Telaio P-Series di Cervélo, ora in edizione limitata (ruote incluse)

21.12.2024
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Cervélo ha lanciato un’edizione limitata del suo telaio da cronometro e triathlon P-Series, nella speciale colorazione Paris Green. Questa tinta particolare, a metà tra il giallo e il verde, è ispirata ad un colore a base di arsenico sviluppato nel XIX secolo e utilizzato da artisti parigini come Georges Seurat e Claude Monet.

Ma il kit non comprende solo il telaio, bensì anche un paio di ruote Reserve ad alto profilo con decalcomanie coordinate. Insomma un vero e proprio oggetto da collezione, prodotto in soli 500 esemplari in tutto il mondo.

Oltre al telaio in edizione limitata sono comprese anche le ruote coordinate
Oltre al telaio in edizione limitata sono comprese anche le ruote coordinate

Tutta la qualità del telaio P-Series 

Questa serie limitata riprende tutte le caratteristiche dell’ultimo modello P-Series di Cervélo. È più leggera rispetto al precedente e il passaggio ruote è stata aumentato in modo da poter alloggiare le ruote Reserve 52|63 con copertoni Vittoria da 29 mm. Questa accortezza permette di risparmiare di 3,5W rispetto alla precedente soluzione con ruote Reserve 50 e copertoni Vittoria da 28 mm.

Inoltre è presente il nuovo in-frame storage sotto il portaborraccia, progettato per poter ospitare piccoli oggetti come una camera d’aria, un multitool e un paio di bombolette di CO2. Oltre a questo, il telaio è equipaggiato con lo Smartpak 400 sul tubo superiore, un’altra soluzione pratica ed aerodinamica per avere a portata di mano gel e barrette.

Il kit telaio comprende forcella e reggisella, mentre non è compreso il manubrio
Il kit telaio comprende forcella e reggisella, mentre non è compreso il manubrio

Ruote incluse, manubrio no

Il kit P-Series Paris Green in edizione limitata è composto da telaio, reggisella e forcella, mentre il manubrio e l’attacco manubrio non sono inclusi, per permettere ad ogni atleta di scegliere quello più adatto a sé.

Come accennato in precedenza sono invece incluse le ruote Reserve ad alto profilo da 52 e 63 mm, con mozzi Zipp ZR1 SS e decalcomanie in tinta Paris Green.

Le ruote in edizione speciale sono le Reserve con profilo da 52 e 63 mm
Le ruote in edizione speciale sono le Reserve con profilo da 52 e 63 mm

Taglie e prezzo

Le taglie disponibili sono cinque: 48, 51, 54, 56 e 58, mentre il prezzo di questa edizione limitata in soli 500 esemplari – già disponibile nei rivenditori di Cervélo – è di 4.799 euro.

Cervélo

XCR TRI: la gamma di bici al servizio di cronoman e triatleti

16.12.2024
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VAN RYSEL arriva con una bella novità sul mercato: la gamma di biciclette da triathlon XCR TRI. Tre modelli chiamati XCR TRI, XCR TRI Ultegra Di2 e XCR TRI Rival. Realizzate dal marchio francese in collaborazione con Swiss Side, azienda specializzata in studi sull’aerodinamica. Queste nuove biciclette realizzate per le prove contro il tempo e il triathlon sono quindi frutto di approfonditi test e studi in galleria del vento. La gamma XCR TRI offre una bassa resistenza all’avanzamento e assicura una velocità di punta ottimale. A tutto questo si aggiunge una grande efficienza generale, che favorisce la ricerca della massima prestazione. 

Per lo sviluppo della XCR TRI sono state spese tante ore in galleria del vento
Per lo sviluppo della XCR TRI sono state spese tante ore in galleria del vento

I consigli dei grandi campioni

E’ proprio grazie ai consigli e al supporto di atleti di alto profilo che la gamma XCR TRI è stata sviluppata per essere super efficiente sia nel triathlon che nel ciclismo professionistico. Tra questi spiccano Denis Chevrot, due volte campione europeo dell’Ironman, e i corridori della Decathlon AG2R La Mondiale, ai quali VAN RYSEL fornirà le bici per la stagione 2025

Tra i suggerimenti principali dati da Denis Chevrot c’è quello di munire la XCR TRI con punti di stoccaggio, ideali per riporre barrette e gel da utilizzare nelle prove di lunga durata. Le biciclette sono state costruite con l’assemblaggio di 486 componenti in carbonio, per garantire un perfetto equilibrio tra leggerezza, rigidità e durata.

Una bicicletta realizzata seguendo i consigli di atleti di alto livello, come Denis Chevrot: volte campione europeo dell’Ironman
Una bicicletta realizzata seguendo i consigli di atleti di alto livello, come Denis Chevrot: volte campione europeo dell’Ironman

Costruite per la velocità

L’intera gamma delle biciclette XCR TRI è stata costruita con l’intento di avere il migliore mezzo possibile, in grado di fornire il giusto supporto nelle sfide contro il tempo. Un prodotto nato dopo 36 mesi di meticoloso lavoro, sviluppo e costante miglioramento. Dopo tanti studi e continui miglioramenti è nata la XCR UCI. Modello utilizzato da Ben O’Connor durante i campionati del mondo di Zurigo nel mixed team relay dove la nazionale australiana ha vinto la medaglia d’oro. La XCR TRI UCI si è anche laureata campione nazionale a cronometro francese insieme a Bruno Armirail

Il peso del telaio è una delle caratteristiche che fa la differenza a livello qualitativo, infatti il modello XCR TRI Ultegra Di2 pesa solamente 1490 grammi in taglia M, ai quali vanno aggiunti i 490 grammi della forcella. L’attenzione ai dettagli non è solo nella scelta del carbonio ma anche nella sua disposizione. La bicicletta è studiata per tagliare perfettamente il vento, senza conseguenze negative sulla guidabilità. 

Il modello XCR TRI UCI ha vinto l’oro con Ben O’Connor nel mixed team relay a Zurigo 2024
Il modello XCR TRI UCI ha vinto l’oro con Ben O’Connor nel mixed team relay a Zurigo 2024

Posizionamento perfetto

La posizione sulla bicicletta è fondamentale per le prestazioni e, nella ricerca ci si è resi conto che la regolabilità è la chiave per ottenere la posizione perfetta. Per questo motivo la gamma XCR TRI consente una grande quantità di regolazioni, ogni ciclista potrà quindi trovare quella migliore per le sue caratteristiche. 

«Siamo incredibilmente orgogliosi – ha detto Jeremie Debeuf, head of product di VAN RYSEL – di presentare il nuovo VAN RYSEL XCR TRI. Il nostro obiettivo è stato quello di superare i limiti dell’aerodinamica e del comfort, creando una bicicletta che offrisse prestazioni ineguagliabili Abbiamo progettato il telaio in modo che potesse essere uno dei modelli più veloci presenti in circolazione. Dal cockpit altamente regolabile alle soluzioni di stivaggio integrate, ogni dettaglio è stato progettato per rispondere alle esigenze dei moderni triatleti e cronoman. Questa bicicletta è un vero e proprio biglietto da visita, che racchiude la filosofia, l’esperienza e l’anima del marchio VAN RYSEL».

Due le versioni disponibili: XCR TRI Ultegra Di2 e XCR TRI Rival. La prima è in vendita al prezzo di 7.700 euro, la seconda di 6.200 euro. 

VAN RYSEL

Transiro Aeris Adaptive, la risposta per le prove contro il tempo

06.08.2024
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Fizik ha lanciato da poco l’ultimo tassello della gamma di selle Adaptive, ovvero la nuova Transiro Aeris Adaptive, una sella ad alte prestazioni specifica per il triathlon e per le cronometro.

Gli sviluppatori di Fizik non si sono accontentati però di un solo modello, per quanto innovativo, e hanno creato due versioni: una specifica per le distanze brevi e una per le lunghe. Vediamo i dettagli dell’ultima arrivata nella famiglia Adaptive.

Una sella, due modelli

Come abbiamo appena detto, una delle principali particolarità della sella è che offre un supporto specifico per diverse tipologie di gare.

Il modello per le lunghe distanze è dotato di un naso di 55 mm di larghezza e una scanalatura molto profonda, che dovrebbero garantire l’alleggerimento della pressione e la stabilità necessarie. Il modello per le brevi distanze è invece caratterizzato da un naso di 45 mm e da una forma tradizionale, per distribuire uniformemente la pressione. Questo dovrebbe assicurare una migliore performance durante le cronometro più brevi o i triathlon su distanze limitate.

Inoltre entrambi i modelli includono un collegamento (opzionale) per integrare un portaborraccia nella parte posteriore, studiato per tenere le borracce ad un’angolazione tale da non ostacolare l’atleta durante le fasi di salita e discesa nella zona di transizione, che sono sempre momenti molto delicati.

L’imbottitura stampata in 3D

Come tutta la famiglia Adaptive, anche Transiro Aeris Adaptive si avvale della caratteristica imbottitura a nido d’ape stampata in 3D. Questa tecnologia ha permesso a Fizik di affrancarsi dai vincoli derivati dai metodi di produzione tradizionali e sviluppare così un tipo di sella completamente nuova.

L’imbottitura, per esempio, è stata creata da Carbon®, i pionieri della stampa 3D, grazie alla rivoluzionaria tecnologia Digital Light SynthesisTM. Grazie ad essa Fizik può incorporare diverse zone “funzionali” all’interno della sella, migliorando in questo modo sia il comfort che le prestazioni del ciclista.

Dettagli, versioni e prezzi

Riepilogando, la Transiro Aeris Adaptive è disponibile nelle due versioni R1 e R3 e per entrambe sono disponibili le versioni per prove brevi e quella per prove più lunghe. Le selle della serie R1 sono quelle tecnologicamente più avanzate e che di riflesso hanno anche un superiore prezzo al pubblico.

Il modello “long distance” con naso da 55 mm nella versione R1 – cioè con scafo in nylon rinforzato al carbonio e binari in carbonio – ha un peso di 190 grammi e un prezzo consigliato al pubblico di 299 euro.

Il modello “short distance” con naso da 45 mm di larghezza, nella versione R1 – con scafo in nylon rinforzato al carbonio e binari in carbonio – pesa 159 grammi ed è proposto al pubblico a 299 euro.

Le versioni R3 di entrambi i modelli Transiro Aeris Adpative – che si differenziano da quelli R1 dai binari in Kium – hanno un prezzo di 259 euro.

Fizik

Cervélo P-Series, quando il triathlon si ispira al WorldTour

30.07.2024
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Tutto sommato Wout Van Aert ha conquistato il bronzo nella cronometro di Parigi in sella a qualcosa del genere (ma con doppia ruota lenticolare). E lo stesso Vingegaard, nonostante la taglia ridotta, nel Tour del secondo posto ha preso il secondo posto nella crono di Nizza sulla sua P5 da crono. Ebbene, forti dell’esperienza accumulata dagli atleti della Visma-Lease a Bike, gli ingegneri di Cervélo hanno tirato fuori dal loro autocad la nuovissima P-Series, che nasce per il triathlon, ma porta con sé il know-how della strada pro’.

Un bel vantaggio, tenendo conto della mole di lavoro effettuata in galleria del vento e le simulazioni con i celebri manichini del team olandese, che riproducono le sembianze dei campioni che le useranno in gara.

Ecco la versione montata con l’Ultegra Di2 e ruote Reserve a profilo differenziato
Ecco la versione montata con l’Ultegra Di2 e ruote Reserve a profilo differenziato

Massima personalizzazione

Trattandosi di una bici non riservata ad atleti professionisti, che quindi possono valersi del massimo della personalizzazione, la P-Series utilizza una forcella con tubo di sterzo a D interfacciata con attacco manubrio rotondo. Va da sé che questo consenta di utilizzare qualsiasi tipo di manubrio con l’attacco tondo, permettendo quindi a chiunque acquisti il solo kit telaio di procedere alla miglior personalizzazione possibile della parte anteriore.

Lo stack passa a 53 mm con la possibilità di inserire gli spessori necessari per raggiungere l’altezza necessaria e il fitting migliore.

Ugualmente ispirata al professionismo del WorldTour è la scelta di lasciare più spazio per il passaggio ruota. Questo consente di montare sulle ruote Reserve dal profilo differenziato (52-63 mm) pneumatici Vittoria fino a 29 mm, mentre nella versione precedente c’era spazio per pneumatici da 28. Stando alle osservazioni dei team professionistici, questo consente un miglioramento nell’aerodinamica e il conseguente risparmio di watt.

Doppio vano porta oggetti

Nata per il triathlon, quindi per atleti che devono poter risolvere in autonomia ogni possibile guasto, nella parte superiore del tubo orizzontale (subito dietro il cannotto di sterzo), troviamo il primo scomparto portaoggetti. E’ lo Smartpak 400, che fa parte della dotazione di serie, all’interno del quale il triatleta è solito tenere gel e rifornimenti, risparmiandosi la necessità di avere un body con le tasche, a tutto vantaggio dell’aerodinamica.

Inoltre, un secondo vano si… nasconde al di sotto del portaborraccia. Cervélo lo indica come luogo ideale per contenere una camera d’aria, un multi-attrezzo e due bombolette di CO2. Così facendo, oltre ad aver… risolto la necessità di trasportare i suddetti oggetti, si è trovato il modo per non montare alcun borsello sotto la sella, dove si può così posizionare la seconda borraccia.

Il kit telaio della Cervélo P-Series è appunto la base per altre cinque versioni
Il kit telaio della Cervélo P-Series è appunto la base per altre cinque versioni

Cinque versioni

Le versioni previste da Cervélo si differenziano per la scelta dei componenti e in base ad essi varia il prezzo di acquisto. Si parte dal solo kit telaio, che viene dotato di Forcella Taperedd P, la serie sterzo FSA, reggisella SP23 Carbon e perni passanti Cervélo Aero. Le misure disponibili sono 48-51-54-56-58-61.

Su questa stessa base, vengono allestite le bici complete. Si parte dalla versione montata con Shimano 105 (fanno eccezione i comandi Dura Ace), che ha entrambe le ruote Vision Team i23 Disc da 23 mm e pneumatici Zaffiro Pro V. Segue il montaggio 105 Race, con entrambe le ruote Reserve: 52 mm all’anteriore, 63 al posteriore. La P-Series con Rival Axs, quella con il 105 Di2 e con l’Ultegra Di2 che rappresenta il modello di punta della nuova serie di bici per il triathlon di Cervélo.

Cervélo

Felt IAx: la bici da triathlon che accontenta tutti

14.12.2023
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Felt presenta la sua nuova bici da triathlon: la IAx. Il marchio che opera sotto Pierer Mobility, è uno dei più importanti in questa disciplina. Un modello nato da tanta esperienza e che si integra in maniera chiara con la gamma Felt. IAx è una bici in grado di unire esperienza, tecnica elevata e pratica. Infatti risulta accessibile e semplice, in grado di soddisfare sia la praticità che le esigenze di alte prestazioni dei triatleti di tutto il mondo.

La forcella del modello IAx ha un design standard, così da avere una bici stabile in ogni condizione di vento
La forcella del modello IAx ha un design standard, così da avere una bici stabile in ogni condizione di vento

Storia

Il nuovo modello di casa Felt nasce dalla storica B2 e dalla IA 2.0. Quest’ultima, realizzata su misura per la triatleta Paula Newby-Fraser. Nel corso degli ultimi anni, Felt ha costruito telai all’avanguardia per il mondo del triathlon e non solo. La IAx prende forma dalla piattaforma IA, che con il suo design ha stabilito nuovi standard nel mondo del triathlon. 

Il modello IA originale è un punto di riferimento per questa disciplina, grazie alla sua velocità e alle sue prestazioni. Felt ha voluto fare un ulteriore passo in avanti, per estendere la sua tecnologia e le sue prestazioni ad un maggior numero di utenti

Su questo modello si può montare anche il gruppo SRAM Rival eTap AXS, con monocorona
Su questo modello si può montare anche il gruppo SRAM Rival eTap AXS, con monocorona

Pratica e veloce

L’obiettivo principale era ottenere la stessa velocità dell’iconica IA. Il nuovo modello IAx presenta un design estremamente aerodinamico, con un’area frontale che utilizza una forcella tradizionale. Una scelta che si allontana dalla classica forma a cono presente sui modelli IA e IA 2.0. 

La scelta della forcella si sposa con la necessità del triatleta di avere una bici stabile in ogni condizione di vento e con una maggiore accessibilità. Grazie al design semplificato e alla facilità di imballaggio e rimontaggio delle componenti, viaggiare con la IAx non è mai stato così semplice.  

Il modello IAx ha avuto un’ampia modellazione CFD con test nella galleria del vento, passaggio che ha contribuito a migliorarne le prestazione aerodinamiche. Ma non c’è stato solamente questo dettaglio. Felt ha curato molto anche l’accessibilità al portaoggetti posizionato sul tubo orizzontale. Si chiama CALpac 2.0 e garantisce la presa facile e veloce degli elementi essenziali per alimentazione e idratazione. Inoltre il set BTSpac, posto dietro al tubo sella, offre una soluzione ottimale per immagazzinare il kit di attrezzi per la riparazioni delle forature.

Felt

Watt 3D, la prima sella da triathlon stampata in 3D

04.11.2023
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Prosegue la ricerca di Selle Italia nell’ambito dei prodotti con cover stampata: ecco la nuova Watt 3D, la prima sella per il triathlon in 3D. Questo nuovo modello presenta la stessa forma della Watt già in collezione caratterizzate dal design aerodinamico che consente di mantenere una posizione di pedalata precisa ed efficiente anche per i 180 chilometri della frazione ciclistica di un triathlon. Scopriamo le innovazioni e i benefici di questa tecnologia, ormai asso nella manica del brand trevigiano. 

La tecnologia Superflow riduce i disturbi fisici causati da una prolungata pressione sulla zona perineale
La tecnologia Superflow riduce i disturbi fisici causati da una prolungata pressione sulla zona perineale

Il terzo successo

Dopo i successi di SLR Boost 3D presentata lo scorso anno e il lancio di Novus Boost Evo 3D, la nuova Watt 3D conserva la stessa forma di successo della versione precedente, ma con la copertina in 3D sviluppata con tecnologia Carbon DLS. Questa tecnologia ha permesso la realizzazione di zone di cushioning differenziato, create in base alla zona di contatto delle ossa ischiatiche sulla sella.

Questo perché la posizione che si tiene su una bici da triathlon impone l’utilizzo di un’attrezzatura specifica che consenta da una parte la massima espressione di performance, ma dall’altra anche il miglior comfort, visto che la frazione ciclistica può durare anche molte ore. Il pattern proprietario, quello utilizzato per Watt 3D è diverso da quello utilizzato per SLR Boost 3D e da quello per Novus Boost Evo 3D, perché differente è l’applicazione d’uso.

Due versioni

Prestazioni elevate in sinergia con un design unico declinato in due versioni. Dotata di inserto anti-slittamento per garantire il posizionamento fisso sulla sella, Watt 3D è disponibile con telaio in carbonio per la ricerca della massima performance. Oppure c’è anche con telaio in TI316, di resistenza e durata aumentate fino al 25% e peso ridotto del 15% rispetto ai telai tradizionali, con diametro 7 millimetri. 

Entrambe le selle hanno un foro centrale Superflow, che riduce la pressione nella zona perineale. Entrambe sono disponibili in un’unica taglia U3 idmatch. Le misure sono di 255 millimetri in lunghezza e 133 in larghezza. Il peso si attesta in 222 grammi per la versione in carbonio e di 256 grammi per quella in TI316. Il prezzo consigliato al pubblico per la Watt 3D con rail in carbonio è di 399,90 euro mentre per quella con rail in TI316 è di 319,90 euro. 

SelleItalia

Q36.5 vestirà la svizzera Ryf nel triathlon

29.05.2023
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Q36.5 procede nel suo inarrestabile percorso di affermazione nel mondo del ciclismo. Da una parte abbiamo il team professional che sta ben figurando alla sua prima stagione nel mondo dei professionisti. Dall’altra prodotti sempre più innovativi destinati a soddisfare le richieste di sportivi sempre esigenti. Ora l’azienda bolzanina ha deciso affacciarsi anche nel mondo del triathlon affiancando la forte campionessa svizzera Daniela Ryf.

Q36.5 ha deciso di affacciarsi anche nel mondo del triathlon, affiancando la campionessa svizzera Daniela Ryf.
Q36.5 ha deciso di affacciarsi anche nel mondo del triathlon, affiancando la campionessa svizzera Daniela Ryf.

Un palmares eccezionale

Per quanti ancora non la conoscono, è bene ricordare che Ryf ha saputo conquistare per ben quattro volte il campionato mondiale Ironman alle Hawaii. In carriera ha vinto in totale dodici titoli mondiali ed è considerata un’icona di spirito combattivo, serietà, passione e determinazione. In ben due occasione è stata inoltre nominata “sportiva svizzera dell’anno”.

Nell’ambito della nuova collaborazione con Q36.5, Daniela Ryf parteciperà alle prossime gare indossando il nuovo Body Triathlon del marchio bolzanino. 

Uno dei prodotti che andrà ad utilizzare sono le Unique Road Shoes
Uno dei prodotti che andrà ad utilizzare sono le Unique Road Shoes

Più di una ambassador

Nelle intenzione di Q36.5, Ryf non dovrà rivestire solamente il ruolo di ambassador del brand. Dovrà infatti contribuire con i propri feedback allo sviluppo di nuovi prodotti. A confermarlo è lo stesso Luigi Bergamo, CEO di Q36.5.

«E’ molto stimolante lavorare con i triatleti – ha dichiarato – perché sono orientati alla performance e prestano attenzione a molti dettagli importanti e a ciò che può essere migliorato. Vediamo la collaborazione come un’eccellente opportunità per testare il nostro abbigliamento e renderlo ancora più innovativo. Il dialogo settimanale con Daniela Ryf è molto importante per noi. Insieme testiamo gli indumenti e i materiali funzionali direttamente in galleria del vento. In questo modo, possiamo rendere la nostra collezione triathlon ancora più performante».

La Ryf potrà contare sulla qualità e la tecnica dei prodotti triathlon di Q36.5
La Ryf potrà contare sulla qualità e la tecnica dei prodotti triathlon di Q36.5

Non solo body

Il Body Triathlon di Q36.5 si caratterizza per la sua vestibilità e la qualità del tessuto scelto per realizzarlo. Il duplice obiettivo che è stato ottenuto è quello di ottimizzare l’aerodinamica e favorire la regolazione del calore. Grazie alla funzionalità del nuovo body, la Ryf ha potuto continuare ad allenarsi anche a temperature inferiori allo zero. 

Queste le sue prime parole dopo aver indossato il nuovo body: «La funzionalità dell’abbigliamento è impressionante: regola la temperatura per non surriscaldarsi in salita e protegge perfettamente il corpo dal vento e dal freddo in discesa”». 

Oltre al body, Q36.5 ha pensato anche alle scarpe. Daniela Ryf si allena e gareggia con il modello Unique. «Le scarpe Unique – ha commentato – sono facili da indossare e garantiscono una tenuta comoda e sicura del piede senza causare punti di pressione o intorpidimenti».

Parlando più in generale della sua collaborazione con Q36.5, la forte triatleta svizzera si è espressa in questo modo: «Sono molto entusiasta di collaborare con Q36.5. La loro attenzione ai materiali e all’innovazione tecnologica applicata all’equipaggiamento da ciclismo e triathlon è straordinaria. Indossare Q36.5 farà davvero la differenza quando si tratterà di stabilire un nuovo record mondiale. Sono certa che i prodotti e il know-how scientifico di Q36.5 mi aiuteranno in modo ottimale a superare i miei limiti». 

L’obiettivo stagionale per la Ryf sarà la conquista del quinto titolo mondiale IronMan
L’obiettivo stagionale per la Ryf sarà la conquista del quinto titolo mondiale IronMan

Calendario definito

La stagione 2023 della Ryf prevede molti appuntamenti già messi in agenda. La svizzera ha però puntato la sua attenzione in particolare su due obiettivi. Dopo aver vinto l’edizione di Kona già quattro volte, gareggerà per inseguire la sua quinta vittoria IronMan ai campionati del mondo previsti a ottobre. Il secondo grande obiettivo sarà quello di battere il record mondiale sulla lunga distanza, attualmente fissato a 8h18’13”.

Il nuovo Body Triathlon e le scarpe Unique sono disponibili online sul sito www.q36-5.com e nei migliori negozi di ciclismo. 

Q36.5

Quella mezza maratona di Wurf dopo la Roubaix…

21.04.2023
5 min
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Si è parlato non poco del post Roubaix di Cameron Wurf. E giustamente ci verrebbe da dire! Il corridore della Ineos Grenadiers infatti dopo essersi sciroppato 256 chilometri (di cui 55 sul pavé) ha pensato bene di aggiungere alla sua attività sportiva una mezza maratona. Qualcuno gli ha dato del folle, in realtà è stato molto meno folle di quel si possa pensare. Vediamo perché.

Anzi non una “mezza”, ma 400 metri di più per essere precisi. L’australiano infatti ha corso a piedi per 21,6 chilometri. Ma perché? Wurf è (anche) un triatleta. Tempo fa aveva smesso di essere un pro’. Al termine della stagione 2014, per sei anni è stato un triatleta a tutti gli effetti. Ha ripreso a correre nel 2020. Nel 2016 ha disputato il suo primo Ironman e non a caso è rientrato con la Ineos Grenadiers, squadra che da sempre cura molto la cronometro.

La doppia attività di Wurf postata su Strava: prima la Roubaix, poi la mezza maratona a piedi (passo 4’06” al chilometro)
La doppia attività di Wurf postata su Strava: prima la Roubaix, poi la mezza maratona a piedi (passo 4’06” al chilometro)

Wurf e l’Ironman

Ma facciamo però chiarezza sul tema dell’essere triatleta. Cameron infatti è uno dei migliori nell’IronMan, vale a dire il triathlon originario: quello che ha dato il via a questa disciplina, 3,8 chilometri di nuoto, 180 in bici e la maratona (42,195 metri) di corsa. E solitamente chi primeggia in questo tipo di triathlon non fa parte di coloro che puntano alle Olimpiadi (1,5 chilometri di nuoto, 40 in bici, 10 di corsa). Quello è un altro mondo. Un po’ come le marathon e il cross country in mtb.

«Sto cercando di migliorare la mia condizione in vista dei mondiali di Ironman – ha detto Wurf a Sporza – dopo la Roubaix avrei voluto correre un po’ di più, ma ormai si era fatto buio».

Wurf, ironicamente, aveva poi commentato sui suoi canali social: “Ora ho fame”. E poi aveva pubblicato su Strava la sua “mezza”.

Buon nuotatore, super ciclista (è suo il record della frazione in bici dell’Ironman), Cameron è anche un ottimo podista (foto Instagram)
Buon nuotatore, super ciclista (è suo il record della frazione in bici dell’Ironman), Cameron è anche un ottimo podista (foto Instagram)

Professionalità massima

Qualcuno ha criticato questa impresa istrionica. L’accusa? Poteva fare di più per Ganna. Se finisce una Roubaix e poi ha la forza di correre evidentemente non ha dato tutto.

In realtà lo stesso Wurf ha spiegato che prima di tutto ha corso per Pippo. Ha cercato di proteggerlo e di portarlo avanti. Poi quando la corsa è esplosa e Ganna era al sicuro, davanti con i big, Cameron ha iniziato la sua Roubaix.

«Negli ultimi 80 chilometri – ha continuato Wurf – ho iniziato a pensare al mio allenamento a piedi. Dopo la Foresta di Arenberg il mio compito era finito. Senza contare che proprio davanti a me c’è stata la caduta di Wright e Van Baarle. Da lì sarei stato comunque tagliato fuori. Arrivare al velodromo non dico che sia stata una passeggiata, ma neanche ho dovuto forzare al massimo».

Alla fine il trentanovenne della Tasmania, dove il triathlon è qualcosa di “sacro”, ha chiuso la Parigi-Roubaix nelle retrovie a 22’44” da VdP.

Obiettivo Nizza

Cosa può davvero ottenere Wurf all’Ironman iridato di Nizza del prossimo 10 settembre? Cameron viene da un undicesimo posto. Il suo obiettivo è migliorare, ma nel triathlon come il ciclismo l’asticella si è alzata parecchio. Americani, sudafricani e molti suoi connazionali appartengono a team semiprofessionistici. O meglio, grazie a degli sponsor personali riescono ad allestirsi degli staff per fare la vita da atleti a tempo pieno ed essere di fatto dei pro’.

«Lo scorso anno – ha detto Wurf – sono stato al di sotto delle mie aspettative e per questo cerco di fare questo tipo di allenamenti estremi. Voglio alzare il mio livello. Il mio obiettivo è quello di centrare una top cinque. E quanto fatto la domenica della Roubaix è abbastanza simile ad un Ironman».

Tra gara e mezza maratona in allenamento, Cameron è stato in attività per circa sette ore e mezzo. La durata media di un Ironman per un atleta del suo livello è di circa otto ore, molto dipende poi dalle condizioni meteo, del mare, dalle caratteristiche del percorso (specie in bici)… Per questo possono esserci anche differenze di 20’, in più o in meno per atleta, a parità di condizioni fisiche dello stesso.

A conti fatti dunque Wurf e la Ineos – ricordiamolo che in tempi di marketing nulla è vano – non sono stati poi così folli.

Dinamo promossa all’esame del triathlon: il test di Passuello

22.08.2022
5 min
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Abbiamo constatato tramite le due testimonianze di Samuele Rivi che gli integratori Dinamo sposano benissimo le esigenze dei corridori. Così come ci siamo resi conto che la loro originalità ha bisogno di tempo per fare breccia nel gruppo, dove anni di consuetudini spingono gli atleti a fare e mangiare quel che si è sempre fatto e mangiato. Salvo stravolgere le abitudini quando la squadra vincente di turno indica una via alternativa. Per questo e visto l’interesse dell’azienda lombarda anche verso la corsa a piedi, questa volta spostiamo l’attenzione sul triathlon.

I lettori più attenti ricorderanno che a metà aprile avevamo raccontato l’avventura di Domenico Passuello, ex pro’ alla Quick Step e ora campione italiano di specialità, ai mondiali di duathlon. Così lo abbiamo ricontattato, proponendogli di effettuare un test con i prodotti Dinamo, curiosi di riceverne i feedback. Il dialogo che segue racconta due mesi (circa) di allenamento.

Abbiamo chiesto a Domenico Passuello di provare gli integratori Dinamo con l’occhio del triatleta
Abbiamo chiesto a Domenico Passuello di provare gli integratori Dinamo con l’occhio del triatleta
Intanto le impressioni generali, cosa ti è parso?

Ho trovato una grande facilità di uso. Normalmente quando faccio tanti chilometri, alterno gli alimenti. Posso fare come si usava un tempo, quindi mangio qualche paninetto o il pezzo di crostata. Invece adesso mi veniva da mangiare continuamente queste barrette. Perché sono pratiche e soprattutto, visto che non sono ricoperte da cioccolato, non hanno il problema di sciogliersi con il caldo.

Dal punto di vista nutrizionale?

Hanno delle buonissime calorie, carboidrati e grassi bilanciati, che non è facile. Ma soprattutto sono buone, mentre quelle non ricoperte di solito sono tremende. Queste si sciolgono in bocca. Di solito la barretta è anche un po’ difficile da buttare giù, specialmente se è molto complessa. Invece queste praticamente le ho macinate. E poi ci sono i gel. Apparentemente sembrano simili agli altri, però in realtà io non mi sento questo pastone nello stomaco. E considerate che mi capita di prenderne anche dieci insieme.

Che cosa?

Anche nel triathlon o nel duathlon, dobbiamo viaggiare come fanno ora anche nel ciclismo, quindi con un quantitativo molto alto di carboidrati l’ora. Però abbiamo il limite di non avere dietro l’ammiraglia, sia nella corsa sia in bici. E anche il limite che i rifornimenti previsti dall’organizzazione non sempre sono all’altezza. Per cui preferibilmente portiamo le nostre cose, mettendole dove si può. E con i gel facciamo così. Di solito abbiamo due borracce e in una delle due vuotiamo 10 gel e li allunghiamo con l’acqua. Ce la teniamo lì e ad ogni sorso buttiamo giù 50 calorie, 30 grammi di carboidrati. Facciamo il conto di quanti ce ne servono e con quella borraccia riusciamo a coprire un po’ di ore. Poi magari mangiamo anche il solito, abbiamo l’aggiunta di altri gel…

Nella corsa si usano preferibilmente i gel, a meno di non dover disputare delle ultramaratone
Nella corsa si usano preferibilmente i gel, a meno di non dover disputare delle ultramaratone
Non è pesante?

In generale quando prendi tutta questa roba non usi il misurino: bevi e basta e potresti aver problemi di stomaco. Invece con i gel Dinamo mi sono trovato benissimo. Sono leggeri e non sono… papponi un po’ mielosi. Anzi, Dinamo ha un gel al gusto di miele, ma quello è buono come alternativa,  perché essendo un po’ salato rompe il gusto di integratori che sono tutti dolci.

Il salato da affiancare al dolce, interessante…

Ci sono ad esempio le mandorle con la masala, una spezia. Sono eccezionali in bici e anche con un prosecco accanto. Scherzo, ovviamente, però sulla bici abbiamo un piccolo box di plastica in cui portiamo dietro qualche scorta. E durante lo sforzo c’è bisogno anche di grassi buoni e se riesci a portare anche qualcosa che gratifica il palato non è male. Spesso non riesci ad alimentarti di continuo per tanti motivi e se c’è qualcosa che rompe tutto quel dolce, ti aiuta ad andare avanti.

Nella corsa si mangia come in bici?

Nella corsa si usano prevalentemente i gel, a meno che tu non faccia le ultramaratone in cui c’è bisogno di un supporto più sostanzioso. Invece, se posso, ho trovato molto interessanti anche i prodotti Dinamo da usare nella vita quotidiana. Sono buonissimi e a me sembra di sentire un gran benessere fisico. Aggiungiamo che uscivo dal Covid, quindi mi sono sentito particolarmente bene. Difficile da descrivere e far capire, ma resta la sensazione. Diciamo che certe prestazioni sono capace ugualmente di farle, ma cambia l’usura dell’organismo. La macchina da corsa va comunque a 200 all’ora, ma se usi l’olio giusto, il motore si usura meno.

Alla fine dell’allenamento, l’uso delle capsule Post-Activity agevola il recupero
A fine allenamento, l’uso delle capsule Post-Activity agevola il recupero
Cosa hai provato dei prodotti per il recupero?

Ho usato terra le capsule Post-Activity e a livello muscolare mi hanno dato un bel benessere. Come è buonissima la tisana di corteccia, il Lapacho. Quello è veramente eccezionale, infatti l’ho ordinato. Regola la sudorazione e mi dà l’idea che svolga una bella azione drenante. Faccio un esempio pratico. Di solito mi sveglio di notte perché devo fare la pipì e magari mi fa male perché l’ho trattenuta. Da quando prendo quella tisana, che secondo me è anche un buon antinfiammatorio, non ho più problemi. La sensazione è che siano prodotti che supportano la prestazione, ma siano capaci di ripristinare l’equilibrio del corpo.  

A questo punto arriva l’avvocato del diavolo: sei sempre stato sincero?

Ecco, vorrei fosse chiaro che questa intervista non è una marchetta, non avrebbe avuto senso farla. Abbiamo fatto un test. Posso dire che sono prodotti più costosi della media, ma sono un tipo di integratori che io comprerei per conto mio. Da quando li ho assaggiati mi hanno risolto il problema del gusto e della leggerezza. Il gel al caffè è buonissimo. Sono prodotti naturali e anche quando devo prenderne tanti, non sento tutto questo… dolcione in bocca, come succede con altre marche. I corridori sanno cosa vuol dire avere in bocca e nello stomaco quei gel che non vanno giù e devono bere una Coca Cola per scioglierli e digerirli.

Ai primi di aprile, Passuello ha vinto il campionato italiano di Duathlon a Pesaro
Ai primi di aprile, Passuello ha vinto il campionato italiano di Duathlon a Pesaro
Che cosa significa che sono naturali?

Un conto è fare una corsetta di 10-15 chilometri e prendi un gel. Un conto, come capita a me, è fare allenamenti tirati di 25 chilometri, con dentro ripetute da 1.000 metri. E se ti alleni a 35 gradi, con il caldo che ti scioglie la pelle, e prendi 2-3 gel, lo senti subito se ti danno fastidio. Ecco, li ho provati in modo anche un po’ estremo. Le barrette in tasca non si sciolgono. E anche i gel li ho digeriti facilmente. Non ho avuto la sensazione di mandare giù prodotti chimici.