G.S. Caneva e Miche: la collaborazione è ok!

29.07.2021
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Continua spedito l’impegno di Miche a supporto del ciclismo giovanile. Come procede veloce e soddisfacente la collaborazione che lo stesso, storico marchio veneto produttore di componenti ed accessori, ha in essere con una delle società sportive più celebri del nostro paese: il G.S. Caneva.

Miche è al fianco dei ragazzi del G.S. Caneva
Miche è al fianco dei ragazzi del G.S. Caneva

Giochi e il Caneva di domani

Oggi la Gottardo Giochi Caneva è una società che opera con allievi e juniores. Dall’anno scorso ha rivolto lo sguardo anche ai giovanissimi, non ancora con finalità agonistiche, ma per il gusto di mettere in bici anche i più piccoli. A coordinare il progetto c’è Michele Biz, il figlio del grande Gianni, storico dirigente della compagne friulana.

«Siamo davvero molto contenti del nostro progetto – ha dichiarato a bici.PRO Michele Biz – e per questo andiamo avanti a costruire. Posso felicemente ammettere che abbiamo degli amici, più che dei partner, come sponsor. Brand che credono nel progetto e senza i quali non si potrebbe fare molto. Tra questi mi piace citare Miche, il cui supporto per noi è davvero essenziale: un’azienda dove si respira ciclismo e dove la storia e la tradizione per le corse ha un significato ben preciso. Speriamo di essere bravi a ricostruire quella grandezza che abbiamo vissuto qualche anno fa. Noi ce la mettiamo davvero tutta, così che anche domani i ragazzi di oggi abbiamo il senso di appartenenza dei ragazzi della Caneva di ieri».

Ogni componente del brand veneto supera severi test di qualità
Non solo grandi prodotti, ma anche grande passione. Per questo Miche è vicina al ciclismo giovanile grazie alla collaborazione con il Caneva
Ogni componente del brand veneto supera severi test di qualità

Qualità e affidabilità Miche

Da più di cent’anni la Miche e la famiglia Michelin giocano un ruolo importante nella grande tradizione ciclistica italiana, avendo iniziato la propria produzione di biciclette nel lontano 1919, per poi passare negli anni a quella di moto e componenti per biciclette. La storia di Miche è dunque legata a quella tradizione.

E’ una storia fatta di passione alla quale sono state ben associate nel tempo le più recenti tecnologie produttive e un forte desiderio di rinnovamento per rendere omaggio a chi, quotidianamente, condivide la passione per il ciclismo. «Persone – affermano in Miche – alle quali siamo orgogliosi di mostrare l’efficienza del nostro processo produttivo, la nostra attenzione per l’innovazione e a cui ci rivolgiamo attraverso un’accurata gestione del cliente».

Miche è sempre presente anche sul territorio, con fiere ed expo nei vari eventi di settore
Miche è sempre presente anche sul territorio, con fiere ed expo nei vari eventi di settore

“We Race Together”

“We Race Together” (corriamo insieme): è questo lo slogan, la bella motivazione che spinge l’attività quotidiana di Miche nel settore della produzione di componenti alta gamma. Realizzare prodotti di qualità rappresenta la mission aziendale di Miche, un obiettivo certificato dai test dei laboratori interni all’azienda e nel pieno rispetto dei rigorosi standard che il sistema qualità Miche stesso prescrive.

Tutti i componenti Miche, che siano ruote, guarniture, ingranaggi oppure accessori, vengono sviluppati utilizzando evoluti programmi CAD, per poi prendere forma su stampanti 3D e – una volta realizzati – devono superare ripetuti test di collaudo nelle più gravose condizioni di utilizzo. E questo a totale garanzia anche dei più attenti consumatori.

miche

Open Bike Fest

Open Bike Fest, presentazione in diretta

26.02.2021
2 min
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E’ arrivato il grande giorno della presentazione. Sulla scia del successo riscontrato dal modello di evento “expo&test”, nasce a Treviso una nuova manifestazione 100% dedicata alla bicicletta. In programma dal 11 al 13 giugno presso la perfetta struttura espositiva Opendream.

Mondo bici

Open Bike Fest – questo il nome dell’iniziativa- sarà esposizione sia indoor che outdoor dei grandi marchi delle due ruote. Test-bike sui percorsi road, gravel, e-bike e Mtb di un’area naturalmente vocata alle due ruote. A cominciare dall’incontro “naturale” con la Treviso-Ostiglia, la stupenda ciclabile che letteralmente attraversa la zona expo. Senza dimenticare le aree tematiche dedicate alle esperienze ciclabili sul territorio. Alla cultura. Alla formazione. All’approfondimento sul mondo delle due ruote. E alla scoperta di tutte quelle eccellenze turistiche ed enogastronomiche che caratterizzano Treviso, il Veneto e l’Italia

Open Bike Fest, la location è all’interno dell’area ex Pagnossin a Treviso
L’Open Bike Fest si svolgerà < Treviso

OBF e bici.PRO

Il primo appuntamento per poter entrare in contatto con Open Bike Fest, per scoprirne – anche se solo virtualmente – l’area espositiva, e per poter conoscere il team organizzatore, è quello di oggi alle 11,30. Una presentazione alla quale siete tutti calorosamente invitati!

bici.PRO è doppiamente partner dell’evento. In primis come web media di settore. E poi come responsabile commerciale dell’iniziativa, alla quale si potrà partecipare scegliendo una tra le tre distinte opportunità espositive denominate Area, Stand e Box.

Come ci ha raccontato nei giorni scorsi il presidente di OBF Luca Businaro, gli ultimi nodi saranno sciolti attorno alla metà di marzo quando, verificata la situazione del Covid e le eventuali restrizioni, si deciderà se procedere nel 2021 o rimandare al 2022.

Open Bike Fest, facciamo il punto con il presidente

23.02.2021
4 min
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Luca Businaro, classe 1971, è stato da sempre un grande appassionato di sport. Presidente per 8 anni di AssoSport (l’Associazione nazionale dei produttori di articoli sportivi), inizialmente il cuore batteva soprattutto per il rugby e lo sci. Di recente tuttavia s’è trovato catapultato nel ciclismo come presidente di OBF, l’Open Bike Fest trevigiano, di cui avevamo già iniziato a raccontare qualche tempo fa. Non è proprio semplice mettere in piedi una tale organizzazione nel periodo Covid – fra eventi pedalati, esposizione ed enogastronomia – così siamo andati a vederci più chiaro, facendoci raccontare il punto della situazione e le prospettive concrete, approfittando di un tono di voce sereno e davvero disponibile.

Luca Businaro, classe 1971, Presidente di OBF
Luca Businaro, classe 1971, Presidente di OBF
Prima domanda: quando Businaro arriva in OBF è già tutto pronto oppure c’è ancora tanto da fare?

C’era un embrione di progetto, da cui siamo partiti a più mani. Il settore bici tira molto a livello industriale, con una crescita che dalla pandemia in avanti è a doppia cifra. Abbiamo pensato di coniugare questo dato con un territorio che si addice al ciclismo e può mettere a bilancio, come contraltare alla produzione di bici, il turismo e l’enogastronomia. L’idea funziona.

Non è un mistero che si abbia tutti una gran voglia di ripartire, qual è stata la risposta del territorio?

C’è una grandissima voglia di un evento di questo tipo, che ben si sposa con il trevigiano. E sarà un evento destinato a durare, si aggiornerà anno dopo anno, andando a pescare in un tessuto produttivo e turistico locale che è già importante però vorrebbe uscire dalla nicchia per diventare più internazionale. Questa continuità è ciò che invoglia a crederci.

Avete avuto risposte positive dalle aziende?

Le aziende, come tutti del resto, hanno bisogno di uscire. Vediamo già sui social la grande voglia di esserci. In una fase storica in cui la nostra vita si svolge sul web, avere un’area espositiva fisica e così ampia come l’ex Pagnossin (fabbrica di ceramiche dismessa nell’area circostante l’aeroporto di Treviso, ndr) è molto importante.

Ma c’è di mezzo il Covid…

A dire il vero, OBF ben si sposa con le richieste di attenzione del periodo. Si svolge tutto all’aperto in spazi immensi. Per ora quindi, stando alle normative del momento, si riuscirà a fare tutto com’è nelle nostre idee, mettendo in atto i necessari controlli e gestendo flussi e sanificazione degli spazi. Se servisse il tampone per entrare, già significherebbe non avere libertà di movimento. Quello che ancora incide è l’incertezza se a giugno la situazione sarà effettivamente più aperta. Per cui diciamo che il Covid non condiziona l’evento, ma a marzo dovremo guardarci negli occhi e prendere una decisione.

Perché marzo?

Perché abbiamo tracciato una linea tre mesi prima dell’evento, che è un periodo cruciale per rispetto verso le aziende che hanno scelto di crederci e un tempo tecnico per noi che dobbiamo organizzare l’evento. Il pubblico avrebbe bisogno di minor preavviso.

State ottenendo appoggio dalle Istituzioni?

La Regione Veneto sta definendo l’entità dell’appoggio economico. I grandi eventi sono competenza del Presidente Zaia e la nostra speranza è che si tratti di un contributo significativo per avere di conseguenza una miglior ricaduta sul territorio. Di sicuro a livello di Autorità Locali hanno compreso perfettamente la portata dell’evento, soprattutto in favore della produzione alimentare locale.

Fermarsi, stazione di servizio…
Fermarsi, stazione di servizio…
Già, perché l’industria ciclistica tira, ma l’accoglienza e l’enogastronomia soffrono, stanti i mille divieti…

Si parla tanto di alimentare che tira, esatto, ma si omette di dire che si sta parlando della grande distribuzione. La produzione locale è ferma o comunque non trova sbocchi, non si vede l’ora di ripartire.

A metà marzo si decide: è prevista un’opzione di programma ridotto per stare eventualmente nelle regole?

No, nel dubbio rinviamo. Vogliamo organizzare un grande evento in modo professionale, per cui dovrà essere come lo abbiamo pensato. Vogliamo evitare un flop e di svilire la nostra immagine. Se non sarà nel 2021, sarà certamente l’anno successivo. Un pensiero per volta, lavoriamo perché la prossima edizione si svolga fra tre mesi.

Open Bike Fest, Zanardo

Open Bike Fest, l’evento che non c’era. Ma perché?

19.01.2021
4 min
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Open Bike Fest, l’evento che non c’era. E’ questo lo slogan per descrivere ciò che accadrà a Treviso dall’11 al 13 giugno. La base logistica sarà Opendream, l’ex area industriale Pagnossin, situata vicino all’aeroporto di Treviso e a due chilometri dal centro, con accesso diretto alla Treviso-Ostiglia, una delle ciclabili più belle del Nord Est. Una superficie di 38.000 metri quadrati da cui le 4 anime del ciclismo spiccheranno il volo seguendo le attività proposte. Un po’ fiera, un po’ scoperta. Come è nato l’evento che non c’era? E quali sono gli obiettivi che persegue?

«L’idea è venuta a un imprenditore di nome Damaso Zanardo (sulla sinistra nella foto di apertura, assieme a Mario Conte, sindaco di Treviso, e all’Assessore Regionale Federico Caner) che opera nel settore della logistica e che ha rilevato l’ex-Pagnossin di Treviso, un’azienda specializzata in ceramiche che a suo tempo sponsorizzò anche il basket. Quando l’azienda chiuse, i capannoni rimasero abbandonati, fino a questa rinascita».

Parla Maurizio Evangelista, che già abbiamo conosciuto nel suo ruolo al Tour of the Alps, chiamato a coordinare le forze che daranno vita a Open Bike Fest.

Ecco un rendering di come Open Dream accoglierà il pubblico di OBF
Ecco un rendering di come Open Dream accoglierà il pubblico
Qual è l’idea di partenza?

Coniugare nello stesso evento il cibo e la mobilità dolce. L’eccellenza enogastronomica come gate di ingresso a qualcosa che riguarda la bicicletta. Non sarà un’attività spot, nel senso che l’obiettivo è la nascita di un polo permanente, in cui i bambini possano pedalare liberamente, trovando la pista di pump-track, ad esempio, e tutto ciò che può essere propedeutico al ciclismo. All’interno c’è già la bottega del ciclista, il bike bistrot e presto ci saranno altre infrastrutture, compreso un villaggio del gusto che sia volano per le realtà produttive locali. La location si presta incredibilmente per gli eventi, anche se il momento non è dei più facili. E comunque proprio per scongiurare gli assembramenti, vale la pena sottolineare che Opendream sarà soltanto la base logistica.

Chi è questo Damaso Zanardo?

Un imprenditore con la passionaccia per il ciclismo, in un territorio in cui la bicicletta è una cosa viva. Treviso è sinonimo di ciclabilità sportiva, ma c’è forte anche la spinta verso il cicloturismo. Questo evento è un segnale forte per portare avanti il filone.

Il complesso ex-Pagnossin si trova vicino alla ciclabile Trevisto-Ostiglia
L’ex-Pagnossin è vicino alla Trevisto-Ostiglia
Cosa si farà a Open Bike Fest?

Expo Test, con gli stand della aziende del settore. Lo svago, magari per i più piccoli, con ogni tipo di animazione su due ruote. Cultura, raccontando la storia della bicicletta con l’esposizione di esemplari vintage ma anche attraverso il racconto di personaggi celebri. Business, perché dovrà essere un volano per l’economia. Gusto, perché si scopriranno le piccole e grandi aziende che parteciperanno. E poi Think-Tank, con i suoi workshop alla presenza di personaggi di spicco.

In che senso Opendream sarà solo la base logistica?

Nel senso che l’evento è fatto per andare fuori. La struttura sarà l’hub in cui ci saranno i servizi informativi e di svago per i bambini, ma i percorsi per bici da strada, Mtb, gravel, urban ed e-Bike porteranno fuori.

Il Covid potrebbe essere un ostacolo?

All’interno ci sono spazi immensi, se avessimo problemi di assembramento vorrebbe dire che l’evento ha richiamato davvero una folla enorme. In ogni caso la situazione è un po’ particolare, non bisogna farsi prendere dal panico, visto che mancano 5 mesi e magari la campagna dei vaccini per allora sarà più avanzata. Semmai ci sarà da intervenire sulla programmazione per far fronte agli eventuali problemi.

Open Bike Fest
L’interno dei capannoni offre superfici coperte di 38.000 metri quadrati
Open Bike Fest
L’interno dei capannoni offre superfici coperte di 38.000 metri quadrati
Treviso ha accolto bene l’idea?

Decisamente sì, anche grazie al fiuto e al tempismo di questo imprenditore. Il tessuto produttivo ha colto l’opportunità, perché si tratta di un evento trasversale. C’è la bici. Ci sono le colline del Prosecco e gli itinerari, come la Strada del Radicchio. Un evento che si sposa benissimo con il turismo slow. Le aziende di settore sono interessate soprattutto per quello che va oltre l’evento.

Perché definirlo l’evento che non c’era?

Perché è diverso dal Bike Festival, ad esempio, che ha solo la mountain bike, mentre qui ci sono 4 filoni. Negli altri eventi manca la parte dell’approfondimento, la formazione per gli addetti ai lavori e una ricaduta sul pubblico. Ci saranno dei talk con personaggi dello sport, dello spettacolo e della società civile, per i quali la bici è diventata uno stile di vita. Per questo è l’evento che non c’era. Per questo e per molto altro…

Lorenzetto: non togliete il divertimento dal ciclismo

17.01.2021
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Quando Biagio Conte giorni fa fece il nome di Mirco Lorenzetto, fra quelli dei tre direttori sportivi della Work Service (il terzo è Emilio Mistichelli nelle Marche), l’idea di chiamarlo per approfondire il suo ruolo scattò quasi all’istante.

«Lorenzetto – disse Conte – seguirà in modo più diretto gli under 23».

Dato che la Work Service ha ormai completato la filiera dagli juniores alla continental, eravamo curiosi di sapere come siano fatti i corridori di primo anno che approdano fra gli under 23. Dato che a detta di molti, le criticità degli juniores sarebbero alla base del logorio dei ragazzi.

Per Mirco Lorenzetto, 7 vittorie in 8 anni da professionista
Mirco Lorenzetto
In 8 anni di professionismo, per Mirco Lorenzetto 7 vittorie

Lavoro e passione

Mirco lo troviamo su uno dei camion dell’azienda di famiglia, la Site Impianti, che fa impianti elettrici di case e strade. Sta portando via la terra di uno scavo fuori programma e intanto racconta. Dopo 8 anni da professionista e 7 vittorie, il lavoro è da tempo centrale nelle sue giornate. Tuttavia il ruolo di direttore sportivo è legato alla passione per il ciclismo e per questo gli dedica il sabato e la domenica e semmai una o due mezze giornate infrasettimanali.

«Stare accanto ai più giovani – dice – non è una passeggiata. Sono tutti da costruire, hanno tanto da imparare. E come tutti i ragazzi di 18 anni hanno la presunzione di sapere tutto. E più sono stato seguiti negli juniores e più si sente forte la batosta del cambio di categoria».

Work Service 2020
La Work Service alla Vicenza-Bionde, una delle classiche venete rimaste in piedi nel 2020
Work Service 2020
La Work Service alla Vicenza-Bionde, una delle classiche rimaste nel 2020
E’ così per tutti?

Negli ultimi due anni stanno arrivando più umili, segno che nella categoria juniores c’è chi inizia a capire qualcosa. Per fortuna anche lì ci sono dei direttori sportivi giovani, che hanno corso e seguono i ragazzi ripensando ai loro errori e alle loro esperienze.

Come è fatto lo junior di secondo anno che arriva alla continental?

Dal punto di vista atletico sono a posto, anche troppo. Ma sono… denutriti per quel che riguarda il resto dello sport. Ci sono degli aspetti che andrebbero costruiti da ragazzini e su cui invece ci troviamo a dover lavorare. Ad esempio la capacità di guida e lo stare in gruppo, che si sviluppa da piccoli quando il ciclismo è divertimento. Da under 23 hai meno tempo per giocare, perché livello e ritmo si alzano.

Hai parlato di divertimento.

Penso a quei direttori sportivi che già nelle categorie giovanili impostano l’attività come fosse un lavoro. Da ragazzi devono divertirsi, giocare con la bici. Nei miei anni era difficile andare in pista, l’ho scoperta tardi e ho capito che sarebbe stata un utile divertimento. Ora c’è la Bmx, avrei voluto farla anche io, ma non era contemplata in una mentalità italiana che era piuttosto ristretta. E in certi contesti lo è ancora.

Al Giro di Sardegna del 2009, Lorenzetto batte Gasparotto e Petacchi nella 1ª tappa
Al Giro di Sardegna del 2009 batte Gasparotto e Petacchi nella 1ª tappa
Basta guardare le resistenze che ha trovato Aru con il cross…

A quello pensavo. Eppure Missaglia, che ha smesso da poco, dovrebbe aver fatto questi ragionamenti e dovrebbe capire che la bici può anche essere divertimento e che se un corridore si diverte, rende anche meglio. Per questo tante volte preferisco andare in cantiere e non alle corse. Il ciclismo è rimasto vecchio. Si sta adeguando nelle categorie giovanili. Inizialmente perché la Federazione li costringe e poi perché ci prendono gusto.

Ai ragazzi interessa conoscere la tua storia di corridore?

Molto e se anche non gliela dico io, grazie a internet possono scoprire tutto. Ma non vogliono sapere delle vittorie, piuttosto l’aspetto organizzativo. Come ci allenavamo, cosa mangiavamo. Io per esempio ho capito tardi l’importanza dell’alimentazione e adesso posso spiegargli quali sono gli errori in cui non cadere. In certe fasi dell’anno, la paghi anche se sgarri un giorno solo.

Aver corso in bici è importante?

Se hai sviluppato quello che ti hanno spiegato e hai elaborato le esperienze fatte, è come una laurea.

Il 2009 è l’anno magico di Lorenzetto: anche Bennati finisce nella rete
Il 2009 è l’anno magico: anche Bennati finisce nella rete
Quanto tempo dedichi alla squadra?

Per ora, anche a causa del Covid, il 99 per cento è dedicato al mio lavoro, il resto al ciclismo. Ma con Levorato mi piace lavorare, per cui la mattina mi alzo alle 6 e comincio la giornata facendo programmi sportivi. Abbiamo anche provato a prendere Francesco Romano, che la Bardiani non ha confermato, ma alla fine torna alla Palazzago, che è diventata continental.

Perché un corridore come Romano, che è stato anche azzurro U23, resta a piedi dopo soli due anni da pro’?

Perché li fanno passare al secondo anno da U23 e poi non gli danno il tempo di crescere. Romano ha compiuto 23 anni a luglio, io credo che avrebbe avuto bisogno di altro tempo, soprattutto dopo l’anno del Covid.

La famiglia come sta?

Alla grande, grazie. Barbara ed io abbiamo una bimba di 4 anni che si chiama Sofia e non farà mai la ciclista, anche se quando guarda le corse in tivù, fa certe feste… Chissà, magari è lo scorrere dei colori che la incanta.

Luciano Rui, Marco Frigo, 2019

E alla fine Rui porta Zalf tra le continental

29.10.2020
4 min
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Alla fine sta per cadere anche l’ultimo baluardo del vecchio dilettantismo italiano: la Zalf Desiree Fior diventa continental. E siccome non si tratta di voltare le spalle alla gloriosa storia della squadra di Castelfranco, ci permettiamo di salutare la novità con un applauso. Da troppo tempo infatti i corridori avevano smesso di considerarla un approdo che agevolasse l’accesso al professionismo. E questo indubbiamente significava tradirne la tradizione.

«Per questo motivo – spiega Luciano “Ciano” Rui, carismatico direttore sportivo del team – negli ultimi anni abbiamo perso corridori come Dainese, Battistella e Frigo (i due sono insieme in apertura, foto Scanferla), che ha vinto la maglia tricolore e se l’è portata in Olanda. Loro me lo hanno detto in modo esplicito. Siamo riusciti a trattenere soltanto Moscon, grazie all’attività con i professionisti svolta con la nazionale. E speriamo che qualcuno vada a riprenderlo, Gianni. Era duro di testa allora, temo lo sia rimasto…».

Alessio Portello (Borgo Molino Rinascita Ormelle), Go Rinascita 2020
Alessio Portello, nuovo acquisto, vincitore del Gp Rinascita 2020
Alessio Portello (Borgo Molino Rinascita Ormelle), Go Rinascita 2020
Portello, nuovo acquisto, al Gp Rinascita
Insomma, vi siete decisi…

E’ stata versata la fideiussione, direi che ormai è fatta, anche se ci siamo mossi nel momento più sciocco, con questo Covid ancora nell’aria. Però serviva una svolta, per non perdere i giovani che cresciamo e poi vanno via. Dà fastidio rendersi conto che la Lotto Under 23 non sia continental, ma loro sono il vivaio di una WorldTour…

E poi all’estero ti fanno correre lo stesso.

Qua invece alcuni organizzatori hanno la puzza sotto il naso e altri per correre ti chiedono di pagarti le spese. Ma va bene, si doveva fare e si farà.

Quanti corridori avrete?

Saranno in 15 e sull’ammiraglia torna Faresin. Gianni se ne era andato per fare esperienza continental, ma ha visto che con i corridori lontani da casa non riusciva a seguirli come voleva. Lui sarebbe rimasto se fossimo già stati continental. E assieme a Gianni, tornano a casa suo figlio e Zurlo.

Dici che sarà amore tra Faresin e Contessa, che gli è subentrato l’anno scorso?

Posso dire che sto… mescolando la pasta. Io farò un passo indietro, diventando più manager che tecnico, e ho cominciato a raccomandargli che dovranno lavorare nell’interesse della società. Faresin è super motivato, Contessa ha l’entusiasmo del giovane. Speriamo bene. La squadra del resto è sempre la stessa. Faremo solo corse importanti, qualcosa tra i pro’ e qualcosa all’estero.

Ben figurare tra i pro’ vale quanto vincere una corsa del martedì?

Probabilmente è anche meglio, spero lo capiscano gli sponsor. Ma certo dovremo fare esperienza. Saremo con loro alla partenza, magari non saremo tutti all’arrivo, ma per crescere serve ragionare così.

Edoardo Zambanini, Zalf Desiree Fior, Giro d'Italia Under 23, 2020
Edoardo Zambanini ha conquistato la maglia bianca Aido del Giro
Edoardo Zambanini, Zalf Desiree Fior, Giro d'Italia Under 23, 2020
Zambanini, miglior giovane del Giro U23
Su quali nomi puntate?

E’ arrivato Gabriele Benedetti, che nel 2019 alla Mastromarco aveva fatto due vittorie e cinque podi, poi è passato alla Casillo e non ha brillato, ma ha tanto da dare. Abbiamo preso un paio di buoni juniores, Moro e Portello dalla Borgo Molino. E non dimentichiamo Zambanini, che ha vinto la maglia bianca al Giro d’Italia U23.

Al Giro è arrivata anche la maglia rossa di Colnaghi. Come hai vissuto la sua positività?

Male. Ha fatto una cavolata, ma non me ne lavo le mani. Abita vicino a Spreafico, entrambi positivi allo stesso integratore comprato su internet. Non capisco perché rovinarsi la carriera, dopo essere stato in nazionale e avere delle prospettive. Gli ho parlato da padre. Gli ho consigliato di andare in procura e raccontare la verità, sperando che trovi qualcuno che capisca e non abbia la mano troppo pesante. La domanda che mi faccio è se l’abbiano fregato, nel senso che non c’erano avvisi sul prodotto, oppure no. Internet è un posto rischioso, ma peggio ancora è la mentalità di cercare certe cose.

Correrete ancora con bici Pinarello?

Sì, avremo le F12 con freno a disco. Fausto ci teneva ad avere una continental a Treviso. Il futuro ha i freni a disco. A parte Ineos che fa come vuole, hai visto che al Giro le avevano tutte così? E voi come andate con bici.PRO?

Si lavora, Ciano, si mena e si spera di conquistare pubblico.

– Solo sul web, giusto? Come per i freni a disco. Il futuro è sul web. In bocca al lupo.