Open Bike Fest, Zanardo

Open Bike Fest, l’evento che non c’era. Ma perché?

19.01.2021
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Open Bike Fest, l’evento che non c’era. E’ questo lo slogan per descrivere ciò che accadrà a Treviso dall’11 al 13 giugno. La base logistica sarà Opendream, l’ex area industriale Pagnossin, situata vicino all’aeroporto di Treviso e a due chilometri dal centro, con accesso diretto alla Treviso-Ostiglia, una delle ciclabili più belle del Nord Est. Una superficie di 38.000 metri quadrati da cui le 4 anime del ciclismo spiccheranno il volo seguendo le attività proposte. Un po’ fiera, un po’ scoperta. Come è nato l’evento che non c’era? E quali sono gli obiettivi che persegue?

«L’idea è venuta a un imprenditore di nome Damaso Zanardo (sulla sinistra nella foto di apertura, assieme a Mario Conte, sindaco di Treviso, e all’Assessore Regionale Federico Caner) che opera nel settore della logistica e che ha rilevato l’ex-Pagnossin di Treviso, un’azienda specializzata in ceramiche che a suo tempo sponsorizzò anche il basket. Quando l’azienda chiuse, i capannoni rimasero abbandonati, fino a questa rinascita».

Parla Maurizio Evangelista, che già abbiamo conosciuto nel suo ruolo al Tour of the Alps, chiamato a coordinare le forze che daranno vita a Open Bike Fest.

Ecco un rendering di come Open Dream accoglierà il pubblico di OBF
Ecco un rendering di come Open Dream accoglierà il pubblico
Qual è l’idea di partenza?

Coniugare nello stesso evento il cibo e la mobilità dolce. L’eccellenza enogastronomica come gate di ingresso a qualcosa che riguarda la bicicletta. Non sarà un’attività spot, nel senso che l’obiettivo è la nascita di un polo permanente, in cui i bambini possano pedalare liberamente, trovando la pista di pump-track, ad esempio, e tutto ciò che può essere propedeutico al ciclismo. All’interno c’è già la bottega del ciclista, il bike bistrot e presto ci saranno altre infrastrutture, compreso un villaggio del gusto che sia volano per le realtà produttive locali. La location si presta incredibilmente per gli eventi, anche se il momento non è dei più facili. E comunque proprio per scongiurare gli assembramenti, vale la pena sottolineare che Opendream sarà soltanto la base logistica.

Chi è questo Damaso Zanardo?

Un imprenditore con la passionaccia per il ciclismo, in un territorio in cui la bicicletta è una cosa viva. Treviso è sinonimo di ciclabilità sportiva, ma c’è forte anche la spinta verso il cicloturismo. Questo evento è un segnale forte per portare avanti il filone.

Il complesso ex-Pagnossin si trova vicino alla ciclabile Trevisto-Ostiglia
L’ex-Pagnossin è vicino alla Trevisto-Ostiglia
Cosa si farà a Open Bike Fest?

Expo Test, con gli stand della aziende del settore. Lo svago, magari per i più piccoli, con ogni tipo di animazione su due ruote. Cultura, raccontando la storia della bicicletta con l’esposizione di esemplari vintage ma anche attraverso il racconto di personaggi celebri. Business, perché dovrà essere un volano per l’economia. Gusto, perché si scopriranno le piccole e grandi aziende che parteciperanno. E poi Think-Tank, con i suoi workshop alla presenza di personaggi di spicco.

In che senso Opendream sarà solo la base logistica?

Nel senso che l’evento è fatto per andare fuori. La struttura sarà l’hub in cui ci saranno i servizi informativi e di svago per i bambini, ma i percorsi per bici da strada, Mtb, gravel, urban ed e-Bike porteranno fuori.

Il Covid potrebbe essere un ostacolo?

All’interno ci sono spazi immensi, se avessimo problemi di assembramento vorrebbe dire che l’evento ha richiamato davvero una folla enorme. In ogni caso la situazione è un po’ particolare, non bisogna farsi prendere dal panico, visto che mancano 5 mesi e magari la campagna dei vaccini per allora sarà più avanzata. Semmai ci sarà da intervenire sulla programmazione per far fronte agli eventuali problemi.

Open Bike Fest
L’interno dei capannoni offre superfici coperte di 38.000 metri quadrati
Open Bike Fest
L’interno dei capannoni offre superfici coperte di 38.000 metri quadrati
Treviso ha accolto bene l’idea?

Decisamente sì, anche grazie al fiuto e al tempismo di questo imprenditore. Il tessuto produttivo ha colto l’opportunità, perché si tratta di un evento trasversale. C’è la bici. Ci sono le colline del Prosecco e gli itinerari, come la Strada del Radicchio. Un evento che si sposa benissimo con il turismo slow. Le aziende di settore sono interessate soprattutto per quello che va oltre l’evento.

Perché definirlo l’evento che non c’era?

Perché è diverso dal Bike Festival, ad esempio, che ha solo la mountain bike, mentre qui ci sono 4 filoni. Negli altri eventi manca la parte dell’approfondimento, la formazione per gli addetti ai lavori e una ricaduta sul pubblico. Ci saranno dei talk con personaggi dello sport, dello spettacolo e della società civile, per i quali la bici è diventata uno stile di vita. Per questo è l’evento che non c’era. Per questo e per molto altro…