Wilier Garda, la bici dai mille volti (anche per rim brake)

28.09.2021
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Non solo altissima gamma da Wilier. Con la nuova Garda la casa vicentina torna ad abbracciare anche il settore della media gamma e di una bici “meno spinta”, ma con l’eleganza e la qualità che contraddistingue questo storico marchio.

Geometrie “alte”

All’Italian Bike Festival abbiamo potuto ammirare la Garda, appunto, esposta sì ma non in prima linea in quanto l’embargo su questa specialissima scadeva proprio oggi. Si tratta di una bici che propone una geometria meno racing e più confortevole.

A parità di lunghezza con le bici votate al racing, la Garda ha tubi leggermente più alti. Anche per questo motivo si è optato per una fibra meno estrema, la NH-Mod (Normal e High Modul) meno rigida: 24 o 30 Ton a seconda dei punti. Tuttavia il peso del telaio è ottimo: 1.124 grammi (considerando che si tratta di una struttura per freno a disco).

Gomme extra large

Si tratta comunque di un telaio certificato Uci, che volendo potrebbe anche essere utilizzato in una corsa WorldTour (magari lo vedremo la prossima settimana alla Roubaix!). Dicevamo di geometrie meno estreme, ma non mancano gli elementi che la rendono rapida e moderna. Per esempio il disegno del carro è molto simile a quello della Filante che usano i corridori dell’Astana-PremierTech, quindi molto reattivo. E nella Garda trovano alloggio coperture fino a 32 millimetri. In pratica può essere “trasformata in una gravel”, con le ruote adatte.

Anche l’anteriore non è da meno. Dicevamo più alto sì, ma anche aerodinamico. Tanto che la serie sterzo è da 1”1/4 che rende il tubo di sterzo più sottile. Quindi okay, una bici meno estrema, più comoda, ma anche molto versatile. Il tutto con il passaggio dei cavi interno che vengono “inghiottiti” dall’attacco “made in Wilier”.

Rim brake: un gioiello

Non è tutto perché in Wilier, quasi stupendoci un po’, hanno fatto un investimento importante anche sulle versione rim brake. E non è una scelta sbagliata, a nostro avviso, e tantomeno di ripiego. E’ stata una scelta fatta, un po’ per il contenimento dei costi e un po’ per dare un’opportunità in più a chi ancora non vuole fare il “grande salto”. Il freno tradizionale, specie se ben ponderato come quello che stiamo per farvi vedere, può ancora dire ancora tanto. Specie in una bici “tuttofare”: dal viaggio alla gran fondo, dalla gara al “gravel” (meno estremo).

«Abbiamo rivisto totalmente l’alloggiamento dei freni sul telaio. Non ci sono fori con filettatura sul carro, ma i tubi escono già predisposti con spazio ad hoc in fase di produzione. Abbiamo adattato i tubi pendenti alle bussole di Shimano. In questo modo non si rischia di indebolire il telaio e il freno lavora meglio», ci ha detto Marco Genovese, l’ingegnere che ha progettato la Garda.