Cafueri, il terzo uomo degli Under 23? Forse anche di più

Cafueri, il terzo uomo degli under 23? Forse anche di più

29.11.2025
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Senza grandi proclami, Tommaso Cafueri prosegue il suo cammino di crescita, su strada e nel cross. Se c’è una caratteristica che lo contraddistingue è la costanza, che lo porta a farsi vedere su strada e a emergere quando possibile nell’attività sui prati, dove si è già ritagliato un ruolo di “primo degli umani” dietro le due grandi stelle internazionali Mattia Agostinacchio e Stefano Viezzi che raccolgono soddisfazioni anche all’estero.

L'arrivo di Cafueri a Cantoira, una vittoria non sufficiente per fargli vincere il Giro delle Regioni
L’arrivo di Cafueri a Cantoira, una vittoria non sufficiente per fargli vincere il Giro delle Regioni
L'arrivo di Cafueri a Cantoira, una vittoria non sufficiente per fargli vincere il Giro delle Regioni
L’arrivo di Cafueri a Cantoira, una vittoria non sufficiente per fargli vincere il Giro delle Regioni

Mai fuori dai primi 10

Nello scorso fine settimana il friulano si è preso il lusso di conquistare la tappa finale del Giro delle Regioni, portando decisamente sul positivo la lancetta della sua stagione.

«L’anno scorso ho avuto, da giugno 2024, un po’ di complicazioni – dice – tra infortuni, vari cambiamenti e altro. Quindi la stagione scorsa non era andata molto bene.  Tutto questo 2025 l’ho passato a ricostruire tutto quello che avevo perso l’anno precedente, quindi ero arrivato abbastanza preparato, tenevo ad avere risposte e nel complesso devo dire che è iniziata bene anche se non ho fatto grossissimi risultati. O almeno non prima di Cantoira. Ma sono stato molto costante, perché non sono mai uscito dai 10».

Il friulano della DP66 Pinarello in gara a Osoppo. Per lui l'obiettivo è rientrare in nazionale
Il friulano della DP66 Pinarello in gara a Osoppo. Per lui l’obiettivo è rientrare in nazionale (foto Billiani)
Il friulano della DP66 Pinarello in gara a Osoppo. Per lui l'obiettivo è rientrare in nazionale
Il friulano della DP66 Pinarello in gara a Osoppo. Per lui l’obiettivo è rientrare in nazionale (foto Billiani)
A Cantoira è stata più la gioia per la vittoria o il dispiacere per quel punto mancante per vincere la classifica finale?

Per me era la seconda vittoria, avevo vinto il weekend prima a Roverchiara. Ero contento sicuramente di aver vinto, sapevo che era un po’ difficile prendere la maglia del Giro all’ultima tappa anche se mancava Scappini. Ho dato tutto, ma quando sono arrivato ero cosciente che quel punto faceva la differenza e che Folcarelli ne aveva tenuto conto.

Che cosa significa competere nella stessa categoria con due dei più forti al mondo?

Beh, sicuramente dà morale, nel senso che sono due ragazzi che fanno da riferimento a livello internazionale, quindi quando vengono qui in Italia, in quelle poche gare dove riusciamo a confrontarci con loro, sicuramente è un bel punto di riferimento che ci stimola sempre di più anche a noi a crescere.

Durante la stagione estiva il corridore della Trevigiani si è disimpegnato anche nella gravel
Durante la stagione estiva il corridore della Trevigiani si è disimpegnato anche nel gravel
Durante la stagione estiva il corridore della Trevigiani si è disimpegnato anche nella gravel
Durante la stagione estiva il corridore della Trevigiani si è disimpegnato anche nel gravel
Tu sei in crescita di condizione, due vittorie in stagione. L’obiettivo a questo punto è riuscire a entrare appunto in nazionale dietro loro due?

Sì, anche perché finora probabilmente non ho ancora convinto abbastanza il cittì Pontoni per farmi convocare, quindi devo cercare di fare ancora qualche altra bella prestazione e concentrarmi in vista dei prossimi obiettivi, dimostrare che posso meritarmi anch’io quella convocazione.

Tu l’anno prossimo sarai sempre alla Trevigiani. De Candido ha detto che sei uno dei due confermati per la prossima stagione. Come ti trovi con il nuovo diesse?

All’inizio ci siamo dovuti capire. Lui doveva anche entrare un po’ in sintonia con la categoria, perché comunque gestire una nazionale a livello juniores e gestire una Continental a livello under 23 è tutta un’altra cosa, c’è una mentalità diversa. Quindi ci siamo dovuti venire incontro e dopo piano piano ci siamo trovati. Io mi sto trovando molto bene, è molto disponibile, ci stiamo sentendo anche tutt’ora, si interessa molto della mia attività invernale. Quindi finisco il ciclocross e poi quando sarà tempo di girare pagina mi concentrerò bene sulla strada e parlerò per bene con Rino dei futuri obiettivi.

Cafueri (a sinistra) è con Fabbro uno dei due confermati alla Trevigiani anche per il prossimo anno
Cafueri (a sinistra) è con Fabbro uno dei due confermati alla Trevigiani anche per il prossimo anno
Cafueri è con Fabbro uno dei due confermati alla Trevigiani anche per il prossimo anno
Cafueri è con Fabbro uno dei due confermati alla Trevigiani anche per il prossimo anno
Ciclocross e strada: hai una preferenza fra le due?

Mi piace di più il cross, lo sento più mio e mi diverto maggiormente, ovviamente anche quando vado su strada punto sempre a dare il massimo, ma lì l’aspetto ludico traspare meno. Comunque con i giusti tempi, i giusti riposi, si cerca sempre di dare il massimo in tutte e due le discipline.

Il ciclocross è una specialità più individuale, la strada un po’ più di squadra. Che ruolo riesci a ritagliarti nelle prove su strada?

Quest’anno ho lavorato molto nel treno per il velocista che avevamo, Riccardo Fabbro. Ho lavorato spesso per tenere davanti il treno o comunque nelle battute finali, per portarlo nella miglior posizione e poi lanciare il penultimo uomo, ma ho anche provato tante fughe. Presumo che il prossimo anno sarà un po’ diverso e spero che Rino riesca a darmi anche un po’ più di fiducia, me l’ha già detto, quindi sicuramente in gare vallonate e un po’ dure, cercherò di farmi valere.

Ora mirino puntato sui campionati italiani e poi sulla strada, alla ricerca di soddisfazioni personali
Ora mirino puntato sui campionati italiani e poi sulla strada, alla ricerca di soddisfazioni personali
Ora mirino puntato sui campionati italiani e poi sulla strada, alla ricerca di soddisfazioni personali
Ora mirino puntato sui campionati italiani e poi sulla strada, alla ricerca di soddisfazioni personali
Adesso fai il ciclista a tempo pieno?

Diciamo di sì, anche se sono iscritto alla facoltà di Scienze Motorie e voglio andare avanti con gli studi. Per il momento do la preminenza all’attività per vedere dove mi porterà. Ora mi sto preparando al meglio per i campionati italiani, poi si vedrà come andrà la il finale di stagione.

Il Giro promuove Cafueri: «CX e strada? Non scelgo…»

14.11.2023
5 min
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Riguardando quella maglia bianca, linda e pulita e confrontandola con il tanto fango incontrato lungo il percorso di Follonica, a Tommaso Cafueri sono tornate in mente le immagini dell’europeo della settimana precedente. Era la sua prima uscita nella nazionale come under 23, era partito con tante ambizioni ed era finito indietro: 27° a 4’33” dal vincitore Jente Michels. Il portacolori della DP66 si è rifatto, ritrovando il sorriso dopo aver battagliato a lungo contro gli elite conquistando il simbolo del primato di categoria al Giro d’Italia.

Per Cafueri è un risultato importante, che conferma soprattutto la sua dimensione di corridore multidisciplinare e parlando con lui si nota come vada abbastanza contro quella tendenza di cui si era discusso con il patron del Giro ed ex cittì Fausto Scotti, ossia l’intenzione degli stessi ragazzi, influenzati o meno dai team, di privilegiare la strada.

Cafueri (qui a Tarvisio) è andato sempre in crescendo, fino al podio assoluto di Follonica (foto Billiani)
Cafueri (qui a Tarvisio) è andato sempre in crescendo, fino al podio assoluto di Follonica (foto Billiani)

I consigli del preparatore

«Io ci tengo troppo al ciclocross, ne sono innamorato – spiega – e anzi ho scelto il mio nuovo team per la strada, per approdare fra gli U23, mettendo in chiaro che volevo continuare a fare la doppia attività. Per fortuna non ci sono state voci contrarie, sono stato accontentato e questo mi ha dato una nuova carica». Cafueri, è notizia proprio di queste ore, va a rinforzare il roster della Zalf Euromobil Desirée Flor e il fatto che la sua doppia attività sia stata ben accettata è un segnale importante.

A differenza di tanti altri, Cafueri ha sfruttato la parte finale della stagione su strada proprio pensando all’attività invernale: «Mi sono preso un periodo di pausa ad agosto proprio per non arrivare troppo affaticato all’inizio di stagione – dice – le gare della seconda parte le ho affrontate pensando all’inverno, pur senza trascurare il risultato. Mi fido molto del mio preparatore Enrico Licini di 4Perfomance e i risultati ci danno ragione, infatti continuerà a seguirmi anche nella nuova avventura del 2024».

L’esperienza europea non è stata molto fortunata, nel finale ha risentito dello sforzo
L’esperienza europea non è stata molto fortunata, nel finale ha risentito dello sforzo

Follonica come il Grande Nord

Il cambio di categoria si fa sentire? «Sicuramente. Agli Europei la gara è durata oltre 56 minuti, è un po’ diverso rispetto a quanto ero abituato e ci vuole tempo per ricalibrarsi. Negli ultimi due giri ero davvero a corto di energie e sono quei due giri che cambiano tutto. Enrico comunque mi ha rassicurato, è solo questione di abitudine».

Proprio l’esperienza francese gli ha dato però lo spunto per capire quanto cambia il ciclocross appena si varcano i confini nazionali: «I percorsi cambiano molto, ma io non sarei così critico nei confronti italiani, ci stiamo avvicinando soprattutto in certe occasioni. Lo stesso tracciato di Follonica con tutto quel fango è diventato estremamente duro e all’altezza dei tracciati in Belgio e Olanda: si correva tanto a piedi. E’ chiaro che lì il fango è quasi un “must”, in Italia c’è più varietà, ma molti percorsi rispecchiano il vero ciclocross».

Su strada il 18enne ha avuto un’ottima stagione con 2 vittorie, il podio al Giro del Friuli e altre sette Top 10 (foto SportCity)
Su strada il 18enne ha avuto un’ottima stagione con 2 vittorie, il podio al Giro del Friuli e altre sette Top 10 (foto SportCity)

Tutto è nato su una mtb

Tracciati che Cafueri dimostra di gradire, come si è visto a Follonica: «Nel primo giro sono anche rimasto davanti per un po’, poi siamo andati via in 4, con Ceolin, Folcarelli e Cominelli. Io a un certo punto ho preferito non rispondere ai continui attacchi degli altri e andare col mio passo, pensando soprattutto alla maglia bianca. Essere primo in classifica è bello, a questo punto credo che proverò a difendere il primato sin dalla prossima tappa a Cantoira».

A questo punto però la domanda viene spontanea: Cafueri è più un ciclocrossista o uno stradista? Intanto si è appena saputo che nel 2024 correrà su strada con la Zalf, ma l’interrogativo resta.

«Me lo chiedono in tanti, per ora direi ciclocrossista in base alla mia storia. Io avevo iniziato con la mtb, poi dopo la categoria allievi mi hanno spinto a provare su strada e mi sono trovato subito bene, con qualche piazzamento il primo anno da junior e un secondo anno di livello maggiore con una vittoria al Giro del Veneto e il successo al Trofeo Commercio Industria e Artigianato a Rignano sull’Arno. Su strada mi sto ancora scoprendo, vado bene in salita e sul passo e sono anche abbastanza veloce, ma devo imparare tanto».

Follonica, quarta prova del Giro ha premiato il ritorno ai vertici di Cominelli (foto Lisa Paletti)
Follonica, quarta prova del Giro ha premiato il ritorno ai vertici di Cominelli (foto Lisa Paletti)

Gli specialisti del fango

Intanto a Follonica avevamo lasciato tre in lotta per il successo e la gara grossetana ha riportato in auge Cristian Cominelli, davanti ad Antonio Folcarelli sempre più in rosa, con Cafueri terzo. Un ritorno ai vertici anche fra le donne grazie a Rebecca Gariboldi, in crescita di condizione e che come Cominelli si esalta nelle condizioni di gara estreme, da ciclocrossista tipica, impedendo così la doppietta alla Cycling Café vista la piazza d’onore della Bulleri, mentre la terza, Lucia Bramati si è consolata con la conferma del simbolo del primato.

Europei al via, ma Pontoni guarda più lontano

02.11.2023
5 min
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Sono 20 i ragazzi che da venerdì saranno impegnati a Pontchateau negli europei di ciclocross e l’evento ha quest’anno un sapore particolare, soprattutto in casa italiana, perché a differenza di quanto avveniva negli scorsi anni, non ci sono state prove introduttive. Questa è la prima uscita della nazionale impostata da Daniele Pontoni, che finora si è mosso attraverso un raduno con i suoi ragazzi e valutando le loro apparizioni, scarne, nelle gare d’inizio stagione.

Va subito detto che si tratta di una scelta forzata. In Coppa del mondo si sono disputate due sole prove, di cui una negli Usa disertata dai più e anche in Italia la stagione sta entrando ora nel vivo, dopo le prime tre gare del Giro d’Italia e il classico appuntamento di Brugherio. Per questo Pontoni parte per la Francia con tanta curiosità.

Tommaso Cafueri, appena passato U23 è subito in nazionale, dopo una buona stagione su strada (foto Billiani)
Tommaso Cafueri, appena passato U23 è subito in nazionale, dopo una buona stagione su strada (foto Billiani)

«Non posso negarlo – dice il tecnico friulano – arrivo a quest’evento con uno spirito diverso rispetto a quello dello scorso anno. E’ come un nuovo inizio: abbiamo un gruppo rinnovato, soprattutto nella sua componente giovanile. La metà degli junior che sono del primo anno e gli altri, salvo rarissimi casi, all’esordio internazionale. Sono 10 ragazzi e potevano essere di più, ma ci saranno occasioni per rifarsi con le tappe europee di Coppa, ci saranno opportunità per tutti».

Come tuo costume hai scelto di puntare soprattutto sulle categorie giovanili…

Sì, anche fra gli under 23 abbiamo Filippo Agostinacchio, Paletti e Cafueri che sono tutti fra i più giovani della categoria. Ho le idee chiare non solo su questi europei, ma su tutto il cammino da compiere. I convocati sapevano già da un paio di settimane di questa opportunità proprio perché voglio che non ci siano fraintendimenti e che ci si possa concentrare completamente sull’obiettivo.

Per Sara Casasola buoni risultati nelle sue uscite internazionali. L’obiettivo è almeno una top 10
Per Sara Casasola buoni risultati nelle sue uscite internazionali. L’obiettivo è almeno una top 10
Che cosa ti aspetti da loro?

Partiamo un po’ al buio non avendo avuto occasioni di confronto, ma io sono ottimista. E’ chiaro che altre Nazioni, soprattutto quelle di riferimento come Belgio e Olanda sono più rodate, ma anche i nostri ragazzi hanno potuto gareggiare più volte e, grazie al nuovo calendario internazionale in Italia, raccogliere punti utili per partire più avanti. Cominceremo venerdì con la novità del Team Relay e i ragazzi sanno quanto io tenga a questa prova, che testimonia lo stato di salute del movimento.

Che idea hai del percorso?

Io lo conosco bene, sono sempre andato molto bene su quel tracciato francese, arrivavo sempre primo o secondo, anzi paradossalmente l’ultimo mio mondiale, nel 2004 disputato proprio a Pontchateau è stata la volta dove ero andato più forte. Bucai appena fuori dal box e mi feci mezzo giro con la ruota sgonfia, eppure risalii dal ventesimo al quarto posto. Fu un legno che aveva un sapore davvero particolare… Tornando ai ragazzi, conoscono bene le particolarità e insidie del tracciato, abbiamo visionato più volte le gare disputate negli scorsi anni, sanno come devono interpretarlo.

Per Francesca Baroni un importante ritorno in azzurro, il primo con Pontoni cittì
Per Francesca Baroni un importante ritorno in azzurro, il primo con Pontoni cittì
C’è una variabile che può influenzarlo?

Sicuramente il vento. Da quelle parti – siamo nella Francia del nord, particolarmente vicini all’Atlantico e al Belgio – il vento c’è sempre e cambia continuamente direzione, quindi farà la sua parte.

Sarà anche la prima volta per Francesca Baroni sotto la tua guida…

Sono molto contento che ci sia, se lo è meritato. Dopo due anni di gare in Belgio, ho trovato una ragazza più matura, conscia delle sue possibilità. La sua stagione è iniziata presto, si è avvicinata alla gara continentale nella maniera giusta, sono molto confidente che possa far bene. Questa oltretutto è una tappa fondamentale per tutto il lavoro che stiamo facendo. Ad esempio con me ci sarà un tecnico del gruppo performance, Marco Decet con cui stiamo lavorando specificamente su tutta la parte del riscaldamento pregara.

Pontoni con Silvia Persico. Possibile un suo ritorno in gara per dicembre
Pontoni con Silvia Persico. Possibile un suo ritorno in gara per dicembre
L’impressione è che si parta per questa trasferta con una formazione “work in progress”…

E’ vero in parte, nel senso che non andiamo certo solo per figurare. Questo lavoro è proiettato molto in avanti, verso il prossimo biennio. Ci sono tanti esordienti e l’aspetto psicologico, l’impatto emotivo ci sarà, ma dovranno essere bravi a saperlo gestire, anche quello fa parte del gioco. Se facciamo tutto bene però, so che possono arrivare anche buoni, anzi ottimi risultati, ma non mi sbilancio sui pronostici, non è mia abitudine.

A questa nazionale mancano atlete di spessore come Corvi, Venturelli senza dimenticare Silvia Persico. Hai una road map su quando e come saranno impiegate nel corso della stagione?

Ho avuto frequenti contatti con ognuna di loro e con i loro team, il mio compito è assecondare i programmi stabiliti dalle squadre e in base ad essi studiare come e quando potrò averle a disposizione. Ci sarà chi inizierà fra poco e chi più avanti, nel pieno della stagione internazionale, ma è obiettivo di tutte loro, e anche mio, essere presenti al suo culmine, ossia nella parte di fine gennaio-inizio febbraio coincidente con i mondiali. Strada facendo vedremo come arrivarci al meglio.

Bertolini sarà con Ceolin l’unico italiano al via tra gli elite, dove Iserbyt, Nys e Van Der Haar sono i favoriti
Bertolini sarà con Ceolin l’unico italiano al via tra gli elite, dove Iserbyt, Nys e Van Der Haar sono i favoriti
Un cenno finale sulla gara clou, quella elite maschile che sarà naturalmente priva dei “tre tenori”…

Noi saremo al via con Bertolini e Ceolin. Che cosa mi aspetto? Innanzitutto attaccamento alla maglia e ai colori. Sono professionisti, so che hanno tutte le possibilità per una gara di alto livello, poi i risultati verranno di conseguenza se sapranno tradurre il loro valore sul percorso. Ma questa è la base della nostra attività, non sto dicendo nulla di nuovo.

Il cross azzurro insegue, ma Pontoni vede la luce

05.02.2023
4 min
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Appena conclusi i bellissimi mondiali di Hoogerheide che hanno visto Mathieu Van der Poel vincere davanti al pubblico di casa l’epico duello contro Wout Van Aert (diventando per l’occasione campione del mondo per la quinta volta in carriera), per l’Italia è arrivata l’ora dei primi bilanci stagionali. Così, dopo averlo sentito alla vigilia, abbiamo chiesto al nostro commissario tecnico, Daniele Pontoni di dirci la sua.

Venturelli battuta al colpo di reni da Gery nello sprint per il bronzo fra le donne junior
Venturelli battuta al colpo di reni da Gery nello sprint per il bronzo fra le donne junior

I mondiali

«Partiamo da venerdì e sabato – dice – che ci hanno regalato delle prove importanti. So che mi ripeto, i quarti posti bruciano subito ma pensandoci bene, siamo rimasti in corsa ed abbiamo lottato per le medaglie in tre specialità. Prima venerdì nel team relay – dove l’Italia ha chiuso al quinto posto a soli 19 secondi dal podio ndr – poi ieri con le ragazze junior (4ª Venturelli e 10ª Corvi) e nell’elite donne (4ª Persico e 12ª Casasola), ma purtroppo abbiamo bucato con i ragazzi U23. 

«Oggi invece voglio sottolineare la bella prestazione di Tommaso Cafueri negli juniores (12° all’arrivo, ndr), che per un attimo si è anche messo in testa nei primi due giri di corsa. Ammirevole la sua prestazione, la migliore di quest’anno. Per gli altri invece i risultati sono in linea con quelli di tutta la stagione. Ma bisogna anche dire che sia Scappini, sia Viezzi, sia Paccagnella, partendo dietro, sono stati subito fermati dalla maxi caduta dopo appena 200 metri, quindi benino anche loro. Per le donne U23 sapevamo che questa purtroppo è la nostra situazione attuale».

Infine, contro i mostri sacri degli elite uomini, per Filippo Fontana (28°) una top 15 sarebbe già stato un ottimo risultato.

La stagione 

Ne approfittiamo per chiedere al tecnico friulano di fare il bilancio di una stagione azzurra ormai conclusa: «La stagione – spiega Pontoni – si può ritenere positiva, perché ci siamo messi in luce in Coppa del mondo, agli europei e a questi mondiali».

In effetti considerando solo europei e mondiali, la sua nazionale ha raccolto, un argento, tre quarti e due quinti posti: «Sì, siamo lì a lottare e questo è importante. Certo sappiamo che in certe categorie siamo pronti, mentre in altre siamo molto indietro, comunque adesso è tempo già di programmare le prossime stagioni.

«Non dico domani, ma nei prossimi giorni ci metteremo in moto per quello. Qualche giorno di vacanza però adesso ce lo meritiamo. Sapete, a me piace passarle a casa in mezzo alla natura».

E c’è da scommettere che sicuramente ci sarà di mezzo pure una bici.

I ringraziamenti

Chi ha la fortuna di fermarsi a parlare con il commissario tecnico sa quanto sia importante e naturale per lui trovare il tempo per fermarsi e ringraziare.

«Se mi permettete un ringraziamento grande e grosso a tutto lo staff – dice Pontoni – quindi meccanici, cuoca, massaggiatori, autista e la nostra segreteria. Grazie anche al nostro presidente Cordiano Dagnoni e al team manager Roberto Amadio, perché loro assieme al Consiglio federale ci permettono di fare questa attività».

Pontoni ci tiene anche a ringraziare per la collaborazione nata col Team Performance: «Ci tengo a sottolinearlo – dice – sono sicuro che questa collaborazione nei prossimi anni ci regalerà soddisfazioni ancora più grandi. Riusciremo a programmare per tempo grazie pure al database dei ragazzi che abbiamo testato. Così avremo le nuove leve della categoria allievi, per il nostro futuro».

La nuova DP66, meno atleti ma sempre tanta passione

20.12.2022
5 min
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E’ ormai passato più di un anno da quando Daniele Pontoni è assurto alla carica di commissario tecnico del ciclocross italiano, lasciando di fatto la sua creatura, il team DP66 (le iniziali già dicono tutto…) che dal nulla ha portato a essere uno dei riferimenti della specialità in Italia e non solo. L’ex iridato ha sempre mantenuto un occhio attento su quel che avveniva nel team (tuttavia è uscito anche dal consiglio direttivo, in cui si trova invece sua moglie Luisa, che cura la parte economica) senza però interferire sulla sua strada.

La guida del team è passata nelle mani di Achille Santin, che ammette come il primo anno sia stato davvero complicato: «Innanzitutto perché la nomina di Daniele e quindi il suo passaggio di mano sono avvenuti quando il team era già stato impostato, quindi mi sono trovato a “salire in corsa”. Non è stato semplice, perché si trattava e si tratta di un progetto ambizioso, che mette insieme tre team giovanili con il proposito di fornire ai ragazzi tutti gli strumenti per emergere. Alla fine ci siamo ritrovati a gestire 32 ragazzi, con un paio di tecnici che mi davano una mano e i genitori che si prestavano come volontari. C’era bisogno di un riassestamento».

A sinistra Santin, a destra Pontoni con i ragazzi del team (foto Billiani)
A sinistra Santin, a destra Pontoni con i ragazzi del team (foto Billiani)
Che cosa avete fatto allora?

Continuando sulla strada intrapresa da Daniele, abbiamo deciso di ripensare la struttura del team. Le squadre giovanili hanno continuato a svolgere la loro attività indipendentemente, ma mantenendo sempre un legame con la DP66 che dal canto suo si è focalizzata su juniores e under 23 promuovendo però tre ragazzi della categoria allievi, quelli che già avevano dimostrato qualità tali da poter essere proiettati verso le categorie Uci con profitto. Con i team giovanili abbiamo un rapporto di filiera, i più promettenti sanno che potranno continuare la loro attività nelle nostre file per proseguire quel percorso di maturazione sportiva, sempre se mostreranno la forte passione verso il ciclocross senza la quale non si va da nessuna parte.

Quanti ragazzi avete ora?

Lavoriamo con 6 under 23 equamente divisi fra uomini e donne; 2 junior maschili e una ragazza; poi i tre allievi, due femmine e un maschio, il giovane Gregorio Acquaviva che viene dalla Cicli Dotta, società piemontese con la quale siamo consociati. Si tratta di elementi che hanno in comune una grande passione e qualità indiscutibili, basti pensare ad Alice Papo tra le migliori under 23 oppure a Tommaso Cafueri, già nazionale lo scorso anno e riconfermatosi in azzurro sin dall’inizio della stagione. Nel complesso i ragazzi stanno crescendo, grazie anche al lavoro del responsabile tecnico Maurizio Tabotta che correva con Daniele e anche al doppio impegno di Manuel Casasola. Il fratello di Sara non solo corre, ma fa anche da “tutor” nei confronti dei più giovani.

C’è però una domanda che sorge spontanea e che nasce anche dai sussurri nei corridoi che sempre nascono in questi casi: non è che Pontoni ha un occhio di riguardo nelle convocazioni per i vostri ragazzi, viste le comuni origini non solo geografiche?

Al contrario. Una cosa che ho subito detto a tutti i ragazzi quando Daniele ha assunto il suo nuovo ruolo era che avrebbero dovuto davvero dannarsi l’anima per entrare in nazionale, perché a parità di rendimento Pontoni avrebbe sempre scelto l’atleta esterno rispetto al nostro proprio per fugare ogni sospetto. Ci sono i risultati che dicono quante volte in questi mesi convocazioni che potevano arrivare non lo hanno fatto. Non ci lamentiamo, è nell’ordine delle cose, ma i ragazzi devono avere ben presente il fatto che dovranno sempre fare qualcosina in più degli altri.

Questi cambiamenti quali risultati hanno sortito?

La gestione più agile ha sicuramente portato benefici effetti. Dall’inizio della stagione abbiamo raccolto 26 vittorie un po’ in tutte le categorie di nostra pertinenza. Domenica ad esempio a Fiume Veneto dove si correva anche per i titoli regionali abbiamo portato a casa la doppietta fra gli juniores con Cafueri e Viezzi, il terzo posto di Bergagna fra gli open con annessa la maglia di campione friulano u23 e il podio per la Borello e la Canciani fra le open.

Non c’è però solo l’aspetto agonistico…

Noi abbiamo accumulato una grande esperienza organizzativa nel corso degli anni, sin dalla nascita del nostro sodalizio nel 2010. Abbiamo organizzato due campionati italiani, nel 2016 a Monte Prat e nel 2022 a Variano e garantisco che quello passato è stato uno sforzo non indifferente, considerando i cambiamenti in essere e il fatto che già venivamo da un’altra importante manifestazione allestita nella stessa stagione, la tappa italiana di Coppa Europa. Eppure è andato tutto bene, abbiamo avuto molti riscontri positivi tanto è vero che il Team Terenzi, che allestirà l’edizione 2023 della rassegna tricolore il 14 e 15 gennaio a Ostia Antica ha chiesto la nostra collaborazione, che daremo molto volentieri.

Quanto costa gestire un team simile?

Siamo ancora nel mezzo della stagione ed è impossibile quantificare, ma basti pensare che ogni trasferta non costa meno di 1.000 euro se dobbiamo comprendere vitto e alloggio, trasferimenti e benzina. E’ chiaro che rispetto allo scorso anno quando eravamo molti di più le cifre potranno diminuire un pochino, ma si tratta sempre di uno sforzo economico importante. Per fortuna molta dell’attività non è troppo distante, ma bisogna stare attenti.

Juniores, azzurri a terra e sfortuna nera per Scappini

06.11.2022
5 min
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Questa mattina, la gara maschile juniores ha lanciato l’ultima giornata degli europei di ciclocross di Namur. Vittoria meritatamente del numero uno al ranking UCI, il francese Léo Bisiaux. Il danese Wies Daniel Nielsen ha chiuso a 6 secondi e l’olandese Guus Van Den Eijnden è salito sul terzo gradino del podio. Ventitreesimo e primo italiano, Tommaso Cafueri.

Grandi attese

Alla partenza, tante, per non dire tantissime erano le aspettative di Daniele Pontoni. Il tecnico friulano ha ripetuto più volte quanto credesse in questi ragazzi, ma purtroppo anche oggi, complice una buona dose di sfortuna, per un motivo o l’altro, l’hanno ancora deluso.

Scappini prima del via aveva ammesso di sentirsi benissimo ed era infatti scattato in testa alla gara juniores
Scappini prima del via aveva ammesso di sentirsi benissimo ed era infatti scattato in testa alla gara juniores

«Purtroppo sì – dice Pontoni – un po’ di sfortuna c’è stata. Quando Scappini era in testa ha avuto un guasto meccanico, poi ha fatto anche un errore tecnico, dando troppa compressione in discesa e gli è saltata la catena. Ha perso parecchio tempo ed è andato fuori corsa».

Valutazione sbagliata?

Sviluppando il discorso con il commissario tecnico, si è però capito che la sfortuna conta solo per quel che conta. L’amarezza è veramente tanta e ne scaturisce un’analisi lucida con tanto di bacchettate e anche un’autocritica.

«Gli juniores sono andati molto al di sotto delle aspettative – spiega Pontoni – perché abbiamo iniziato da inizio anno a fare un percorso, ma qui c’è da rivedere qualcosa. Evidentemente anch’io ho sbagliato qualche valutazione, sopravvalutandoli. Siamo arrivati all’europeo ed era giusto dare fiducia a questi ragazzi, ma non hanno dato quello che mi aspettavo, i numeri parlano da soli».

Con Scappini fermato dalla sfortuna, il migliore degli juniores azzurri è stato Tommaso Cafueri, 23° a 2’18” (foto FCI)
Con Scappini fermato dalla sfortuna, il migliore degli juniores azzurri è stato Tommaso Cafueri, 23° a 2’18” (foto FCI)
Ma ci sarà una nota positiva?

Certo, bravi i due ragazzi del primo anno (Stefano Viezzi e Tommaso Bosio, ndr), perché sono partiti in fondo al gruppo ed hanno fatto una bella corsa. Mi sono soffermato a guardare la parte tecnica e devo dire che nella contropendenza Viezzi con il danese Nielsen (secondo, ndr) sono stati i due che l’hanno interpretata meglio. Dunque ho voluto anche prendere questo spunto.

E adesso ?

Qui siamo arrivati e tracciamo una linea. Adesso avanti con la seconda parte di stagione con altre persone da chiamare in causa per il futuro. Già da mercoledì, per la prima volta con l’aiuto di Diego Bragato faremo dei test per tutte le categorie, anche le minori (allievi del primo e secondo anno, ndr).

La iella di Scappini

Il discorso è limpido: siamo all’europeo, ma già si guarda avanti. Tornando alla corsa, è giusto ricordare l’ottima partenza del campione italiano Samuele Scappini (40° all’arrivo), che durante il riscaldamento ci confidava di non avere mai avuto una gamba ed una condizione così buone. Il percorso sembrava fatto per lui, ma mentre era in testa, neanche aveva finito il primo giro ed è arrivato il primo guaio meccanico.

Dopo l’arrivo, Scappini delusissimo per la sfortuna e la doppia foratura (foto FCI)
Dopo l’arrivo, Scappini delusissimo per la sfortuna e la doppia foratura (foto FCI)

La delusione ed il rammarico trasudavano da ogni poro della sua pelle, in poche parole era nero di rabbia e c’è l’aveva con la sfortuna.

«Non posso darmi pace – dice – ero partito fortissimo, stavo facendo un buco, poi oltre al problema meccanico ho pure bucato due volte. La sento come un’occasione persa. Volevo e potevo giocarmi il podio».

La cattiva sorte si è anche accanita con Tommaso Cafueri (23° alla fine): «Il percorso mi piaceva un sacco, pensavo di fare bene, ero sesto poi tra un salto di catena, un caduta ed una foratura non ho potuto fare di più».

Impennando come Sagan

Nel primo pomeriggio hanno gareggiato le ragazze U23. Totale dominio dell’olandese Puck Pieterse. L’iridata si è anche concessa il lusso di passare il traguardo alla Peter Sagan, in impennata sulla sola ruota posteriore. Dodicesima e prima azzurra, Asia Zontone.

«Gara molto dura – ha detto – tutta in rimonta perché poco dopo la partenza mi sono toccata con un’altra ragazza».

Pubblico e gambe

Durante la corsa delle ragazze, il sole ha salutato la capitale della Vallonia per lasciare il posto al vento e alle prime gocce di pioggia. Dopo l’arrivo, la povera Carlotta Borello era gelida.

«Sì infatti il freddo c’è – confermava la Zontone – ma in gara non lo senti. E poi questo tifo da stadio ti dà una marcia in più, pensa che ti spinge quasi in salita».

Vogliamo crederci cara Asia, ma confidiamo di più nelle tue ottime doti di scalatrice.  Adesso mancano solo gli elite uomini: sarà ancora derby Belgio-Olanda? L’Italia punta su Gioele Bertolini, unico nostro rappresentante, ma con un percorso adatto alle sue caratteristiche si spera di chiudere con una top 10.