Busatto: esclusione mondiale e futuro alla Intermarché

30.09.2022
4 min
Salva

La Intermarché Wanty Gobert ha lanciato il suo team di sviluppo, un passo importante per crescere ancor di più tra le squadre più importanti del panorama WorldTour. In questo nuovo progetto della squadra under 23 direttamente legata al team dei professionisti, sono stati inclusi due giovani italiani. Il primo è Delle Vedove, di cui vi avevamo parlato un paio di settimane fa, il secondo è Francesco Busatto.

Il secondo acquisto della squadra belga arriva dal Veneto e corre (ancora per pochi giorni) con la General Store (in apertura alla Piccola Sanremo, photors.it). Un ragazzo dal profilo interessante, che ha nella costanza una delle sue qualità principali, grazie alla quale si è meritato la maglia azzurra all’europeo di Anadia e la convocazione, seppur come riserva, al mondiale australiano. 

Francesco Busatto è stato uno dei protagonisti degli europei di Anadia, correndo in appoggio dei compagni
Francesco Busatto è stato uno dei protagonisti degli europei di Anadia, correndo in appoggio dei compagni
Francesco, come è andata la trasferta a Wollongong?

La trasferta è andata bene tutto sommato, è stata comunque una bella esperienza. Ovvio che mi sarebbe piaciuto correre la prova iridata, mi sentivo anche in buona condizione, ma Amadori ha deciso così. 

Che sentimento hai provato?

Tristezza, ma mi è durata solo un giorno. Sicuramente non rabbia, Marino ha preso la sua decisione e la rispetto. Era dispiaciuto anche lui di non farmi correre, d’altra parte c’erano altri atleti che sarebbero potuti essere più utili di me alla causa. 

Il percorso ti piaceva? Lo ritenevi adatto alle tue caratteristiche?

Era abbastanza adatto al tipo di corridore che sono, sicuramente avrei corso in appoggio ai miei compagni, era andata così anche all’europeo. Probabilmente avrei cercato di inserirmi nella fuga iniziale, anche se è facile dirlo a quasi una settimana di distanza. Non c’era nulla di facile o scontato, anche perché i miei compagni hanno provato ad entrare in quella fuga e non ci sono riusciti, non è quindi detto che io ce l’avrei fatta. 

Dal 2023 sarai nel team development dell’Intermarché, com’è nato il contatto?

Il contatto è nato tramite il mio procuratore Maurizio Fondriest, abbiamo fatto una videochiamata due settimane dopo il ritiro con la nazionale al Sestriere. Mi hanno fatto subito capire che erano disposti a prendermi e che credono in me, hanno visto i miei risultati e la mia costanza ed anche i dati dei miei test. 

Tronchon Biella 2022
Busatto sul secondo gradino del podio al Giro della Provincia di Biella (foto IlBIellese)
Tronchon Biella 2022
Il 24 aprile il francese aveva vinto in solitudine il Giro della Provincia di Biella con 1’10” su Busatto e Guzzo (foto IlBIellese)
Deve essere stata una bella notizia…

Ero molto felice perché è un progetto molto ambizioso ed in più per me è un’opportunità grandissima per avvicinarmi al mio sogno di correre nel WorldTour. Sono molto fiducioso, non vedo l’ora di cominciare. Credo proprio che un passo del genere (quello di correre all’estero, ndr) sia fondamentale per diventare professionista. 

Non ti sembra strano non aver mai visto i tuoi tecnici e diesse di persona ma solo in video?

Essendo abbastanza distanti è normale non essersi mai visti di persona, abbiamo questi mezzi tecnologici, è anche giusto usarli. Con il diesse, Kevin Van Melsen, che quest’anno corre ancora con loro ma l’anno prossimo cambierà ruolo, ci sentiamo spesso. 

Quando li vedrai per la prima volta?

Andrò in Belgio verso metà ottobre, il 19 ed il 20, per vedere il materiale e conoscere l’ambiente. 

Ti trasferirai in Belgio o rimarrai in Italia?

Resterò in Italia ad allenarmi, useremo delle piattaforme per monitorare il rendimento e lo stato degli allenamenti, continuerò a lavorare con il mio preparatore: Paolo Santello. Lì in Belgio c’è un appartamento che useremo per i ritiri o per quando ci saranno tante gare ravvicinate. 

Per Busatto (a destra con gli occhiali bianchi) si chiude la parentesi in General Store (photors.it)
Per Busatto (a destra con gli occhiali bianchi) si chiude la parentesi in General Store (photors.it)
Rosola aveva espresso il desiderio di lavorare con te, cosa ti ha detto di questa decisione?

Con lui ci siamo parlati, com’è giusto che sia. Ovviamente mi avrebbe voluto tenere, però l’attività internazionale della Intermarché è una cosa completamente diversa rispetto a quella che possono fare le continental italiane. Correremo in tutta Europa, in gare di livello altissimo, è completamente diverso rispetto a quello che può fare la General Store, con tutto il rispetto che ho per loro che mi hanno trattato benissimo e mi hanno dato l’opportunità di correre. 

Troverai un livello molto alto, ti senti pronto?

Qualche corsa l’ho fatta, certo, tutte in Italia, però una minima idea di quel che mi può attendere ce l’ho. Penso che qualche risultato riuscirò a farlo. Il modo di lavorare e di allenarmi sarà diverso, di conseguenza mi aspetto di avere un’altra condizione.

Questo salto ti spaventa?

In realtà passare in una squadra così grande non mi spaventa, se si vuole fare questo sport non bisogna aver paura di andare lontano da casa o imparare una nuova lingua. Sono esperienze che servono anche nella vita di tutti i giorni, non solo quella sportiva.

Valerio Piva: «Pronti ad accogliere Delle Vedove»

17.09.2022
4 min
Salva

Alessio Delle Vedove (in apertura foto Philippe Seys) passerà nelle fila della Intermarché Wanty Gobert. O meglio sarà nell’orbita di questo team, in quanto approderà nella squadra giovanile della WorldTour belga che nascerà giusto a partire dal 2023.

Ne avevamo parlato qualche tempo fa con il ragazzo stesso. Si tratta di un ennesimo super giovane che approda al professionismo e di un altro italiano che lascia la propria nazione per un’esperienza all’estero. 

Su carta sembra ideale il Belgio per Delle Vedove: è un corridore potente, veloce, di una certa “stazza”. Il corridore della Borgo Molino Rinascita Ormelle va forte anche a crono, ha già saggiato il pavé nella Roubaix juniores con la maglia azzurra. E soprattutto ha talento. Può fare bene.

Lassù troverà un tecnico italiano, Valerio Piva, direttore sportivo che di esperienza ne ha in abbondanza, ma forse anche per lui ritrovarsi con uno juniores è una novità.

Valerio Piva (classe 1958) è alla Intermarché Wanty Gobert dal 2021
Valerio Piva (classe 1958) è alla Intermarché Wanty Gobert dal 2021
Valerio, Delle Vedove sarà con voi, lavorare con un “ragazzino” è una novità anche per te?

In effetti è qualcosa di insolito anche per me. Ma ricordo che Delle Vedove andrà nella nostra squadra giovanile e ogni tanto potrà fare delle gare con la WorldTour. L’obiettivo è di farlo crescere nel modo migliore. Dobbiamo coltivare il suo talento. E’ importante che stia comunque con noi, che stia in Belgio. Alessio deve imparare i nostri metodi di allenamento, i nostri modi di fare.

Come lo avete individuato?

Abbiamo chi è addetto allo scouting, chi segue i giovani e non decide solo in base ai risultati. Io almeno non mi baso su quelli. Il risultato è il finale di un percorso. Io cerco di capire chi è davvero il ragazzo, come corre, che famiglia ha alle spalle, che gare ha fatto… è un insieme di cose. E poi chiaramente ho anche chiesto informazioni a dei tecnici che conosco, che sono esperti del mondo giovanile, che personalmente non ho troppo tempo di seguire essendo sempre in giro con la prima squadra.

Delle Vedove (classe 2004) impegnato a cronometro (foto Instagram)
Delle Vedove (classe 2004) impegnato a cronometro (foto Instagram)
Delle Vedove starà in Belgio con voi?

Sì, ma facciamo una precisazione. Noi della WorldTour abbiamo la sede a Courtrai, più verso il confine con la Francia, non lontano da Lille, mentre la sede della continental è nel magazzino della logistica che si trova più nel centro del Belgio, più o meno a metà strada tra Leuven ed Anversa. Anche perché con le gare di cross lì è molto più comodo. Detto ciò: sì, gli daremo l’opportunità di stare in Belgio, abbiamo un appartamento per i ragazzi. Poi è anche vero che stare in Belgio in certi periodi dell’anno non sia propriamente un regalo!

Ah, sicuro: il clima non è dei migliori…

Però potrà prendere feeling con il clima, con il pavé, con la nostra mentalità… 

Alessio sembra essere un corridore potente, un passista veloce. Ed anche in virtù di queste doti è stato portato in pista, tra l’altro con ottimi risultati. Gli lascerete aperta la porta del parquet?

Chiaramente i programmi li decideremo insieme. Noi siamo più propensi alla strada, ma se dovesse rientrare nei programmi della Federazione e della nazionale, okay. La pista è una scuola. Anche io vengo da lì. Può essere utile per il suo futuro, contribuisce allo sviluppo atletico e tecnico dell’atleta. E’ un bel bagaglio che si porta dietro. Quindi non sono contrario. Però, ripeto, prima facciamo i programmi.

Van Melsen (classe 1985) smetterà di correre fra pochi giorni e salirà in ammiraglia alla guida dei giovani della Intermarché
Van Melsen (classe 1985) smetterà di correre fra pochi giorni e salirà in ammiraglia alla guida dei giovani della Intermarché
Seguirai tu stesso Delle Vedove?

Lo seguirà Kevin Van Melsen, che tra l’altro in questi giorni sta ancora correndo in Italia e terminerà la carriera a fine stagione. Abbiamo scelto appositamente un tecnico giovane, fresco di gare. Uno che conosce e ha praticato fino all’ultimo il ciclismo moderno. Io potrò essere certamente un contatto e un aiuto per lui, specie per la lingua.

Hai già conosciuto il ragazzo?

Non ancora. Adesso io sono in Italia per queste gare di fine anno. Poi tornerò in Belgio e poi ancora riscenderò in Italia per le ultime gare. Magari lo vedrò a ridosso del Lombardia. In ogni caso a fine ottobre ci conosceremo di sicuro, in quanto con la squadra stiamo organizzando un incontro, che sia una cena di gala o un team building, vedremo.

Invece Valerio, qual è il tuo pensiero sui giovanissimi che passano? Al netto che Delle Vedove ufficialmente sarà in una continental…

Io dico che per me si dovrebbe arrivare al WorldTour per gradi. E’ come a scuola: prima le medie, poi le superiori, poi l’università… Le eccezioni ci sono state. Che poi la vera eccezione è stata una: Evenepoel e nonostante tutto anche lui ha avuto le sue belle difficoltà e ha pagato lo scotto di questa crescita veloce. Io preferisco una crescita graduale: juniores, under 23, pro’. Tutti oggi vanno a caccia del talento. C’è chi lo fa per lavoro e li fanno firmare il più presto possibile. Vogliono arrivarci prima degli altri e quando è così diventa un business e non va bene. Prima di fare certi salti i ragazzi devono imparare tante cose. Devono diventare uomini e poi atleti. 

Delle Vedove e il futuro alla Intermarché: «Voglio imparare»

12.09.2022
5 min
Salva

Alessio Delle Vedove corre veloce verso grandi traguardi, senza farsi spaventare da quello che lo circonda (in apertura festeggia l’approdo in finale nell’inseguimento a squadre, foto Federciclismo). Il ragazzo della Borgo Molino Rinascita Ormelle è ritornato dalla trasferta con la nazionale su pista a Tel Aviv. Dove ha conquistato, insieme ai suoi compagni, il titolo iridato nell’inseguimento a squadre, sfiorando per un soffio il record del mondo. 

«Sono tornato a casa dal Tel Aviv il 28 agosto – dice Delle Vedove – non ho ancora corso, mi sono riposato un po’ ed ho ripreso ad allenarmi pochi giorni fa. Il calendario quest’anno finisce il 16 ottobre, quindi ho ancora un mese di concentrazione, poi si potrà pensare al prossimo anno. Disputerò il campionato italiano di cronometro a squadre agli inizi di ottobre (si correrà il 1° ottobre a Fiume Veneto, ndr), è l’ultima gara sulla quale ho messo gli occhi, spero di finire bene».

Delle Vedove, il secondo da sinistra, insieme ai compagni di squadra dell’inseguimento (foto Instagram)
Delle Vedove, il secondo da sinistra, insieme ai compagni di squadra dell’inseguimento (foto Instagram)
Da dopo Tel Aviv si potrebbe dire che sei tornato in forma e motivato…

La maglia di campione del mondo è un sogno incredibile e già poterla indossare è un onore immenso. Peccato per il record del mondo, ma la pista non era delle migliori, era anche semi aperta, quindi c’erano un po’ di agenti ad influenzare la prestazione. 

A proposito del prossimo anno, abbiamo sentito che correrai con la continental dell’Intermarché Wanty Gobert.

Esatto, ne ho parlato con il mio procuratore Nicoletti ed insieme abbiamo deciso che era la scelta migliore per me. Inoltre io sono molto curioso e volevo proprio mettermi in gioco in una realtà come quella. Penso sia il passo giusto per tentare di fare del ciclismo il mio mestiere.

Delle Vedove ha ricevuto tante richieste: sia dall’Italia che dall’estero (photors.it)
Delle Vedove ha ricevuto tante richieste: sia dall’Italia che dall’estero (photors.it)
Quindi anche tu hai il procuratore, da quanto?

Non da molto, ho firmato la procura con lui da un mese più o meno. Inizialmente non volevo avere un procuratore, devo essere sincero: fossi rimasto a correre in Italia, non avrei firmato. Ma visto che sarò con una squadra straniera e ci saranno tante cose da curare, ho preferito averlo. Avevo un’idea diversa dei procuratori, pensavo imponessero le loro idee e che decidessero le cose a tavolino, invece Nicoletti no, mi ascolta e mi ha sempre chiesto cosa pensassi di ogni singolo dettaglio

Come è nato il contatto con la Intermarché?

A inizio giugno mi sono arrivate tantissime richieste ed offerte, tre da squadre Development: Lotto, Groupama FDJ e Intermarché. Sono arrivate in contemporanea anche due offerte dalle continental italiane: Zalf e Colpack.

Il ragazzo si è messo in luce con tante vittorie quest’anno, sia su strada che su pista (foto photors.it)
Il ragazzo si è messo in luce con tante vittorie quest’anno, sia su strada che su pista (foto photors.it)
Come mai hai scelto l’Intermarché?

Il progetto mi è sembrato molto interessante e disegnato a misura di un ragazzo che è al primo anno da under 23. Ho firmato per due anni, fino al 2024. Il primo anno rimarrò in Italia, c’è la scuola da finire, andrò ogni tanto in Belgio a correre o a fare ritiri. Mi hanno già anticipato che dovrei fare il calendario delle corse in Italia e qualcuna in Belgio e Olanda, non vedo l’ora.

Li hai già conosciuti?

Non dal vivo, andrò di persona solamente a fine ottobre, a stagione finita. Pensavo avessero una struttura molto complessa e intricata, invece nella loro professionalità sono molto semplici. Ho parlato anche con il vicepresidente e con il mio allenatore, Kevin Van Melsen. Quest’anno corre ancora con la WorldTour, ma dall’anno prossimo avrà questo nuovo ruolo. Dalla squadra mi scrivono spesso, mi fanno i complimenti, mi chiedono come sto, sono presenti e mi piace.

Hai già fatto qualche piccola esperienza all’estero, che ti aspetti?

Sì, ho fatto la Corsa della Pace e la Roubaix junior, come prima cosa mi aspetto di imparare tanto. Non vado con presunzione ma con voglia di mettermi in gioco, il livello è alto, l’ho visto nelle mie esperienze. Ho anche avuto modo di parlare con dei ragazzi alla Corsa della Pace, che per curiosità correranno con me il prossimo anno.

Delle Vedove in azione alla Corsa della Pace, una delle poche gare fuori dall’Italia corse dal corridore della Borgo Molino (foto Instagram)
Delle Vedove in azione alla Corsa della Pace, una delle poche gare fuori dall’Italia corse dal corridore della Borgo Molino (foto Instagram)
Cosa vi siete detti?

Parlavamo dei vari allenamenti e delle corse fatte. Ho sempre avuto la sensazione che nel Nord fossero più pronti, e ne ho avuto la conferma. Quei ragazzi fanno 200-300 chilometri in più a settimana rispetto a noi, per questo sono avanti di preparazione e di forma. Mi dicevano che si allenano sempre, anche con la pioggia, noi, invece, no.

Ci sono altre differenze?

La scuola, ne discutevo con un ragazzo tedesco e mi spiegava che da loro la scuola ti viene incontro se fai attività sportiva di alto livello, programmano le interrogazioni e le verifiche. Al contrario, in Italia, ti dicono che ti aiutano, ma poi non lo fanno concretamente

Insomma, curiosità e voglia di iniziare…

Voglio ripartire da zero, tirare una riga e rimettermi in gioco, non importa cosa ho fatto fino ad ora. Devo imparare tanto, lo ripeto, nei primi mesi dovrò restare attento. Per farvi un esempio: non so fare i ventagli, i miei compagni sì, non sono abituato a correre sul pavé, loro ci vivono. Non mi monto la testa, si fa un passo alla volta e nel 2024 vorrei trasferirmi in Belgio in pianta stabile, per fare un ulteriore passo in avanti.

Regista in corsa e vincente al traguardo. Ecco chi è Delle Vedove

18.06.2022
5 min
Salva

«Sentiamoci prima di mezzogiorno ché poi devo concentrarmi per le gare». La cosa che colpisce di primo impatto di Alessio Delle Vedove è la sua maturità, a soli 18 anni. Stiamo parlando di uno dei maggiori talenti del panorama junior italiano, già vincitore per 7 volte in questa stagione su strada ma che si sta distinguendo anche su pista, avendo pilotato il quartetto del Veneto al titolo italiano di categoria con contorno di altre tre medaglie individuali (inseguimento, madison e eliminazione). Un corridore poliedrico, come ormai consuetudine – finalmente – anche nel movimento giovanile italiano.

C’è un fattore che sta portando il ragazzo della Borgo Molino Vigna Fiorita alla ribalta e non è dato, come si sarebbe portati a pensare, alle sue vittorie (in apertura quella a San Biagio di Callalta, foto Scanferla). La maturità di Alessio si vede in corsa ed emerge non solo dalla sua regolarità (quando non vince è sempre comunque piazzato) ma dalla sua condotta in gara, una sorta di vero regista in corsa, il braccio operante di tutte le strategie decise dal team di Cristian Pavanello. Se la squadra veneta è in primissimo piano e colleziona successi con molti suoi tesserati (ben 15 finora), lo si deve anche, forse soprattutto, a questa capacità.

Quando facciamo presente la cosa a Delle Vedove, non si tira indietro: «In gara non rimango sulle mie, chiedo sempre ai compagni come va, comunichiamo molto su come condurre la corsa. Loro spesso mi chiedono consigli. Io corro innanzitutto per la squadra e anzi nella parte finale di stagione ho intenzione di lavorare soprattutto per gli altri».

Delle Vedove Borgo Molino 2022
Il team del Borgo Molino Vigna Fiorita, dove Delle Vedove funge da capitano ma anche regista in gara
Delle Vedove Borgo Molino 2022
Il team del Borgo Molino Vigna Fiorita, dove Delle Vedove funge da capitano ma anche regista in gara
Proviamo a ricostruire chi è Alessio Delle Vedove…

Un ragazzino che ha trovato subito nel ciclismo la sua passione, tanto che gareggio sin da quando ero G1. Da bambino giocavo anche a calcio, ma non mi divertivo così tanto come con la bici. Quasi non riesco a farne a meno. Finora mi sono dedicato di più alla strada, ma dai tricolori di Noto mi interessa per il momento di più la pista perché sono convinto che a europei e mondiali possiamo fare davvero bene con il quartetto dell’inseguimento.

Andiamo un po’ più in là: a fine stagione ci sarà il passaggio di categoria…

Lo so e non posso nascondere che ci penso spesso. Non con paura, questo sia chiaro, per me è una motivazione. Entrare fra gli Under 23 significa anche cambiare prospettive, cominciare a vivere quest’attività un po’ più come un lavoro. Significa mettersi davvero in gioco. Intanto il primo passo è scegliere la squadra giusta: di offerte me ne sono arrivate tante ma non ho ancora scelto, a fine stagione vedremo che cosa fare, ora voglio concentrarmi sulle gare perché c’è tanto in ballo.

Molti corridori alla tua età e con un curriculum simile penserebbero già, o sarebbero indotti a pensare al professionismo.

Non è il mio caso. Io voglio prendermi i miei tempi, fare la gavetta fra gli Under 23 e provare la mia strada quando mi sentirò pronto. Vedo tanti che passano troppo presto e restano bruciati, so che in questo momento rischierei troppo, soprattutto perché non riesco ancora a raggiungere i wattaggi necessari. Ho visto ad esempio le tappe del Giro Under 23 e sinceramente vedo un livello che per me è ancora off limits, come è giusto che sia.

Parole davvero molto mature. Dovendoti però far conoscere, che corridore sei?

Sicuramente un corridore veloce, ma che si difende bene in salita, anche su dislivelli che raggiungono i 1.500-1.600 metri. In salita mi difendo bene e questo mi fa pensare di avere ancora confini inesplorati, anche per questo voglio fare i miei passi con calma, per conoscermi meglio.

Delle Vedove 2021
Nel primo anno junior Delle Vedove (secondo da sinistra) ha preso le misure (foto Scanferla)
Delle Vedove 2021
Nel primo anno junior Delle Vedove (secondo da sinistra) ha preso le misure (foto Scanferla)
Oltretutto i tuoi risultati su pista, con la propensione per le gare endurance e soprattutto per l’inseguimento (argento tricolore, battuto in finale da Luca Giaimi), fanno pensare che tu abbia buone propensioni anche per le cronometro…

Le gare a tempo sono sempre state nelle mie corde, innanzitutto mentalmente. Anche ai tricolori mi sono trovato bene, ho perso la finale per 6 decimi ma è stato tutto merito suo. Chiaramente bisogna considerare che un conto è una gara su pista, un altro quella su strada dove molto conta la resistenza, Le basi ci sono, ma bisogna capire che cosa posso diventare realmente.

Che scuola fai?

L’Istituto Tecnico a Dolo (VE), con indirizzo amministrazione, finanza e marketing. Devo dire che ho trovato nella scuola un grande supporto da parte dei professori, mi chiedono sempre delle mie gare e mi aiutano a non perdere terreno dai compagni. Alla scuola tengo molto, infatti mi voglio tenere aperte tutte le strade, se il ciclismo non sarà il mio futuro almeno avrò un piano B.

Delle Vedove mamma
Alessio con sua mamma Paola: il supporto della famiglia è totale, senza trascurare la scuola
Delle Vedove mamma
Alessio con sua mamma Paola: il supporto della famiglia è totale, senza trascurare la scuola
Hai detto dei professori, ma che dicono i compagni?

Sono i miei unici amici al di fuori del ciclismo, quando non ho impegni in bici cerco di passare molto tempo con loro anche perché serve per cambiare discorsi, non rimanere sempre ancorati agli stessi pensieri. Ci vado d’accordissimo e sono tutti miei tifosi.

Hai parlato di europei e mondiali su pista. Ma a quelli su strada ci pensi?

Sì, certo, spero di rientrare nel gruppo e sono pronto a lavorare per i compagni, anche se mi chiedessero di sacrificarmi per i primi chilometri. Perché sono fatto così…

Borgo Molino, il difficile equilibrio tra vittorie e futuro

16.06.2022
6 min
Salva

Quali ingredienti servono per comporre uno junior, affinché da grande diventi un grande corridore? E’ la domanda che ci si pone da tempo davanti alle differenze spesso imbarazzanti in ambito under 23 fra i nostri e gli altri. E se è vero che all’estero probabilmente si hanno altre libertà, come denunciato da Oldani al Giro d’Italia, il dubbio che qualcosa in Italia manchi nella formazione in certi giorni ti assale. Sarebbe sbagliato cercare tracce di Evenepoel in ogni ragazzino, ma è interessante chiedersi in che modo crescano i nostri futuri professionisti. E così un sondaggio abbiamo ritenuto di farlo con Cristian Pavanello, diesse della Borgo Molino: la squadra che negli ultimi mesi ha mandato Pinarello direttamente fra i pro’ e corridori come Bruttomesso e Ursella alla Zalf e alla DSM. Eppure fra i tecnici degli U23 c’è chi dice che nel team di Ormelle, in provincia di Treviso, si guardi più al risultato immediato che al lungo termine.

«Sono un tecnico vincente – dice Pavanello, fratello di Luca che fu professionista con la Aki-Gipiemme e per quattro anni a sua volta dilettante, tra la Zalf Fior e la Bata-Moser – e alle corse si va per vincere. Non perché abbiamo bisogno di fare punti, ma perché la vittoria è quello che ripaga i ragazzi dei loro sforzi. Abbiamo vinto con 6-7 corridori diversi, se invece badassimo davvero alla quantità, punteremmo su quelli che danno più garanzie e metteremmo gli altri a tirare. Facciamo tutte le internazionali che ci sono in Italia e abbiamo in programma di fare una trasferta all’estero. Ma i ragazzi hanno la scuola e poi lo stage. Poi c’è la nazionale. Non è semplice trovare il tempo».

Cristian Pavanello è stato dilettante e guida gli juniores della Borgo Molino (foto photors.it)
Cristian Pavanello è stato dilettante e guida gli juniores della Borgo Molino (foto photors.it)
Critiche rispedite al mittente?

Una cosa che mi fa pensare di essere sulla strada giusta è che i nostri ragazzi vengono ricercati da tante squadre. I risultati confermano il buon lavoro che facciamo. Alcuni si confermano e alcuni chiaramente si perdono, magari anche ragazzi da cui ci aspettavamo tanto, ma questo succede a tutti. Secondo me se qualcuno si lamenta, è semmai perché i nostri ragazzi non vanno con loro.

Oggi si passa da juniores a continental e sei già fra i pro’: avete cambiato qualcosa nella gestione?

Non abbiamo cambiato niente, per fare certi numeri serve materiale umano buono. Sapremo fra 4-5 anni se questa tendenza a passare così giovani darà buoni frutti.

Alla Coppa Montes, un bel gap fra Mees Viot e Romet Pajur del Team Auto Eder e Matteo Scalco (foto photors.it)
Alla Coppa Montes, un bel gap fra Mees Viot e Romet Pajur del Team Auto Eder e Matteo Scalco (foto photors.it)
Ci sono squadre come la Auto Eder e la FDJ capaci di prestazioni piuttosto consistenti…

Li preparano per il salto tra i pro’. I nostri hanno altre mentalità, alcuni si sviluppano a 23 anni. Il nostro Pinarello è passato direttamente tra i pro’, ma sta facendo attività U23 e ha i suoi tempi. Sta facendo il Giro d’Italia U23 da primo anno, mi sembra normale che trovi difficoltà. Bruttomesso invece ha vinto subito. Ognuno ha la sua strada. Ci sono stati ragazzini che a livello juniores dominavano e poi sono spariti. E’ meglio così? I migliori dei nostri non saranno al livello dei 4-5 che dominano a livello mondiale, ma hanno mantenuto le loro caratteristiche e vanno bene. Noi lavoriamo su più fronti.

Più specialità?

Facciamo strada, pista e cross. Delle Vedove è un velocista, ma ha fatto anche corse dure come la Tre Valli e la Piccola San Geo e adesso ha vinto i tricolori in pista.

Però al Giro U23 si vedono differenze notevoli.

Chi sta dominando al Giro ha fatto attività con le WorldTour: è giusto? Il nostro modo di lavorare ha dato e dà buoni frutti, ma non si può usare come paragone Evenepoel e pretendere che tutti seguano lo stesso cammino.

Qualcuno dice che la società italiana non produce ragazzi capaci di sacrificarsi davvero.

Non penso che sia così. Si criticano ragazzi che semplicemente fanno un percorso diverso. Non so se i ragazzi della Auto Eder vadano a scuola e non so quanti di loro diventeranno campioni. Credo sia tutto da analizzare bene, senza fermarsi al risultato immediato. Sono nella categoria da 25 anni, abbastanza per capire che Nibali non ne nasce uno ogni anno. Piuttosto faccio io una domanda…

Alla Coppa Montes, l’arrivo di Novak (foto photors.it)
Alla Coppa Montes, l’arrivo di Novak (foto photors.it)
Vai.

Quanti corridori si perdono perché non trovano squadra? Nelle WorldTour straniere fanno correre i loro. La Ineos prende Ganna perché vince e si porta via Cioni, uno dei migliori allenatori in circolazione. In ogni squadra WorldTour c’è almeno un tecnico italiano, si fa tanto parlare, ma qui non c’è una grande squadra che possa insegnare ai ragazzini a diventare corridori. Se hai la struttura, nella quantità trovi la qualità. Invece siamo penalizzati fortemente dalla mancanza di squadre e da quello che Oldani ha detto chiaramente.

Andare all’estero a fare una corsa a tappe non li farebbe crescere?

Come società, la sola cosa che conta è avere ragazzi che continuano, non solo quelli che vincono. Abbiamo fatto per anni il Trofeo Karlsberg, ma ormai è nella Nation’s Cup e si fa solo per nazionali. Non c’è più questa grande quantità di corse all’estero, come qua non ci sono più il Giro di Basilicata, quello di Toscana o quello del Friuli, che è stato annullato e che erano ottime occasioni di crescita. E poi c’è da fare i conti col budget, il momento è noto e andare all’estero ti costa 6-7 mila euro che non sono facili da spendere. E poi un’altra cosa…

Matteo de Monte vince così la Coppa Fratelli granzotto (foto photors.it)
Matteo de Monte vince così la Coppa Fratelli granzotto (foto photors.it)
Quale?

Va bene fare il confronto con le squadre che vengono da fuori a dominare in Italia, ma io non ce la faccio a vedere degli juniores che fanno i professionisti a 17-18 anni. Ci sono già tanti ragazzi in difficoltà  in giro, mi dispiacerebbe impedirgli di andare a scuola, privandoli di un futuro se il ciclismo non dovesse andar bene.

Pavoncelli 2022

Il poker della Borgo Molino, che comincia a raccogliere i frutti

19.04.2022
4 min
Salva

Nel fiume di gare fra juniores e under 23 che si stanno disputando in queste settimane, una ha lasciato decisamente il segno. Al 22° Gran Premio Salumificio Pavoncelli, classica del calendario junior a Santa Lucia di Pescantina (VR) la Borgo Molino Rinascita Ormelle ha piazzato primo Marco Di Bernardo, secondo Matteo Scalco (i due nella foto di aperura Scanferla), terzo Alessio Delle Vedove e quarto Matteo De Monte. Un poker che ha lasciato attoniti, schiacciato la concorrenza e che non è arrivato per un caso, ma è il frutto di un grande lavoro di base.

A distanza di qualche giorno, nella voce del diesse Christian Pavanello c’è ancora traccia di quelle emozioni vissute in Veneto. «Abbiamo cercato di costruire la vittoria, certo non pensavamo che arrivasse in maniera tanto eclatante, ma avevamo impostato il treno considerando la curva che c’era a 500 metri dal traguardo. Lì si è formato un buco e i primi due si sono potuti avvantaggiare, gli altri hanno comunque continuato a sprintare. Così è nato questo bellissimo poker».

Borgo Molino 2022
Il gruppo della Borgo Molino: Pavanello è il terzo in piedi da sinistra
Borgo Molino 2022
Il gruppo della Borgo Molino: Pavanello è il primo in piedi da sinistra
E’ la classica ciliegina sulla torta di un ottimo inizio di stagione…

E’ la nostra quarta vittoria nel 2022, sta davvero funzionando tutto. Venivamo da una bella annata, ma si sa che quando le cose funzionano è difficile ripetersi, partire allo stesso livello non è scontato.

Quanti corridori fanno parte del vostro roster?

Ne abbiamo 14, di cui 8 sono al secondo anno. Non sono tutti dello stesso livello, io dico che almeno 5 sono pronti a passare di categoria. Su questo mi preme fare un ragionamento: compito di un diesse è anche capire se a quest’età è giusto insistere o è meglio dedicarsi allo studio e cercare altre strade. Io devo essere sincero, non illudere i ragazzi. Qualcuno ha tutto per continuare, altri no.

Te la senti di fare qualche nome?

Delle Vedove è davvero un corridore completo, veloce quanto basta ma adatto a qualsiasi tipo di percorso e può dire la sua. Poi Vladimir Milosevic ha sicuramente delle qualità, anche lui può far bene su vari tracciati, soprattutto quelli duri. Giovanni Cuccarolo è un ragazzo di talento che può emergere, ma nel complesso ce ne sono che fanno ben sperare. Noi non possiamo far altro che accompagnarli verso il grande salto, ma senza mentire, per il loro bene.

Delle Vedove 2022
Delle Vedove a suon di risultati si è guadagnato la maglia azzurra per la Roubaix (foto Scanferla)
Delle Vedove 2022
Delle Vedove a suon di risultati si è guadagnato la maglia azzurra per la Roubaix (foto Scanferla)
Una scelta coraggiosa, in un ciclismo nel quale tutti guardano ormai proprio alla vostra categoria come serbatoio diretto per il professionismo…

Se hai doti e mentalità è giusto insistere, altrimenti ti fai solo del male, questo insegno ai ragazzi. E’ un’età delicata, dove non bisogna mai dimenticare che c’è prima la scuola, che non deve mai essere trascurata e per molti deve rimanere la strada primaria. Non tutti possono essere all’altezza.

Questo discorso però coinvolge anche il mondo dei procuratori, che fanno il loro interesse cercando di piazzare più corridori possibile.

Non la vedrei in maniera così negativa. La figura del procuratore ormai è presente da anni nel nostro mondo, ne abbiamo anche nel nostro mondo giovanile, non dobbiamo escluderli, ma altrettanto non devono fare loro. Bisogna lavorare insieme, promettere mari e monti non conviene neanche a loro. C’è chi lavora bene, chi è al servizio dei ragazzi e chi invece fa solo i propri interessi, ma sono sicuro che a lungo andare non durerà…

Cuccarolo 2022
Giovanni Cuccarolo, uno dei più promettenti del team trevigiano (foto Scanferla)
Cuccarolo 2022
Giovanni Cuccarolo, uno dei più promettenti del team trevigiano (foto Scanferla)
Avete anche una società allievi, che tra l’altro ha ottenuto un importante successo nella stessa giornata di Pescantina…

Sì, sono 9 ragazzi del nostro vivaio. Noi collaboriamo poi con alcune società del territorio, diamo loro anche un sostegno per l’attività, in questo modo il movimento cresce nella maniera giusta. Le due nostre società sono dello stesso gruppo, ma chiaramente sono distaccate nella loro gestione e nella loro attività, come anche nella concezione stessa di essa.

In che senso?

Fra gli allievi si coniuga l’agonismo con quello che è e resta ancora uno strumento di divertimento. Si danno ai ragazzini gli erudimenti per poi fare l’attività fra gli juniores. Il fatto è che rispetto ai miei tempi si è accorciato tutto, già da junior ti trovi di fronte al bivio se proseguirai la tua attività in maniera professionale o come amatore. E sinceramente mi pare un po’ presto.