Felt AR FRD, l’animo racing non si dimentica

12.04.2023
7 min
Salva
Il test completo della Felt AR FRD

Una bici Felt offre sempre degli spunti davvero interessanti, perché ha la competizione nel DNA, perché le sue biciclette vanno ben oltre i canoni attuali in fatto di design.

Abbiamo provato l’ultima generazione della AR, ovvero la bici aero concept, una delle primissime ad utilizzare un blend di fibre composite che includono anche il tessuto TexTreme. Entriamo nel dettaglio.

La velocità nelle sue corde come vuole il progetto AR
La velocità nelle sue corde come vuole il progetto AR

La fibra TexTreme

Il tessuto TexTreme viene combinato con il carbonio UHC Ultimate ed ha l’obiettivo di alleggerire la struttura, rinforzandola al tempo stesso e aumentando le performances meccaniche. E’ un filato di origine composita, è flessibile e semplice da gestire durante le fasi di taglio delle pezze di carbonio. Non si sfilaccia e questo gli permette di non modificare le sue qualità tecniche.

Nel caso della Felt AR FRD è utilizzato per il telaio e anche per la forcella. Ma vediamo di seguito anche alcune considerazioni di Federico Macario, responsabile del reparto global marketing di Felt.

I quadri “grandi” del carbonio con TexTreme
I quadri “grandi” del carbonio con TexTreme
Perché avete deciso di utilizzare il tessuto TexTreme?

Felt ha iniziato ad utilizzare il carbonio TexTreme a partire dal 2013, testandolo sulle bici del team Argos-Shimano. TexTreme ci ha permesso di produrre componenti fino al 20% più leggeri, rispetto alle fibre di carbonio usate in precedenza. Le proprietà meccaniche sono migliori e permettono di ottenere superfici perfettamente levigate con fibre “più dritte” e meno arricciature, in modo da rendere i telai più resistenti e più leggeri. I telai FRD sono perfettamente lisci e levigati anche all’interno.

Quali vantaggi si hanno?

Questa fibra fornisce tutte le caratteristiche che ogni ciclista desidera in un telaio: peso inferiore, maggiore resistenza e incremento rigidità. Il carbonio TexTreme ha un motivo a “scacchiera” unico e decisamente caratteristico che è un marchio di fabbrica delle bici Felt top di gamma.

Quale è stata la sezione più difficile da disegnare e sviluppare?

La sezione frontale. Mettere insieme aerodinamica, rigidità strutturale, praticità e libertà di customizzazione del cockpit non è stato facile. In base alla priorità che si dà alle 4 variabili, il design e l’ingegnerizzazione cambiano radicalmente. In Felt, l’ordine di priorità che abbiamo deciso di dare è il seguente: libertà di customizzazione, rigidità, praticità ed aerodinamica.

Come mai?

Abbiamo scelto quest’ordine perché l’adozione di un cockpit integrato porta dei vantaggi minimi, rispetto alla possibilità di adottare lo stem della lunghezza corretta per la propria posizione. Poter sfruttare una posizione in sella migliore, più aerodinamica ed efficiente, comporta un vantaggio aerodinamico complessivo maggiore. Inoltre, lo stem proprietario della AR FRD offre valori di rigidità che sono un riferimento per la categoria.

Prodotta in Taiwan, ingegnerizzata in USA
Prodotta in Taiwan, ingegnerizzata in USA
E poi l’acronimo FRD. Cosa significa?

FRD sta per Felt Racing Development. E’ un “distintivo d’onore” che conferiamo solo ai telai più avanzati che emergono dal nostro R&D. Indica il fatto che abbiamo svincolato i nostri ingegneri da ogni ostacolo produttivo o di budget per creare qualcosa di veramente premium.

Delle vere macchine da corsa?

Possiamo dire così. I telai FRD richiedono tempi di sviluppo maggiori e storicamente vengono presentati mesi dopo il lancio della serie Advanced.

La versione Ultimate in test

Ultimate, ovvero la bicicletta al top del catalogo, con un prezzo di listino di 14.749 euro. Non è di sicuro a buon mercato, ma porta in dote una componentistica al top sotto ogni punto di vista. C’è una trasmissione Sram Red AXS (48-35 e 10-28). Ci sono le ruote Zipp 454 NSW e montano degli pneumatici Continental GP5000TR. La sella è la Prologo Dimension Nack 143 e la piega manubrio è la Zipp full carbon SL70 Aero della famiglia Service Course, ergonomico e con profilo superiore piatto. Il movimento centrale è CeramicSpeed.

C’è l’attacco manubrio in alluminio, un granitico blocco in lega dalle forme squadrate. E’ rigidissimo, fattore che si percepisce in modo esponenziale quando si rilancia la bici con il peso del corpo tutto in avanti. E poi c’è anche il “reggisella alare” full carbon. Proprio ai lati si notano le due fessure, che da una parte fungono da binario per la regolazione dell’altezza sella, dall’altra si presentano con due cover siliconiche per non sacrificare l’efficienza aerodinamica. Il valore alla bilancia rilevato è di 7,8 chilogrammi (senza pedali).

I nostri feedback

La Felt AR si conferma una bicicletta da agonista. La sua imponenza estetica, i suoi muscoli e il suo design hanno un senso ogni volta che si spinge a fondo. Si è vero, non è lo stereotipo della bicicletta da scalatore, le salite lunghe, arcigne e con lunghi tratti in doppia cifra non sono il contesto ideale dove le sue peculiarità possono emergere, eppure questa Felt AR va ben oltre la bici aero.

L’anteriore ha una rigidità che impressiona ed è particolarmente adatto a chi ama ricevere un supporto costante del mezzo proprio da questa porzione della bicicletta. E’ sempre brioso, a tratti nervoso e obbliga a tenere alta l’attenzione, ma non è instabile, neppure alle velocità molto alte e quando è necessario cambiare continuamente traiettoria. Negli inserimenti stretti la Felt AR è una lama rovente che entra nel burro. Si beneficia anche di un passo piuttosto corto in relazione alla taglia e alla tipologia di bicicletta. 98 centimetri di passo totale per una taglia 54 sono pochi.

I valori di reach e stack sono nella media, mentre lo sterzo è più corto (sempre considerando la media della categoria), perché 130 millimetri non sono molti. Una bicicletta così performante pretende un corretto setting biomeccanico, per stare bene in sella nel breve, medio e lungo periodo, ma anche per sfruttare le potenzialità della bicicletta.

Anche nelle salite di media lunghezza non delude
Anche nelle salite di media lunghezza non delude

In conclusione

La Felt AR è una bicicletta da agonista duro e puro. Lei inizia dove molte altre biciclette della stessa categoria finiscono ed iniziano a pagare dazio. Sul passo, in pianura e nei vallonati è un’arma. Aiuta nelle fasi di rilancio, a tenere alta l’andatura e in quei momenti dove contenere le dispersioni di energie può fare la differenza. E’ esigente, ma se la gamba è buona e allenata, allora spalancare il gas è anche divertente.

Zipp 808 Firecrest e 858 NSW, alte, veloci e leggere

08.08.2022
7 min
Salva

Zipp lancia due nuovi prodotti con un cerchio altissimo, tubeless e concettualmente dedicate alla velocità. Dal lato pratico sorprendono positivamente per la guidabilità e per la leggerezza.

Sono le Firecrest 808 da 80 millimetri e le 858 NSW da 85 ed entrambe hanno il canale hookless da 23. Entriamo nel dettaglio.

Zipp e velocità

La velocità è da sempre una peculiarità di Zipp. La casa americana è stata una delle primissime aziende a proporre dei cerchi alti e altissimi, non solo per le prove contro il tempo. La nuova famiglia 8, che in questo caso abbraccia le Zipp 808 Firecresct e le 858 NSW (quelle con il perimetro interno ondulato) è pensata per chi vuole massimizzare la velocità, per le bici da cronometro e anche per alcune categorie di triatleti. Eppure c’è qualcosa in più.

Si parla anche di leggerezza e di sfruttare le potenzialità ruota alta/tubeless da hookless/28. Velocità e comfort, capacità di contrastare le vibrazioni, le imperfezioni del terreno e risparmio di energie. La ruota non deve rimbalzare sulla strada, ma copiarla.

C’è un valore alla bilancia contenuto, perché nonostante il profilo della ruota si parla di wheelset da 1.530 grammi (NSW) e 1.635 grammi (Firecrest).

Le 858 NSW

Sono tubeless e sono per i freni a disco, ma è il sistema nella sua totalità a fare la differenza. I cerchi, full carbon e hookless hanno un profilo frastagliato che varia la propria altezza da un minimo di 82, fino ad un massimo di 85 millimetri.

Si chiama Sawtooth e offre dei risultati ottimali in fatto di stabilità con il vento trasversale. Non hanno adesivi applicati, in quanto le grafiche sono impresse direttamente sul cerchio.

Rispetto alle versioni precedenti il cerchio è stato alleggerito del 10%, pur mantenendo la medesima resistenza del materiale. C’è un risparmio dichiarato di oltre 240 grammi. Questo è stato possibile grazie alla tecnologia Cir Reiforcement Zipp, con l’ottimizzazione della laminazione della fibra di carbonio e grazie ad una rinnovata applicazione delle resine.

I nipples sono esterni e i raggi in acciaio hanno un profilo piatto, con incroci diversi tra avantreno e retrotreno ( sono Sapim CX-Ray 20 in totale per anteriore e posteriore). I mozzi sono sempre in alluminio, con l’identificativo design svasato, differente tra lato destro e quello sinistro.

I mozzi sono gli Zipp Cognition V2, con un ingaggio della ruota libera che si sviluppa su 54 punti (che è un’enormità ed è uno dei fattori del tipico “suono” dei mozzi Zipp). Il corpo della ruota libera è montato a pressione, facile da togliere in caso di pulizia e manutenzione. C’è un asse passante importante nelle dimensioni, con pareti spesse e con un’ampiezza che raggiunge i 17 millimetri.

La stessa ruota libera è disponibile nelle versioni Sram XDR, Shimano, oppure Campagnolo N3W. Il prezzo di listino delle Zipp 858 NSW è di 4000 euro.

Le 808 Firecrest

Sono tubeless ready, hanno il cerchio full carbon e questo è alto 80 millimetri: non è ondulato ed ha la caratteristica puntinatura Zipp Firecrest sui bordi. Se comparate alla versione precedente, il risparmio di peso raggiunge i 280 grammi, con caratteristiche tecniche e di robustezza uguali alle NSW.

Il canale interno è hookless. Il cerchio è largo 27 millimetri in totale, come l’NSW. Si possono montare anche le 25, purché ci sia una predisposizione hookless.

I nipples sono esterni al cerchio e i raggi sono in acciaio, 20 per ogni singola ruota e con il profilo piatto. I profilati sono i Sapim CX Sprint. Si innestano nelle flange arrotondate dei mozzi, con un design diverso rispetto a quelle delle NSW.

Entrambi i mozzi sono in alluminio della famiglia ZR1, ma con le guarnizioni interne modificate per minimizzare ulteriormente gli attriti. Il meccanismo della ruota posteriore ha ben 66 punti d’ingaggio.

Il prezzo di listino delle Zipp 808 Firecrest tubeless ready è di 2.500 euro (davvero interessante se consideriamo la categoria del prodotto).

Le “piccole depressioni”, design tipico di Zipp
Le “piccole depressioni”, design tipico di Zipp

Due domande cruciali

Si può utilizzare il cerchio Zipp hookless con le camere d’aria?

Sì è possibile, rispettando l’utilizzo delle coperture tubeless ready, minimo da 28 millimetri, con le pressioni di esercizio consone. I talloni più strutturati e resistenti delle gomme tubeless ready (rispetto ai clincher) rendono possibile l’operazione.

Perché il canale e le gomme larghe?

E’ una questione di aerodinamica, perché una gomma più grande si interfaccia meglio con un cerchio panciuto e con il canale largo. La valutazione non ricade “solo” sullo pneumatico, ma sul sistema ruota/gomma. Lo stesso pneumatico, grazie ad una sezione maggiore non si deforma.

Test, le 808 Firecrest

Una coppia di ruote con un profilo da 80 millimetri non è per tutti, ma dal lato pratico queste Zipp farebbero cambiare idea a molti. Vestono la bicicletta, sono velocissime e super scorrevoli, lo sono anche ad andature medie. Hanno una stabilità da primato, anche su asfalti che hanno ben poco di carreggiabile.

E’ fondamentale adeguare le pressioni delle gomme, ma anche utilizzare la giusta tipologia di pneumatici. A nostro parere la sezione minima da considerare è 28, sotto questa misura non prendiamo in considerazione nessun’altra combinazione.

I percorsi pianeggianti e vallonati sono il contesto ideale dove sfruttare le potenzialità di queste Zipp. Il mozzo posteriore ha in ingaggio che non fa perdere nulla in fase di rilancio. La ruota anteriore non è “ingombrante” e permette di tenere “l’avantreno leggero” quando l’andatura non è quella in modalità gara. Anche alle basse velocità si guidano che è un piacere, non sono troppo rigide e scomode.

In salita sorprendono. Il loro comportamento è accostabile a ruote con il profilo medio e di una fascia alta. Ovviamente non stiamo scrivendo di ruote da scalatore, ma volendo estremizzare, le Zipp Firecrest 808 non hanno paura di ascese di 5/6 chilometri, con qualche zampellotto in doppia cifra.

Anche in questo caso dimostrano un comportamento ottimale nelle fasi di cambio di ritmo, partendo dalle basse andature, situazioni dove le ruote alte (normalmente) soffrono. Poco più di 1.600 grammi la coppia, non è molto.

In discesa la ruota anteriore non è “invadente”, ma è comunque altissima e un po’ di braccio è necessario. Non si ha mai la sensazione di avere un “autoarticolato” con il quale fare manovra, anzi, più si guadagna velocità e più la ruota diventa facile da inserire in curva.

In conclusione

Nel complesso la serie 8 di Zipp è la dimostrazione di quanto l’aerodinamica integrata nelle ruote può collimare con la stabilità e con il piacere di guida. E poi c’è quella capacità smorzante, per nulla scontata e che si riesce ad interpretare nel modo corretto solo dopo alcune ore di utilizzo. Una parte del merito va agli pneumatici grandi, questo è certo.

C’è un sistema che lavora all’unisono, ben concepito e votato a sfruttare la bontà dell’aerodinamica attraverso la stabilità. E poi c’è la novità del “copiare il terreno”, cosa più che normale per chi pratica mtb e/o off-road, concetto nuovo se riportato in ambito road.

Zipp

Con la collezione XPLR il gravel entra in una nuova dimensione

11.08.2021
6 min
Salva

Lanciato il settore, dai primi passi pionieristici, si passa ad uno step successivo decisamente più tecnico e strutturato. Ed è quello che sta succedendo al mondo del gravel. E sta accadendo sia per quel che riguarda i suoi eventi, più numerosi e ben organizzati, sia da un punto di vista tecnico. E la collezione XPLR di Sram (Sram, Rock Shox e Zipp) ne è la prova.

La Canyon Grizl con molti elementi della collezione XPLR
La Canyon Grizl con molti elementi della collezione XPLR

L’esempio della Canyon Grizl

E la gravel bike del brand tedesco è un ottimo esempio per studiare questo step del settore gravel. Una vera finestra sul futuro. Giusto pochissimi giorni fa Sram, che è stato un antesignano del “offroad veloce”, ha lanciato dei nuovi componenti e il nuovo gruppo, l’XPLR. Questa è stata l’occasione per Canyon, ma anche altri marchi (vedi 3T) di mostrare le loro bici.

La Grizl è un concentrato di tecnologia d’avanguardia. Il meglio delle concezioni stradistiche con quelle della Mtb: la sintesi che ne deriva è una gravel bike che rappresenta lo stato dell’arte attuale: velocità, leggerezza, comfort, manutenzione ridotta all’osso e grande piacere di guida.

Il pezzo forte è senza dubbio la forcella: la Rock Shox Rudy che con la sua escursione di 30 millimetri amplia notevolmente il range di utilizzo di questa bici. In pratica si può accedere a percorsi prima impensabili. Non a caso Canyon la inserisce nella sua sezione “gravel tosto”… Il reggisella a doppio stelo assicura il 15% di flessibilità in più. Senza contare la qualità del carbonio utilizzata.

Il peso del telaio è di soli 950 grammi e le sue geometrie aiutano moltissimo a combattere le vibrazioni, specie quelle verticali, come la “spezzata” dei foderi bassi del carro.

Con i nuovi componenti si possono percorrere tracciati più tecnici
Con i nuovi componenti si possono percorrere tracciati più tecnici

Da Sram un nuova visione

Ma per capire l’evoluzione del settore gravel, lasciamo il singolo modello e studiamo meglio i prodotti proposti da Sram, che tracciano la via. Non si può non partire dalla forcella, la Rudy, come accennato.

Una forcella ammortizzata su una bici che di fatto è un telaio “da strada” è una svolta mica da poco. Questo significa che c’è un cambio di approccio significativo. Una gravel bike ammortizzata, impone delle riflessioni anche sulle Mtb: ha ancora senso usare una front con escursione da 80-100 millimetri? E questa considerazione vale ancora di più in Italia dove spesso persino nelle granfondo di Mtb i tracciati sono delle strade bianche o poco più. Va da sé che si potrebbe affrontarli con una gravel ammortizzata e magari anche dotata di reggisella telescopico. Ma al tempo stesso filare via meglio nei tratti di asfalto.

Forcella e reggisella in stile Mtb

La forcella Rudy ha un’escursione di 30 millimetri (estendibile anche a 40). Ha un alloggio per un eventuale parafango al suo interno, così di limitare lo sporco in faccia. E sempre a proposito di sporco, la sua larghezza consente di montare coperture fino a 50 millimetri così che anche in caso di fango estremo sia sempre assicurato un ottimo scarico. La forcella sfrutta l’idraulica Charger Race Day (leggerissima) e la molla ad aria Solo Air. Leggeri anche gli steli in alluminio “targati” Kashima.

Questa tipologia di forcella, abbinata al reggisella telescopico, può davvero cambiare i connotati di una gravel. “Togliere di mezzo” la sella significa avere più spazio per una guida anche estrema (o agevolare coloro che hanno più difficoltà sul tecnico).

Questo reggisella è il Reverb AXS XPLR, con meccanica ad aria. Il suo diametro è di 27,2 millimetri e già questo è sufficiente ad avere un certo comfort. Due i travel disponibili: 50 e 75 millimetri. Il suo comando è elettronico, facile ed intuitivo, ed è alimentato dalla batteria del cambio.

Una tecnologia, tre modelli

E a proposito di cambio. La collezione XPLR passa anche per i nuovi componenti della trasmissione. Sono stati rivisti i comandi elettronici, la guarnitura e i rapporti di tutti e tre i gruppi: dal più pregiato RED, passando per il Force e fino al Rival

Un balzo in avanti è dato soprattutto dalle nuove cassette posteriori a partire dal 10-44 XPLR. Le pulegge over size e la tecnologia X-Sync sfruttano al meglio i rapporti della cassetta il cui range è del 440%. In più la catena lavora in modo più fluido e anche in caso di sporco “fatica” di meno. Il disegno dei denti (e il conseguente ingaggio della catena nella cambiata) è stato pensato per il cambio elettronico. Insomma tutto è in armonia. E’ stato fatto un lavoro sui dettagli.

E lo stesso discorso vale per le guarniture: più leggere, con pedivelle più rigide in carbonio (in alluminio solo per il Rival) e disponibili da 38, 40, 42, 44 e 46 denti. E a proposito di pedivelle, si hanno a disposizione molte lunghezze: si va da 165 a 177,5 millimetri, con scarti di 2,5 millimetri.

Componenti Zipp al vertice

Completano la collezione XPLR anche ruote, manubri e gomme. Stavolta il brand di riferimento della famiglia Sram è Zipp

Senza dubbio le ruote 101 XPLR la fanno da padrona. Si tratta del primo set completo appositamente creato dal brand americano per il gravel. La filosofia costruttiva? Far divertire il ciclista: quindi massimo comfort, tenuta e robustezza. Sono disponibili sia per la misura da 27,5” (segno che sono state sfruttate le enormi conoscenze di Sram nella Mtb) che da 29”. Il canale interno è da 27 millimetri, quello esterno da 35, il profilo appena di 15 millimetri. Il tutto a fronte di un peso sbalorditivo per essere così “toste”: 1.665 grammi (1.590 nella versione da 27,5”). Ma la vera particolarità di questo cerchio è che grazie a particolari niplles il cerchio stesso può “ruotare trasversalmente” seguendo le asperità del terreno e agevolando il lavoro della gomma.

Sram

Zipp allunga il passo con le 454 NSW, 404 Firecrest e 858 NSW

07.07.2021
4 min
Salva

Zipp, il celebre marchio di ruote che appartiene alla famiglia Sram, fa le cose in grande e lancia tre modelli di alta qualità: le 404 Firecrest, 454 NSW e 858 NSW. Una speciale tripletta che utilizza le migliori tecnologie Zipp in termini di prestazioni.

Zipp 454

Le Zipp 454 NSW Tubeless per freni a disco sono il massimo che si possa desiderare per le corse su strada. Esse sono un vero e proprio concentrato di tutte le tecnologie Zipp più avanzate. La prima particolarità che notiamo nelle 454 NSW è il cerchio più largo, pensato per montare tubeless di sezione superiore e a bassa pressione, che diminuiscono la resistenza al rotolamento e le vibrazioni, per far risparmiare più energie possibili all’atleta. Il cerchio da 58 millimetri presenta la forma ondulata Sawtooth con gli Hyperfoil che rendono la ruota stabile e aerodinamica, capace di alte velocità e insieme di disimpegnarsi bene nelle condizioni meteorologiche più avverse come pioggia e vento. Le 454 NSW inoltre sfruttano la tecnologia Total System Efficiency di Zipp (TSE), ovvero un sistema estremamente efficace per contrastare i primi nemici della velocità come vento e attriti.

Senza uncino

Non si può sottovalutare inoltre l’assenza dell’uncino di ritensione, questo aspetto aumenta notevolmente l’aerodinamica, grazie alla superficie laterale piatta del cerchio. La scorrevolezza delle 454 NSW è garanita anche dal mozzo Cognition che, grazie alla tecnologia Axial Clutch V2, scorre liberamente sia con la spinta sui pedali che a ruota libera. Il peso complessivo delle ruote è di 1,358 kg. Ricordiamo che delle stesse ruote esiste anche una versione per tubolari, che mantiene le stesse caratteristiche: le 454 NSW Tubolar Disc-brake, che rispetto alla versione tubeless pesano 1,463 kg.

404 Firecrest

Le 404 Firecrest Tubeless Disc-Brake per freno a disco e con profilo da 58 millimetri, sono pensate per gli amanti della velocità. Non a caso sono tra le preferite dei cronoman e dei triatleti. Frutto di decenni d’esperienza in questo caso abbiamo a che fare con la tecnologia Total System Efficiency. I test commissionati da Zipp dimostrano che grazie ad essa è possibile ridurre gli attriti e ottenere un’ottima penetrazione aerodinamica, dato che il raggiungimento di alte velocità diventa una priorità assoluta di queste speciali ruote.

Mozzo ZR1 DB

L’aerodinamica inoltre è ottimizzata dal sistema Zipp ABLC Sawtooth, ovvero una speciale rifinitura della superficie del cerchio che ne migliora sensibilmente l’efficienza. Anch’esse sono prive dell’uncino di ritenzione, così come il modello 454 NSW Tubeless Disc-Brake. Al centro delle 404 Firecrest Tubeless Disc-brake invece è posizionato un versatile e durevole mozzo, lo ZR1 DB, studiato in Germania. Il loro peso è di 1,450 kg.

858 NSW

Solide, compatte e veloci, le 858 NSW Tubeless Disc-Brake sono pensate per sfidare la velocità in pianura. La larghezza interna del cerchio (18 millimetri) invece è ottimizzata per l’uso di coperture più larghe con gli stessi vantaggi di cui abbiamo parlato in precedenza. La forma ondulata Sawtooth e gli incavi HexFin ABLC del cerchio migliorano l’aerodinamica mentre lo speciale mozzo Cognition, massimizza la scorrevolezza grazie anche alla tecnologia Axial Clutch V2, lo stesso delle 454 NSW, che riduce gli attriti dei cricchetti quando si procede a ruota libera. Questo connubio di tecnica e innovazione lancia le 858 NSW Tubeless verso importanti traguardi per gli amanti delle cronometro e delle gare in cui è previsto l’arrivo in volata. Le grafiche Zipp inoltre sono applicate sul cerchio tramite la tecnologia imPress che ne mantiene piatta la superficie. Il loro peso è di 1,773 kg.

Tutti i modelli di cui abbiamo parlato sono coperti da garanzia a vita. Ricordiamo inoltre che le ruote Zipp vengono distribuite in Italia da Beltrami TSA che ha la sede a Reggio Emilia.

beltramitsa.it

sram.com

Crono di Torino, un missile Canyon per Movistar

07.05.2021
4 min
Salva

Anche se nell’immaginario collettivo ci sono altri team che brillano nella nobile arte della crono, il lavoro di Canyon per Movistar è sempre stato eccezionale. Lo confermarono alcuni mesi fa le parole di Adriano Malori, che ammise di aver fatto il vero salto di qualità proprio approdando alla Movistar. Forte di queste conoscenze, il marchio tedesco di bici ha consegnato ai suoi corridori per il Giro d’Italia una nuova bicicletta da crono: la Speedmax CFR Disc in cui è stato concentrato il meglio della conoscenza Canyon.

Una bici pulita, essenziale: per infilarsi nel vento non serve altro
Una bici pulita, essenziale: per infilarsi nel vento non serve altro

Supporto svizzero

CFR sta per Canyon Factory Racing, il reparto corse dell’azienda, e per realizzare questa bicicletta ci si è avvalsi della collaborazione di Swiss Side, azienda svizzera specializzata in aerodinamica e nell’ottimizzazione aerodinamica dei singoli componenti, lavorando in galleria del vento, ma anche con software, simulazioni e rilevazioni su strada. La bicicletta che ne è derivata offre immancabilmente un’aerodinamica avanzata, un pacchetto tecnico di assoluto rispetto e prestazioni al top che starà ovviamente agli atleti mettere in risalto.

Integrazione totale

Il design del telaio è spartano, completamente integrato per eliminare tutte le caratteristiche non assolutamente necessarie per le prove a cronometro. Nessuna cornice, nessuna concessione all’estetica fine a se stessa. Ci si è concentrati unicamente sulla prestazione, ricercando i massimi valori di rigidità e peso, il design pulito e la miglior efficienza aerodinamica secondo i regolamenti UCI. A parità di velocità e sebbene abbia i freni a disco, la Speedmax CFR TT è 2,7 watt più veloce della generazione precedente.

Tubo orizzontale sagomato nel segno della massima aerodinamica
Tubo orizzontale sagomato nel segno della massima aerodinamica

Nuovo cockpit

Il cockpit, il blocco frontale composto da manubrio e protesi è stato oggetto di grande studio. In questo caso è composto dal manubrio Canyon HB0058 Basebar Drop CF con un attacco in alluminio V19 aerodinamico, per un setup che soddisfa tutte le esigenze delle moderne corse a cronometro.

La piega manubrio aerodinamica da 390 mm riduce la superficie frontale ed è progettata al CFD, quindi con un sistema che tiene in particolare importanza la fluidodinamica, considerando la bicicletta come un sistema aerodinamico completo. Individuata la miglior composizione del blocco frontale, è ovviamente possibile personalizzare la posizione al millimetro utilizzando la gamma di distanziatori ed estensioni differenti messe a disposizione degli atleti. E’ stata ridotta la distanza tra i suporti e sono stati avvicinati i poggioli, per la regola che in aerodinamica non conta essere bassi, ma essere stretti. Le nuove protesi Zipp Vuka Shift premium hanno i comandi bar-end che eliminano la necessità di un blip box aggiuntivo (un’interfaccia per i comandi cambio).

Le ruote Zipp

Sul fronte delle ruote, all’anteriore viene montato un 808 Firecrest di Zipp, mentre al posteriore si riconosce la lenticolare Super-9, abbinate a tubolari Continental Grand Prix, con l’anteriore da 23 mm e il posteriore da 25 mm.

Pendenti e ruote lenticolari al posteriore
Pendenti e ruote lenticolari al posteriore

Allo stesso modo in cui il cockpit e le ruote svolgono una funziona aerodinamica di primo piano, non si può non parlare reggisella, ugualmente sviluppato da Canyon sulla Speedmax. Leggero e sottile, contribuisce all’aerodinamica della bici con la sua forma aerodinamica che rientra, quanto a rapporto lunghezza-larghezza, nei parametri Uci.

La forcella infine è stata realizzata in modo da ridurre le turbolenze causate dalle pinze del freno a disco.

Monocorona e via…

Montata con il Red AXS eTap, la bici utilizza un monocorona progettato appositamente per le prove a cronometro. Oltre al peso risparmiato eliminando il deragliatore, si evitano rischi di salto di catena e la cambiata è più immediata, dato che il corridore dovrà concentrarsi unicamente sui pignoni della ruota libera. Ugualmente, nella corona da 54 denti è integrato un misuratore di potenza a montaggio diretto. Per il cambio posteriore si utilizza il sistema OSPW di Ceramic Speed, con l’uso delle pulegge oversize (la rotellina superiore ha 15 denti, quella inferiore ne ha 19) che riduce l’attrito e consente un bel risparmio di watt. Un argomento di cui nei giorni scorsi abbiamo dibattuto peraltro a lungo. 

I poggioli sono stati stretti, perché conta soprattutto essere stretti
I poggioli sono stati stretti, perché conta soprattutto essere stretti

Fin qui la teoria. Per la pratica e il riscontro degli atleti bisognerà aspettare domani pomeriggio, quando la bici debutterà sulle strade del Giro. La useranno i corridori della Movistar e anche quelli della Alpecin-Fenix. Sapremo dai loro racconti se ancora una volta gli ingegneri di Canyon avranno visto giusto.

Zipp, lanciate le nuove Wheels 353 NSW

06.05.2021
3 min
Salva

Zipp rilancia con una coppia di ruote tubeless per freni a disco: stiamo parlande delle nuove Wheels 353 NSW. Nate dopo approfonditi studi, sono la sintesi di due fattori importanti come il cerchio Sawtooth e la tecnologia Total System Efficiency che vuole garantire la migliore efficienza delle ruote su ogni terreno e in ogni frangente di gara.

La forma del cerchio Sawtooth riesce a ridurre gli effetti sgradevoli del vento laterale come sbandate improvvise oppure rallentamenti eccessivi. Il profilo interno del cerchio, in sostanza, è più alto nei punti di innesto del raggio e scende nei tratti intermedi, dando vita ad un andamento ondulato.

Sono ruote che consentono di effettuare curve senza il rischio di perdere la velocità, fattore determinante che agevola il rilancio del mezzo. E’ evidente che il motivo per cui sono nate è quello di assecondare al massimo la prestazione.

Le Zipp Wheels 353 NSW in azione: in evidenza il profilo ondulato
Le Zipp Wheels 353 NSW in azione: in evidenza il profilo ondulato

Cerchi senza uncino

Ma non è tutto, sono anche le ruote più leggere per tubeless del catalogo Zipp. Pesano infatti 580 grammi la ruota anteriore e 675 quella posteriore. Aerodinamiche e scorrevoli, sono ottime per le competizioni.

E proprio il risparmio di peso si deve alla seconda caratteristica di queste ruote. Il profilo del cerchio è realizzato senza uncino di ritensione. Questo significa che il passaggio tra il copertoncino e il cerchio è notevolmente migliore, non presenta… salti: dettaglio importante che migliora l’aerodinamica, la scorrevolezza e la leggerezza. Il canale interno da 25 mm rende la ruota molto più stabile. Questo consente di effettuare curve senza la necessità di diminuire la velocità.

Il canale da 25 rende la ruota più stabile in ogni situazione
Il canale da 25 rende la ruota più stabile in ogni situazione

Disperdono le vibrazioni

Uno dei vantaggi migliori dovuto al Total System Efficiency è quello di attutire le eventuali sollecitazioni dovute a un manto stradale in cattive condizioni. Riescono a disperdere efficacemente le vibrazioni senza che esse diventino un problema per il ciclista. Merita attenzione anche il mozzo Cognition V2, riprogettato con il meccanismo Axial Clutch V2 che ne aumenta la resistenza e ne migliora la scorrevolezza, grazie alla riduzione degli attriti.

Nere effetto carbonio con le scritte bianche per un design che le rende eleganti e accattivanti al tempo stesso. Il prezzo consigliato al pubblico è di 3.600 euro.

sram.com

Cadex 42 tubolar

Le ruote sulle strade del Giro d’Italia

23.10.2020
4 min
Salva

Nel ciclismo moderno l’efficienza aerodinamica e la scorrevolezza sono diventati i fattori più importanti da ricercare, quasi più della leggerezza. In quest’ottica le ruote hanno acquisito una grandissima importanza. Non è un caso che i corridori cambiano il tipo di ruote in base al percorso o alle condizioni climatiche. Questo permette di variare l’assetto delle biciclette, potremo dire che lo stesso telaio offre sensazioni diverse in base alle ruote che si montano. Noi di bici.PRO abbiamo dato uno sguardo alle ruote usate dai team al Giro d’Italia.

Ruote per tutti

Un elemento che ci è saltato subito all’occhio è che non ci sono ruote particolari o fatte su misura, ma sono tutti modelli che si trovano in commercio. Questo è dovuto a più fattori, innanzitutto la qualità dei materiali moderni, i processi produttivi evoluti e la ricerca e sviluppo sempre più spinta. Inoltre bisogna ricordare che i telai e i componenti che usano i professionisti devono essere per regolamento materiali che si trovano in commercio. Quindi non vedremo più la ruota fatta solo per il singolo corridore come avveniva fino ad alcuni anni fa.

Le Roval Rapide CLX 50 della Deceuninck Quick-Step
Le Roval Rapide CLX 50 in dotazione alla Deceuninck Quick-Step e la Bora-Hansgrohe

Cerchi alti e larghi

Partiamo dalle ruote con profili più alti, fra queste spiccano le Roval Rapide CLX 50 in dotazione alla Bora-Hansgrohe e alla Deceuninck-Quick Step. Queste ruote vantano un profilo differenziato di 51 millimetri all’anteriore e 60 millimetri al posteriore con un peso rispettivamente di 649 e 751 grammi per un peso complessivo di 1.400 grammi. La larghezza del canale interno è di 21 millimetri per entrambi i cerchi. Il mozzo è Roval con cuscinetti DT Swiss EXP. Le Roval sono disponibili per solo copertoncino e freno a disco.

Le Enve 5.6 in dotazione alla NTT Pro Cycling
Le Enve 5.6 in dotazione alla NTT Pro Cycling con profili differenziati

Profili differenziati anche per le Enve SES 5.6 in dotazione alla NTT Pro Cycling. In questo caso oltre al profilo diverso c’è anche la larghezza del canale differente. La ruota anteriore ha un’altezza di 54 millimetri con una larghezza del canale esterno di 29 millimetri, mentre per la posteriore il profilo è di 63 millimetri con una larghezza di 28 millimetri. C’è da dire che la larghezza del canale interno è di 19 millimetri per entrambe le ruote. La scelta dei profili e della larghezza esterna diversi è fatta per migliorare l’aerodinamica soprattutto in caso di vento laterale. Il peso nella versione tubolare è di 1.372 grammi.

Le Black Inc Sixty sono ruote dal profilo di 56 millimetri
Le ruote Black Inc Sixty con profilo da 56 millimetri in dotazione alla Israel Start Up Nation

Alto profilo anche per le Black Inc Sixty in dotazione al Team Israel Start Up Nation. In questo caso il profilo è 56 millimetri per entrambe le ruote con una larghezza esterna del cerchio di 30 millimetri, che diventano 21 interni. La forma del cerchio è stata ideata per lavorare aerodinamicamente al meglio con pneumatici da 25 e 28 millimetri di larghezza. Il peso è di 1.575 grammi.

Le Bora One 50 di Campagnolo con raggiatura G3
Le Bora One 50 di Campagnolo hanno una raggiatura G3 tipica del marchio italiano

Profilo da 50 millimetri per le Campagnolo Bora One della Lotto Soudal. Le ruote italiane hanno una larghezza esterna del cerchio di 24,2 millimetri e sono disponibili sia per tubolare che per copertoncino/tubeless. Le prime pesano 1.348 grammi, mentre le seconde si attestano a 1.507 grammi. Il mozzo monolitico in alluminio è dotato di cuscinetti USB (Ultra Smooth Bearings). Da sottolineare la raggiatura G3 alla ruota posteriore tipica di Campagnolo.

Le Zipp 303 NSW con la superficie stile pallina da golf
Le Zipp 303 NSW vantano una superficie che richiama la forma delle palline da golf

Profilo leggermente più basso per le Zipp 303 NSW in dotazione al Team Movistar. Queste ruote vantano un’altezza di 45 millimetri con il profilo innovativo NSW (Net Speed Weaponry) dotato della tecnologia ABLC Sawtooth. In pratica si tratta del rivestimento fatto come una pallina da golf. Questo permette di migliorare la resistenza e la stabilità in caso di vento laterale, in quanto si creano dei mini vortici sulla superficie del cerchio. La larghezza esterna del cerchio è di 28,5 millimetri per un peso di 1.425 grammi.

Il Team CCC ha in dotazione le ruote Cadex 42 Tubolar con un cerchio dalla forma pensata per massimizzare l’aerodinamica e la velocità. Il profilo è di 42 millimetri con una larghezza esterna di 23 millimetri. I raggi sono in carbonio con profilo aero e i mozzi sono sempre di Cadex ad alta scorrevolezza. Peso di 1.242 grammi. Oltre alla versione tubolare c’è anche quella per copertoncino/tubeless dal peso di 1.327 grammi.

Alaphilippe vittoria mondiali

Le Specialized iridate: quali differenze?

28.09.2020
3 min
Salva

Gli ultimi Campionati del Mondo di ciclismo hanno visto primeggiare due atleti su biciclette Specialized. La cosa molto curiosa è che entrambi hanno usato lo stesso modello: il Tarmac SL7, ma con equipaggiamenti differenti.

Stesso telaio Specialized

Non è un caso che sia Julian Alaphilippe che Anna Van der Breggen abbiano scelto il Tarmac SL7 per affrontare il percorso mondiale. Questo telaio di Specialized coniuga notevoli doti aerodinamiche e un peso leggero, infatti siamo sugli 800 grammi. Il Tarmac SL7 è l’ultimo nato in casa Specialized e beneficia di attenti studi sul profilo dei tubi. I due neo campioni del mondo lo hanno scelto perché è un ottimo punto di incontro fra la ricerca della velocità e la leggerezza.

AlAphilippe Mondiali Imola
Alaphilippe impegnato sulla Cima Gallisterna
Alaphilippe Mondiali Imola
Alaphilippe impegnato sulla salita di Cima Gallisterna poco prima dello scatto vincente

Componenti diversi

Quello che differenzia le biciclette di Alaphilippe e Van der Breggen sono i componenti. Il primo utilizza una trasmissione Shimano Dura Ace Di2, ruote Roval e manubrio PRO. La seconda ha in dotazione il gruppo Sram Red eTap AXS, ruote e manubrio Zipp.

Le scelte del transalpino

Julian Alaphilippe ha utilizzato le ruote Roval 50 con un profilo da 50 millimetri e tubolari Turbo di Specialized da 26 millimetri. La scelta delle Roval da 50 millimetri al posto delle nuove Alpinist è dovuto al fatto che quest’ultime possono montare solo i copertoncini. Siccome le previsioni meteo davano un forte rischio pioggia, Alaphilippe ha optato per una coppia di ruote e pneumatici che conosceva meglio. Non è un segreto che le ha utilizzate spesso negli ultimi tre anni. Proprio per questo ha cercato la soluzione tecnica con cui aveva più confidenza. Per quanto riguarda i rapporti ha scelto quelli che usa sovente: 39-54 all’anteriore con un pacco pignoni 11-30. Il manubrio PRO ha una linea tradizionale ed è usato con il nuovo attacco manubrio di Specialized.

Van der Breggen Mondiali Imola
La Van der Breggen con la sua Specialized Tarmac SL7 e ruote Zipp
Van der Breggen mondiali Imola
Anna Van der Breggen con la sua Specialized Tarmac SL7 e ruote Zipp a profilo medio

Le scelte dell’olandese

Anche Anna Van der Breggen ha optato per scelte rassicuranti. La Campionessa olandese ha scelto di montare sulle sue Zipp 202 Firecrest in carbonio a medio profilo, i tubolari Specialized Hell of the North da 26 millimetri. Questi pneumatici sono quelli che vengono usati nelle gare del Nord e hanno la caratteristica di essere molto resistenti alle forature. Il motivo di questa scelta è stato che il circuito molto nervoso di Imola non permetteva un recupero facile in caso di foratura. Per evitare questo inconveniente la Van der Breggen ha preferito usare un tubolare più resistente. Per quanto riguarda i rapporti ha usato un 35-48 come corone anteriori e una combinazione posteriore 10-33. Anche lei utilizza un manubrio Zipp dalle linee piuttosto tradizionali.

Entrambi i campioni del mondo hanno optato per delle scelte rassicuranti, all’insegna della massima confidenza di guida. Anche a discapito della prestazione pura.