Parisini 2022

Uno squillo in casa Qhubeka, ci risponde Parisini

26.03.2022
5 min
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Il Team Qhubeka è vivo e lotta insieme a noi” si sarebbe detto negli anni Settanta, quelli della contestazione. Effettivamente la formazione sudafricana con una forte componente italiana, messo (per ora) da parte il discorso WorldTour dopo i gravi problemi finanziari dello scorso anno, si sta ritagliando uno spazio nel calendario italiano. Fra prove under 23 e qualche classica come la Per Sempre Alfredo, tra i più in vista c’è il millennial Nicolò Parisini, approdato quest’anno dopo un paio di buone stagioni alla Beltrami Tsa-Tre Colli e in procinto di partecipare alla Gand-Wevelgem per under 23, sfida per squadre nazionali.

Prima di unirsi al team azzurro di Marino Amadori, il corridore di Voghera ha accettato di buon grado di raccontarci come sta andando questo primo scorcio di stagione per la sua squadra, soprattutto considerando le difficoltà vissute e le perplessità sul suo futuro.

«L’atmosfera in squadra è ottima. In tutto siamo 14 corridori, metà dei quali italiani, gli altri tutti africani. Se devo essere sincero, considerando che parliamo di una squadra continental, è un ambiente dalla professionalità persino esagerata, non manca davvero nulla».

Parisini Beltrami 2021
Parisini alla Settimana Coppi e Bartali 2021, chiusa al 68° posto. Nel 2021 non sono arrivati grandi exploit
Parisini Beltrami 2021
Parisini alla Settimana Coppi e Bartali 2021, chiusa al 68° posto. Nel 2021 non sono arrivati grandi exploit
Douglas Ryder si fa sentire?

Non lo abbiamo ancora visto, ma chiama spesso. S’interessa dei nostri risultati, ma ancor di più di come vanno le cose, degli allenamenti, se abbiamo tutto quel che serve a disposizione. Non ci mette alcuna pressione, è contento di come stiamo andando. So che sta lavorando duramente per costruire una squadra professional per il prossimo anno ed è interesse di tutti noi fare il meglio possibile per effettuare il salto.

Per ora però sono arrivati un 4° posto con Kevin Bonaldo e il tuo 19° alla Per Sempre Alfredo, dove eri a confronto anche con team WorldTour…

Dobbiamo ancora prendere bene le misure, soprattutto quando corriamo contro i team delle categorie superiori, ma lo spirito è quello giusto e sono sicuro che miglioreremo proprio perché possiamo correre senza essere pressati. Ryder ci dà il giusto sostegno, a tutti i livelli.

Parisini Firenze-Empoli 2022
Terzo gradino del podio alla Firenze-Empoli, a 35″ dal vincitore Federico Guzzo
Parisini Firenze-Empoli 2022
Terzo gradino del podio alla Firenze-Empoli, a 35″ dal vincitore Federico Guzzo
Personalmente come ti sei trovato domenica alla prova toscana?

Il risultato è stato buono, ma poteva essere anche migliore. Non sono ancora al massimo della forma, sul gran premio della montagna sono rimasto attaccato ai primi fino a 300 metri dalla vetta, poi mi sono mancate le gambe. Io però la prendo in maniera positiva, venivo dal 3° posto alla Firenze-Empoli, dal 4° al Memorial Polese di Cimadolmo e poi a ben guardare, con quell’altimetria non era proprio una gara ideale per le mie caratteristiche.

Che differenze hai trovato correndo fra i pro’?

Cambia tutta la musica… Nelle gare di categoria è vero che si parte subito a tutta, non c’è un team che prende in mano la situazione, bisogna stare sempre sul pezzo. Fra i pro’ ho visto che ci si affida molto alla gestione dei team più accreditati. Quindi nella prima parte si va abbastanza lineari, ma nel finale si corre molto più forte di quanto si va negli Under 23, la corsa alla fine risulta molto più chiusa.

Più semplice quindi?

No, non direi, perché negli ultimi 40 chilometri se non hai una gran gamba non reggi, fra gli under 23 riesci a rimanere a galla molto più facilmente.

Parisini Beltrami 2021
Tre anni di permanenza alla Beltrami Tsa-Tre Colli, utili per fare esperienza
Parisini Beltrami 2021
Tre anni di permanenza alla Beltrami Tsa-Tre Colli, utili per fare esperienza
Raccontaci qualcosa di te…

Ho iniziato su strada fra gli esordienti di 1° anno, precedentemente mi ero dedicato alla Bmx, dove ho fatto tutte le prime esperienze sin dalle categorie più piccole, quelle per bambini. Sono anche riuscito a salire sul podio europeo, da Esordiente 1° anno.

Non capita spesso di sentire un corridore italiano che viene dal Bmx, quando invece all’estero è la palestra di quasi tutti i corridori…

E’ fondamentale per me, perché acquisisci la base vera di questo sport, impari a guidare in ogni tipo di situazione. Io ad esempio non ho avuto alcuna difficoltà ad abituarmi a correre in gruppo, anche in spazi strettissimi proprio perché avevo ormai innata la capacità di guida.

Parisini 2021
Nicolò Parisini è nato a Voghera (PV) il 25 aprile 2000. Nella Bmx è stato sul podio europeo da Esordiente 1° anno
Parisini 2021
Nicolò Parisini è nato a Voghera (PV) il 25 aprile 2000. Nella Bmx è stato sul podio europeo da Esordiente 1° anno
Quali obiettivi hai ora?

Intanto voglio onorare al meglio la convocazione in maglia azzurra che per me rappresenta molto, poi farò classiche del calendario di categoria come Trofeo Piva e Belvedere che si adattano meglio alle mie caratteristiche. Seguirò il calendario delle prove internazionali fino a fine aprile, poi tracceremo una linea per fare il punto della situazione.

Parli spesso di tue caratteristiche: quali sono?

Io penso di essere un corridore da classiche del Nord. Mi piacciono i percorsi mossi, con gli strappi giusti per far nascere fughe, lì posso dire la mia. Per questo sono stato particolarmente contento della chiamata di Amadori, ora sta a me fargli vedere che ha fatto bene…

La Qhubeka continental va avanti spedita nelle mani di Nieri

26.11.2021
4 min
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Come è noto la Qhubeka-Assos non sta vivendo giorni semplici. Sul futuro della squadra WorldTour imperversano nuvoloni a dir poco neri. E più si va avanti e più il tempo stringe. E la cosa non riguarda solo la squadra WorldTour, ma anche quella continental. Almeno indirettamente, come scopriamo da Daniele Nieri, suo diesse…

E quell’indirettamente a quanto pare è fondamentale. Tutto questo è molto simile a quanto accaduto l’anno scorso di questi tempi. Con il team principale salvato in extremis e la continental che aveva delle assicurazioni in merito. Però…

Alla Coppi e Bartali Henao e Dlamini, hanno corso coi ragazzi di Nieri
Alla Coppi e Bartali Henao e Dlamini, hanno corso coi ragazzi di Nieri
Daniele, com’è la situazione della Qhubeka continental?

La squadra continental andrà avanti. Stiamo solo aspettando le sorti della WorldTour, ma per quel che riguarda il nostro futuro il general manager, Douglas Ryder, ci ha detto che si continua. Il progetto giovani prosegue. Il progetto del ciclismo africano, con sudafricani, etiopi…

Siete quindi tranquilli?

Quindi noi siamo tranquilli. Poi certo, un conto è avere la sola continental e un conto è anche la WorldTour, questo incide sulla crescita dei ragazzi.

Cioè?

Beh, hanno più possibilità di stare a contatto con i corridori più grandi, a volte starci vicino e seguire il loro ritmo, hanno soprattutto la possibilità di fare certe corse. L’anno scorso ci fu uno scambio di corridori: Henao e Dlamini da noi, Puppio da loro…

Antonio Puppio quest’anno ha fatto diverse gare con i pro’. Eccolo alla Bernocchi chiusa al sesto posto
Antonio Puppio quest’anno ha fatto diverse gare con i pro’. Eccolo alla Bernocchi chiusa al sesto posto
Se non dovesse esserci la WorldTour, la continental continuerebbe solo con i giovani o prenderebbe qualche esubero del team principale? Pensiamo a un Pozzovivo… per esempio.

No, andiamo avanti con i giovani. Non credo poi che un corridore della caratura di Pozzovivo voglia militare in una continental. Sarebbero scelte sue eventualmente e del manager. Ne dovrebbero parlare loro. WorldTour o no, noi andremo avanti per la nostra strada. L’unica cosa che cambierebbe è che non avremmo in programma gare come la Coppi e Bartali.

E in vista del 2022 la squadra è già formata?

Sì. Il team comunicherà a breve il roster completo. Non posso dire tutti i nomi ancora, ma ci saranno in tutto 10-11 atleti, cinque dei quali italiani. Sono confermati Kevin Bonaldo e Mattia Guasco e in più, per la prima volta, abbiamo preso uno juniores, Raffaele Mosca, uno scalatore umbro.

Quindi siete pronti per iniziare o già avete iniziato?

I ragazzi hanno già ripreso a pedalare nelle loro sedi. I primi di dicembre faremo qualche giorno di ritiro in Toscana almeno con gli italiani e un ragazzo etiope che non è tornato a casa. Se poi si farà la WorldTour a gennaio andremo in Spagna, presumo, con loro, altrimenti ci organizzeremo autonomamente.

Daniele Nieri, 35 anni, è uno dei tecnici più giovani in circolazione ed è già da 4 stagioni in ammiraglia con questo team
Daniele Nieri, 35 anni, è uno dei tecnici più giovani in circolazione ed è già da 4 stagioni in ammiraglia con questo team
Daniele, sei uno dei tecnici più giovani in assoluto, magari parli un linguaggio simile a quello dei ragazzi…

Il fatto di essere un diesse giovane, ho 35 anni, implica il fatto che ho tantissimo da imparare. Per fortuna quando ero il meccanico delle squadre dei pro’ ho avuto la possibilità di stare accanto e in ammiraglia con Pietro Algeri, che per me è uno dei migliori tecnici degli ultimi 40 anni e io cerco di ispirarmi a lui. Cerco di mettere in atto quello che ho visto e che mi ha insegnato.

E cosa?

I suoi modi di fare. La calma nel parlare, la tranquillità, la capacità di ascoltare per davvero i ragazzi. Per me è questo il modello di Algeri da seguire.

C’è qualcosa della scorsa stagione in cui ti “promuovi” e qualcosa in cosa in cui ti “bocci”, con tutte le virgolette del caso?

Promosso, come detto cerco di essere vicino ai ragazzi. Bocciato direi che forse ci sarebbe potuta essere una migliore gestione dei ragazzi in qualche caso. Tipo con Puppio. Con Antonio non si è creato un rapporto di fiducia al 100%… ma da entrambe le parti. Un aspetto da migliorare.

Coati, un po’ cronoman e un po’ velocista

31.03.2021
4 min
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Avere la crono nel Dna non è un qualcosa che appartiene ai giovani italiani. Sono davvero pochi coloro che ci lavorano. Tra questi c’è Luca Coati, talento della Qhubeka Continental. Un profilo alquanto particolare quello del veronese che vive a pochi passi da Zardini e Formolo. Lui oltre a cavarsela contro il tempo è anche un buon velocista.

E’ seguito a stretto giro da Daniele Nieri, uno dei diesse più apprezzati da ragazzi.

Coati (sulla destra nascosto da Mareczko) è stato quarto nella 1ª tappa della Coppi e Bartali
Coati (sulla destra nascosto da Mareczko) è stato quarto nella 1ª tappa della Coppi e Bartali
Luca, che inizio di stagione è stato?

Un buon inizio di stagione. Ho fatto una buona preparazione. Ho cambiato squadra e modo di gestirmi. E i risultati si sono subito visti, sono partito abbastanza forte.

Perché cosa è cambiato?

Vengo dalla Casillo-Petroli Firenze di Matteo Provini e lui aveva un metodo di allenare diverso, parecchio diverso rispetto a quello attuale. Adesso faccio più forza, prima più velocità. I chilometri invece sono gli stessi più o meno. Sono lavori che mi rendono tranquillo, mi fanno stare bene. Magari non si spinge forte come succedeva prima. Avevo proprio bisogno di cambiare aria. Mi si è presentata questa occasione e non ci ho pensato due volte. La Qhubeka ha molti sbocchi ed è una delle migliori squadre continental in Italia. E adesso posso dirlo: è stata la scelta giusta.

Che corridore senti di essere? A noi risulti essere una ruota veloce…

Sì, sono abbastanza veloce. Ma mi difendo bene anche a crono e infatti ho colto la mia vittoria da U23 l’anno scorso nella crono di Ponsacco. 

Hai preso il via alla Coppi e Bartali, ma anche te sei rimasto coinvolto nella “strage di Riccione”, in quella tappa vi siete ritirati in tanti, come mai? Cosa ti è successo?

Ho avuto mal di stomaco. Un dolore fortissimo e non riuscivo a spingere, anche ad andature normali. Ogni volta che c’era una variazione di ritmo, ogni strappo… mi riveniva su tutto. E’ stata una giornata no. Così in accordo con il team sono tornato a casa. Ho fatto tre giorni di riposo. E poi ho iniziato a lavorare in vista delle gare di aprile, tra cui il Gp Liberazione e una gara a cronometro. Poi penseremo al Giro U23.

Coati (21 anni) ha corso con la Casillo fino allo scorso anno, ora è con la Qhubeka continental
Coati (21 anni) ha corso con la Casillo fino allo scorso anno, ora è con la Qhubeka continental
Crono: già due volte è emerso questo termine. Come nasce il tuo interesse per questa specialità?

Nasce da juniores, quando ero all’Ausonia. Dai test e dagli allenamenti mi dicevano che ero portato per questo esercizio. E lavorandoci su… Il problema è che non ho mai avuto il materiale per lavorare bene. Non tutte le squadre hanno la possibilità di fornire le bici per tutto l’anno. Mentre nelle ultime due stagioni ho avuto la bici “fissa” appositamente per me ed ho potuto fare di più. Quest’anno ce l’avevo già a dicembre e mi sto preparando al meglio. Uno dei miei obiettivi di stagione è andare bene a crono. Anche all’italiano che, se non sbaglio, c’è il 26 giugno.

Cosa ti passa per la testa quando sei sulla bici da crono?

Beh, sono uscite corte, nelle quali solitamente faccio dei lavori. E’ difficile pensare. Però… mi immagino la corsa e mi mentalizzo sulla gara. Le crono sono prove corte e bisogna essere subito concentrati. Servono degli automatismi essenziali che devono essere messi in moto sin da subito.

La prima vittoria da G4 di Coati. Lo sprinter vincente lo ha sempre avuto
La prima vittoria da G4 di Coati. Lo sprinter vincente lo ha sempre avuto
Torniamo alla strada. Prima tappa della Coppi e Bartali: primo Mareczko, secondo Cavendish, quarto Coati. Nomi importanti…

Eh, “Kuba” lo conoscevo già, Cavendish è sempre stato il mio idolo. E’ stato un riferimento e non avrei pensato a tanto. C’è da dire però che è stata una gara anomala, molto corta e nella quale tutti avevano ancora il pieno di energie. C’è stato anche molto nervosismo e infatti c’è stata una caduta nel finale e fortunatamente ero dalla parte opposta. La volata c’è stata quasi più per prendere la posizione. Sono uscito bene dall’ultima curva ed è andata bene.

Hai paura in volata?

Paura no, ma in futuro mi servirà un po’ più di cattiveria.

A casa quando hanno visto l’ordine d’arrivo cosa ti hanno detto?

Probabilmente avevano messo il transponder sbagliato e all’inizio anziché il mio, risultava il nome di Sunderland e anch’io non capivo bene. Poi quando tutto si è sistemato e l’ho detto a casa erano felici, soprattutto mio zio Nicola Chesini, ex pro’. E’ lui che mi ha messo in bici da G4. Zio mi ha scritto subito.