Le donne junior della BFT Burzoni, tra presente e futuro

26.04.2023
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Numeri alla mano, a oggi la BFT-Burzoni guida le classifiche nazionali delle donne junior. Probabilmente nemmeno loro si aspettavano risultati simili, pur essendo una formazione di riferimento del panorama giovanile femminile.

Fin dalla sua nascita nel 2016 (solo con esordienti e allieve), la società piacentina si è progressivamente inserita ai vertici tra le juniores (dal 2018), ma non tutte le annate sono uguali. Il futuro della BFT-Burzoni è ancora tutto da scrivere, ma il passato può dare più di uno spunto. Tante ragazze elite attuali sono passate da loro. Del presente della ex VO2 Team Pink abbiamo parlato invece col team manager Stefano Solari e col presidente Gianluca Andrina.

Trionfo Bft Burzoni. Al debutto di Ceriale trionfa in solitaria Eleonora La Bella, junior primo anno (foto Franz Piva)
Trionfo Bft Burzoni. Al debutto di Ceriale trionfa in solitaria Eleonora La Bella, junior primo anno (foto Franz Piva)
Stefano ti aspettavi un inizio di stagione così?

Devo essere onesto e dico di no. Soprattutto perché tre delle quattro vittorie che abbiamo ottenuto finora sono arrivate da atlete del primo anno. Una con Anita Baima, che forse pensavamo potesse essere già pronta per il salto di categoria. Due con Eleonora La Bella che è stata una sorpresa. Molti non la conoscevano, ma noi sapevamo del suo valore. Anzi, da alcuni test aveva dati che non vedevamo dai tempi di Francesca Barale. In gara cambia tutto, lo sappiamo, però lei non ha avuto paura e non credevamo che si ambientasse così presto tra le junior. Non a caso entrambe sono state convocate in nazionale da Sangalli per la Omloop Van Borsele che si è conclusa il 23 aprile. Per noi è sempre un orgoglio quando le nostre ragazze vestono l’azzurro.

Non sono le uniche da quello che ci risulta.

Esattamente. Abbiamo anche altre nostre atlete che sono nel giro della nazionale della pista di Marco Villa. In primis c’è Vezzosi che è nel gruppo della velocità di Ivan Quaranta. Lei fa prevalentemente pista, ma spesso la portiamo in ritiro e alle gare con noi perché è giusto che stia insieme alle sue compagne e che corra anche su strada. Poi ci sono Grassi, Sgaravato, Dalla Pietà, Locatelli, Zanzi e la stessa Baima che cureranno la doppia attività. Non dimentichiamo che Zanzi e Grassi l’anno scorso hanno vinto ori europei e argenti mondiali su pista.

A Gossolengo vince in volata Anita Baima, anch’essa al primo anno nella categoria (foto Franz Piva)
A Gossolengo vince in volata Anita Baima, anch’essa al primo anno nella categoria (foto Franz Piva)
Avete anche corso all’estero negli ultimi anni. Che esperienze sono state?

Intanto posso dire che non si finisce mai di imparare e devo dire che ci piace crescere sia come società che come gruppo di persone. Le gare straniere aiutano a crescere sia le ragazze che la nostra visibilità. La Gand-Wevelgem, dove abbiamo conquistato un bell’ottavo posto con Baima, è stata l’occasione per capire tanti particolari. Avevamo scelto un bellissimo hotel vicino alla partenza, che però non aveva un garage comodo per i nostri meccanici. Oppure abbiamo visto come il cibo della cena non andava bene a tutte le ragazze, che forse non hanno ancora sviluppato un grande spirito di adattamento per altri tipi di cucina. Per la trasferta che faremo in Francia il 6 e 7 maggio ci siamo organizzati diversamente.

In che modo?

Conosciamo bene il Tour du Gevaudan Occitaine, perché vi abbiamo già partecipato. Stavolta abbiamo prenotato delle casette, così possiamo portarci il cibo da casa e fare da mangiare alle ragazze quello che vogliono loro. Poi speriamo di fare bene come nel 2021. Arrivammo secondi con Barale e fu proprio lì che gli osservatori del Team DSM si interessarono a lei. Siamo orgogliosi anche di essere stati il primo team junior italiano che ha dato una propria atleta ad una formazione WorldTour.

Qual è la ricetta per mantenere sempre un certo livello di lavoro?

La crescita della BFT Burzoni è dovuta ai mezzi che ci vengono messi a disposizione. Io assieme ai due diesse Stefano Peiretti e Vittorio Affaticati cerchiamo di utilizzare queste risorse nel miglior modo possibile. Certe conferme ci sono arrivate anche da alcuni tecnici federali. Fra di noi c’è armonia, anche se non nascondo che talvolta ci siano visioni diverse. Credo che faccia parte del gioco e che sia così ovunque. Stefano e Vittorio curano di più l’aspetto tecnico, tattico e degli allenamenti, mentre io seguo il lato umano delle questioni. Poi abbiamo sempre anche il parere e l’appoggio del nostro presidente Gianluca Andrina che fa bene a tutto l’ambiente. Lui è una persona che sa riconoscere il lavoro degli altri.

Quest’anno siete un gruppo numeroso. Come lo gestite?

Non è semplice perché abbiamo ragazze da sette regioni (Emilia-Romagna, Toscana, Piemonte, Lombardia, Veneto, Lazio e Abruzzo, ndr) però siamo riusciti a responsabilizzarle nel seguire i programmi di allenamento preparati da Peiretti. Abbiamo tutti i loro dati e vediamo come lavorano. Non possono più nascondersi (sorride, ndr). Diciamo che quando vengono da noi, le ragazze sanno cosa le aspetta e che sosteniamo costi importanti per farle crescere e correre.

Che effetto fa invece vedere che molte ragazze che oggi si sono affermate fra le elite sono passate da voi?

E’ una grande soddisfazione. Significa che abbiamo fatto un buon lavoro, sia tecnico che umano. Infatti tante di loro sono ancora in contatto con noi e quando ci incontriamo si fanno sempre due chiacchiere volentieri. Zanardi, Tonetti, Collinelli, Gasparrini, Barale e Cipressi, solo per citarne alcune, sono tutte ragazze che faranno bene. Speriamo che le ragazze che abbiamo adesso possano seguire lo stesso percorso. Noi ci sentiamo pronti per farle crescere a dovere.

Anita Baima e Eleonora La Bella si sono guadagnate la convocazione per la Omloop Van Borsele (foto Bft Burzoni)
Anita Baima e Eleonora La Bella si sono guadagnate la convocazione per la Omloop Van Borsele (foto Bft Burzoni)

Parola al presidente

Il presidente Gianluca Andrina non è solo un appassionato di ciclismo ma anche un ex dilettante degli anni 80/90. Uno che è rimasto al passo dei tempi grazie alle sue ragazze. Nella vita di tutti i giorni è direttore commerciale di BFT Burzoni, importante azienda e distributore a marchio privato di utensili per lavorazioni meccaniche con sede a Piacenza. Da quest’anno la scelta di cambiare denominazione ha una ragione precisa.

«Dopo tanti anni – spiega – era giusto che la ditta per cui lavoro avesse un riconoscimento maggiore. Sia per la azienda stessa sia per noi come squadra. Alberto Burzoni, il titolare che purtroppo è venuto a mancare qualche mese fa, mi ha sostenuto subito nel progetto nato nel 2016. In accordo con sua figlia Arianna (amministratrice delegata, ndr) ho ritenuto che il marchio dovesse avere più lustro, considerando che avremmo corso di più all’estero».

«Nel ciclismo – conclude Andrina – ci sono tante ditte di metalmeccanica che sponsorizzano anche ad alti livelli, oltre a lavorare nelle macchine utensili tanti componenti di biciclette. Il nostro piccolo sogno sarebbe fare una squadra elite con licenza UCI e diventare “devo team” di qualche realtà maggiore, pur mantenendo il nostro nome attuale. Naturalmente dobbiamo trovare le necessarie risorse economiche perché non siamo abituati a fare il passo più lungo della gamba. Per fare un esempio, Ceratizit è uno dei marchi ed un nostro competitor che opera nel nostro stesso ambito e sarebbe bello se magari loro potessero accorgersi della nostra squadra juniores».

Dagli ori azzurri alla prima da junior. Ecco l’esplosione di Zanzi

30.08.2022
7 min
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Portogallo, Israele e Formigine. Tre tappe per cambiare la propria dimensione nello spazio di cinquanta giorni. Dall’8 luglio a domenica 28 agosto, Valentina Zanzi è diventata il nome nuovo del panorama azzurro, grazie ad una serie di sigilli messi a segno con la nazionale ed il suo club.

La classe 2005 di Faenza – che corre per la Vo2 Team Pink di Piacenza – due giorni fa ha colto la prima affermazione tra le junior vincendo la 51a Coppa Città di Formigine con un poderoso sprint, senza sentire le fatiche del volo internazionale di 48 ore prima.

Da Tel Aviv all’Emilia

Zanzi infatti era di rientro dalla rassegna iridata di categoria su pista a Tel Aviv dove mercoledì 24 agosto aveva conquistato l’argento col quartetto. Ma il suo personale medagliere si era aperto agli europei di Anadia con due ori. La gara emiliana è stata la perfetta occasione per conoscere meglio questa ragazza romagnola che appena dopo la sua vittoria si è fermata a parlare con una sua collega più grande di lei, anch’essa pratica di freschi allori continentali.

Valentina siamo curiosi. Cosa ti ha detto Rachele Barbieri dopo la tua gara?

Mi ha fatto i complimenti sia per la vittoria che per gli europei e i mondiali. Mi ha chiesto come mi sono trovata in nazionale e quali altre gare avevo prima della fine della stagione. E’ stata molto gentile. Se poi penso che nel 2020 qui a Formigine lei ha conquistato la sua prima gara da elite ed io la prima da junior… è davvero impressionante. Speriamo sia di buon auspicio.

Ci racconti la volata?

Sapevo che chi prendeva in testa la corsia centrale in cemento era favorita rispetto alle parti esterne che sono in acciottolato, perché ovviamente era più scorrevole. Questo era un circuito veloce nel quale era difficile portare fuori una fuga, ma ho sentito di stare bene fin da subito e già al primo giro ho tentato di andare via. Ci ho riprovato nel finale accodandomi a due ragazze, ma il gruppo ci ha riprese. E’ stato un bello sprint. La Pellegrini è un’atleta che sa uscire bene da dietro e rimontare forte. Così ho preso il rettilineo del traguardo in testa e sono riuscita a non farmi passare da nessuna. Sono felice perché questa vittoria significa che la condizione c’è.

Ti portano bene queste strade, giusto?

Sì, è vero. La mia ultima vittoria da allieva l’avevo conquistata a Castelfranco Emilia, sempre in una gara organizzata dalla Formiginese. E’ stata una doppia emozione, visto che questi successi sono arrivati in terre non lontano da casa mia.

Prima di questi ultimi due mesi, come stava andando la tua prima annata da junior?

Ho iniziato così così. In inverno ho avuto problemi alla schiena, dovendo quindi frenare la preparazione. La prima gara a Gossolengo, organizzata dalla mia società, l’ho fatta senza nessuna aspettativa ed è arrivato un secondo posto. Dopo il campionato italiano a crono, in cui ho fatto seconda (a San Giovanni al Natisone il 21 giugno, ndr), ho ricevuto la convocazione in nazionale per gli europei in Portogallo.

Ad Anadia hai corso e vinto su strada e in pista.

Sì, ho fatto due prove, il Team Mixed Relay e l’inseguimento a squadre. La prima è una specialità piuttosto nuova. Abbiamo fatto quello che potevamo e che sapevamo fare. E lo abbiamo fatto proprio bene perché siamo riusciti a vincere anche se di soli tre secondi. La settimana successiva invece siamo scesi in pista col quartetto. In questo caso eravamo un po’ più convinti dei nostri mezzi perché i tempi c’erano. In prova e nelle qualificazioni giravamo sempre in tabella. Alla fine abbiamo conquistato anche questo oro, sempre battendo la Germania come su strada.

Dopo gli europei come hai proseguito?

Ho fatto una piccola pausa per recuperare. Tuttavia ho continuato a correre in strada con la mia squadra e ad allenarmi a Montichiari con la nazionale. Dovevo prepararmi per il mondiale su pista a Tel Aviv. Sono partita per questa trasferta con qualche acciacco, però con le mie compagne abbiamo fatto quel che potevamo. Abbiamo ottenuto la medaglia d’argento dietro la Francia. Eravamo le stesse del Portogallo (Pellegrini, Venturelli, Sanfilippo e Grassi, ndr) e per essere il primo anno siamo molto soddisfatte.

Nella tua mente ti immaginavi un primo anno da junior così?

No, assolutamente. Sono ben oltre le mie più rosee aspettative. Non pensavo proprio di fare risultati del genere all’esordio nella nuova categoria. Però cercando di usare sempre la testa (sorride, ndr) mi sono impegnata e ho lavorato bene, anche grazie ai miei tecnici e alla mia società. Rispetto all’anno scorso e anche inizio anno, sento di aver fatto un salto di qualità, sia fisico che mentale. Mi sento maturata anche se devo continuare a crescere. Sono soddisfatta della mia stagione ed oggi ho messo la ciliegina sulla torta con questa vittoria.

Prossimi obiettivi?

Sicuramente il campionato italiano a squadre. Ci tengo molto visto che a crono vado bene. Vedremo poi man mano nelle altre gare cosa fare. Mi sento bene e guardo fiduciosa all’immediato futuro.

Ti abbiamo sempre vista primeggiare allo sprint ma che tipo di corridore sei realmente?

Passista veloce direi. Mi difendo bene sulle salite medio-lunghe dove patisco meno che sugli strappetti. La gara che abbiamo organizzato a Gossolengo, dove c’era una parte centrale con un paio di salite lunghe e discretamente impegnative, aveva uno dei percorsi che più mi si addicono alle mie caratteristiche. I tracciati misti ed ondulati mi favoriscono.

A chi ti ispiri?

Per le crono Pippo Ganna è il mio riferimento. Per il resto invece Elisa Balsamo è quella che seguo più di tutte. E’ una ragazza completa. Qualcuno dice che in molte caratteristiche ci sia somiglianza fra noi. Magari…

Dopo questi risultati, in vista dell’anno prossimo avverti che potresti avere più pressione?

No, sono sempre piuttosto tranquilla. So che sotto pressione non si riesce ad ottenere tanto. Adesso procediamo con calma poi si vedrà. In ogni caso sono in una società che è abituata a queste cose. Prima di me hanno avuto atlete come ad esempio Barale, Gasparrini, Collinelli e Zanardi. Quindi sanno come gestire al meglio queste situazioni, senza strafare troppo.

Barale, altra italiana con la valigia. Ecco perché il Team DSM

08.09.2021
4 min
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Nella vita ci vuole sempre un piano di riserva. Ne è convinta Francesca Barale che dal 2022 però sarà impegnata a perseguire il “piano A”, rinfrescato recentemente da una bella notizia: l’ingaggio da parte del Team Dsm per le prossime due stagioni.

La junior classe 2003 in forza al Vo2 Team Pink di Piacenza passerà elite nella formazione WorldTour tedesca di licenza e di anima olandese (la loro sede è presso l’A1 Business Park di Deventer nei Paesi Bassi) ma attualmente è concentrata sugli europei di Trento con la nazionale dove ha disputato proprio stamattina la prova a cronometro, mentre venerdì correrà quella in linea, con la speranza di fare bene. 

Iniziamo proprio da qui. Francesca sei campionessa italiana a crono ma sembra più adatto a te il circuito della prova in linea. Che ambizioni hai per gli Europei?

Onestamente non puntavo troppo alla crono che era tutta piatta e nella quale durante l’anno sono stata un po’ discontinua o non sempre competitiva. Però tutto è sempre incerto… Invece per la gara di venerdì mi sento più pronta e preparata, su un percorso che sorride alle mie caratteristiche.

Commentiamo ora il tuo passaggio al Team Dsm.

Sono davvero contentissima per questa firma. Anzi, lo ero già prima anche solo per il loro interessamento. Devo ringraziare la mia squadra che mi ha permesso di gareggiare fuori dall’Italia facendomi mettere in mostra (a maggio ha partecipato al Tour du Gevaudan d’Occitanie, prova della Coppa delle Nazioni per junior, raccogliendo due secondi posti di tappa e il secondo posto nella classifica generale, ndr).

Come è nato il contatto con gli olandesi?

Proprio dopo quei piazzamenti in Francia sono iniziati alcuni interessamenti, ma nulla di serio. Solo sondaggi, come fanno tante squadre. Poi ad inizio luglio abbiamo iniziato a trattare e ad agosto ho preso la decisione.

Come mai hai scelto la loro proposta?

Mi sono piaciuti fin da subito, ho avuto una buona impressione già all’inizio. Hanno una formazione giovane, ma già con una discreta dose di esperienza, un buon mix. Sono organizzati, precisi, anch’io sono un po’ così. Poi il loro interessamento e il programma mi hanno convinto. Li ho visti molto simili a me sotto tanti aspetti e questo mi ha fatto scegliere definitivamente.

A Livigno per corstruire la condizione in vista degli europei iniziati oggi (foto Instagram)
A Livigno per corstruire la condizione in vista degli europei iniziati oggi (foto Instagram)
A proposito di programmi, l’anno prossimo avrai la maturità. Come concilierai questo impegno con quello in Dsm? Andrai a vivere all’estero?

No, starò in Italia. O meglio, avrò una certa libertà fino agli esami, poi mi dedicherò totalmente a loro. In autunno e primavera non avrò l’obbligo di stare in ritiro in Olanda, se non per qualche breve periodo in vista delle gare del Nord a cui prenderò parte. Fino ad allora avrò un calendario piuttosto soft, poi più intenso dopo la maturità.

A scuola tuttavia non dovresti avere problemi ad uscire con buoni voti, sappiamo che sei brava e vai molto bene.

Sì, è così nonostante frequenti un liceo scientifico, quindi impegnativo. Ci tengo però ad ottenere il massimo dei voti perché voglio iscrivermi anche all’Università, magari scegliendo indirizzi biologici o sanitari. Bisogna avere sempre pronto anche il “piano B” oltre al ciclismo.

Cosa ti aspetti di trovare nel Team Dsm? Conosci già qualche tua futura compagna?

Non so cosa mi aspetti, oltre all’organizzazione di cui parlavo prima. Lo scoprirò in prima persona e sarò ben contenta di farlo. L’unica ragazza che conosco un po’, perché è una 2003 come me e perché abbiamo corso contro in nazionalie è Elise Uijen, che ha vinto proprio la cronometro dell’europeo l’anno scorso.

Ti sarai confrontata con un po’ di persone per questo trasferimento. Come sono stati i pareri?

Discordanti. Qualcuno mi diceva che facendo questa scelta rischio di bruciarmi, altri invece che ho fatto bene, perché potrò crescere e fare esperienza di alto livello.

Campionati europei Trento, crono donne junior, Francesca Barale al via della prona di apertura
Campionati europei Trento, crono donne junior, Francesca Barale al via della prona di apertura
E i tuoi genitori che cosa dicono?

L’hanno presa bene, erano e sono favorevoli. Anzi hanno caldeggiato molto questo ingaggio.

Chiudendo, sei l’ennesima ragazza italiana che espatria in formazioni estere. Come vedi questa cosa? E’ una moda o invece è un bene? 

No, non è una moda, quanto più un passaggio quasi obbligato per la crescita, non solo da atleta ma come persona. E’ un’esperienza umana che mi formerà parecchio, perché partirò da zero sotto certi aspetti. Nelle formazioni estere c’è una mentalità meno provinciale, se mi passate il termine. Dipende dal carattere di ognuno di noi, ma credo che ci faccia bene uscire dalla nostra comfort zone, che è buona finché sei junior, per forza di cose. Poi bisogna provare a vivere un’altra dimensione.

Il ciclismo di Francesca, la figlia di Florido Barale

19.06.2021
4 min
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Francesca Barale è figlia di Florido e oltre alle iniziali, figlia e padre condividono la stessa passione per il ciclismo. Suo papà, classe 1968, è stato professionista per due anni e ha fatto in tempo a correre due Giri d’Italia: quello di Bugno nel 1990 e quello di Chioccioli nel 1991. Sua figlia è nata parecchi anni dopo il suo ritiro, quando il papà aveva già avviato il primo negozio di bici a Domodossola, ma il trapasso di nozioni ha funzionato davvero bene, favorito anche dal fatto che nonno Germano fu gregario di Coppi e lo zio Giuseppe fu campione italiano dei dilettanti. Allo stesso modo, lo scorso anno la ragazza ha conquistato per distacco il tricolore su strada al primo anno da junior (la rimetterà in palio il 4 luglio a Boario) e ieri a Faenza si è imposta nella cronometro con neppure mezzo secondo di vantaggio sulla compagna di squadra Carlotta Cipressi

«Sono molto contenta – dice – era da un anno non vincevo a crono, sono felice di aver preso la maglia tricolore. E’ stata dura, perché siamo arrivate tutte molto vicine, come si è visto dall’ordine di arrivo. Bisognava dare tutto e io sono riuscita a farlo».

All’arrivo, il suo vantaggio su Carlotta Cipressi è stato di 41 centesimi
All’arrivo, il suo vantaggio su Carlotta Cipressi è stato di 41 centesimi

Aspettative zero

Francesca è piemontese della Val d’Ossola, ma corre in provincia di Piacenza con la maglia della VO2 Team Pink e la settimana scorsa, nel Trofeo Giancarlo Ceruti a cronometro si era fermata al terzo posto, con 8 secondi di ritardo da Elena Contarin, ieri quinta.

«Oggi ero più tranquilla del solito – dice – non sentivo la gara, non essendo andata alla grande la crono di settimana scorsa. In realtà ero arrivata quarta e la mia compagna Cipressi aveva vinto dandomi 40 secondi. Poi però l’hanno squalificata per aver saltato la prova rapporti e sono arrivata terza. A Faenza non mi aspettavo troppo, però sapevo di avere una buona condizione. Questa crono era leggermente più breve del solito, sono partita forte e poi sono un po’ calata. C’era vento contro e dopo l’intermedio sapevo di essere lì a giocarmela. E visto il grande supporto della nostra squadra, dedico loro questa maglia tricolore, per quello che fanno per noi, tutto quello che ci danno».

La partenza e l’arrivo si sono svolti nel cuore pedonale di Faenza, in piazza del Popolo
La partenza e l’arrivo si sono svolti nel cuore pedonale di Faenza, in piazza del Popolo

Adatta ai Giri

Intanto la sua fisionomia di atleta si va delineando e la vittoria nella crono aggiunge un tassello di completezza alla sua carta d’identità.

«Aver vinto la crono – dice – mi fa piacere perché è una specialità cui tengo, immaginando di voler lottare nelle corse a tappe. Sono una scalatrice, ma posso difendermi anche così. Il prossimo anno avrò la maturità, così penserò a passare con calma, sapendo che il ciclismo adesso è una concreta possibilità di lavoro. Ci sono sempre più squadre in cui provare le proprie carte, anche se all’inizio – lo ammette e sorride – non ero per niente entusiasta dell’idea di correre. Però mio padre insisteva (al punto da aver aperto per lei la sezione femminile del Pedale Ossolano, ndr) ed evidentemente a un certo punto deve essere scattato qualcosa. Nello sport non vai avanti se non ne hai voglia…».

La medaglia d’oro delle donne junior. Le altre crono (junior uomini e U23) si svolgeranno a Romanengo il 26 giugno
La medaglia d’oro delle donne junior. Le altre crono (junior uomini e U23) si svolgeranno a Romanengo il 26 giugno

Le due Elise

Partecipò alla prima corsa che aveva sei anni e arrivò ultima. Si correva a Ornavasso e anche in questo si potrebbe leggere un segno, dato che a Ornavasso è nata e da lì ha spiccato il volo Elisa Longo Borghini, che un’ora prima di Francesca ha riconquistato la maglia delle elite.

Francesca Barale con suo padre Florido, ex professionista
Francesca Barale con suo padre Florido, ex professionista

«Elisa per noi tutte è un riferimento – dice Barale, che si dimostra posata e concisa come la più illustre concittadina – la conosco bene, è delle mie parti. Allo stesso modo mi piace molto anche Elisa Balsamo, anche lei piemontese. Per i risultati, ma anche per il suo percorso di studi. Io faccio lo scientifico, si tratterà di decidere a quale facoltà iscrivermi».

L’anno scorso durante la stagione del Covid sono venute cinque vittorie, quest’anno siamo già a tre. Francesca ha i lineamenti decisi e il fisico asciutto. Il prossimo anno passerà elite e il salto sarà inevitabilmente alto. La mancanza di una vera categoria under 23 per le ragazze è penalizzante: che per ora continui a correre e divertirsi. Quando lo sport diventerà finalmente un lavoro, starà a lei e chi la guida il delicato compito di mantenere le motivazioni anche quando le strade sembreranno improvvisamente durissime.

Vo2 Team Pink, una storia italiana

03.01.2021
4 min
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Vo2 Team Pink: una tipica storia della provincia italiana. Una piccola squadra, tra l’altro di giovani ragazze, che passo dopo passo va alla conquista del mondo. Siamo nel cuore del piacentino.

Anno 2015. Il Vo2 Team è ancora una squadra di amatori, di appassionati veri. Ma un giorno Gian Luca Andrina decide di dare supporto ai giovani. Nel 2016 gli sponsor e il team cambiano identità e siccome sono tutte ragazze ci aggiunge quel Pink, che ormai ne è il segno distintivo.

«Ma le idee – racconta Andrina con passione – furono chiare sin da subito. Si voleva sostenere il settore giovanile e dimostrare che tra amatori e categorie agonistiche doveva esserci continuità».

Gian Luca Andrina presidente della Vo2 Team Pink
Gian Luca Andrina presidente della Vo2 Team Pink

Basi solide

«Siamo partiti quasi timidamente – spiega Andrina – ma un conto sono gli amatori e un conto le categorie agonistiche. Però le idee erano chiare, avevamo un’organizzazione molto aziendale. Ognuno aveva ed ha il suo ruolo ben definito. Ma soprattutto il nostro primo obiettivo è stato sociale: il rapporto con le famiglie delle ragazze, lo sport come benessere, il rispetto del codice etico e il pensare anche al futuro delle atlete oltre la bici».

Su queste basi solide e con la passione scolpita nel cuore, il progetto non poteva che intraprendere una strada buona. Il sodalizio parte con le allieve e le esordienti. L’attività è buona e costante su tutto il territorio. Siamo nel 2016 e sul finire del 2017 il nome è già richiesto, tanto che persino Andrea Collinelli va a bussare alla porta del team: «C’è posto per mia figlia Sofia?». Da quel momento Andrea è diventato anche il ds del team ed è stato determinante verso la strada della categoria juniores.

Il salto tra gli junior

«Noi eravamo già cresciuti se non altro per esperienza. In più la Valcar smise di fare gli juniores e un’altra squadra chiuse i battenti. Noi ci avevamo anche pensato, ma non eravamo pronti. Fare un passo più lungo della gamba non è mai stato nel nostro Dna.

«La cosa bella per noi è che le ragazze avevano la sensazione di essere approdate in una società in cui le cose funzionavano correttamente. Insomma, ci stavano bene».

Anche lo staff tecnico della Vo2 era molto valido. Stefano Peretti, giovane ds, si dimostra subito in sintonia con le ragazze e con il team. Di nuovo la stagione è corposa.

Eleonora Gasparrini con la maglia di campionessa europea 2020
Gasparrini con la maglia di campionessa europea 2020

Emozioni tricolori

Francesca Barale ed Eleonora Gasparrini sono senza dubbio le star del Vo2 Team Pink. La prima ha vinto il campionato italiano e la seconda quello europeo. Eleonora però lascerà il team e passerà nelle fila della Valcar, mentre Francesca potrà sfoggiare ancora il tricolore nella categoria juniores con la Vo2.

«Sono state due belle emozioni – racconta Andrina – Mi dispiace di non essere stato presente a Plouay per l’europeo della Gasparrini. Però mi sono goduto il tricolore di Francesca.

«Io sono spesso in ammiraglia e le corse le vivo da dentro. Già l’anno prima fu un’emozione il tricolore sempre con la Gasparrini, ma quell’anno potevamo solo perderlo. Si sapeva che eravamo le più forti. E io, cosa che è lontana dal mio carattere, feci persino preparare in anticipo le maglie tricolori dal nostro maglificio. L’azienda infatti avrebbe chiuso per le vacanze estive a fine luglio e l’italiano era ad agosto. Tirai fuori quella maglia quando non c’era più nessuno in giro…

«Però quest’anno non era cosi scontata la vittoria. Invece Francesca è stata bravissima. Ha attaccato sullo strappo finale e negli ultimi due giri ha controllato alla grande giungendo all’arrivo con 40” di vantaggio dopo una lunga fuga solitaria». 

Vo2 verso il futuro

E per questa stagione cosa si prevede: un altro salto? In qualche modo sì.

«Succede – riprende Andrina – che questa estate spunta l’idea di fare le elite. Io come sempre butto acqua sul fuoco. Poi però ho pensato che tutto sommato si poteva tentare. 

«Sfrutteremo il “terzo anno” juniores. Avremo 12 ragazze: quattro, appunto, di terzo anno, e otto juniores. Le quattro più grandi sono: Cristina Tonetti, Aurora Mantovani, Alice Capasso ed Elisa Tonelli. Vogliamo dare la possibilità a queste ragazze che, sia chiaro, non sono in coda al gruppo a “sventolare”, di poter continuare in tutta serenità. Siamo fiduciosi che questa scelta possa diventare un trampolino di lancio per il 2022, in ottica di un tesseramento Uci».

Le ragazze Pink in azione
Le ragazze Pink in azione

Settore giovanile in casa

Per noi attingere dal nostro bacino è ancora più importante. Vogliamo ampliare il settore giovanile. Vogliamo pescare anche tra esordienti e Giovanissimi. Per questo abbiamo creato una seconda società che segue appunto le ragazzine.

Andrina parla con una passione sconfinata. Le atlete sembrano essere sue figlie. Il progetto c’è e cresce lentamente, ma questo gli consente di farlo in modo solido. Adesso non resta che realizzare un altro sogno: organizzare la gara di casa. E lo scorso 25 ottobre Andrina e i suoi ci erano quasi riusciti.

«Sarebbe stato anche il Memorial dedicato a mio papà Rino venuto a mancare questa estate – conclude Gian Luca – avevamo un sacco di iscritte, tutte le migliori, ma a pochi giorni dal via il sindaco mi ha chiamato e mi ha detto che causa Covid non si sarebbe potuta fare. Ritenteremo».