Con tre vittorie (di peso) e un terzo posto, Lorena Wiebes è la mattatrice di questo inizio di stagione tra le donne. La velocista olandese del Team DSM in volata sembra avere una certa supremazia. Almeno nelle volate di gruppo si è mostrata la più forte. Le corse veloci, se c’è lei, sono piuttosto segnate.
Davide Arzeni è uno dei diesse più preparati, soprattutto per quel che concerne le squadre delle velocisteDavide Arzeni è uno dei diesse più preparati, soprattutto per quel che concerne le squadre delle velociste
Davide, partiamo da come la Wiebes prepara la sua volata. Le piace correre super nascosta e uscire all’ultimo o si espone anche?
Non è troppo nascosta, anzi… Non è una “succhiaruote” come si dice in gergo. Senza contare che è migliorata molto negli strappi, altrimenti non si vincono corse come Drenthe. In generale è migliorata in salita. Alla Valenciana l’ho vista fare molta fatica, ma erano altri percorsi. Credo che nelle classiche del Nord sarà dura staccarla. E poi la Dsm è cresciuta molto tatticamente.
Cioè?
Sanno di avere la velocista più forte e quando viene attaccata, tutta la squadra la protegge. Ma quel che ho notato è che ultimamente giocano d’anticipo e inseriscono sempre un’atleta di qualità nella fuga. Penso ad una Georgi o ad una Mackaij. In questo modo dietro non lavorano solo loro e si ritrovano con un treno più fresco. Questa tattica l’hanno già adottata due, tre volte quest’anno.
Lorena è una sprinter più “da treno” o sa cavarsela anche da sola saltando da una ruota all’altra?
In questo momento che è in forma va forte anche da sola, ma con il treno che le consente di risparmiarsi va ancora più forte e poi diventa difficile da battere. In più nella Dsm hanno Charlotte Kool che si sta dimostrando un’ottima pesce pilota. Lei stessa è molto veloce.
Molta forza, ma anche alta cadenza per la Wiebes, qui nella volata di Drenthe (sul pavè)Molta forza, ma anche alta cadenza per la Wiebes, qui nella volata di Drenthe (sul pavè)
Quindi può vincere anche senza treno?
Sì, sì. Lo ha dimostrato l’anno scorso al Women’s Tour, dove tra l’altro ha battuto una delle nostre! Noi avevamo il treno e lei lo ha sfruttato.
Insomma ha anche coraggio…
Certo, una sprinter non può non averlo! Si butta dentro coi tempi giusti e non si esime dalla battaglia.
In merito invece al modo di fare la volata cosa ci dici?
Ha una frequenza di pedalata molto alta, ma con rapporti lunghi, il che significa che ha sì forza pura, ma anche forza rapida. Torno alla volata di Drenthe:è stata perfetta, potente e c’era vento contro. Se arriva allo sprint in queste condizioni è finita!
E allora dove potrebbe essere più battibile: nella volata corta o lunga?
Credo lunga.
Grande potenza per l’olandese (classe 1999)Grande potenza per l’olandese (classe 1999)
Però! Essendo così potente avremmo detto volata corta…
Dico volata lunga perché magari non riesce a tenere per troppo tempo questa sua alta frequenza di pedalate. E quando la perde cala un bel po’.
Hai analizzato anche la sua posizione?
Sinceramente non è bellissima da vedere in bici, ma quel che conta è andare forte! E’ molto spesso fuori sella, anche in salita prima della volata. Però ha quasi sempre le mani basse il che vuol dire che è molto esplosiva. Insomma non è elegante, ma è efficiente. Probabilmente sono la sua forza e la sua esplosività che la rendono non troppo lineare (composta) quando spinge.
C’è qualche particolare tecnico che ti ha colpito?
Non mi sembra. Come tutte le altre, anche la Wiebes cerca la massima aerodinamicità. Quindi cerca di essere schiacciata, ha manubrio e casco aero. Ma spesso queste sono scelte che spettano alle ragazze. Io almeno lascio decidere a loro.
Jacopo Guarnieri e Arnaud Demare: tutti abbiamo ancora negli occhi le volate del Giro 2020. Con loro anche le tappe di pianura erano diventate uno show. Non vedevi una maglia Groupama-FDJ fino a cinque chilometri dall’arrivo.
Poi “Jacopone da Castell’Arquato“ richiamava tutti all’appello ed ecco che si formava il treno che lanciava il francese. Lui scaricava la sua enorme potenza a terra e alzava le braccia. Poi, venti posizioni dietro, mentre sfilava il resto del gruppo, Guarnieri faceva la stessa cosa.
Giro 2020. A Rimini, Demare vince e alza le braccia al cielo…
Anche Guarnieri festeggia sull’arrivo per la vittoria del suo capitano…
E poco dopo anche l’abbraccio con lo sprinter francese. Una scena vista 4 volte
Giro 2020. A Rimini, Demare vince e alza le braccia al cielo…
Guarnieri festeggia sull’arrivo per la vittoria di Demare…
E poco dopo anche l’abbraccio con lo sprinter francese. Una scena vista 4 volte
Jacopo, come vi state preparando?
In effetti è stata una preparazione bella lunga, che poi è quello che più ci è mancato l’anno scorso. La passata stagione è finita davvero tardi e il 3 febbraio avevamo già ripreso a gareggiare. Quest’anno invece abbiamo chiuso a fine settembre e di fatto abbiamo avuto un mese in più, senza contare che anche il meteo è stato più clemente.
Abbiamo iniziato bene, siamo andati presto in condizione, poi sono iniziati dei lunghi alti e bassi. E credo che se abbiamo perso questa regolarità e perché ci è una mancata la base fatta l’inverno. Insomma, se l’anno scorso all’inizio dell’anno avevamo qualche dubbio sulla preparazione, quest’anno ne abbiamo molti meno.
Abbiamo visto che ci state dando sotto. Qualche giorno fa avete fatto un allenamento molto impegnativo, con delle volate fino ad uno scollinamento…
Sì, si trattava di 30” a tutta. Un lavoro molto intenso, che “fa male”: puro acido lattico ma che dà grandi risultati. Questa è la base del velocità e con Arnaud è un lavoro che facciamo spesso. Come ho detto, è uno specifico terribile perché stai molto più tempo in acido rispetto ad una volata in corsa. Dopo 15” sei in acido totale e fare altri 15” è lunga!
Come funziona questo allenamento? Abbiamo visto che c’era un cono giallo in cima: fate avanti e indietro per caso?
Solitamente cerchiamo un circuito con uno strappo e sullo strappo facciamo questi 30”. In base alla lunghezza del circuito il recupero è più o meno lungo. Può essere un anello di 5′ o di 15′, come in questo caso. Se si recupera più a lungo, si fa un maggior numero di ripetizioni.
Per ora il treno della Groupama-FDJ non sarà toccato. Oltre a Guarnieri (in foto) di solito ne fanno parte anche Scotson e SinkeldamOltre a Guarnieri (in foto) del treno Groupama-FDJ fanno parte anche Scotson e Sinkeldam
Nel 2020 ci siamo lasciati con Demare dominatore: cosa dobbiamo aspettarci quest’anno?
Più che cosa aspettarci, io direi cosa vogliamo fare. L’ambizione è quella di ripetere il 2020. Anche se non è ufficiale io seguirò il programma di Arnaud ed è un programma che prevede molta Italia. Abbiamo lavorato bene e quando lavori bene ti metti in condizione di cogliere i risultati. Poi vediamo anche dove sono gli altri. Intanto partiamo con la coscienza pulita!
Avete dato un’occhiata al percorso?
Io sì. Se non altro perché da italiano voglio vedere dove passa il Giro. Ho visto che c’è qualche richiamo al 2020, come la tappa di Catania, c’è una tappa verso Reggio Emilia ed una che parte non lontano da casa mia. Di questa ho fatto praticamente la ricognizione, il passo del Bocco e le altre salite. Poi non ho visto il finale perché con il traffico aperto sarebbe stato inutile. Ho notato che nel resto del Giro ci sono salite dure, come il Fedaia. Infatti ho detto ragazzi: preparatevi che lì c’è da stringere il di dietro!
Però se parli di Fedaia che è alla penultima tappa e il giorno dopo c’è la crono, significa che questo Giro lo volete finire? Che l’eventuale maglia ciclamino volete portarla a casa?
In questa squadra non c’è mai stata l’idea di tornare prima a casa, neanche per il velocista, sia che si lotti per la maglia che non ci si lotti. Poi però vi dico anche che mi piacerebbe molto che il Giro tornasse a proporre una tappa piatta, una passerella per i velocisti nel finale. Di certo è un modo per invogliare gli sprinter a restare in corsa fino alla fine. E credo anche che ne guadagnerebbe lo spettacolo. Anche perché, 2020 a parte, raramente la crono finale è stata decisiva.
Tra Denia e Calpe duri allenamenti per tutto il team (foto Instagram Groupama-FDJ)Tra Denia e Calpe duri allenamenti per tutto il team (foto Instagram Groupama-FDJ)
Prima, Jacopo, hai accennato al calendario, ci sono novità per voi?
Qualche novità c’è ed è un bel calendario. In pratica faremo quasi tutte gare RCS, già dal UAE Tour, ma inizieremo prima in Oman. Tornerò alla Tirreno-Adriatico, corsa dalla quale manco da un bel po’. Ho sempre fatto la Parigi-Nizza e questo approccio diverso mi fa e ci fa bene. Cambiare dopo tanti anni è un bello stimolo.
Riguardo al treno avete delle new entry?
C’è un nuovo acquisto, Bram Welten dall’Arkea-Samsic, però al momento non farà parte del treno. In qualche occasione sarà al mio fianco, ma più nella seconda parte di stagione. Nella prima non ci saranno cambiamenti.
Squadra che vince non si cambia, insomma! Sul fronte tecnico invece ci sono novità?
Grosse news non ci sono. Abbiamo cambiato bici lo scorso anno, abbiamo il nuovo Shimano Dura Ace a 12 velocità. Noi lavoriamo da anni con Shimano e abbiamo già i gruppi. Una delle novità riguarda le ruote, sempre Shimano, anche se esteticamente sembrano identiche.
Dicono abbiano mozzi scorrevolissimi…
Per il momento le ho usate davvero poco, ci ho fatto giusto un paio di uscite nei giorni di scarico, ma la sensazione è che siano abbastanza rigide. Arnaud invece è molto contento. Anche se poi i veri test si fanno in corsa dove le velocità sono decisamente più alte. È lì che vedi le vere differenze. Per esempio proprio il nuovo acquisto, Welten, mi ha detto che non sentiva grosse differenze fra le due bici, ma io gli ho detto di aspettare le gare perché le differenze ci sono eccome.
Jacopo, ma invece pensi mai ad una tua vittoria personale?
Sinceramente no, sono ampiamente contento di quello che sto facendo. E poi una volata per me ormai sarebbe davvero improbabile. Servirebbe un arrivo con molte curve e qualcuno che mi facesse il buco perché su una volata pura, lineare ormai è difficile che possa vincere. Potrei ottenere un piazzamento. Ma a cosa servirebbe?
Guarnieri, classe 1987, è alla sesta stagione consecutiva con la squadra francese (foto Instragram Groupama-FDJ)Guarnieri, classe 1987, è alla sesta stagione consecutiva con la squadra francese (foto Instragram Groupama-FDJ)
Noi pensavamo magari ad una fuga, ad un arrivo su un piccolo strappo. In fin dei conti i “cavalli” a te proprio non mancano…
Sì, però io ormai ho l’approccio da velocista e sinceramente se c’è una fuga perché dovrei buttare via energie, quando magari il giorno dopo c’è una volata? Alla fine, anche noi sprinter corriamo come gli uomini di classifica, ma al contrario! Cerchiamo di finalizzare le energie per gli obiettivi alla nostra portata. Ohi, poi vediamo: magari ci sarà una possibilità per me. Ma comunque non è un pensiero che mi fascia la testa.
Tu sei contento di venire al Giro, ma Demare come l’ha presa?
Chiaramente da italiano io sceglierei il Giro e lui da francese il Tour. Dopo una situazione iniziale in cui l’ha presa con pizzico di “delusione”, adesso Arnaud è contento. Infatti nel secondo ritiro l’ho trovato super carico. Alla fine per lui meglio avere tutta la squadra per sé al Giro, piuttosto che averne mezza al Tour. E conoscendolo sceglierebbe sicuramente la soluzione del Giro.
Che poi Demare è amato in Italia, probabilmente anche per merito tuo che sei italiano e di fatto orchestri le sue vittorie…
E vi posso dire che lui si rende conto di questa cosa. Essere apprezzato da francese in Italia non capita sempre! E poi diciamolo, il Giro è bello! Adesso vado che devo raggiungere i compagni. Siamo separati. Loro dormono nell’hotel con la camera iperbarica (che simula l’alta quota, ndr), io da italiano non posso usarla e sono da un’altra parte.
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Questo Giro con cinque tappe vere per velocisti sarebbe piaciuto ad Alessandro Petacchi, che degli sprinter è stato a lungo il re?
Lo spezzino, toscano di adozione, si è fatto un’idea studiando le carte che sono uscite su social e siti e pur essendo l’ideale ambasciatore della categoria veloce, ha una posizione interessante e alla fine condivisibilesu volate e salite. Avete presente le rimostranze di alcuni uomini veloci, secondo cui anche le tappe con arrivo in volata hanno dislivelli elevati? Secondo Alessandro non è necessariamente un male, ma ci arriveremo con ordine.
Giro 2003, a Lecce Petacchi batte Cipollini e apre la sua eraGiro 2003, a Lecce Petacchi batte Cipollini
Che cosa ti sembra del Giro?
Ho visto il percorso, direi che il Giro ormai è disegnato così da qualche anno. Quest’anno forse i giorni veramente duri sono concentrati e sembra che ci sia più respiro.
Cinque volate, in teoria a capo di percorsi pianeggianti, sono un lusso?
La tappa piatta sicuramente è tranquilla per chi fa classifica. La salitella a ridosso dell’arrivo diventa sempre motivo di tensione. Diciamo che la tappa piatta è più rilassante per tutti, finché non arrivi alla volata, a meno che non trovi vento. L’Italia da questo punto di vista non è come la Spagna o la Francia, le uniche zone in cui ne trovi tanto sono a Sud, di solito in Puglia. Ma la tappa che parte da Foggia sembra dura e non si arriverà in volata.
Rilassante per tutti, finché non arrivi alla volata?
Quando vedono una tappa così, tutti vogliono fare lo sprint. C’è confusione proprio in finale, soprattutto quando si parla della prima settimana, quindi ad esempio a Cattolica. Sono quelle tappe in cui arriva il gruppo “compattone”. Invece nella terza settimana, fra chi è stanco e chi è già andato a casa, il gruppo si allunga e ci sono meno problemi.
Bennett è uno di quelli che tiene bene anche sulle medie salite. Qui vince al Uae TourBennett tiene bene in salita. Qui vince al Uae Tour
Meglio tappe un po’ più impegnative, quindi?
La salitella in finale mette ordine. Magari a meno 15 dall’arrivo, ma niente di troppo duro, sennò il velocista non arriva. Uno strappo entro i 3 chilometri, in cui magari qualcuno resta tagliato fuori.
Petacchi era di quelli che tenevano.
Mi allenavo su salite entro i 10 minuti, con pendenza del 5-6 per cento. Pendenze o lunghezze superiori erano problemi anche per me. Ma c’è in gruppo chi si stacca anche dopo un chilometro. Con la salita è più bello, sale l’adrenalina, sai che la volata devi guadagnartela. Chiaro che il velocista che si stacca preferisca il piattone…
Oggi ce ne sono pochi.
Infatti corridori come Viviani, Nizzolo, Gaviria, Bennett se stanno bene, non si staccano. Forse Groenewegen, Jakobsen quando tornerà, Mareczko vanno meglio sui percorsi veloci.
Quando è in forma, Fernando Gaviria tiene bene sugli strappiQuando è in forma, Fernando Gaviria tiene bene sugli strappi
Si dice in giro che tornerai al Processo alla Tappa.
Ne abbiamo parlato anche ieri. Il mio problema è che la squalifica scade il 14 maggio, dopo la prima settimana del Giro. Auro (Bulbarelli, direttore di Rai Sport, ndr) pensava finisse ai primi del mese, invece hanno fatto partire i due anni dal giorno che lasciai il Giro. Il fatto è che non posso frequentare luoghi in cui ci siano i corridori. All’Uci spiegai che avrei voluto riprendere il mio lavoro e dissero che per loro non era un problema. Ma cosa succede se per arrivare al palco del Processo devo ad esempio attraversare un passaggio in cui potrebbero passare anche i corridori? Qualcuno farebbe la foto e sarebbero rogne per la Rai e per me. Al Tour il compound delle televisioni è lontano dall’arrivo, al Giro siamo sempre sulla strada.
Sembra un po’ surreale…
Il bello è che mi hanno squalificato perché nel 2018 mi tesserai per correre la Cape Epic con Chicchi, altrimenti non avrebbero potuto farmi niente. E Hondo, che secondo l’Uci mi avrebbe tirato in ballo, mi ha fatto mandare dal suo avvocato i verbali degli interrogatori, in cui non c’è nulla che parli di me. Non mi ha mandato tutto? Non lo so, ormai la squalifica l’ho avuta. Spero solo di poter tornare a lavorare.
Damiano Caruso entra a tutta forza nel Giro, che correrà in appoggio di Landa. Il Romandia gli ha dato la conferma della forma. Poi si penserà a Tokyo...
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