Astoria ai “5 Grappoli di Bibenda”: si brinda all’eccellenza

21.11.2024
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Il Conegliano Valdobbiadene Superiore di Cartizze “Arzanà” di Astoria ha ottenuto il riconoscimento dei 5 Grappoli 2025. Una delle valutazioni più alte nel mondo del vino italiano. Conferito dalla Fondazione Italiana Sommelier, questo premio sarà riportato nella ventisettesima edizione della guida Bibenda – I Migliori Vini d’Italia, che celebra le eccellenze vitivinicole italiane. Il riconoscimento dei 5 Grappoli è sinonimo di eccellenza assoluta. Un sigillo di qualità che garantisce ai consumatori la scelta di un vino di altissimo livello.

Il Conegliano Valdobbiadene Superiore di Cartizze Arzanà di Astoria
Il Conegliano Valdobbiadene Superiore di Cartizze Arzanà di Astoria

“Arzanà” prende il nome dallo storico Arsenale di Venezia, un luogo che per secoli è stato il cuore della costruzione navale della Serenissima, producendo le imbarcazioni che esploravano nuovi territori e portavano in patria sapori e profumi lontani. Questo vino, come le imbarcazioni veneziane, intende evocare nel degustatore il ricordo della casa e la nostalgia dei luoghi d’origine: i colli del Valdobbiadene DOCG, dove i vigneti di Cartizze crescono immersi nella tranquillità e nella bellezza del paesaggio veneto.

Morbido, e dal gusto equilibrato, il Conegliano Valdobbiadene Superiore di Cartizze “Arzanà” è un Prosecco DOCG pensato per accompagnare piatti sia salati che dolci, grazie alla sua versatilità e alla sua essenza indimenticabile. È un vino perfetto per brindare alle occasioni speciali, con un carattere che riflette la tradizione e la cura dei vignaioli di questa rinomata area.

Il valore della cultura enogastronomica

La Fondazione Italiana Sommelier, che ha conferito questo importante premio, è una realtà centrale nel panorama enologico italiano. È un’associazione che riunisce esperti del settore e sommelier, impegnata nella diffusione della cultura del vino e dell’olio. Lo fa attraverso corsi professionali, degustazioni guidate, seminari e altre attività didattiche. L’Associazione Italiana Sommelier Roma, membro fondatore della Fondazione Italiana Sommelier, ha creato un gruppo che comprende, tra gli altri, la Worldwide Sommelier Association (W.S.A.). Quest’ultima si propone di promuovere la cultura del vino in tutto il mondo, coinvolgendo trentuno tra le associazioni più importanti del settore a livello globale.

La Fondazione non è solo un ente educativo, ma anche un importante editore: da oltre trent’anni, infatti, Bibenda Editore pubblica la celebre Guida Bibenda – La Guida ai Migliori Vini, Grappe, Oli e Ristoranti d’Italia, un punto di riferimento per gli appassionati e gli operatori del settore. La guida è disponibile online, rendendo ancora più accessibile il mondo del vino di qualità a una platea internazionale.

Filippo Polegato, Amministratore Delegato Astoria Vini
Filippo Polegato, Amministratore Delegato Astoria Vini

Si celebrano tradizione e qualità

Il Conegliano Valdobbiadene Superiore di Cartizze “Arzanà” di Astoria rappresenta una fusione di storia, tradizione ed eccellenza, e questi elementi gli hanno permesso di guadagnare l’ambito riconoscimento dei “5 Grappoli”. Questo premio, attribuito solo ai vini d’eccellenza, ne conferma il valore e la qualità, riconoscendolo come uno dei simboli più prestigiosi dell’enologia italiana. Il “Cartizze Arzanà” è un vino che racconta il territorio veneto e l’abilità dei suoi vignaioli, unendo alla perfezione il fascino della storia veneziana con la perizia della viticoltura locale. La qualità che Astoria imprime nella sua produzione va oltre il semplice gusto: si tratta di un’esperienza che invita chi assaggia il “Cartizze Arzanà” a immergersi nella cultura e nella tradizione del Made in Italy.

“Arzanà” di Astoria è più di un vino: è un’opera d’arte enologica che incarna l’autenticità del territorio veneto e la dedizione dei produttori italiani alla qualità. Ogni calice è un invito a celebrare il Made in Italy, una filosofia che valorizza la tradizione e l’eccellenza nel rispetto della storia e dell’ambiente. Il riconoscimento dei “5 Grappoli” conferma la passione e il lavoro dietro ogni bottiglia, rendendo il “Conegliano Valdobbiadene Superiore di Cartizze Arzanà” una scelta unica per chi desidera scoprire il meglio dell’enologia italiana.

Astoria

Al Tour de Pologne si brinda sempre con il Prosecco Astoria

14.08.2024
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Astoria Wines si conferma anche quest’anno come un partner di rilievo per il Tour de Pologne, la celebre corsa a tappe inserita nel calendario UCI WorldTour, che si svolge fino a domenica 18 agosto (in apertura Jonas Vingegaard che ha vestito la maglia di leader dopo la crono di ieri). Ancora una volta, l’azienda vitivinicola celebra i momenti più iconici della competizione brindando sul palco con il suo rinomato Prosecco, ormai divenuto un simbolo nel mondo del ciclismo professionistico.

Primo vincitore di tappa 2024 e primo tappo Astoria che salta: Thibau Nys
Primo vincitore di tappa 2024 e primo tappo Astoria che salta: Thibau Nys

Astoria e la Polonia

Il Tour de Pologne, una delle gare ciclistiche più attese del calendario internazionale di cui ci ha parlato giorni fa il vincitore uscente Mohoric, rappresenta per Astoria un’occasione privilegiata per consolidare la propria immagine e rafforzare la propria presenza sul mercato polacco. Filippo Polegato, Amministratore Delegato di Astoria, ha espresso grande soddisfazione per questa partnership, sottolineando l’importanza della collaborazione con l’organizzazione della gara, guidata da Czeslaw e Agata Lang.

«Abbiamo come sempre grande fiducia – ha dichiarato Polegato – nel lavoro di Czeslaw e Agata Lang e del loro team. Siamo felici di vedere anche quest’anno un parterre importante che conferma la crescita del Tour de Pologne in ambito internazionale. Sia in termini di qualità della gara che di visibilità mediatica. Dal nostro punto di vista possiamo certamente affermare che, anche grazie a questa partnership, il Prosecco Astoria è uno dei più conosciuti in Polonia. Puntiamo a rafforzare la nostra presenza nel Paese anche dal punto di vista commerciale».

Il coinvolgimento di Astoria nel Tour de Pologne non si limita alla presenza sul podio. I vini della casa trevigiana sono infatti presenti in tutte le aree hospitality della competizione, contribuendo a rendere speciali i momenti di convivialità e celebrazione durante l’evento. Questo legame tra Astoria e il Tour de Pologne testimonia l’attenzione dell’azienda verso il mondo dello sport. Non solo come veicolo di promozione, ma anche come occasione per condividere con un pubblico internazionale la cultura e la tradizione del Prosecco.

Una storia… di qualità

Astoria Wines, guidata da Paolo e Filippo Polegato, si distingue nel panorama enologico internazionale come uno dei principali rappresentanti dell’arte del Prosecco. Fondata nel 1987 dalla passione di una storica famiglia di viticoltori, l’azienda ha saputo crescere mantenendo intatta la qualità dei suoi prodotti. Oggi, Astoria è il primo vinificatore privato del Conegliano-Valdobbiadene DOCG. Una denominazione che garantisce l’origine e la qualità del Prosecco prodotto in un’area specifica del Veneto. I vini di Astoria sono stati più volte premiati in importanti concorsi enologici, consolidando la reputazione dell’azienda sia a livello nazionale che internazionale.

Il cuore dell’attività di Astoria è la Tenuta Val del Brun, una proprietà che si estende per quaranta ettari tra le colline del Prosecco, paesaggio di rara bellezza riconosciuto come Patrimonio Mondiale dell’Unesco nel 2019. La tutela di questo territorio unico è al centro dell’impegno di Astoria. L’azienda aderisce a pratiche agricole sostenibili come il protocollo Vignes Fleuries, adottato nel 2014, e la certificazione SQNPI (Sistema di Qualità Nazionale Produzione Integrata) ottenuta nel 2018. L’azienda, inoltre, vanta la certificazione ISO 14001, che attesta la sua attenzione alla gestione ambientale.

Lo scorso anno il Tour de Pologne fu vinto da Mohoric: chi sarà il suo successore?
Lo scorso anno il Tour de Pologne fu vinto da Mohoric: chi sarà il suo successore?

Più di una sponsorizzazione

La partecipazione di Astoria al Tour de Pologne rappresenta dunque molto più di una semplice sponsorizzazione: si tratta di un incontro tra eccellenze. Da un lato, una delle competizioni ciclistiche più prestigiose del calendario mondiale. Dall’altro, un marchio che incarna l’essenza del Prosecco e la passione per la viticoltura. Attraverso questa partnership, Astoria non solo celebra i successi sportivi, ma rafforza anche il legame con il pubblico polacco. Promuovendo un vino che è diventato simbolo di qualità e tradizione, non solo in Italia, ma anche all’estero.

Questa strategia di presenza nei grandi eventi sportivi è parte integrante della visione di Astoria. Si coniuga così l’eccellenza enologica con l’attenzione per i valori dello sport, della sostenibilità e della cultura del buon vivere, portando il proprio Prosecco sulle tavole e nei cuori di un pubblico sempre più vasto e internazionale.

Astoria Wines

Valdobbiadene: le colline da scoprire, vigneto dopo vigneto

06.04.2022
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Il verde delle colline di Col San Martino hanno fatto da cornice al 73­° Trofeo Piva. I territori da dove nasce il Prosecco Valdobbiadene DOCG, sono diventati patrimonio dell’Unesco nel 2019. La sigla DOCG (denominazione di origine controllata e garantita), raggiunta nel 2009 rappresenta la massima qualità per un vino italiano. Queste colline, a tratti impervie, racchiudono una storia ed una tradizione ineguagliabile che si può apprezzare solamente vivendole in prima persona.

Sulle colline si nota il tipico paesaggio a scacchiera dove vigneti e boschi si alternano in armonia
Sulle colline si nota il tipico paesaggio a scacchiera dove vigneti e boschi si alternano in armonia

Un delicato equilibrio

Quasi 19.000 ettari (18.967 per l’esattezza), dove uomo e natura hanno trovato un perfetto equilibrio, infatti, sono solamente 8.800 gli ettari coltivabili. Per mantenere intatta la qualità di questa produzione vinicola non è possibile aggiungerne altri. Una particolarità di questo territorio è la possibilità di poter pedalare lontani dal traffico in piena sicurezza, godendosi il paesaggio vigneto dopo vigneto. La tradizione la fa da padrona su queste colline e per ogni ettaro coltivato sono necessarie fino ad 800 ore di lavorazione, tutte interamente a mano. Per i viticoltori è impossibile poter usare mezzi meccanici a causa della pendenza su cui crescono le viti.

Un altro esempio di perfetta armonia tra uomo e natura è dato dal terrazzamento di questi territori, le viti non sono tenute in piedi dai classici muretti in pietra. La conformazione del territorio ha permesso di usare i “ciglioni”, facendo crescere i vigneti in modo parallelo e verticale rispetto alla pendenza del terreno. Grazie a queste accortezze, pedalando in quest’area, è possibile notare sui dorsi delle colline il classico paesaggio a “scacchiera” dove viti e boschi si alternano in completa armonia.

Il trofeo per il vincitore del Piva, sullo sfondo Alessandro Ballan e Mattia Pericin, sindaco di Farra di Soligo
Il trofeo per il vincitore del Piva, sullo sfondo Alessandro Ballan e Mattia Pericin, sindaco di Farra di Soligo

Scoprire il territorio

I paesaggi di queste colline sono tutti da scoprire e ce n’è per tutti i gusti. Le cantine sono numerose ed offrono degustazioni ed esperienze a contatto con il territorio. Nella nostra visita abbiamo avuto modo di scoprirne due. La prima è stata la Follador, nata nel 1769 conta più di 250 anni di storia e ben 9 generazioni di viticoltori. La seconda è la cantina Andreola, dove nella serata di sabato si è tenuta la presentazione del Trofeo Piva. Alla quale hanno partecipato il sindaco di Farra di Soligo (Mattia Perencin), l’assessore a cultura e turismo (Silvia Spadetto) ed Alessandro Ballan

Il campione del mondo a Varese 2008 ha tenuto a sottolineare come sia importante far scoprire il territorio ai turisti. «Da buon trevigiano – dice – sono sempre stato molto legato al mio territorio, per queste strade ho pedalato in allenamento praticamente tutti i giorni della mia carriera. Ora, con più tempo a disposizione mi godo molto di più il paesaggio e gli scorci che queste colline regalano. Con la Regione Veneto c’è la volontà di sviluppare anche qui la Bike Academy, sarà un modo di portare i turisti stranieri, e non solo, in bici alla scoperta del territorio».

Gli fa eco anche Valentina Favore, una delle organizzatrici di questo evento: «Con l’avvento delle e-bike e del gravel abbiamo modo di far scoprire le colline di Valdobbiadene ad un numero sempre maggiore di turisti. A Valdobbiadene è nata anche la prima strada dedicata al vino in Italia, nel 1966. Inoltre, ogni anno a fine maggio si tiene la mostra del Prosecco: un evento espositivo dove i viticoltori presentano i propri prodotti». 

Uomo e natura

Quello che si crea in queste colline tra uomo e natura è un binomio che negli anni ha ripreso vigore. Nel verde di questi vigneti si nascondono delle zone davvero caratteristiche. Una di queste è la collina Cartizze che gode di microclima ideale e di una costante esposizione al sole. Proprio qui, da questi rarissimi 106 ettari, nasce il Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene Superiore di Cartizze.

Un modo per godersi al massimo questa collina è scendere di sella davanti alla porta dell’Osteria senz’oste, fermandosi a degustare i prodotti locali. Si tratta di un casolare dove i turisti, ma soprattutto la gente del luogo, viene a passare una giornata immersi nella natura mangiando le prelibatezze della cucina territoriale. La particolarità? Non c’è il conto, ogni ospite a fine giornata lascerà un’offerta in una piccola cassa all’ingresso.

Arte e cultura

Per la crescita e lo sviluppo di questi paesi è stato fondamentale l’apporto che i monaci cistercensi hanno apportato nel XII secolo. La capacità di questi monaci di bonificare il territorio inizialmente paludoso ha permesso la crescita e lo sviluppo di piccole comunità. Nel paesi di Follina è ancora presente l’ultima abbazia cistercense presente in Veneto. Per gli appassionati, è possibile anche visitarla, rimanendo incantati dal chiostro e dalla chiesa, costruiti rispettivamente nel 1200 e nel 1300.

Nell’occasione dell’ultima visita della giornata di sabato 2 aprile abbiamo avuto modo di conoscere un vero e proprio artista di questo territorio: Valentino Mori. Lo scultore, incaricato di creare il trofeo per il vincitore del Piva, ci ha fatto entrare nel suo atelier. Una dedizione totale ed una passione immensa gli hanno permesso di affermarsi come uno dei migliori artisti del ferro.

Fuglsang adesso è nei guai

17.10.2020
3 min
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Il sole tiepido di Valdobbiadene diventa ancora più freddo per Jakob Fuglsang. Il danese doveva ricominciare la sua rimonta proprio oggi, nei 34 chilometri contro il tempo. Invece tra gli uomini di classifica è quello che ne esce con le ossa più rotte.

Oddio, anche Nibali non è andato benissimo. Il siciliano è stato 19” più veloce di lui. Ma a pensare che si aspettavano il contrario, stasera in casa Astana non ci sarà un grande clima.

Fuglsang è alla sua seconda partecipazione al Giro. Nel 2016 lavorò proprio per Nibali.
Fuglsang è al suo secondo Giro d’Italia

Ritmo subito basso

Già nel dopo tappa, in una stradina che s’inerpicava tra i vicoli di Valdobbiadene, il suo staff si muoveva in modo frenetico. Il team manager Vinokourov aveva lo sguardo più serio del solito. Alexandr Shefer, un dei direttori sportivi, non poteva far altro che allargare le braccia.

«Cosa è successo? Una giornata no – dice il tecnico kazako – Poca potenza. Non andava avanti. Dobbiamo ancora analizzare la tappa, ma c’è poco da dire. Sin da subito il ritmo non è stato buono. E’ partito così così. Non aveva le gambe sulla salita».

Eppure sullo strappo di Ca’ del Poggio Fuglsang non era sembrato così in difficoltà. Addirittura aveva rifilato 16” a Nibali e qualche altro secondo agli altri diretti rivali. Forse però proprio quella rampa lo aveva definitivamente logorato. 

La mattina era stato l’unico del suo team a provare il percorso. I rapporti scelti: 58-42 all’anteriore 11-32 al posteriore. Tutto secondo programma. In un attimo, prima della partenza lo avevamo visto rifinire il riscaldamento in sella. Era serio e concentrato.

Una rimonta difficile

Ma poi è successo quel che non ci aspettava. Lui il favorito nella lotta con Nibali che cede. Mentre la nuova generazione, McNulty, Almeida… viaggia forte.

Forse quel che pesa non sono solo le gambe, ma la pressione. La querelle sulle sue dichiarazioni riguardo al Sud Italia, smentite anche al Processo alla Tappa, il dualismo con lo Squalo. Forse…

Il danese spesso si è trovato ad inseguire per forature o noie meccaniche
Il danese ha avuto diverse noie meccaniche

«No, Jakob ieri sera era tranquillo – riprende Shefer – ha dormito bene, ha fatto la sua ricognizione. Ci aspettavamo un tempo di 30 secondi migliore di quello di Nibali, Majka, questa gente qua. Lui non è un cronoman ma le aspettative erano maggiori. Però dai, adesso inizia la terza settimana. Si può recuperare».

Nulla è perduto

Sta di fatto che dopo l’arrivo, forse proprio i volti di Nibali e Fuglsang sembravano i più provati. Pozzovivo è arrivato piuttosto “fresco”. E anche Kelderman si è mostrato subito lucido. 

Chi la vede meno nera è colui che con i numeri del danese ci lavora, il preparatore Maurizio Mazzoleni.

«Alla fine Jakob ha fatto una crono in linea con gli altri. Certo, se pensiamo che già partiva dietro e che dovevamo recuperare qualcosa non è andata benissimo, ma questa era la prestazione che mi aspettavo. E poi questa crono va sommata con l’arrivo di domani a Piancavallo. Vediamo domani».

I due “vecchietti” dovranno dare fondo a tutta la loro esperienza per battere la concorrenza. Da domani Fuglsang, senza veri uomini per la salita (ha perso Lopez e Vlasov), dovrà iniziare a recuperare i 4’08” che lo separano dalla vetta. Ha poche ore per riordinare gambe e idee.

Wilco Kelderman, Valdobbiadene, Giro d'Italia 2020

E se Kelderman gli fa lo scherzetto?

17.10.2020
3 min
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Adesso come si fa per misurare la temperatura di Wilco Kelderman? L’olandese del Team Sunweb è passato sul traguardo della crono trafelato come accade a chi ha dato tutto, ma dopo cinque minuti era già di ritorno, sorridente e disposto a fare due chiacchiere con i giornalisti protesi fuori dalla gabbia in cui siamo contenuti all’arrivo. Altri sono passati sfiniti e sono andati a rifugiarsi verso le ammiraglie. Nel computo delle forze residue, quello che di troppo hanno speso oggi difficilmente lo troveranno domani.

«Quando ho visto il percorso del Giro d’Italia – dice – ho capito che le cronometro avrebbero avuto un impatto importante e così sin dall’inizio mi sono messo a lavorarci su».

Wilco Kelderman, Jakob Fuglsang, Roccaraso, Giro d'Italia 2020
Kelderman a Roccaraso il solo a rispondere a Fuglsang
Wilco Kelderman, Jakob Fuglsang, Roccaraso, Giro d'Italia 2020
Kelderman a Roccaraso il solo a rispondere a Fuglsang

Forte in salita

L’olandese non è più un ragazzino, ma non avendo ancora trent’anni è da considerarsi nella generazione di mezzo fra il (davvero) giovane Almeida e senatori come Nibali, Fuglsang e Pozzovivo che a Valdobbiadene hanno pagato pegno più di quanto forse si aspettavano.

«E adesso arrivano le salite lunghe – prosegue Wilco con gli occhi azzurri che spuntano dalla mascherina nera – e magari temperature meno miti, cui sono abituato e che mi piacciono».

A ben vedere, infatti, il leader della Sunweb è il solo corridore a meno di un minuto da Almeida. E il bello è che in salita ha già fatto vedere di avere dei numeri interessanti. Ma siccome è uno di quelli che parla poco, stampa e tifosi finora non gli hanno dato la giusta considerazione. Di fatto però, sull’Etna si è piazzato al quarto posto, attaccando nel finale e lasciando sul posto Nibali e Fuglsang. Mentre a Roccaraso è stato l’unico di classifica capace di rispondere all’attacco del danese.

Wilko Kelderman, Etna, Giro d'Italia 2020
Sull’Etna, scatto negli ultimi due chilometri e addio favoriti del Giro…
Wilko Kelderman, Etna, Giro d'Italia 2020
Sull’Etna, scatto negli ultimi due chilometri

Piancavallo per capire

In testa al Giro si va componendo una coppia inedita e di certo inattesa rispetto ai pronostici.

«Sono davvero felice delle mie sensazioni – dice Kelderman – e questa è la cosa più importante. Guardiamo giorno per giorno e decidiamo cosa fare. Vedremo come andrà domani. Di sicuro, la squadra ha fatto un ottimo lavoro e a Piancavallo sono curioso di mettermi nuovamente alla prova. Poi ci sarà il riposo e a quel punto sarò in grado di capire che cosa potrò chiedere alle mie gambe.

«Mi sto sorprendendo di me stesso. Fino ad ora, l’intero Giro sta andando meglio di quanto mi aspettassi. Ci sono ancora grandi montagne e una settimana dura. Alla fine, il divario sarà in minuti e non più in secondi».

Domani l’arrivo friulano chiuderà la seconda settimana. La prima volta che la corsa arrivò lassù, impossibile da dimenticare, vinse Pantani. Nel 2017 toccò invece a Landa. La salita misura 14,5 chilometri, ma subito prima la tappa di 185 chilometri propone le salite di Sella Chianzutan, Forcella di Monte Riest e quella di Pala Barzana. Chi avesse speso troppo nella crono, pagherà il conto salato. Chi invece avesse scelto di dosare le forze potrebbe ritrovarsi con un tesoretto da gestire. Ma la sensazione è che non sarà un Giro da decidere col bilancino.