Wilier Rave SLR UNBND: l’avventura a colori

12.06.2023
3 min
Salva

Per la Wilier Rave SLR UNBND ogni terreno è buono per andare a caccia di avventure e di vittorie. Il progetto di questa bici, nato dalla collaborazione tra Wilier Triestina e MAAP, vuole celebrare il successo di Ivar Slik all’Unbound Gravel. La gara più importante al mondo per gli amanti dell’avventura e delle strade bianche. 

Il mondo gravel

Le vittorie meritano di essere celebrate nella maniera migliore, Wilier ha deciso così di omaggiare Ivar Slik con una colorazione particolare. Qualcosa che si farà sicuramente notare nel mondo del gravel e non solo. Ciò che caratterizza al meglio questa disciplina è il contatto con la natura ed ogni sua sfumatura. Dagli sterrati, al fango, passando per pioggia e sole. 

Questi elementi sono quelli che hanno aiutato a definire la livrea della Rave SLR UNBDN. Lo stesso Ivar Slik ripete spesso: «La pioggia e il fango sono davvero i principali fattori di selezione nella nostra specialità». Parole colte al volo dai designer di Wilier e MAAP, i quali hanno incarnato la grinta dell’atleta. 

Colorazione speciale

L’estetica della nuova colorazione della Rave SLR aggiunge un tocco di stile esclusivo al design leggero e reattivo. La bicicletta sfoggia una verniciatura MAAP personalizzata, che riflette la dedizione del marchio all’estetica e alle prestazioni. Questa collaborazione rappresenta una fusione di passione e competenza, creando un capolavoro ciclistico davvero unico e decisamente accattivante.

Wilier ha voluto racchiudere le storie di tutti quei ciclisti che, sempre a testa alta, affrontano le avventure e le difficoltà di questo sport. Momenti che si vivono sempre oltre i limiti, cercando di governare tutte le condizioni attorno a noi. 

Wilier Triestina

Wilier Rave SLR, il gravel race non è l’unica opzione

02.11.2022
6 min
Salva
Il test della Wilier Rave SLR

La Wilier Rave SLR è un progetto pensato e sviluppato molto bene. In fatto d’impatto estetico è molto stradale, richiama l’iconico design Wilier delle piattaforme road ed ha un approccio race che non passa inosservato. Sulle strade sconnesse sorprende, lo fa non poco.

E’ una bicicletta che dà il meglio di sé nel contesto gravel race, considerando anche un allestimento adeguato. La nostra prova si è sviluppata in momenti diversi e include anche il mondiale gravel UCI che si è svolto in Veneto .

A Cittadella, al termine del mondiale, categorie amatoriali ovviamente (foto Sara Carena)
A Cittadella, al termine del mondiale, categorie amatoriali ovviamente (foto Sara Carena)

Rave SLR, test a tutto tondo

Il framekit è quello della Rave SLR, quindi un monoscocca in carbonio che vede l’inserimento di una particolare membrana viscoelastica che prende il nome di Liquid Crystal Polymer. Ovviamente ci sono delle differenze, legate principalmente al posizionamento delle pelli di carbonio, ma il procedimento di costruzione è lo stesso adottato per la produzione delle biciclette Zero e Filante. Da tenere ben presente però, che la Rave SLR è categorizzata come endurance, un suffisso che aiuta a contestualizzare il prodotto ed il suo animo di bicicletta non estremizzata.

L’abbiamo utilizzata con il cockpit Wilier Zero, ovvero il manubrio in carbonio molto road race oriented, con la trasmissione Shimano Ultegra Di2 a 12 rapporti e con il doppio plateau anteriore (50/34 davanti e 11/34 dietro). Il nostro test si è completato con l’impiego di tre differenti tipologie di ruote: le Deda Gera Carbon ( usante anche al mondiale e gommate Challenge, tubeless con sezione da 36), le ruote Wilier SLR42 (con gomme Vittoria da 35) e le Miche Graff Route (gommate Schwalbe, da 40).

La trasmissione stradale

Può essere un vantaggio sotto tanti punti di vista. Deve avere una combinazione di rapporto adeguata, non solo ai vari contesti ambientali, ma anche alla “gamba”, perché spingere il 50 su strada non è come spingerlo in offroad. Il range di utilizzo del cambio è davvero ampio e su una bicicletta del genere è un fattore da considerare, perché si può sfruttare bene su strada (anche con gomme radiali) al pari di una bici votata alle lunghe distanze e molto bene nell’ambito gravel race.

Inoltre, il design compatto e asciutto del deragliatore Ultegra di ultima generazione offre dei vantaggi per il passaggio delle gomme da 40 con tasselli laterali sporgenti, quello che non accadeva con il deragliatore delle vecchi cambi (trasmissioni Di2 ad 11 rapporti). Invece la luce tra la gomma anteriore e la forcella è ampio.

E poi ci sono i numeri che rappresentano le geometrie, valori facilmente accostabili ad una bici road di alto livello, ma che al pari della prestazione non sacrificano una certa comodità, stabilità e piacere di guida. Il carro posteriore è leggermente più lungo, se paragonato ad una bicicletta “solo” da strada, sinonimo di stabilità e trazione. L’angolo dello sterzo si sviluppa tra i 70° e 72°, in base alle taglie, aperto in avanti, ma non troppo e infatti la Wilier Rave si guida bene. Non è lenta nei cambi di direzione, anche sullo sterrato (soprattuto in off-road).

Il passo complessivo della bicicletta è in linea con le bici gravel race di ultimissima generazione, segno che la Rave SLR è stata sviluppata anticipando le tendenze.

Le ruote

Con le ruote Deda, dal profilo ridotto e usate in competizione con i tubeless da 36, la Wilier Rave diventa davvero agile, molto più sull’anteriore. Le Gera Carbon non sono ruote estremamente rigide e offrono un elevato potere ammortizzante anche sui sassi sporgenti. Un altro vantaggio di questa combinazione è un buon comfort dopo tante ore di sella tra asfalto, sterrato e concentrazione.

Con le Wilier SLR42, la Rave SLR assume i contorni di una vera bici road e all-road. Queste ruote diventano il simbolo della configurazione più versatile e veloce, ma anche esigente quando si affronta lo sterrato importante, quello veramente sconnesso. Perché versatile? Perché le ruote Wilier con questo profilo vestono alla perfezione la bicicletta e sono molto gratificanti da usare su strada anche gomme da 30 e 32 millimetri. Se usate fuoristrada, il manto non deve essere eccessivamente smosso, oppure è necessario prevedere ruote con una sezione almeno da 40 millimetri ed avere un po’ di manico.

Con le Graff Route di Miche abbiamo un pacchetto votato al gravel race nel senso stretto della considerazione. A nostro parere è l’abbinamento più corsaiolo e agonistico, che esprime anche una maggiore rigidità proprio nella parte bassa della bici. La scorrevolezza del mezzo è eccellente, lo è alle basse ed alte velocità, lo è nei cambi di ritmo anche sullo sterrato, nonostante una rigidità che non fa fatica ad emergere. E’ fondamentale adeguare gli pneumatici, in base alla natura del percorso e allo stile di guida.

In conclusione

Volendo sfruttare un accostamento motoristico, la Wilier Rave SLR è una sorta di supermotard. Non è “solamente” una bicicletta endurance se la portiamo sull’asfalto, perché ha un boost in più, decisamente superiore alla media della categoria. E’ veloce, agile e stabile, è bella da vedere e non è mai eccessiva e con le gomme larghe non sfigura, è certamente comoda, ma non è una bici da viaggio. Pensarla in ottica bikepacking è sprecata. Oppure, sì al viaggio e alle lunghe cavalcate, ma che prevedono lo spostamento separato dei bagagli per godere di qualche bella accelerata.

E’ una bicicletta gravel da competizione e a gas aperto è gratificante, offre un bel sostegno ovunque ed è divertente da guidare, oltre a configurarsi bene con svariati allestimenti.

L’allestimento con le ruote Wilier e la trasmissione Ultegra è disponibile a catalogo, ha un costo (listino) di 9.000 euro. Non è poco e sconfiniamo in una fascia di biciclette di elite, per la spesa e anche per la qualità complessiva del prodotto. Però è pur vero che si argomenta una bicicletta che non cede il passo, a prescindere dall’ambiente dove è inserita.

Gravel, disciplina tecnica che punta all’agonismo

01.06.2022
5 min
Salva

Chi ha detto che il gravel non è competizione? Le gare in Europa stanno nascendo poco alla volta, negli USA tornano alla ribalta dopo lo stop obbligato, causa Covid-19. In America le gare gravel sono una vera a propria istituzione. Vogliamo approfondire alcuni aspetti della tecnica e per questo abbiamo intervistato il vincitore della Traka 200, Ivar Slik, secondo alla Gravel Locos, con l’ambizione di primeggiare alla Unbound del 4 giugno.

Slik è un corridore olandese classe 1993, che ha corso su strada dal 2012 al 2017, vestendo anche la maglia della Rabobank Continental e del Team Rompoot, con una serie di interessanti piazzamenti. Fino allo scorso febbraio ha corso invece su strada nella continental ABLOC.

Ivar Slik vince la Traka 200 a Girona (foto Wilier)
Ivar Slik vince la Traka 200 a Girona (foto Wilier)
Quali sono gli aspetti tecnici da tenere in considerazione quando si prepara la bici per una competizione gravel?

Il primo fattore da considerare è proprio la bicicletta e questa deve offrire un feeling ottimale. Ho il privilegio di guidare una delle migliori bici gravel della scena, la Wilier Rave SLR e nel gravel il mezzo tecnico fa la differenza. La mia bicicletta combina una geometria moderna, ampi spazi per il passaggio degli pneumatici ed un peso ridotto. Soprattuto i primi due dettagli mi permettono di non avere particolari problemi nelle sezioni più complicate dei percorsi, lasciando ampio spazio alle varietà di setting. Il secondo aspetto in ordine di importanza sono le gomme.

Il forte corridore olandese, davanti a una gravel da… vestire (foto Wilier)
Il forte corridore olandese, davanti a una gravel da… vestire (foto Wilier)
Rimaniamo sugli pneumatici, quali sono i tuoi riferimenti?

Devono essere veloci, ma anche resistenti alle forature. Quindi devi trovare un equilibrio tra scorrevolezza e affidabilità. Io ho il supporto di Schwalbe. Ho sempre pensato che solo le gomme larghe potessero offrire dei vantaggi tangibili. Non è così, perché anche gli pneumatici più stretti, ad esempio da 40 millimetri, offrono delle performances eccellenti. Bisogna capire quale è il compromesso migliore e il prodotto che si adatta allo stile di guida.

E qual è questo compromesso?

Nelle parti veloci e con sezioni di ghiaia, nelle gare come Gravel Locos e Unbound, preferisco le gomme semi-slick da 40 mm. In occasione di competizioni molto tecniche, abbino due pneumatici con sezioni diverse, 45 per l’anteriore e 40 per il posteriore. Sempre i tubeless e con un buon sigillante al loro interno. Porto sempre con me le bombolette Co2 e i piccoli tamponi per chiudere la foratura.

Meglio una bici rigida, oppure una più confortevole?

Si tratta di trovare il giusto compromesso. Il giusto setting della bicicletta offre dei vantaggi notevoli. Personalmente quando devo scegliere preferisco il rigido. Sui tratti difficili ti obbliga a stare più attento, ma sulle parti veloci si può andare davvero forte.

Slik ha uno stile da stradista puro (foto Wilier)
Slik ha uno stile da stradista puro (foto Wilier)
A Girona non hai usato un manubrio specifico per il gravel? Come mai?

A Girona il percorso era piuttosto tecnico senza lunghi rettilinei e con tanti cambi di traiettoria. A mio parere la piega tradizionale offriva dei vantaggi. Ma anche in questo caso, quando si ha la possibilità, è necessario capire quale sia il compromesso ottimale. Quando la competizione prevede dei lunghi rettilinei, si può azzardare l’impiego anche di un manubrio aerodinamico e rigido.

E poi utilizzi i pedali road e non quelli mtb. Come mai?

Per me i pedali da strada sono migliori, perché ho un gioco laterale contenuto e una migliore trasmissione della potenza. L’unico svantaggio è quando devi riagganciare mentre si attraversa un tratto molto sconnesso.

Slik utilizza i pedali e le scarpe road (foto Wilier)
Slik utilizza i pedali e le scarpe road (foto Wilier)
Come ti alimenti per questa tipologia di gare che hanno dei chilometraggi davvero importanti?

L’alimentazione è fondamentale. La Unbound è di 330 km e Gravel Locos era di 255 km. In genere calcolo di assumere 90 grammi di carboidrati/ora, combinando bevande con barrette e gel. Per le bevande uso il marchio SupQ, perché hanno un buon betafuel e bevande isotoniche di qualità. Bisogna fare attenzione a combinare i betafuel in genere e le bevande isotoniche, con le giuste quantità di acqua.

Attenzione in che senso?

Si rischia di non bere abbastanza e avere troppi carboidrati in circolo. Per le gare più lunghe è bene usare un camelback con acqua e sali minerali. Le gare gravel sono condotte in autosufficienza e questo conta molto nella programmazione di una corretta strategia di integrazione, anche nelle fasi pre gara.

Utilizzi dei riferimenti, come ad esempio il tempo di corsa, consumo di calorie e battiti cardiaci, oppure ascolti le tue sensazioni?

Ascolto le mie sensazioni e non utilizzo molto i dati. Ho iniziato ad usare un power meter solo da quest’anno e cerco di usarlo per il training, ma anche in gara. Dopo le uscite guardo i miei file di potenza e cerco di capire i margini di miglioramento. Non uso un cardiofrequenzimetro, magari in questo potrei migliorare.

La posizione in sella: bici road e bici gravel, usi la stessa posizione?

Ho due modelli di biciclette, la Wilier Rave SLR gravel e la Filante SLR. Utilizzo la stessa posizione per entrambe.

Ivar Slik su strada, al Giro di Turchia 2021
Ivar Slik su strada, al Giro di Turchia 2021
Che rapporti usi sulla gravel?

Una corona doppia anteriore, 50-34 e una scala 11-30 per la cassetta posteriore. La trasmissione è Shimano GRX Di2.

L’uso della gravel e la tecnica di guida di questa disciplina ti aiuta anche su strada?

Sì certo. Le capacità di guida migliorano quando si utilizza la bici gravel sistematicamente, specialmente quando si affrontano i percorsi tecnici.

Wilier Rave SLR: competitiva su tutti i terreni

13.10.2021
3 min
Salva

Wilier presenta la nuova Rave SLR, un telaio perfetto per l’all-road performance, le geometrie sono quelle racing. Un telaio leggero, reattivo con dei punti più rigidi per ottenere la massima risposta su tutti i terreni. La cosa più importante per chi entra nel mondo del gravel è la prestazione anche su strada, per questo la nuova Wilier Rave SLR è stata costruita con lo stesso mix di carbonio di Filante SLR e Wilier 0 SLR.

Trovare il punto di incontro tra la strada e l’off road è complicato, ma portarlo su un solo telaio lo è ancora di più. I tecnici Wilier si sono superati ed hanno mixato con maestria le necessità di questi due mondi, hanno mischiato il carbonio a speciali fibre viscoelastiche ed hanno così garantito una reattività del telaio incredibile.

La Wilier Rave SLR è maneggevole e performante su tutti i terreni, grazie ad una geometria da strada perfezionata anche per l’offroad
La Wilier Rave SLR è performante su tutti i terreni, grazie ad una geometria da strada perfezionata per l’offroad

Più facile da guidare

La guidabilità non è un fattore da sottovalutare, soprattutto se si considera la tipologia di terreno su cui la Rave SLR dovrà sfrecciare. Un reach leggermente più corto ed uno stack rialzato permettono alla bici di essere più maneggevole. Ma cosa sono reach e stack?

Il reach è la distanza orizzontale tra il centro del movimento centrale e la parte superiore del tubo di sterzo. Un reach più lungo obbliga il corridore ad assumere una posizione più “racing”, questa caratteristica si estremizza su strada dove si richiede una maggiore penetrazione aerodinamica.

Lo stack è la distanza tra il centro del movimento centrale e la linea di mezzeria della parte superiore del tubo di sterzo. Quel che fa maggiormente la differenza è l’altezza del tubo di sterzo, più è alto più si avrà stabilità sull’avantreno ed una maggiore precisione nella guida della bici.

La Rave SLR può essere equipaggiata con tutti i migliori gruppi da strada e da gravel per una adattabilità massima alle esigenze del ciclista
La Rave SLR può essere equipaggiata con tutti i migliori gruppi da strada e da gravel

I dettagli fanno la differenza

I manubri monoscocca 0-bar e J-bar, disponibili nei vari equipaggiamenti della Rave SLR, permettono il passaggio integrato dei cavi. Un dettaglio che però rende l’idea del lavoro meticoloso che i tecnici di Wilier hanno fatto nello studio della bici. L’integrazione dei cavi innanzitutto permette un guadagno aerodinamico, e questo fa la differenza su strada. Per quanto riguarda il garvel, invece, i cavi integrati sono coperti dagli agenti esterni e sono meno soggetti ad usura o rottura.

Per rimanere fedele alla sua natura di all-road la Rave SLR può essere equipaggiata con tutti i gruppi di maggior livello, da strada e gravel: Dura Ace Di2 9270, Ultegra Di2 8170 e Sram Force AXS per la strada, Campagnolo Ekar, Shimano GRX e Sram Force AXS XPLR per il gravel. Le coperture montabili sono fino alla misura estrema dei 42 millimetri, sia da strada che da off-road.

I prezzi della Rave SLR nella verisione con i gruppi gravel vanno dagli 8.300 euro con il gruppo Campagnolo Ekar agli 8.400 con i gruppi Shimano GRX e Sram Force AXS XPLR.

Per la versione con i gruppi da strada i prezzi invece sono: 9.000 euro per la bici con i gruppi Sram Force AXS e Shimano Ultegra 8170, mentre 11.000 euro per la versione con lo Shimano Dura Ace 9270.

Wilier