Shimano e le corone 54-40: il pensiero di Andrea Bagioli

21.02.2022
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Dopo il debutto stagionale, iniziano ad arrivare anche i primi feedback dei corridori, in merito alle biciclette, ai componenti e a come poter sfruttare al meglio il materiale a disposizione. E’ vero, la stagione sarà lunga e le competizioni “importanti” arriveranno, ma proprio questo inizio stagione offre degli spunti interessanti su diversi argomenti. In gruppo si accende il dibattito sulla combinazione 54-40 che offre il nuovo Shimano Dura Ace a 12 rapporti.

Bagioli ha debuttato nella nuova stagione al Saudi Tour
Bagioli ha debuttato nella nuova stagione al Saudi Tour

Il 54 non è una novità

Prima di approfondire con Andrea Bagioli del team Quick Step-Alpha Vinyl, è giusto ricordare che la corona con 54 denti non è una prima assoluta, anzi. Le grandi classiche sono colme di ricorsi storici in questo senso. 54-42, 54-39 e altri accoppiamenti, soluzioni richieste e ricercate dai corridori, talvolta non solo per le gare di un giorno e per i tracciati piatti. I velocisti usano il 54 in pianta stabile già da qualche anno. Ma ora il plateau 54-40 di Shimano diventa uno standard e soppianta lo storico 53-39. Qui di seguito proponiamo due grafici che mettono a confronto i vari numeri e sviluppi metrici delle combinazioni, 54-40 vs 53-39.

Il risvolto tecnico

Molte gare si decidono in una frazione di secondo e le velocità, medie e di picchi, sono aumentate in maniera esponenziale. Servono degli sviluppi metrici maggiori, ma anche la possibilità di sfruttare l’efficienza (aumentata rispetto al passato) delle trasmissioni. Il 54 Shimano, con il suo design (guarnitura inclusa) e grazie alla linea catena permette di sfruttare in modo ottimale i pignoni da 12 e 13 denti. Inoltre si genera anche un minore attrito dei componenti quando la catena sale verso l’alto, fattore che trova conferma dalle dichiarazioni di Bagioli.

Perché Andrea Bagioli? Perché non è un velocista, pur essendo un corridore esplosivo capace di primeggiare in uno sprint ristretto, con una struttura fisica non imponente (175 centimetri per 62 chilogrammi di peso). E’ forte sulle salite brevi ed è preparato sotto il profilo tecnico.

Andrea Bagioli durante uno dei ritiri in Spagna (foto Wout Beel/Quick Step-Alpha Vinyl)
Andrea Bagioli durante uno dei ritiri in Spagna (foto Wout Beel/Quick Step-Alpha Vinyl)
Quali rapporti utilizzi in corsa e qual è la lunghezza delle pedivelle?

La bici da gara è montata con lo Shimano Dura Ace a 12 rapporti. La combinazione è 54-40 davanti e 11-30 dietro. Uso le pedivelle da 172,5 su tutte le biciclette, quella da allenamento e quelle che porto in competizione. La bicicletta che tengo a casa, quella dedicata solo agli allenamenti è montata con il Dura Ace a 11v. In questo caso la combinazione è 53-39 e 11-30.

Il pacchetto 11-30, ormai un riferimento per quanto riguarda il retrotreno della bici
Il pacchetto 11-30, ormai un riferimento per quanto riguarda il retrotreno della bici
E’ la prima volta che usi la combinazione 54-40?

Sì, è la prima volta e mi trovo parecchio bene. Con le velocità attuali che si raggiungono durante le gare, è un vantaggio ed inoltre si riesce a sfruttare meglio la parte mediana e bassa del pacco pignoni. Quando le velocità di punta si alzano in modo esponenziale, si riesce a risparmiare qualcosa sui battiti cardiaci, senza sacrificare lo sviluppo metrico. Un vantaggio anche quando si formano i ventagli. Ad oggi ho utilizzato questa soluzione per un migliaio di chilometri, durante il ritiro in Spagna e alle prime gare di stagione. Come dicevo poco fa, sulla bici che ho a casa per allenarmi ho ancora il 53-39.

Le bici della Total Energies, ancora equipaggiate con lo Shimano Dura Ace a 11v
Le bici della Total Energies, ancora equipaggiate con il Dura Ace a 11v
Hai impiegato tempo per abituarti?

Assolutamente no, il feeling è stato immediato. Non trovo grosse differenze in fase di spinta, se lo confronto con il 53. E poi ho dei vantaggi anche quando porto la catena in alto, sul 27 e sul 30. In questi casi la catena non gratta, non fa rumore, non salta e mantiene una fluidità molto buona. Sembra di avere la catena su un pignone a metà scala. Gli incroci pericolosi per la catena non andrebbero mai fatti, questo lo so, ma quando sei a tutta…».

Una delle bici Quick Step, con la “vecchia” guarnitura Shimano Dura Ace, ma con le corone 54-40
Una delle bici Quick Step, con la “vecchia” guarnitura Dura Ace, ma con le corone 54-40
Sempre per quanto concerne i rapporti, quali sono le variazioni che chiedi e in quali occasioni?

Difficilmente chiedo di apportare dei cambiamenti alle corone, al limite domando ai meccanici di cambiare i rapporti posteriori. Questo accade se devo affrontare una salita impegnativa. Ad esempio al Saudi Tour ho chiesto di usare i pignoni con dietro il 34, con davanti il 54-40.

Shimano e UCI: una collaborazione sempre più stretta

05.02.2022
3 min
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Il rapporto di collaborazione in essere tra Shimano e l’UCI è sempre più serrato. A dimostrarlo è anche la recente adozione da parte dello stesso ente che sovrintende il movimento ciclistico mondiale dei corsi tecnici Shimano T.E.C. quale programma di formazione e di certificazione tecnologica dei meccanici operativi presso il World Cycling Center di Aigle. Shimano, che con l’UCI lavora dal lontano 1999 e che garantisce l’assistenza tecnica nelle corse più importanti, ha messo a disposizione il materiale informativo e i “tutorial” da condividere con i meccanici in tutto il mondo.

«Con questa particolare collaborazione – ha commentato Myron Walraven, Head of Sports Marketing Shimano Europe – intendiamo rafforzare la nostra partnership con l’UCI. L’obiettivo è di contribuire ad aumentare il numero e il livello di meccanici di biciclette altamente qualificati e professionali in tutto il mondo». 

Shimano terrà i corsi dell’UCI per la formazione di nuovi meccanici
Shimano terrà i corsi dell’UCI per la formazione di nuovi meccanici

Un programma in 3 livelli

I corsi di meccanica realizzati al World Cycling Center dall’UCI sono rivolti a tutti coloro che desiderano intraprendere la carriera di meccanico. Il programma è diviso in tre livelli: il livello 1 è un corso introduttivo ai temi della meccanica, della durata di tre giorni, che può essere completato online. Il livello 2 invece è un corso rivolto ai meccanici alle prime armi, ma già in possesso di un bagaglio di esperienza e si articola su due settimane che devono essere frequentate in presenza. Il livello 3, sempre in presenza, è rivolto ai meccanici che lavoreranno per i team professionistici oppure per la propria Federazione nazionale. 

Questo è il gruppo Shimano Ultegra a 11 velocità
Questo è il gruppo Shimano Ultegra a 11 velocità

Solo nel 2021, sono stati ben 60 i meccanici formati nei tre livelli di corsi tenuti dagli esperti dell’UCI. Come anticipato, quest’anno Shimano ha realizzato video specifici che verranno utilizzati per il corso di Livello 1. I partecipanti ai due corsi più avanzati avranno invece accesso ai video esistenti sulla piattaforma Shimano T.E.C. 

«La professionalizzazione delle persone che lavorano nel mondo del ciclismo – ha aggiunto il direttore dell’UCI WCC Vincent Jacquetè – rappresenta una delle nostre missioni: un obiettivo che Shimano ci sta aiutando a centrare condividendo con noi un percorso importante di formazione al massimo livello possibile».

Formazione & certificazione

I partecipanti ai corsi UCI WCC apprendono abilità come il montaggio dei componenti sulle biciclette, l’assemblaggio delle ruote, la manutenzione di ogni componente ed accessorio, l’assistenza, la preparazione alla gara e la posizione sulla bicicletta. Numerosi ex partecipanti hanno continuato a lavorare per le proprie Federazioni, altri hanno trovato impiego in squadre professionistiche. In tantissimi hanno aperto dei propri negozi di biciclette.

Il World Cycling Center UCI di Aigle
Il World Cycling Center UCI di Aigle

Ben 30.000 in Europa

Shimano T.E.C. (S-TEC), è il programma di formazione e istruzione di Shimano per l’industria del ciclismo. I corsi vengono erogati tramite una piattaforma di apprendimento online rivolta ai meccanici in tutto il mondo. S-TEC è disponibile per i rivenditori in 189 Paesi in tutto il mondo con 30.000 membri nella sola Europa. I corsi europei sono sottotitolati in 10 lingue e nel 2021 la piattaforma ha registrato oltre 200.000 completamenti di corsi. Ci sono circa 180 corsi dal vivo tra cui scegliere in qualsiasi momento.

Shimano

Shimano, non solo trasmissioni ci sono le nuove ruote

01.02.2022
5 min
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Il pacchetto Shimano di nuova generazione non è “solo” quello delle trasmissioni a 12 velocità, Dura Ace e Ultegra, ma comprende anche le ruote. La nuova piattaforma è stata completamente rinnovata e si va ben oltre l’adattamento ai 12 pignoni.

Le versioni sono due, Dura Ace e Ultegra, ognuna con tre modelli, C36, C50 e C60 (foto Andreas Dobslaff per Shimano)
Le versioni sono due, Dura Ace e Ultegra, ognuna con tre modelli, C36, C50 e C60 (foto Andreas Dobslaff per Shimano)

Tre profili e spazio ai tubeless

Le altezze che vengono proposte sono tre e corrispondono anche alla sigla che identifica la ruota: C60, C50 e C36, rispettivamente da 60, 50 e 36 millimetri. I cerchi sono completamente in carbonio, fibra composita che è comune a tutte le ruote, a prescindere dal segmento. Quelle con tecnologia tubeless (non hookless) e per freni a disco hanno il canale interno con larghezza di 21 millimetri. Le ruote Dura Ace sono disponibili anche nella versione tubolare e per freni rim (le Ultegra sono TL e solo Disc).

Si punta molto verso la gamma di ruote tubeless. Qui la zona, rinforzata, della valvola
Si punta molto verso la gamma di ruote tubeless. Qui la zona, rinforzata, della valvola

Dura Ace e Ultegra, raggiature e mozzi

Partendo dai nipples, esterni ed in acciaio, si passa alle raggiature (anche i raggi sono in acciaio), comuni per le versioni C36 e C50, diverse per le C60 che in termini di performances devono accontentare maggiormente i velocisti. I profilati di queste ultime hanno degli spessori maggiorati (1,8 millimetri invece dei raggi da 1,5 per le C36 e C50). L’obiettivo è aumentare la rigidità e la velocità nei cambi di direzione. Le C36 e le C50 hanno un incrocio in seconda, da ambo i lati e per il comparto anteriore; radiale (non drive side) e con incrocio in seconda dal lato dei pignoni. Le C60 hanno i raggi radiali e senza incrocio (lato non disco) anche per la ruota anteriore.

Alluminio e nuova meccanica

I mozzi invece sono in alluminio, nel corpo centrale e nelle flange; rispetto al passato è cambiata la meccanica. Si basa su ruote dentate contrapposte e una sola molla (il meccanismo prende il nome di Direct Engagement, simile e non uguale al RachetSystem DTSwiss), semplici da gestire in caso di pulizia e manutenzione, ma anche efficienti e veloci, grazie ad un ingaggio immediato proprio della ruota libera.

Corpetti diversi

Mentre quello delle ruote Shimano Dura Ace è specifico per i 12 pignoni (non si possono montare le 11 velocità), quello della piattaforma Ultegra ha delle guide simile alla versione precedente. Questa soluzione permette di montare anche i “vecchi” pignoni 11 speed. Riassumendo: il corpetto delle Dura Ace è compatibile solo con le 12 velocità, l’Ultegra è compatibile con gli 11 rapporti. Le cassette pignoni a 12 velocità si possono montare anche sui corpetti con predisposizione alle 11 velocità (12 vs 11, gli ingombri e le spaziature sono le medesime).

I numeri e il concept delle ruote Shimano

  • Le Shimano C36 TL (tubeless) sono state sviluppate per gli scalatori e gli amanti dei percorsi che prevedono molti metri di dislivello. Sono leggere, pur non avendo un peso estremizzato verso il basso. Hanno un valore alla bilancia dichiarato di 1.338 grammi nella versione Dura Ace e 1.481 grammi nel modello Ultegra.
  • Si passa alle versatili C50 TL, una sorta di tutto-terreno, veloci e guidabili, una sorta di vestito buono per ogni occasione, il giusto compromesso tra peso e rigidità. Hanno dei pesi dichiarati di 1.465 e 1.562 grammi la coppia, rispettivamente per Dura Ace e Ultegra.
  • Infine le ruote dedicate agli sprinter, aerodinamiche e rigide. Sono le C60 TL, con dei pesi dichiarati di 1.609 e 1.462 (Dura Ace e Ultegra).
  • Le configurazioni con gli pneumatici tubolari hanno dei pesi dichiarati di: 1.153 grammi la coppia (C36 Disc), 1332 (C50) e 1.439 (C60).

Shimano

La Pinarello Crossista F di Tom Pidcock

29.01.2022
4 min
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L’abbiamo fotografata e analizzata durante la tappa di Coppa del mondo di Vermiglio, ma ora la bicicletta del campione britannico assume delle “connotazioni ufficiali”. La Pinarello Crossista F sancisce il grande ritorno nel ciclocross e ad altissimi livelli della maison trevigiana. Carbonio hors categorie e forme che sono il DNA di una piattaforma unica nel suo genere. Il processo di sviluppo è iniziato nella primavera 2021 e a distanza di neppure un anno, la Crossista F è una delle biciclette più ambite.

Thomas Pidcock ha contribuito in maniera fondamentale allo sviluppo del progetto Crossista F
Pidcock ha contribuito in maniera fondamentale allo sviluppo del progetto Crossista F

Forme che fanno storia

Le curve, le muscolosità e i volumi abbondanti delle tubazioni sono un marchio di fabbrica. Lo sono per le biciclette da strada e lo sono anche per la Crossista F con la quale Tom Pidcock affronterà la gara iridata di Fayetteville.

La Pinarello Crossista F nasce vincente, grazie ad una vittoria e 5 podi. Tecnicamente si tratta di una bicicletta in carbonio e monoscocca. La forcella ricorda quelle in dotazione alla Dogma F, con delle variabili sviluppate in modo specifico per il ciclocross. Così come il frame, caratterizzato da una scatola del movimento centrale voluminosa (che ovviamente è più alta da terra, per il passaggio sugli ostacoli). Essa ha l’obiettivo di garantire rigidità senza influire in modo negativo sul grip del retrotreno, che a sua volta ha i foderi orizzontali curvati verso l’alto (zona del cambio e del perno passante). I foderi obliqui del carro sono sagomati, armoniosi e hanno un’inserzione ribassata al piantone.

Nodo sella per il ciclocross

E poi c’è quella tubazione orizzontale svasata, creata appositamente per agevolare la presa della bicicletta quando è necessario scendere di sella e mettere la bici in spalla. Non un semplice dettaglio. Anche il reggisella, dedicato a questa bicicletta, non è un componente a caso. E’ una sorta di aero seat-post, in carbonio e con un arretramento voluto. Ha un duplice obiettivo: quello di fornire una posizione perfetta all’atleta e di scaricare parte del peso sulla ruota posteriore, per un grip ottimale.

Una bicicletta leggera

Le ruote e la trasmissione fanno parte del pacchetto Shimano Dura Ace (11v). I tubolari sono Challenge, mentre la sella è Fizik. Altro dettaglio interessante è il manubrio Most Talos (Pinarello), un monoblocco in carbonio, una sorta di compact che ricorda da vicino il modello aerodinamico utilizzato per le bici road. La sezione superiore è piatta. La base dello stem si integra con la testa del profilato dello sterzo, con il caratteristico shape tipico delle Pinarello. La bicicletta di Pidcock ha un valore alla bilancia dichiarato di 7 chili e 390 grammi, inclusi i pedali, un valore eccellente in considerazione della categoria.

Pinarello

Viviani, la Dogma F, i cerchi da 60 e i tubeless gonfiati di più

27.01.2022
6 min
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Viviani torna su Pinarello a quattro anni dall’ultima volta: nel mezzo i due anni Specialized della Quick Step e i due su De Rosa alla Cofidis. Avevamo già approfondito il tema con Matteo Cornacchione, meccanico Ineos Grenadiers, non appena la firma del veronese era stata ufficializzata. Ma oggi, avendogli lasciato il tempo per rifarsi un’idea, è proprio Elia a fornirci il punto di vista sulla Dogma F che utilizzerà nel 2022. L’occasione è una serata di fine lavoro nel velodromo di Montichiari, che ufficialmente è chiuso, ma viene concesso in uso alla nazionale.

«Sono arrivato al momento giusto – sorride – perché dopo quattro anni con i freni a disco, sarebbe stato difficile tornare a quelli tradizionali. Mi ritrovo fra le mani una bici completa, potendo lavorare sul peso con la scelta delle ruote. La configurazione più leggera arriva a 6,9 chili».

Ecco la Dogma F di Viviani, montata con il nuovo Shimano Dura Ace e le ruote da 60
Ecco la Dogma F di Viviani, montata con il nuovo Shimano Dura Ace e le ruote da 60

Elia spacca il capello, un fatto di attenzione e di atteggiamento nei confronti dei… ferri del mestiere. Per cui il discorso va avanti, cercando di capire il feeling che si va creando fra l’atleta e la sua bici.

Che cosa intendi per bici completa?

Che è leggera per andare bene in salita. E’ comoda. E ha tubi aero che la rendono veloce. Rispetto al telaio del 2017, sono salito di una taglia. Un cambiamento che avevo fatto passando alla Quick Step con Specialized e che ho mantenuto con De Rosa. La Dogma F10 con cui correvo nel 2017 era una 51,5, ora sono a 53 che poi per il gioco delle taglie di Pinarello sarebbe una 54,5. Di base gli angoli restano quelli, le forme sono le stesse della F10, ma la bici è stata aggiornata. I cavi sono tutti dentro, la forcella è più ampia per migliorare l’aerodinamica.

Questo aumento della taglia non ha conseguenze?

L’unica cosa è che sono più alto davanti rispetto al 2017. La serie sterzo è al minimo. Con la F10 ero a battuta e anche con la Dogma F. L’attacco è più corto. Potrebbe incidere sull’aerodinamica, ma dai test fatti, riesco a spingere meglio.

Fra le novità c’è anche il nuovo gruppo Shimano, giusto?

E’ migliorato tantissimo, soprattutto i freni che non sono più rumorosi. Nella versione precedente si surriscaldava l’olio nel serbatoio sulla leva, adesso quella zona è stata ingrandita. La leva potrebbe sembrare grande osservandola da fuori, ma si prende bene ed è molto confortevole.

Le nuove leve del Dura Ace sembrano grandi, ma secondo Viviani sono molto confrotevoli
Le nuove leve del Dura Ace sembrano grandi, ma secondo Viviani sono confrotevoli
Quale manubrio hai scelto?

Il MOST di Pinarello, quello previsto per la bici, misura 40 c/c con attacco da 120 e zero spessori sopra alla serie sterzo.

Alcuni velocisti usano i manubri… aperti, tipo gravel.

L’ho visto sulla bici di Nizzolo, perché evidentemente lo sponsor lo aveva a catalogo. Se ne vedono di più in pista, ma io mi trovo bene con la curva tradizionale.

Tornando alla bici, è credibile che lo stesso modello vada bene per gli scalatori e per i velocisti?

E’ reattiva e rigida. Quando correvo con Specialized, per i velocisti c’era la Venge, che però è stata tolta di produzione. Era una bici rigidissima fino a essere quasi scomoda. Al Giro del 2018 la utilizzai solo per le tappe che potevo vincere. La Dogma F ha una struttura veloce, non è costruita con tubazioni piccole da scalatore. Diciamo che questo è l’orientamento del mercato. Forse solo Cannondale e Giant hanno ancora la bici da velocista. La Reacto di Colbrelli è veloce, ma anche confortevole. La stessa De Rosa ha caratteristiche da bici universale.

Hai parlato delle ruote…

Giocheremo con i vari profili tanto per raggiungere le configurazioni migliori. Abbiamo tre altezze del cerchio: 36-50-60, la ruotona per la volata. Io uso sempre queste, anche in allenamento. Forse in qualche tappa di montagna o nelle corse del Nord passerò alle 50 per togliere peso e avere più comfort. In più c’è il discorso delle gomme…

La Venge è stata l’ultima bici da velocista usata da Viviani. Ora si punta su modelli all round
La Venge è stata l’ultima bici da velocista usata da Viviani. Ora si punta su modelli all round
Tubolari o tubeless?

Entrambi. Per abitudine mia, in gara ho sempre usato i tubolari, qui siamo 50 e 50. I test dicono che i tubeless sono più scorrevoli e comodi, per contro i tubolari sono più leggeri. Diciamo che si tratterà di trovare un compromesso, perché anche a livello di sensazioni, è evidente che il tubeless sia più scorrevole. Perciò, dato che comunque in volata voglio una ruota rigida, userò tubeless da 25 anziché da 28 e li gonfierò di più.

Si ottiene un “effetto tubolare” con più scorrevolezza?

E’ impossibile fare comparazioni durante lo sprint, ma quando sei lì e ti alzi sui pedali, la sensazione di affondare non è il massimo. Scegliendo tubeless più piccoli e gonfiandoli di più, si mantiene comunque il senso di superiore scorrevolezza e la bici rimane compatta.

Quindi addio tubolari?

No, li userò ancora, quando ad esempio sarà necessario che la bici sia anche più leggera. Immagino la Sanremo, dove quei 300 grammi risparmiati dopo 300 chilometri possono fare la differenza.

Invece, Elia, come siamo messi con la guarnitura?

Ho scelto una 40-54, mentre dietro avrò la scala 11-32. Ormai per noi velocisti il 54 è una scelta obbligata e Shimano ci ha tolto d’impaccio, visto che non produce più il 53. L’alternativa sarebbe il 36-52, con cui però non mi trovo. Certo la 40 come corona più piccola è grandicella, per cui abbiamo provato a montare una 36-54, ma non funziona come dovrebbe, perciò… pietra sopra!

Quando si cambia squadra si cambia anche la sella…

Sono tornato alla Fi’zi:k dopo due anni con Selle Italia. Ho scelto il modello Arione, con cui mi sono sempre trovato bene, perché ha un bell’appoggio largo e non ha il buco al centro. Le ho provate le selle forate, ma non mi sono mai trovato un granché.

La bici da pista è più lunga di 3 centimetri di quella da strada, per allungarsi nonostante l’assenza delle ruote
La bici da pista è più lunga di 3 centimetri di quella da strada, per allungarsi nonostante l’assenza delle ruote
Ad alcuni l’Arione non va giù perché è facile scivolare avanti e indietro…

E pensate che a me piace anche per quello. Mi piace potermi muovere a seconda della posizione e della fase di corsa. Quando c’è da menare a tutta, sono in punta. Altrimenti si riesce a stare più indietro ed è rilassante per la muscolatura.

Bici da strada e bici da pista: adesso entrambe Pinarello.

Ma con misure completamente diverse. Se quella da strada è lunga 54,5, la bici per prove di gruppo in pista è 57,5. Il manubrio è più stretto, la sella è diversa, solo l’attacco resta da 120 ed è uguale anche l’angolo di spinta, cioè l’arretramento e l’altezza.

Perché tanto più lunga?

Perché non hai le leve dei freni da prendere, quindi non puoi allungarti. In pista conta essere stretti e aerodinamici, ma anche quello è un settore che cambia. A Rio ero su una 55, ad esempio. Ma c’è un altro punto in comune, le pedivelle. Sia su strada sia in pista uso le 172,5.

Quindi che bilancio facciamo alla fine di questo viaggio nella tua bici?

Sono contento e finalmente fra poco si comincia. Prima però voglio mandare anche un augurio a Egan Bernal, il suo incidente non ci voleva. Speriamo che possa rimettersi al meglio e vedremo come cambieranno i programmi della squadra. Ho sentito Lombardi. Ha detto che è grave, ma dovrebbe recuperare al 100 per cento. Davvero una brutta tegola per lui…

Iniziano le corse, ripartono le ammiraglie blu di Shimano

25.01.2022
5 min
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La stagione agonistica ha preso il via e le corse professionistiche stanno per approdare anche in Europa. Il nostro percorso legato agli approfondimenti tecnici ci porta sulla sponda Shimano, nello specifico su quella del Servizio di Assistenza Tecnica Neutrale. Il Neutral Technical Support è un tassello fondamentale per lo svolgimento delle gare e ad oggi, la compagine europea di Shimano supporta i tre grandi giri (oltre a buona parte delle gare in linea). Abbiamo intervistato Massimo Rava, team leader del gruppo Shimano che si occupa del servizio al seguito delle gare in Italia (e non solo).

Non c’è solo il cambio ruote, le macchine blu offrono assistenza nei vari aspetti della corsa (foto 6Stili per Shimano)
Non c’è solo il cambio ruote, le macchine blu offrono assistenza nei vari aspetti della corsa (foto 6Stili per Shimano)
Dal punto di vista operativo, come e quando si conclude la stagione del Servizio di Assistenza Tecnica Neutrale e come e quando riparte?

La stagione delle gare si conclude con Il Lombardia, l’ultima gara dei professionisti, alla quale è legata anche la granfondo Il Lombardia e dove noi siamo presenti. E’ da tenere presente che il Neutral Technical Support di Shimano supporta le competizioni che orbitano nel contesto RCS Sport. Nel 2021, una particolarità, perché abbiamo prestato servizio al Criterium Dubai, a novembre. Un’eccezione, ma la nostra collaborazione con RCS è ampia e si concretizza a ogni occasione. Ripartiamo perciò a febbraio con il UAE Tour, la gara negli Emirati.

Massimo Rava, team leader di Shimano Neutral Technical Support Italia (foto 6Stili per Shimano)
Massimo Rava, team leader di Shimano Neutral Technical Support Italia (foto 6Stili per Shimano)
Ci sono dei corsi di aggiornamento che effettuate nei momenti lontani dalle corse e nel cuore della stagione?

Con Shimano ci sono sempre dei corsi online per tenersi aggiornati e avere le ultime novità da parte dell’azienda. Questi stessi corsi vengono suggeriti anche ai meccanici delle squadre professionistiche. Prima della pandemia venivano svolte delle vere e proprie sedute di aggiornamento in presenza. Questo accadeva prima dell’inizio ufficiale della stagione delle gare e a fine stagione. Ci trovavamo nella sede di Shimano, momenti importanti per noi operatori, dove venivano toccate con mano le bici e le problematiche che affrontiamo nelle corse. Al momento corsi in presenza non sono ammessi, per cui ci limitiamo ad aggiornamenti programmati dedicati a noi online. Devo sottolineare la disponibilità del QC di Shimano, nel fornire informazioni e dettagli su come operare ed essere al top nel servizio.

E poi le moto in corsa spesso legate a “situazioni particolari” di gara (foto 6Stili per Shimano)
E poi le moto in corsa spesso legate a “situazioni particolari” di gara (foto 6Stili per Shimano)
Da quante persone è composto il team Neutral Support di Shimano?

Ci sono io come Team Leader del Servizio Corse e altre 14 persone. In totale 15, con ruoli ben precisi e definiti. La numerica sembra alta ma necessaria considerando che abbiamo anche corse in parallelo per cui dobbiamo settare un doppio team, moto inclusa. Abbiamo una suddivisione tra driver qualificati, che devono seguire corsi di aggiornamento per avere l’abilitazione alla guida in corsa e meccanici qualificati e mi rifaccio alla modalità dei corsi che abbiamo citato in precedenza. Esiste poi in Shimano una persona dedicata al coordinamento e alla gestione del Servizio Corse con la quale mi interfaccio quotidianamente.

Per quello che concerne i materiali, cosa avete a disposizione?

Abbiamo 24 bici in totale e circa 80 ruote. A queste si aggiunge il materiale di scorta e di ricambio: pedali, pneumatici e rotori, pignoni ecc. Ovviamente, per essere neutrali e poter servire tutti i team, anche quelli non sponsorizzati Shimano, abbiamo in dotazione anche ruote della concorrenza che vengono suddivise sui mezzi al seguito della gara.

Dopo la gara si prosegue con il controllo degli equipaggiamenti e la preparazione per il giorno seguente (foto 6Stili per Shimano)
Dopo la gara si prosegue con il controllo e la preparazione per il giorno seguente (foto 6Stili per Shimano)
E in caso di emergenza in gara, avete una sorta di salvagente pronto ad ogni evenienza?

Abbiamo un’auto completa di scorta, che interviene in occasioni speciali e posizionata in zone strategiche. Ad esempio il Muro di Sormano, oppure durante una cronometro, in grado di sopperire a richieste particolari da parte dell’organizzazione, ecc. Questo mezzo è completamente settato come le auto in corsa, quindi 6 bici di scorta.

La Strade Bianche, una delle più belle da vivere, ma difficile da gestire in quanto piena di insidie per tutti (foto 6Stili per Shimano)
La Strade Bianche, una delle più difficile da gestire in quanto piena di insidie per tutti (foto 6Stili per Shimano)
Quante giornate di gara sono preventivate nel corso di questo 2022 che stà per iniziare?

Per il 2022 replichiamo il calendario dello scorso anno, circa 80 giornate. Vengono confermate tutte le gare RCS professionisti (UAE Tour, Strade Bianche uomini e donne, Tirreno-Adriatico, Milano-Torino, Milano-Sanremo e Giro di Sicilia, Giro d’Italia, Gran Piemonte e Il Lombardia), le granfondo amatoriali RCS (Strade Bianche e Lombardia) e la Granfondo Pinarello. Da quest’anno abbiamo anche la granfondo italiana di maggiore rilievo internazionale, la Maratona dles Dolomites. Ulteriori gare possono aggiungersi al calendario in accordo con Shimano Europa, dato che l’intenzione è di portare avanti la collaborazione tra tutti i NRS (servizi di assistenza tecnica neutrale dei vari stati europei) esistenti in Europa per il futuro.

BH GravelX: agile, scattante, performante e comoda

13.01.2022
3 min
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BH svela la sua gamma di biciclette GravelX, pensate e progettate per i lunghi viaggi e per il divertimento offroad. La prima parola d’ordine per la serie GravelX è versatilità. La seconda invece è divertimento. Queste bici sono ideali per soddisfare tutte le esigenze. Comode compagne di viaggio, ma anche aggressive e scattanti quando il terreno si fa difficile.

La GravelX è adatta per affrontare anche lunghi viaggi bikepacking
La GravelX è adatta per affrontare anche lunghi viaggi bikepacking

Versatile e stabile

La bici GravelX è progettata per essere usata anche per molte ore di seguito, le caratteristiche fondamentali per ottenere ciò sono comodità e stabilità di guida. Il tubo sterzo è alto, così da fornire un maggior controllo sulla parte anteriore della bici, soprattutto in frenata ed in curva. L’angolo di direzione è ampio – 71-72 gradi – e permette una guida agile ed allo stesso tempo estremamente stabile.

Un’altra caratteristica che si sposa con la comodità dei lunghi viaggi offroad è la dimensione del copertone, portata a 42 millimetri. Un buon compromesso tra tenuta di strada su ghiaia o strade bianche e percorrenza su asfalto. I perni passanti da 12 millimetri forniscono più sicurezza e rigidità.

La tecnologia di assemblaggio HCMI del telaio nella GravelX permette un notevole risparmio di peso
L’assemblaggio HCMI del telaio nella GravelX permette un notevole risparmio di peso

Tecnologia e leggerezza

Per far sì che il peso della GravelX sia contenuto BH ha utilizzato la stessa tecnologia di assemblaggio dei tubi che usa per i telai da strada: la HCIM. Una lavorazione effettuata combinando le lamine in fibra di carbonio Toray: T-800, T-500 ed una speciale resina. Nel corso della lavorazione si applica una pressione elevata così da creare un materiale compatto privo di imperfezioni e bolle d’aria.

Ricordiamo come anche la rigidità sia un elemento chiave per ottenere una bici performate. Per questo BH inserisce nel modello GravelX una pedaliera speciale: la BB386EVO che aumenta la larghezza del movimento centrale a 86,5 millimetri, senza tuttavia, influenzare il peso del telaio.

La GravelX utilizza la tecnologia dei freni Flat Mount di Shimano
La GravelX utilizza la tecnologia dei freni Flat Mount di Shimano

Asimmetria e performance

Il carro posteriore è asimmetrico nella parte del fodero, una soluzione che permette di utilizzare al meglio i rapporti corti allineando in maniera ottimale la catena. I freni della GravelX usano la tecnologia Flat Mount di Shimano che permette di usare pinze più piccole risparmiando peso senza perdere in efficacia nella frenata.

BH

Shimano Dura Ace Di2 12 velocità: cosa c’é da sapere

02.01.2022
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Vogliamo argomentare i passaggi fondamentali ed alcuni punti chiave della trasmissione top di gamma di Shimano. Per tutti è il Dura Ace Di2 a 12 velocità, tecnicamente scriviamo e parliamo della piattaforma Shimano Dura Ace Di2 R9200/R9250.

La guarnitura, nuovo design e nuove forme, uno dei simboli del pacchetto Dura Ace 12 speed
La guarnitura, nuovo design e nuove forme, uno dei simboli del Dura Ace 12 speed

Non solo “12 rapporti dietro”

I dodici pignoni e la doppia corona anteriore sono il simbolo, la sostanza e qualcosa di tangibile. lo sono anche i nuovi manettini, più voluminosi e “facili”, sempre un punto di appoggio sui quale basare il proprio sforzo. L’atleta valuta (giustamente) quello che vede, quello che riesce a sfruttare ed utilizzare sul campo. Eppure il nuovo Dura Ace Di2 non rappresenta solo una trasmissione, ma è la massima espressione disponibile dell’unione tra meccanica, elettronica e smart concept. Si tratta di un pacchetto completamente rivisto nel design, nella costruzione e nell’utilizzo. Shimano Dura Ace Di2 R9250 si pone ancora una volta come punto di riferimento per la ricerca di una performance.

Un’immagine stilizzata, che ben identifica il sistema Shimano
Un’immagine stilizzata, che ben identifica il sistema Shimano

Cosa significa

Significa che per interpretare in modo corretto alcuni passaggi della nuova piattaforma Shimano e sfruttarne a pieno le sue potenzialità, è necessario capire che si tratta di uno strumento sviluppato senza compromessi. Tutto il pacchetto Dura Ace Di2 12 speed combina i due protocolli di trasmissione dati, wireless e con i cavi. C’é la massima integrazione dei componenti, una sorta di gestione remota ottimizzata e una personalizzazione con un ampio delta di azioni. Tutto questo non dimentica la tendenza di interfacciarsi in modo sempre più “smart”, ad esempio tramite un telefonino, aspetto che però non sacrifica la natura corsaiola di Shimano Dura Ace. Shimano Dura Ace Di2 R9200 è un’auto da corsa. Deve essere prima di tutto efficiente, uno strumento che non lascia nulla al caso e azzera i margini di errore.

Dura Ace Di2 a 12V: i componenti

  • I due Shifters comunicano via wireless con il cambio posteriore e la trasmissione dei dati funziona grazie a due batterie CR1632. E’ difficile stabilire la loro autonomia. Si parla di 1,5/2 anni, ma le variabili sono il meteo e le condizioni di utilizzo. I pulsanti laterali sono più sporgenti di 1,5 millimetri, se paragonati alla versione Shimano Dura Ace di vecchia generazione e hanno uno spazio maggiore verso il basso. Questo facilità il raggiungimento e la cambiata quando si è in presa bassa sul manubrio. E’ stato aumentato lo spazio per la mano e il rake della leva è regolabile. L’impianto idraulico è stato implementato ed “arricchito” con il ServoWave (una sorta di servo-assistenza), che migliora la gestione dell’idraulica e della frenata.
  • Il cambio posteriore è anche la sede della centralina e del cervello che smista gli impulsi. La maschera elettronica è perfettamente integrata e protetta. C’é la nuova porta d’ingresso per il cavo per la ricarica della batteria (comune al power meter), collegata a filo e inserita nel telaio. Tecnicamente e dal punto di vista meccanico, il cambio posteriore supporta i pignoni fino a 34 denti.
  • I fili e la batteria. I primi sono mutuati dalla piattaforma EP8, quella delle e-bike, sono più sottili (rispetto alla versione precedente). La batteria è un cilindro con tre uscite ed è inserita nel frame della bici.
  • Il deragliatore è collegato alla batteria tramite filo. Ha le dimensioni ridotte ed ha mantenuto le funzioni di microassestamento automatico e autoallineamento. Le microregolazioni per il fine tuning sono possibili in maniera elettronica: non ci sono più le viti a brugola. Supporta le corone fino a 55 denti.
  • E poi ci sono la guarnitura (54/40, 52/36 oppure 50/34) ed i pignoni (11/28, 11/30 e 11/34). Nelle prime due combinazioni è stato aggiunto il rapporto di “mezzo”, ovvero il 16, mentre la terza soluzione ha il 34. La catena è stata mutuata dalla piattaforma off-road Shimano XTR.

Distrazioni al minimo

Si raggiungono facilmente i pulsanti e le leve del freno e c’é tanto spazio per appoggiare le mani, aspetto utile quando si spinge a tutta e “si tira sul manubrio”. Non ci sono più i fili che dai manettini scorrono nel manubrio e non c’é più la centralina. Per agire sulle funzioni automatiche della trasmissione e sul fine tuning della cambiata bisogna fermarsi e scendere dalla bici. Qui si apre anche un altro scenario, ovvero quello della rinnovata piattaforma Shimano E-Tube, disponibile anche tramite app sullo smartphone. E’ più diretta e semplice da gestire e comunica con la trasmissione Dura Ace Di2 (ma anche Ultegra) senza che questa abbia l’unità di trasmissione D-Fly (che ora è completamente integrata del bilanciere posteriore). Con la nuova app si hanno tutti i componenti Shimano sotto controllo, anche il power meter e si valuta lo sviluppo metrico dei rapporti, per ottimizzare la cambiata.

In conclusione

A tratti paragonabile con la precedente versione, la nuova Shimano Dura Ace Di2 è molto cambiata e guarda ad un futuro sempre più connesso ed accessibile tramite i dispositivi mobili, smart certo, ma anche diretto e che adotta un numero sempre più ridotto di “filtri e di passaggi”. E’ una trasmissione più veloce, se paragonata con quella precedente, risultato che è la combinazione tra meccanica ed elettronica. Il cambio posteriore risponde il 58% più velocemente, il deragliatore il 45%. Questione di centesimi di secondo, ma è l’insieme dei dettagli che fa la differenza.