Factor One

Factor One: la bici estrema, stabile e veloce

17.12.2025
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Factor apre un nuovo capitolo per quanto riguarda le biciclette dedicate alla performance e alla massima prestazione, il tutto grazie al modello Factor One, una bici da strada nata grazie alla collaborazione con i team del massimo livello al mondo e all’esperienza accumulata nelle corse UCI. Questo nuovo modello è il risultato di anni di ricerca e sviluppo portati avanti internamente da Factor e dalla sua sezione. La Factor One è una bicicletta in grado di unire un’aerodinamica avanzata, leggerezza e totale controllo in ogni situazione. 

Una bicicletta studiata e progettata assecondando i canoni del ciclismo moderno, con geometrie del telaio ottimizzate per posizioni avanzate ed estreme. Tutto questo però senza dimenticare che alla base di tutto ci deve essere il massimo controllo, anche in quelle che sono le situazioni più complicate. 

Factor One
La nuova Factor One propone delle geometrie completamente rivoluzionate
Factor One
La nuova Factor One propone delle geometrie completamente rivoluzionate

Innovare

La nuova Factor One non è solamente una bicicletta veloce, ma anche il risultato di una ricerca e uno sviluppo continuo. Ogni dettaglio conta quando la differenza tra vincere e perdere è racchiusa in pochi secondi o in attimi. Gli ingegneri di Factor hanno lavorato con un approccio innovativo, che unisce performance e aerodinamica a una precisione elevata nella guida e possibilità di adattamento a ogni esigenza legata al professionismo. 

Le qualità di questo modello sono già state evidenti grazie ai risultati sportivi ottenuti ancora quando era un prototipo, non ultima la vittoria di tappa all’ultimo Critérium du Dauphiné. Tutto è stato testato a fondo con simulazioni CFD e numerose prove in galleria del vento: dalla forcella Bayonet all’attacco manubrio integrato. 

Ottimizzare 

Nel corso degli anni Factor ha studiato, progettato e approfondito le sue conoscenze tecniche, prima realizzando modelli sempre più performanti e poi arrivando a mettere insieme tutto per avere una bicicletta performante e completamente conforme alle norme UCI. Per questo ogni dettaglio della Factor One è stato prima soggetto a diverse simulazioni CFD e poi testato fisicamente. Tutto è passato sotto lo sguardo attento del reparto ricerca e sviluppo: la forma della forcella, l’alloggiamento delle corone anteriori, le superfici aerodinamiche, i punti di montaggio dei freni, passando anche dalla disposizione delle borracce sul telaio.

Tuttavia non esiste solamente la ricerca della massima aerodinamicità, ma anche la posizione in sella vuole la sua parte. Il ciclista ora utilizza manubri stretti, selle con posizioni sempre più avanzate e pedivelle corte. Elementi che hanno rivoluzionato gli equilibri del ciclista in sella, spostando il peso verso l’anteriore. 

Factor One
Il sempre più crescente utilizzo delle pedivelle corte ha portato a ripensare anche l’altezza del movimento centrale
Factor One
Il sempre più crescente utilizzo delle pedivelle corte ha portato a ripensare anche l’altezza del movimento centrale

Senza compromessi

La geometria della Factor One nasce per soddisfare questo nuovo assetto in sella, senza tuttavia scendere a compromessi. Separando il punto di fissaggio del manubrio dall’asse di sterzo, la bici offre il reach estremo richiesto dai professionisti senza ricorrere ad attacchi manubrio eccessivamente lunghi, i quali possono creare instabilità nella guida. Il movimento centrale è stato abbassato per compensare il centro di gravità più alto generato da pedivelle corte e pneumatici più generosi, ciò garantisce una distribuzione dei pesi equilibrata tra anteriore e posteriore. La Factor One conserva la stessa geometria di sterzo dei telai più grandi, garantendo una risposta uniforme e prevedibile per ogni ciclista.

Un dettaglio interessante riguarda il nuovo manubrio Gull Wing, il quale offre una rigidità superiore fino al 50 per cento rispetto ad altri abbinamenti manubrio e attacco manubrio. 

La nuova Factor One viene distribuita in esclusiva in Italia da Beltrami TSA. 

Prezzo al pubblico: a partire da 8.199 euro.

Factor

Beltrami TSA

Veneto Classic 2025, VF Group Bardiani

EDITORIALE / Riforma dei punti, qualcosa si muove

09.12.2025
5 min
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Il sistema dei punti, che ha già modificato il mercato e il modo di correre, cambierà la storia del ciclismo. Si tratta di un tentativo già visto, che in passato non produceva promozioni o retrocessioni, ma determinava la partecipazione delle squadre alle grandi corse e alimentò indirettamente lo sconquasso del doping. L’UCI di certo proseguirà su questa strada: raramente l’abbiamo vista tornare sui suoi passi, se non a seguito di sentenze inappellabili. Tuttavia l’ambiente ha preso coscienza che il sistema così non funziona e avrebbe prodotto una richiesta di riforma, di cui è venuto in possesso il quotidiano spagnolo Marca.

Cristian Scaroni, XDS Astana, Giro di Romagna 2025
Cristian Scaroni ha vinto il Giro di Romagna conquistando 125 punti. La sua vittoria di tappa al Tour des Alpes Maritimes è valsa 14 punti
Cristian Scaroni, XDS Astana, Giro di Romagna 2025
Cristian Scaroni ha vinto il Giro di Romagna conquistando 125 punti. La sua vittoria di tappa al Tour des Alpes Maritimes è valsa 14 punti

Classiche contro tappe

Il ragionamento è semplice e parte da una considerazione matematica. Le corse di un giorno, anche le minori, assegnano più punti di quelle a tappe. Ed è vero che vincere resta l’anima dello sport, ma per quale motivo il vincitore di una semiclassica deve valere meno di chi porta a casa una classifica generale?

Il calcolo è presto fatto. Una classica di categoria 1.1 assegna 125 punti in un solo giorno, la tappa di una corsa di cinque giorni della stessa categoria ne assegna 14. Salendo di livello, una corsa di categoria 1.Pro assegna 200 punti, la tappa di una corsa di cinque giorni nella stessa categoria ne vale solo 20. Con questi dati alla mano, le squadre pianificano la stagione e il mercato, in barba a ogni logica sportiva. La conquista dei punti è prioritaria rispetto alla costruzione di un progetto solido. Roberto Reverberi (in apertura con la sua VF Group-Bardiani che ha chiuso il ranking UCI in 30ª posizione evitando la retrocessione) ha più volte ammesso di non aver corso come sarebbe stato giusto fare, ma come era necessario.

VF Group Bardiani, ranking UCI, punti
Giro del Veneto, cinque corridori della VF Group appaiati per la volata. Hanno ottenuto 55 punti, ma non hanno corso per vincere
VF Group Bardiani, ranking UCI, punti
Giro del Veneto, cinque corridori della VF Group appaiati per la volata. Hanno ottenuto 55 punti, ma non hanno corso per vincere

Corridori da punti

Le squadre stanno ingaggiando corridori capaci di fare punti nelle classiche minori. Chiaramente si tratta di una problematica inversamente proporzionale al valore tecnico dei team: le grandi squadre fanno punti con i grandi corridori e anche i loro gregari corrono a un livello impensabile per i leader dei team minori. Dai livelli medi e a scendere, abbondano i corridori che sprintano senza essere velocisti, solo per entrare tra i primi venti e accumulare i punti utili per negoziare il contratto. Così facendo, il risultato modesto in una classica vale più di una vittoria di tappa e questo svilisce lo sforzo collettivo e svaluta il patrimonio storico del calendario. Quasi che non abbiano più importanza la fatica accumulata, la strategia, la difesa del leader, le cronometro e alla narrazione sportiva costruita sul cumulo dei giorni. Non c’è da stupirsi che l’istanza così ragionata nasca dalla Spagna, il cui calendario è storicamente imperniato sulle corse a tappe.

Il nesso fra punti e contratto è sempre stato diabolico. Nel ciclismo degli anni 80-90 si pagava un milione (di lire) a punto e ci trovammo di colpo davanti a gregari che smisero di essere tali per guadagnare di più, ricorrendo al doping. Per ora il rischio sembra remoto, ma non è passato inosservato l’improvviso risveglio di anomalie nei passaporti biologici che da agosto a oggi hanno determinato lo stop di quattro atleti, dopo anni di silenzio.

Il Tour of the Alps, che fu prima Giro del Trentino, è una delle corse che trarrebbe vantaggio dal riequilibrio dei punti
Il Tour of the Alps, che fu prima Giro del Trentino, è una delle corse che trarrebbe vantaggio dal riequilibrio dei punti

Proposta di riequilibrio

Per riequilibrare la situazione nasce la proposta cha sarebbe arrivata fra le mani del giornale spagnolo e che porterebbe, con il contributo di tutti gli attori coinvolti (ovviamente ad eccezione dell’UCI che dovrà valutarla) a una ridistribuzione più logica dei punti. 

Non si tratta di svalutare le classiche, ma di impedire che le corse a tappe vengano penalizzate oltre il lecito. La proposta è chiara: le corse a tappe dovrebbero assegnare il 70 per cento dei punti giornalieri assegnati da una classica della stessa categoria. Non si arriverà parità completa, ma organizzare cinque classiche smetterà di essere più vantaggioso del mantenere in vita una corsa a tappe storica.

E proprio sul fronte delle corse a tappe, si è pensato a una ridistribuzione dei punti. Il 50 per cento spetterebbe alla classifica generale, il 40 alle tappe e il 10 a maglie e classifiche secondarie. Così facendo, una corsa a tappe più lunga apporterebbe più valore di una più breve, cosa che incredibilmente oggi non accade.

Javier Guillen, patron della Vuelta, è il presidente internazionale degli organizzatori e sarà chiamato a ragionare sulla nuova proposta
Javier Guillen, patron della Vuelta, è il presidente internazionale degli organizzatori e sarà chiamato a ragionare sulla nuova proposta

Rinnovare e non rinnegare

Le principali corse WorldTour sono protette dal calendario e dal loro prestigio, ma i livelli inferiori ne stanno già risentendo. Corse che un tempo erano simboli di identità regionale ora faticano ad attrarre squadre, che rispondono ad algoritmi di punteggio piuttosto che a esigenze sportive. Il ciclismo si trova davanti a un bivio. Può smantellare la struttura che lo ha sostenuto per oltre un secolo o rinnovarsi seguendo criteri più ampi e non solo numerici.

«Le corse a tappe – scrive Marca – sono molto più che semplici gare: collegano regioni, creano tifosi, creano ricordi e hanno costruito la narrazione emotiva del ciclismo moderno. Se il sistema continua a spingerle verso l’irrilevanza, non solo le competizioni andranno perse, ma anche un modo di comprendere questo sport. Trovare un equilibrio non significa sottrarre, ma proteggere ciò che dà significato all’insieme».

La riforma sarà presentata al Consiglio dei Ciclisti Professionisti (CCP) e all’Associazione Spagnola degli Organizzatori di Corse Ciclistiche (AEOCC) all’organismo internazionale ora presieduto da Javier Guillén. L’UCI dovrà studiarla e prendere una decisione. Il futuro del ciclismo è in gioco.

Venite a scoprire le gare nuove del calendario 2026…

Venite a scoprire le gare nuove del calendario 2026…

04.11.2025
7 min
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Nuove gare sono all’orizzonte e programmate per il 2026. Il calendario italiano delle prove internazionali subisce una piccola rivoluzione inserendo nuovi eventi nel suo programma grazie alla spinta della rinnovata Lega Ciclismo Professionistico. In alcuni casi si tratta di rientri dopo un lungo periodo di buio, in altri di prove completamente originali.

Non toccherà più al Trofeo Laigueglia inaugurare la stagione com’era solito fare da svariati anni a questa parte, ma sarà il Giro di Sardegna, la cui ultima edizione risale al lontano 2011. Nel corso di questo lungo intervallo più volte si era pensato di rilanciarlo, ci si era andati vicino nel 2020 quando venne coinvolta la società Extragiro, ma il Covid annullò ogni sforzo. Ora ci si riprova, con l’incarico organizzativo affidato al Gs Emilia di Adriano Amici che lo allestirà dal 24 febbraio all’1 marzo.

Il Giro di Sardegna aprirà la stagione ciclistica italiana il 25 febbraio, inaugurando la Coppa Italia delle Regioni
Il Giro di Sardegna aprirà la stagione ciclistica italiana il 25 febbraio, inaugurando la Coppa Italia delle Regioni
Il Giro di Sardegna aprirà la stagione ciclistica italiana il 25 febbraio, inaugurando la Coppa Italia delle Regioni
Il Giro di Sardegna aprirà la stagione ciclistica italiana il 25 febbraio, inaugurando la Coppa Italia delle Regioni

Ad aprile il Giro della Magna Grecia

Extragiro però non rimane a guardare, anzi è soggetto primario in questa sorta di rivoluzione voluta dalla Lega e fortemente legata al lancio in grande stile della Coppa Italia delle Regioni che nei propositi del presidente Pella dovrebbe davvero toccare tutte le 20 regioni italiane. Alcune di esse, quelle dell’estremo sud, dovrebbero essere coinvolte nel neonato Giro della Magna Grecia, allestito grazie a un accordo che la stessa Lega ha stretto con la fondazione omonima per dare risalto ai territori cardine della nostra civiltà.

Nei propositi il percorso dovrebbe toccare Campania, Calabria, Basilicata, Puglia e Sicilia, ma con 5 giorni a disposizione (dal 12 al 16 aprile) appare difficile riuscire subito in quest’intento. La cura organizzativa è stata affidata all’esperienza della società Extragiro e giustamente Marco Selleri si tiene un po’ sul vago, considerando anche che per la sua struttura si tratterà di lavorare in trasferta.

Per Marco Selleri (a destra) e il suo staff si prospetta un 2026 denso d'impegni
Per Marco Selleri (a destra) e il suo staff si prospetta un 2026 denso d’impegni
Per Marco Selleri (a destra) e il suo staff si prospetta un 2026 denso d'impegni
Per Marco Selleri e il suo staff si prospetta un 2026 denso d’impegni

Rilanciare l’Italia come sede di ritiri

«Su questa gara presentai a suo tempo un progetto legato proprio alla necessità di riportare il ciclismo al Sud in pianta stabile, provando piano piano a fare quello che sta facendo la Spagna. Pochi considerano che la forza del movimento iberico è data anche dal fatto che le squadre professionisti pagano 30 euro di pensione completa al giorno. Noi possiamo fare altrettanto, solo così possiamo rilanciarci. Pella ha i contatti politici che servono per realizzare l’idea, ha sentito la Fondazione e gli è venuto in mente di denominare questa nuova gara a tappe Giro della Magna Grecia».

Selleri specifica come anche il Giro della Sardegna è nato in seno alla Lega, ma è stato appoggiato ad Adriano Amici: «Si cerca di utilizzare organizzatori che sono specializzati soprattutto in gare a tappe. Noi un po’ di esperienza ovviamente l’abbiamo, anche perché siamo un service anche di RCS. Per ora non sappiamo ancora come sarà strutturata la corsa, che territori toccherà, ma siamo nell’ambito della Magna Grecia storica, quindi sarà in tutte o parte delle regioni interessate».

Il contenimento dei costi logistici potrebbe rilanciare l'Italia come sede dei ritiri. La Quick Step faceva spesso preparazione in Sardegna
Il contenimento dei costi logistici è un passo fondamentale. La Quick Step faceva spesso preparazione in Sardegna
Il contenimento dei costi logistici potrebbe rilanciare l'Italia come sede dei ritiri. La Quick Step faceva spesso preparazione in Sardegna
Il contenimento dei costi logistici è un passo fondamentale. La Quick Step faceva spesso preparazione in Sardegna

L’idea di una gara da Lione a Torino

Un’altra manifestazione affidata a Extragiro, questa nuova di zecca, è la Lione-Torino: «E’ una gara che è nata da un’idea di tre persone, a cominciare da Philippe Colliou, che è l’organizzatore del Tour de l’Avenir. E’ diventato mio amico dal 2020 perché allora era collaboratore dell’UCI per i mondiali di ciclismo. E’ stato con me 20 giorni per preparare i mondiali di Imola e da lì è nata una profonda amicizia soprattutto legata alla passione per il ciclismo. Con lui e il giornalista Aldo Peinetti, durante le ultime due tappe del l’Avenir del 2024, nacque quest’idea di fare questa corsa nuova transfrontaliera tra Francia e Italia, legata ovviamente anche a quello che si sta costruendo, il nuovo traforo ferroviario per l’alta velocità».

Selleri ammette che non è semplice allestire una gara transfrontaliera (in programma dall’1 al 3 luglio) considerando le diverse legislazioni: «I problemi in questo momento sono soprattutto dalla loro parte e sono figli di un periodo difficile politico, di conseguenza quando c’è instabilità politica si muovono anche meno i soldi pubblici. Poi naturalmente cambiano le leggi e i regolamenti da una parte e dall’altra. In questo senso però riprenderemo l’esperienza del 2024, quando le ultime due tappe finivano in Piemonte e noi al confine abbiamo preso in carico la corsa mantenendo le nostre leggi sul codice della strada».

Il Giro della Magna Grecia dovrebbe toccare Campania, Calabria, Basilicata, Puglia e Sicilia
Il Giro della Magna Grecia, una delle nuove gare, dovrebbe toccare 5 regioni del Sud
Il Giro della Magna Grecia dovrebbe toccare Campania, Calabria, Basilicata, Puglia e Sicilia
Il Giro della Magna Grecia, una delle nuove gare, dovrebbe toccare 5 regioni del Sud

Al via il primo Giro d’Italia per juniores

Uno sforzo notevole, dettato dalla passione: «Se non ce l’hai, non c’è nulla da fare per questo sport. Sfido qualsiasi organizzatore, tranne RCS che lo fa per business ad allestire eventi simili perché i costi sono molto elevati, gli sponsor privati sono praticamente azzerati e bisogna sostenere costi che per una gara 1.1 di un giorno partono da 180 mila euro. Ma noi ci crediamo e oltre a quelle segnalate, nel 2026 lanceremo anche il primo Giro Giovani».

E’ una competizione nuova, riservata agli juniores inserendo anche questa categoria nell’universo della maglia rosa, dal 29 luglio all’1 agosto: «Questa è una mia idea. Abbiamo preso spunto dal nostro Giro d’Italia giovani under 23 che abbiamo concluso nel ’22 Da lì ho detto “proviamo a ripartire”. Sarà una gara internazionale a tappe per la categoria. La mia idea è quella di fare campo base come si fa in Lunigiana, tutti i pernottamenti nello stesso posto e con pochi spostamenti si fanno le 4-5 tappe. I percorsi sono da costruire, forse faremo base in Emilia andando poi a toccare altre regioni limitrofe. Questi sono i mesi in cui si lavora, dove si approfondiscono tutti i compiti per la prossima primavera/estate».

Gabriele Bosisio vincitore su Emanuele Sella. Era il 2007, una delle ultime edizioni del Giro del Lazio
Gabriele Bosisio vincitore su Emanuele Sella. Era il 2007, una delle ultime edizioni del Giro del Lazio
Gabriele Bosisio vincitore su Emanuele Sella. Era il 2007, una delle ultime edizioni del Giro del Lazio
Gabriele Bosisio vincitore su Emanuele Sella. Era il 2007, una delle ultime edizioni del Giro del Lazio

Il Lazio ritrova la “sua” classica

Il nuovo programma 2026 prevede anche il Gran Premio Emilia il 29 marzo, il rinnovamento della Milano-Rapallo articolata su due gare distinte, una cronosquadre e una in linea il 19 e 20 settembre e soprattutto il GP del Lazio previsto il 19 settembre, affidato allo staff di Claudio Terenzi che quindi, dopo aver curato le altre categorie nella tre giorni del Gran Premio Liberazione di aprile, fa il suo ingresso anche fra i professionisti.

La gara si lega idealmente al Giro del Lazio che fino al 2014 ha portato sulle strade romane il meglio del ciclismo mondiale. «La corsa è la stessa – afferma Terenzi – inizialmente era stata una proposta messa sul banco senza molte speranze, sapendo le difficoltà per rilasciare nuove gare. Invece a settembre ci siamo ritrovati con questo nuovo impegno che accogliamo a braccia aperte. In questo modo vediamo premiati gli sforzi di sei anni della Terenzi Sport, nei quali abbiamo organizzato 18 gare internazionali».

Il Giro del Lazio ha sempre avuto al via il meglio. Qui Bugno, Fondriest, Anderson e Gavazzi
Il Giro del Lazio ha sempre avuto al via il meglio. Qui Bugno, Fondriest, Anderson e Gavazzi
Il Giro del Lazio ha sempre avuto al via il meglio. Qui Bugno, Fondriest, Anderson e Gavazzi
Il Giro del Lazio ha sempre avuto al via il meglio. Qui Bugno, Fondriest, Anderson e Gavazzi

A Roma torneranno i campioni a settembre

E’ curioso il fatto che la gara cambia leggermente la sua denominazione, ma non si stacca dal suo passato: «Avevamo uno scrupolo legato a eventuali diritti legali sul Giro del Lazio. Era più semplice partire ex novo. ma la gara sarà praticamente identica, a parte il percorso che va chiaramente scelto. Ma logicamente il Lazio è quello, le strade sono quelle e la conclusione vogliamo che sia a Roma, nel centro come in passato. Devo essere un po’ abbottonato su tutto perché per far sì che questa gara risorga come meriti c’è bisogno anche di un budget importante e ci stiamo muovendo in tal senso».

Si punta naturalmente ad avere qualche team del World Tour e Professional a parte quelli italiani: «Sicuramente, all’altezza della tradizione pur in un periodo estremamente denso di gare, visto che il giorno dopo c’è il Giro di Romagna. Ma questo può agevolarci, credo che le squadre siano più facilitate per gli spostamenti perché abbattono i costi. Noi faremo il massimo, vedremo chi farà parte della contesa…».

MBH Bank e il nuovo regolamento U23: come cambiano le cose?

27.10.2025
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Lo schiaffo che l’UCI ha riservato alle formazioni professional italiane è stato forte e ben assestato. I regolamenti cambiano, lo fa anche il ciclismo e bisogna adattarsi, tuttavia le tempistiche dell’Unione Ciclistica Internazionale sono alquanto rivedibili. In meno di una settimana è andato in frantumi buona parte del lavoro fatto durante l’estate da parte delle squadre professional e dei vari progetti legati ai giovani. Il primo a parlarne è stato Roberto Reverberi, che ha ammesso di chiudere quello che era il reparto dedicato agli under 23. Un’altra squadra che ha subito lo scossone del terremoto causato dall’UCI è la MBH Bank-Ballan-Csb

«Era già nell’aria – racconta Gianluca Valoti, che a breve sarà alle prese con i corsi UCI per il patentino da diesse nei professionisti – si sapeva qualcosa, ma la notizia è arrivata in maniera inaspettata in quanto a tempistiche. E’ uscita una regola a ottobre che ci ha lasciato ben poco da interpretare. Certo che in alcuni casi determinati cambiamenti sarebbe bene comunicarli con un po’ di anticipo».

La MBH Bank-Ballan-Csb dal 2026 sarà professional e da mesi lavora alla rosa per l’anno prossimo
La MBH Bank-Ballan-Csb dal 2026 sarà professional e da mesi lavora alla rosa per l’anno prossimo

L’UCI pensa ai corridori?

Le parole di Gianluca Valoti non fanno una piega, la MBH Bank lavora da mesi con l’intento di costruire una squadra che sia in grado di essere competitiva a diversi livelli. Oltre ai nomi di esperienza come quello di Felline e Masnada erano arrivate le notizie di alcuni profili interessanti come quello di Fancellu. Ma la struttura era pronta a partire dalle fondamenta, quindi molti dei ragazzi che in questi anni sono stati protagonisti tra le corse under 23 erano stati promossi al team professional con l’obiettivo di continuare il cammino e raccogliere quanto seminato

«Saperlo prima ci avrebbe dato il tempo di metterci in regola – continua Valoti – anche perché già è difficile fare ciclismo se non si è nel WorldTour, in questo modo tutto diventa ancora più complicato. Il progetto under 23 lo avremmo portato avanti comunque, anche se la comunicazione di questo nuovo regolamento fosse arrivata con anticipo. Dispiace per i ragazzi, perché in questo modo non possono partecipare a corse di rilievo come Giro Next Gen, Trofeo Piva, Recioto, Belvedere e tutte le classiche italiane under 23».

In questi anni come continental la formazione bergamasca ha corso spesso tra i pro’, qui Nespoli al Laigueglia
In questi anni come continental la formazione bergamasca ha corso spesso tra i pro’, qui Nespoli al Laigueglia

Un ciclismo sempre più di vertice

La norma della quale stiamo discutendo è quella che dispone il divieto per le squadre professional di partecipare alle corse internazionali U23. Di per sé il ragionamento sarebbe anche corretto, se non fosse per il fatto di aver in qualche modo agevolato il lavoro dei devo team, ovvero le squadre di sviluppo delle formazioni WorldTour. Siamo chiari, tra le prime 30 squadre al mondo secondo il ranking UCI, ci sono 12 professional, di queste la metà ha una formazione development. Ma fino a quando il regolamento prevedeva che agli atleti under 23 dei team professional era permesso partecipare alle corse internazionali di categoria questa decisione rimaneva interna al team. 

«In qualche modo l’UCI ha comunque agevolato le formazioni devo – spiega Valoti – perché in questo modo noi team professional non possiamo portare in nostri ragazzi alle corse under 23 in quanto professionisti. Tuttavia i ragazzi delle devo vanno spesso a correre con le formazioni WorldTour, quindi hanno comunque modo di fare esperienze che i ragazzi di una normale continental non possono permettersi.

«Noi stessi avevamo pensato di fare una formazione devo – prosegue – ma voleva dire sacrificare una parte del budget dedicato ai professionisti. Se avessimo saputo prima del nuovo regolamento magari avremmo portato avanti l’idea della squadra under 23, anche perché lo sponsor MBH Bank tiene ai giovani, come testimonia il fatto di avere una squadra juniores». 

Cesare Chesini, MBH Bank-Ballan-Csb
Dalla prossima stagione i corridori under 23 delle squadre professional non potranno più correre le gare di categoria
Cesare Chesini, MBH Bank-Ballan-Csb
Dalla prossima stagione i corridori under 23 delle squadre professional non potranno più correre le gare di categoria

Ricalibrare l’attività

Senza la possibilità di partecipare alle principali corse del calendario internazionale under 23 si dovrà trovare il modo di garantire loro un’attività adeguata che permetta di crescere e fare le giuste esperienze. 

«Dovremo capire come gestire le corse – conclude Valoti – e questo passerà dai prossimi incontri che faremo. Uno dei primi è avvenuto proprio lo scorso fine settimana, abbiamo già avuto conferma dei primi inviti ufficiali. Non è nemmeno semplice visto che siamo una formazione nuova. Troveremo le corse adatte ai giovani per farli adattare al meglio al ritmo e alle corse dei professionisti». 

Presentazione Trittico Lombardo, 23 settembre 2025, Coppa Agostoni

Calendario sempre più fitto, chi ne fa le spese?

25.09.2025
5 min
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Il 23 settembre scorso, alle ore 11,30, sono state presentate le tre gare che andranno a comporre il prossimo Trittico Lombardo. Corse che hanno fatto la storia del nostro calendario, del ciclismo nazionale e non solo. L’appuntamento è per domenica 5 ottobre con la 78ª Coppa Agostoni, corsa che darà il via a questa serie di tre eventi. Il giorno successivo, il 6 ottobre, toccherà alla 104ª Coppa Bernocchi, mentre il 7 ottobre chiuderà il tutto la 106ª edizione della Tre Valli Varesine

Una tre giorni di ciclismo tutta da vivere e che porterà in Lombardia tutte le migliori squadre e i migliori atleti al mondo. Il tutto culminerà poi con il Giro di Lombardia, previsto per il sabato successivo: l’11 di ottobre.

Attilio Fontana, presidente Regione Lombardia, Oldani e Rolandi
Alla presentazione del Trittico Lombardo, tenutasi a Palazzo Lombardia a Milano, è intervenuto anche il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana
Attilio Fontana, presidente Regione Lombardia, Oldani e Rolandi
Alla presentazione del Trittico Lombardo, tenutasi a Palazzo Lombardia a Milano, è intervenuto anche il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana

Sovrapposizioni

Un trampolino di lancio perfetto per un finale di stagione tutto italiano, il problema è che lo stesso giorno in cui si correrà la Coppa Agostoni gli atleti europei di maggior spessore saranno impegnati in Francia per la prova in linea del campionato continentale. Già nell’elencare i nomi dei team e degli atleti che saranno presenti al via delle corse del Trittico Lombardo si intuisce che la disparità è ampia. Alla partenza della Coppa Bernocchi e della Tre Valli Varesine ci saranno 17 squadre WolrdTour, l’unica assente sarà l’Arkea B&B Hotels, mentre per la Coppa Agostoni i numeri si dimezzano. Infatti le formazioni WorldTour presenti a Lissone saranno 8, alle quali si aggiungono due devo team (Red Bull Rookies e Lidl Trek Future Racing).

Il tema dei calendari è delicato e coinvolge gli organizzatori, le federazioni nazionali e l’UCI. Le corse etichettate di categoria WorldTour, alle quali le squadre appartenenti al massimo circuito sono costrette a partecipare salvo rari casi, sono 36. Un numero elevato e che costringe i team ad avere rose sempre più ampie, cosa che spesso non basta comunque. 

Alessandro Rolandi, Presidente SC Mobili Lissone, Coppa Agostoni
Alessandro Rolandi, presidente della SC Mobili Lissone, società organizzatrice della Coppa Agostoni
Alessandro Rolandi, Presidente SC Mobili Lissone, Coppa Agostoni
Alessandro Rolandi, presidente della SC Mobili Lissone, società organizzatrice della Coppa Agostoni

Traffico e calendario

Gli organizzatori della Coppa Agostoni hanno lavorato sodo per far spostare la gara da un giorno lavorativo a uno festivo. Una richiesta data da necessità legate alla gestione del traffico, che in Brianza diventa difficile da bloccare durante la settimana. L’UCI ha concesso questa variazione per poi inserire nella stessa data il campionato europeo. Questa scelta ha danneggiato anche il Piccolo Lombardia, gara di riferimento del calendario under 23, che si correrà il 4 ottobre. Nello stesso giorno i migliori corridori della categoria saranno impegnati nella prova in linea del campionato europeo. 

In passato la Coppa Agostoni era una gara capace di raccogliere i grandi nomi del ciclismo mondiale, nell’albo d’oro spunta il nome di Eddy Merckx, Roger De Vlaeminck, Franco Bitossi, Felice Gimondi, Francesco Moser e anche Gianni Bugno. Campioni che sulle strade della Brianza hanno saputo esaltarsi e regalare spettacolo. Proprio a Gianni Bugno, che ha vinto l’Agostoni in due occasioni: nel 1988 e 1995, abbiamo chiesto un parere sul tema dei calendari. Bugno è stato anche presidente del CPA (Associazione mondiale dei Corridori) dal 2010 al 2022.

Gianni Bugno, 1995, Maurizio Fondriest
Gianni Bugno vinse la sua seconda Coppa Agostoni in maglia tricolore nel 1995
Gianni Bugno, 1995, Maurizio Fondriest
Gianni Bugno vinse la sua seconda Coppa Agostoni in maglia tricolore nel 1995
E’ una sovrapposizione scomoda quella tra l’Agostoni e il campionato europeo…

Le cose sono due: o non siamo stati abbastanza forti a livello di federazione per intervenire ed evitare il problema, o quella data non doveva essere fruibile. L’UCI avrebbe dovuto vietare all’Agostoni di posizionarsi in quel fine settimana perché si sarebbe corso il campionato europeo. Capisco il senso di voler correre la domenica per questioni di traffico, ma sarebbe stato meglio gareggiare il lunedì piuttosto che avere questa problematica.

Agostoni che è già stata costretta in passato a cambiare data…

Quando correvo era ad agosto, prima del campionato del mondo. Molti atleti la utilizzavano come gara di rifinitura all’appuntamento iridato. Poi, sempre per motivi di calendario, è stata spostata a fine settembre e ora a inizio ottobre. L’idea di avere un trittico di gare che anticipa il Lombardia non è male. Anzi, questo permette agli atleti di avere una serie di corse in preparazione all’appuntamento principale. 

Pogacar lo scorso anno ha corso alla Tre Valli Varesine in maglia iridata, lo sloveno dovrebbe tornare anche nel 2025
Pogacar lo scorso anno ha corso alla Tre Valli Varesine in maglia iridata, lo sloveno dovrebbe tornare anche nel 2025
E’ evidente che il ciclismo si è globalizzato e si è arrivati ad altri ragionamenti?

Ora le gare che anticipano il mondiale sono quelle canadesi, che sono di categoria WorldTour e di conseguenza l’UCI ha un maggiore interesse nel tutelarle. A mio avviso la Coppa Agostoni ha una storia superiore al GP Montreal o al Quebéc. E’ anche vero che il campionato europeo esiste da pochi anni e da qualche parte va inserito.

Si ha l’impressione che da qualsiasi parte ci si giri il rischio è di schiacciare i piedi a qualcuno.

La soluzione sarebbe quella di allungare il calendario di una settimana. Spostare in avanti di una settimana il Giro di Lombardia per avere più spazio, ma è un lavoro che dovrebbe fare la Federazione se davvero ci tiene a difendere le proprie gare (alla presentazione del Trittico ha partecipato Stefano Pedrinazzi, Presidente FCI Lombardia, ndr). 

Remco Evenepeol, Rwanda, Kigali 2025, mondiali, Belgio
La prova in linea dei mondiali si correrà domenica 28 settembre, una settimana dopo in Francia ci saranno gli europei
Remco Evenepeol, Rwanda, Kigali 2025, mondiali, Belgio
La prova in linea dei mondiali si correrà domenica 28 settembre, una settimana dopo in Francia ci saranno gli europei
Europeo che si correrà esattamente una settimana dopo il mondiale in Rwanda…

E’ tutto troppo ravvicinato e trovare una soluzione non sarebbe stato facile. Anticipare il mondiale di una settimana avrebbe creato un danno alla Vuelta perché non ci sarebbe stato il tempo di gestire le trasferte. Il ciclismo è sempre più globalizzato e le corse aumentano, da qualche parte bisogna trovare lo spazio o scendere a compromessi. Il rischio ultimo è che facciano le spese le corse minori.

BigMat fino al 2027 Official Partner dei mondiali UCI strada

12.09.2025
4 min
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I Campionati del Mondo di ciclismo in programma a fine mese in Rwanda si avvicinano sempre di più. Cresce di conseguenza l’attesa e la curiosità per dei mondiali che per la prima volta si svolgeranno nel continente africano

Tra i sicuri protagonisti della prossima rassegna iridata ci sarà sicuramente BigMat. L’azienda francese, leader a livello europeo nella distribuzione di materiale edili, è infatti Official Partner dei Mondiali UCI su strada. Si tratta di un accordo che copre il quadriennio 2024-2027, quindi già in corso.

Matteo Camillini, Managing Director BigMat Italia e International
Matteo Camillini, Managing Director BigMat Italia e International

Evento globale

A motivare la scelta di essere partner dei Campionati del Mondo strada è Matteo Camillini, Managing Director BigMat Italia e International. 

«I Campionati Mondiali di Ciclismo – dichiara Camillini – sono tra gli eventi sportivi più seguiti a livello globale, richiamando milioni di appassionati. La partnership con l’UCI ci permette di valorizzare internazionalmente il nostro brand, associandolo ai valori di passione, impegno e tenacia che lo sport del ciclismo sa trasmettere, i medesimi su cui il nostro Gruppo basa quotidianamente il proprio lavoro». 

A fare eco alle parole di Camillini è Fabrice Maud, Presidente di BigMat International.

«Essere sponsor ufficiale dell’UCI è per noi un onore, nonché un’occasione unica per contribuire allo sviluppo e alla promozione del ciclismo, non solo in chiave agonistica, ma anche come sano stile di vita. I valori di capacità di sforzo, perseveranza, rispetto per l’ambiente e innovazione che questa disciplina incarna sono perfettamente allineati con quelli di BigMat. Fino al 2027 lavoreremo a stretto contatto con l’UCI per sostenere eventi di alto livello e favorire una partecipazione sempre maggiore a questo sport, in tutti i suoi aspetti». 

L’intesa con BigMat è stata naturalmente accolta con entusiasmo dal presidente dell’UCI, David Lappartient
L’intesa con BigMat è stata naturalmente accolta con entusiasmo dal presidente dell’UCI, David Lappartient

Scopriamo BigMat

Nato in Francia nel 1981, BigMat rappresenta oggi il Gruppo leader in Italia e in Europa per numero di punti vendita dedicati alla distribuzione specializzata di materiali per costruire, ristrutturare e rinnovare. A livello europeo ne vanta complessivamente più di 1.000, dislocati in 7 Paesi: Belgio, Francia, Italia, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Spagna. Il Gruppo nel 2024 ha raggiunto un fatturato globale assestatosi a quota 3,42 miliardi di euro. In Italia BigMat è presente su tutto il territorio nazionale con oltre 250 punti vendita gestiti da 167 soci, e ha generato nel corso del 2024 un fatturato superiore al miliardo di euro.

L’accordo tra UCI e BigMat è iniziato nel 2024
L’accordo tra UCI e BigMat è iniziato nel 2024

Per i professionisti dell’ediliza 

BigMat si rivolge ai professionisti del settore dell’edilizia – imprese edili, artigiani, progettisti, architetti, interior designer e privati – offrendo a ciascuna tipologia di clientela prodotti, sistemi costruttivi e servizi personalizzati per ogni progetto. BigMat ha assunto nel tempo il ruolo di partner strategico per tutti i progetti di natura edile anche grazie al contributo garantito dalla sua rete di showroom d’interni HABIMAT, un network composto da 46 punti espositivi, e all’apporto assicurato da BigRent, il suo servizio per il noleggio di piccole e medie attrezzature per l’edilizia rivolto ai professionisti, alle partite IVA e ai privati. 

L’azienda francese sarà accanto all’UCI fino al 2027
L’azienda francese sarà accanto all’UCI fino al 2027

Non solo ciclismo

Come fin qui raccontato, per il quadriennio 2024-2027 BigMat sarà Official Partner dei Mondiali UCI su strada. L’azienda francese non è però solo vicina al ciclismo come sport. Dal 2023 BigMat è sponsor ufficiale delle Nazionali Italiane di Pallavolo, accompagnando come co-sponsor di maglia gli atleti e le atlete del volley azzurro in tutti gli appuntamenti internazionali. Sul proprio sito, l’azienda ha voluto festeggiare la recente vittoria ai Campionati del Mondo delle ragazze di Julio Velasco.

Dal 2024 il Gruppo è anche title sponsor delle BigMat Finali Nazionali Giovanili di Pallavolo. 

Tra le iniziative maggiormente di rilievo messe in campo da BigMat a livello internazionale sono da annoverare il BigMat International Architecture Award (Premio biennale che a partire dal 2013 promuove l’eccellenza architettonica europea) e Costruiamo per lo Sport, il progetto di responsabilità sociale che a partire dal 2020 sostiene lo sport amatoriale in tutta Europa.

BigMat

Il dispositivo GPS della discordia. Il racconto di Alessia Vigilia

23.08.2025
6 min
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Quando le buone intenzioni non riescono a collimare con le buone attuazioni o più semplicemente col buon senso. Questa è l’impressione che ne è uscita dalla sperimentazione del dispositivo di geolocalizzazione al recente Tour de Romandie Féminin, al netto dell’esclusione inflitta dall’UCI a cinque team che si sarebbero opposti a indicare il nome della ragazza deputata a partecipare a questo test. In mezzo a tutto il caos, siamo tornati sull’argomento ascoltando le parole di Alessia Vigilia, una delle atlete scelte a portare il device GPS.

Pochi grammi per il dispositivo GPS. Dopo il test-event al Romandia Femminile, verrà messo su ogni atleta al mondiale
Pochi grammi per il dispositivo GPS. Dopo il test-event al Romandia Femminile, verrà messo su ogni atleta al mondiale

Lato agonistico

La bolzanina della FDJ-Suez sta vivendo una stagione interlocutoria in cui si è sempre fatta trovare pronta, come per il Giro Women che non doveva correre e nel quale si è resa protagonista di qualche azione. Ora Vigilia sarà ancora impegnata, tra le tante gare, al Simac Ladies Tour, alle classiche italiane e alla Chrono des Nations. Invece al Romandia ha vissuto in prima persona anche la vittoria finale della compagna Elise Chabbey.

«E’ stata una corsa strana – racconta Alessia – perché è innegabile che l’impatto dell’esclusione di cinque formazioni per questa vicenda dei dispositivi si è sentito. Correre in 60 anziché in 90 fa la differenza. Tuttavia questo non toglie nulla alla gestione della gara da parte nostra. Elise ha vinto una tappa e poi il giorno successivo nell’ultima frazione ci siamo giocati il cosiddetto “all-in” per lei. Ed è andata alla grande.

«Siamo contente – continua – perché il successo del Romandia ci ripaga in parte di un Giro non andato come speravamo e di un Tour Femmes buono in cui ci siamo comportate bene, anche se avremmo voluto vedere la vittoria di Demi (Vollering, ndr). La vittoria di Elise ha dato un grande morale a tutte noi e personalmente sono davvero felice per lei perché era presente tutta la sua famiglia ad ogni tappa. Anche loro hanno contribuito al suo e nostro trionfo».

Vigilia ha contribuito alla vittoria di Chabbey al Romandie, ma l’esclusione di 5 team si è sentita nella economia della gara
Vigilia ha contribuito alla vittoria di Chabbey al Romandie, ma l’esclusione di 5 team si è sentita nella economia della gara

Scelta per il test

Strano è l’aggettivo che più accompagna questo Tour de Romandie della discordia. Vigilia ci fa ripercorrere in ordine la sua esperienza.

«Sulla chat telegram del CPA Women – spiega – il 7 agosto ci era arrivata la comunicazione della sperimentazione. Solo al termine della riunione della sera prima dell’inizio del Romandia abbiamo saputo che c’erano stati gli animi accesi. Abbiamo saputo che la riunione era andata per le lunghe, con diverse discussioni. L’UCI aveva lasciato la possibilità alle squadre di indicare una atleta fino al momento della partenza della crono della prima tappa. I nostri diesse quando sono tornati dalla riunione sono venuti da me dicendomi che avevano deciso di mettere sulla mia bici il tracker di sicurezza.

«Onestamente – prosegue Alessia – non ci ho visto nulla di male, anzi ero anche contenta di poter essere scelta o magari dare il mio contributo. So che le voci parlano di questioni politiche tra UCI e alcuni team. A me è spiaciuto vedere le atlete che hanno completato tutto il riscaldamento pre-crono e poi sono state bloccate proprio prima della partenza dai giudici. Di sicuro penso che comunque si sia verificata una situazione scomoda per gli organizzatori che non hanno visto alla partenza 30 atlete, oltre che per loro stesse».

Marturano è tornata in gara al Romandia dopo la brutta caduta al Giro Women. Anche lei scelta per il tracker GPS
Marturano è tornata in gara al Romandia dopo la brutta caduta al Giro Women. Anche lei scelta per il tracker GPS

Metti e togli

Vigilia non ha posto obiezioni, ha fatto il suo dovere di atleta, però è normale che a maggior ragione si sia fatta delle opinioni su questa sperimentazione.

«Ad ogni tappa – dice Alessia – c’era un addetto dell’UCI che mi applicava questo rilevatore GPS sotto la sella, inserito in un borsello col velcro simile ai kit per la forature. A me non è cambiato nulla perché era molto leggero. Non sembrava nemmeno di averlo, anzi in gara te lo dimentichi perché non si muove, senza avere il rischio di perderlo. Noi atlete cui veniva attaccato non avevamo responsabilità. Al termine della tappa poi te lo venivano a togliere».

Nessun riscontro

«So che qualcuno diceva che potesse rubare i nostri dati – va avanti Vigilia con tono divertito – ma io ridevo con Greta Marturano (l’atleta scelta per la UAE Team ADQ, ndr). Dicevamo che se anche fosse successo, eravamo poco preoccupate perché non avrebbero visto grandi valori. Battute a parte, questo tracker non si interfacciava in alcun modo col nostro computerino. Funzionava come un chip che rileva i tempi, dando però solo dati della localizzazione.

«Ecco, posso dire – sottolinea – che a noi atlete non hanno chiesto alcun riscontro dopo questa sperimentazione. A tutt’oggi, guardando tra email e canale telegram del CPA Women, non sappiamo se questo dispositivo abbia sempre funzionato, abbia funzionato come volevano i commissari dell’UCI o se esistesse una app in cui vedere se il nostro tracciamento è sempre stato visibile. Sappiamo che al mondiale in Rwanda tutte le atlete lo dovranno mettere, però forse servirebbe maggiore chiarezza quando si parla di sicurezza».

Quinty Ton e il suo device. Al momento non si hanno riscontri sulla riuscita dell’esperimento o funzionamento del dispositivo
Quinty Ton e il suo device. Al momento non si hanno riscontri sulla riuscita dell’esperimento o funzionamento del dispositivo

Nulla per scontato

L’impressione è che quando si parla di sicurezza non possa bastare il buon senso da parte delle istituzioni ciclistiche, soprattutto se negli ultimi anni sono accaduti episodi tragici. L’UCI non può dare per scontate certe situazioni e la assurda morte della povera junior Fuller al mondiale di Zurigo dell’anno scorso sembra non aver insegnato nulla a certi dirigenti.

«E’ giusto investire nella sicurezza – ribadisce Vigilia – perché c’è sempre qualcosa da fare in più o in meglio. Non spetta a noi stabilire come, ma sarebbe bello che gli organi internazionali ascoltassero molto di più noi atleti, visto che siamo quelli che salgono e corrono in bici. Al Romandia dello scorso anno ci fecero correre senza radioline per un’altra loro sperimentazione. E’ stato più inutile quello che invece attaccare un dispositivo di geolocalizzazione come qualche giorno fa.

Radioline sì

«Tutta la gente – conclude il proprio pensiero Alessia – pensa che noi atleti con le radioline siamo telecomandati dall’ammiraglia solo per una questione tattica. Invece nessuno ancora riesce a comprendere che ormai sono più le comunicazioni che ci vengono date per i pericoli anziché per il mero lato agonistico.

«E’ vero che noi su VeloViewer studiamo in anticipo tutto ciò che è presente sul percorso, ma è altrettanto vero che quando sei in gara nel massimo della concentrazione, spesso non riesci ad accorgerti di dove sei o ricordarti i punti pericolosi. L’anno scorso in Francia neutralizzarono una parte di una gara perché una improvvisa colata di fango aveva invaso la discesa e per fortuna via radio ci informarono di questo evitando possibili cadute o spiacevoli episodi».

Ad ogni tappa un commissario UCI metteva e toglieva il dispositivo inserito in un borsello e attaccato col velcro alla sella
Ad ogni tappa un commissario UCI metteva e toglieva il dispositivo inserito in un borsello e attaccato col velcro alla sella

Speranze future

Probabilmente andrà avanti a carte bollate la controversia tra l’UCI e i cinque team esclusi dal Romandia. La stessa gara, che quest’anno ha avuto qualche difficoltà ad essere allestita, potrebbe perdere l’attuale status WorldTour poiché non è partito il numero minimo di formazioni WorldTour.

E mentre tanto altro si starà muovendo senza che se ne abbia notizia, bisogna augurarsi che dalla rassegna iridata di Kigali in poi venga fatto qualcosa di davvero concreto in nome della sicurezza in corsa e per gli atleti. Magari mettendo da parte questioni e polemiche che talvolta appaiono personali e sterili.

Classifica UCI: UAE domina, XDS risale. E dietro è lotta serrata

23.08.2025
4 min
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Il cerchio si stringe: chi resterà nel WorldTour. E chi sarà nelle prime 30 squadre? Puntuale, ecco il punto della situazione sulle classifiche a squadre a due terzi della stagione. Siamo dopo il Tour de France e prima della Vuelta, scattata giusto oggi da Torino.

Si entra dunque nel vivo e la situazione è super interessante specialmente per la parte bassa delle graduatorie, visto che ormai è chiaro che a dominare la scena è la UAE Emirates. La squadra di Tadej Pogacar guida sia la classifica annuale che quella del triennio. A proposito, nel giochino del “cosa farebbe Pogacar da solo”: ebbene, con i suoi punti lo sloveno sarebbe nono… nella classifica a squadre!

E’ soprattutto grazie ad un ottimo Giro di Fortunato e Scaroni e ad un buon Tour di Velasco che la XDS è risalita tanto nel ranking
E’ soprattutto grazie ad un ottimo Giro di Fortunato e Scaroni e ad un buon Tour di Velasco che la XDS è risalita tanto nel ranking

Ranking annuale: volano UAE e XDS

Partiamo dalla “foto” della classifica annuale. Come detto, guida la UAE Team Emirates. Alle sue spalle c’è la Visma – Lease a Bike, ma ad un distacco abissale. Mentre terza è la Lidl-Trek. Quarta, ed è una sorpresa, anche bella per noi italiani visto che c’è tanta Italia in squadra, è la XDS-Astana. Che incetta di punti per gli atleti di Vinokourov. Pensate che il borsino segna un +17 posizioni rispetto ad un anno fa.
I più prolifici di Astana sono proprio tre italiani: nell’ordine Scaroni, Fortunato e Velasco.

Altra nota positiva dopo il Tour de France è la Uno-X Mobility. La squadra norvegese guadagna ben otto posizioni. Bene anche Bahrain Victorious e Tudor Pro Cycling.

Tra le note dolenti si segnala il crollo della Lotto Dstny (-17 posizioni rispetto ad un anno fa) e della Intermarché-Wanty (-7). Curioso il fatto che a fine anno queste due squadre si fonderanno. Non bene neanche la Groupama-FDJ che perde sei posizioni.

Polti e VF Group sono staccate di appena 70 punti. La squadra di Reverberi, trentesima, vanta a sua volta 84 punti sulla Solution Tech. Il finale di stagione sarà determinante
Polti e VF Group sono staccate di appena 70 punti. La squadra di Reverberi, trentesima, vanta a sua volta 84 punti sulla Solution Tech. Il finale di stagione sarà determinante

Top 30: è sfida tricolore

La graduatoria annuale è importante sia per decretare il miglior team dell’anno, sia per selezionare le 30 squadre che avranno diritto di accesso ai Grandi Giri. E in basso è protagonista proprio l’Italia: pensate che ai posti 29, 30 e 31 ci sono rispettivamente Polti-Kometa, VF Group-Bardiani e SolutionTech-Vini Fantini.

Al momento ci sono solo due professional aventi diritto ai Grandi Giri fuori dalle 30. E sono appunto la SolutionTech e la Euskaltel-Euskadi. Di buono per le italiane c’è che la squadra spagnola non è stata invitata alla Vuelta e quindi non avrà grandi occasioni per raccogliere punti importanti. Il gap dalla trentesima, la Polti, è superiore ai 600 punti e nelle retrovie non è facile “fare legna”. Ci sentiamo di dire pertanto che l’Euskaltel non dovrebbe avere la forza per insidiare le nostre squadre.

Di fatto l’unica che può insidiare Polti e VF Group è proprio la squadra di Serge Parsani, che comunque grazie alla tattica di fare molte corse piccole soprattutto in Asia e a buoni risultati, ha racimolato tanto. Infatti è tra i migliori team dell’anno in assoluto (+10 posizioni).

SQUADRANAZIONESTATUSPUNTI
1. UAE EmiratesEmirati Arabi UnitiWT95.889
2. Visma-Lease a BikeOlandaWT66.293
3. Lidl-TrekStati UnitiWT49.969
4. Soudal-QuickStepBelgioWT46.891
5. Ineos GrenadiersRegno UnitoWT43.230
6. Red Bull-Bora GermaniaWT40.970
7. Alpecin-DeceuninckBelgioWT38.788
8. Decathlon-AG2RFranciaWT33.554
9. Groupama-FDJFranciaWT33.494
10. Bahrain-VictoriousBahrainWT33.406
11. EF-EasyPostStati UnitiWT31.546
12. LottoBelgioPRO30.652
13. MovistarSpagnaWT29.174
14. Israel-PremierTechIsraelePRO28.816
15. Jayco-AlUlaAustraliaWT27.506
16. XDS-AstanaKazakhstanWT26.379
17. Picnic-PostNLOlandaWT25.956
18. Intermarché-WantyBelgioWT25.282
19. CofidisFranciaWT24.214
20. Uno-X MobilityNorvegiaPRO23.856
21. Arkea-B&B Hotels FranciaWT22.154
La classifica del triennio 2023-2025 aggiornata al 23/08/2025. La 22ª è la Total Energies con 15.222 punti quindi fuori dai giochi (fonti UCI)

Triennio verso la fine

Il 19 ottobre, con la tappa finale del Gree-Tour of Guangxi, si chiude il triennio 2023-2025, quello che decreterà l’accesso o la permanenza nel WorldTour.
Senza entrare nei dettagli di eventuali fusioni, secondo il regolamento UCI le licenze WorldTour scenderebbero a 17. Ma poi si è anche visto che a volte la stessa UCI ha deciso in modo arbitrario. Di buono c’è che ci sarebbe uno spazio in più per le Wild Card.

Ma veniamo alla classifica del triennio. Voce grossa, anzi grossissima, ancora per la UAE Team Emirates, che in pratica ha un terzo di punti in più della Visma-Lease a Bike. Terza è ancora la Lidl-Trek.

Interessante analizzare il borsino: chi sale e chi scende. Bisogna guardare nelle parti basse e notare come ancora la XDS-Astana si sia ripresa di diritto un posto nel WorldTour. Adesso è 16ª e ha guadagnato tre posizioni rispetto all’ultimo nostro aggiornamento (qui per un confronto). Quello che era un miraggio fino a pochi mesi fa ora è realtà. Bisognerà tenere duro per altri due mesi, poi il pericolo sarà scampato. Il margine sul 18° posto è di circa 1.100 punti: non rassicurante, ma neanche ridotto. Molto dipenderà dalle prestazioni di Biniam Girmay: è l’unico in grado di smuovere davvero la classifica nelle retrovie.

Molto bene anche la Decathlon-Ag2R La Mondiale, che guadagna tre posizioni e passa a condurre il derby francese superando, seppur di un soffio, la Groupama-FDJ, storicamente la prima squadra transalpina.

Male la Lotto che perde terreno ma resta salda nel WorldTour e male la Intermarché appesa davvero a un filo. Male anche Cofidis e Arkea-B&B Hotels. Saranno queste due squadre più la Uno-X a giocarsi il 18° posto, vale a dire la salvezza o l’ingresso nel WT. Ma i punti di distacco di Arkea e Uno-X sembrano troppi da colmare. Sarà pertanto una sfida tra Cofidis e Intermarché: la squadra belga vanta quasi 1.000 punti in più rispetto a quella francese. Sarà davvero curioso vedere come se la giocheranno.

EDITORIALE / La grande famiglia del ciclismo, il delirio dell’UCI

18.08.2025
4 min
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La grande famiglia del ciclismo. Per fare digerire ai team WorldTour la sperimentazione improvvisata dei gps di sicurezza e giustificarne poi la squalifica, l’UCI ha attinto a questa raffigurazione retorica che negli anni ha assunto svariate connotazioni.

I politici di Losanna hanno infarcito il ciclismo di così tanta burocrazia e regole, che sentire un appello alla famiglia suona davvero insolito. In base a quale logica, nel ciclismo dei millimetri e delle sanzioni fiscalissime, si possono sperimentare i segnalatori GPS senza un protocollo approvato? Si sbandiera il rigore scientifico e poi si chiede una sperimentazione fatta a pane e salame? Dov’e l’oggettività se devono essere le squadre a scegliere il campione? E in base a quale regolamento si possono squalificare le atlete della squadra che si sia rifiutata di indicarne una?

Milan vince, Consonni dietro festeggia: da quest’anno l’esultanza per il compagno che vince è punita
Milan vince, Consonni dietro festeggia: da quest’anno l’esultanza per il compagno che vince è punita

La grande famiglia

La grande famiglia del ciclismo è un un luogo di cui l’UCI non fa parte ormai da tanti anni. Era una delle espressioni favorite di José Miguel Echavarri, lo storico mentore di Indurain e della grande Banesto da cui oggi è nato il Team Movistar. E anche lui ne ammise la fine nei giorni dello scandalo doping al Tour del 1998. Anche in quel caso tuttavia il ricorso alla famiglia ebbe uno strano suono. Quasi fosse stata negli anni il tacito accordo per tenere al sicuro i segreti inconfessabili.

Una forma di famiglia esiste a livello nazionale. Per questo in Italia ci si preoccupa delle società di base. Della difficoltà di trovare squadra per gli allievi e per gli U23. Del criterio con cui i ragazzi arrivano al professionismo e di quelli che a 18 anni partono verso squadre juniores all’estero. E’ il motivo per cui si chiede alla Federazione di studiare contromosse che tutelino il movimento nazionale. I connotati della famiglia ci sono ancora, ma essa rischia di trasformarsi in un far west per difendersi dalle tante spinte centrifughe. Ed è il motivo per cui, al momento della rielezione, dedicammo un Editoriale al presidente Dagnoni. Sottolineammo come avesse davanti quattro anni decisivi per guidare il movimento sulla giusta strada. Se vuole, su questa strada saremo al suo fianco.

Josè Miguel Echavarri è stato il maestro di Unzue, il fondatore della grande Banesto di Indurain (foto Cadena Ser)
Josè Miguel Echavarri è stato il maestro di Unzue, il fondatore della grande Banesto di Indurain (foto Cadena Ser)

Tutti contro tutti

Che cosa c’entra oggi il richiamo dell’UCI alla grande famiglia del ciclismo se il ciclismo stesso è stato trasformato in una lotta di tutti contro tutti? Di squadre contro le altre, per paura della retrocessione e per scovare budget maggiori (impossibile non notare il rifiuto di introdurre la divisione dei profitti di tutti gli attori sulla scena). Cosa volete che gliene importi a una squadra WorldTour se la professional di turno non trova i soldi per andare avanti? Di atleti contro gli atleti, con gli sconfitti che puntano il dito contro la forma fisica di chi ha vinto. Di agenti contro gli agenti, per piazzare il maggior numero di corridori. Dei media contro i media, per scrivere le notizie più ad effetto. Dell’UCI contro le federazioni nazionali: come definire altrimenti l’imposizione di calendari sempre più costosi? E da ultimo dell’UCI contro gli atleti. Prima pretende di ingabbiarne i gesti e poi decide di squalificare 30 lavoratrici dipendenti (le 30 atlete del Romandie) per punire le loro squadre.

Dopo l’esclusione di 5 squadre senza un regolamento UCI che la prevedesse, il Romandie Feminin è partito con 30 atlete in meno
Dopo l’esclusione di 5 squadre senza un regolamento UCI che la prevedesse, il Romandie Feminin è partito con 30 atlete in meno

E’ ancora ciclismo?

Caro David Lappartient (il presidente dell’UCI è in apertura con Ferrand Prevot), la sua gestione sta trasformando il ciclismo in qualcosa che non è mai stato. Migliore o peggiore? Non è un fatto di gusti, ma di cose che non funzionano. Se mai fosse esistita la grande famiglia del ciclismo e avesse avuto dei padri con i piedi nella storia e il cervello nel futuro, il suo posto dalla tavola sarebbe stato già tolto da un pezzo. Questa non è più una famiglia e forse non lo è mai stata. Questo non è più il ciclismo che ha fatto la storia e siamo certi che prima lo fosse davvero.