EDITORIALE / Contador e Sinner, storie diverse di numeri uno

09.09.2024
4 min
Salva

Jannick Sinner si conferma numero uno al mondo vincendo gli US Open, primo italiano della storia, sottolineando come questa vittoria sia venuta in un momento molto difficile della sua carriera (in apertura foto Facebook/FITP). Come avrà fatto a tenere botta in uno sport che vive sulla concentrazione estrema, sapendo quello che rischia?

Ricordiamo lo stupore nell’assistere alla vittoria di Contador al Giro d’Italia del 2011, quello dell’Etna. Come faceva a correre e sopportare quella fatica così dolorosa, con una bomba a orologeria sul capo? Sulla sua testa pendeva infatti un’accusa di doping per 50 picogrammi di clenbuterolo rintracciati nelle sue urine (0,0000000000005 grammi per millilitro). La federazione spagnola lo assolse così come la FITP del presidente Binaghi si è schierata con Sinner. UCI e Wada però fecero ricorso e alla fine lo spagnolo fu squalificato per due anni.

Secondo il Tas, che nel 2012 comminò la squalifica, era probabile che la positività di Contador fosse stata causata dall’assunzione di un integratore alimentare contaminato, ma di fronte all’oggettività del test positivo, allo spagnolo fu imputato tuttavia di aver agito con negligenza. Una superficialità, chiamiamola così, che gli costò due anni e la sottrazione dei titoli, fra cui il Tour del 2010 e il Tour del 2011. Parve a tutti eccessivo, ma si trattava di un ciclista, quindi…

E’ il 5 febbraio 2012, Contador corre a Mallorca. Dopo 2 giorni, arriverà la squalifica per due anni
E’ il 5 febbraio 2012, Contador corre a Mallorca. Dopo 2 giorni, arriverà la squalifica per due anni

La pomata e la feritina

Saremmo francamente stupiti se la Wada e il Nado decidessero di non procedere contro Sinner, ma ne saremmo anche sollevati. Da un lato significherebbe che la parola dell’atleta vale ancora qualcosa, assestando un bel colpo alla presunzione di colpevolezza che vige nell’ordinamento sportivo. Dall’altro però si verrebbe a creare un precedente, come quello di aver aggirato la normativa nazionale antidoping, per il quale sarà difficile d’ora in avanti prendere provvedimenti per chiunque incappi in simili valori infinitesimali.

Cambia il punto di vista. Per Sinner si è detto (e potrebbe essere accettato) che la pomata usata incautamente dal fisioterapista sia entrata nella feritina durante il massaggio. Per Contador gli accusatori sostennero che il quantitativo assunto fosse ben più massiccio e che l’organismo fosse riuscito a smaltirlo tutto ad eccezione di quella minima parte… traditrice. Come fai a stabilirlo? E come fai a non imputare a Sinner la stessa negligenza di Contador?

Giacomo Naldi, il fisioterapista che, al pari dell’allenatore, ha fatto le spese della positività di Sinner (foto Instagram/Giacomo Naldi)
Giacomo Naldi, il fisioterapista che, al pari dell’allenatore, ha fatto le spese della positività di Sinner (foto Instagram/Giacomo Naldi)

Il silenzio dei media

Quello che colpisce in realtà non è tanto la difesa del tennista, dovuta e ben architettata, quanto il silenzio di chi sul doping s’è costruito una carriera. Si scrivono fiumi di parole su Pogacar che respirerebbe il monossido di carbonio, adombrando chissà quali strategie, mentre si resta di colpo in silenzio davanti a una doppia positività?

Dopo le bordate iniziali, infatti, che hanno costretto lo staff di Sinner ad allontanare il preparatore atletico Umberto Ferrara e il fisioterapista Giacomo Naldi (in apparenza vittime sacrificali), sulla vicenda è sceso il silenzio.

Intendiamoci, sappiamo benissimo che qualcuno in alto ha deciso che va bene così. Però allora, forti di questa esperienza, non sarebbe bene usare lo stesso metro per tutti, senza sfogare la propria voglia di trasparenza contro chi non gode di particolari protezioni?

E’ il 25 luglio 1999, Armstrong vince il primo Tour
E’ il 25 luglio 1999, Armstrong vince il primo Tour

La ricetta perfetta

Ci fu un corridore americano che al via del Tour del 1999 risultò positivo per una pomata al cortisone, ma non venne sanzionato. L’UCI accettò la ricetta retrodatata in cui la squadra sosteneva l’uso di una pomata contro le abrasioni della sella. Se sta bene al massimo organismo dello sport, perché qualcuno dovrebbe dubitarne?

Salvo un paio di giornalisti dotati di una visione più nitida, nessuno si mise contro il sopravvissuto al cancro. Servono tanti ingredienti per la ricetta perfetta. Tanti ingredienti e qualcuno che la faccia andar bene: ci sono interessi davanti ai quali le domande si fermano. E’ così che va lo sport, è così che va la vita.

Raccagni chiude il cerchio con la Polti: da U23 a professionista

31.08.2024
5 min
Salva

Il segno della continuità in casa Polti-Kometa porta il nome di Gabriele Raccagni, il corridore classe 2003 ha firmato un contratto di due anni con il team professional di Ivan Basso e Alberto Contador. Un cerchio che si chiude visto che il bresciano è passato under 23 proprio con il team di sviluppo nel 2022, ai tempi ancora Eolo-Kometa. Nonostante siano cambiati gli sponsor e di conseguenza il nome, Raccagni è rimasto continuando il suo percorso di crescita. Un cammino che lo ha portato ad un periodo da stagista, iniziato in Francia al Tour du Limousin, e proseguito con il contratto da professionista per le prossime due stagioni. 

Gabriele Raccagni (in foto a destra) ha esordito tra i professionisti al Tour du Limousin
Gabriele Raccagni (in foto a destra) ha esordito tra i professionisti al Tour du Limousin

Esordio tosto

Un primo assaggio del mondo che lo aspetta lì alla finestra, sul quale è bene prendere le prime misure per non arrivare impreparato. Il livello non era altissimo, visto che si trattava di una corsa di categoria 2.1, tuttavia sono stati quattro giorni davvero importanti per Raccagni

«Non nascondo – spiega subito – che alla vigilia ero parecchio nervoso riguardo al mio esordio con i professionisti. Per fortuna ho avuto al mio fianco dei compagni forti e in particolar modo empatici che mi hanno messo a mio agio e scortato passo dopo passo. Il Tour du Limousin è stata la prima gara ma ce ne saranno delle altre da qui a fine stagione. Mi sono sentito subito parte del gruppo, un fattore che ha contribuito a far sentire meno la fatica in gara, anche se di chilometri ne abbiamo fatti».

I ritmi alti in corsa e il tanto lavoro lo hanno messo subito “vento in faccia”
I ritmi alti in corsa e il tanto lavoro lo hanno messo subito “vento in faccia”
Arrivi dal team di sviluppo della Polti-Kometa con il quale hai corso spesso tra Spagna e Italia. Com’è andata in un ambiente diverso come la Francia?

Ci sono delle differenze rispetto alle corse in Spagna, innanzitutto tra i professionisti si “lima” di più. Complice anche il percorso diverso, nervoso e con tanti sali e scendi. In Spagna le gare hanno tutte le stesse caratteristiche più o meno, ovvero salite lunghe sulle quali si fa la differenza. Quelle spagnole sono competizioni lontane però dalle mie caratteristiche. 

In Francia invece hai trovato un ambiente più familiare?

Sono un corridore abbastanza veloce, quindi da under 23 mi sono trovato spesso a lavorare per i miei compagni, in particolare per i velocisti. Tra under e pro’ il ritmo gara è totalmente differente, nel primo caso si va a tutta dall’inizio alla fine. Nel secondo caso, invece, siamo davanti a una condizione di gara lineare: la fuga va via, viene ripresa e poi si va in crescendo. 

Qui alle spalle dei compagni di squadra che gli hanno insegnato a muoversi in gruppo
Qui alle spalle dei compagni di squadra che gli hanno insegnato a muoversi in gruppo
Quali sono le tue caratteristiche ideali di percorso?

Salite corte ed esplosive, strappi da fare a tutta dove si fa man mano la differenza. Penso di poter diventare sempre più competitivo, chiaro che serve lavorare e allenarsi con costanza. 

Che livello hai visto al Tour du Limousin?

Alto, nonostante non fosse una corsa di primo livello. E’ stato bello confrontarsi con corridori e squadre che solitamente ho visto solo in televisione. Sicuramente si va forte, ma non è nulla di irraggiungibile, tanto che insieme Samuel Marangoni stiamo lavorando già sui miei punti deboli. 

Quali?

Tenere sulle salite più lunghe e imparare a pedalare in agilità. Ho il vizio di indurire troppo il rapporto e Marangoni mi sta facendo fare tanti allenamenti ad alte cadenze.

Raccagni è nel team sviluppo dal 2022 e nel 2025 passerà ufficialmente professionista (foto Instagram)
Raccagni è nel team sviluppo dal 2022 e nel 2025 passerà ufficialmente professionista (foto Instagram)
Quanto è importante avere una continuità di progetto come nel tuo caso?

Tanto. Sono arrivato qui nel 2022 e in tre stagioni sono cresciuto molto. Ad esempio Marangoni mi segue dallo scorso anno, la fortuna è che mi seguirà anche da professionista. Mi conosce, sa come lavoro e non dover trovare un nuovo equilibrio è sicuramente un vantaggio. In generale con lo staff sarà così, l’unico che non so se ritroverò è il diesse, vista la chiusura del team U23 (in favore dell’apertura di una formazione juniores, ndr). 

In gruppo come ti sei comportato, qual è stato il tuo ruolo?

Prendere vento in faccia. L’ho fatto per anni con gli under 23 e lo farò anche con i professionisti al momento. Il mio caposaldo in Francia è stato Maestri, un ragazzo gentilissimo che mi ha aiutato a capire come muovermi in gruppo. Spesso, quando ero in testa a tirare, mi diceva di rallentare e controllare lo sforzo visto che nei giorni successivi avrei dovuto fare la stessa cosa. Avere accanto qualcuno così è un bel vantaggio. Voglio farvi un altro esempio sulla continuità.

Dicci.

Arrivare da una squadra di sviluppo ha fatto sì che il mio lavoro di supporto ai compagni fosse riconosciuto e valorizzato. La Polti-Kometa ha ripagato i miei sforzi e la mia dedizione, per questo li ringrazio. Ora non so bene il programma ma se tutto andrà per il meglio dovrei fare la Bernocchi e il Gran Piemonte. 

EDITORIALE / Sinner, le regole saltate e i santi in paradiso

26.08.2024
4 min
Salva

E’ colpa di Sinner oppure no? Aver licenziato preparatore e fisioterapista ha un senso oppure no? E’ giusto che l’altoatesino (foto FITP in apertura) continui a giocare con la spada di Damocle di una squalifica sulla testa? E perché per coprire la sua situazione ed evitare di finire nello stesso meccanismo che ha… ammazzato sportivamente fior di ciclisti, si sia scelto di non applicare le regole?

Lo ha spiegato bene Angelo Francini, decenni di vita federale sulle spalle, in un post su Facebook. E’ spiegato tutto con una chiarezza così lampante, che basterebbe per convocare la Federtennis e anche il CONI per chiedergliene ragione.

Fabio Pigozzi è il presidente di NADO Italia (foto La Repubblica)
Fabio Pigozzi è il presidente di NADO Italia (foto La Repubblica)

Le regole violate

Nel 2007 – spiega Francini – lo Stato italiano ha istituito il NADO ITALIA, in ambito Coni. Un organo competente a giudicare in via esclusiva tutti casi di doping dei tesserati dello sport italiano. Dal 2016 Nado Italia è diventato un organismo indipendente”. Essendo legge dello Stato, tutti gli Statuti federali impongono la sua indicazione come unico organismo antidoping. Pertanto anche la FITP, la Federtennis, lo ha inserito all’articolo 50 del proprio Statuto, senza alcun riferimento alla ITIA.

Di cosa si tratta? Si tratta della International Tennis Integrity Agency. Un soggetto apparso nel 2021 nel mondo tennistico internazionale, che però non può avere alcuna giurisdizione per i casi di doping ricadenti sui tesserati alla stessa Federtennis. Di quelli si deve occupare Nado Italia attraverso la Procura Nazionale e il Tribunale Nazionale Antidoping. L’unico organismo superiore cui ci si può rivolgere in caso di controversia è il TAS di Losanna. Invece per Sinner ci si è rivolti ad essa.

Per quale motivo non è stata effettuata l’obbligatoria segnalazione (in quanto prevista dalla Statuto della Federtennis) del caso Sinner a NADO ITALIA da parte del CONI e della FITP, che sicuramente erano stati informati dalla Federtennis internazionale? Per quale motivo i vertici di Coni e FITP hanno violato apertamente una norma dello Stato? Sono queste gravi irregolarità a sporcare il caso Sinner. Lui può essere anche in buona fede, come lo erano Agostini e Contador. Solo che mentre i due ciclisti furono lasciati soli, su Sinner è stato gettato un mantello di protezione ormai scoperto.

Stefano Agostini, classe 1989, venne squalificato per due anni nel 2013 per la stessa positività di Sinner
Stefano Agostini, classe 1989, venne squalificato per due anni nel 2013 per la stessa positività di Sinner

La rabbia di Agostini

Chi è Agostini? Stefano Agostini, giusto. Abbiamo rivissuto il dramma del veneto, talento brillante del ciclismo italiano che nel 2013 incappò nella positività al Clostebol, lo stesso prodotto di Sinner. In realtà (soprattutto) il dramma l’ha rivissuto lui, mentre tanti altri se ne sono accorti leggendo un suo post su Facebook e dando il via a una litania di sensazionalismo di facciata. Perché non fecero lo stesso baccano quando Stefano fu licenziato dalla Liquigas, con tanto di contributo fattivo del medico sociale?

In nessun modo la squadra e la Federazione provarono a sostenere che fosse innocente. Ci provò da solo, dicendo che quella pomata gliel’avesse data sua madre per lenire le scottature del sole. Pensarono alle solite scuse, come il massaggio e la feritina, e lo squalificarono per due anni. Se fosse stato colpevole, magari sarebbe anche tornato. Invece preferì lasciar perdere e cambiò vita.

Giro d’Italia 1999, Marco Pantani lascia il Giro senza positività né santi in paradiso
Giro d’Italia 1999, Marco Pantani lascia il Giro senza positività né santi in paradiso

Figli e figliastri

Certo ci rendiamo conto che sia molto più necessario difendere il campione che ha sulle spalle il tennis nazionale. L’eroe di Torino e della Davis. Il numero uno al mondo. La gallina dalle uova d’oro. Il prodotto di una Federazione da record che si è risollevata quasi dall’indigenza. L’ispirazione per i bambini. Il figlio che ogni madre vorrebbe avere.

Ce ne rendiamo conto e lo gridammo forte anche nel 1999 quando un campione di altrettanta potenza, sportiva e mediatica, fu condannato a morte senza che ci fosse stata una positività: né analisi né controanalisi. Inutile quasi che facciamo il nome, non ce ne voglia Stefano Agostini. Si chiamava Marco Pantani e fu gettato in pasto agli squali. Con tutto il rispetto, Sinner non ha nulla più di Marco, se non migliori avvocati e gente ai piani alti disposta a metterci la faccia.

Contador a Vingegaard: bene i programmi, ma ascolta l’istinto

17.07.2024
4 min
Salva

GRUISSAN (FRANCIA) – Alberto Contador segue il Tour con Eurosport, che si è accaparrata le sue osservazioni sempre attente e in certi giorni pungenti. A vedere ragazzi come Pogacar e Vingegaard spianare le sue salite, il Pistolero prova sicuramente qualche moto interiore, che si guarda bene dall’ammettere. Però dal tono di voce capisci che se ne morirebbe di avere qualche anno in meno per metterci becco. Ma il tempo è passato e quel che resta è la grande esperienza.

Domenica s’è parlato tanto di Pantani, si è continuato a farlo anche ieri. E Alberto che col mito del Pirata è cresciuto e che nel giorno del Barbotto si è fermato in mezzo ai suoi tifosi rimanendo incantato dalla loro fede, torna sulla sfida fra Pogacar e Vingegaard e i record che ancora cadranno.

Alberto Contador sta seguendo il Tour con Eurosport, di cui è opinionista
Alberto Contador sta seguendo il Tour con Eurosport, di cui è opinionista
Cosa ne pensi di questo Tour e del loro duello?

Penso che stiamo assistendo ad un Tour molto bello. Penso che nonostante la caduta avvenuta al Giro dei Paesi Baschi, Vingegaard sia di nuovo competitivo, quindi penso che valga la pena festeggiare. Altrimenti vivremmo qualcosa di simile al Giro d’Italia. In questo momento c’è emozione, anche se tre minuti sono comunque tanti da recuperare.

Secondo te questo Pogacar è tanto superiore a quello del Giro oppure i due livelli si equivalgono?

Secondo me è migliore, ha tenuto il meglio per il Tour. I suoi sono tutti d’accordo che si trovi nel momento migliore della sua vita e si vede che è più forte. Inoltre penso che Vingegaard stia ottenendo i migliori numeri anche in salita, quindi penso che sia una questione di preparazione. Non credo che lui sia al suo meglio.

Pogacar in salita: che corridore vedi?

E’ un bravo scalatore, ma per me non ha il fisico dello scalatore puro. Penso che abbia così tanto motore, così tanto talento e così tanta classe, che messi tutti insieme gli permettono di scalare i passi più difficili del mondo più velocemente di altri corridori che sono degli scalatori puri. Come Vingegaard, ad esempio, che ha più capacità da scalatore. Jonas ha anche il fisico più adatto, ma qui il discorso si sposta sui watt e in questo momento Pogacar ne ha di più.

Pogacar attende le Alpi con calma serafica, forte dei tre minuti di vantaggio
Pogacar attende le Alpi con calma serafica, forte dei tre minuti di vantaggio
Si è parlato del record di Plateau de Beille: quanto incidono su questo le attuali tecnologie?

E’ incalcolabile, una autentica barbaridad. Anche la strada, anche l’asfalto non c’entra niente con quello del 1998. E poi bisogna tenere conto che la salita a Plateau de Beille era perfetta per fare una cronometro. Ha iniziato la Visma. Jorgenson è salito molto, molto veloce. E poi il miglior corridore del mondo per le corse a tappe ha tirato per 6 chilometri con Pogacar alla sua ruota e alla fine Tadej ha continuato. E’ stata una cronosquadre in salita, normale che abbiano battuto il record.

E le biciclette?

Ci stavo arrivando. Tutto questo unito al fatto che le biciclette di oggi sono più veloci e avanzano meglio anche in salita, hanno meno attriti… E’ normale che i record cadano, è qualcosa di naturale.

Pogacar ha 3 minuti di vantaggio ed è convinto che Vingegaard cercherà un solo giorno in cui attaccare a fondo. Mettiti nei suoi panni: cosa faresti?

Attaccherei ogni giorno, ogni occasione e ogni momento. E bisogna lasciarsi guidare anche dall’istinto. Non puoi fare un programma di tre giorni, devi anche vedere come ti alzi la mattina. E il giorno in cui lo vedi meno forte, attacchi.

Contador entrò nella 17ª tappa della Vuelta 2012 secondo a 28″ da Rodriguez. Ne uscì primo con 1’52” di vantaggio. Fu l’impresa di Fuente De
Contador entrò nella 17ª tappa della Vuelta 2012 secondo a 28″ da Rodriguez. Ne uscì primo con 1’52” di vantaggio. Fu l’impresa di Fuente De

Lo dice col gesto della mano che scivola in avanti. Chissà se osservando e commentando le fasi di corsa si sia trovato a pensare cosa farebbe lui nelle varie situazioni. Alberto riaprì più di qualche corsa compromessa, ma i tempi sono diversi e la capacità di improvvisare che prima era una dote adesso rischia di ritorcersi contro. Oggi intanto si corre per 177 chilometri fino a Superdevoluy, con tre salite nel finale e un costante crescendo di quota che porta sull’uscio delle grandi salite alpine. E poi non ci sarà più troppo tempo per grandi ragionamenti.

AURUM in Italia: si avvia una precisa strategia di crescita 

09.07.2024
4 min
Salva

Il marchio spagnolo di biciclette AURUM, fondato dagli ex campioni Alberto Contador e Ivan Basso, sta guadagnando una notevole popolarità in Italia. Questo successo è testimoniato non solo dall’adozione delle biciclette AURUM da parte del team Polti Kometa, ma anche dalle recenti iniziative di espansione commerciale del brand. In particolare, AURUM ha lanciato una versione completamente in italiano del proprio sito web, rendendo i propri prodotti e servizi ancora più accessibili ai ciclisti “di casa nostra”.

Per consolidare ulteriormente la propria presenza nel mercato italiano, AURUM ha deciso di partecipare all’edizione 2024 dell’Italian Bike Festival. Questa prestigiosa manifestazione, che si terrà dal 13 al 15 settembre al Misano World Circuit di Misano Adriatico, offre agli appassionati di ciclismo l’opportunità di esplorare le ultime innovazioni del settore. AURUM non solo esporrà le proprie biciclette, ma permetterà anche di testare su strada la nuova Magma, il modello di punta della collezione.

E’ stata avviata una strategia per ampliare il proprio mercato, compresa anche l’Italia
E’ stata avviata una strategia per ampliare il proprio mercato, compresa anche l’Italia

La Nuova Magma

«La nuova Magma è ancora più veloce, aerodinamica e integrata – dichiarano dal dipartimento R&D di AURUM – un modello che rappresenta l’apice di anni di esperienza accumulata da Contador e Basso nelle competizioni professionistiche, combinata con l’avanzata ricerca e sviluppo del brand nel campo del design e della produzione in fibra di carbonio. La nuova Magma non è solo il risultato di prove su strada e feedback ricevuti dai ciclisti di tutto il mondo, ma anche di un continuo miglioramento basato sulle prestazioni della prima generazione del modello.

La Magma è progettata per essere una bicicletta ad alte prestazioni, adatta a qualsiasi tipo di percorso e capace di eccellere in salita, in discesa e sul piano. Con un telaio che pesa appena 780 grammi nella taglia 54, AURUM è in grado di assemblare una bicicletta completa dal peso di appena 6,5 chilogrammi. Questo equilibrio tra rigidità, comfort, leggerezza, controllo e aerodinamica rende la Magma una scelta perfetta per tutti i ciclisti che lo desidereranno».

Produzione artigianale e personalizzazione

Un aspetto distintivo delle biciclette AURUM è il loro processo di produzione artigianale. Ogni telaio subisce una pulizia approfondita e una levigatura precisa prima dell’applicazione di un “primer” e uno strato di base specificamente formulato per la fibra di carbonio. Successivamente, si applicano gli adesivi personalizzati e la verniciatura finale, eseguita a mano da tecnici esperti.

Nel quartier generale di AURUM a Pinto, vicino Madrid, ogni telaio destinato all’area di assemblaggio porta il nome del cliente finale, permettendo ai montatori di adattare le misure e le caratteristiche di ogni bicicletta alle esigenze specifiche dell’utente. Questo livello di attenzione e personalizzazione garantisce un prodotto esclusivo e di alta qualità. Le biciclette AURUM vengono poi assemblate individualmente, evitando catene di montaggio, e imballate in modo sostenibile considerando la destinazione finale.

Ivan Basso e Alberto Contador, fondatori e proprietari di AURUM
Ivan Basso e Alberto Contador, fondatori e proprietari di AURUM

Il mercato italiano, e di conseguenza la partecipazione all’Italian Bike Festival, rappresentano un’opportunità unica per AURUM di dimostrare l’eccellenza dei propri prodotti e di rafforzare il proprio legame con gli appassionati. Con la nuova Magma, AURUM continua a innovare e a elevare gli standard nel mondo del ciclismo, offrendo biciclette che combinano prestazioni di livello con una cura artigianale a dir poco maniacale.

Aurum

BKOOL si rinnova: importanti novità sull’app di ciclismo virtuale

15.06.2024
3 min
Salva

Il simulatore di ciclismo virtuale BKOOL ha recentemente presentato una serie di importanti novità finalizzate a migliorare l’esperienza dei propri utenti. La nuova versione di BKOOL si distingue per l’introduzione della possibilità di mettere in pausa e di riprendere le attività, un’aggiunta che solleva il software al di sopra della concorrenza nel settore dell’indoor cycling.

Una delle caratteristiche distintive di BKOOL è l’ampia varietà di percorsi reali offerti in video e in 3D, che permettono agli utenti di affrontare praticamente qualsiasi tipologia di percorso ciclistico presente sul pianeta. L’introduzione della funzione di pausa e ripresa delle attività apre adesso nuove possibilità per gli appassionati di ciclismo virtuale, consentendo sfide di ultra-distanza e la pianificazione di itinerari personalizzati all’interno dei percorsi virtuali di BKOOL.

Con la nuova versione, gli utenti possono definire i propri itinerari all’interno di ogni percorso virtuale, completare i segmenti desiderati e mettere in pausa l’allenamento per riprenderlo successivamente, continuando ad accumulare chilometri giorno dopo giorno. Questo aggiornamento è accompagnato da una rinnovata sezione eventi che offre una visione chiara e accessibile delle tappe di ogni esperienza virtuale, inclusi eventi di alto profilo come il Giro d’Italia virtuale e il Deutschland Tour.

Le potenzialità del software

In seconda battuta, BKOOL sta anche lanciando nuovi percorsi utilizzando la personale tecnologia di simulazione immersiva che combina video ad alta definizione ed elementi 3D. Questi nuovi percorsi includono segmenti reali di gare famose come la Milano-Sanremo, la Milano-Torino, le Strade Bianche e la Tirreno-Adriatico, offrendo agli utenti un’esperienza ciclistica ancora più coinvolgente e realistica. Tutte queste nuove funzionalità possono essere sperimentate gratuitamente grazie alla prova di 30 giorni disponibile su bkool.com, permettendo agli utenti di scoprire e apprezzare appieno le potenzialità del software. 

Oltre agli aggiornamenti tecnici, BKOOL sta anche lavorando per migliorare l’esperienza complessiva degli utenti, con un focus sull’aspetto sociale della piattaforma. Questo impegno si riflette anche nel cambio di nome dell’applicazione per le lezioni di video spinning, ora chiamata BKOOL Spin Studio, per riflettere meglio il suo contenuto e le sue funzionalità.

«Si tratta dell’unica piattaforma di ciclismo virtuale che offre un’esperienza completa di indoor cycling – ha dichiarato Angel Luis Fernández, direttore marketing – consentendo agli utenti di seguire lezioni, percorrere percorsi realistici da tutto il mondo, creare allenamenti personalizzati e gareggiare nel velodromo, il tutto a un prezzo conveniente».

BKOOL ha dato vita al Giro d’Italia Virtual
BKOOL ha dato vita al Giro d’Italia Virtual

Il successo del Giro d’Italia Virtual

Tutte queste novità arrivano pochi giorni dopo la conclusione del Giro d’Italia Virtual, un evento che ha visto la partecipazione di oltre 9.000 ciclisti provenienti da più di 150 Paesi diversi. Questa esperienza virtuale unica ha permesso agli utenti di vivere le vere tappe del Giro d’Italia, compresi i mitici passi di montagna e le grandi città, e ha offerto momenti speciali come la partecipazione di Tom Dumoulin, vincitore del Giro d’Italia 2017, in una delle tappe finali. Recentemente, inoltre, anche Alberto Contador ha gareggiato in un noto programma televisivo spagnolo affrontando il presentatore su un percorso 3D e su un video BKOOL HD, dimostrando ancora una volta l’attrattiva e la versatilità della stessa piattaforma per il ciclismo virtuale.

Inoltre, per meglio mostrare la varietà dei propri contenuti e comunicare efficacemente i suoi vantaggi e ha recentemente lanciato un nuovo sito web con un look fresco e migliorato.

BKOOL

VisitMalta: dal 2025 “title sponsor” del team Fundación Contador

14.06.2024
3 min
Salva

Malta Tourism Authority ha annunciato appena qualche giorno fa che a partire dalla prossima stagione 2025 il brand VisitMalta diventerà uno dei “title sponsor” della squadra pro’ gestita dalla Fundación Alberto Contador. Questa nuova estensione della sponsorizzazione già in essere si basa su una partnership di successo che si è consolidata negli ultimi anni, contribuendo in modo significativo alla crescita e ai risultati sportivi della squadra.

Negli ultimi anni, VisitMalta ha rivestito il ruolo di partner prezioso della squadra, perseguendo l’obiettivo di supportare i giovani talenti e di promuovere lo sport del ciclismo. Questa collaborazione ha permesso a molti giovani ciclisti di sviluppare le proprie capacità e di competere ai massimi livelli. La decisione di estendere l’accordo di partnership per altri tre anni testimonia adesso il successo di questa alleanza. Con l’ulteriore ampliamento della collaborazione in qualità di “title sponsor”, VisitMalta potenzierà ancora di più il vantaggio competitivo della squadra e i suoi programmi di sviluppo. Questo impegno rafforza l’obiettivo comune di eccellenza e di innovazione nel mondo del ciclismo professionistico.

I colori del team di Contador e Basso sono stati difesi egregiamente al Giro dal giovane Piganzoli
I colori del team di Contador e Basso sono stati difesi egregiamente al Giro dal giovane Piganzoli

Visibilità internazionale

Il coinvolgimento di VisitMalta come sponsor principale del team di Contador e Basso definisce un rapporto ancora più profondo che va oltre il sostegno finanziario. Riflette una visione condivisa di promozione di stili di vita sani, di turismo e di eventi sportivi internazionali.

La collaborazione dovrebbe portare maggiore visibilità sia alla squadra che alla destinazione di Malta, nota per la sua ricchissima storia, i suoi paesaggi di straordinaria bellezza e la sua vibrante cultura. Questo accordo non solo sostiene la squadra a livello finanziario, ma rappresenta anche un legame culturale e promozionale che mira a portare i valori e le bellezze di Malta all’attenzione di un pubblico internazionale.

Il rapporto tra VisitMalta e i corridori della Polti-Kometa diventerà ancora più intenso
Il rapporto tra VisitMalta e i corridori della Polti-Kometa diventerà ancora più intenso

Turismo e sport outdoor

«Siamo lieti di implementare la nostra partnership con VisitMalta», ha dichiarato Francisco Contador, direttore generale del team, ndr. «Il loro sostegno negli ultimi anni è stato fondamentale, e questa nuova sponsorizzazione ci permetterà di raggiungere nuovi traguardi. Insieme, continueremo a promuovere i giovani talenti e a ottenere successi sulla scena mondiale».

«La partnership con VisitMalta – ha aggiunto Alberto Contador – si è già rivelata un grande successo. Il loro impegno nei confronti dei nostri valori e dei nostri obiettivi li rende il partner perfetto per raggiungere traguardi ancora più importanti. Questo ulteriore passo avanti ispirerà senza dubbio i nostri corridori e i nostri tifosi».

«La partnership con VisitMalta – ha concluso Ivan Basso – è una combinazione vincente. Come il messaggio di benessere che vogliamo trasmettere rafforzando il legame con un’economia basata sul turismo. La bicicletta è un formidabile veicolo promozionale, attraverso il quale i nostri corridori portano alta la bandiera maltese e i valori che ci uniscono. In ogni fuga, in ogni traguardo, in ogni gesto sportivo. La bicicletta non è solo un mezzo di competizione, ma anche uno straordinario strumento di promozione culturale e turistica. La visibilità internazionale della squadra permetterà di promuovere sempre più Malta come destinazione turistica ideale per gli appassionati di sport e per chi cerca avventure all’aria aperta».

«Il turismo sportivo è un settore vitale e in rapida espansione per Malta – ha dichiarato il Ministro del Turismo maltese, Clayton Bartolo – e la nostra alleanza con il prestigioso team della Fundación Contador rappresenta una pietra miliare a sostegno della nostra visione strategica. Questa partnership non solo rafforzerà la visibilità di Malta, ma metterà in mostra anche le nostre isole come destinazioni perfette per gli appassionati di sport. Sostenendo una squadra così rinomata, siamo certi che miglioreremo la nostra posizione nell’ambito del turismo sportivo, ispirando un maggior numero di visitatori a venire a Malta per sperimentare il mix unico di cultura, patrimonio e avventura che offre il nostro arcipelago».

Visit Malta

Contador imprenditore, prima di tutto un appassionato di bici

02.06.2024
5 min
Salva

MADRID – Contador è ancora oggi un campione (e in bici continua ad andare fortissimo). Il pistolero di Pinto era famoso per essere costantemente super concentrato, sempre attento e focalizzato sugli obiettivi, meticoloso e competente in merito alla tecnica della bicicletta. E’ così anche oggi: non è più atleta professionista, ma imprenditore di successo.

Quando si parla di tecnica della bicicletta Contador sale in cattedra. Argomenta e spiega con la stessa autorevolezza che metteva sul piatto quando era professionista. Lo abbiamo incontrato durante la presentazione della nuova Aurum Magma, la bici che nasce dalle sue corde.

Una grande emozione aver pedalato al fianco del Pistolero (foto Aurum)
Una grande emozione aver pedalato al fianco del Pistolero (foto Aurum)
Quando è nata l’idea di produrre bici?

In realtà quando ero corridore non pensavo di costruire un’azienda ed un gruppo di lavoro per lo sviluppo e produzione delle biciclette, ma al tempo stesso continuavo a ragionare su come migliorare le bici che mi venivano date. Durante i ritiri, ad esempio quando si andava sul Teide, la ricerca delle migliorie, il pensiero di cosa fare e come farlo era costante. Tutto quello che riguarda il mezzo meccanico per me è una passione, la bicicletta a me piace.

L’idea ha preso forma quando hai smesso?

Sì, esattamente. Quando ho smesso mi sono reso conto di non essere stanco, di avere tanta voglia di fare e che la mia passione verso la bici era molto viva. Mi sono detto: ho l’esperienza, conosco tante persone capaci di aiutarmi e ci sono delle competenze. Ho trovato in Ivan Basso e in mio fratello due grandi compagni di viaggio.

Contador ha seguito il Giro d’Italia con Eurosport e accanto al Team Polti-Kometa
Contador ha seguito il Giro d’Italia con Eurosport e accanto al Team Polti-Kometa
Non sarebbe convenuto rilevare un marchio già esistente?

Sotto alcuni aspetti sì, ma noi volevamo qualcosa da creare, con un design, con le sue specifiche e unicità. Aver fatto un’azienda nuova, da zero, è una sfida al pari di quando sei un campione e corri per competere, per vincere. E’ il mio challenge di oggi, della mia vita nel post carriera da atleta.

La passione per la tecnica l’hai riportata in Aurum?

Al 100 per cento. Ho sempre pensato che anche un solo secondo fosse importante per la vittoria e questo modo di pensare si riferiva ai momenti in cui mi allenavo, ma anche alla ricerca della miglior soluzione per la bicicletta. Ho sempre pensato che se una bicicletta fosse più performante, io chiedevo la bici migliore ed eventualmente quell’upgrade. Era il mio lavoro e dovevo farlo al meglio. Ho cercato di trasferire la mia meticolosità, la stessa filosofia sulle bici Aurum e più in generale nell’azienda. Sono molto esigente da sempre, nei confronti di me stesso e con gli altri.

Al fianco di Pietrobon, protagonista delle fughe (foto Polti-Kometa)
Al fianco di Pietrobon, protagonista delle fughe (foto Polti-Kometa)
Essere esigente ti ha creato delle difficoltà?

Durante la mia carriera no, ma neppure ora che sono più manager ed imprenditore, anche se è necessaria una precisazione. Bisogna essere in grado di trasmettere agli altri, allo staff e ai collaboratori, ma anche ai corridori del Team Polti-Kometa questa meticolosità e ricerca della precisione, la cura del dettaglio e bisogna farlo nel giusto modo. Non pretendo e non voglio pensare di essere troppo invasivo ed è anche per questo motivo che lascio molte delle decisioni legate al team ad Ivan e a mio fratello.

Ieri e oggi, due momenti di vita paragonabili?

Sono due cose diverse, anche se parallele. Quando ero corridore l’obiettivo era andare in bicicletta, allenarsi al meglio, curare ogni dettaglio che potesse portarmi alla vittoria. Non ero tenuto a conoscere cosa c’era dietro una negoziazione, oppure quello che succedeva dietro lo sviluppo di un prodotto, anche se spesso le aziende mi coinvolgevano. Ma al tempo stesso essere stato un leader mi ha insegnato tanto e riporto quelle esperienze da leader nell’azienda di bici.

Contador appena prima della pedalata dove ci ha presentato la nuova bici (foto Aurum)
Contador appena prima della pedalata dove ci ha presentato la nuova bici (foto Aurum)
Cosa vuoi dire?

Quando sei un team leader al Tour de France non significa che sei il corridore con lo stipendio più alto. Dietro c’è molto altro. Significa costruire un gruppo di persone, di amici, di complici che lavorano all’unisono per un obiettivo e tutti devono dare il massimo. Un leader deve spronare anche ad andare oltre quello che è il limite conosciuto.

Che cosa significa?

Significa prendersi delle responsabilità e se è necessario proteggere questi compagni. Cerco di riportare tutto questo nell’azienda e sulle biciclette. Era una sfida e una grande motivazione da corridore, lo è anche oggi, in modo diverso, ma è uno stimolo incredibile.

Quando si parla di tecnica di bici il pistolero non è secondo a nessuno (foto Aurum)
Quando si parla di tecnica di bici il pistolero non è secondo a nessuno (foto Aurum)
Se avessi avuto le bici di oggi?

L’evoluzione della bicicletta è sotto gli occhi. Nel pacchetto è da includere tutto, abbigliamento e biomeccanica, alimentazione e metodologie di allenamento, penso che la bicicletta ed i suoi componenti siano i principali artefici di velocità e medie sempre più elevate. Pensiamo solo a quanto conta l’aerodinamica! Tantissimo e non è solo uno strumento di marketing. Però sono convinto che ogni epoca ha una sua evoluzione e ogni considerazione deve essere fatta con quello che hai a disposizione in quel momento storico.

Nuova Aurum Magma, l’impronta di Contador si vede (e si sente)

27.05.2024
7 min
Salva

MADRID – Aurum è un progetto che cresce man mano e di pari passo evolve anche sotto il profilo delle tecnologie applicate. Il modello Magma è la bici che meglio rappresenta l’azienda voluta fortemente da Alberto Contador e Ivan Basso.

Per noi italiani è la bici usata dai corridori del Team Polti-Kometa, un prodotto dal design elegante e piacevole, leggera e filante. Arriva la nuova generazione di questa bici e noi entriamo nel dettaglio, anche grazie al Pistolero di Pinto ed al responsabile R&D di Aurum Bikes, Inigo Gisbert.

La Aurum Magma, una bici tuttofare
La Aurum Magma, una bici tuttofare

Nuova Aurum Magma, il pallino di Contador

«Quando siamo partiti con il progetto Aurum non avevamo nulla in mano, se non la mia esperienza – racconta Contador – e quella di Ivan (Basso ndr). Di sicuro non era poco, ma non avevamo referenze in fatto di tecnologia, nessuna skill per la lavorazione del carbonio applicato ad una bicicletta ad elevate prestazioni. Ci siamo messi in gioco noi per primi, cercando di perfezionare il bagaglio che avevamo fatto nostro durante la carriera da corridore e ovviamente mettendo insieme uno staff di persone di eccellenza.

«Il risultato della prima Magma – prosegue Contador – è stato eccellente. Non voglio dire inaspettato, perché il lavoro del dietro le quinte è stato davvero importante, ma siamo andati ben oltre le aspettative, fornendo ai corridori una bicicletta davvero competitiva. Ed ecco la sfida successiva, migliorare la prima versione. Ci siamo riusciti, mantenendo quelle forme e quell’essenza che ha caratterizzato la Magma in queste stagioni. E poi c’è stata la sfida del posizionamento nel mercato, della bici e del marchio, cercando di rendere riconoscibile un prodotto in poco tempo e senza una storia di lungo corso alle spalle».

Il Pistolero di Pinto sempre attento e capace di raccontare la “sua nuova bici” (foto Aurum)
Il Pistolero di Pinto sempre attento e capace di raccontare la “sua nuova bici” (foto Aurum)

Una superleggera che nasce dalla simulazione CFD

Rispetto alla versione precedente, la nuova Magma ha un’integrazione migliorata e più efficiente, soprattutto in fatto di aerodinamica. Rappresenta una step superiore, rispetto ad una classica bici da scalatore.

«La nuova Magma non è e non vuole essere una bici aerodinamica – prosegue il discorso Inigo Gisbert – ma è altrettanto vero che un’ottimizzazione in questo senso permette ad una bicicletta così leggera di essere anche veloce. L’integrazione significa aver sviluppato anche il nuovo manubrio integrato che nel complesso porta un guadagno notevole in fatto di risparmio di watt. Inoltre non abbiamo penalizzato il peso. Focalizzandoci sui numeri, rispetto alla Magma precedente c’è un risparmio di 7 watt ad una velocità costante di 45 chilometri orari (telaio e forcella ndr), ai quali si aggiungono i 10 risparmiati con il nuovo manubrio».

Inigo Gisbert è il responsabile del reparto ricerca e sviluppo di Aurum
Inigo Gisbert è il responsabile del reparto ricerca e sviluppo di Aurum

Come è fatta la nuova Magma

Di fatto la nuova Magma si compone grazie a due blocchi monoscocca: triangolo anteriore e triangolo posteriore uniti (lo stampo è in acciaio). Foderi bassi del carro e gli obliqui sono un blocco unico, sezione che ha uno stampo specifico e dedicato per ogni taglia (soluzione unica nel suo genere). La nuova Magma è plasmata utilizzando sei differenti tipologie di carbonio, ognuna di queste laminata in modo specifico anche in base alle taglia e alla lunghezza delle tubazioni.

«Il blocco unico del carro posteriore – spiega Gisbert – influisce in modo positivo sul bilanciamento della struttura e dell’intera bici, sulla robustezza e sulla qualità elevata nel suo complesso, dove anche lo stampo di altissima precisione gioca un ruolo fondamentale».

Oltre alla costruzione sono cambiati i volumi dei profilati. La sezione centrale (compreso il reggisella) ha un’aerodinamica più efficiente. La scatola del movimento centrale ha una rigidità aumentata, mentre l’orizzontale (vicino al nodo sella) è più sottile e schiacciato per agevolare una sorta di flessione controllata, azione che viene completata dai foderi obliqui del carro. Questo fattore influisce sul comfort e sulla stabilità.

Le sedi del movimento centrale sono T47. Davanti e dietro c’è tanto spazio per le gomme, si possono montare pneumatici fino a 35 millimetri di sezione. Il supporto del cambio posteriore è UDH (universal derailleur hanger).

Le parole di Mirco Maestri

Uno fra i corridori più attenti alla bici, nominato da Ivan Basso capitano del Team Polti-Kometa, è Mirco Maestri che ha da poco concluso il Giro con il bel ricordo della fuga di Fano con Alaphilippe.

«L’evoluzione della bici nuova è lampante – spiega – soprattutto per quello che concerne la rigidità, la Magma nuova è molto più rigida ed è veloce. Io, ma in genarale tutti noi che abbiamo corso il Giro, l’abbiamo avuta in dotazione prima della partenza da Venaria Reale ed il feeling è stato eccellente da subito, non male, visto che la precedente è stata usata per tre anni».

Maestri a ruota di Pietrobon nella lunghissima fuga con arrivo a Napoli
Maestri a ruota di Pietrobon nella lunghissima fuga con arrivo a Napoli

Cinque taglie e un kit telaio

La nuova Aurum Magma è disponibile in cinque taglie (48 e 51, 54, 56 e 58), mentre gli off-set della forcella sono due. Gli allestimenti completi sono quattro, due Shimano e due Sram, tutti portano in dote le ruote Enve. E’ disponibile anche un frame-kit: telaio e forcella (serie sterzo inclusa), perni passanti CNC e movimento centrale T47 CeramicSpeed, il suo prezzo di listino è di 4499 euro (4.999 euro con il cockpit integrato).

Abbiamo avuto l’onore di pedalare al fianco di Contador (foto Aurum)
Abbiamo avuto l’onore di pedalare al fianco di Contador (foto Aurum)

Le prime impressioni

Partendo dal presupposto che 30 chilometri rappresentano una sorta di aperitivo, qui a Madrid abbiamo utilizzato in anteprima la nuova Aurum Magma. La bici mostra un sostegno notevole nella zona dell’avantreno, una rigidità esponenziale (considerando le forme ed valore alla bilancia) in tutta la parte centrale e un buon comfort nel retrotreno. In questo punto si fa anche sentire quella sorta di elasticità più volte sottolineata durante la presentazione da Inigo Gisbert. Molto buone le diverse fasi di rilancio, alle alte e alle basse andature.

Aurum Bikes