La nuova scelta di Leone, meccanico a tempo pieno

01.03.2024
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Quando un corridore decide di smettere, l’amarezza e il rimpianto sono i classici sentimenti che emergono dalle sue parole. Non è questo il caso di Samuele Leone, che ad appena 22 anni ha deciso di porre fine alla sua carriera agonistica spesa fra ciclocross e mtb per seguire un’altra direzione e dedicarsi in toto alla sua professione di meccanico.

L’ultimo successo del lombardo, al Torun Cyclocross nello scorso novembre (foto Billiani)
L’ultimo successo del lombardo, al Torun Cyclocross nello scorso novembre (foto Billiani)

Lo aveva anticipato qualche giorno fa parlando della sua ultima (è davvero il caso di dirlo) stagione alla Fas Airport Services-Guerciotti-Premac, ma un caso così fuori dagli schemi meritava di essere approfondito e Leone lo ha fatto di buon grado, orgoglioso della sua coraggiosa scelta. «Non mi è pesato, l’ho fatto con convinzione pensando al mio futuro e seguendo la mia passione. E’ una scelta completamente mia, se volevo potevo trovare ancora spazio sia per l’attività estiva su strada, sia ancor di più cercarmi un team per il ciclocross, ma ho deciso di non porre tempo in mezzo e dedicarmi a quel che amo di più. So di essere una mosca bianca, ma non mi pento della mia scelta».

Dopo l’ultima buona stagione, la Guerciotti ti avrebbe confermato?

Molto probabilmente. Sono stato benissimo con loro come prima alla Merida, devo dire che la mia carriera è trascorsa fra grandi team. Avrei anche potuto continuare a fare come quest’anno, dividermi fra il lavoro e l’attività agonistica, ma a me non piace fare le cose a metà né espormi a brutte esperienze. Era tempo che mi dedicassi interamente a quella che può essere la strada della mia vita. Mi piace andare in bici e continuerò a farlo, ma per mio diletto, non più per competere.

La vittoria da junior ai campionati italiani di ciclocross, nel 2019 (foto Ghilardi)
La vittoria da junior ai campionati italiani di ciclocross, nel 2019 (foto Ghilardi)
Com’è nata questa tua passione?

Nel periodo del Covid, avendo più tempo libero a disposizione, mi sono avvicinato a questo bellissimo mondo e ho trovato un negozio, la Cicli Carreri di Mariano Comense, dove guardare e imparare, poi cominciare a dare una mano e infine ad essere assunto part time. Sono cresciuto piano piano, imparando in bottega alla vecchia maniera, con la gavetta, senza corsi particolari. Ma è e resta il modo migliore. Ora sono passato full time, 40 ore settimanali dal lunedì al venerdì.

E nel weekend?

Posso dedicarmi a quel che mi piace di più, i miei hobby. Che comprendono la bici ma non solo, perché a me piacciono tutti gli sport e piace molto sperimentare. In questo modo posso fare altro alla domenica, libero la testa e mi dedico alla famiglia.

Samuele all’opera in negozio. Ha iniziato dividendosi con gli allenamenti, ora lavora 8 ore al giorno
Samuele all’opera in negozio. Ha iniziato dividendosi con gli allenamenti, ora lavora 8 ore al giorno
E proprio in famiglia che cosa hanno detto di questa tua coraggiosa decisione?

Mi hanno sempre supportato in tutto quel che facevo. Hanno capito che questa è la mia strada, anche per costruirmi un futuro e mi hanno dato pieno appoggio. Come detto avrei anche potuto mantenere una porta aperta per l’agonismo, ma non mi piace fare le cose a metà, senza crederci e investire tutto me stesso. Non fa parte del mio essere.

In che cosa consiste il tuo lavoro?

Ora mi occupo di qualsiasi tipo di bici, dalla superleggera alle mountain bike, ma anche a pedalata assistita, le city bike e bici da bambini. Vi posso assicurare che per la maggior parte sono bici da movimento e trasporto, perché la bicicletta è e resta innanzitutto un mezzo di spostamento per il lavoro e la vita quotidiana. Lavoro ce n’è sempre, ora con l’arrivo delle belle giornate ancora di più. Insomma, con le mani in mano non si sta mai…

Con Persico, Bramati e Toneatti sul podio iridato a Fayetteville nel 2022
Con Persico, Bramati e Toneatti sul podio iridato a Fayetteville nel 2022
Quali sono i ricordi più belli che ti porti dietro?

E’ difficile fare una cernita, perché dovrei dire tutta la mia carriera. Anche le giornate buie, quelle dove le cose non sono andate per il verso giusto sono alla fine bei ricordi perché mi hanno comunque insegnato qualcosa. Quel che si raccoglie non è sempre il risultato fine a se stesso. Poi, scavando, potrei dire la mia trasferta con la nazionale ai mondiali americani, la vittoria con la staffetta. E’ stata una grande emozione sentire l’inno nazionale sul podio… Ma non posso dimenticare la conquista del titolo italiano juniores all’Idroscalo.

E all’infuori del ciclocross?

Le trasferte con gli amici in camper, per le gare di mtb. Quelle sono esperienze che mi porterò sempre dietro. Non era facile affrontare trasferte da soli, forti solo della nostra gioventù, resistendo alla tentazione di lasciarsi andare. Essere invece seri, cercare di portare risultati, come il secondo posto ai campionati italiani dello scorso anno.

In nazionale Leone è stato 11° ai mondiali da junior nel 2019 e 13° da U23 nel 2022
In nazionale Leone è stato 11° ai mondiali da junior nel 2019 e 13° da U23 nel 2022
Tu lavori in un negozio. Ti è mai solleticata l’idea di lavorare in un team, o meglio ti sono arrivate offerte considerando la tua scelta?

Tantissime. Ne ho avute molte di più come meccanico che come corridore… Addirittura da un team di primo piano, che sta ora correndo l’Andalucia Bike Race di mtb, mi avevano chiesto di andare con loro in Spagna. Di offerte ne ho avute tante, ma per ora preferisco avere una vita più semplice, godermi la casa e la famiglia nel fine settimana, visto che per anni sono stato sempre via, d’inverno e d’estate. Non nascondo però che mi piacerebbe lavorare per un team di ciclocross, magari il prossimo inverno mi vedrete ancora in giro…

FAS Airport Services-Guerciotti-Premac, una famiglia nel cross

22.02.2024
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Orgoglio, fiducia, tecnica. Tre sono le parole che sono emerse dalla nostra intervista a tre atleti della FAS Airport Services-Guerciotti-Premac. Tre differenti aspetti che rappresentano il vissuto di un anno all’interno della formazione di ciclocross italiana. Una su tutte però, la quarta, ci ha colpiti perché ripetuta da tutti, la parola “famiglia“. Un concetto per niente scontato quando si parla di agonismo, ma che spesso riecheggia negli ambienti più sani e prosperi di risultati in questo sport. Ad accompagnarci nel dietro le quinte di questo anno ricco di successi sono stati: Gioele Bertolini, Samuele Leone e Sara Casasola.

Il campionato italiano di “casa” è stato un successo per i colori Guerciotti
Il campionato italiano di “casa” è stato un successo per i colori Guerciotti

Poker tricolore e non solo

A rendere un successo la stagione della FAS Airport Services-Guerciotti-Premac c’è su tutti il poker di maglie conquistato nei campionati italiani organizzati proprio da Guerciotti a Cremona. Per il team manager Alessandro Guerciotti, è stato un anno da incorniciare con risultati che vanno a completare una bacheca già ricca. 

«E’ stata veramente una stagione esaltante per i nostri colori – afferma Guerciotti – con i titoli italiani conquistati dalla junior Elisa Ferri, da Valentina Corvi alla prima stagione tra le under 23 e dalla elite Sara Casasola, nonché nel team relay: un poker importante di maglie tricolori. E Sara Casasola è arrivata terza al campionato d’Europa delle elite: una medaglia che a noi mancava. Non solo: fino al termine del 2023 eravamo privi della maglia tricolore femminile elite, in passato le avevamo vinte con le juniores e under 23, quindi Sara Casasola ha tolto un ulteriore zero dalla casella. Le quattro vittorie di Sara nelle corse internazionali e i piazzamenti tra le prime nelle prove della Coppa del Mondo hanno garantito al nostro team notevole visibilità».

Bertolini ha dimostrato una crescita costante anche in questo anno
Bertolini ha dimostrato una crescita costante anche in questo anno

L’orgoglio di Gioele

Come primo traghettatore in questo viaggio nel team Guerciotti, ci ha accompagnato il corridore con più esperienza, Gioele Bertolini. Nelle sue parole si può notare l’attaccamento alla maglia e la consapevolezza di essere una guida per gli altri. 

«Io cerco sempre – dice Bertolini – di aiutare e mettere a disposizione la mia esperienza, nell’ottica della squadra in primis ed anche per i miei compagni. La differenza di questo team dalle altre squadre è il concetto di famiglia. Guerciotti è così forte grazie alla storia che ha alle spalle con i grandi campioni che hanno vestito questa maglia e la passione che ci mettono tutt’ora, nello strutturare e formare una squadra competitiva.

«Da ogni stagione c’è sempre qualcosa da imparare e mettere a frutto nelle stagioni a venire. Vestire questa maglia in giro per l’Europa per me è motivo di orgoglio e responsabilità, sapendo anche quanti campioni nel passato hanno corso per Guerciotti e questo mi rende fiero nel vedere la gente che riconosce la maglia».

Samuele Leone ha trascorso tre stagioni nel team Guerciotti (foto Alain VDP Photography)
Samuele Leone ha trascorso tre stagioni nel team Guerciotti (foto Alain VDP Photography)

Leone e la tecnica

Samuele Leone ha appeso la bici al chiodo per dedicarsi alla sua passione più grande, fare il meccanico di bici a tempo pieno. Così abbiamo chiesto al classe 2001 che quest’anno ha conquistato il Turin International Cyclocross e numerose top ten, di portarci nella tecnica della squadra. 

«Nei miei tre anni – racconta Leone – mi sono sempre trovato bene. Ho un bellissimo rapporto con Gioele, quando c’erano difficoltà mi sono sempre appoggiato a lui e l’ho visto sempre come un fratello più grande. Sicuramente avevamo un ottimo livello, con Sara e i giovani siamo stati davvero forti. Tutti nel nostro piccolo abbiamo fatto il meglio possibile. Vito Di Tano ha l’esperienza giusta per dare i consigli e far crescere ogni atleta giovane o esperto che sia.

«Come bici usavamo la Eureka CXS. Un modello davvero performante con cui tutti si sono trovati molto bene. Non abbiamo mai avuto problemi tecnici. Siamo stati seguiti maniera perfetta. Avevamo l’assistenza sia di due meccanici belgi che hanno lavorato con grandi squadre e che quindi non ci han fatto mai mancar niente. Mentre in Italia eravamo seguiti da più meccanici, però sicuramente molto bravi. E poi c’è sempre il supporto di Alessandro Migliore che ci mette tanta esperienza e passione e non ha mai sbagliato un colpo».

Sara Casasola con Alessandro Guerciotti
Sara Casasola con Alessandro Guerciotti

La fiducia di Casasola

Per concludere il nostro viaggio tra le fila del team FAS Airport Services-Guerciotti-Premac non potevamo non sentire la voce della campionessa italiana Sara Casasola. La medaglia di bronzo all’europeo elite, ha sottolineato più volte la parola “fiducia” per descrivere l’ambiente della squadra. 

«Questo – spiega Casasola – era il mio secondo anno. Ho trovato un ambiente molto sereno e professionale. Una cosa altrettanto importante è se la squadra riesce a trasmettersi quella serenità che ti permette di rendere al meglio. Qui ho trovato tutto ciò, non mi hanno mai dato nessun tipo di pressione, anche quando c’erano appuntamenti più importanti. All’ultima tappa di Coppa del mondo mi sono ritirata. Io ero mortificata perché appunto, era l’ultima gara della stagione con la maglia di campione italiano. Loro hanno compreso sotto ogni punto di vista e mi hanno dato supporto fin dal primo momento. Un lato umano per niente scontato.

«C’è molta serenità – conclude – ed è trasmessa da tutti nel team. La famiglia Guerciotti è sempre lì a darti una parola di conforto. Con Alessandro mi sento spesso e mi sostiene anche durante la mia stagione su strada. Sul campo invece Vito e Max Bonanomi sono fondamentali e sopratutto tutti ci diciamo tutto e la pensiamo allo stesso modo. Uscire da una bella stagione così nel cross ti porta ad avere una confidenza e una carica di fiducia per niente scontata che poi viene trasmessa alla strada. Per due anni è stato così e spero che possa esserlo anche nel futuro».

Europei di ciclocross, arriva una nazionale carica a mille

04.11.2022
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E’ un’Italia ambiziosa quella che nel fine settimana si presenta al via agli europei di Namur, a dispetto di molte assenze. L’attività di ciclocross infatti è iniziata quest’anno in maniera diversa rispetto al passato, con molti big nostrani che hanno scelto la via tracciata dai vari Van Aert e Van Der Poel, ossia quella di dedicarsi alle gare sui prati solo a stagione inoltrata, dando la precedenza alle altre loro attività.

Ecco così che Jakob Dorigoni, impegnato nelle ultime Marathon di mtb stagionali oppure Silvia Persico, alle prese con la chiusura dell’annata su strada come anche Gaia Realini (e facciamo solo degli esempi) sono ancora a digiuno di gare. Il cittì Pontoni ha dovuto fare di necessità virtù e ha scelto per gli europei una propria via, costruendo un nocciolo duro attraverso un lungo ritiro intriso di gare svolto a fine stagione in Spagna e rivolto alle categorie giovanili, dalle quali l’ex iridato si attende molto.

Bertolini punta a una Top 10 a Namur che avrebbe molto valore, bissando quella dello scorso anno (foto Di Donato)
Bertolini punta a una Top 10 a Namur che avrebbe molto valore, bissando quella dello scorso anno (foto Di Donato)

Il collante della squadra

A quel ritiro era presente Samuele Leone, ormai colonna portante della Selle Italia Guerciotti Elite, che per Pontoni è quasi un collante in seno alla nazionale: «Ho seguito tutte le trasferte tranne quella di domenica a Maasmechelen. In nazionale c’è un’atmosfera supermotivante, che cambia l’approccio alle gare».

Leone si è dimostrato elemento prezioso anche per il suo team, ad esempio nelle tappe del Giro d’Italia o a Brugherio, come ha testimoniato il suo avversario Ceolin: «Correre nel ciclocross non è come su strada, nel senso che il lavoro di squadra è più episodico e diverso, ma quando capita mi metto volentieri a disposizione. A Brugherio c’era la possibilità che Bertolini rientrasse da dietro, sarebbe stato insensato per me alimentare la fuga, bisogna anche saper correre pensando all’interesse generale. Poi comunque nel ciclocross i giochi di squadra a un certo punto finiscono, quando si arriva al dunque ognuno corre per sé in base alle energie che gli sono rimaste».

Per Leone nuova convocazione in azzurro, in un team U23 molto ambizioso (foto Di Donato)
Per Leone nuova convocazione in azzurro, in un team U23 molto ambizioso (foto Di Donato)

Obiettivo Top 10 come minimo…

Questa collaborazione si può instaurare anche in nazionale? «Certamente, è successo ad esempio a Tabor dove io e Toneatti eravamo 7° e 8° e ci siamo dati una mano per tenere e ricucire su chi era davanti. Nelle fasi iniziali e centrali è più facile farlo, soprattutto su certi percorsi».

E su quello degli europei di Namur? «E’ un tracciato che conosco e che tatticamente si presta a varie interpretazioni, a me piace molto. Un percorso con dislivello, che crea distacchi sensibili, dove bisogna avere sempre un alto ritmo di gara se si vuole arrivare in alto. Per me è un vero ciclocross…».

Leone parte con un obiettivo ben chiaro in mente: «Una Top 10 è fattibile, a patto che non si verifichino problemi meccanici e questo è un discorso che vale anche per i miei compagni, siamo un po’ tutti sullo stesso livello. Poi dipende dalla giornata, a chi è favorevole e a chi no. Per il titolo degli europei poi si sa che la lotta sarà tra belgi e olandesi, in Coppa si vede che fanno la differenza e i belgi stavolta giocano in casa…».

Alice Papo, al primo anno da U23, punta a fare esperienza (foto Di Donato)
Alice Papo, al primo anno da U23, punta a fare esperienza (foto Di Donato)

La politica giovanile di Pontoni

La politica di Pontoni e della Fci è chiara, spingere molto sulle categorie giovanili per rinvigorire a lungo termine quella Elite e riequilibrarla, vista la schiacciante superiorità (non solo contro di noi…) di Belgio e Olanda, quest’ultima in particolare fra le donne. La gara femminile come detto sarà orfana della Persico bronzo iridato e le sorti italiane saranno affidate a Sara Casasola e Rebecca Gariboldi, quest’ultima quasi sorpresa dalla convocazione: «Un po’ sì, anche se so di vivere un momento di buona forma che si è evidenziato nelle ultime gare. Arriviamo all’europeo al termine di una sequenza di gare molto intensa e a me questo sta particolarmente bene».

Per la Gariboldi correre gli europei a Namur ha un sapore particolare: «Quello belga è un tempio del ciclocross e io non ci ho mai gareggiato, farlo in un’occasione così importante mi dà uno stimolo ulteriore. A me piacciono percorsi così duri, impegnativi, più adatti a una biker che a una stradista. Poi è chiaro che quando vai come la Van Empel in questo periodo domini su qualsiasi percorso: lei è una stradista, ma per me è la grande favorita di sabato».

La Gariboldi farà il suo esordio a Namur, senza porsi particolari obiettivi (foto Di Donato)
La Gariboldi farà il suo esordio a Namur, senza porsi particolari obiettivi (foto Di Donato)

Una nazionale senza Persico

L’assenza della Persico si fa sentire, ma Rebecca pone l’accento su un aspetto spesso misconosciuto: «Le imprese di Silvia hanno portato visibilità a tutto il movimento ed è chiaro che quando lei non c’è, tutti si aspettano che chi indossa la maglia azzurra come lei faccia lo stesso. Io posso dire che sia io che Sara (Casasola, ndr) daremo il meglio, poi non sono abituata a porre dei target particolari, vedremo che cosa porterà la gara».

Tutti si aspettano la solita battaglia fra olandesi, magari con la Vas come aggiunta, ma dietro? «Dietro potremmo esserci noi. Ragionavo su come sono andate le gare di Coppa del Mondo e se guardate bene, dietro la marea arancione spuntano le nostre maglie. Perché non dovrebbe essere così anche a Namur?».

La nazionale di cross in Polonia: Bielli, raccontaci tutto…

14.09.2022
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All’Orlen Grand Prix, nella tappa polacca della Nations Cup riservata agli under 23, c’era anche la nazionale italiana. Una nazionale però per certi versi originale, perché composta da specialisti del ciclocross. Il progetto voluto da Daniele Pontoni va avanti e la squadra che aveva preso parte con buoni risultati al Giro del Friuli, con Toneatti sul podio, è andata anche alla prova polacca, senza però quest’ultimo e senza lo stesso Pontoni, sostituito dal suo secondo Luigi Bielli.

La squadra è partita con 4 ragazzi (nella foto di apertura da sinistra Ceolin, Bergagna, Leone e Masciarelli) ai quali far fare esperienza pensando già a quel che sarà, alla stagione sui prati.

«Appena avuto l’invito – racconta Bielli – abbiamo colto l’opportunità. Abbiamo trovato una gara allestita davvero in maniera impeccabile, sembrava di essere a una corsa professionistica, ma non c’è da stupirsi visto che lo staff è lo stesso del Giro di Polonia».

Bielli con Bergagna al centro e Masciarelli. Per gli azzurri è stata una trasferta di lavoro
Bielli con Bergagna al centro e Masciarelli. Per gli azzurri è stata una trasferta di lavoro
La vostra era una presenza particolare, essendo tutti specialisti di un’altra disciplina…

Non siamo certo partiti per far risultato, ma per proseguire sulla rotta che ci siamo prefissi. Questa gara doveva disputarsi a fine aprile, ma la situazione bellica (si gareggia in una zona particolarmente vicina alla Bielorussia, ndr) aveva consigliato il rinvio. Era una gara di alto livello, in particolare Germania e Danimarca avevano nazionali davvero forti, mentre c’erano squadre polacche con già esperienza nelle prove professionistiche. La cosa più curiosa è stata che prima di partire mi ero sentito con Amadori per capire chi fossero i corridori da seguire. Non ci crederete ma ha indovinato in pieno il podio finale (nell’ordine il danese Nortoft, il tedesco Luhrs e l’estone Karpenko, ndr)…

Nel complesso come giudichi la prova dei ragazzi?

Io dico che se la sono cavata più che bene. Stiamo già lavorando nell’ottica degli europei di ciclocross di Namur a novembre, alcuni di loro non avevano molta esperienza su strada, anzi Samuele Leone prima di questa doppia prova a tappe ne era completamente sprovvisto. Tanto è vero che quando è salito sulla bici da crono in Friuli, non gli sembrava vero. Pedalare in gruppo, affrontare i ventagli sono esperienze delle quali era digiuno. Gli altri erano già più esperti.

Masciarelli con il meccanico Vincenzo Bonavita. In Polonia i ragazzi hanno trovato clima invernale
Masciarelli con il meccanico Vincenzo Bonavita. In Polonia i ragazzi hanno trovato clima invernale
Masciarelli è stato il migliore con il 15° posto finale.

E con un pizzico di fortuna in più poteva anche centrare la top 10. Nella prima tappa si è trovato a cambiare la bici quando davanti si erano formati i ventagli. I danesi avevano messo fuori gioco il Belgio e quindi si è sviluppata una grande battaglia fra primo e secondo gruppo. Lui è rientrato su questo, ma non c’è stato modo di ricucire e alla fine era in debito di energie. Si vede comunque che ha corso spesso su strada con il suo team belga.

Gli altri?

Avevamo in squadra Federico Ceolin che ha fatto già attività su strada quest’anno con la Beltrami Tsa Tre Colli e Tommaso Bergagna che invece si è dedicato alla mtb. Mi sono piaciuti molto nella seconda tappa. Bergagna era caduto e, appena rientrato, Ceolin ha forato durante l’ennesimo ventaglio dentro la foresta. L’altro lo ha aspettato per non fargli perdere troppo tempo. Ho visto lo spirito giusto, hanno onorato la maglia che portavano.

La volata della seconda tappa, con tripletta tedesca firmata Theiler, Luhrs e Teutenberg (foto Orlen Grand Prix)
La volata della seconda tappa, con tripletta tedesca firmata Theiler, Luhrs e Teutenberg (foto Orlen Grand Prix)
In funzione dei vostri obiettivi, che cosa chiedevate ai ragazzi?

Noi abbiamo lavorato pensando al ciclocross. I ragazzi dovevano spingere soprattutto nelle prime due ore di gara, sapendo che è il doppio di quanto avviene nelle gare invernali. Quelle due ore sono più performanti e sono quelle che servivano alle nostre necessità. Nella sera tra la prima e la seconda tappa, ci siamo anche visti in videoconferenza con Daniele, abbiamo esaminato la corsa e ripassato quel che ha funzionato di più e di meno. E’ stata comunque una trasferta molto funzionale. Tra l’altro l’organizzazione ci ha già invitato per il prossimo anno, garantendoci anche la possibilità di schierare due squadre, una di stradisti e la nostra.

Czeslaw Lang. L’ex gregario di Saronni è organizzatore anche dell’Orlen Nations GP (foto Orlen Grand Prix)
Lang. ex gregario di Saronni, è organizzatore anche dell’Orlen Nations GP (foto Orlen Grand Prix)
Ora come andrete avanti?

Intanto molti ciclocrossisti saranno già impegnati domenica nei campionati italiani gravel ad Argenta. So che buona parte vorrebbe fare anche il mondiale, al pari di alcuni stradisti che hanno già espresso l’auspicio di affrontare almeno parte della stagione di ciclocross. Non va dimenticato però che il gravel e il ciclocross sono due specialità distinte e per certi versi anche molto distanti fra loro dal punto di vista tecnico. Noi comunque terremo conto di tutto, anche di chi è ancora impegnato su strada e in questi giorni è in partenza per l’Australia: Persico e Venturelli ad esempio hanno già garantito la loro presenza nella prima parte di stagione fino agli Europei. Vedremo come venire incontro alle loro esigenze.