Pirelli Cinturato Gravel RC: il copertone per i pro’ dello sterrato

08.07.2022
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Il gravel sta prendendo sempre più piede, dopo aver conquistato tanti amatori è diventato una disciplina amata anche dai professionisti. Nel tempo sono cresciute anche le manifestazioni dedicate ad essa e di conseguenza anche le gare. Oggi il gravel è diventato parte fondamentale per il mondo dei pedali, tanto da essere riconosciuto anche dall’UCI. Perciò Pirelli, che con i pro’ condivide lo sviluppo dei suoi prodotti, ha così perfezionato il suo copertone dedicato a questa disciplina, nasce così il Cinturato Gravel RC.

Le gare dedicate al gravel sono in aumento, ed anche i professionisti si appassionano sempre più a questa disciplina
Le gare dedicate al gravel sono in aumento, ed anche i professionisti si appassionano sempre più a questa disciplina

Tubeless ready

Quello di Pirelli è un copertone tubeless ready ideato per essere sempre più prestazionale. Cinturato Gravel RC è rivolto a ogni competizione gravel: su strada, ghiaia o terreni sconnessi. Questa nuova gomma è nata per rispondere alle esigenze dei migliori atleti della disciplina. Un’attività esigente anche dal punto di vista tecnico che richiede scorrevolezza e velocità ma anche un grip ottimale.

Il Cinturato Gravel RC sarà in mostra per la prima volta al pubblico alla fiera Eurobike di Francoforte. Il disegno del suo battistrada è particolare, con tasselli alti nella parte esterna per “aggrapparsi” al terreno, mentre nella parte centrale sono più bassi per avere una migliore scorrevolezza nei tratti lineari. Il nuovo Cinturato Gravel RC è realizzato con la ormai comprovata e performante mescola SpeedGRIP che consente di passare con tutta tranquillità dall’asfalto alla ghiaia all’off-road.

E’ stato rinforzato rispetto agli altri copertoni gravel in gamma, proprio per consentire al pneumatico di affrontare in sicurezza le prove più dure e sostenere i watt espressi anche dai professionisti del gravel.

Dettagli e misure

La sua carcassa, questa volta in nylon da 60TPI, è protetta da una “cintura”, che abbraccia la gomma nella sua interezza. Questa tecnologia, chiamata TechWALL Gravel, aggiunge uno strato di rinforzo e protezione dai tagli, senza compromettere la resistenza al rotolamento e senza incidere negativamente sulla guidabilità. Il nuovo pneumatico Cinturato Gravel RC di Pirelli è già disponibile per l’acquisto nelle misure 35-622, 40-622 e 45-622, sia in versione tradizionale nera sia in versione Classic.

Pirelli

Pirelli P Zero Race 150°: un copertoncino per festeggiare

02.06.2022
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Pirelli taglia un traguardo importante, i suoi 150 anni. Per festeggiare l’azienda milanese ha deciso di ritornare alle origini presentando P Zero Race 150°. Pirelli ha infatti iniziato la sua produzione di gomme proprio con i pneumatici da bici nel 1890.

A tutto tondo

P Zero Race 150° è un copertoncino all-round adatto sia a lunghe sessioni di allenamento sia alla competizione. E’ un prodotto leggero, dotato di grande scorrevolezza e con una tenuta di strada invidiabile. Questo è possibile anche grazie alla speciale mescola SmartEVO: una miscela ternaria di polimeri con caratteristiche di comportamento “intelligenti”. Il materiale permette un’ottima tenuta su asciutto e bagnato, unendo a tutto ciò una resistenza al rotolamento molto bassa. La carcassa in nylon da 120 TPI è protetta dalla tecnologia TechBELT Road, che migliora la resistenza alle forature senza appesantire il prodotto.

Made in Italy

Il P Zero Race 150° è totalmente fabbricato in Italia. E’ infatti prodotto nel rinnovato stabilimento Pirelli di Bollate, vicino a Milano. Offre tutte le migliori caratteristiche del P Zero Race originale, uno dei prodotti meglio riusciti della casa milanese, abbellito da un’esclusiva livrea color oro, dal logo P Lunga 150° e dal packaging dedicato, ed è disponibile nelle misure 26-622 e 28-622.

P Zero Race 150° ha debuttato sulle strade del Giro d’Italia sulle bici degli atleti della Trek-Segafredo, team WorldTour che da anni collabora con Pirelli per una crescita ed uno sviluppo costante dei propri prodotti.

Pirelli

Trek e monocorona: la Roubaix Femmes è anche questo

16.04.2022
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La maglia tricolore di Elisa Longo Borghini colora il podio e fa risuonare l’inno di Mameli al velodromo di Roubaix, ma ci sono delle curiosità tecniche che devono trovare una menzione particolare. C’è una nuova Trek ed è la nuova Domane. E poi il monocorona anteriore e qui c’è uno sdoganamento in senso assoluto. Siamo a Roubaix e abbiamo rubato qualche scatto.

La Trek sull’ammiraglia prima della partenza
La Trek sull’ammiraglia prima della partenza

Una nuova Trek Domane?

Tutto ci porta a scrivere che quella vittoriosa è l’ultima versione della Trek Domane, la bici sviluppata dal brand americano e specifica per la Paris-Roubaix. Di sicuro è stato ripreso il concetto dell’IsoSpeed posteriore, tra piantone, tubo orizzontale e foderi obliqui (con un nuovo shape), con tutta probabilità, invece, scompare il dissipatore anteriore. L’IsoSpeed coinvolge il design totale del nodo sella e del seat-post. Inoltre, il primo impatto estetico ci mostra una bici piuttosto compatta nella sezione centrale e posteriore, con una “forcella più aperta”.

Dalla piattaforma Emonda

Lo sterzo, il profilato obliquo e il design dell’orizzontale richiamano da vicino la Emonda, con quello sviluppo aero concept che accomuna l’ultima generazione delle biciclette Trek.

Ci sono le ruote Bontrager full carbon con profilo da 37 millimetri e tubeless da 30 millimetri di sezione, una scelta che trova conferme anche nell’intervista fatta qualche giorno a dietro a Mauro Adobati, meccanico del Team Trek-Segafredo. I tubeless sono Pirelli PZero Race, ma di sicuro in edizione “non ufficiale”.

Sram Red AXS con monocorona

Se la trasmissione Sram a 12 rapporti non rappresenta una novità, la vittoria di una bici con single speed anteriore lo è. Corona piena da 52 denti con guida K-Edge e pignoni posteriori con scala 10/33. C’è il power meter Quarq. Inoltre la Longo Borghini ha utilizzato i pulsanti Blips sulla piega manubrio, molto sfruttati lungo i settori di pavé.

Elisa ha utilizzato un body Santini
Elisa ha utilizzato un body Santini

Abbigliamento non banale

Elisa Longo Borghini ha utilizzato un body Santini, ben visibile nelle immagini, con le finiture delle maniche comuni a quella utilizzata per i capi specifici da cronometro. Questa è un’ulteriore conferma della ricerca del dettaglio e di una categoria, quella dell’abbigliamento tecnico, soggetta ad una evoluzione davvero importante anche in ambito femminile.

Trek e Pirelli, una partnership sempre più vincente

31.03.2022
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Il rapporto tra Trek e Pirelli si arricchisce di un nuovo importante capitolo. Da oggi i pneumatici Pirelli sono infatti disponibili presso tutta la rete nazionale dei rivenditori Trek. Stiamo parlando di pneumatici da strada, da mountain bike, da e-mountain bike e da gravel. Si tratta di una grande opportunità per entrambe le aziende. Pirelli potrà godere della rete capillare dei negozi Trek presenti in tutta Italia. Contemporaneamente i rivenditori Trek avranno l’opportunità di offrire alla propria clientela prodotti di grande qualità a partire dal nuovo P Zero Race 4s, presentato solo pochi giorni fa.

Dettaglio sui copertoni Pirelli P Zero Race TLR
Dettaglio sui copertoni Pirelli P Zero Race TLR

Un rapporto forte

Quello tra Trek e Pirelli è un rapporto giovane ma che fin da subito si è dimostrato estremamente forte. L’accordo tra le due aziende risale al 2020 e in soli due anni sono stati ottenuti risultati di grande prestigio. Tra questi va sicuramente ricordata la Parigi-Roubaix femminile che ha fatto il suo debutto lo scorso anno e che ha visto trionfare Lizzie Deignan. Nel successo dell’atleta britannica un ruolo fondamentale l’ha sicuramente svolto il mix perfetto che si è venuto a creare tra bicicletta e pneumatico.

Non va poi dimenticato il fatto che dagli stessi atleti arrivano a Pirelli feedback estremamente importanti sulla resa dei prodotti a loro in uso. Si tratta di riscontri che permettono all’azienda di lavorare costantemente al miglioramento di ogni singola copertura che verrà utilizzata non solo dal team maschile e femminile, ma soprattutto dall’utente finale. Un ruolo fondamentale potrà averlo sicuramente la rinnovata sede Pirelli di Bollate destinata ad ospitare le linee produttive dei prodotti ciclo alto gamma.

La sede produttiva di Bollate è oggetto di un processo di modernizzazione e riorganizzazione
La sede produttiva di Bollate è oggetto di un processo di modernizzazione e riorganizzazione

Partnership da Formula 1

La conferma del fatto che Pirelli e Trek credano fortemente nella loro partnership si è avuta lo scorso anno alla vigilia del Gran Premio di Formula 1 degli Stati Uniti ad Austin in Texas. Nell’occasione l’ex campione del mondo Mads Pedersen e la campionessa d’Italia Elisa Longo Borghini hanno avuto l’opportunità di effettuare un giro d’onore sul Circuit of The America, lo stesso tracciato che ha visto poi Max Verstappen trionfare su Lewis Hamilton.

Con questo gesto simbolico Trek e Pirelli hanno infatti voluto sottolineare la forza della loro partnership attraverso una chiave di lettura sempre più racing. 

Elisa Longo Borghini e Mads Pedersen in visita durante il Gran Premio di Austin
Elisa Longo Borghini e Mads Pedersen in visita durante il Gran Premio di Austin

L’occasione è però soprattutto servita per mostrare in anteprima la divisa 2022 della squadra con il logo Pirelli in posizione di rilievo sui kit ufficiali sia della formazione maschile che di quella femminile. 

Con l’accordo recentemente raggiunto la partnership tra Trek e Pirelli si arricchisce oggi di un tassello estremamente importante a tutto vantaggio dell’utente finale.

Trek

Pirelli

Pirelli P Zero Race 4S, prosegue lo sviluppo con i team pro’

18.03.2022
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Il nuovo pneumatico Pirelli P Zero Race 4S non rappresenta solo una gomma quattro stagioni all-round. Questa è la prima copertura del segmento ciclo che è prodotta completamente nel nuovo sito produttivo di Bollate, nei pressi di Milano. L’avevamo scovata su alcune biciclette del team Trek-Segafredo e ora abbiamo l’ufficialità di questo nuovo ingresso nella gamma cycling di Pirelli. L’abbiamo provato anche noi in anteprima all’evento BCA di Massa Marittima.

Pirelli e i campioni

Nulla di nuovo se scriviamo che il DNA di Pirelli è marcatamente race oriented. La vicinanza al mondo dello sport di altissimo livello è qualcosa che accomuna tutte le categorie dell’azienda lombarda, pensando alla F1 e al motorsport in genere, ma anche alla bicicletta. Il suffisso P Zero identifica in maniera precisa l’appartenenza al segmento racing.

Il supporto dei pro’ e dei meccanici dei team, fondamentale per lo sviluppo (foto Ashley Gruber)
Il supporto dei pro’ e dei meccanici dei team, fondamentale per lo sviluppo (foto Ashley Gruber)

Il sito produttivo del comprensorio milanese non fa altro che confermare il fil rouge che lega Pirelli ad una produzione tutta italiana per qualsiasi prodotto che rientra nel top di gamma, a partire dalle auto, fino ad arrivare proprio alla bicicletta. Lo pneumatico Pirelli P Zero Race 4S fa parte del segmento top level. E’ stato sviluppato in diversi passaggi e con il contributo dei team professionistici.

Le caratteristiche principali

Sono state necessarie oltre 600 specifiche differenti, prima di arrivare alla configurazione finale del Pirelli P Zero Race 4S. Una cifra enorme e un impegno altrettanto grande, che coinvolge anche il nuovo sito produttivo (dove lavorano circa 200 persone). Il 4S di questa generazione sostituisce completamente il precedente modello e non è una semplice rivisitazione.

Partendo dalla carcassa, questa è costruita grazie al tessuto TechBelt Road da 120 Tpi (fili per pollice quadrato). E’ completamente in nylon e adotta delle sovrapposizioni dedicate. Questa soluzione ha un obiettivo multiplo: essere leggera, garantire longevità e protezione, adattarsi al meglio a varie configurazioni. Questo tessuto è più flessibile dell’aramide.

Il design del battistrada è quello della famiglia Pzero

La mescola è la SmartEvo Compound, che fa rientrare questo pneumatico nel segmento race, come scritto in precedenza. Significa che abbiamo un prodotto con un alto tasso tecnico e dedicato a diverse tipologie di condizioni meteorologiche. Non è una gomma “compromesso” e non sostituisce gli altri presenti in gamma.

Sono presenti degli intagli laterali (diversi rispetto al 4S della vecchia generazione) e hanno un compito ben preciso. Al contrario di quello che pensano in molti, le scanalature non hanno il compito di far scorrere l’acqua all’esterno, ma di far lavorare maggiormente la mescola in modo che questa si scaldi in movimento. Si genera una sorta di deformazione per un’impronta maggiore della gomma e un grip migliore, anche quando le temperature sono molto basse. Proprio in queste zone e ai lati del Pirelli P Zero Race 4S, la mescola raggiunge i 2 millimetri di spessore. Volendo fare un accostamento, il modello P Zero Race tube type, ha uno spessore di 1,5.

La struttura della carcassa con la bandella centrale di protezione
La struttura della carcassa con la bandella centrale di protezione

Tubeless in arrivo

Il lancio viene fatto con il modello copertoncino e in tre sezioni: 26 e 28 millimetri (prossimamente arriverà anche il 30). Per i primi due i pesi dichiarati sono 235 e 265 grammi.

I TLR (tubeless) arriveranno tra la fine dell’estate il termine di questo anno e saranno disponibili in tre larghezze: 28, 30 e 32.

I primi feedback

Abbiamo provato la versione tube type (copertoncino) con sezione da 28, con diverse ruote e su due biciclette differenti. Un test diversificato e voluto, anche in termini di pressioni di esercizio, proprio per sfruttare la gomma con vari set-up. Quello che emerge fin dalle prime pedalate e dai primi metri è che il Pirelli P Zero Race 4S è una gomma che punta alla performance, senza mezzi termini.

Il battistrada poroso e gli intagli “flash” laterali (foto Rupert Fowler BCA)
Il battistrada poroso e gli intagli “flash” laterali (foto Rupert Fowler BCA)

E’ versatile, di più se paragonata ad Pzero Race (a parità di sezione), grazie ad una robustezza maggiore e ad un grip ottimale anche su terreni molto vicini allo sterrato. E a nostro parere non è solo una gomma da inverno.

Nelle pieghe estreme

Concettualmente potremmo categorizzarla una gomma da training, ma votata a far mantenere un feeling parallelo a quello della configurazione gara. Inoltre emerge un grip eccellente in curva, anche nelle fasi più spinte, al pari di una guidabilità, scorrevolezza e sicurezza, accostabile al P Zero Race (quest’ultimo è più scorrevole nelle condizioni di asciutto).

E poi c’è quel perfetto abbinamento tra gomma e ruota, con le larghezze dello pneumatico che rispettano le specifiche del copertoncino stesso in base al canale interno del cerchio. E non è un semplice dettaglio.

In conclusione

Per provare a fondo una copertura del genere ci vorrebbero più ore ed un lasso di tempo più lungo. Pirelli P Zero Race 4S è una gomma che tra le sue corde ha la longevità e la capacità di confrontarsi anche con delle condizioni meteorologiche impegnative, ma non per questo vuole sacrificare la resa tecnica.

Il modello P Zero Race 4S, abbiamo provato la sezione da 28
Il modello P Zero Race 4S, abbiamo provato la sezione da 28

Il nuovo pneumatico di Pirelli, sviluppato e prodotto completamente in Italia (vale la pena sottolinearlo ancora una volta) è il simbolo di un’evoluzione delle coperture e delle dimensioni della categoria. Si punta sempre più in alto, non solo durante le competizioni, ma anche nelle sedute di allenamento e nelle uscite lontano dalle gare. Si pretende la scorrevolezza e si pretende una gomma che non subisca in modo eccessivo le diverse consistenze del terreno. Viene chiesto uno pneumatico che possa affrontare in sicurezza anche una strada bianca, limitando i danni al battistrada.

Il consumatore finale, così come il corridore professionista, vuole uno pneumatico che riesce a sfruttare fino in fondo per gli allenamenti, senza il pensiero di sostituirlo dopo un migliaio di chilometri. Questo di Pirelli è una sintesi quasi perfetta.

pirelli

Pirelli avvia in Italia la produzione dei P Zero Race

17.03.2022
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Nei giorni scorsi Pirelli ha ufficializzato un’importante novità. Lo stabilimento di Bollate, una sede produttiva storica per il brand, ha avviato la produzione di pneumatici cycling. La struttura si trova a a pochi chilometri a nord di Milano ed è stata inaugurata nel 1962. Da tempo è oggetto di un processo di modernizzazione e riorganizzazione per ospitare la produzione delle linee alto di gamma di Pirelli Cycling. Grazie a questa decisione, quella di Bollate diventa così l’unica fabbrica a realizzare su scala industriale pneumatici bici Made in Italy

La sede produttiva di Bollate risale al 1962 ed è da tempo oggetto di un processo di modernizzazione e riorganizzazione
La sede di Bollate risale al 1962 ed è da tempo oggetto di modernizzazione e riorganizzazione

Il massimo della tecnologia 

Nella sede produttiva di Bollate si lavorerà alla produzione di pneumatici ad alto contenuto tecnologico. Fra questi spiccano tutti i modelli della famiglia P Zero Race, nella versione aggiornata con marchio Made in Italy. I prodotti sono già in vendita da marzo. 

La vicinanza dello stabilimento agli Headquarters Pirelli e al dipartimento R&D sarà un acceleratore dello sviluppo dei prossimi prodotti Cycling. Un ruolo attivo sarà come sempre svolto dai team professionistici con i quali Pirelli collabora. Stiamo parlando di Trek-Segafredo, UAE Team Emirates, AG2R Citroën e di squadre MTB come Wilier Triestina-Pirelli e Canyon CLLCTV-Pirelli. Si tratta di collaborazioni molto proficue i cui risultati sono destinati a ricadere in positivo su tutti gli utenti.

La sede Pirelli di Bollate diventerà l’unica fabbrica a realizzare su scala industriale pneumatici bici “Made in Italy”
La sede Pirelli di Bollate diventerà l’unica fabbrica a realizzare su scala industriale pneumatici bici “Made in Italy”

Dalle auto alle bici 

Negli ultimi anni, Pirelli ha saputo trasferire nel mondo bici l’esperienza acquisita nello sviluppo di pneumatici car Ultra High Performance. La fabbrica di Bollate rappresenta oggi un caso unico in questo settore. L’innovazione è visibile a tutti i livelli a partire dalla robotizzazione dei processi, che garantisce estrema affidabilità qualitativa e precisione geometrica nel prodotto. Un aspetto quest’ultimo ancora più cruciale in un pneumatico di dimensioni e peso ridotti come quello da bici.

Altro fattore da non sottovalutare riguarda i semilavorati per i quali è stato sperimentato un sistema di estrusione unico nel suo genere e che concorre a ottenere precisione assoluta in termini geometrici e di peso. Le mescole invece sono state sviluppate con un sistema di continuous mixing. 

Ogni processo è stato ideato e realizzato coerentemente alle specificità del pneumatico Cycling, con i massimi standard di sicurezza e con elevata automazione. Grazie a macchinari certificati CE e unitamente alle consolidate competenze delle persone, sarà garantito un livello qualitativo tale da rendere i prodotti così ottenuti dei modelli di riferimento

Tra i modelli che saranno prodotti nella sede di Bollate ci saranno quelli della gamma P Zero Race
Tra i modelli che saranno prodotti nella sede di Bollate ci saranno quelli della gamma P Zero Race

Restyling completo 

Come dicevamo all’inizio la sede produttiva di Bollate risale al 1962 ed è da tempo oggetto di un processo di modernizzazione e riorganizzazione. Attualmente sono in fase di rifacimento gli spazi destinati ai dipendenti, per offrire un ambiente confortevole a chi opera nella fabbrica. E’ previsto un completo restyling degli edifici e degli esterni, con linee più contemporanee. Il risultato sarà un complesso industriale moderno, efficiente e ben integrato nel contesto urbano. Si prevede che il rinnovamento completo dell’impianto industriale sarà concluso entro l’inizio del 2023. 

Il progetto per la sede di Bollate sarà un complesso industriale moderno, efficiente e ben integrato nel contesto urbano
La sede di Bollate sarà un complesso industriale moderno, efficiente e ben integrato

Andrea Casaluci, General Manager Operations Pirelli, si è espresso con parole di grandi convinzione ed entusiasmo in merito alla rinnovata sede produttiva di Bollate.

«E’ una grande soddisfazione – ha detto – dare un nuovo volto e una nuova funzione alla fabbrica di Bollate riportando in Italia parte della produzione di pneumatici cycling. E lo è ancora di più nell’anno in cui festeggiamo i 150 anni dell’azienda. Per noi la bicicletta ha un grande valore storico e simbolico, dato che le gomme da bici inaugurarono la produzione di Pirelli. Oggi riportiamo a pochi chilometri dalla nostra sede questa parte dell’attività. Inoltre, il progetto di Bollate ci consente di aggiungere valore al territorio, attraverso interventi che mirano a rendere moderno e sostenibile tanto lo stabilimento, quanto il contesto circostante».

Una Trek Madone per Stuyven in vista della Sanremo

01.03.2022
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Jasper Stuyven ha vinto la Milano-Sanremo nel 2021, con un’azione da finisseur che ha colto di sorpresa il gruppo che si è giocato la Classicissima. Cosa cambia sulla bicicletta in versione 2022, rispetto a quella utilizzata nel 2021?

Lo abbiamo chiesto a Mauro Adobati, meccanico del team Trek-Segafredo, che ci offre qualche spunto interessante sulla Trek Madone del forte corridore belga. Continua così il nostro percorso di conoscenza delle bici dei campioni, dopo aver presentato la Merida di Colbrelli e la Specialized di Asgreen.

Mauro Adobati, bergamasco, è uno dei meccanici più esperti della Trek-Segafredo
Mauro Adobati, bergamasco, è uno dei meccanici più esperti della Trek-Segafredo
Quali bici ha a disposizione Stuyven?

Tutti i corridori del team possono scegliere tra i modelli Emonda e Madone. In base alle scelte e alle preferenze dell’atleta, quelle di inizio anno ed espresse durante i primi collegiali, ai corridori vengono forniti i modelli specifici.

C’è una preferenza del corridore belga?

Jasper è un corridore da Trek Madone, ama particolarmente questa bicicletta. Anche dal punto di vista tecnico è adatta a lui, perché è aerodinamica e veloce. Stuyven è potente e un gran passista e ha bisogno di un mezzo del genere. La sua dotazione prevede anche una Trek Emonda, che però viene utilizzata meno, solo quando ci sono corse con grandi salite, dove lui ha necessità di salvare la gamba.

Quindi, c’è la preferenza del corridore e anche una scelta tecnica?

Sì, il corridore ha l’ultima parola sulla scelta, poi ovviamente si tengono in considerazione le caratteristiche dell’atleta. Ad esempio Ciccone… Lui non utilizza la Madone, ma solo la Emonda. I due corridori sono molto differenti per espressione e doti atletiche, aspetto che si riflette anche sulla scelta della bici.

Disco anteriore da 160 millimetri e nessuno spacer tra stem e sterzo (foto hardyccphotos per Trek)
Disco anteriore da 160 millimetri e nessuno spacer tra stem e sterzo (foto hardyccphotos per Trek)
Quale taglia di bici utilizza Stuyven?

Jasper usa una 58, misura comune alle bici della sua dotazione.

Cambia posizione in sella in base alle gare e alla stagione?

No, Stuyven mantiene sempre la stessa posizione in bici. Il cambio di setting è una cosa che avviene sempre meno, magari piccoli aggiustamenti, ma di sicuro non si verificano delle variazioni importanti.

Con quale bici presumibilmente farà la Sanremo?

Di sicuro con la Trek Madone.

Jasper Stuyven alla Sanremo 2021, con la Trek Madone edizione 2021 (foto rossbellphoto per Trek)
Jasper Stuyven alla Sanremo 2021, con la Trek Madone edizione 2021 (foto rossbellphoto per Trek)
Ci puoi dare qualche dettaglio della componentistica?

Le scelte saranno fatte a ridosso dell’evento, ma posso dire le preferenze di Stuyven. Normalmente utilizza la doppia corona anteriore con la combinazione 54-41 e con le pedivelle da 170. Corte se consideriamo la struttura fisica, ma lui si trova bene così. La scala dei rapporti dietro 10-33.

E invece per il cockpit?

La sua Madone è montata con un manubrio integrato tutto in carbonio, versione Bontrager RSL. E’ quello che normalmente va in dotazione alla Emonda. Ha uno stem da 130 millimetri, con un’inclinazione negativa di 17°. La larghezza della piega è da 400. Stuyven usa una sella tradizionale, non corta.

Stuyven utilizza un manubrio integrato tutto in carbonio, versione Bontrager RSL (foto Instagram)
Stuyven utilizza un manubrio integrato tutto in carbonio, versione Bontrager RSL (foto Instagram)
Un manubrio largo solo 40 centimetri?

Si, la tendenza è quella di utilizzare manubri stretti, nonostante le caratteristiche fisiche del corridore facciano pensare ad una piega larga. Dobbiamo considerare l’impatto aerodinamico ridotto che porta ad avere una piega stretta. E poi ci sono anche i manettini spostati verso l’interno: efficienza, ma anche preferenze personali.

Per il comparto ruote, quale potrebbe essere la scelta di Stuyven, sempre in ottica Sanremo?

Le ruote sono montate con i tubeless, lo standard inizia ad essere questo. Per le ruote la preferenza sarà rivolta al 90% per le Bontrager Aeolus RSL 62, tubeless da 28. Le pressioni tra le 5,7 e 6 atmosfere. Il team utilizza gli pneumatici Pirelli Race TLR. Ogni ruota con i tubeless prevede l’utilizzo del lattice anti-foratura.

Un nuovo tubeless Pirelli che vedremo in commercio prossimamente? (foto hardyccphotos per Trek)
Un nuovo tubeless Pirelli che vedremo in commercio prossimamente? (foto hardyccphotos per Trek)
Utilizzate ancora i tubolari e le ruote per i tubolari?

Sempre meno, come dicevo prima la tendenza è di un passaggio totale al tubeless. Inoltre, con i tubeless abbiamo notato che si fora meno e gli stessi corridori sono contenti perché scorrono parecchio. La scelta dei tubeless è comunque un percorso graduale, necessario anche per far prendere il giusto feeling agli atleti. Comunque le ruote che abbiamo a disposizione sono ormai quasi tutte per i tubeless.

E invece come ti comporti con le batterie della trasmissione?

Le batterie del cambio posteriore e del deragliatore vengono rimosse dopo ogni gara e non necessariamente ricaricate. Vengono controllate, questo sì e viene applicato il cap rosso che le protegge ed evita dispersioni. La mattina successiva, prima della gara, le rimontiamo e i corridori trovano la bici pronta in ordine di marcia.

Con una Madone ha chiuso e con una Madone, Stuyven ha riaperto il 2022. Qui all’Het Nieuwsblad con un piccolo tifoso
Con una Madone, Stuyven ha riaperto il 2022. Qui all’Het Nieuwsblad con un piccolo tifoso
Utilizzi delle soluzioni particolari per preservare i movimenti rotanti di ruote e movimento centrale?

Non uso e non utilizziamo delle soluzioni meccaniche particolari, poi ci sono da considerare anche le abitudini del meccanico. Talvolta cerchiamo di usare un olio meno viscoso per la catena, in modo che non si accumulino troppi residui. Diciamo che le gare tradizionali non portano ad affrontare grosse problematiche. Sono le gare del Nord e competizioni come ad esempio La Strade Bianche che spesso ti obbligano a sostituire tutto!

Pirelli sale in sella con UAE Team Emirates

22.12.2021
3 min
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Nei giorni scorsi Pirelli ha annunciato una nuova importante partnership tecnica per il 2022. A partire dalla prossima stagione le Colnago in dotazione al UAE Team Emirates monteranno gomme Pirelli. L’accordo avrà durata biennale e garantirà a Tadej Pogacar e compagni la possibilità di avere a propria disposizione gomme in grado di garantire prestazioni di alto livello. La nuova partnership interesserà anche il UAE Team ADQ, la neonata formazione femminile che farà il suo debutto ufficiale nel 2022.

La partnership con UAE Team Emirates si affianca alle collaborazioni con Trek-Segafredo e AG2R Citroen. Nel caso della Trek-Segafredo, Pirelli diventerà main partner con la presenza del proprio logo su maglia e pantaloncino.

I copertoni Pirelli saranno a disposizione anche del neonato team femminile: UAE Team ADQ
I copertoni Pirelli saranno a disposizione anche del neonato team femminile: UAE Team ADQ

Insieme a Colnago

La partnership con il UAE Team Emirates permetterà a due brand che hanno fatto la storia dello sport italiano di collaborare per la prima volta fra loro. Pirelli e Colnago avranno così l’opportunità di mettere a disposizione del team degli Emirati Arabi il meglio della loro tecnologia. In particolare gli atleti dell’UAE Team Emirates potranno scegliere tra i modelli P Zero Race TLR e P Zero Tube SL.

Una delle scelte per il Team UAE sono i copertoni P Zero Race TLR
Una delle scelte per il Team UAE sono i copertoni P Zero Race TLR

Matteo Barbieri, General Manager di Pirelli Cycling, ha così commentato l’accordo appena raggiunto con Colnago. «L’impegno di Pirelli nel mondo del ciclismo professionistico – ha detto – è oggi ancora più ampio e importante. Con questa nuova partnership non celebriamo solo l’arrivo delle nostre gomme su un nuovo team WorldTour, ma sigliamo un accordo tutto italiano, che ci vedrà sulle bici di uno dei nomi più prestigiosi del ciclismo: Colnago. Per noi è un onore ed un orgoglio. Rappresenta anche una nuova collaborazione tecnica, che ci supporterà nel realizzare prodotti sempre più performanti, per il professionista e per l’amatore».

Alle parole Matteo Barbieri hanno fatto eco quelle di Nicola Rosin, Amministratore Delegato Colnago: «E’ una partnership che ci riempie di orgoglio perché stiamo parlando di Pirelli, il brand di riferimento assoluto nel mondo racing motorsport e che, nel ciclismo, ha intrapreso oramai una via di eccellenza e innovazione sul prodotto. Siamo pronti a vincere insieme».

Di nuovo con Trentin

La collaborazione tecnica con il UAE Team Emirates permetterà a Pirelli di poter fare tesoro dei feedback che arriveranno dagli atleti. Fra questi un ruolo di rilievo potrà sicuramente rivestirlo Matteo Trentin che in passato ha già corso con gomme Pirelli e ha avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo dei pneumatici P Zero. Questi ultimi hanno fatto la loro prima apparizione nel WorldTour nel 2018. Proprio quell’anno lo stesso Trentin ottenne la medaglia d’argento ai campionati del mondo di Harrogate.

L’altra scelta a disposizione del team di Tadej Pogacar sono i copertoni P Zero Tube SL
L’altra scelta a disposizione del team di Tadej Pogacar sono i copertoni P Zero Tube SL

Matteo Trentin non ha mancato di sottolineare la sua soddisfazione nel poter tornare a utilizzare gomme Pirelli. Ecco le sue prime parole: «Sono davvero felice di tornare a correre con Pirelli il prossimo anno. E’ significativo per me, perché sono stato uno dei primi corridori a testare e competere con Pirelli da quando sono rientrati nel ciclismo con le gomme da bici. Da allora, in pochi anni sono diventati uno dei leader di mercato e, per me, probabilmente i migliori pneumatici del circuito. Io e la squadra siamo davvero entusiasti di questo nuovo passo».

Pirelli

Pirelli PZero Race TLR SL, nato per correre: il test

16.12.2021
4 min
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Pirelli PZero Race TLR SL non è da categorizzare “solo” come uno slick. La sua valutazione deve partire nell’ottica di un tubeless road specifico per le competizioni. Si tratta di una gomma che ha una carcassa da 120 Tpi (120 fili per pollice), con un inserto anti-foratura (TechWall) che avvolge tutta carcassa (da tallone a tallone) e una mescola da considerare la top di gamma del segmento, ovvero la SmartEvo. Quest’ultima è la medesima impiegata per i tubolari, prodotto di riferimento in ambito pro. Vediamo insieme alcuni dettagli ed entriamo nello specifico del nostro test.

Lo abbiamo utilizzato su diverse tipologie di ruote, in questo caso con le Campy Bora Ultra WTO
In questo caso, usate con le Campy Bora Ultra WTO

Come si presenta

E’ una gomma tubeless che già al primo impatto visivo dà l’impressione di essere veloce e scorrevole. E’ ben fatta e mostra una compattezza di livello assoluto anche vicino ai talloni (morbidi) e perfettamente integrati nella struttura. Il Pirelli PZero Race TLR SL ha un design slick, con una porosità accentuata del battistrada e con l’aggiunta di due piccole scanalature centrali, parallele, che solcano lo pneumatico lungo il suo diametro. La qualità della mescola e una capacità ottimale della carcassa di adeguarsi alle pressioni utilizzate (sempre rispettando i canoni richiesti dal tubeless), permettono a questa copertura di “comportarsi bene” anche con asfalto bagnato.

Non significa che è una gomma rain, ma pur non avendo scanalature ai lati non subisce in modo eccessivo gli effetti della strada bagnata. La pastosità generale gli permette di tallonare facilmente, senza la necessità di inserire il liquido, operazione comunque fondamentale ai fini di protezione e sicurezza.

I Pirelli PZero sono disponibili in tre misure: 700×24, 26 e 28. Un’altra peculiarità: la compatibilità con i cerchi hookless dello pneumatico da 28 millimetri, mentre le versioni da 24 e 26 non lo sono.

Samuele Bressan, Marketing Manager di Pirelli Cycling (foto 6Stili)
Samuele Bressan, Marketing Manager di Pirelli Cycling (foto 6Stili)

Le nostre impressioni

Il primo step è la semplicità di tallonatura ed ingaggio al cerchio, fattore per nulla scontato e che agevola le operazioni di montaggio. Per completezza d’informazioni, abbiamo provato lo pneumatico con sezione da 26, montato su un cerchio tubeless ready con canale interno da 19 millimetri di larghezza. Pirelli PZero TLR SL, oltre ad essere leggero (siamo al di sotto dei 250 grammi per pneumatico, nella versione in prova) è ben costruito. Al pari di un’eccellente scorrevolezza, anche in caso di asfalto sconnesso e grossolano, non perde mai di aderenza, è sufficientemente morbida e, se utilizzata con le giuste pressioni di gonfiaggio, non dà mai la sensazione di “rimbalzare”. Lo shape arrotondato e uniforme è un vantaggio quando si piega in maniera decisa all’interno di curve e tornanti.

Il battistrada è poroso con il più classico disegno slick
Il battistrada è poroso con il più classico disegno slick

Una slick che non ha paura

Invita a caricare l’anteriore della bici per guadagnare ulteriormente velocità. Proprio in questo frangente si conferma un prodotto dotato di un’elevata tecnicità. Non è scontato avere uno pneumatico tubeless che aiuta a sostenere il carico anteriore e al tempo stesso non mostra una certa “durezza”.

La carcassa, in abbinamento alla mescola, ha una versatilità ottimale, utile quando è necessario sgonfiare lo pneumatico (ad esempio in caso di pioggia) e senza sacrificare la performance. Il range di utilizzo dipende ovviamente dal modo di guidare e dalla qualità della strada, dalla tipologia di ruota e anche dal peso del ciclista.

Ad esempio: il nostro peso è di 66 chilogrammi al momento del test e abbiamo utilizzato il Pirelli PZero all’interno di un range compreso tra le 5 e 6,5 bar. Portarlo a 7? Non è un problema, ma è necessario tenere ben presente che è al pari di una “gomma estiva”, che offre il suo massimo con temperature esterne non invernali.

Le due scanalature centrali e parallele
Le due scanalature centrali e parallele

In conclusione

Siamo di fronte ad un tubeless dedicato alle competizioni, particolarmente gratificante quando la velocità aumenta ed è necessario avere la situazione sotto controllo in curva. Il suo battistrada liscio non è sinonimo di “saponetta”, tutt’altro, perché non mostra mai incertezze, vibrazioni e difficoltà di adeguarsi al terreno. E’ necessario comprendere però, che il PZero TLR SL è uno pneumatico da gara, fattore che comporta una sorta di obbligo da parte dell’utente, ovvero quello di saper configurare il prodotto e settarlo in modo adeguato, aspetto che permette di sfruttare fino in fondo le sue potenzialità.

velo.pirelli.com