente quelle proteine. Però a mio avviso va fatto un preambolo.

La piramide alimentare del vegetariano
La piramide alimentare del vegetariano
Cioè?

Sostanzialmente si tratta di sostituire le proteine di origine animale con quelle vegetali. Le proteine sono delle “collane di venti perle”. Di queste, circa la metà sono costituite da aminoacidi essenziali, cioè che il corpo non produce autonomamente, e l’altra metà da aminoacidi non-essenziali, che l’organismo invece sintetizza da sé. Se mangio una bistecca avrò tutte le venti perle necessarie per la “collana proteica”, ma se invece mangio un’unica fonte di proteine vegetali, dei legumi per esempio, a questa collana mancheranno delle perle. Quindi devo recuperarle da qualche parte.

Come?

Nel caso dei legumi li devo associare con dei cereali. I cerali, infatti, hanno le perle mancanti ai legumi, e viceversa. Insieme, cereali e legumi, hanno le venti perle necessarie per la mia collana: dalla loro combinazione ottengo infatti quello che viene definito un profilo aminoacidico completo..

Perché è quello l’obiettivo del vegetariano: arrivare a mangiare proteine…

Esatto, avere delle proteine complete. Il nostro corpo è un po’ come un artigiano e se gli manca una perla, un pezzo della sua opera, si deve fermare. L’esempio dei piselli e del riso. Al riso mancano due perle, la lisina e il criptofano, che sono invece presenti nei piselli.

Anche i brand d’integratori si sono adeguati alle esigenze attuali dei vegetariani e dei vegani
Anche i brand d’integratori si sono adeguati alle esigenze attuali dei vegetariani e dei vegani
Quindi, una volta completata la “collana” i vegetariani sono alla pari con gli onnivori?

Sì, solo che le loro fonti proteiche sono di origine vegetale. E sono più ricche di altri componenti: fibre, carboidrati. Per esempio la famosa bistecca non ha carboidrati, mentre i piselli sì. E infatti è più complicato far dimagrire un vegetariano.

In pratica completano la collana di perle ma questa è meno “pura” in quanto contiene anche altro. Ci sono altri metodi per fargli assumere le proteine?

Ci sono delle proteine in polvere di origine vegetale (i.e. proteine in polvere isolate del pisello o della soia) che si possono sciogliere in bevande vegetali, ma tutto è più complesso. Pensate a questi atleti che oggi sono spesso in giro, viaggiano, sono in aeroporto… tutto è meno pratico. Poi okay, oggi ci sono cibi preparati come affettati vegani con valori proteici simili alla bresaola, hamburger di soia, panetti di tofu… e in qualche modo ti barcameni..

E in corsa cambia qualcosa per i vegetariani?

Nel 90% dei casi no, si va lisci. Questo perché gel e barrette non contengono proteine animali, anche se in qualche caso la pellicola edibile di alcuni supplementi è di cellulosa che è di origine animale. Semmai cambia qualcosa nel recupero, in quanto si deve ricorrere a proteine in polvere di origine vegetale e non animale: quindi si evitano proteine dell’uovo o del latte e si scelgono proteine del pisello, della soia, del riso o mix di più fonti vegetali. Se però un atleta è vegano allora c’è l’esigenza di una supplementazione giornaliera sublinguale di vitamina B12, perché questa in natura si trova solo in alimenti animali.

So.Group, azienda trevigiana di distribuzione, fornisce alla BikeExchange il mopur, affettato vegano con apporto proteico simile alla bresaola
So.Group, azienda trevigiana di distribuzione, fornisce alla BikeExchange il mopur, affettato vegano con apporto proteico simile alla bresaola
Per andare pari la classica bistecchina corrisponde a quante uova?

Ripeto, se prende l’uovo non ci sono problemi. Basta pensare che ad ogni pasto il limite massimo di proteine che possiamo assimilare è di 30-35 grammi e ogni uovo ne contiene 4-5, bastano quindi una o due uova intere e un totale di 7 albumi. Vendono anche l’albume separato oggi, se non altro per ne gettare 5 tuorli. Oppure servono 100 grammi di cereali e 80 grammi di legumi secchi (o 220 grammi se in scatola).

E oltre quei 30-35 grammi?

Si va in accumulo e si trasforma in grasso. Infatti tante volte a cena dico ai corridori di non spaventarsi se la bistecca è piccola, tanto di più non serve.

E in tutto ciò il Parmigiano?

E’ fondamentale. E’ considerato un aminoacido ramificato naturale tipo BCAA ed è davvero importante nel bilancio della dieta dei vegetariani.

Alimentazione. I piani al dettaglio per il viaggio in Australia

16.09.2022
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Le ore di fuso orario tra l’Italia e l’Australia sono ben otto. Per raggiungere l’altro capo del mondo gli atleti sono chiamati ad un viaggio che dura oltre 24 di ore, scali e attese incluse. Una bella “botta” a quella che è la routine della loro vita scandita da ritmi sempre uguali e salutari, soprattutto in tema di alimentazione.

Per affrontare questo viaggio nulla è lasciato al caso, neanche sul fronte dell’adattamento alimentare. Laura Martinelli, nutrizionista della BikeExchange-Jayco, ci spiega come si affronta questo trasferimento verso i mondiali di Wollongong. Lei seguirà i “suoi” atleti, tra quelli privati e quelli del team anche se in altre nazionali, da remoto.

Nel 2021 Laura Martinelli ha lavorato per il Team Novo Nordisk, da quest’anno è alla Bike Exchange
Laura Martinelli da quest’anno è alla Bike Exchange. Segue dall’Italia diversi atleti impegnati ai mondiali in Australia
Nel 2021 Laura Martinelli ha lavorato per il Team Novo Nordisk, da quest’anno è alla Bike Exchange
Laura Martinelli da quest’anno è alla Bike Exchange. Segue dall’Italia diversi atleti impegnati ai mondiali in Australia
Laura, come ci si adatta a questi lunghi viaggi?

I corridori sono abituati a viaggiare, ma ultimamente le trasferte sono state più verso Ovest che verso Est. Però in molti hanno anche l’esperienza maturata in passato con il Tour Down Under (anche se era una corsa tappe ad inizio stagione e il clima era un po’ più disteso, ndr).

Vero, i corridori sono abituati a viaggiare e hanno già le contromisure da prendere, ma stavolta la posta in gioco è alquanto elevata: c’è in palio la maglia iridata. Come si affronta questo viaggio dunque dal punto di vista dell’alimentazione per essere al meglio?

Ci sono tre fasi: una prima del viaggio, una durante e una al momento dell’arrivo e questi sono i giorni più delicati, quelli che vanno a concludere l’adattamento. 

La prima fase…

Inizia una settimana prima del volo. Consiste nell’anticipare gli orari in modo molto graduale così da ridurre il fuso orario e avvicinarsi agli orari australiani. Quindi bisogna svegliarsi prima, mangiare prima, coricarsi prima. Ridurre l’esposizione alla luce, aiutarsi con degli occhiali per le luci blu degli schermi. Da un punto di vista strettamente alimentare non cambia nulla, in quanto in quella settimana gli atleti continuano ad allenarsi. Vengono modificati solo gli orari.

Spesso i cibi che si mangiano in volo non sono super per quantità e qualità, specie in economy class
Spesso i cibi che si mangiano in volo non sono super per quantità e qualità, specie in economy class
Seconda fase: il volo vero e proprio…

Si deve modulare i pasti a ridosso del volo. Bisogna aumentare i carboidrati prima di partire da casa. Questo perché nelle due giornate di viaggio i periodi di digiuno possono anche essere abbondanti. Cosa molto importante è che da quando si arriva in aeroporto bisogna pensare e mangiare con gli orari australiani. Se laggiù è mezzogiorno qui devo pranzare.

Una domanda forse sciocca, ma come è possibile mangiare ad orari diversi sull’aereo? Ci si mette d’accordo con la hostess?

Dipende anche dalla classe aerea in cui si viaggia: in prima si hanno più comfort. Ma generalmente sia a livello qualitativo che quantitativo i pasti in aereo non sono il top. I liquidi non si possono portare da casa (per le norme antiterrorismo, ndr), ma i solidi sì. Ai miei atleti faccio preparare dei pasti sani. Li portano nelle vaschette Tupperware: riso, pollo, verdure. Liquidi e snack, tipo frullati o yogurt possono comprarli dopo il check-in, ma i pasti principali glieli faccio portare da casa.

Un bell’impegno…

Sì, ma ci siamo abituati. Alla fine per noi è l’ennesimo viaggio dell’anno o della carriera. Anzi, per certi aspetti con tanti giorni di adattamento, 7-10, è anche più facile gestire tutto ciò. E’ un lusso in questa occasione.

Laura Martinelli fa preparare a casa dai suoi atleti il cibo che poi mangeranno in volo
Laura Martinelli fa preparare a casa dai suoi atleti il cibo che poi mangeranno in volo
E poi c’è la terza fase…

Si va a scalare quella che è la supplementazione di melatonina e si va a ristabilire il ritmo circadiano.

Ritmo circadiano: cos’è?

In parole povere il nostro orologio interno, quello che va a regolare la produzione di ormoni e le funzioni vitali. Le abitudini. Il nostro corpo, per esempio, sa che deve essere più tranquillo la sera e più attivo al mattino. E infatti al mattino c’è più insulina in quanto si è più attivi. Il jet-lag alla fine è questo: è il dover riadattare l’orologio interno, accompagnarlo gradualmente al fine di ridurne lo shock. 

E quanto tempo serve?

In tre, quattro giorni ci si deve adattare e poi in questo caso abbiamo il favore delle temperature. A Wollongong sono simili alle nostre e anche un po’ più fresche. Non abbiamo anche la problematica climatica insomma.

Per adattarsi servono 3-4 giorni, ci si allinea in tutto: alimentazione, sonno, allenamenti (foto Belgian Cycling)
Per adattarsi servono 3-4 giorni, ci si allinea in tutto: alimentazione, sonno, allenamenti (foto Belgian Cycling)
Prima hai detto: “Si va a scalare la supplementazione”: cosa intendevi?

Ogni squadra e ogni nutrizionista ha i suoi prodotti, possono essere dei mix di valeriana o melatonina… sostanze che servono per lo “spegnimento”. Ma al contrario si va a dosare anche la caffeina, che invece “accende” il fisico. 

C’è un protocollo alimentare definito per quei tre, quattro giorni dopo l’arrivo?

No, si mangiano le cose di sempre in base agli allenamenti. La risposta al fuso orario poi è soggettiva, c’è chi si adatta più facilmente e chi impiega un po’ di più. Solitamente chi è più attivo di mattina, come i corridori che a quell’ora si allenano, si adatta meglio nei viaggi verso l’Est, come l’Australia. E viceversa. Chi gioca a basket, chi si allena al pomeriggio, probabilmente è favorito nei viaggi verso Ovest. No, non c’è un protocollo definitivo. Si agisce molto di esperienza. 

Alla fine quindi ci si deve adattare più sugli orari che sui cibi?

Esatto, anche perché sia io che i corridori vogliamo che sia tutto il più standard possibile. Non vogliamo cambiare, soprattutto a questo punto della stagione, un’alimentazione che per dieci mesi li ha fatti stare bene.

Arzuffi-Braidot: metti una stradista e un biker a tavola insieme

16.09.2022
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Esiste la dieta unica per il ciclista? No, specialmente se si parla di discipline differenti come la strada e il cross o mtb. Per scoprire i piccoli dettagli che valgono la vittoria, abbiamo intervistato una coppia polivalente: Alice Arzuffi, campionessa italiana donna elite di ciclocross 2020, che gareggia anche su strada, e Luca Braidot (i due sono insieme in apertura, foto Instagram), che nel cross country quest’anno ha conquistato due prove di Coppa del mondo, il bronzo mondiale concludendo la stagione al primo posto nella classifica UCI.

Su strada, Arzuffi punta alle tappe di salita: qui al Giro d’Italia
Su strada, Arzuffi punta alle tappe di salita: qui al Giro d’Italia

Il peso e la dieta

Per cominciare abbiamo chiesto di valutare da 1 a 10 l’importanza del peso nella performance delle due discipline: strada, con le gare a tappe che costringono i ciclisti a rimanere in sella per molte ore, e cross, assimilando il ciclocross di Alice al cross country di Luca, con sforzi intensi e di durata tra l’ora e l’ora e mezza.

«Su strada 10. Si sa che è determinante – inizia Alice – soprattutto per chi come me, punta alle tappe di salita. Nel cross posso permettermi anche uno o due chili in più».

«Nella mtb cross country – svela Luca – ci sono tante più variabili in gara. Il peso conta, ma è più importante la testa. Io sono sempre stato magro, ma ora con l’aiuto della nutrizionista, mangio gli alimenti giusti e sono sicuro al 100% che ho energia a sufficienza fino a fine gara, a differenza degli anni passati».

Braidot ha vinto due prove di Coppa del mondo e il bronzo ai mondiali di Les Gets (foto Michele Mondini)
Braidot ha vinto due prove di Coppa del mondo e il bronzo ai mondiali di Les Gets (foto Michele Mondini)

Prima di strada e cross

Se si vuole curare il dettaglio a tavola, bisogna considerare di adattare la dieta al soggetto, a ciò che ha in programma, e non è sufficiente fare sempre lo stesso carico di carboidrati.

«Prima delle gare su strada, specialmente quelle a tappe – dice Alice – sono molto rigorosa. Gli ultimi giorni prima dell’appuntamento prediligo i carboidrati di riso e pasta riducendo le verdure. Il giorno della gara poi mangio 3h45’ prima e rispetto al cross mangio di più. Se la gara è in tarda mattinata, faccio una colazione abbondante con dolce e salato. Invece se è più tardi nel pomeriggio, mi prendo una piccola porzione di riso con albicocche disidratate. Per le gare di cross sto più leggera e a differenza della strada non mangio assolutamente più nulla nelle tre ore prima, ad eccezione di un gel in partenza».

Il riso, uno dei pasti a base di carboidrati più usato dagli atleti: anche da Arzuffi
Il riso, uno dei pasti a base di carboidrati più usato dagli atleti: anche da Arzuffi

Prima della Mtb

In mtb Luca fa un’ulteriore distinzione tra la gara della domenica su distanza olimpica, quindi di 80 a 100 minuti circa e la short track, una gara sprint di 20-25 minuti che gli stessi atleti affrontano al venerdì sera e che, come una sorta di qualifica, determina l’ordine di partenza della domenica.

«Da venerdì sera aumento i carboidrati – spiega – eliminando però la verdura. Scelgo poi proteine più leggere come il pollo, l’albume o il pesce bianco. Nel pasto pre gara cerco di cuocere pasta o riso mantenendo più amido possibile, tipo risottando la pasta, e senza aggiungere sale. Completo con una piccolissima porzione di proteine, sempre delle più facili da digerire. Un’ultima differenza è che nella gara della domenica mangio anche una barretta 2 ore prima e un gel alla partenza, nelle short track solamente il gel, non meno di 15 minuti prima».

Dal venerdì sera prima della gara, Braidot punta su proteine leggere come il pollo
Dal venerdì sera prima della gara, Braidot punta su proteine leggere come il pollo

Crisi di fame o crisi di sete

Se su strada la difficoltà è di introdurre sufficienti quantità di nutrienti per preservare la gamba anche nei giorni successivi, nel cross il problema riguarda più l’idratazione, soprattutto per il XC in cui le gare si svolgono sotto il sole estivo.

«Su strada cerco di raggiungere i 60-80 grammi di carboidrati all’ora, usando gel, barrette e bevendo almeno una borraccia di malto e fruttosio», rivela Alice.

«Io invece – continua Luca – prendo un gel ogni 15 minuti circa, quando passo dai box. E’ quello generalmente l’unico punto in cui i percorsi, altrimenti tecnici ed impegnativi, concedono un attimo per rifornirsi».

Lo scorso anno Braidot si è sperimentato in gravel nella Serenissima
Lo scorso anno Braidot si è sperimentato in gravel nella Serenissima

La dieta per il recupero

La compostezza degli stradisti si nota soprattutto nel recupero, quando con un calendario fitto di gare, spesso a tappe, non si può lasciare nulla al caso.

«Su strada appena tagliato il traguardo – spiega Alice – il massaggiatore è li che ci aspetta con il “recupero”, una borraccia con le soluzioni di carboidrati e proteine che diversi brand offrono. Dopo essermi cambiata mangio del riso freddo con delle proteine, un panino o a volte dello yogurt con i cereali come merenda, per poi cenare in hotel. Nel cross invece tendo a prendere solamente degli amminoacidi e a mangiare qualcosa di completo e sano a cena». 

In mtb sembra tutto più semplice, perché non avendo gare a tappe o particolarmente ravvicinate c’è tempo per recuperare, ma Luca confessa che anche nel XC non c’è niente da sottovalutare.

«Come Alice nel ciclocross – spiega Luca – dopo gara prendo amminoacidi e faccio un pasto completo. Devo però stare più attento al recupero dopo la short track, che essendo una gara serale, condiziona la qualità del mio sonno, nonostante non sia un amante dei gel alla caffeina. Con la dottoressa Martinelli, sto ancora lavorando per trovare la combinazione di alimenti migliore per me dopo la short track».

Alice Maria Arzuffi si divide fra cross e strada
Alice Maria Arzuffi si divide fra cross e strada

Due approcci diversi

Riassumendo, possiamo dire che tendenzialmente per uno sforzo di endurance bisogna preparare il fisico con più anticipo, con un buon carico di carboidrati, una giusta quantità di proteine e una corretta idratazione.

In una gara più corta ed intensa, è invece più importante essere reattivi fin da subito, senza appesantimenti da pasti troppo abbondanti o ricchi di verdure e proteine difficili da digerire. Per quanto riguarda i gel alla caffeina? Non sono essenziali. Luca e Alice preferiscono assumerli solo se ci sono meno di 25 gradi, e sempre con parsimonia per evitare tachicardie e crampi.