Test Specialized Aethos II, 2025

Aethos 2, siamo davvero certi che non sia la bici per gli agonisti?

15.10.2025
6 min
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La nuova S-Works Aethos 2 di Specialized, difficilmente la vedremo nel circus dei professionisti. E’ leggera, troppo leggera per essere una bicicletta da WorldTour e renderla utilizzabile tra i pro’ comporterebbe un’artificiale aggiunta di peso del tutto innaturale. Il progetto Aethos non nasce per i professionisti, ma potrebbe essere la bici ideale per i granfondisti amanti dei dislivelli importanti, dei pesi ridotti e delle bici caratterizzate da forme minimali, un mezzo adatto a chi non ricerca l’aerodinamica a tutti i costi.

L’abbiamo messa sotto torchio subito dopo la sua presentazione ufficiale e usata con tre setting differenti di ruote, con tre altezze diverse, proprio per capire quale potesse essere il suo limite. Il nostro test si è concluso con la Granfondo Tre Valli Varesine di domenica 5 ottobre, non tanto con l’ambizione di un risultato, semplicemente perché il contesto gara offre sempre degli spunti interessanti difficili da affrontare durante le normali uscite di prova.

Aethos 2, siamo davvero certi che non è la bici per gli agonisti?
Il test della Aethos 2 si è concluso alla Granfondo Tre Valli Varesine (foto Andrea Cogotti)
Aethos 2, siamo davvero certi che non è la bici per gli agonisti?
Il test della Aethos 2 si è concluso alla Granfondo Tre Valli Varesine (foto Andrea Cogotti)

S-Works Aethos 2 e la sua geometria

Volendo semplificare (lasciando nel cantone il valore di stack, non masticato in modo ottimale da tutti), e considerando la lunghezza della tubazione dello sterzo, la Aethos 2 è più alta (taglia per taglia) di circa un centimetro rispetto alla SL8. In senso generale, è più alta di un centimetro rispetto alla categoria road performance. Considerando il lato pratico questo valore, la traduzione è una posizione leggermente più rilassata e alta, un migliore e pieno appoggio sulla sella, il diaframma non compresso e schiacciato verso il basso. Tutti fattori che possono contribuire ad una esperienza in bici migliore per chi non fa il ciclista di mestiere. E’ una bicicletta dedicata a chi ma ama fare delle gran belle cavalcate in bici, magari con salite lunghe ed impegnative, magari non considera le gare a circuito, ma gli eventi dove i percorsi ricchi di salita diventano il soggetto principale.

Inoltre, la lunghezza “maggiorata” del profilato dello sterzo (gli sviluppi geometrici sono i medesimi per S-Works, Pro ed Expert) limita l’utilizzo degli spessori tra attacco manubrio e serie sterzo, fattore che rende più armonico l’impatto visivo. Non di rado si osservano bici super top di gamma, sviluppate per i pro’, usate da appassionati e con torrette di spessori (roba poco ortodossa).

Aethos 2, siamo davvero certi che non è la bici per gli agonisti?
Bici molto progressiva che mostra una grande adattabilità (foto Specialized)
Aethos 2, siamo davvero certi che non è la bici per gli agonisti?
Bici molto progressiva che mostra una grande adattabilità (foto Specialized)

Una Specialized solo per la salita?

A nostro parere no, anche se portarla con il naso all’insù è parte della gratificazione che può arrivare dalla bicicletta, ma è sempre la gamba (e la testa) a ricoprire il ruolo di protagonista. La salita. Aethos 2 va contestualizzata nella salita, perché le erte non sono tutte uguali. Aethos 2 non è una scattista, ma è una bici progressiva che accompagna e asseconda il gesto, la pedalata, il modo in cui ci si muove quando si è sotto sforzo. A tratti sembra sparire, a tratti si pone con comportamenti decisi, quasi perentori e marcati, ma non tende mai a comandare, tanto in salita quanto in discesa. E’ molto diversa dalla SL8, quest’ultima più “violenta” e briosa, in particolar modo sui cambi di ritmo secchi.

Le salite brevi prese di slancio sono il suo ambiente ideale fino ad un certo punto, per via delle sue “risposte più lunghe”. Le salite lunghe e costanti, quando la pendenza va in doppia cifra e ci resta per un po’, questi sono i frangenti dove si apprezzano le reali peculiarità della Specialized Aethos. E’ la bici da cruise-control. Aethos non è la bici del cerino buttato in mezzo al gruppo che fa scoppiare il petardo, ma è quella dei watt alti e costanti.

Aethos 2, siamo davvero certi che non è la bici per gli agonisti?
Forme minimali e magre, una delle sue caratteristiche
Aethos 2, siamo davvero certi che non è la bici per gli agonisti?
Forme minimali e magre, una delle sue caratteristiche

Il comfort, alla lunga è un vantaggio da sfruttare

Anche il comfort è tutto da contestualizzare, perché una bici che fa segnare il peso record di 6,2 chilogrammi nella taglia 54 (con i pedali, Dura Ace e ruote Roval Alpinist III) pronta per essere pedalata, ha bisogno di essere capita. La comodità arriva principalmente dalla geometria, dalla sua agilità in ogni situazione, dal reggisella e da quel carro posteriore che non pesano mai, neppure quando la velocità cala in modo esponenziale. La sensazione di comfort è reale quando si passano le 5 ore di bici ed il dislivello positivo va oltre i 3.000 metri, la schiena non fa male e le spalle non si incassano nel collo.

La comodità arriva anche dal fatto di poter sfruttare la bici al pieno delle sue potenzialità con tubeless da 30 millimetri di larghezza e ruote medio/alte che semplicemente sono in grado di aumentare la stabilità. Non è poco se consideriamo che l’avantreno non subisce in nessuna maniera la “deportanza” che talvolta si verifica per via dei cerchi medio/alti. Lo sterzo ed il manubrio restano sempre liberi, non si induriscono e non subiscono l’effetto steering.

33, 45 e 55 millimetri, cosa è meglio?

Abbiamo provato la S-Works Aethos 2 con tre configurazioni diverse. Con le “sue” Roval Alpinist è più comoda, in discesa mostra un avantreno brioso, necessita un periodo di presa di confidenza ed è piuttosto lunga nelle risposte. Non è una bici veloce, ma neppure lenta come una tipica bicicletta della categoria endurance. Con i cerchi da 45 e tubeless da 30, a nostro parere il setting più sfruttabile in ottica all-round, si spinge maggiormente verso l’agonismo, guadagna in velocità quando è necessario, ed in discesa è una lama nel burro. Qui emerge anche il suo equilibrio strutturale e una precisione di guida che è davvero godibile. Resta comoda.

Con le ruote da 55, a nostro parere, una parte delle sue peculiarità si perdono e la bici (tecnicamente) va fuori contesto. Non diventa scarsa, ma le ruote troppo alte non sono il suo vestito ideale, si possono montare e sfruttare questo è certo, ma non è il caso di fare la macchietta alla SL8.

Aethos 2, siamo davvero certi che non è la bici per gli agonisti?
Può variare leggermente la resa tecnica, ma il suo DNA non cambia (foto Specialized)
Aethos 2, siamo davvero certi che non è la bici per gli agonisti?
Può variare leggermente la resa tecnica, ma il suo DNA non cambia (foto Specialized)

In conclusione

Quali potrebbero essere i vantaggi di una Aethos 2? A nostro parere è una bici che non ha età ed epoca, un mezzo dove la geometria fa la differenza (in positivo) per la maggior parte degli amatori, o per chi trae benefici da una guida comoda, non schiacciata sull’anteriore. Gli svantaggi? Talvolta può sembrare una bicicletta fuori dai tempi attuali, dove c’è tanta aerodinamica che detta legge sul design e l’integrazione di ogni componente, anche il più piccolo è uno dei canoni considerati in fase di acquisto.

Il bello di una Aethos è la sincerità di una bici che resta tale a prescindere dai componenti che vengono usati. La resa tecnica può essere in parte modificata, ma di fatto la base resta e resterà quella di un mezzo tanto immediato sull’avantreno (migliorato rispetto alla versione precedente), quanto progressivo e confortevole nel complesso. Più o meno veloce, ma la Aethos 2 non diventerà mai una bici aero e non sarà mai un compromesso.

Specialized

La leggerezza è uno dei tanti plus della nuova Specialized Aethos II

02.10.2025
8 min
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La leggerezza è uno dei tanti plus della nuova Specialized Aethos II. E' la bici più leggera, ma rispetto alla precedente cambia (non poco).

Specialized Aethos era e resta la bici più leggera del mercato. Eppure il valore alla bilancia, pur recitando un ruolo primario, è uno dei tanti soggetti di questa bici fuori dagli schemi moderni. Aethos II (la seconda generazione) è un vero e proprio esercizio di ingegneria applicata al carbonio.

Rispetto alla precedente è più alta sull’anteriore a parità di taglia, perché è stato aumentato il valore di stack e lo sterzo è più aperto in avanti. E’ più lunga per via del passo maggiorato ed ha una scatola centrale più alta da terra, il tutto a favore di un comfort funzionale e della stabilità. C’è molto da raccontare e lo facciamo anche grazie all’ingegner Alessandro Giusto, Simulation Manager di Specialized, un ruolo che pretende grandi responsabilità e abilità per nulla banali.

La leggerezza è uno dei tanti plus della nuova Specialized Aethos II (foto Specialized)
La nuova Aethos II è una bici da scalatore e non solo
La leggerezza è uno dei tanti plus della nuova Specialized Aethos II (foto Specialized)
La nuova Aethos II è una bici da scalatore e non solo

Aethos II, esercizio di tecnologia e ingegneria

«Quando ci è stato chiesto di rinnovare la Aethos – racconta sorridendo Alessandro Giusto – ho pensato: okay, abbiamo un problema, perché la base tecnologica di partenza era davvero importante. Abbiamo raccolto la sfida e abbiamo messo insieme i diversi tasselli. Rispetto alla Specialized Aethos I, abbiamo cambiato nel profondo le geometrie, rendendole più comode, abbiamo cambiato il layout del carbonio, con l’obiettivo di ridurre il peso dove possibile mantenendo quel feeling di immediatezza che ha caratterizzato la prima Aethos. E’ stato eseguito un lavoro certosino nell’eliminazione di punti inutili di rigidità. Ovviamente è stato incrementato lo spazio utile per far alloggiare pneumatici grandi, come vuole la tendenza attuale. Sulla nuova Aethos è possibile montare gomme fino a 35 millimetri di sezione, lasciando la distanza di 6 millimetri dalle tubazioni.

«Meno 6 grammi dalla scatola centrale – prosegue Alessandro Giusto – tolti 2 grammi dagli alloggi per le pinze dei freni. 9 grammi in meno sul morsetto del reggisella, oltre ai 2 grammi risparmiati nella zona del supporto cambio, considerando che è UDH, quindi più ingombrante rispetto alla versione originale. Piccoli dettagli che si aggiungono ai 34 grammi complessivi che sono stati risparmiati grazie alle nuove simulazioni del carbonio, sviluppate direttamente da noi. Mi piace comunque affermare – conclude Giusto – considerando anche il peso estremo che è stato raggiunto con Aethos II, che in Specialized la ricerca è un esercizio che non ha un termine. Dati, analisi e confronti sono costanti, ma l’ultima decisione non è mai delegata all’intelligenza artificiale. Siamo noi a mettere la firma».

La leggerezza è uno dei tanti plus della nuova Specialized Aethos II (foto Specialized)
Alessandro Giusto è il Simulation Manager di Specialized
La leggerezza è uno dei tanti plus della nuova Specialized Aethos II (foto Specialized)
Alessandro Giusto è il Simulation Manager di Specialized

Non nasce per i pro’, tuttavia…

Il progetto Specialized Aethos II segue il filone di una piattaforma e un concetto che non vuole soddisfare gli atleti professionisti, ,a questo non significa non accontentare l’agonista. E’ chiaro che Aethos si discosta in modo importante dalla SL8.

C’è un peso super ridotto per ogni versione, non solo per la top di gamma S-Works: al centro dello sviluppo ci sono il comfort ed una bicicletta ampiamente sfruttabile sulle lunghe (e lunghissime) distanze con tanti metri di dislivello positivo. Anche gli allestimenti sono stati combinati per permettere al telaio ed alle geometrie di funzionare al meglio, mettendo in mostra le caratteristiche appena descritte.

Come si presenta al primo sguardo

Esile e minimale. Specialized Aethos II è quasi fuori contesto se consideriamo buona parte delle tendenze attuali che vedono l’estremizzazione aerodinamica come protagonista e volumi delle tubazioni grandi, talvolta ingombranti. Tutte le tubazioni di Aethos II sono tondeggianti, non ci sono spigoli a vista e nervature che interrompono l’armonia di un telaio magro, sinuoso, armonioso, con uno sloping piuttosto marcato. Davanti non è schiacciata verso il basso, non è una bici ribassata, il lavoro fatto e relativo all’aumento dello stack si vede. La scatola del movimento centrale è fine e le calotte del movimento centrale sono esterne. I pendenti obliqui del carro sono sfinati e sembrano innestarsi senza soluzione di continuità nell’orizzontale, senza interferire con il piantone che supporta il reggisella rotondo da 27,2 millimetri di diametro. Un classico che non passa mai di moda.

C’è il nuovo cockpit integrato Roval che si sposa davvero bene con tutto il resto: dona quel tocco di modernità ed efficienza che non guasta per nulla. Ci sono le ruote basse, perfettamente in linea con il core concept Aethos e siamo convinti che anche con le ruote alte (magari un profilo da 50 o giù di lì) pagherebbe l’occhio, non poco. Aethos II è una di quelle bici senza età e senza tempo.

Le peculiarità tecniche da considerare

Tre livelli di kit telaio: S-Works, Pro ed Expert. Per il primo è stato adottato il blend di fibre Fact 12r, mentre per gli altri due il carbonio Fact 10r. Un telaio Aethos II S-Works nella taglia 56 fa segnare il peso record di 595 grammi.

Le geometrie rinnovate ci mostrano una bici che, taglia per taglia ha lo stack aumentato di 15 millimetri (soluzione che oltre al resto aiuta a ridurre l’impiego di spessori tra stem e tubo sterzo), con un angolo anteriore più aperto di 0,5°.

La leggerezza è uno dei tanti plus della nuova Specialized Aethos II (foto Specialized)
Le prime pedalate nella Brianza, il test si completerà tra un paio di settimane
La leggerezza è uno dei tanti plus della nuova Specialized Aethos II (foto Specialized)
Le prime pedalate nella Brianza, il test si completerà tra un paio di settimane

Allestimenti e prezzi

Partendo dal presupposto che tutte e tre le versioni (S-Works, Pro ed Expert) sono disponibili in sei misure (49, 52 e 54, 56, 58 e 61), gli allestimenti sono cinque in totale. A questi si aggiunge un frame-kit, solo per la versione S-Works. Esso è composto da telaio, forcella e serie sterzo, reggisella e collarino in alluminio, dichiarato ad un peso complessivo di 1,24 chilogrammi nella misura 56. Prezzo di 3.799 euro di listino per la grafica raw carbon, 5.499 per le due livree cromatiche perlate.

Per il pacchetto S-Works ci sono le trasmissioni Shimano Dura Ace (la stessa che abbiamo usato durante la presentazione ufficiale e nelle prime fasi di test, prova che vedrà una pubblicazione dedicata nei prossimi giorni) e Sram Red AXS. La prima porta in dote il power meter 4iiii, mentre la seconda il misuratore Quarq. Per entrambe ci sono le nuove ruote Alpinist CLX III ed il cockpit Roval Alpinist II. Si parla di due modelli con un valore dichiarato alla bilancia di 6,05 e 5,98 chilogrammi nella misura 56. Il prezzo di listino è di 13.499 euro per entrambe.

Molto interessante è il segmento Pro di Specialized Aethos II, sotto diversi aspetti. I due allestimenti proposti di basano sulle trasmissioni Shimano Ultegra e sull’ultima versione di Sram Force E1 con power meter nell’asse della guarnitura. Hanno il nuovo manubrio integrato Roval Alpinist II e le ruote Alpinist CL II con raggi in acciaio. I pesi dichiarati sono di 6,73 e 6,71 chilogrammi, entrambe nelle misure 56. Prezzo di 8.499 euro per entrambe.

Infine il modello Expert con la trasmissione Shimano Ultegra, ruote Roval C38 e manubrio separato stem/piega. Il peso dichiarato di quest’ultima è di 7,12 chilogrammi (sempre misura 56), proposto a 6.299 euro.

Specialized

Specialized Tarmac SL8, la generazione 8 ha una forma

06.08.2023
5 min
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Una nuova versione della Specialized Tarmac era nell’aria e puntualmente arriva la sua ufficialità a ridosso della settimana iridata. Tarmac SL8 mutua in parte il design della generazione precedente, ma con differenze sostanziali che ne migliorano l’efficienza aerodinamica.

Ma c’è anche un po’ di Aethos nel DNA del nuovo modello, perché il valore alla bilancia (dichiarato) del telaio, soli 685 grammi, posiziona la nuova versione della Tarmac SL8 tra i telai più leggeri oggi disponibili. Entriamo nel dettaglio.

Utilizzata in anteprima da Evenepoel (foto Specialized)
Utilizzata in anteprima da Evenepoel (foto Specialized)

Tarmac SL8, racing ed equilibrio

Se Specialized viene identificato come un racing brand, la categoria S-Works è il simbolo dello sviluppo orientato alle competizioni. Tarmac è in un certo senso il simbolo della famiglia S-Works, una bicicletta che soprattutto a partire dalla versione SL7 fa collimare aerodinamica e pesi ridotti, performances ed equilibrio tra le parti, senza dimenticare l’integrazione.

Citando alcuni numeri, Specialized Tarmac SL8 fa risparmiare quasi 17 secondi su una distanza di 40 chilometri, con un rapporto tra la rigidità ed il peso migliorato del 33%, oltre ad una maggiore (+6%) scorrevolezza. Una definizione che può calzare a pennello per la nuova SL8? Una velocissima bici ultraleggera.

Parola all’ingegnere

«SL8 è stato un progetto pazzesco – racconta Alessandro Giusto, capo della simulazione compositi – simulazioni aerodinamiche, strutturali, test in galleria del vento e test con gli atleti professionisti. Il risultato è la bici più veloce mai progettata. Leggera, reattiva e comoda, naturalmente aerodinamica. Chi affermava che una bici veloce dovesse pagare qualcosa in termini di leggerezza si sbagliava. Il compito del mio team è stata la definizione e il calcolo della struttura in carbonio con la simulazione strutturale.

«Per la prima volta abbiamo adottato un approccio FLD (front-loading-development) che consiste nel definire la stratificazione delle pelli (circa 500 per il solo telaio), modificando il layup fino ad ottenere le performance desiderate senza produrre un solo pezzo. Per la SL8 abbiamo modificato 54 volte la struttura del telaio, un’enormità. Tanto per dare un’idea: con l’approccio tradizionale un ingegnere che sviluppa il layup ha la possibilità di sperimentare su prototipi reali tra le 5 e le 9 modifiche per progetto di telaio, ogni modifica richiede dalle 4 alle 6 settimane. Noi abbiamo testato virtualmente 54 modifiche in poche settimane. Ecco perché lo definisco un progetto pazzesco».

Il design del profilato dello sterzo
Il design del profilato dello sterzo

I punti chiave

La forma dello sterzo è stata completamente rivista, con una sorta di design allungato verso l’anteriore. Al tempo stesso la testa della forcella risulta leggermente arretrata rispetto al profilato dello sterzo. Il risultato è una resistenza frontale ridotta al minimo.

C’è il manubrio integrato Roval Rapide, già visto anche su alcune biciclette durante i ritiri di inizio stagione. E’ disponibile di serie sulle versioni S-Works.

Rispetto alla versione SL7 è stato cambiato completamente il reggisella, questo per massimizzare il guadagno aerodinamico in punto della bici molto sensibile sotto questo profilo tecnico. Il seat-post della SL8 ha lo stesso diametro di quello della SL7, ma è più stretto e non interferisce con i flussi generati dalle gambe durante la pedalata.

Inoltre, al netto delle taglie disponibili a catalogo (sono 7, dalla 44 alla 61) e della tipologia di carbonio, la nuova Tarmac SL8 adotta le medesime geometrie della precedente SL7.

S-Works con allestimento Shimano Di2
S-Works con allestimento Shimano Di2

Alcune particolarità

Il progetto SL8 può supportare pneumatici fino a 32 millimetri di sezione. E’ possibile rimuovere completamente il deragliatore anteriore, nell’ottica di un impiego della corona singola. In caso di utilizzo del doppio plateau anteriore, è possibile montare una combinazione al massimo di 55-42 denti. Come vuole la tradizione Specialized è stato mantenuta la scatola del movimento centrale larga 68 millimetri con calotte filettate BSA.

Allestimenti e prezzi

Gli allestimenti S-Works ( i frame-kit S-Works adottano il carbonio Fact 12r) sono due: uno con la trasmissione Shimano Dura Ace e il secondo con Sram Red AXS. Entrambi prevedono il manubrio integrato Roval Rapide, le ruote Roval Rapide CLX ed i rispettivi power meter integrati nelle guarniture. I prezzi di listino sono rispettivamente di 14000 euro. Delle versioni S-Works sono disponibili anche i frame-kit ad un prezzo di listino di 5500 euro.

Si scende di un gradino per passare alle versioni Specialized Tarmac SL8 Pro (viene utilizzato il carbonio Fact 10r, ma il design della bici non subisce nessuna variazione). Gli allestimenti disponibili sono due, il primo con la trasmissione Shimano Ultegra Di2, il secondo con Sram Force AXS (qui è incluso anche il misuratore Quarq). Entrambe portano in dote le ruote Roval Rapide CL, lo stem Tarmac in alluminio e la piega Roval Rapide in carbonio. Il prezzo di listino è di 9.000 euro.

Infine l’allestimento Expert (sempre con il carbonio Fact 10r mutuato dalla versione Pro), che alla base ha la trasmissione Sram Rival AXS con il misuratore di potenza e le ruote Roval C38. Il prezzo di listino è di 6500 euro.

Specialized

Specialized, lo pneumatico ha un nuovo DNA

28.09.2022
4 min
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Si amplia e si rinnova al tempo stesso la famiglia Specialized S-Works Turbo, ovvero quella degli pneumatici del brand di Morgan Hill. C’è la combinazione della doppia mescola T2/T5 Gripton, rispettivamente al centro e ai lati. Rimane l’iconico design della battistrada, con la fascia centrale slick, con i tasselli differenziati ai lati.

Ci sono i tubeless Rapidair, i più leggeri e sviluppati per l’agonismo. Sempre tubeless, ma con l’obiettivo principale della longevità, ovvero gli Specialized Turbo 2BR e poi il Turbo, ovvero il clincher scorrevole e duraturo. Il quarto pneumatico è il Pro, che eredita molte caratteristiche dei top di gamma ed ha un prezzo contenuto. Entriamo nel dettaglio.

Il design del battistrada tipico delle gomme Specialized
Il design del battistrada tipico delle gomme Specialized

Specialized, il pallino dei tubeless e dei clincher

Lo sviluppo dei nuovi pneumatici Specialized fa parte di un processo che è in atto già da diverso tempo e che ha coinvolto in maniera importante anche i team pro’. Tempo a dietro avevamo affrontato l’argomento con Giampaolo Mondini, persona di collegamento tra l’azienda ed il mondo dei professionisti.

La conferma di quello che scriviamo arriva anche dai prodotti che vengono lanciati sul mercato, che sono gli stessi usati nel World Tour, naturalmente nelle versioni definitive. Tubeless e clincher, il tubolare è quasi scomparso.

Uno spaccato del tubeless Rapidair
Uno spaccato del tubeless Rapidair

S-Works tubeless

Le due gomme tubeless di ultima generazione sono il 2BR (acronimo di 2bliss ready) e il Rapidair. Entrambi adottano la base della mescola Gripton a doppia densità, ma hanno un concept molto differente tra loro.

Il primo è sviluppato per durare, prima di tutto, capace di garantire un miglioramento della fase di rotolamento (quantificabile in 6 watt) rispetto alla versione più anziana. Ha una carcassa da 120 Tpi (120 fili per pollice quadrato), la protezione BlackBelt più efficiente dell’8% ed è disponibile in tre larghezze: 26, 28 e 30 millimetri. I pesi dichiarati sono compresi tra i 260 e 300 grammi, con un prezzo di listino di 85 euro.

Specialized S-Works Rapidair è il top in senso assoluto, perché fa collimare la leggerezza e performances di altissimo livello. Come la versione 2BR, anche il Turbo Rapidair è pieghevole, ha una carcassa da 120 Tpi con due strati sovrapposti e ha la doppia mescola Gripton T2/T5, oltre alla bandella protettiva BlackBelt. E’ disponibile nell’unica sezione da 26 millimetri, da 230 grammi; pochissimo! Il prezzo di listino è di 90 euro.

I due copertoncini, S-Works e Pro

Il primo è uno pneumatico da gara che utilizza il rinnovato inserto protettivo sotto il battistrada. La bandella BlackBelt presenta anche dei fili in Kevlar, soluzione che aiuta a mantenere allo pneumatico la forma ottimale, anche dopo parecchi chilometri. La struttura della carcassa è mutuata dai tubeless, così come la mescola. Quattro le misure disponibili: 24 e 26, 28 e 30 millimetri, con pesi rispettivamente di 200 e 220, 240 e 260 grammi. 60 euro è il prezzo di listino.

La versione Pro è una sorta di entry level, ma con il design mutuato dall’S-Works Turbo. Ha una carcassa da 60 Tpi, la mescola singola Gripton T5 ed ha dei pesi dichiarati piuttosto contenuti, se consideriamo la categoria di appartenenza. 230 e 250, 270 e 290 grammi, rispettivamente per le misure 24 e 26, 28 e 30. Il prezzo di listino è di 45 euro.

Specialized

La Specialized S-Works Tarmac SL7 con i tubeless per Asgreen

28.02.2022
5 min
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Dopo aver curiosato la Merida di Sonny Colbrelli, l’attenzione si sposta sulla Specialized di Asgreen, vincitore della Giro delle Fiandre 2021, sempre protagonista nella campagna del Nord e in prima fila nei giorni scorsi fra Omloop Het Nieuwsblad e Kuurne-Bruxelles-Kuurne, in cui ha tirato per la vittoria di Jakobsen.

Tra conferme tecniche e novità molto interessanti, ci siamo affidati a Giampaolo Mondini, un interlocutore d’eccezione e uomo di collegamento tra il marchio di Morgan Hill e i team pro’.

In azione ieri alla Kuurne-Bruxelles-Kuurne, Asgreen è già in tabella per il Fiandre
In azione ieri alla Kuurne-Bruxelles-Kuurne, Asgreen è già in tabella per il Fiandre
Quale bici utilizza e utilizzerà Asgreen per le classiche?

Per Kasper sempre una S-Works SL7, con qualche variazione rispetto alla stagione 2021. Frame e forcella sono in carbonio Fact 12R, quello dedicato ai top di gamma S-Works. Asgreen è uno di quei corridori che non fa apportare modifiche alla propria bici, se mettiamo a confronto il setting del mezzo tra le gare del Belgio e quelle che si svolgono nel corso della stagione.

Ci puoi dire quali sono i cambiamenti rispetto al 2021?

Il cambio più importante riguarda le gomme, i corridori utilizzano i nuovi tubeless S-Works. Questi pneumatici sono stati sviluppati in parallelo e con il contributo proprio degli atleti Quick Step-Alpha Vinyl. E poi c’è la trasmissione Shimano Dura-Ace 12v, l’anno passato avevamo quella a 11.

I tubeless per tutti? Ci puoi dare qualche dettaglio tecnico?

Si, la direzione è quella dei tubeless, non solo per le gare del Nord. Fanno parte della categoria S-Works e hanno un battistrada simile a quello dei copertoncini. Il range di utilizzo, per quanto riguarda le pressioni di esercizio, è compreso tra le 5,2 e 5,6 atmosfere. Le coperture vengono montate con il lattice al loro interno.

Quale sezione utilizzerà Asgreen?

I tubeless hanno una sezione da 28 e sono montati sulle ruote Roval Rapide CLX con canale interno da 21 millimetri. Anche in questo caso è l’ultima versione, con predisposizione per i tubeless e copertoncino. Quest’anno i corridori avranno a disposizione questa tipologia di prodotti e ci sarà l’abbandono pressoché definitivo del tubolare.

Tornando invece all’impostazione della bici di Kasper Asgreen, che pedivelle utilizza, quali rapporti e quale cockpit?

Asgreen utilizza delle pedivelle da 175 millimetri e la guarnitura è Shimano Dura-Ace. Ha uno stem in alluminio S-Works da 120 millimetri e una piega in carbonio larga 42 centimetri. Il manubrio è il Rapide in carbonio con design aero e appoggio superiore piatto. I corridori hanno la possibilità di scegliere tra la componentistica Pro e Specialized. Asgreen utilizza Specialized.

Una piega da 42?

Si, i corridori stanno utilizzando manubri stretti se paragonati alla struttura fisica. Asgreen utilizza una larghezza di 42 centimetri che è tutto sommato adeguata alle caratteristiche del suo corpo.

Assetto in bici efficiente ed aerodinamico per Asgreen
Assetto in bici efficiente ed aerodinamico per Asgreen
La sella è con una lunghezza tradizionale?

Si, il corridore utilizza una Romin Mirror con una lunghezza tradizionale. Non è corta ed è costruita grazie alla tecnica della stampa 3D. Una sella del genere, in base ai test effettuati, risulta migliore perché distribuisce meglio le pressioni della seduta.

Per i rapporti invece, considerando la nuova trasmissione?

Utilizza i pignoni posteriori con scala 11-34. lo vedremo con questi rapporti anche alla Strade Bianche, Fiandre e tutte le altre classiche. Il plateau anteriore è 54-40. Ogni tanto lui fa uno di quegli incroci che non dovrebbero essere mai fatti, lasciando la catena sul 54 davanti e portandola sul 34 dietro, per la gioia dei meccanici e della catena. Ma non ha mai avuto problemi. Merito anche del suo meccanico che gli prepara il mezzo con una lunghezza adeguata della catena.

Vengono utilizzate delle contromisure per contrastare lo sporco e preservare l’efficienza del movimento centrale?

Le bici sono montate con i cuscinetti CeramicSpeed. Poi il team utilizza le due calotte esterne per adeguare lo standard Shimano con l’asse passante da 24 millimetri della guarnitura. Per questo è necessario considerare anche la larghezza del movimento centrale del telaio Tarmac, che è di 68 millimetri. Comunque no, non ci sono variazioni particolari, considerando che il comparto è controllato dopo ogni utilizzo.