Da UltraCOOL Tech ecco Glacier Towel, per un refrigerio al top

08.07.2025
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E’ un gesto semplice, ma può fare la differenza. Prima o dopo una gara sotto il sole, abbassare rapidamente la temperatura corporea è fondamentale per il recupero e la prestazione, specialmente in questo periodo dell’anno. La salvietta Glacier Towel di UltraCOOL Tech nasce per questo: una soluzione tecnica, efficace e portatile, pensata per offrire un sollievo immediato e prolungato (in apertura foto UltraCool Tech).

Bastano acqua e pochi secondi per attivare Glacier Towel. Non servono ghiaccio, sostanze chimiche o freezer: solo un movimento, ed entra in azione. E abbiamo visto quanto sia importante per i professionisti ridurre la temperatura corporea. Un prodotto davvero innovativo. Al tatto, magari il paragone non sarà il top (perdonateci!), somiglia molto agli “asciugatutto” che di solito si utilizzano in cucina, ma chiaramente la tecnologia è ben diversa.

Si chiama Glacier Towel questa particolare salvietta di UltraCool Tech
Si chiama Glacier Towel questa particolare salvietta di UltraCool Tech

Come funziona UltraCOOL

La salvietta refrigerante UltraCOOL Tech Glacier Towel sfrutta una struttura in polivinile studiata per attivarsi al contatto con l’acqua. Basta estrarlo dal contenitore, già lievemente umido, e agitarlo per cinque secondi. Il principio di evaporazione permette di abbassare la temperatura percepita, creando una sensazione di freschezza che può durare per ore. Anche quando non si avverte più il freddo diretto, il telo continua a lavorare: è sufficiente agitarlo di nuovo per riattivarlo. Non contiene sostanze chimiche, è antiallergico, biodegradabile e sicuro per tutti i tipi di pelle.

L’aspetto tecnico è solo uno degli elementi di forza: Glacier Towel è pensata per ciclisti, runner, triatleti e chiunque pratichi sport all’aperto, offrendo un modo intelligente per gestire il calore senza ricorrere a soluzioni complicate o ingombranti. Il contenitore riutilizzabile in dotazione permette di trasportarlo facilmente nello zaino o nella borsa da gara.

Come si usa

Glacier Towel UltraCOOL Tech si presta a molteplici usi nel mondo dello sport. Nella fase di pre-raffreddamento, può essere applicato su nuca, collo, polsi o avambracci per abbassare la temperatura corporea prima dello sforzo. In allenamento, può accompagnare una pausa sotto il sole, soprattutto nelle giornate più torride. E nel post-gara è ideale per favorire un raffreddamento graduale, evitando picchi termici eccessivi. I vantaggi? Praticità assoluta: non serve ghiaccio, non servono freezer, solo acqua e cinque secondi per entrare in azione. Grazie alla sua struttura leggera e compatta, Glacier Towel può essere arrotolato su se stesso e riposto nel contenitore dopo l’uso.

Non unge, non lascia residui sulla pelle, non bagna gli indumenti. Anche nel ciclismo, dove la gestione termica è sempre più centrale, rappresenta una risorsa semplice ma di grande efficacia. In ammiraglia, ai rifornimenti, al termine delle cronometro, in pista (qui si usa moltissimo): ogni situazione può trarre beneficio da uno strumento così immediato.

Lo spessore del Glacier Towel è davvero sottile
Lo spessore del Glacier Towel è davvero sottile

In Italia anche con Fina Bike

Glacier Towel, salvietta glaciale (questa potrebbe essere la sua traduzione), nasce dalla ricerca della statunitense Ultra Cool Tech, azienda specializzata in soluzioni termoregolatrici per lo sport e l’outdoor.

Il prodotto viene commercializzato a livello internazionale e ha trovato spazio anche nel Sud Italia, dove è distribuito da Fina Bike, realtà attiva nella fornitura di accessori e prodotti tecnici per ciclisti e negozi specializzati. Il prezzo indicativo dell’asciugamano è di 25 euro euro, variabile in base al punto vendita e alle promozioni in corso. Una cifra contenuta, soprattutto se rapportata alla durata e alla possibilità di riutilizzo continuo: il telo, infatti, non perde efficacia con il tempo, e può essere impiegato anche per mesi, semplicemente seguendo le istruzioni di base.

L’approccio ecologico è un altro valore aggiunto: niente batterie, niente materiali usa e getta, solo una tecnologia passiva e sostenibile. In un ciclismo sempre più attento alla performance ma anche alla logistica e al recupero, Glacier Towel UltraCOOL introduce una piccola ma intelligente innovazione.

Fina Bike

Lidl-Trek, Enervit e il puzzle del recupero dopo il traguardo

26.05.2025
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Parola d’ordine recupero, specie in un Grande Giro. Fino alla noia preparatori, commentatori tecnici, medici… ci ripetono che il vero uomo da corse a tappe si vede dalla sua capacità di recupero, sia sul momento che nell’arco delle settimane. E un buon recupero, oggi più che mai, parte dall’integrazione post gara. Un’integrazione però che a sua volta parte in gara. Per saperne di più siamo andati in casa Lidl-Trek, dove ci si affida ad una storica azienda italiana d’integratori: Enervit (in apertura foto Twila Federica Muzzi).

Ne abbiamo parlato con Jolien Vandemoortele, una delle sport dietist, della squadra diretta da Luca Guercilena. A quanto pare loro il recupero lo stanno gestendo alla grande visto che hanno vinto oltre un terzo delle tappe disputate sin qui!

Vandemoortele indica subito i prodotti maggiormente coinvolti nel protocollo di recupero: «Questi sono: il Magic Cherry, il Recovery Drink (carboidrati e proteine), il nuovoPost Workout con BLG-100 (Beta-Lactoglobulina). E non vanno dimenticate gel e barrette che si usano durante la corsa. Il quadro si completa con barrette proteiche e alimenti veri, gestiti dal team di cuochi a seconda dei fabbisogni individuali e dei programmi del giorno successivo. Ma tutto parte da lì: dal Magic Cherry e da una strategia ben chiara».

Il brand lombardo propone ai suoi team, tra cui la Lidl-Trek, una vasta gamma di prodotti (foto Instagram)
Il brand lombardo propone ai suoi team, tra cui la Lidl-Trek, una vasta gamma di prodotti (foto Instagram)

Il supporto di Enervit

Particolare attenzione viene data al Magic Cherry, una delle novità più interessanti tra le proposte Enervit: è una bevanda naturale concentrata, ricca di antiossidanti e componenti antinfiammatori, fondamentale per abbattere i danni muscolari e favorire il recupero dopo gli sforzi estremi. .

Il Recovery Drink, è un prodotto sviluppato ad hoc per il team, con un equilibrio mirato di carboidrati e proteine per rifornire le scorte di glicogeno e riparare il tessuto muscolare. In alternativa, si usa anche una versione senza carboidrati, più leggera, pensata per chi non ha speso energie in modo importante. In alcune tappe entra in scena anche il nuovo Post Workout con BLG-100, che offre una proteina ad alta biodisponibilità, particolarmente efficace nel promuovere la sintesi muscolare in fase di recupero.

Su questi tre prodotti si basa principalmente la strategia di recupero degli atleti della Lidl-Trek. Vediamo come vengono impiegati.

Un buon recupero parte da una buona alimentazione in corsa
Un buon recupero parte da una buona alimentazione in corsa
Jolien, voi in Lidl-Trek usate prodotti Enervit: quali sono coinvolti nel recupero?

Anche per il recupero noi usiamo la gamma di prodotti Enervit. Si parte sempre con il Magic Cherry alla fine della corsa, poi arriva immediatamente uno shake di recupero. Usiamo tre tipi di shake: uno proteico senza carboidrati, uno specifico per il team con una combinazione di carboidrati e proteine, e poi il nuovo shake con Beta-Lactoglobulina, un prodotto molto interessante che Enervit ha appena lanciato sul mercato. Infine abbiamo sempre barrette proteiche nel bus, che a volte usiamo durante il trasferimento verso l’hotel.

Come vengono utilizzati nel post gara?

Questi prodotti sono usati subito dopo la corsa. Il Magic Cherry è il primo: viene dato immediatamente dopo il traguardo. Il massaggiatore che va all’arrivo ha anche gli shake già pronti: prima il Magic Cherry, poi una bevanda in polvere ricostituita con acqua, infine lo shake di recupero.

Le quantità sono uguali per tutti?

Dipende molto dalla tappa: quanto è stata dura, qual era il ruolo del corridore quel giorno, se ha dovuto lavorare tanto o se è rimasto protetto. E poi dipende anche dalla tappa successiva: se è un giorno di riposo o una frazione particolarmente impegnativa, o anche da quanto è lungo e faticoso il trasferimento.

La confezione del Magic Cherry: spesso è disciolto nelle bottigliette che i massaggiatori distribuiscono già sul traguardo (si nota nella foto di apertura)
La confezione del Magic Cherry: spesso è disciolto nelle bottigliette che i massaggiatori distribuiscono già sul traguardo (si nota nella foto di apertura)
Incide anche il peso del ciclista?

Il peso dell’atleta gioca un ruolo, soprattutto nei pasti veri e propri, cioè nel pasto di recupero. Lì adattiamo la quantità di carboidrati e proteine a seconda della massa corporea. Ma nella fase di recupero immediato con gli integratori no, le dosi sono abbastanza standardizzate, salvo casi particolari.

Quanto è importante il Magic Cherry in questo caso? Spesso vediamo queste bottigliette contenenti il liquido viola…

E’ diventato fondamentale. Non solo per noi, ma per molte squadre WorldTour. E’ difficile oggi vedere una zona arrivo senza “cherry juice”: è la prima cosa che diamo agli atleti appena tagliano il traguardo…

Perché è dunque così importante?

Perché ha un forte effetto antiossidante e antinfiammatorio: aiuta a ridurre il danno muscolare, il dolore e accelera i tempi di recupero. Inoltre è gradevole al gusto: quello di Enervit non ha zuccheri aggiunti, è dolce al punto giusto e molto più piacevole da bere dopo ore passate a ingerire carboidrati e alimenti dolci.

Anche i carboidrati giocano un ruolo nel recupero post gara (foto Facebook – Enervit)
Anche i carboidrati giocano un ruolo nel recupero post gara (foto Facebook – Enervit)
Chiaro…

Un altro aspetto importante è che migliora l’idratazione: essendo un liquido contribuisce a reintegrare i liquidi persi. Sono tutti aspetti che hanno un’influenza diretta sul recupero e che ci aiutano molto a gestire la sequenza di tappe in un grande Giro.

Un recupero molto capillare, insomma…

Un recupero dove entrano in gioco diversi elementi: gli shake, le barrette, i pasti preparati dai cuochi e la collaborazione stretta con Enervit. Tutto si incastra come in un puzzle. E’ molto utile avere Enervit come partner perché ci fornisce tutto ciò di cui abbiamo bisogno per curare al massimo questo processo.

Enervit Magic Cherry, l’estratto di amarena che aiuta il recupero

10.04.2025
3 min
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Cos’è quella bevanda rossa che i pro bevono subito dopo aver tagliato il traguardo? Del Cherry Juice avevamo già parlato lo scorso anno dopo averla osservata da vicino al Giro d’Italia e ora è arrivata sul mercato anche la proposta di Enervit: si chiama Magic Cherry ed è un integratore post attività.

La formula di Magic Cherry è studiata per massimizzare il recupero, è a base di estratto amarena titolato in polifenoli. Non contiene zucchero ed edulcoranti, contiene vitamina E ed è un potente antiossidante. Vediamolo nel dettaglio.

L’integrazione e la supplementazione, sempre più specifiche e per diverse esigenze (foto Enervit)
L’integrazione e la supplementazione, sempre più specifiche e per diverse esigenze (foto Enervit)

L’allenamento e il recupero

In diverse occasioni si è detto e scritto che il recupero ed il riposo sono dei tasselli fondamentali, soprattutto per chi si allena intensamente ed in maniera specifica. Il training intenso è fonte di stress per l’organismo e la fase di adattamento post sforzo è particolarmente importante per finalizzare l’allenamento stesso.

Qui entra in gioco la scienza Enervit, perché oltre ai carboidrati e alle proteine, l’atleta necessita di supporto per contrastare l’azione dei radicali liberi prodotti durante l’allenamento e quando si spinge ad intensità molto alte. Enervit Magic Cherry è stato sviluppato con il contributo dei Team UAE Team Emirates-XRG e Lidl-Trek.

La bevanda rossa nel post gara, tra i simboli dell’integrazione moderna (foto Team UAE Team Emirates-XRG)
La bevanda rossa nel post gara, tra i simboli dell’integrazione moderna (foto Team UAE Team Emirates-XRG)

Come funziona Magic Cherry?

E‘ specifico per il post attività ed è da assumere nell’immediato post training e subito dopo la competizione. Magic Cherry si presenta in busta (9 grammi) da sciogliere in 200/500 millilitri di acqua (in 500 ml si possono sciogliere anche due bustine, ovvero la dose massima consigliata). Ha un bassissimo contenuto di calorie, meno di 1,5 per busta, al contrario ha un altissimo contenuto di polifenoli e vitamina E. Quest’ultima in particolare è una delle protagoniste nelle fasi di protezione delle cellule dallo stress ossidativo.

Non in ultima, è da considerare la gratificazione al palato, possibile grazie all’elevata qualità di ogni singolo elemento ed al gusto naturale, rinfrescante dell’estratto di amarena Tart Cherry.

La confezione del nuovo Magic Cherry
La confezione del nuovo Magic Cherry

In conclusione

Enervit Magic Cherry non sostituisce gli integratori di proteine, carboidrati ed aminoacidi, ma è una sorta di completamento e si integra con questi. Permette di ottimizzare i tempi di recupero e ridurre l’affaticamento muscolare, oltre a fare parte di quella supplementazione continua che viene fatta anche giorni (5/7) prima della gara o di un evento particolarmente importante.

Enervit

EAA-Essenziali, gli amminoacidi solubili per tutti i giorni

12.03.2025
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EthicSport, il brand italiano specializzato nella nutrizione sportiva, ha nel suo catalogo EAA-Essenziali, un integratore in polvere basato sugli amminoacidi essenziali. Inoltre è arricchito con glutammina, zinco e vitamina B6, per un prodotto che è l’ideale per supportare la sintesi proteica, il recupero muscolare e contrastare l’affaticamento.

Questo integratore a base di amminoacidi aiuta il recupero muscolare e combatte l’affaticamento
Questo integratore a base di amminoacidi aiuta il recupero muscolare e combatte l’affaticamento

L’importanza degli amminoacidi essenziali

Gli amminoacidi essenziali (EAA) sono gli elementi fondamentali delle proteine e giocano quindi un ruolo cruciale nel mantenimento della massa muscolare, nel recupero e dunque nell’ottimizzazione della performance atletica. Sono tanto più importanti se si considera che non possono essere prodotti autonomamente dall’organismo, ma devono essere assunti con l’alimentazione.

Oppure attraverso un’integrazione mirata, come quella garantita da EAA-Essenziali. Una corretta gestione degli amminoacidi essenziali durante l’attività fisica previene il catabolismo muscolare e quindi l’affaticamento, supporta la crescita e il recupero muscolare, favorisce la sintesi proteica e la riparazione dei tessuti.

Gli amminoacidi essenziali sono gli elementi fondamentali delle proteine, dunque indispensabili per il mantenimento dei muscoli
Gli amminoacidi essenziali sono gli elementi fondamentali delle proteine, dunque indispensabili per il mantenimento dei muscoli

Non solo amminoacidi

La formula di EAA Essenziali di EthicSport è stata studiata appositamente per ottimizzare i processi metabolici degli sportivi, anche grazie ad altri ingredienti che ne supportano e migliorano l’effetto. Oltre agli amminoacidi essenziali infatti il prodotto è arricchito con la Glutammina, che favorisce il recupero muscolare e il supporto immunitario, con lo Zinco, che contribuisce alla normale sintesi proteica e al metabolismo energetico e con la Vitamina B6, che aiuta a ridurre stanchezza e affaticamento.

In più la formula di EAA Essenziali è priva di carboidrati, cioè ideale per venire incontro a chi segue regimi alimentari specifici o, semplicemente, per chi desidera un’integrazione in purezza.

Oltre agli amminoacidi la formula è arricchita con altri elementi, come Glutammina, Zinco e Vitamina B6
Oltre agli amminoacidi la formula è arricchita con altri elementi, come Glutammina, Zinco e Vitamina B6

Utilizzo, confezione e prezzo

EAA Essenziali è in formula solubile al gusto di limone, pratico da assumere in ogni momento della giornata. Da EthicSport fanno sapere che può essere utilizzato in diverse situazioni: prima dell’allenamento per prevenire la degradazione muscolare, durante lo sforzo per migliorare la resistenza, oppure dopo l’attività fisica per ottimizzare il recupero.

Si assume sciogliendo 2/3 di misurino in circa 200-250 ml di acqua, in base alle esigenze individuali. L’integratore è presentato in una confezione da 300 grammi, per circa 75 porzioni, al prezzo suggerito al pubblico di 34,90 euro.

EthicSport

Il rapporto tra peso e recupero: a lezione da Piepoli

16.01.2025
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Dalla nostra recente intervista a Davide Formolo il veneto ci aveva detto di essere alla ricerca del giusto equilibrio tra fisico e mente. La ricerca esasperata di un peso sempre minore non porta sempre i frutti desiderati. Anzi, spesso ci si trova in difficoltà proprio perché manca un qualcosa per arrivare al massimo delle prestazioni. Formolo ha sottolineato anche che arrivare al giusto peso consente di trovare il giusto equilibrio tra performance e ciò che serve per stare bene.

Anche per recuperare al meglio tra una corsa e l’altra è meglio tenere sotto controllo il peso ma senza esagerare. Come si integrano tutti questi discorsi nella preparazione e all’interno di una stagione? Ne abbiamo parlato con Leonardo Piepoli, preparatore di Formolo al Team Movistar

«Ad oggi – dice Piepoli – ci sono varie teorie che dicono cose differenti. Più che sul peso negli ultimi anni ci si concentra sulla qualità dell’alimentazione. Per tanti anni nel ciclismo il peso veniva considerato come una cosa a sé, mentre ora è stato inserito in una discussione più ampia che riguarda l’alimentazione. Tempo fa si facevano delle cose quasi barbare per dimagrire, come un’alimentazione super controllata».

Leonardo Piepoli fa parte dello staff dei preparatori del team spagnolo (foto Movistar)
Leonardo Piepoli fa parte dello staff dei preparatori del team spagnolo (foto Movistar)

Alimentazione moderna

Grazie all’arrivo dei nutrizionisti l’alimentazione nello sport ha subito un’impennata positiva, non si guarda più all’estremo ma alla ricerca della giusta compensazione.

«Ora nelle diete dei corridori – continua Piepoli – si guarda all’apporto dei macronutrienti, che devono dare il giusto supporto all’attività sportiva e all’allenamento. Poi i ciclisti fanno sempre la loro parte, c’è a chi basta allenarsi con maggiore frequenza per tornare al giusto peso corporeo, mentre altri devono andare in deficit calorico. Anche se, la discussione principale è sui giovani. Sicuramente con il cambio di metodo che c’è stato negli ultimi anni sono abituati a un maggiore sacrificio. Sono più professionisti dei loro colleghi più grandi alla loro età. I ragazzi arrivano già con la mentalità di pesare il cibo».

Sulle salite secche un peso più contenuto fa la differenza, ma nell’arco di una gara si guarda all’endurance
Sulle salite secche un peso più contenuto fa la differenza, ma nell’arco di una gara si guarda all’endurance
Ora avviene prima il passo verso l’alimentazione o verso la preparazione?

L’alimentazione è l’ultima cosa che si fa, non per importanza ma per un discorso di guadagno marginale. E’ più probabile che un atleta giovane non curi ancora l’aspetto nutrizionale ma che si alleni al meglio. Fino a quando questo permette di avere i risultati si può ancora evitare di perfezionare l’alimentazione. Lo si fa nel momento in cui se ne ha bisogno per fare il salto di qualità.

Formolo ha detto che il peso non sarà una sua ossessione nella prossima stagione, ma che lavorerà per stare bene e per recuperare al meglio.

Sono due aspetti che spesso coincidono ma non è detto che perseguendo l’uno che si ottiene l’altro. Il recupero si basa su fattori fisici che ci danno un valore dell’affaticamento, come può essere il battito cardiaco. Ad esempio: un corridore quando è riposato ha una frequenza cardiaca massima di 200 battiti. Quando è stanco questa si abbassa a 180 o 170 battiti. 

In un Grande Giro il corpo è destinato a stressarsi trattenendo liquidi e facendo aumentare il peso
In un Grande Giro il corpo è destinato a stressarsi trattenendo liquidi e facendo aumentare il peso
Come si mettono in relazione?

Bisogna fare le cose affinché non ci sia un crollo. Anche un corridore che mangia bene può avere una decrescita del peso, soprattutto se si parla di gare a tappe di tre settimane. Da tempo si è visto che uno sforzo prolungato e intenso causa infiammazione ai muscoli e una ritenzione idrica, che comporta un aumento del peso. Però questo stress arriva con le gare, non con gli allenamenti. E’ nel primo caso che si deve avere una maggiore attenzione. 

Una causa del ciclismo moderno?

Nessun mio collega mette più in relazione il peso alla prestazione, chiaramente nei limiti di un’alimentazione sana e di allenamenti ponderati. Però nel tempo si è visto come un atleta troppo magro non sia in grado di fare prestazioni ottime nell’endurance. Lo stesso atleta con qualche chilo in più ha prestazioni inferiori sulla salita secca, ma se consideriamo una tappa di montagna al Giro le sue prestazioni nel complesso saranno migliori. 

L’alimentazione negli ultimi anni è cambiata molto, ora è fondamentale reintegrare dopo ogni tappa
L’alimentazione negli ultimi anni è cambiata molto, ora è fondamentale reintegrare dopo ogni tappa
Si tratta di un lavoro condiviso tra preparatore e nutrizionista…

Le squadre hanno diviso totalmente questi aspetti, però la comunicazione e il lavoro vanno di pari passo. Il preparatore traccia una linea e dice: «L’atleta lavora al meglio con questo peso». Di conseguenza il nutrizionista farà in modo di dare una dieta bilanciata affinché il corridore mantenga il peso indicato. 

In che modo lo si fa?

Grazie alle piattaforme moderne di allenamento il preparatore può vedere dove il corridore è arrivato al massimo delle sue possibilità. Poi il peso oscilla durante tutto l’anno, a seconda del periodo e delle gare che l’atleta è chiamato a fare. 

Agli inizi della carriera Formolo era considerato un corridore da corse a tappe, questo lo portava a limare sul peso
Agli inizi della carriera Formolo era considerato un corridore da corse a tappe, questo lo portava a limare sul peso
Un esempio?

All’inizio della carriera Formolo nei Grandi Giri era partito come uomo di classifica, chiaro che in quel caso il rapporto tra peso e potenza contava molto di più. Non va dimenticato, come detto prima, che arrivava anche da una cultura differente. Ora che non corre il Giro da top, ma in appoggio, questo gli permette di gestirsi durante le tre settimane. 

Una cosa che riguarda tutti è la non estremizzazione del peso. 

Certo. A livello di prestazioni lo abbiamo detto, ma è anche una cosa che inficia il recupero. Se un corridore ha un peso e un’alimentazione proporzionati allo sforzo che deve fare i muscoli avranno il giusto apporto calorico e reintregreranno meglio la fatica. Così da non uscire dalle gare sfiniti ed essere pronti in breve tempo per altri sforzi. 

Stagione alle spalle: il riposo invernale (e quello estivo)

17.10.2024
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Ancora un paio di gare poi si potrà davvero dire che anche questa stagione è finita. E come di consueto, al termine di un’annata scatta il periodo del riposo. Riposo che però non è più come un tempo e che va ben distinto da quello (o quelli) nel corso dell’anno.

Il riposo è parte integrante della preparazione, pertanto ci siamo rivolti ad un esperto per parlarne. Stavolta abbiamo bussato alla porta di Paolo Artuso, uno dei coach della Red Bull-Bora Hansgrohe (in apertura foto @friesooooo).

Artuso è approdato alla Bora-Hansgrohe la scorsa stagione
Artuso è approdato alla Bora-Hansgrohe la scorsa stagione
Paolo, parlaci della differenza tra il riposo di fine stagione e quello durante l’anno.

I due tipi di riposo sono differenti non solamente per la durata. A metà stagione puoi fare 7-8 giorni di riposo tra prima parte e seconda parte, mentre fra una stagione e l’altra puoi fare tre settimane. C’è chi preferisce andare più vicino al mese e chi preferisce fare leggermente meno. Io di solito consiglio le tre settimane.

Una via di mezzo, nella quale si è certi di recuperare…

Ed è anche uno dei motivi per cui dico sempre ai corridori di tenere duro fino a metà ottobre anche se hanno finito di correre prima.

“Cosa si va a riposare” in quelle tre settimane e in quei 6-8 giorni?

In base alla lunghezza del periodo di riposo ci sono differenti risposte. Più la pausa è corta e meno va ad inficiare la forma fisica. Se sto fermo una settimana, si è solo un po’ meno brillanti. Il cuore è un po’ meno efficiente. Dopo i sette giorni invece c’è un cambiamento metabolico. I muscoli iniziano a diventare meno efficienti e consumano di più. Consumano soprattutto il glucosio, si “disallenano”. Ciò significa che nel caso si dovesse riprendere immediatamente forte si avrebbe meno benzina da sfruttare.

Secondo Artuso il corridore dovrebbe arrivare almeno alla seconda metà di ottobre e non mollare troppo a lungo
Secondo Artuso il corridore dovrebbe arrivare almeno alla seconda metà di ottobre e non mollare troppo a lungo
Al cuore cosa succede? E cosa significa meno efficiente?

Anche il cuore è un muscolo, pertanto diventa meno efficiente anche questo. La differenza è che per gli stessi sforzi deve pompare più velocemente perché è un po’ meno forte di prima. Questo è quello che succede in una settimana circa, il break di metà stagione. Ma si fa presto a ripristinare il tutto.

Mentre dopo le tre settimane?

Dopo tre settimane, oltre ad ampliarsi questo effetto di minor efficienza, iniziano a diminuire anche la capillarizzazione muscolare, la vascolarizzazione. Di conseguenza va a diminuire il massimo consumo di ossigeno. Si perde un po’ la solida base aerobica. Il muscolo s’impigrisce.

Una volta, Paolo, si diceva di fare le analisi a fine stagione e poi dopo il riposo per vedere come erano state ripristinate le scorte. E’ così? E soprattutto, cosa significa rimpinguare le scorte?

Significa riempire l’omeostasi, cioè il bilanciamento generale dei valori (ferro, emoglobina, vitamine…). Ma questo valeva prima, adesso i corridori hanno un’alimentazione talmente precisa e associata alla preparazione che non sono mai in deficit. Se c’è un deficit è perché c’è qualcosa che non va. Non so un virus, dei problemi familiari. Piuttosto per il recupero c’è anche un’altra cosa da non sottovalutare.

Quale?

La parte psicologica. Gli atleti arrivano a questo periodo dell’anno che sono stanchi morti, che hanno bisogno di staccare. Di pensare ad altro. La freschezza mentale conta moltissimo.

Tra Tour e Quebec c’erano 43 giorni. Così Pogacar ha ricaricato le batterie, prima del finale di stagione (foto Instagram)
Tra Tour e Quebec c’erano 43 giorni. Così Pogacar ha ricaricato le batterie, prima del finale di stagione (foto Instagram)
Ed è quantificabile il recupero mentale?

Direi di no. Poi molto dipende dalla stagione che hai fatto e come è andata: due grandi Giri o uno? Ottanta giorni di corsa o 30? Una buona stagione o una stagione travagliata? Ai miei ragazzi dico di ritornare avendo voglia di fare, di pedalare.

Prendiamo un corridore a caso: Pogacar! Tra la fine del Tour e la successiva gara, il Gp Quebec, è stato lontano dalle gare per 43 giorni. Tadej ha detto di essersi riposato per arrivare fresco e con voglia al finale di stagione. Cosa ne pensi? E quello stacco è diverso da quello che farà in questi giorni?

Fondamentalmente quando ti alleni riesci a controllare il carico di lavoro: fai quello di cui hai bisogno. In gara no. In gara dipende da mille fattori esterni: caldo, freddo, pioggia, ritmi imposti, salite fatte a blocco… Insomma non sei tu che decidi. Probabilmente dopo la fine del Tour, Pogacar ha preso la sua pausa di una settimana, dieci giorni al massimo, e poi ha ripreso ad allenarsi appunto come voleva e secondo le sue esigenze del momento. Ricordate quello che dicevamo tempo fa?

Ripetiamolo…

Quando fai tante gare vai anche a regredire su determinati aspetti, mi riferisco alla densità mitocondriale. Quando vai per lungo tempo ad una acidosi elevata, cosa che succede solamente in gara, vai ad “ammazzare” a livello numerico i mitocondri che produci allenandoti. Pogacar ha gestito bene questa fase. Al contrario, parlo in generale, durante il riposo invernale bisogna stare attenti a non eccedere…

Almeida in questi giorni è in vacanza alle Canarie: relax e qualche concessione gustosa (foto Instagram)
Almeida in questi giorni è in vacanza alle Canarie: relax e qualche concessione gustosa (foto Instagram)
Perché poi quei mitocondri li devi “rifare da capo”?

Ci sono i corridori che dicono: “Voglio fare un mese di riposo”. Okay, però in un mese tutti quei cambiamenti che s’innescano (consumo di ossigeno, capillarizzazione, efficienza cardiaca, consumo del glucosio, aumento del peso…), te li ritrovi in uno stato più avanzato e oggi non te lo puoi più permettere. Alla prima corsa devi essere pronto, altrimenti è solo un rincorrere. Se si sta troppo fermi, i muscoli che di solito sono abituati a utilizzare anche i grassi come energia, perdono questa attitudine. Altra cosa: si perde tono muscolare. Pertanto un mese potrebbe essere troppo, al giorno d’oggi.

In queste tre settimane, Paolo, tu sei dell’idea che sia meglio il riposo totale, oppure che bisogna fare delle attività alternative?

Lascio piena libertà ai ragazzi, purché non si affatichino troppo. Vogliono andare a giocare a pallone? Bene, ma senza esagerare e possibilmente senza rompersi una gamba! Chiaramente nello stacco durante la stagione, non si fa niente di tutto ciò. Quello è riposo e basta. Piuttosto nel periodo di stacco a fine stagione, consiglio agli atleti di sfruttare lo stop per sistemare quelle piccole cose che nel corso dell’anno diventerebbero dei problemi. Non so, un controllo dal dentista, il setto nasale, una visita specifica…

Nelle tre settimane di stacco invernale lasci abbastanza libertà, ma nella pausa di mezza stagione, quella di 6-8 giorni, si molla proprio del tutto? Parliamo anche dal punto di vista alimentare…

No, non si molla del tutto. Se vuoi farti due cene va bene, ma basta così. Già mettere su un chilo e mezzo non è poco in piena stagione. Pensiamo poi che oggi gli atleti mangiano più e meglio che in passato e che certi atteggiamenti di rilassamento totale sono meno necessari di un tempo, quando c’erano restrizioni importanti e sbagliate anche dal punto di vista scientifico. In tal senso il ciclismo è cambiato, per fortuna.

Il recupero secondo EthicSport: ecco i prodotti consigliati

08.10.2024
4 min
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Tra le diverse fasi dell’allenamento il recupero è quella che viene meno considerata, anche se gioca un parte molto importante ai fini della prestazione sportiva. Riuscire a immagazzinare le energie tra un allenamento e l’altro ci permette di progredire e migliorare con costanza. I muscoli dopo una sessione intensa di lavoro si riparano, crescono e si preparano agli sforzi successivi.

Avere le giuste pause tra un allenamento e l’altro permette di abbassare notevolmente il rischio di infortuni. Negli anni sono nate e sono state perfezionate tante tecniche fisioterapiche: la crioterapia e i massaggi tra tutti. La prima riduce l’infiammazione e il dolore muscolare, mentre il massaggio sportivo migliora la circolazione sanguigna. Aiutando il fisico a eliminare i metaboliti da esercizio e giocando un ruolo importante nella rigenerazione muscolare.

Recupero Extreme è un’integratore da sciogliere nell’acqua e consumare dopo l’allenamento
Recupero Extreme è un’integratore da sciogliere nell’acqua e consumare dopo l’allenamento

Recupero Extreme

Tanto però passa dall’integrazione, EthicSport offre diversi prodotti per il recupero. Uno di questi è Recupero Extreme, il quale aiuta a ripristinare fin da subito le riserve di glicogeno e riparare i tessuti muscolari. E’ composto da una base di carboidrati amminoacidi e altri nutrienti attivi. L’allenamento ad alta intensità porta stress al nostro corpo, aumentando i livelli di cortisolo. All’interno di Recupero Extreme sono contenuti dei nutrienti che aiutano il recupero grazie alle vitamine del gruppo B e di elettroliti. Una dose di 50 grammi sciolta in 250 millilitri d’acqua apporta 36 grammi di carboidrati, 300 milligrammi di potassio e di calcio.

Il consumo è consigliato in un arco di tempo massimo di due ore dopo l’allenamento. Il Recupero Extreme è venduto in scatole da 16 bustine monodose o in un barattolo da 400 grammi.

Proteine

EthicSport ha pensato anche alla seconda parte del recupero, ovvero il reintegro delle proteine. Questo avviene tramite due prodotti che utilizzano entrambi le proteine del siero del latte: HTP e XTR. Le proteine offrono un supporto nella fase di crescita e mantenimento della massa muscolare. 

Per quanto riguarda HTP offre una rapida assimilazione grazie all’esclusiva miscela di enzimi proteolitici che aiutano a digerire e assorbire al meglio le miscele proteiche concentrate. La miscela contiene un’elevata concentrazione di polipeptidi, lattoglobuline, lattoferrina e un’alta concentrazione di BCAA. EthicSport ha inserito all’interno di questo prodotto anche la vitamina B6 che contribuisce al normale metabolismo delle proteine e del glicogeno. Inoltre riducono la stanchezza e l’affaticamento. Il suo apporto in una dose di 30 grammi è di 27,18 grammi di proteine

L’altro integratore è L’XTR indicato nei casi di aumentato del fabbisogno proteico ed è specifico per chi si allena con regolarità. Il processo con il quale è realizzato è il cross flow ultra filtration e micro filtration, che permette la concentrazione di polipeptidi, lattoglobuline e lattoferrina. La formulazione dell’XTR è potenziata con AnabolicMixTM, un mix di Leucina, HMB e HICA. La concentrazione di proteine in una dose da 30 grammi è di 22,8 grammi

Entrambi i prodotti HTP e XTR sono da assumere lontani dai pasti e sciolti in 250 milligrammi d’acqua da due a un’ora prima dello sforzo e da mezz’ora dopo la fine dell’allenamento. 

I grassi insaturi contenuti nell’Omega 3 TGX aiutano a tenere controllato il livello di colesterolo
I grassi insaturi contenuti nell’Omega 3 TGX aiutano a tenere controllato il livello di colesterolo

Omega 3

All’interno del nostro organismo una parte importante nel recupero la giocano gli Omega 3, questo grazie alle loro proprietà antinfiammatorie. Accelerano i tempi e migliorano la capacità di allenarsi nuovamente in tempi brevi. Il prodotto offerto da EthicSport è l’Omega 3 TGX, che offre una fonte concentrata e purificata di acidi grassi della serie omega 3. E’ realizzato con olio di pesce concentrato standardizzato in Acido Eicosapentaenoico (EPA), Acido Docosaesaenoico (DHA), perla in gelatina alimentare, stabilizzante glicerolo, limone e Antiossidante: D-alfa-tocoferolo. 

La sostituzione nella dieta dei grassi saturi con grassi insaturi, come EPA e DHA, contribuisce al mantenimento di livelli normali di colesterolo nel sangue. Il metodo di assunzione consigliato è da 1 a 3 softgel al giorno, dopo i pasti.

EthicSport

Recover di Cetilar Nutrition, quando le proteine da sole non bastano

13.07.2024
4 min
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In questi mesi abbiamo conosciuto Cetilar Nutrition e lo abbiamo fatto soprattutto quando abbiamo parlato con i ragazzi della VF Group-Bardiani. Ogni aspetto, ogni prodotto di questo brand d’integratori è curato al massimo.

Oggi parliamo di proteine, o meglio dell’importanza della nutrizione post workout. Spesso l’assunzione di proteine per chi fa sport è legata proprio a questa fase. Ma è necessario assumere solo proteine? La risposta è no, vediamo perché.

Una corretta e totale integrazione inizia sin dalla corsa
Una corretta e totale integrazione inizia sin dalla corsa

Non solo recupero

L’alimentazione sportiva per un atleta è indispensabile per far sì che possa produrre performance ottimali. Per questo motivo la corretta nutrizione sportiva deve essere, in primo luogo, un’alimentazione equilibrata.

Spesso però essa da sola non è sufficiente a soddisfare il corretto apporto dei nutrienti, per questa ragione prevedere un’integrazione è fondamentale per supportare l’attività sportiva, soprattutto quando si tratta di sport ad alta intensità.

Nel nostro caso, l’immediato recupero, è importante consumare una combinazione di proteine e carboidrati. Le prime aiutano a riparare e ricostruire i muscoli, mentre i carboidrati aiutano a rifornire le nostre riserve energetiche, sotto forma di glicogeno, che si esauriscono durante l’esercizio fisico intenso.

Alcune opzioni di cibo post-allenamento ricche di proteine includono carne magra come pollo, tacchino, manzo. Oppure pesce, uova, latticini come yogurt greco, latte. Ma anche tofu e legumi. Per quanto riguarda i carboidrati, si può optare per alimenti come frutta, verdura, riso integrale, patate dolci (che spesso utilizzano i pro’ durante i grandi Giri), pane integrale o cereali integrali.

Idratare l’organismo in maniera adeguata dopo l’attività sportiva è fondamentale. Generalmente la regola è di reintegrare i liquidi persi bevendo acqua ed elettroliti, con un reintegro pari al 150 per cento di tutto il sudore perso.

Carne, frutti di mare, latticini, noci, semi… sono tutti alimenti con un buon contenuto di zinco
Carne, frutti di mare, latticini, noci, semi… sono tutti alimenti con un buon contenuto di zinco

L’importanza dello zinco…

Per questo motivo gli integratori di sole proteine non sono il massimo. Sarebbe più opportuno ricorrere a integratori più completi da un punto di vista formulativo, che non contengano solo proteine, ma anche altre sostanze adatte al recupero come ad esempio la Leucina e l’Idrossimetilbutirrato (HMB), utilizzati ampiamente nell’integrazione con lo scopo di massimizzare la sintesi proteica e ridurre i cosiddetti dolori muscolari post allenamento (DOMS). 

Il tutto senza dimenticare i minerali in questa post workout: zinco e ferro. Lo zinco è un minerale essenziale coinvolto in numerosi processi fisiologici nel corpo umano, compresa la sintesi proteica muscolare. La sintesi proteica è il processo attraverso il quale il corpo produce nuove proteine per il mantenimento, la riparazione e la crescita dei tessuti.

Proprio lo zinco svolge diversi ruoli chiave nella sintesi proteica, una sua (adeguata) assunzione di  è quindi essenziale per sostenere la sintesi proteica ottimale nel corpo. 

Negli alimenti lo zinco lo troviamo in: carne, frutti di mare, latticini, noci, semi e cereali integrali. 

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Appena tagliato il traguardo, specie nelle corse a tappe, scatta subito l’operazione recupero
Appena tagliato il traguardo, specie nelle corse a tappe, scatta subito l’operazione recupero

Il ruolo del ferro

Il ferro, invece, è un elemento essenziale coinvolto in diversi processi fisiologici, tra cui il trasporto dell’ossigeno nel sangue e il metabolismo energetico. Anche se il ferro non è direttamente coinvolto nella sintesi proteica come la leucina o lo zinco, è comunque cruciale per il recupero post workout per diverse ragioni.

L’organismo contiene circa 3-4 grammi totali di ferro, che vengono per lo più riciclati e distribuiti tra il circolo sanguigno e vari organi. Mentre la reintroduzione esterna, cioè quel che reintegriamo quotidianamente con l’alimentazione è molto basso: circa 1-2 milligrammi. Va da sé che non basta.

Il Recover, perfetto per il recupero post sforzo
Il Recover, perfetto per il recupero post sforzo

Recover, già bilanciato

Fatto dunque questo quadro generale, Cetilar Nutrition propone per il recupero post attività il Recover

«Il prodotto Recover della linea Cetilar Nutrition – dicono dalla casa produttrice – è un integratore alimentare a base di proteine del siero di latte isolate, carboidrati a rapido rilascio (maltodestrine e fruttosio), Leucina, HMB, ferro e zinco, particolarmente utile per il recupero muscolare dell’atleta nel post workout».

Ogni elemento del Recover è super bilanciato e in particolare lo zinco e il ferro. Questi due elementi, che abbiamo visto essere importantissimi ai fini del recupero, sono formulati con la tecnologia Sucrosomiale, un brevetto del Gruppo Pharmanutra S.p.a. Grazie a questa tecnologia i minerali sono protetti da una matrice di fosfolipidi ed esteri saccarici degli acidi grassi. Questa composizione prende il nome di Sucrosoma, il quale permette un elevato assorbimento e un’ottima tollerabilità gastrointestinale, superando i limiti legati all’integrazione convenzionale di questi minerali.

Cetilar

Quanto sono cambiati i tempi di recupero? Spiega Guardascione

26.08.2023
4 min
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Si continua a dire che per vedere il miglior Bernal bisognerà attendere il prossimo anno, che questa stagione è fondamentale per il recupero. L’incidente che ha messo fuorigioco il colombiano, all’inizio del 2022, ha conseguenze che si protraggono ancora oggi. Bernal è tornato a correre un grande Giro solamente nel 2023, con il Tour de France (nella foto di apertura alla presentazione della 20ª tappa). A poche settimane di distanza è stata annunciata la sua partecipazione alla Vuelta, altro gradino importante verso la scalata alla sua miglior condizione. 

Dopo la caduta alla Vuelta del 1994 (a destra nel fermo immagine della volata) Cipollini recuperò in tempi record
Dopo la caduta alla Vuelta del 1994 (a destra nel fermo immagine della voltata) Cipollini recuperò in tempi record

Il punto di vista medico

Carlo Guardascione, medico del team Jayco-AlUla, è uno dei nomi più noti ed importanti del gruppo. Abbiamo deciso di chiedere a lui un parere su quelle che sono le tempistiche di recupero. Ora i tempi sembrano allungarsi e non poco, si parla sempre più di “stagione di recupero”. Anche in passato era così oppure si tratta di un cambiamento portato dal ciclismo moderno?

«Bisogna fare delle distinzioni – spiega Guardascione – tra traumi singoli e politraumi. Dal punto di vista medico è meglio rompersi il femore in tre punti diversi e sottoporsi ad un’operazione, piuttosto che subire un politrauma come quello di Bernal. Un incidente come il suo allunga notevolmente i tempi di recupero, perché si subiscono diversi scompensi che poi l’atleta si porta dietro una volta tornato in bici».

Nonostante il grave infortunio, Jakobsen (che vola oltre la transenna) in meno di un anno torna a correre e a vincere
Nonostante il grave infortunio, Jakobsen (che vola oltre la transenna) in meno di un anno torna a correre e a vincere

Jakobsen ed Evenepoel

Uno degli incidenti più recenti, accaduti in corsa, che è rimasto maggiormente nella memoria dei tifosi, è quello di Jakobsen al Tour de Pologne del 2020. L’altro è la caduta di Evenepoel al Giro di Lombardia dello stesso anno. 

«Jakobsen – dice Guardascione – ha subito un trauma facciale spaventoso, ma una volta sistemato è riuscito a tornare in sella in tempi davvero brevi. Per quanto brutto e doloroso possa essere un trauma come quello di Jakobsen o dello stesso Evenepoel sono più “semplici” da far rientrare. Tant’è che entrambi, nel giro di un anno, anche qualcosa meno, sono tornati alle corse e a vincere. Nel subire un trauma come la frattura del bacino (nel caso di Evenepoel, ndr) entra in campo anche l’aspetto psicologico. Sai che per guarire da una frattura del genere hai bisogno di 5 mesi e ti dai un obiettivo in termini di tempo.

«In un caso come quello di Bernal – riprende – l’obiettivo principale era rimettere in piedi la persona prima del corridore. Non ci si è dati dei tempi di recupero, perché i traumi erano talmente tanti che non si potevano ipotizzare delle tempistiche».

Evenepoel, dopo la frattura del bacino al Lombardia, tornerà in gruppo direttamente al Giro del 2021, quasi un anno dopo
Evenepoel, dopo la frattura del bacino al Lombardia, tornerà in gruppo direttamente al Giro del 2021

Tutto estremizzato

Nel ciclismo moderno, però, è tutto estremizzato, nel bene e nel male. Le terapie di guarigione e recupero permettono di riprendersi in maniera completa. Tuttavia le prestazioni, in gara, sono talmente elevate che bisogna essere al top per pensare di essere competitivi

«Un conto è voler tornare competitivo – ci dice nuovamente Guardascione – un conto è tornare a pedalare in gruppo. Se si vuole vincere non basta essere al 95 o al 99 per cento. Nel ciclismo moderno devi essere perfetto se vuoi provare a vincere, dieci anni fa non era così. Non c’era questa estremizzazione della performance, siamo come in Formula 1. E per raggiungere la perfezione ci vuole tempo, quindi non si allungano i periodi di recupero, ma quelli per tornare competitivi. Una frattura si cura sempre in 2 mesi, ma per tornare in gruppo con l’ambizione di vincere si deve lavorare tanto. Lo si vede da anni, in gara vai solo se sei perfetto, con i numeri giusti. Non esiste che si vada alle corse con la gamba da “costruire”. Soprattutto dopo un infortunio».