Si rivede Lucca, in Ungheria per riavere una chance

20.08.2025
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Al Tour of Szeklerland in Romania si è rivisto a buoni livelli Riccardo Lucca, quinto in classifica e risultato il migliore fra gli scalatori. E’ chiaro, parliamo di una corsa livello 2.2 con squadre per lo più Continental, ma rappresenta sempre un segnale da parte di un corridore di cui si erano un po’ perse le tracce, dopo la chiusura del rapporto con la VF Group Bardiani.

Per continuare la sua attività, Lucca è emigrato fino in Ungheria, entrando a far parte del Karcag Cycling Epkar Team e il suo approdo in terra magiara è una storia nella storia, per un corridore che da lì vuole ritrovare uno spazio e dimostrare che ha ancora da dare a questo mondo.

Il Karcag Cycling Epkar Team ha 13 tesserati, fra cui il trentino e Andrea Colnaghi (foto Karancsi-Albert)
Il Karcag Cycling Epkar Team ha 13 tesserati, fra cui il trentino e Andrea Colnaghi (foto Karancsi-Albert)

«Sono arrivato al team in maniera un po’ fortunosa. Qui milita Andrea Colnaghi che è il fratello di Luca, con cui correvo alla VF Group. Io, da inizio stagione pur non avendo squadra avevo continuato ad allenarmi, continuavo fortemente a credere che qualcosa potesse ancora saltar fuori e un giorno il telefono ha squillato. Era Luca che mi chiedeva notizie, mi ha detto che al team di suo fratello c’era un posto e se ero disponibile. Chiaramente ho detto subito sì, abbiamo fatto tutto di corsa per il tesseramento e il 10 di maggio, dopo una settimana, ero già in gara».

Come ti sei trovato?

Il team mi ha fatto subito una buona impressione. Oltre a Andrea c’è Samuele Marini nello staff, inoltre il team manager è Ferenc Stuban che è da una vita nel ciclismo, aveva collaborato con la Beltrami qualche anno fa e parla benissimo italiano. E’ quello che tiene le redini di tutta la squadra. Non nascondo che a gennaio, quando ho visto che non c’erano prospettive mi ero un po’ buttato giù, ma poi mi sono detto che non avevo niente da perdere. Ho ricominciato ad allenarmi seriamente, senza niente in mano proprio per dire io mi alleno, metti che salta fuori un posto da qualche parte io ci sono.

Riccardo con la sua famiglia, con suo fratello Simone oggi al Gragnano Sport Club
Riccardo con la sua famiglia, con suo fratello Simone oggi al Gragnano Sport Club
E quando la prospettiva si è concretizzata?

Mi hanno gettato nella mischia quasi subito, una gara di preparazione e poi il Giro d’Ungheria. Non nego che ho fatto fatica, tanta, trovandomi con gente che correva già da gennaio. Sono andato sempre all’inseguimento, perché la condizione era inferiore agli altri ma ultimamente le cose sono andate meglio e ora sento di essere al pari dei compagni e degli avversari.

Nel rapporto con la Bardiani, che dicevi essersi chiuso in maniera repentina, pensi ci siano state anche delle tue responsabilità per la sua conclusione?

Sì, la colpa non è mai da una parte sola, a me però è mancato il confronto tra entrambe le parti. La chiusura ci stava, i risultati sono mancati, ma si poteva chiudere il rapporto in altra maniera. Non sono l’unico che è stato mandato via così.

Per Lucca due anni alla VF Group Bardiani, con qualche piazzamento e tanto lavoro per i compagni
Per Lucca due anni alla VF Group Bardiani, con qualche piazzamento e tanto lavoro per i compagni
L’esperienza nel complesso come la giudichi? Avresti potuto fare di più?

Sicuramente e mi dispiace perché dopo gli anni da dilettante che erano stati molto buoni non avevo avuto offerte e la Bardiani è stata l’unica squadra che mi ha offerto una possibilità e per questo sono grato. Guardavo i risultati di altri ragazzi quando passavano professionisti e mi dicevo che io che avevo vinto 7 corse non trovavo spazio, avevo l’impressione di faticare sempre più degli altri per guadagnarmi qualcosa. L’esperienza con loro è stata comunque bella perché il calendario il primo anno non è mancato sicuramente. Io però non avevo ruoli che mi consentivano di mettermi in mostra, men che meno portare risultati. Questo va un po’ a discapito di quando si tirano le somme per poter rinnovare, perché non hai niente in mano alla fine.

Lucca comincia a mettersi in mostra in salita, il suo terreno prediletto
Lucca comincia a mettersi in mostra in salita, il suo terreno prediletto
Com’è la squadra ungherese?

E’ una continental piccola ma organizzata, con cui è bello andare a correre. Almeno qui vai a correre col sorriso e sai che lo staff ci mette tutto il possibile, non sta lì a guardare orologio, compiti o responsabilità, il corridore è messo così nelle condizioni migliori. E nelle ultime corse, anche in Romania dove pure le salite erano davvero minime, mi sono giocato spesso vittorie e piazzamenti con Chesini della MBH Bank, come al GP di Slovacchia, lui primo e io secondo. Era un buon segnale visto il suo rendimento generale. Allo Szeklerland il secondo giorno ho provato sulla salita che c’era nel finale ad attaccare. Poi in discesa mi hanno ripreso, ma con i punti che avevo accumulato il giorno prima nella fuga e quelli presi lì ho vinto la maglia dei GPM.

Ora il calendario vi mantiene nell’Est Europa?

Sì, saremo in Polonia e Romania. Ora che mi sono ritrovato un po’ spero di fare qualche risultato soprattutto se troveremo corse con qualche salita degna di questo nome. Io mi farò trovare pronto per l’occasione…

Lucca scalpita: «Nel 2024 voglio finalmente il Giro d’Italia»

13.01.2024
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A 26 anni Riccardo Lucca ha messo alle spalle la sua prima stagione da professionista, corsa in maglia Green Project-Bardiani CSF-Faizanè. Ora che la squadra ha cambiato nome, diventando VF Group-Bardiani CSF-Faizanè, Lucca si lancia verso la seconda stagione da pro’. Il ritiro di Benidorm, dove sta lavorando con la squadra, serve proprio a questo: costruire un buon 2024 (in apertura Lucca con la divisa della prossima stagione, foto Bettini). 

«Fa più freddo rispetto al ritiro di dicembre – dice Lucca – siamo arrivati domenica e abbiamo fatto un bel carico di lavoro. Tante ore ed altrettanti chilometri, con qualche lavoro, ma non ad alta intensità. Rispetto al 2023 ho buone sensazioni, sento di stare meglio. L’anno scorso non sapevo cosa aspettarmi, ora invece sono più pronto. Ho maggior consapevolezza di cosa devo fare per arrivare pronto a stagione in corso».

Lucca ha sofferto principalmente il ritmo che ha trovato in determinate gare, come la Tirreno-Adriatico
Lucca ha sofferto principalmente il ritmo che ha trovato in determinate gare, come la Tirreno-Adriatico

Il salto di categoria

L’inverno serve anche per guardarsi indietro, fare un punto sulla stagione precedente e guardare al futuro. Lucca ha esordito tardi con i professionisti, ma l’adattamento va comunque fatto, come ci spiega lui.

«Nel 2023 avevo iniziato con le gare a Mallorca – racconta – come fatto anche nel 2022. Poi a febbraio, marzo e aprile sono andato a correre in contesti di diverso livello. Ho preso parte a UAE Tour, Strade Bianche, Milano-Sanremo e Tirreno-Adriatico. Forse con il senno di poi è stato un po’ troppo, ma alla fine il calendario è questo e si deve fare. 

«Dopo la Tirreno – prosegue Lucca – la squadra si aspettava qualcosa di più, invece io ho sofferto il ritmo. Proprio la Corsa dei due Mari è stata la più tosta. Ne avevo parlato con Tonelli, il più esperto del nostro gruppo. Mi aveva detto che sarebbe stata difficile, è una corsa breve ma con un livello davvero alto e super competitivo. Nessuno si tira indietro e di fanno sette giorni davvero a tutta».

La prima parte di stagione era rivolta al Giro, poi è arrivata l’esclusione
La prima parte di stagione era rivolta al Giro, poi è arrivata l’esclusione

Giro sfiorato

Il calendario della prima parte di stagione per Lucca era incentrato sul prepararsi al meglio per il Giro. Dopo tutte le tappe “obbligate” per preparare la Corsa Rosa, era arrivato anche il Tour of the Alps. Ma proprio all’ultimo è arrivata l’esclusione dalla squadra del Giro

«Le gare erano il miglior avvicinamento possibile al Giro – dice ancora Lucca – ero andato anche sull’Etna per fare un ritiro in altura. Il Tour of the Alps forse era troppo duro per le mie caratteristiche, forse sarebbe stato meglio passare dal Giro di Sicilia. Quando si è trattato di fare la rosa definitiva per il Giro, la squadra mi ha escluso. Evidentemente non mi hanno ritenuto pronto, ma l’ho preso come un episodio dal quale ricostruirmi. Nel 2024 l’obiettivo è meritarmi la convocazione per il Giro d’Italia».

Nel 2022 Lucca aveva già corso con i professionisti vincendo una tappa all’Adriatica Ionica Race
Nel 2022 Lucca aveva già corso con i professionisti vincendo una tappa all’Adriatica Ionica Race

Insegnamenti

Nella prima stagione da professionista si impara sempre qualcosa, non importa a quale età viene affrontata. Lucca ha visto e appreso tanto, ora tocca a lui mettere in pratica. 

«La prima stagione è stata strana – conferma – era la prima, ma arrivavo da tre anni in continental. E durante l’anno in General Store ho fatto lo stagista alla Gazprom, quindi qualche gara l’avevo già fatta. Il 2023 è stato nuovo, sì, ma non un’eterna sorpresa. La cosa più difficile è stata prendere il ritmo delle gare».

Lucca ha dimostrato di andare forte anche in salita, qui nella vittoria in cima allo Zoncolan al Giro del Friuli (foto Bolgan)
Lucca ha dimostrato di andare forte anche in salita, qui nella vittoria in cima allo Zoncolan al Giro del Friuli (foto Bolgan)

Reverberi ci crede

Uno sguardo alla stagione di Lucca lo dà anche Roberto Reverberi, diesse della VF Group-Bardiani CSF-Faizanè. Lui crede nelle qualità del ragazzo, ma serve un salto mentale. 

«Non era la sua prima esperienza tra i professionisti – conclude Reverberi – considerando che nel 2022 aveva anche vinto (il riferimento è al successo di tappa all’Adriatica Ionica Race, ndr). Ora serve essere corridori al 100 per cento, deve curare tutti gli aspetti, anche quello dell’alimentazione, dove ha peccato un po’. Lui ha un motore davvero ottimo, i test parlano chiaro e noi in lui ci crediamo. Tanto che lo avevamo messo fin da subito nella lista del Giro.

«Gli serve più convinzione nei suoi mezzi, ha le qualità per fare bene, ma deve affinare dei dettagli. Da questo inverno lo segue il preparatore della squadra (Borja Martinez, ndr) lui era convinto del cambio e si è reso disponibile. Abbiamo tanta volontà nei suoi confronti e ci crediamo davvero».

Lucca, il primo anno da pro’ fra luci e qualche rimpianto

11.10.2023
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CARPI – Ogni ciclista sa che nel professionismo trova il primo step verso la propria realizzazione. Una volta fatto il salto tra i “grandi” bisogna riordinare le idee e fare i conti con un mondo che va a velocità folli, dove cane mangia cane. La storia di Riccardo Lucca che vi abbiamo già raccontato, dimostra che il passaggio tra i pro’ è un momento delicato da non sottovalutare anche se all’anagrafe hai 26 anni. 

Siamo a Carpi, a pochi minuti dalla partenza del Giro dell’Emilia e Riccardo scende dal bus della Green Project-Bardiani CSF Faizanè per fare un bilancio di questo suo primo anno da professionista. Disponibilità e gentilezza sono due caratteristiche che il giovane trentino non ha sicuramente perso. 

Per Lucca il 2023 si chiuderà con 70 giorni di corsa a dimostrazione si un ottima costanza
Per Lucca il 2023 si chiuderà con 70 giorni di corsa a dimostrazione si un ottima costanza
Come arrivi a questo finale di stagione?

In buona condizione, meglio di altri periodi anche rispetto agli scorsi anni. Anche se sono proprio due cose diverse. Facevo appuntamenti importanti e alcune gare coincidevano, ma non puoi paragonarle.

Com’è andato questo tuo anno da neo pro’?

Ho fatto fatica rispetto come mi aspettavo. E’ stato un avvio di stagione con un calendario super, perché ho iniziato con il UAE Tour, poi abbiamo fatto la Strade Bianche, la Tirreno e la Sanremo. Insomma, quando è arrivato il Giro non ero troppo pronto, quindi non sono stato selezionato.

E la seconda parte di stagione?

Siamo andati in Cina e abbiamo fatto un super lavoro vincendo la generale. Sento di aver trovato un buon ritmo.

A livello di preparazione senti di essere arrivato pronto a questo passaggio?

L’anno scorso ho corso tanto, senza aver mai un mese in cui stavo completamente fermo. Così anche quest’anno, perché lo finisco con 70 giorni di gara. C’è stato il periodo prima del Tour of the Alps, dove sono stato un mese senza correre, però comunque va a finire che vai in montagna e non si può dire che ti fermi.

Per Lucca il primo anno da professionista è stata l’occasione per aggiustare la preparazione
Per Lucca il primo anno da professionista è stata l’occasione per aggiustare la preparazione
Ti rimproveri qualcosa in questa stagione? Hai detto prima che non sei stato selezionato al Giro d’Italia…

Secondo me ho iniziato troppo piano, perché non ero nella condizione in cui sarei dovuto essere. Con il calendario che mi aspettava non ero prontissimo. Insomma, se già a inizio anno ti ritrovi un po’ a inseguire, questa cosa ti destabilizza, quindi ho imparato che il prossimo inverno devo lavorare molto di più.

Ti è mancato qualcosa a livello di preparazione o fisico?

Al livello di preparazione. A Maiorca abbiamo preso la neve e mi sono raffreddato. Quello un po’ mi ha destabilizzato la prima parte di stagione. Certe cose non le puoi prevedere. Però recrimino il fatto di non essere arrivato pronto come avrei dovuto

La partecipazione al Giro d’Italia 2024 sarà tuo obiettivo primario?

Assolutamente sì. Com’è giusto che sia, questo primo anno mi è servito anche per prendere le misure in vista delle corse importanti. 

Riccardo Lucca alla Strade Bianche 2023
Riccardo Lucca alla Strade Bianche 2023
Nella Green-Project hai trovato un ambiente che ti è piaciuto?

Un bel gruppo con tanti giovani. Certi fanno solo un calendario U23 quindi li vedi un po’ meno. Però siamo un team affiatato e questo è importante, perché stiamo tanto in giro e altrimenti ti peserebbe troppo. 

Hai legato con qualcuno in particolare?

Sì, un po’ più con quelli con cui ho fatto il ritiro, quindi Santaromita e Nieri, con cui mi sono trovato molto bene. Poi a fine anno le strade si dividono, come succede in ogni squadra del resto. 

Per il prossimo anno ti sei dato degli obiettivi?

Non al momento. Non avendo ancora un calendario definitivo preferisco chiudere questa stagione nel modo giusto. Non si sa ancora se faremo la trasferta in Argentina o da dove inizierò io. So solo che durante questo inverno dovrò lavorare di più per farmi trovare più pronto indipendentemente dalle gare. 

La storia di Lucca vista con gli occhi del fratello Simone

10.04.2023
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Sul podio del 72° GP Fiera della Possenta c’era un Lucca, ma questa volta non si trattava di Riccardo, bensì del fratello Simone. Classe 2000, corre per la Solme Olmo. Anche lui è entrato in quella categoria che tanto fa paura, gli elite, dalla quale si pensa di uscire difficilmente. La storia di suo fratello Riccardo però è a lieto fine, ed ha insegnato tanto ad entrambi

«Da quest’anno sono elite – racconta Simone Lucca – e devo ammettere che pensavo non cambiasse nulla rispetto agli anni precedenti. Invece, mi sento più esperto e anche con i miei compagni ho un rapporto diverso, riesco ad insegnare loro qualcosa, a dare una mano».

Simone Lucca conduce il terzetto che ha guidato per larga parte il GP Fiera della Possenta (photors.it)
Simone Lucca davanti a Matteo Zurlo i due si sono giocati il GP Fiera della Possenta fino all’ultimo (photors.it)
Quanta motivazione ti ha dato la storia di tuo fratello?

Tanta, davvero. Uno dei motivi che mi hanno spinto a provarci è stato quello che ha vissuto lui, vedere che alla fine si riesce a passare anche da elite.

Avete tre anni di differenza, che rapporto avete?

Quando ero junior era più difficile a causa della differenza di età, parlavamo meno. Dal mio primo anno under 23, complice il fatto di aver corso insieme in Work Service, è migliorato tanto. Abbiamo condiviso molti più momenti insieme e il legame si è rafforzato davvero tanto. 

I fratelli Lucca vanno spesso a camminare in montagna durante la pausa invernale
I fratelli Lucca vanno spesso a camminare in montagna durante la pausa invernale
Com’è avere il fratello maggiore in squadra?

Mi ha aiutato tanto, in corsa mi dava sempre dei consigli sul come e quando muovermi. Al primo anno sei un po’ spaesato, direi che mi ha aiutato a ritrovarmi (dice con una risata, ndr). Mi diceva quando si sarebbe formata la fuga oppure se insistere o aspettare una situazione migliore. 

Dopo aver corso insieme com’è cambiato il vostro rapporto?

Ci siamo legati molto, abbiamo iniziato ad allenarci insieme e quando siamo in bici parliamo tanto, ci confidiamo. A casa parliamo di altro, non possiamo parlare di bici tutto il giorno (dice ancora ridendo, ndr). 

Dopo lui è passato in General Store.

Sì, nel 2020, l’anno del Covid. Non è stato semplice, ma allo stesso tempo, aveva molta voglia di ripartire, perché voleva dimostrare il proprio valore. L’anno più difficile è stato sicuramente il 2021, ripartire ancora da una continental lo ha buttato giù. Alla fine quell’anno ha vinto sette corse tra cui il San Daniele

Il primo anno da under 23 Simone Lucca lo ha corso in Work Service, insieme a Riccardo (photors.it)
Il primo anno da under 23 Simone Lucca lo ha corso in Work Service, insieme a Riccardo (photors.it)
Che cosa vi dicevate?

Durante le nostre pedalate mi chiedeva se avesse davvero senso continuare. Io gli rispondevo che se fosse riuscito a trovare una continental di buon livello sarebbe passato. “Tutto torna” è il nostro motto, ce lo diciamo spesso. 

Alla fine è arrivata la Work Service

La squadra giusta, con Ilario (Contessa, ndr) ci aveva già lavorato la prima volta che era stato in Work. E’ stata una figura importante per lui, per dargli la giusta sicurezza.

Il momento più emozionante è stata la vittoria all’Adriatica Ionica Race?

Assolutamente! Io ero fuori in allenamento ed appena sono tornato a casa mi sono messo sul telefono per seguire la diretta. Mancavano tre chilometri, quando ha superato la linea del traguardo è stata una botta incredibile, da pelle d’oca. Quel giorno hanno pianto tutti, Contessa, Riccardo e ci è mancato poco che lo facessi anche io. 

La vittoria a Sirolo di Riccardo ha commosso tutti, anche il fratello piccolo Simone
La vittoria a Sirolo di Riccardo ha commosso tutti, anche il fratello piccolo Simone
Quando ha firmato con la Green Project che hai pensato?

Quando è uscita la notizia io correvo e lui era lì a vedermi. E’ cambiato tutto nella sua testa, io per primo l’ho visto, era sereno. Tutti i risultati che sono arrivati poi sono figli di una leggerezza che non aveva da tempo. Prima, molte volte, capitava di vederlo teso, ma è normale quando devi dimostrare tanto e le occasioni sono poche. E’ una cosa che capisco, io stesso ora vivo molte gare come se fosse l’ultima volta che le corro, per gli elite è così. 

Cosa ti ha insegnato la carriera di tuo fratello?

Tanto, per prima cosa che passare elite non è una condanna, le squadre se sei forte ti osservano. Un’altra cosa è il lavoro, non bisogna mai arrendersi e stare concentrati. E l’ultima, forse la più importante: il nostro motto “tutto torna” è vero. 

La prima pedalata con accanto Riccardo in maglia Green Project com’è stata?

Bella – esclama – ce la siamo goduta poco però, il primo pensiero di Riccardo è stato: «Bene, ce l’ho fatta, ma ora inizia una nuova sfida». Devi sempre porti nuovi obiettivi, lui ora ha cambiato corse e il livello si è alzato, si trova in gare WorldTour. 

Quest’inverno per loro una pausa di fine stagione diversa, qualche lavoro di edilizia a casa
Quest’inverno per loro una pausa di fine stagione diversa, qualche lavoro di edilizia a casa
Siete così simili tu e lui?

A livello di determinazione sì. Per il carattere meno, lui è metodico, sistematico. Io, invece, sono più alla mano ed estroverso, anche se Riccardo lo diventa, deve prima conoscerti, poi si apre. 

Non è stato un esempio solo per te però.

No, direi per tutti. Quest’anno vedo molti ragazzi della mia età che hanno continuato nonostante passassero elite. E’ una bella storia la sua, che insegna tanto, soprattutto ad essere determinati e crederci sempre.

Lucca e Conforti: entrambi pro’ ma con storie diverse

10.03.2023
5 min
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Riccardo Lucca e Lorenzo Conforti hanno una cosa in comune, anzi due: le maglie che indossavano nel 2022 e quelle di quest’anno. Entrambi i ragazzi nel 2022 correvano per la Work Service, Lucca nella continental e Conforti nella formazione under 23. Quest’anno, invece, la maglia è quella della Green Project Bardiani CSF Faizanè

I colori delle maglie sono uguali, ma i percorsi per arrivare nel professionismo sono stati completamente diversi. Lucca ha sudato questa categoria, arrivandoci solamente a 25 anni, mentre Conforti è passato subito, appena diciottenne. La stagione è iniziata per entrambi, e insieme a Ilario Contessa, tecnico della Work Service, analizziamo questi primi mesi dei suoi due ex corridori

Riccardo Lucca è partito con un calendario impegnativo, dopo l’esordio in Spagna ha corso al UAE Tour ed alla Strade Bianche
Lucca in azione alla Strade Bianche, la sua seconda gara WorldTour con la Green Project

Il motore di Lucca

Il percorso di Lucca, da atleta, è diametralmente opposto a quello di Conforti, così come il calendario di gare. Prima la partenza dalla Spagna, poi UAE Tour, Strade Bianche ed in questi giorni la Tirreno-Adriatico. I risultati non sono dei migliori ma per il suo ex diesse, che lo conosce molto bene, non c’è da preoccuparsi. 

«Lucca – racconta Contessa – è un diesel, all’inizio della stagione fa sempre fatica, anche nel 2022 è stato così. Poi, piano piano, con l’arrivo del caldo, cresce, lo ha dimostrato con la vittoria all’Adriatica Ionica Race. Il suo calendario è impegnativo per essere al suo primo anno da professionista, ma vista l’età più matura ci sta. A correre gare WorldTour come UAE Tour, Strade Bianche e Tirreno si fa fatica. Lui è un corridore che avrebbe bisogno della fuga o di tirare per un capitano, cosa che in Green Project difficilmente può fare.

«Deve puntare alle fughe, anche se nel ciclismo moderno le cose sono cambiate. I team di punta lasciano sempre meno spazio, anche oggi (ieri, ndr) alla Tirreno-Adriatico, il gruppo è rientrato sulla fuga a 60 chilometri dall’arrivo. Per le corse fatte fino ad ora non mi sorprenderei di vedere Lucca partecipare alla Milano-Sanremo o al Giro d’Italia, sono corse adatte a lui, non pensate che solamente perché è arrivato nel professionismo tardi vuol dire che sia scarso. La Green Project lo ha preso subito dopo un test, anzi, a metà prova Pino Toni gli aveva già fatto capire che sarebbe passato professionista l’anno successivo.

«Riccardo (Lucca, ndr) – dice ancora Contessa – ha le qualità per entrare in un team WorldTour. Non lo vedo molto lontano da una carriera alla De Marchi, un uomo da fughe, instancabile. Il ragazzo queste qualità le ha, a dirla tutta per metterle a frutto appieno avrebbe bisogno proprio di una formazione WorldTour».

Per Lucca con la Work sette vittorie nel 2022, una delle più belle è quella ottenuta al Giro del Friuli in cima allo Zoncolan (foto Bolgan)
Per Lucca sette vittorie nel 2022, l’ultima quella ottenuta al Giro del Friuli in cima allo Zoncolan (foto Bolgan)

Il giovane Conforti

Conforti è uno di quei ragazzi che dalla categoria juniores passano direttamente nel mondo del professionismo. La Green Project sta continuando il progetto giovani, cosa già iniziata lo scorso anno. Il giovane toscano ha cominciato la stagione in Croazia all’Umag Trophy e con un bel piazzamento ottenuto pochi giorni dopo al Porec Trophy. 

«Ha esordito con corse 1.2 – dice Contessa – sono gare più semplici. Conforti è un ragazzo che da junior ha fatto vedere belle cose. L’anno scorso si è rotto il braccio prima del Giro della Lunigiana, altrimenti si sarebbe messo in mostra e lo avrebbero portato ai mondiali di Wollongong. Ha un buono spunto veloce e tiene bene nelle salite corte, sono andato a seguirlo in qualche corsa. Questa sua promozione nel mondo dei professionisti fa parte di un nuovo trend: quello di portare gli juniores già tra i grandi. E’ una cosa che stanno facendo anche alcuni team WorldTour come la Ineos».

Salto giusto

Un salto del genere va ponderato bene, è ben diverso rispetto a passare da una development legata alla squadra WorldTour. Conforti è già professionista, con le pressioni e le attenzioni che ne derivano. 

«Quando l’anno scorso mi ha detto che lo aveva contattato la Green Project – riprende Contessa – non ho potuto dirgli nulla. Chiaro che avrebbe potuto fare un anno con noi tra gli under 23 ma l’occasione del professionismo era troppo ghiotta. Ora ha un contratto con tutte le sicurezze che ne derivano (ma anche insicurezze, ndr). A mio modo di vedere sarebbe stato più corretto fare un percorso tramite un team development come hanno fatto Savino e Raccagni Noviero. Due atleti usciti sempre dal nostro team juniores, che ora sono nel Devo Team della Soudal Quick Step. Anche perché ritengo sia più semplice entrare nel WorldTour tramite la squadra di sviluppo che da una professional. Guardate Zana quanta fatica ha fatto per arrivare alla Jayco AlUla, correndo tre anni in Bardiani con risultati e successi non da tutti.

«Sarebbe tutto diverso se in Italia ci fosse una WorldTour – conclude – ma per il momento se si vuole rimanere da noi la Green Project è una delle squadre più solide. Conforti le qualità le ha, altrimenti non sarebbe dove è adesso. Nel 2023 avrà l’occasione di fare un calendario più ricco di quello che avrebbe fatto con noi. Il Giro d’Italia U23 sarà una grande chance per farsi vedere. Magari verso fine stagione farà qualche corsa con i professionisti in Italia, come hanno fatto gli altri ragazzi l’anno scorso».

Lucca tra i pro’: emozioni e promesse mantenute

05.11.2022
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Spuntare la casella delle categorie di bici.PRO nella sezione “News” e “Professionisti” parlando di Riccardo Lucca ci riempie il cuore di gioia. “Succede a chi ci crede” così potremmo definire l’Odissea di Lucca, che nel 2023 sarà nelle file della Bardiani CSF Faizanè, che nella nuova stagione cambierà nome. Il trentino di Rovereto approda nel mondo dei professionisti all’età di 25 anni. Tardi se si considera la media di queste ultime stagioni, ma i sogni ed il destino non stanno a guardare i giorni o i mesi, loro passano, anche quando meno te lo aspetti.

Il 19 agosto arriva la notizia dai canali social della Bardiani: Lucca farà parte del team per le prossime due stagioni
Il 19 agosto arriva la notizia dai canali social della Bardiani: Lucca farà parte del team per le prossime due stagioni

L’inverno tanto atteso

Questo inverno, che ancora tale non si può definire viste le temperature anomale, è quello della certezza per Lucca. Ce l’ha fatta, ma da qui si riparte, guai pensare di essere arrivati.

«Dopo le corse – ci dice da casa sua – mi sono fermato per un bel periodo. Basta, avevo bisogno di fermarmi. Non sono andato in vacanza, non ne ho avuto modo. Ho cercato per un po’ qualcuno con cui andare via, poi ho deciso di godermi la tranquillità di casa. Stavamo ristrutturando e sono rimasto qui a lavorare, abbiamo demolito qualche muretto (dice ridendo, ndr). Ho iniziato in questi giorni a fare qualcosa: un po’ di corsa, qualche camminata in montagna, ma nulla di che. Il primo ritiro con la squadra sarà a metà dicembre».

La Bardiani ha già fatto un mini ritiro a fine ottobre, per conoscersi e fare gruppo
La Bardiani ha già fatto un mini ritiro a fine ottobre, per conoscersi e fare gruppo

Un’estate “leggera”

Il 19 agosto, sui social della squadra di Reverberi, è arrivata la notizia della firma di Lucca. Una gran bella notizia, per tanti motivi: il primo sicuramente personale per il corridore. Il secondo, è per tutti gli altri elite, mai smettere di crederci.

«A fine giugno ho avuto i primi contatti con la Bardiani – racconta Lucca – e avevo in programma un test con Pino Toni, poi slittato a causa del Covid. Avere un contratto per il 2023 mi ha fatto vivere gli ultimi mesi qui alla Work Service in maniera consapevole. L’obiettivo delle mie ultime stagioni era stato finalmente raggiunto, questo mi permetteva di andare alle corse libero di testa. Questa “spensieratezza” mi ha permesso di vincere ancora in stagione.

«Quando mi sono trovato il contratto firmato davanti ho fatto un bel respiro (dice ridendo, il buon umore non glielo toglie nessuno ora, ndr). Me lo sono proprio sudato, mi sono passate per la mente tante immagini. Quello che ho fatto prima non si cancella, anzi, mi deve aiutare a ricordare da dove sono partito».

Pochi giorni dopo l’annuncio della firma con la Bardiani la vittoria sullo Zoncolan al Giro del Friuli (foto Bolgan)
Pochi giorni dopo l’annuncio della firma con la Bardiani la vittoria sullo Zoncolan (foto Bolgan)

Il professionismo

Lucca ci ha corso con i professionisti, la sua non sarà un’esperienza “da zero”. Anzi, la sua vittoria più bella è arrivata proprio tra i grandi, all’Adriatica Ionica Race, nella soleggiata Sirolo.

«Sicuramente il livello si alzerà ulteriormente rispetto alle gare fatte fino ad ora, quando una professional corre tra i grandi alza le aspettative. Arrivo ad un’età più matura, questo non so se può essere un vantaggio o meno, dipende da tante cose. A 25 anni ho una maggiore consapevolezza delle mie qualità e delle mie caratteristiche, mi sento più sicuro e formato. Affronterò corse più lunghe, con chilometraggi che non ho mai fatto nemmeno in allenamento e gare a tappe più impegnative. I margini di crescita non mancheranno».

Lucca e il ds Contessa sono legati da una promessa fatta nel 2019 e finalmente realizzata: il passaggio di Riccardo tra i pro’
Lucca e il ds Contessa si sono fatti una promessa nel 2019: il passaggio tra i pro’. Matenuta!

La rivincita di Contessa

«Riccardo potrebbe essere un buonissimo gregario per una WorldTour, speriamo che almeno possa provarci in una professional». Queste le parole di Contessa, diesse della Work Service, dopo la vittoria di Lucca all’AIR

«Lui per me è contentissimo – racconta Riccardo – e io lo sono per lui. Questa è stata la nostra rivincita, Contessa in me ci ha sempre creduto. Avevamo già lavorato insieme quando ero al quarto anno, nel 2019. Mi aveva promesso che avremmo lavorato insieme per farmi passare e se non ci fossimo riusciti sarebbe stata una doppia sconfitta: per me e anche per lui. Ci siamo riusciti alla fine, anche se a distanza di qualche anno. La cosa bella è che quando sono tornato alla Work Service, non sapevo che ci sarebbe stato anche lui, forse il destino ci ha fatto riunire per mantenere quella promessa fatta qualche anno fa».

Sullo Zoncolan il morso di Lucca: la vendetta è servita

03.09.2022
5 min
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Today is THE day, l’ora dello Zoncolan è arrivata. Alla partenza sembra una tappa come un’altra: c’è il sole, fa caldo, sembra una giornata estiva qualunque, ma nei visi dei corridori che si preparano c’è qualcosa di diverso. Che sia preoccupazione per l’arrivo in salita o la consapevolezza che si arriverà lì dove si è scritto un pezzo di storia del ciclismo, non è chiaro.

Lo speaker lo dice e lo sottolinea più volte: oggi si scala lo Zoncolan, ripercorrendo le strade che due anni fa Lorenzo Fortunato ha divorato, vincendo la sua prima tappa al Giro d’Italia. A Pavia di Udine le squadre arrivano in orario, salgono sul palco, si prestano a presentazioni e sorrisi in favore delle telecamere, poi si incolonnano.

Li guardiamo, si guardano a vicenda. Si cerca di trovare negli occhi degli avversari la determinazione di colui che ci tenterà e il timore di chi invece sa che oggi potrebbe non essere la giornata giusta.

Il gruppo ha affrontato lo Zoncolan da Sutrio, con l’arrivo ai piedi dell’ultima rampa
Il gruppo ha affrontato lo Zoncolan da Sutrio, con l’arrivo ai piedi dell’ultima rampa

Verde da difendere

Tra le decine di corridori che ci passano vicino, decidiamo di fermare Andrea Alfio Bruno (Parkpre Racing Team), in maglia verde. E’ concentratissimo (o forse un po’ teso?). Ci racconta di come sono andati questi due giorni e dice che le gambe sembrano rispondere bene. Conosce la tappa e ha ben fisso in mente il suo obiettivo: restare in verde. Dei GPM di giornata dice che punta al terzo, di seconda categoria. Sa di dover centrare la fuga per prendere quei punti, ma confida che la strada gli darà le risposte che cerca, le sicurezze di cui ha bisogno.

«I chilometri (e la media oraria) degli scorsi giorni – dice – iniziano a farsi sentire».

Andrea è consapevole che la tappa non è così semplice come può sembrare dall’altimetria, ma è determinato a fare bene.

Andrea Alfio Bruno vede sfumare la maglia verde: è sconsolato, ma forse se lo aspettava?
Andrea Alfio Bruno vede sfumare la maglia verde: è sconsolato, ma forse se lo aspettava?

Gialla in bilico

Diverso invece l’umore della maglia gialla, Matteo Zurlo (Zalf Euromobil Fior). Ieri l’ha detto: «Ce la metterò tutta, ma non è il mio campo». Ci parliamo, confessa di non aver mai corso prima sullo Zoncolan, ma che si sente bene. Sa che probabilmente, così come lo scorso anno, la maglia gialla sarà il ricordo di un giorno solo di corsa.

Tre, due, uno…si parte. Il gruppo pedala alla volta del chilometro zero, noi ci avviamo verso lo Zoncolan. All’altezza del rifugio Aldo Moro, la giornata calda e soleggiata di appena qualche ora prima, sembra un lontano ricordo: è nuvoloso, fa più freddo. Ma è maestosamente bello: è LA montagna. Qui si suda, si fatica, ma si conquistano le soddisfazioni più grandi. Per chi apprezza la montagna, oggi è semplicemente la giornata perfetta. 

Lucca ha da poco annunciato il contratto con la Bardiani: questa vittoria è un bel modo per brindare
Lucca ha da poco annunciato il contratto con la Bardiani: questa vittoria è un bel modo per brindare

Vince Lucca

All’arrivo dei corridori non manca molto, in perfetta tabella oraria arrivano i primi del gruppo. Timidamente, dalla linea dell’arrivo si vede sbucare il primo casco. Tra i massaggiatori che attendono i ragazzi c’è grande fermento, sebbene dalle ammiraglie sia già arrivata qualche indicazione.

E’ un casco bianco, poi si vede la maglia. E’ bianca. No sfuma nel blu. La massaggiatrice lo riconosce: è Riccardo Lucca, della Work Service Vitalcare Vega. E’ sorridente, appagato, soddisfatto… Ci mancherebbe, potrebbe dire qualcuno, è lui il migliore sullo Zoncolan (in apertura, foto Bolgan).

Si susseguono gli arrivi dei corridori, sono stanchi, cercano qualcosa per coprirsi, ma gli occhi non nascondono una certa gratificazione nell’essere arrivati fin lì. Mentre siamo immersi a guardare questo spettacolo, arriva Francesco Busatto (General Store), che all’amico vincitore, sorridendo, dice solamente: «Mi hai fatto arrivare di nuovo secondo»

Riccardo è contento: conosceva la salita, sapeva dove allungare poco prima dell’ultimo chilometro, ma non ci ha pensato due volte a giocarsi il tutto per tutto. Da come racconta è stata una giornata nervosa, con una caduta, una discesa veloce e poca collaborazione in salita. La montagna non fa sconti, sullo Zoncolan il prezzo è fisso e uguale per tutti: si può contare solo sulle proprie forze.

Gialla fiamminga

Tra chi si scioglie in abbracci, sbuffi, chi allenta la tensione della tappa regina del Giro, c’è chi è ancora concentratissimo, impegnato con lo sguardo a fare i conti. Nicolò Buratti (Cycling Team Friuli) termina terzo e conta i secondi per la maglia gialla, finché non arriva il comunicato ufficiale: il nuovo leader è Emiel Verstrynge (Alpecin-Deceuninck Development Team).

Più sconsolato, qualche metro più indietro si ferma Andrea Alfio Bruno, ancora in maglia verde e il nostro semplice fare domande è l’occasione per sfogarsi un po’. La maglia verde, il suo obiettivo, sfuma per pochi punti. E’ un po’ deluso, non ce lo nasconde, ma promette che domani ci riproverà.

Le squadre scendono in fretta, rimangono solo i tanti appassionati e i meccanici che, tra le nuvole che si infittiscono, sistemano le bici. Era una giornata che poteva andare diversamente? Forse no. E’ stata una giornata di grande ciclismo, la giornata della montagna regina del Giro. Da qui, è tutto in discesa, verso Udine.

Lucca: la scommessa della Bardiani (e di Pino Toni)

03.09.2022
5 min
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Si può ancora passare professionisti a 25 anni? La risposta è sì, basta chiedere a Riccardo Lucca, che dal prossimo anno correrà con la Bardiani CSF Faizanè. La squadra guidata da Bruno Reverberi ha creduto nel ragazzo trentino, quest’anno in forza alla Work Service, ed in questi giorni impegnato a correre al Giro del Friuli. 

Nonostante il mondo del ciclismo corra sempre più veloce, dove la pazienza sembra una virtù ormai persa ,Lucca non ha demorso. Quest’anno, all’Adriatica Ionica Race, aveva colto la sua prima vittoria in una gara professionistica, ammettendo che nessuna squadra lo avesse ancora contattato. 

Quest’anno la vittoria all’Adriatica Ionica Race, nella tappa di Asolo, una bel biglietto da visita per il 25enne trentino
Quest’anno la vittoria all’Adriatica Ionica Race, nella tappa di Asolo, una bel biglietto da visita per il 25enne trentino

Ecco la Bardiani

Alla fine qualcuno ha bussato alla porta del corridore trentino, ed aveva la maglia viola, bianca e verde della Bardiani. Nel 2023 Lucca passerà professionista ed allora, curiosi di questa scelta un po’ controcorrente, abbiamo chiesto a Mirko Rossato il perché.

«Lucca, bene o male, è da tempo che lo seguiamo – ci racconta dal Belgio, dove segue gli under 23 al Flanders Tomorrow Tour – ha avuto un percorso travagliato a causa di tanti problemi fisici, tra cui anche il Covid. Fino a due anni fa tutti ne dicevano bene, ne parlavo con Giorgio Furlan e mi diceva che il ragazzo era forte, dotato di un gran motore. Lo stesso Zoccarato, nostro corridore, ci ha sempre detto che tra i dilettanti il punto di riferimento per le fughe, e non solo, era Lucca. Avevamo già provato a prenderlo nel 2021 ma non si era riusciti a concretizzare la cosa, quest’anno, invece, è andata per il verso giusto. Poi ha fatto un test da Pino Toni, e lui ha garantito per le sue grandi qualità».

Nel 2022 Riccardo era ripartito dalla Work Service, un’ultima occasione per conquistare il ciclismo dei grandi (foto Scanferla)
Nel 2022 Riccardo era ripartito dalla Work Service, un’ultima occasione per conquistare il ciclismo dei grandi (foto Scanferla)

Già pronto

Arrivare tra i professionisti quando si ha un’età superiore alla media è sinonimo di tenacia. Anche davanti alle mille difficoltà Lucca non ha mai rinunciato, anzi era ripartito proprio dalla Work Service per riscattarsi. Piano riuscito, ed ora, sembrano tutti curiosi di vederlo all’opera, Bardiani in primis. 

«La nostra non la definirei una mossa in controtendenza – spiega Rossato – siamo una squadra che dà la possibilità ai corridori di provare ad essere dei professionisti. Abbiamo preso anche Fiorelli quando era un po’ più grande degli altri e guardate che bella stagione che sta facendo. Era giusto dare una chance a Lucca, sono contento per lui e convinto che potrà fare bene. La sua età gli permette di essere già pronto magari per delle gare importanti, non mi sorprenderei se fosse alla partenza del Giro d’Italia nel 2023».

Lucca insieme a Ilario Contessa, i due sono stati insieme anche nella prima esperienza del trentino in maglia Work Service
Lucca insieme a Ilario Contessa, i due sono stati insieme anche nella prima esperienza del trentino in maglia Work Service

Parola a Pino Toni

Allora, se è vero che Lucca ha fatto dei test dal preparatore della Bardiani Pino Toni bisogna chiedere a lui che tipo di corridore ha trovato.

«La mia opinione potete immaginarla – esordisce Pino Toni – se alla Bardiani prendiamo un corridore vuol dire che va bene. Lucca è uno che i numeri li ha, li ha sempre avuti, ma ha corso in squadre poco organizzate, o che non ne facevano risaltare le qualità. Alla fine, quando sei in una squadra dove si vince tanto tutti guardano ai numeri di vittorie e non alle qualità dei corridori, il mercato va verso chi vince. Dopo aver visto i test di Lucca ho alzato il telefono ed ho chiamato Bruno (Reverberi, ndr) e gli ho detto che un corridore così è da prendere. E’ un ragazzo molto intelligente che sta facendo degli studi inerenti allo sport ed alla preparazione. Ha curato anche i minimi dettagli, togliendo quei due o tre chili di troppo ed ora si vede. Ha tanto motore, le corse che ha vinto sono tutte simili: circuito in pianura e poi salita finale, anche lunga, di 11 o 12 chilometri. In pianura a 45 all’ora ci va con un filo di gas, in scioltezza, e poi anche in salita rende molto».

Per Lucca sei vittorie anche nel 2021 in maglia General Store, ma nessuna chiamata (foto Scanferla)
Per Lucca sei vittorie anche nel 2021 in maglia General Store, ma nessuna chiamata (foto Scanferla)

Uno come pochi

A giudicare dalle parole di Rossato e di Pino Toni sembra che uno come Lucca sia un corridore che capiti davvero di rado nel ciclismo. Eppure, fino a giugno, non era neanche sicuro di trovare un posto, ed alla fine della scorsa stagione aveva continuato perché motivato da altri e non perché ci credesse fino in fondo. 

«Questo è un corridore con dei numeri – si riaggancia Toni – non è stato apprezzato per quello che sono i numeri, la gente non guarda alle capacità ma alle vittorie, secondo me se lui è motivato va forte. Faccio test dal 1996 e li ho sempre fatti con il misuratore di potenza, ho visto davvero pochi corridori come lui, uno su tutti Politt, che ha fatto secondo ad una Parigi-Roubaix. Assomiglia molto al tedesco, in più, ha una migliore aerodinamicità ed un rapporto peso potenza più alto. Anche perché Lucca è un metro e 84 per 74 chili. Io faccio test, non la campagna acquisti, quindi mi intrometto poco, però non si poteva lasciare in giro un corridore come questo, soprattutto in una squadra come la nostra.

«Spero possa avere una bella carriera in Bardiani, ma per me ci dura poco. Nel senso che ha tanti sbocchi interessanti di crescita professionale, potrebbe ambire in poco tempo ad una WorldTour. Se fosse nato in Belgio, Lucca sarebbe già alla Quick Step da almeno tre anni. Se dovessi paragonarlo ad un corridore lo avvicino a De Gendt. Un corridore che nel portare a spasso un gruppetto ci va a mezzo gas e poi ha anche la forza di andargli via. Potenzialità ne ha, poi deve imparare a gestirsi, dovrà essere il più “economico” possibile, la cilindrata ce l’ha, non deve finire la benzina».

Come funziona l’esperienza dello stagista? Parola a Lucca

18.08.2022
6 min
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Dal primo agosto le squadre possono prendere gli stagisti. Lo stagista è il dilettante, generalmente un under 23, che per un certo periodo di tempo corre con una squadra professionistica. Ed è quella squadra con la quale molto probabilmente passerà professionista. 

La regola è questa, ma non è un dogma, e lo sa bene Riccardo Lucca (in apertura foto Julie Desanlis), che lo scorso anno fece lo stagista con la Gazprom-RusVelo. Al netto di quanto è poi accaduto al team russo, il ragazzo ora in forza alla Work Service non è stato confermato. Ma presto le cose potrebbero cambiare per lui…

In altre circostanze fare lo stagista diventa una formula per anticipare il passaggio del ragazzo. Questo accade per chi ha già firmato il contratto con quel determinato team e lo stesso team, che magari a fine stagione è a corto di uomini, lo chiama a correre. E con il Covid è successo spesso.

Lucca ha vinto la tappa di Sirolo all’Adriatica Ionica 2022. Anche alla luce di questa vittoria presto potrebbe avere un contratto da pro’
Lucca ha vinto la tappa di Sirolo all’Adriatica Ionica 2022. Alla luce di questa vittoria potrebbe arrivare a un contratto da pro’
Riccardo, come inizia il percorso dello stagista? E’ il procuratore che cerca la squadra?

Dipende dalla situazione. A volte il procuratore, che magari non è ancora riuscito a farti firmare, si sente con una squadra disponibile e ti propone di fare una prova, appunto uno stage. E se il team accetta il tuo arrivo… è assurdo rifiutare!

Ma serve anche l’okay del team di provenienza…

Burocraticamente chiedi alla tua squadra il via libera e da quel momento assumi lo stato di stagista. Questo accade da continental a professional o WorldTour. Da continental a continental, oltre che fuori luogo, si avrebbe la possibilità di prendere poi parte solo a gare internazionali. Non avrebbe senso.

Cosa succede quando passi “di là”?

Vedi subito la differenza. Un’altra realtà. Loro ti studiano. Alla fine è un esame.

E per questo esame come si fa con la preparazione? Se ne fa una ad hoc?

Difficile, perché di solito la chiamata arriva in piena estate e ormai i “giochi” sono fatti. Le preparazioni e le condizioni sono quelle. Ad agosto non fai i miracoli. Per quanto mi riguarda io in qualche modo ho fatto anche parte della preparazione con loro. Sono andato a Livigno. Ho fatto anche dei test con loro. Gli interessavo e mi hanno dato l’okay a provare.

Lo scorso anno Lucca (qui in coda) ha corso con la Gazprom dallo Sazka Tour al Tour du Jura, poco più di un mese dunque
Lo scorso anno Lucca (qui in coda) ha corso con la Gazprom dallo Sazka Tour al Tour du Jura, poco più di un mese dunque
Come si vive quel periodo? Hai parlato di esame, ci si sente sotto stress?

Da un punto di vista è bello, dall’altro sai che la squadra che ti ospita, diciamo così, ha delle aspettative su di te. Aspettative che a volte sono troppo grandi rispetto a quello che può dare un ragazzo. L’ho già detto una volta: «Uno stagista è un dilettante vestito bene». Anche perché di solito non lo sai troppo prima ed è difficile magari in 15 giorni fare chissà quale salto di qualità. Tante volte, almeno nel nostro caso, le corse sono quelle: Mallorca, Coppi e Bartali, Giro di Sicilia, Adriatica Ionica Race… gare in cui cerchi di metterti in mostra andando all’attacco. Ma anche l’atleta è quello, solo che i team professionistici si aspettano un pro’. E poi c’è un aspetto da considerare: il rapporto con gli altri ragazzi.

Cioè?

Ad agosto chi interessava ai team è già stato preso o ha rinnovato, ma gli altri di fatto in quel momento sono come te. Sono compagni che cercano un contratto. In qualche modo ci “stai stretto”. Si fa un po’ “a spallate” per quel posto.

E questo incide anche sull’andamento della corsa?

Un po’ sì. Io lo scorso anno per esempio dovevo dare una mano a Velasco e l’ho fatto, qualcun altro invece ha fatto la sua gara ed era al servizio del suo risultato.

In effetti è un aspetto che non sempre viene considerato. Riccardo, prima indirettamente hai parlato di dilettante vestito bene. Come funziona con il vestiario? Come ci si abitua magari ad un fondello diverso?

Io alla fine lo scorso anno sono capitato in una realtà medio-piccola, non ero in una WorldTour dove ti danno tre valigie di materiale e magari il vestiario è anche su misura. Non che mi mancasse nulla però. Io sono andato nel loro magazzino. Ho fatto tutte le prove per individuare le taglie e mi hanno dato quel che serviva: divise (corte e lunghe), dopo gara, caschi… Tutto tranne le scarpe.

Come mai?

Beh, quelle sono molto personali e cambiarle all’improvviso nel corso della stagione non è il massimo. Così come per la bici.

E questa sarebbe stata la domanda successiva: la bici. Tu come hai fatto?

Io ho utilizzato la mia e tutto sommato non è male. Cambiare la bici ad agosto è un po’ delicato per le misure e anche per le sensazioni di guida. Però certo, avere gli stessi materiali in gara sarebbe meglio, può succedere di tutto: forature, cedere la bici ad un compagno… Poi molto dipende dalle esigenze di sponsor.

Spiegaci meglio…

Alla Gazprom per esempio lo scorso anno non avevano tutto questo interesse a far vedere il marchio in quanto erano in scadenza con quel brand. Ma per esempio a Raccani, che ha appena fatto lo stagista alla Quick Step-Alpha Vinyl (una WorldTour, ndr), hanno subito fornito la Specialized del team. Pertanto un po’ si fa i conti con i materiali disponibili e un po’ con le esigenze del team (e del suo blasone, ndr). Semmai si lascia la sella: è lo stesso discorso delle scarpe.

Lucca (primo a sinistra) festeggia con i compagni la vittoria di Velasco nella terza tappa del Limousin 2021
Lucca (primo a sinistra) festeggia con i compagni la vittoria di Velasco nella terza tappa del Limousin 2021
Invece con i caschi e gli occhiali? Tante volte cambiando questo set, la stecca dell’occhiale tocca con la parte laterale del casco e non è comodissimo: ci sono situazioni così?

Che dire: si prende quel che passa il convento! E poi in certi team non hai mai un solo casco e un solo occhiale a disposizione. Alla fine il giusto mix lo trovi.

E invece che differenze ci sono dal punto di vista dell’ambiente?

Quando sali di livello è più facile trovarsi bene. E’ un altro mondo. Sono loro che ti chiedono se hai bisogno di qualcosa. E non il contrario. Sei seguito costantemente. Ricordo che c’era sempre il medico al seguito, per esempio. Poi tutto è più professionale. Ti arriva un documento Pdf sul quale c’è tutto il programma della giornata. In questa tabella c’è l’orario di tutto: dalla colazione alla corsa.

E a livello di alimentazione: differenze?

Diciamo che tutto è gestito meglio. Soprattutto quando vai all’estero la pasta non manca mai, la portano loro e sei sicuro di mangiare bene. Anche a colazione hanno dietro dei grandi contenitori con dentro i cibi per la colazione appunto e quando arrivi trovi già tutto apparecchiato.

Come ci si relaziona con gli altri? Si trova subito il feeling?

Non è facilissimo, perché già ti conosci poco, arrivi in un gruppo e sei quello nuovo. In più c’è spesso il problema della lingua che non agevola le conversazioni. Io non ho problemi con l’inglese. In Gazprom per esempio in radio tutto veniva detto in russo e in italiano.