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Persico si prende la Colpack sulle spalle per spiccare il volo

25.02.2023
4 min
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Con le tre vittorie 2022 ormai in bacheca, fra poche ore a Moniga del Garda (il via alle 12,30), Davide Persico darà i primi colpi di pedale di stagione alla Coppa San Geo, con cui aprirà il quarto anno fra gli under 23. Non cambia nulla oppure cambia tutto. Nonostante sia nato nel 2001 e abbia più vita davanti che alle spalle, il senso di dover dimostrare qualcosa ti si attacca addosso ogni giorno di più. Te lo dicono tutti e alla fine ci credi, in questo ciclismo che cambia pelle e brucia tutto come paglia.

Lo scorso anno qualche offerta è arrivata, ma se vuoi farne un lavoro serio, bisogna che siano serie anche le proposte. E così Davide (con il Team Colpack-Ballan al suo fianco) ha scelto di puntare su se stesso, provando a salire il gradino giusto.

La Milano-Busseto è stata la prima vittoria 2022 di Persico, ottimamente lanciato da Gomez (photors.it)
La Milano-Busseto è stata la prima vittoria 2022 di Persico, ottimamente lanciato da Gomez (photors.it)
Partiamo dalla stagione scorsa, che cosa ti sei portato via?

Pensavo di fare un po’ meglio perché ero partito bene. Poi però non ho fatto il Giro d’Italia che mi aspettavo. Nella prima tappa non sono riuscito a ottenere il risultato che speravo e da quel momento ho preso un periodo di pausa, da cui sono uscito in condizione per il finale di stagione. Nella seconda parte stavo bene, sono migliorato tanto anche in salita e diciamo che mi è servito per iniziare bene la preparazione ed essere ottimista per quest’anno.

Sei riuscito a fare un buon inverno?

Abbiamo fatto un bel ritiro in Spagna in cui sono stato sempre bene, quindi spero di partire a un buon livello come ho sempre fatto negli altri anni. E poi di continuare questo cammino per riuscire a passare professionista.

Hai capito che tipo di corridore puoi diventare?

Non sono uno scalatore, però nei percorsi un po’ mossi posso comunque difendermi bene e poi in volata sono molto veloce. Quindi se riesco a tenere sui percorsi duri e ad arrivare in 30-40, posso dire davvero la mia.

La squadra ha rifinito la preparazione a Calpe. Persico è il primo all’interno (foto Team Colpack-Ballan)
La squadra ha rifinito la preparazione a Calpe. Persico è il primo all’interno (foto Team Colpack-Ballan)
Hai parlato della prima tappa del Giro, sei arrivato 12° con il tuo compagno Gidas Umbri che ha fatto meglio di te.

Sì, esatto. Un po’ anche la squadra, perché eravamo in pochi, eravamo solo cinque e gli altri erano tutti scalatori. Non avevo nessuno che potesse darmi una mano. Poi c’era parecchia confusione, tutti volevano fare lo sprint perché c’era in palio la maglia rosa. Quindi non è stata la giornata che speravo. Venivo da un bel ritiro a Livigno in cui stavo bene. Un sesto posto coi prof alla Adriatica Ionica Race, in cui avevo dimostrato di avere una bella gamba anche in volata e… Niente, da lì poi ho staccato un po’ per riprendere bene nel finale di stagione. Però sì, diciamo che il Giro è stato il punto negativo.

Hai qualche obiettivo in particolare?

E’ ancora fresca la novità che il Giro U23 viene organizzato da RCS, quindi devo far bene lì e poi qualche gara internazionale in Belgio e con la nazionale.

Con tua sorella Silvia c’è un po’ di competizione in casa oppure ognuno fa la sua strada?

Allora, un po’ di competizione magari c’è, però è giusto. E’ uno stimolo in più che ho in famiglia e diciamo che mi aiuta anche a migliorarmi.

Si comincia dalla San Geo e poi?

San Geo, poi in teoria corro a Misano. Marzo è abbastanza pieno. Ho un po’ di gare in Croazia con la squadra e poi due gare in Belgio: la Gand-Wevelgem e la Younger Coast Challenge. 

Ti senti un po’ sulle spalle il peso di essere il più rappresentativo della squadra?

Sì, un po’ sì. Sono al quarto anno, sembrava ieri che ero al primo. Sono passate veloci queste tre stagioni. Un po’ mi sento il peso addosso della squadra, però è anche giusto. Una responsabilità in più ci può stare.

Hoogerheide, apriamo i mondiali con due quarti posti

04.02.2023
6 min
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Dopo la vittoria degli “Oranje” ieri nella prova “relay misto”, oggi si sono disputate le gare junior donne, U23 uomini e donne Elite.  Come da copione, se si organizzano dei mondiali in Olanda, ad Hoogerheide, a febbraio, non sono venuti a mancare freddo e pioggia. Così il percorso, già di per sé impegnativo è diventato duro… o meglio morbido e scivoloso. Come è andata? Bene le azzurre e le azzurrine, male gli uomini U23.

Federica Venturelli e Silvia Persico sono state le nostre migliori protagoniste con due quarti posti entrambi sudati e meritati. Brave anche Valentina Corvi (decima tra le Junior) e Sara Casasola (dodicesima tra le Elite).

Valentina Corvi ha chiuso la gara delle juniores al 10° posto a 1’47” dalla vincitrice, Isabella Holmgren
Valentina Corvi ha chiuso la gara delle juniores al 10° posto a 1’47” dalla vincitrice, Isabella Holmgren

Amaro in bocca

A conti fatti rimane un sapore agrodolce, non quello delle centinaia di litri di birra venduti sul percorso, ma quello di due medaglie che avrebbero coronato il bellissimo lavoro svolto da atlete e staff in questa stagione. 

Diverse le dinamiche per come sono arrivati i piazzamenti e diverse le espressioni delle protagoniste dopo aver transitato il traguardo. Lacrime per la Venturelli, sorriso per Persico. Nuova delusione, purtroppo, per i maschi U23 come accennato… Davide Toneatti solo 23° e Filippo Agostinacchio 24°, maglia iridata al belga Thibau Nys.

Venturelli battuta al colpo di reni da Gery nello sprint per il bronzo
Venturelli battuta al colpo di reni da Gery nello sprint per il bronzo

Venturelli in lacrime

Le ragazze junior hanno aperto le danze, e solo il fotofinish ha tolto la gioia del bronzo alla Venturelli battuta di un soffio nella volata finale dalla francese Célia Gery, mentre le gemelle canadesi Holmgren si sono meritatamente aggiudicate l’oro (Isabella) e l’argento (Ava). 

«Ho avuto qualche problema in partenza – ha spiegato la Venturelli – perché mi sono toccata con la ragazza di fianco a me. Sono riuscita a rimanere concentrata e recuperare per rimanere con le prime e fare i primi giri con loro. Penso di aver corso al meglio che potevo. Mi sono giocata tutte le mie carte, però la Gery è stata più forte di me in volata».

«Un rammarico? Non sarei riuscita ad andare via prima, dunque tatticamente sono abbastanza soddisfatta di quello che ho fatto, purtroppo mi è venuta a mancare un po’ di brillantezza nello sprint finale». Sprint che per l’accortezza arrivava in salita e dopo la lunga scalinata.

Sul podio di Hoogerheide delle donne junior, le sorelle Holmgren ai primi due posti, poi la francese Gery
Sul podio di Hoogerheide delle donne junior, le sorelle Holmgren ai primi due posti, poi la francese Gery

Onore alle rivali

Malgrado la comprensibile amarezza per il podio sfiorato, Federica ha trovato la forza per onorare le sorelle Holgrem e la sfortunata olandese Molengraaf, solo settima e fuori dalla lotta per causa di una foratura.

Poi tra uno sfogo di lacrime e l’altro la Venturelli ha voluto aggiungere: «Con la stagione problematica che ho avuto posso ritenermi contenta per il quarto posto, ma dispiace soprattutto per la mia squadra, per la nazionale, per tutti quelli che hanno fatto degli sforzi per me, perché un podio sarebbe stato il miglior ringraziamento per quello che hanno fatto».

Delusa invece Valentina Corvi: «Sì… mi aspettavo di più, ero partita bene poi purtroppo è venuta a mancare la gamba. Era un percorso che richiede tanta spinta ed ho sofferto nella parte centrale, ma in generale non ero brillante».

Venturelli ha corso con grande piglio. Il bronzo le è sfuggito allo sprint, che non è il suo forte
Venturelli ha corso con grande piglio. Il bronzo le è sfuggito allo sprint, che non è il suo forte

Soddisfazione Persico

Soddisfazione invece per Silvia Persico, come conferma l’abbraccio con il cittì Pontoni una volta arrivata davanti al pullman della nazionale.

Malgrado uno start dalla terza fila, Silvia è partita a razzo agganciandosi al terzo posto fino al quarto giro. Poi purtroppo le tulipane Vam Empel (prima), Pieterse (seconda) e Brand (terza), galvanizzate dal tifo casalingo da stadio, hanno aperto il gas e Silvia ha dovuto accontentarsi del quarto posto battendo in volata l’altra olandese Alvarado. 

«Ho cercato di prendere subito le prime posizioni – ha detto la Persico a fine gara – sapendo che parto abbastanza bene perché la gara pensavo si giocasse già dal primo giro e mezzo. Poi purtroppo mi sono fatta scappare Lucinda Brand, ma ho dato tutto fino alla fine».

E in effetti la rabbiosa volata sulla rampa finale ne è la conferma.

«L’ambiente? Bellissimo – prosegue la lombarda – c’era davvero tanta gente oggi, un tifo bellissimo. Ho sentito parecchie volte gridare il mio nome e questo mi ha fatto piacere considerando che abbiamo corso in Olanda. Poi devo anche ringraziare la mia famiglia, un gruppo di venti persone venute dall’Italia, credo di aver veramente onorato la maglia e adesso testa alla strada. 

Il punto di Pontoni:

«Le medaglie di legno – ha detto il cittì azzurro – sono state tante oggi. Ma siamo comunque soddisfatti. Due quarti posti che se si guardano nel dopo corsa danno fastidio, perché sono il peggior piazzamento che si possa fare, però siamo stati in corsa fino alla fine, siamo stati protagonisti, e questo conta per il futuro.

«Bravissima la Silvia, ricordiamoci che è partita in terza fila ed ha corso contro otto olandesi… Poi certo, alla fine tutti ricordano le medaglie ma il settore ha lavorato bene. Brave anche la Corvi e la Casasola».

Persico ha fatto una gara di rimonta, chiudendo al 4° posto
Persico ha fatto una gara di rimonta, chiudendo al 4° posto

Maluccio gli U23…

«E sì – prosegue Pontoni – purtroppo abbiamo bucato con loro. Magari un po’ più di sincerità da parte di qualcuno ci stava. Ma tutto sommato ci teniamo stretti questi risultati».

Ma il tecnico friulano già guarda avanti e domani ci sono ancora carte importanti da giocare. «Domani? La categoria juniores è un punto di domanda, chissà magari i ragazzi ci fanno un regalo inaspettato. Invece con le ragazze U23 e Filippo Fontana, un piazzamento nella top 10 sarebbe un bel risultato».

Riposo meritato per tutti i protagonisti, mentre pubblico e addetti ai lavori crepitano già per lo scontro dei titani di domani tra Van der Poel e Van Aert.

Vigilia dei mondiali, Pontoni fra amici e… nemici

02.02.2023
6 min
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E’ un Pontoni carico a mille quello in partenza per Hoogerheide, sede dei mondiali di ciclocross. Nel weekend (ma si comincia già domani con la staffetta) si tirano le somme di un lavoro che è iniziato l’estate scorsa e che è proseguito non senza scossoni, non senza qualche tirata d’orecchie, soprattutto nei confronti dei più giovani.

Prima di procedere alla presentazione delle singole gare, il cittì tiene a togliersi qualche sassolino dalla scarpa: «Dopo le convocazioni – dice – ne ho sentite di tutti i colori. La delegazione è composta da 14 elementi perché in extremis è stato recuperato Samuele Scappini, ma la sua non era stata un’esclusione per chissà quale ragione. Il campione italiano aveva avuto qualche problema fisico, con il suo team siamo rimasti costantemente in contatto e avevamo anche stabilito un cammino di avvicinamento alla rassegna iridata. La sua idoneità è arrivata solo martedì, quindi è stato aggregato alla squadra dopo le convocazioni. Non c’era alcun caso».

Il tricolore juniores Scappini convocato in extremis. Problemi fisici risolti in settimana
Il tricolore juniores Scappini convocato in extremis. Problemi fisici risolti in settimana

Venerdì, team relay

I mondiali in casa italiana inizieranno subito con una prova molto importante. Nella team relay l’Italia parte infatti da campione uscente, ma Pontoni getta acqua sul fuoco.

«Rispetto a Fayetteville – dice Pontoni – la situazione è cambiata, le nazioni prestano molta attenzione a questa nuova prova. L’Olanda gioca in casa e non vorrà perdere la prima gara, quindi la vedo nettamente favorita. Noi siamo lì a giocarci il podio con Francia e Belgio, ma in una gara simile deve funzionare tutto al massimo, basta un salto di catena, un minimo problema e la corsa è andata. Io comunque, se dovessi scegliere una medaglia da portare a casa, la vorrei qui perché esprime la forza di un movimento».

Sabato il programma comincerà con la prova junior femminile e anche qui ci si giocano grandi chance. Sin dall’inizio di stagione Pontoni ha detto di puntare molto sulla Venturelli considerando le caratteristiche del percorso.

«E’ vero – dice – ma io non sottovaluterei anche la Corvi vista la sua condizione e la sua vittoria a Ostia Antica su un percorso molto simile a quello olandese. La Venturelli è in crescita di condizione, diciamo che abbiamo due belle frecce da scagliare. Inoltre Valentina Corvi partirà dalla prima fila, Federica dalla seconda, questo è un vantaggio ed è importante perché bisognerà entrare subito nel cuore della corsa.

Toneatti a Namur, dove un errore nel finale l’ha privato del meritato podio
Toneatti a Namur, dove un errore nel finale l’ha privato del meritato podio

Molengraaf favorita, ma…

«Qui certamente l’olandese Molengraaf è la favorita – distingue Pontoni – ma mi aspetto una gara diversa rispetto allo scorso anno perché la Backstedt uccideva la competizione sin dall’inizio, l’olandese invece dovrà sudarsela, non è superiore allo stesso modo. Per il resto attenzione alle gemelle canadesi Ava e Isabella Holmgren, ma per il podio ci siamo anche noi».

SI parla di under 23 e il pensiero torna agli europei e al 4° posto di Toneatti: «Il rammarico per quel podio sfuggito per errore resta, ma da lì in poi Davide ha corso bene, anche domenica a Besançon per metà gara è stato davanti. Viene dalla preparazione su strada con l’Astana, deve solo ritrovare un po’ di brillantezza e agilità e su questo ha lavorato negli ultimi giorni. Io dico che può ripetere la gara degli europei, ma attenzione anche ad Agostinacchio, tornato in forma quando serviva e che in settimana mi è piaciuto molto. Qui mi aspetto una lotta fra il belga Nys e l’olandese Del Grosso, puntando però più sul primo».

Per la Persico tanti quarti posti in stagione. Che l’acuto arrivi proprio a Hoogerheide?
Per la Persico tanti quarti posti in stagione. Che l’acuto arrivi proprio a Hoogerheide?

La Persico ci riprova

A chiudere la giornata del sabato ci sarà la gara Elite femminile, con Silvia Persico pronta a dare battaglia alla corazzata arancione per ripetere lo straordinario bronzo di Fayetteville.

«Fra le olandesi proprio non saprei chi scegliere – dice il cittì – la Alvarado si è risparmiata per i mondiali, Van Empel e Pieterse hanno rinunciato alla gara U23 per puntare al bersaglio grosso. Silvia ha avuto qualche piccolo problema ma conto che sabato sia già al massimo».

Si può contare anche sulla guerra interna fra le olandesi per sorprenderle? «Ognuna farà corsa per sé e di certo nessuna non tirerà i freni. La Persico sa leggere la corsa, se si presenterà l’occasione sono sicuro che ci sarà».

Da sinistra Van Empel, Van Anrooij e Brand. La Van Anrooij ha scelto di rimanere fra le U23, puntando a un oro sicuro
Da sinistra Van Empel, Van Anrooij e Brand. La Van Anrooij ha scelto di rimanere fra le U23, puntando a un oro sicuro

Juniores, chance per la Francia

Il programma della domenica ha chiaramente meno aspettative in casa azzurra, ma non per questo c’è meno attenzione, anzi. Nella gara junior Pontoni vede un netto favorito.

«Il francese Leo Bisiaux ha fatto vedere di avere qualcosa in più – dice Pontoni – poco conta che abbia perso in Coppa nella gara di casa. Dai nostri mi aspetto molto, voglio una corsa d’attacco. Scappini sarà quello che partirà più avanti e deve sfruttare l’occasione agganciando il treno dei migliori. Molto dipenderà dal clima, gli esperti prevedono pioggia prima delle gare e il fango potrebbe cambiare le carte in tavola».

A seguire le under 23 con l’Italia che schiererà Carlotta Borello e Asia Zontone: «Le due azzurre hanno fatto quasi tutta la Coppa del Mondo, il campo dice che possono ambire a una Top 10 e sarebbe un grosso risultato. Qui la Van Anrooij, unica delle big a non aver voluto cambiare categoria, dovrebbe avere la strada spianata verso il titolo, vedremo se la Backstedt sarà già matura per darle battaglia».

Van Der Poel e Van Aert. L’ennesima sfida iridata elite, per ora il punteggio è 4-3 per l’olandese
Van Der Poel e Van Aert. L’ennesima sfida iridata elite, per ora il punteggio è 4-3 per l’olandese

L’ennesima battaglia fra i due Tenori

In chiusura il piatto forte del weekend, la gara elite maschile e quindi la sfida fra Van Aert e Van Der Poel: «Non mi azzardo in un pronostico perché è impossibile – sottolinea Pontoni – mai in passato i due sono arrivati alla gara iridata entrambi in una tale condizione, c’era sempre uno dei due leggermente al di sotto. Io da appassionato sono curioso di vedere come andrà a finire. Van Aert forse ha più potenza, ma l’olandese gioca in casa, conosce quel percorso a menadito, sa dove intrappolarlo».

Per l’Italia ci sarà il solo Filippo Fontana: «Entrare nei primi 10 significherebbe come una vittoria, dentro i 15 sarebbe già un buon risultato. La condizione c’è, anche a Besançon era nel gruppo dietro i primi. Serve molta abilità soprattutto nelle prime battute, poi si vedrà».

Persico regina. Ma Gariboldi vende cara la pelle

15.01.2023
5 min
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Il succo della gara sta tutto nella foto di apertura: Silvia Persico che spinge, Rebecca Gariboldi che stringe i denti. Tutto sembrava già scritto tra le donne per questo tricolore ciclocross. E alla fine le cose sono anche andate secondo i programmi, ma per arrivare all’epilogo il cammino è stato diverso da quello atteso.

Sotto la pineta di Castel Fusano, Silvia Persico ha dovuto faticare ben più del previsto per confermarsi campionessa italiana. La difesa di Rebecca Gariboldi è stata stoica. E anche Francesca Baroni, terza all’arrivo, ha contribuito alla suspense.

Il film della gara

Pronti e via e c’è subito una caduta importante. Tra le altre, finiscono a terra anche Eva Lechner e Sara Casasola. Ed è soprattutto l’atleta della Selle Italia-Guerciotti a pagarne le spese: lei poteva avere un certo peso su questi campionati italiani di ciclocross. Sara corre con la bici in spalla fino ai box, in pratica inizia la sua corsa con 1’30” di ritardo.

Intanto Silvia Persico inizia a menare forte. Bastano poche curve perché si ritrovino in tre: lei, Gariboldi e Baroni. Dietro Arzuffi man mano regola tutte altre e conduce il “secondo vagone”.

Le cose restano così fino a due tornate, o poco più, dall’arrivo, quando prima la Baroni e poi la Gariboldi cedono. E si aprono i distacchi importanti.

I distacchi esplodono…

Distacchi finali grandi, nonostante la Persico abbia staccato l’ultima avversaria a un giro e mezzo dalla fine. Ma è quel che succede quando il divario tra le atlete è ampio. Dopo che una si toglie di ruota l’altra, cambia tutto. E chi sta dietro cala di brutto.

«Sono partita forte – racconta Persico dopo il traguardo – e quando sono scivolata mi sono detta: “Mi devo calmare perché se inizio a fare così alla fine mi complico le cose”. Quindi ho cercato di andare del mio passo, concentrata e regolare senza strafare.

«Ho provato sin da subito a staccarle ma c’erano troppe curve, non riuscivo a fare la differenza. Poi, non so perché, ho provato a chiedere qualche cambio ma non me lo hanno voluto dare».

Si sapeva che Silvia fosse nettamente la più forte e le altre hanno giocato su questo punto. Ma la portacolori della Fas Airporte Services non ci sta del tutto…

«Alla fine sono umana anche io. Anche io potrei avere una giornata no e non capisco questa paura nel darmi un cambio. Comunque ho insistito sul mio passo fino al termine, spingendo forte».

La differenza, dicevamo, tra Silvia Persico e Rebecca Gariboldi c’era ma quella che si annunciava essere una cavalcata trionfante alla fine è stata una corsa abbastanza dura. Merito anche del fondo, che in un tratto, proprio quello del fettucciato maggiore, era molto lento.

Il podio con Persico, Gariboldi e Baroni. Le prime due dovrebbero avere il pass assicurato per il mondiale
Il podio con Persico, Gariboldi e Baroni. Le prime due dovrebbero avere il pass assicurato per il mondiale

Applausi Gariboldi 

Un grosso plauso va dunque alla Gariboldi. L’atleta del Team Cingolani con la sua strenua tenuta ha reso la corsa meno scontata.

«Io – dice Rebecca – guardavo solo la ruota posteriore di Silvia. Sapevo che lei era la più forte e che dovevo fare così. Questo forse mi ha portato ad andare anche oltre i miei limiti. Ho dato il 110% ed essere riuscita a tenerla così a lungo è segno di una buona condizione. E questo è quel che succede quando si sta bene».

Il podio finale è la conferma di un netto salto di qualità da parte di Rebecca. La sua stagione è stata costellata di ottimi risultati, ma soprattutto di una grande costanza di rendimento a livelli più alti che in passato. Non a caso sul traguardo ha esultato.

«Ci ho lavorato molto per arrivare a questo punto e ne sono contenta. Devo ringraziare la mia squadra che per me è come una seconda famiglia. Fanno di tutto per mettermi nelle migliori condizioni. La maglia azzurra? Beh, chiedetelo a Pontoni!».

Ma intanto Rebecca fa un sorriso… La testa è già al mondiale.

Pontoni sulla Persico: «Sul podio salirà quando serve»

04.01.2023
5 min
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Due quarti posti e un sesto tra Coppa del Mondo e Superprestige. La stagione di Silvia Persico procede spedita verso l’appuntamento pianificato sin da quando correva ancora su strada, ossia i mondiali di inizio febbraio. L’azzurra, che nel 2022 ha centrato il podio iridato in entrambe le specialità facendo un salto di qualità enorme, ha iniziato la stagione sui prati molto più tardi, ma sta procedendo su un cammino segnato in grande sicurezza, anzi lasciando intravedere molte prospettive interessanti.

La stagione della lombarda è iniziata il 26 dicembre. Finora già 5 vittorie in carniere
La stagione della lombarda è iniziata il 26 dicembre. Finora già 5 vittorie in carniere

Il cittì Pontoni non ha mai nascosto che punta molto sulla campionessa di Alzano Lombardo, proprio considerando le caratteristiche tecniche del percorso iridato di Hoogerheide e ha quindi guardato le sue prestazioni con grande attenzione. Non è arrivato il podio, ma in certi momenti non è neanche fondamentale che lo si ottenga.

«Se però guardate la gara di Val di Sole – dice – il podio era a portata di mano, le è sfuggito solo per piccoli errori di guida che su quel percorso e considerando le sue caratteristiche sono normali. Oltretutto ha corso l’ultimo giro senza freni, per la rottura della guaina, senza quell’inconveniente sono convinto che si giocava la piazza d’onore. Poi a Zolder si è ripetuta, è la dimostrazione che è già lì, a quel livello. Ora bisogna solo pensare a raggiungere la miglior forma possibile quando servirà».

Essere finita ai piedi del podio due volte non c’è rischio che possa però anche lasciarle un tarlo psicologico?

Conoscendola, assolutamente no. Silvia è una ragazza che sa prendere sempre l’aspetto positivo anche dalle situazioni peggiori, figuriamoci dopo prestazioni del genere. Questa è la sua forza, se il podio non è arrivato significa che se lo prenderà più avanti. In questo caso posso davvero parlare in sua vece, la conosco troppo bene.

Pontoni con l’azzurra dopo il bronzo mondiale: il cittì confida molto su di lei per Hoogerheide
Pontoni con l’azzurra dopo il bronzo mondiale: il cittì confida molto su di lei per Hoogerheide
Che programmi ha?

Con il suo staff siamo in perfetta sintonia, con contatti molto frequenti. Andrà ora per un periodo di allenamento in Spagna con il suo team su strada e tornerà per i tricolori, poi affronteremo insieme le tappe di Coppa del mondo restanti fino al mondiale. Sta lavorando con grande serenità e la cosa mi rende molto fiducioso. Poi le gare si vincono e si perdono, l’importante è arrivarci sapendo di aver fatto tutto il necessario.

Dal punto di vista tecnico i percorsi affrontati e quelli che arriveranno, che informazioni ti danno in vista dei mondiali?

Ben poco. Val di Sole è qualcosa a sé stante e questo è notorio. Zolder è un percorso molto più impegnativo, Zoonhoven sarà molto diverso considerando la vasca di sabbia dove si passa. Di Benidorm non sappiamo ancora, ma penso che anche quello sarà molto diverso da Hoogerheide. Noi il tracciato mondiale lo conosciamo bene, lo scorso anno ho portato una nazionale folta ad affrontare la prova di Coppa del Mondo proprio pensando alla gara iridata d’inizio febbraio. Silvia su quel percorso ha gareggiato più volte, lo conosce bene, so che è davvero adatto alle sue caratteristiche, non tanto tecnico e filante con quei 37 gradini che alla lunga faranno la differenza.

Per la Persico una grande prestazione a Vermiglio: il podio è sfuggito per pochissimo…
Per la Persico una grande prestazione a Vermiglio: il podio è sfuggito per pochissimo…
Persico ma non solo perché anche da altre ragazze sono arrivate prestazioni interessanti…

E’ giusto non focalizzarsi solo sulla Persico. Sara Casasola ad esempio è un’altra che ha fatto grandi gare, in Val di Sole è finita ottava ma anche lei con un po’ di fortuna poteva anche entrare nella Top 5. A Diegem nel Superprestige ha sfiorato la presenza nelle prime 10 ma ha confermato di essere a quei livelli. Poi bisogna considerare che le gare possono anche prendere una piega tattica e magari lei può anche finire più avanti, infatti a Jesolo ha battagliato con la Persico fino alla fine. Non dimentichiamo poi la Lechner che sta crescendo e per i mondiali sarà sicuramente pronta.

Allarghiamo un po’ lo sguardo: ti sorprende che le olandesi restano dominatrici ma con nomi diversi rispetto a quelli soliti di Brand e Vos?

Per nulla, l’Olanda ha il più grande bacino di praticanti della specialità e può attingere continuamente a nuovi talenti. E’ in atto un profondo rinnovamento, se pensiamo che con i nuovi innesti molti considerano la Alvarado “anziana” solo perché ha 24 anni, per il fatto che è da più tempo nel giro rispetto alle nuove Van Empel, Pieterse, Van Anrooij. E’ chiaro che col passare degli anni le grandi dovranno pian piano lasciare spazio e in questo festival arancione si inseriranno solo presenze estemporanee, magari proprio come la Persico. E attenzione perché dalle categorie inferiori arriveranno sempre nuovi talenti, come ad esempio la Molengraaf.

Alvarado e Vos agli ultimi europei. La vecchia guardia olandese punta forte sui mondiali di casa
Alvarado e Vos agli ultimi europei. La vecchia guardia olandese punta forte sui mondiali di casa
E per i mondiali, spazio alle nuove leve?

Non sarei così sicuro, per ora vecchie volpi come Brand e Vos vanno ancora tenute in considerazione. Quel che è certo è che la marea arancione dominerà ancora a lungo, noi dovremo essere bravi a cavalcarla…

Val di Sole a Pieterse, ma Persico ci fa sognare

17.12.2022
6 min
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«Non avevo i freni, non avevo i freni». Silvia Persico si lascia andare queste prime parole pochi istanti dopo l’arrivo. Il tempo di riempire i polmoni di ossigeno e poi la lombarda, accasciata sulla sua bici, si tira su. Il cross della Val di Sole si è appena concluso.

Quando si rialza, Vermiglio esplode in un applauso per la campionessa italiana. Silvia ha perso il podio proprio nelle curve finali, dalla Alvarado e dalla Bakker, ma il suo quarto posto non è assolutamente da buttare.

Un altro sport 

Questa mattina le condizioni erano totalmente diverse rispetto a ieri. La neve era durissima. Nella notte, contrariamente a quanto si pensasse, in alcuni tratti è stata ulteriormente grattata. E questo ha fatto emergere ancora più terra e sporco.

«Questa mattina era totalmente diverso – spiegava Martino Fruet – è quasi un altro sport. Ieri si affondava anche di 20 centimetri e per fare un giro ci volevano circa 11 minuti per gli uomini. Oggi invece le donne lo hanno fatto in poco più di 8 minuti. Le velocità erano molto più alte.

«In più lo sporco in superficie ha migliorato moltissimo la visibilità. Lo scorso anno senza sole e la pista completamente innevata, la luce era piatta. Non si distinguevano bene i canali. E questo incide molto nella prestazione, è un po’ il discorso della visibilità per gli sciatori».

Colpo di scena

La gara è filata via con un grande colpo di scena. La campionessa uscente, Fem Van Empel, era in testa. Ad un tratto è caduta e poco dopo è stata costretta al ritiro.

In quel momento la Val di Sole ha esultato, ma non per lo stop della olandese. La Persico infatti aveva agguantato e superato la Alvarado: Silvia era in testa alla corsa!

Ma in quello stesso momento iniziavano i problemi. L’azzurra mostrava una grandissima gamba però continuava a commettere tanti piccoli errori in curva, nei traversi e contestualmente perdeva del terreno.

Intanto Puck Pieterse da dietro rimontava forte. La belga guidava splendidamente e ben presto sfuggiva via tra le curve ad Alvarado e appunto alla nostra Silvia.

Freno galeotto

La medaglia di legno da una parte brucia, ma dall’altra lascia ottime speranze. Proprio la scorsa settimana il suo preparatore e direttore sportivo, Davide Arzeni, ci aveva detto che Silvia era ancora indietro con la preparazione e il fatto che andasse già così forte era un ottimo segnale.

«Non so cosa sia successo alla mia guida – dice Silvia – il freno anteriore era andato. Ho fatto una delle mie migliori gare. Però, e l’avevo già detto prima della corsa, la neve non è proprio il mio terreno. 

«La scelta delle gomme? Rifarei quella che ho fatto: ho usato quelle da fango e andavano bene. Purtroppo io non ho una guida molto leggera come sarebbe stato ideale sulla neve. Sono migliorata tanto, ma c’è ancora tanto da migliorare». 

Sognare… si deve

La sensazione è che Silvia atleticamente fosse la più forte in pista. E’ vero che commetteva parecchi errori, è anche caduta in partenza nonostante un super sprint iniziale, però nei rettilinei spingeva forte.

«Sono contenta per questo piazzamento – va avanti la Persico – anche se ci tenevo a prendere un posto sul podio. Speriamo di continuare così. Come prima prova di Coppa della stagione non è male.

«Sì, atleticamente sarò anche stata bene, però il ciclocross è fatto anche di tecnica. Vero anche che quella della neve non è una condizione che si trova spesso, pertanto sono molto fiduciosa in vista delle prossime gare». 

«Come diceva Arzeni non ho ancora cominciato a fare certi lavori. Magari quando inizieremo a farli speriamo di raccogliere una vittoria in Coppa del mondo. Intanto, l’obiettivo è quello di riconfermarmi in maglia tricolore. E poi di puntare in alto al campionato del mondo»

«Possiamo sognare, Silvia?», le chiediamo… «Esatto», ribatte lei mentre si allontana sorridendo.

Fra cross e strada, il piano di Arzeni per Silvia Persico

12.12.2022
4 min
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E per fortuna che Silvia Persico doveva partire piano nel ciclocross! Prime tre gare e prime tre vittorie per la campionessa italiana. La stessa Silvia (in apertura a Faè di Oderzo, foto Alessio Pederiva) ci aveva detto così nell’intervista di qualche settimana fa. E invece…  Tuttavia era stata onesta: ce lo conferma Davide “Capo” Arzeni.

Entrambi li abbiamo incontrati nel ritiro della loro futura squadra, con la quale però hanno già iniziato a lavorare, vale a dire il UAE Team Adq. Tecnico e atleta provengono da quella grande famiglia che è la Valcar Travel & Service e dalla relativa squadra di cross: la FAS Airport Services. Da anni si dividono fra strada e fuoristrada. Ma quest’anno con il WorldTour che incombe certi equilibri sono cambiati. O quantomeno stanno cambiando.

Davide Arzeni lavora con Silvia Persico da molte stagioni
Davide Arzeni lavora con Silvia Persico da molte stagioni
Davide, Silvia ci aveva detto che sarebbe partita più piano nel cross. Ci aveva detto che non pensava di andare subito forte e invece…

Non smentisco Silvia, perché in realtà è proprio così. Stiamo facendo una preparazione mirata più alla strada e agli appuntamenti importanti… della strada. Se vado a confrontare gli allenamenti dell’anno scorso con quelli attuali, non ci stiamo allenando meno… ci stiamo allenando molto meno. Poi c’è anche da dire che fino ad ora abbiamo corso comunque in Italia e il livello si sa non è stellare.

Il livello non alto, è vero, però ci sono ragazze che sono a pieno regime da due mesi…

In questi primi giorni di gare di Silvia, ciò che volevo era cercare un po’ di ritmo, ma ho visto qualcosa in più. Ho visto una Silvia che pur non essendo in condizione, ve lo garantisco, può essere già competitiva per entrare nelle prime dieci in Coppa del mondo. E’ una sorpresa perché, vi ripeto, la preparazione è davvero mirata alla strada e obiettivi che arriveranno più in là nella stagione. Tanto per rendere l’idea, l’anno scorso in questo periodo lavoravamo sulle ripetute 40”-20”… quest’anno non abbiamo fatto neanche un 20”-40”.

E allora possiamo dire che la Persico parte da un gradino più alto?

Silvia sta proseguendo la sua maturazione fisica e atletica. E lo vediamo anche dai test con gli altri coach del team. Sta mostrando di avere un motore di quelli importanti. Per ora le sta riuscendo tutto facile. 

Ieri l’atleta lombarda (classe 1997) ha vinto anche a Jesolo (foto Instagram)
Ieri l’atleta lombarda (classe 1997) ha vinto anche a Jesolo (foto Instagram)
Quanto è stato importante dunque il 2022 sia da un punto di vista fisico, relativo ai grandi Giri fatti, sia da un punto di vista mentale?

Certamente ha acquisito maggior consapevolezza mentale e poi credo che, nonostante sia stata ferma a lungo, abbia fatto il giusto riposo. La condizione attuale è frutto ancora del lavoro fatto fino a settembre, cioè quando ha chiuso la stagione con i mondiali. Se un’atleta comincia ad andare forte in queste gare così importanti, vuol dire che le gambe ci sono, ma anche la testa. Per correre a questi livelli significa che hai la consapevolezza di poter competere con le più forti al mondo. Vi dico un’altra cosa…

Vai!

Lei crede di poter competere per vincere addirittura il mondiale di ciclocross. Ci pensa… quantomeno pensa e punta a confermare il risultato dell’anno scorso, quando fu terza. 

E tu credi sia possibile?

Sì… ma come obiettivo intanto mi pongo l’italiano. Il prossimo sabato inizierà a confrontarsi anche con le più forti olandesi, belghe… E lì veramente inizieremo a vedere i valori in campo. O almeno come è messa Silvia rispetto a loro.

La Persico sta utilizzando un telaio Colnago con geometrie gravel… ma sembra essere super performante (foto Alessio Pederiva)
La Persico sta utilizzando un telaio Colnago con geometrie gravel… ma sembra essere super performante (foto Alessio Pederiva)
Quindi la Val di Sole sarà il vero termometro della sua condizione?

Direi di sì, perché comunque la ragazza che sta andando più forte è la Van Empel, che l’anno scorso tra l’altro ha vinto proprio in Val di Sole, e dovrebbe essere presente. In queste tre gare Silvia è veramente andata a fare allenamento: i primi allenamenti tirati. Ma ripeto, stiamo lavorando proprio in funzione della strada. Stiamo per esempio lavorando ancora tantissimo in palestra. 

E allora Davide, quali saranno i grandi obiettivi su strada? Vista come è andata la passata stagione possiamo immaginare siano le corse a tappe…

Il primo obiettivo è sicuramente il UAE Tour (9-12 febbraio, ndr) perché è la corsa di casa e qui ci tengono molto. Tra l’altro sarà qualche giorno dopo il mondiale di cross, quindi si presuppone che Silvia ci arriverà in condizione. Dopo questa gara, ci sarà ovviamente un periodo di stacco e questo ci porterà a cambiare in parte gli obiettivi per quanto riguarda le classiche del Nord. Mentre l’anno scorso abbiamo puntato di più sulle gare fiamminghe, quest’anno punteremo di più su quelle delle Ardenne. Silvia farà il giro delle Fiandre, ma con l’obiettivo di arrivare in condizione in corse come l’Amstel o la Liegi. E poi verrà tutto il resto.

Fra strada e cross, Silvia Persico al lavoro sulla forza

21.11.2022
5 min
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L’ultimo impegno su strada della stagione di Silvia Persico è stato il mondiale di Wollongong, il 24 settembre. Quel giorno la portacolori della Valcar Travel&Service, in procinto di passare alla UAE Adq, si è fermata dopo un’annata tanto intensa quanto ricca di soddisfazioni.

Per Silvia 55 giorni gara, 3 vittorie, l’ottimo piazzamento al Tour de France Femmes (quinta) e il bronzo proprio al mondiale. Stagione che a sua volta era stata preceduta da un’ottima chiusura nel ciclocross, ancora con un bronzo iridato.

Ebbene ora che il ciclocross per lei sta ricominciando, come si sta preparando? Come ha lavorato? Le direttrici a quanto pare sono due: sfruttare l’immensa base che le ha dato la stagione su strada e lavorare sulla forza.

Silvia, parliamo della tua preparazione: come ti sei traghettata dalla fine della strada alla ripresa con il cross?

Dopo l’ultima gara su strada ho fatto un mese di stop. Andavo a camminare e facevo qualche corsetta, mentre proprio non ho più voluto vedere la bici! Poi quando sono andata negli Emirati Arabi Uniti per il camp con la nuova squadra ho ripreso a fare qualche pedalata, ma molto, molto easy. Di fatto ho ripreso con la bici quando sono tornata, il 24 ottobre.

Giusto un mese dopo il mondiale…

Esatto. Non è stato facile ricominciare e non lo è ancora, in quanto non mi sono ripresa del tutto. E’ stata davvero una stagione dispendiosa sia dal punto vista mentale che fisico. E infatti adesso quando esco e faccio il confronto con qualche mese fa dico: «Aiuto!». Ma sono tranquilla…

Come stai lavorando?

Mi sto concentrando molto sulla forza. Speriamo che possa partire bene questa stagione di ciclocross, ma come ho già detto più volte non credo che sarà al livello dell’anno scorso, perché avevo cominciato molto prima. Però cercherò di prendermi il titolo italiano e di confermarmi al meglio di ciò che posso fare.

Hai detto di aver fatto un mese di stop, quando invece hai ripreso la bici hai ripreso anche la palestra?

Sì, sì…  Ho iniziato con palestra anche prima della bici. Già quando ero al camp negli Emirati, la mattina facevo sempre qualche esercizio. Poi da quando vado in bici, la faccio due volte a settimana.

Per Silvia Persico delle belle camminate dopo lo stacco dalla strada (foto Instagram)
Per Silvia Persico delle belle camminate dopo lo stacco dalla strada (foto Instagram)
Silvia, quando parli di palestra ed esercizi intendi solo core zone, stability o anche pesi?

Anche pesi. Gli esercizi più importanti sono gli squat: squat normale e squat bulgaro che sarebbe quello monopodalico. Sto insistendo parecchio sugli esercizi monopodalici perché puoi differenziare i carichi e io sto lavorando molto con la gamba sinistra perché spingo meno. In questo modo cerco di compensare. Per quanto riguarda questo lavoro a secco, Enrico Campolunghi mi ha dato le tabelle, mentre Giovanni Gilberti e Paride Piantoni mi seguono appunto in palestra a Cazzago San Martino.

La bici da cross la prendi spesso?

Non molto a dire il vero. La uso quando devo fare degli allenamenti specifici di cross o se devo fare un giretto tranquillo di scarico. Uso più la bici da strada.

Dopo parecchi mesi che non la usi non senti il bisogno di riprenderla per ritrovare il feeling giusto, rispolverare la tecnica…

Sicuramente dopo 7-8 mesi qualcosa di tecnica mi manca, ma per adesso è più importante concentrarsi su altri aspetti come quello della forza. E poi correndo si ritrova la tecnica. Io riprenderò le gare il 26 novembre (sabato prossimo, ndr) a Genova.

Anche se sta preparando il cross, Persico fa più chilometri (e lavori specifici) con la bici da strada (foto Instagram)
Anche se sta preparando il cross, Persico fa più chilometri (e lavori specifici) con la bici da strada (foto Instagram)
Visto che parliamo di un’attività che al massimo dura un’ora, che tipo di lavori fai?

Lavori in salita soprattutto. Per ora poca intensità, ma più lavori di forza. Quindi SFR, partenze da ferma, sprint in progressione. 

Quanto dura una seduta in bici in questa tua fase?

Su strada faccio più o meno tre ore. 

Ti alleni mai facendo la doppia seduta: mattina palestra e pomeriggio bici?

Non mi piace molto fare la doppia attività, però quando faccio il lavoro a secco prima di andare in palestra, corro a piedi per una ventina di minuti, faccio appunto palestra e a seguire vado un’oretta in bici. Un’oretta molto tranquilla.

Visto che stai curando molto la forza, osservi qualche accorgimento particolare in merito all’alimentazione?

Non troppo, ma ci sto attenta. Io sono seguita da Erica Lombardi. Mi trovo molto bene con lei. Inizialmente ci sentivamo tutti i giorni. Io le davo il programma giornaliero e lei la mattina mi scriveva cosa mangiare, ora invece seguo un suo protocollo. Si mangia sempre in modo equilibrato, i carboidrati non mancano, ma quando lavoro sulla forza ci si sbilancia leggermente sulle proteine.

Una stagione in prima linea, Pontoni punta sui giovani

01.10.2022
5 min
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Con la tappa inaugurale del Giro d’Italia di ciclocross domenica a Corridonia (MC) si apre ufficialmente la stagione del ciclocross. Un’annata diversa, disegnata senza i vincoli che la pandemia aveva imposto, ma con una struttura che va presa un po’ con le pinze, soprattutto quando, come Daniele Pontoni, sei alla guida tecnica del movimento e devi fare i conti con le diverse esigenze degli atleti che hai a disposizione.

In questi giorni Pontoni è impegnatissimo con il gravel, preparando la storica prima edizione dei mondiali del 9 ottobre in Veneto, ma chiaramente non ha messo da parte il ciclocross che, oltre a essere il suo primo amore, è anche la specialità che più lo impegna e che fino a gennaio lo vedrà girare per i campi di mezza Europa, per continuare quel lavoro che ha dato tanti buoni frutti già nella passata stagione.

Pontoni con la nazionale di gravel. Dopo il 9 ottobre l’attenzione passerà al ciclocross
Pontoni con la nazionale di gravel. Dopo il 9 ottobre l’attenzione passerà al ciclocross

Pontoni e la trasferta in Spagna

Pontoni è intenzionato a proseguire con un filo logico che caratterizza il suo operato: lavorare in prospettiva, quindi operando soprattutto nell’ottica delle categorie giovanili: «Proprio per questo abbiamo scelto di saltare l’apertura della Coppa del mondo in America. Lo scorso anno aveva un senso perché a Fayetteville si sarebbero svolti i mondiali, ora invece abbiamo preferito spostare l’attenzione sulla Spagna. La nostra nazionale, con una decina di ragazzi fra under 23 e juniores vi si recherà per due settimane e un totale di 5 gare per i più grandi e 4 per gli juniores, che tra un weekend e l’altro torneranno in Italia per non saltare la scuola che per me è imprescindibile».

Quando inizierete a seguire il calendario europeo di Coppa?

Già dalla prima tappa, a Tabor il 23 ottobre, ma privilegiando sempre le categorie giovanili, quindi andando in quelle tappe dove esse saranno previste oltre naturalmente alla prova nostrana di Vermiglio del 17 dicembre. Il calendario però mi pare molto interessante, sono state sostituite un po’ di località e questo è sicuramente un bene per allargare la visibilità.

La Coppa del mondo parte dagli Usa il 9 ottobre, esordio europeo a Tabor (CZE) il 23
La Coppa del mondo parte dagli Usa il 9 ottobre, esordio europeo a Tabor (CZE) il 23
L’attività giovanile resta quindi primaria nella tua gestione…

Decisamente e anzi rispetto allo scorso anno ho intenzione di allargare il discorso anche agli allievi, attraverso 3-4 ritiri nei quali faremo dei test per avere un quadro preciso della situazione per gli anni a venire. Abbiamo un movimento effervescente e su questo dobbiamo lavorare pensando al futuro.

A livello assoluto la forte attenzione sul ciclismo femminile, con molte italiane che vanno all’estero nelle squadre WorldTour ti mette in difficoltà?

Relativamente all’inizio di stagione, atlete come Persico e Arzuffi ad esempio non faranno più di una dozzina di gare, anche la Lechner farà un’attività ridotta e anche a livello maschile Toneatti ha avuto dall’Astana il beneplacito solo per un numero limitato di eventi. Questo significa che soprattutto fra le donne si creerà un buco, ma io devo fare i conti con quel che ho a disposizione.

Persico, Toneatti, Bramati e Leone, i primi vincitori del mondiale di Team Relay
Persico, Toneatti, Bramati e – fuori campo – Leone, i primi vincitori del mondiale di Team Relay
E’ vero anche che molto dipende dalla prospettiva con la quale si guarda all’attività: l’evoluzione del ciclismo sta portando sempre più a una selezione del calendario anche da parte delle ragazze come fanno i big del ciclismo maschile…

Io sono abituato a guardare le cose sempre dal punto di vista del bicchiere mezzo pieno. Da parte dei team sto trovando comunque collaborazione, si procede sempre più verso quella strada che gente come Van Der Poel e Van Aert hanno tracciato, selezionando un determinato periodo per la loro attività invernale, ma non rinunciandoci. Per me quel che conta è sapere quando avrò i ragazzi e le ragazze a disposizione, poi lavoro di conseguenza. Ma questo influisce anche sulla scelta primaria di operare soprattutto nel settore giovanile per allargare sempre di più il nostro bacino ciclistico.

Il calendario italiano è rimasto molto ricco, anche dopo la pandemia che aveva spinto la Federazione ad allargare la fascia di gare nazionali…

Questo secondo me è un bene. Prima molte società del Centro-Sud erano costrette a lunghe trasferte e quindi a notevoli esborsi economici. Poter ora scegliere tra più eventi permette di scegliere quelli più vicini e quindi contenere le spese. Io vedo un calendario ben strutturato e che copre tutta Italia (nel complesso ci sono 30 gare, da domenica 2 ottobre al 28 e 29 gennaio 2023 con la rassegna tricolore giovanile, ndr).

Domenica a Corridonia il via al Giro d’Italia di ciclocross, 7 tappe fino a dicembre (foto Passarini)
Domenica a Corridonia il via al Giro d’Italia di ciclocross, 7 tappe fino a dicembre (foto Passarini)
C’è qualche nome sul quale saresti pronto a scommettere a livello giovanile?

Nel mio ruolo non è giusto fare singoli nomi, ma posso dire che sulla base dell’attività dell’ultima stagione abbiamo almeno tre junior che erano primo anno e che ci daranno grandi soddisfazioni, inoltre mi aspetto molto anche dalle ragazze come Venturelli e Corvi che hanno avuto stagioni molto proficue rispettivamente su strada e nella mtb. Dietro poi abbiamo fra gli allievi dei veri talenti che raramente ho visto a quei livelli, quindi sono molto ottimista.