MISANO – La collaborazione con i tecnici FDJ-Groupama ha portato Wilier ad un piano superiore in termini di sviluppo e di applicazione dell’aerodinamica. La Supersonica SLR è il risultato. Stefan Kung l’ha usata per vincere la crono finale della Vuelta, poi per centrare il secondo posto ai campionati europei (tra Affini e Cattaneo) e l’ottavo domenica scorsa nella crono di Zurigo.
Grazie al responsabile del progetto, Claudio Salomoni, entriamo nel dettaglio di questa bici che nasce per le prove contro il tempo. Non una bici ibrida tra crono e triathlon, uno strumento specifico per i cronoman.
Cosa differenzia una bici da crono da tutte le altre?
La Supersonica SLR nasce per corridori come Kung, solo per fare un esempio, atleti che sono cronoman prima di tutto e hanno bisogno di uno strumento specifico. Il reggisella integrato, non estraibile può essere un dettaglio, una sorta di spartiacque tra le bici da crono vere e proprie e quelle nate anche per il triathlon. Zero compromessi.
Prestazione su tutto?
Sì. Siamo andati alla ricerca di una resa tecnica in senso assoluto e avevamo necessità di migliorare i prodotti esistenti. La collaborazione con il team francese ci ha spinto ad un livello superiore di ricerca e non mi riferisco solo alla galleria del vento.
Come siete partiti con il progetto Wilier Supersonica?
Siamo partiti dalla taglia large, quella di Kung. L’atleta svizzero doveva essere il primo. Forte cronoman, molto tecnico per i feedback e svizzero. I mondiali si sono corsi in Svizzera, non è un dettaglio. Ovviamente la bici è stata usata anche alle Olimpiadi.
Però, tempi stretti per mettere insieme i vari tasselli!
Strettissimi. Per un prodotto del genere ci vogliono circa 12/15 mesi, a volte 18: noi l’abbiamo fatto in 5. Una corsa estenuante contro il tempo. Non ricordo quante volte siamo stati in galleria del vento, anche durante le ferie. Però, che grande soddisfazione e che stimoli…
Cosa è cambiato rispetto al passato?
Tutto. A partire dai modelli di analisi usati, fino ad arrivare alla bici così come la vediamo. Ogni tubo ha uno specifico sviluppo Naca, ogni curvatura e ogni sezione. Questa Wilier non è frutto di un disegno fatto a matita, ma è il risultato di un’insieme di algoritmi combinati tra loro, poi tradotti in una bicicletta.
Le nuove regole UCI hanno influito sul progetto?
Chiaramente sì. Ne sono un esempio la forcella molto larga e fine, il manubrio e anche la borraccia integrata, che è asimmetrica, disegnata sulla bici. Tutto ha contribuito a miglioramenti rispetto alla Wilier Turbine.
Colpisce anche la dimensione della scatola centrale. A cosa è dovuta?
Deve contrastare le torsioni e buona parte di esse convergono in quel punto. Se poi consideriamo quanti watt sviluppano oggi atleti come Kung… Abbiamo una sezione centrale rigidissima, che anche in fatto di impatto visivo è quasi mezza bici.
Avete usato le stampe 3D?
Sì. La prima Supersonica è stata di fatto un pezzo di plastica, mi piace definirla come tale, ma questo pezzo di plastica ci ha permesso di approcciare la galleria del vento, di presentare ufficialmente il progetto a FDJ-Groupama, ottenendo fin da subito dei risultati eccellenti. Anche i francesi sono rimasti a bocca aperta.
C’è stato un punto critico che ti lasciava qualche perplessità?
I primi prototipi in resina vibravano leggermente in fase di angolazione laterale accentuata. Ormai la galleria del vento prevede test completi considerando tutte le direzioni, non solo le prove frontali. In realtà queste vibrazioni erano riferite alla sola resina. Una volta posizionata la bici definitiva in carbonio, tutto più che perfetto, abbiamo avuto ragione.
Avete usato il binomio bici/corridore?
A partire dal secondo step in galleria del vento. I tecnici francesi hanno stampato in 3D due manichini con le caratteristiche fisiche di Kung, che ovviamente era impegnato nelle gare e negli allenamenti. Un manichino statico e uno con le gambe mobili. Siamo oltre la F1.
Supersonica è un monoblocco?
Il telaio è un monoblocco, ma devi considerare i tre pezzi principali. Telaio, forcella e manubrio. E’ tutto carbonio al quale si aggiungono alcune parti stampate in 3D, come ad esempio borraccia e portaborraccia fatti in collaborazione con Elite. C’è anche lo zampino di Miche per le ruote, nuove anche queste, dove abbiamo approfondito degli studi sui tubeless.
Con o senza deragliatore?
La gabbietta del deragliatore, disponibile in due versioni, si può rimuovere. In caso di una monocorona si può montare anche un piatto da 70 denti, ma anche oltre.
E’ possibile quantificare il costo di una bici del genere?
In termini industriali una bici del genere non dovrebbe neppure esistere, non solo per Wilier, per chiunque affronta questa categoria di prodotti. Anche se per regolamento deve essere inserita nel catalogo e prodotta. E’ un’immagine per chi la produce, è tecnologia, è know-how e dà un bagaglio di conoscenze che vengono riportate a cascata su tutte le altre categorie di bici. Una bici come Wilier Supersonica SLR non è una bici creata con l’intento di vendere migliaia di pezzi.
Una bici che Wilier è in grado di fare!
Esattamente, è come un biglietto da visita. Oggi la Supersonica è la bici più veloce.