Sambinello: toccata e fuga nel mondo dei grandi

22.12.2023
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Enea Sambinello è tornato tra i banchi di scuola, come un normale ragazzo di 17 anni fa ogni giorno. Oggi, prima delle vacanze di Natale, ha fatto un’interrogazione di italiano su Machiavelli, Ariosto e Tasso. Ultima fatica prima di tornare tra i banchi l’8 gennaio. Prima, però, Sambinello, che si appresta ad iniziare il suo secondo anno da juniores, ha fatto un salto in Spagna. Più precisamente è andato nel ritiro del UAE Team Emirates, quattro giorni. Un’immersione totale nel mondo del team più vincente del 2024. 

Sambinello nel 2023 ha corso con la Work-Service, qui all’ultimo Giro della Lunigiana con la Rappresentativa Emilia-Romagna
Sambinello nel 2023 ha corso con la Work-Service, qui all’ultimo Giro della Lunigiana con la Rappresentativa Emilia-Romagna

Dei cambiamenti

Intanto Sambinello per il prossimo anno ha già messo in atto un cambiamento. Nel 2024, infatti, non sarà più con la Work Service Speedy Bike, ma con il team Pirata Vangi.

«Una decisione – racconta Sambinello – arrivata con il cambio di team da parte del mio diesse Matteo Berti. E’ stato lui ad andare al team Vangi, insieme a Fabio Camerin, ed io li ho seguiti. Mi è sembrata la scelta giusta, anche perché ero andato alla Work proprio perché c’erano loro, ed ho voluto continuare questo percorso».

«Mi è già arrivata la bici per il prossimo anno, una Guerciotti Eclipse S. Sto facendo qualche adattamento per la posizione, tra poco inizierò a spingere un po’ di più».

Il selfie mandato al presidente del Team Pirata Vangi, dove Ulissi ha corso prima di Sambinello
Il selfie mandato al presidente del Team Pirata Vangi, dove Ulissi ha corso prima di Sambinello
Come sei finito al ritiro della UAE in Spagna?

Conosco bene Andrea Agostini (con lui a sinistra in foto di apertura, ndr). Da esordiente ho corso con il team Fausto Coppi. Ero in squadra con suo figlio, che ha la mia stessa età e con il quale sono molto amico. Mi hanno contattato perché erano contenti di come stessi andando. Ho avuto questa occasione e l’ho colta al volo.

Che esperienza è stata?

Fantastica! Sono stato catapultato in un mondo surreale. Un qualcosa che sogni fin da quando sei bambino. Ho visto Pogacar da vicino, perché partecipavo anche alla riunione la sera. Era uno dei pochi momenti in cui sono stato in contatto con i grandi. Sono rimasto molto colpito dal fatto che tra staff e corridori si trattano tutti allo stesso modo.

Con chi hai parlato di più?

Ulissi. Ho parlato con lui perché ha corso da junior alla Vangi. Mi ha dato qualche consiglio e abbiamo mandato una foto insieme al presidente. Mi ha detto ottime cose sul team e mi ha chiesto di chiedergli qualche consiglio se vorrò.

Altri?

Un altro con cui ho parlato e che mi ha colpito per il suo atteggiamento è stato Del Toro. E’ al primo anno da pro’ ma ha una grande umiltà. Per farvi un esempio: eravamo in stanza insieme e sono venuti i ragazzi di Scicon a dargli gli occhiali. Lui avrà detto grazie una quindicina di volte, non ha dato per scontato che questa cosa gli fosse dovuta. Mi ha chiesto dove abitassi, perché lui vive a San Marino. Ci siamo ripromessi, questa estate, di fare una pedalata insieme. 

Sambinello, a destra, mentre pedala sulle strade spagnole con la maglia della UAE Emirates (foto Instagram)
Sambinello, a destra, mentre pedala sulle strade spagnole con la maglia della UAE Emirates (foto Instagram)
Tu hai pedalato con il Devo Team in quei giorni? 

Sì, a parte il primo giorno che ero in ritardo a causa dell’aereo e ho pedalato con i ragazzi di un team junior spagnolo. Dei ragazzi del team Gen Z conoscevo già Luca Giaimi, quest’anno ci siamo incontrati tanto alle corse. Abbiamo parlato della gestione della squadra, dello staff, del calendario… Lui è super contento di come lo stanno trattando.

Tu arrivi da una squadra juniores e ti sei ritrovato catapultato in quel mondo, che cosa hai notato in quei giorni?

E’ tutto curato nei minimi dettagli, ed è giusto che sia così. C’è tantissimo staff, tra corridori e addetti ai lavori saremo stati più di cento. Anche i test sono a 360 gradi. Ad esempio abbiamo fatto dei test per misurare la “core stability” per capire quali aspetti migliorare anche al di fuori della bici.

Ayuso ha firmato il suo primo contratto da pro’ con la UAE quando era al secondo anno juniores
Ayuso ha firmato il suo primo contratto da pro’ con la UAE quando era al secondo anno juniores
Eri lì nei giorni in cui Pogacar ha annunciato che verrà al Giro d’Italia, che aria si respirava?

C’era incertezza. Si percepiva che la decisione sarebbe stata quella di venire in Italia ma non c’erano certezze. Per il nostro Paese è un evento fantastico, non vedo l’ora che arrivi. Sicuramente andrò sulle strade a vederlo, non so ancora dove ma ci andrò. Vi racconto l’ultimo aneddoto.

Dicci pure. 

Quando c’è stato l’annuncio ero con due juniores spagnoli. Ci siamo confrontati e mi hanno detto che per loro il Giro è più bello del Tour. Anche per loro la presenza di Pogacar è un’ottima cosa, un evento bellissimo per il movimento italiano…

Vita da allievo: ficchiamo il naso nel mondo di Toselli

29.11.2022
6 min
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Se la caccia al talento inizia dalla base, il curriculum di Ivan Toselli non sarà passato inosservato. Noi stessi, pur parlando di un allievo, ne abbiamo già scritto. Il titolo italiano di primo anno a Chianciano Terme (con l’inchino alla bici) e la Coppa d’Oro vinta in solitudine al secondo dicono che c’è uno scalatore in arrivo. I 54,5 chili sono solo un numero, ma certo se questo è il punto di partenza, è chiaro che nel suo futuro non ci saranno le volate del Tour.

L’occhio è furbo, la risatina quella ironica dei 16 anni, i piedi per terra. Tanto che quando gli ricordi l’arrivo tricolore alla Van der Poel, i compagni lo prendono in giro: gli inseguitori erano così vicini che per fare la bravata ha quasi rischiato di perdere la corsa.

Il prossimo anno Toselli sarà junior con la Vangi-Sama Ricambi-Il Pirata, per cui ha già iniziato ad allenarsi con i rapporti liberi (tema dibattuto e ancora da approfondire). Anche se la squadra, composta soltanto da ragazzi di primo anno, ha optato per limitarli al 52×11. Le sue giornate sono cadenzate dalla scuola e dalla bici.

Arrivo con inchino. Toselli ha conquistato così il tricolore allievi 2021, ma gli inseguitori erano lì
Arrivo con inchino. Toselli ha conquistato così il tricolore allievi 2021, ma gli inseguitori erano lì
Come ti sei allenato finora?

Uscivo tutti i giorni. A volte facevo riposo il lunedì, mentre il sabato dipendeva dalla domenica. Se dovevo andare alle corse, raramente facevamo grandi cose il giorno prima. Quasi mai.

Il resto della settimana?

Lunedì giratina o proprio riposo. Martedi forza, quindi Sfr e lavori specifici. Mercoledì il lungo: tre ore, tre ore e mezza. Giovedì due ore a sciogliere, con qualche lavoro. Venerdì dietro macchina. E il sabato di nuovo a sciogliere le gambe.

Cosa c’era dentro la distanza?

A volte facevamo le salite forte, oppure preparavamo una corsa e quindi facevamo i treni, volate e cose del genere. Ho fatto sempre 80, massimo 85 chilometri, mentre adesso cambia parecchio. Ci sono i rapporti liberi, quindi bisogna fare molta più forza. E’ aumentato il lavoro in palestra e le ore di allenamento sono un po’ più lunghe. Passeremo a quattro ore e mezza.

Finita la seconda stagione da allievo (la foto si riferisce al 2021), Toselli debutterà fra gli juniores
Finita la seconda stagione da allievo (la foto si riferisce al 2021), Toselli debutterà fra gli juniores
Non avrete il 53 ma il 52, giusto?

Esatto. Ho montato il 52 il mese scorso, prima non mi era mai capitato di allenarmi con i rapporti liberi. Mi sono accorto che è parecchio più duro. A volte quando esco in bici faccio delle volate e mantenere il rapporto è molto difficile.

Hai parlato di aumento del lavoro in palestra?

Anche l’anno scorso ci andavamo, però molto meno rispetto a quest’anno. Andiamo due volte a settimana. Lavoriamo alla pressa, facciamo leg curl, squat e tutta una serie di lavori per le gambe.

Peso forma ancora a 54 chili?

Normalmente peso 54, la settimana scorsa sono andato dal nutrizionista e ora sono 54,5. Al primo anno ero 49, poi sono cresciuto. Il nutrizionista mi ha detto che devo mantenere il peso, quindi devo mangiare. Ora non c’è bisogno di dimagrire. Però alla fine non è che ingrassi. Posso prendere quel chilo in più, due al massimo, ma li smaltisco subito. Anche se crescendo magari aumenterò un po’ di peso, il mio allenatore dice che non mi devo snaturare. Devo coltivare la dote che ho.

In squadra è un piccolo leader, ma lontano dall’apparire troppo pieno di sé
In squadra è un piccolo leader, ma lontano dall’apparire troppo pieno di sé
In che modo è ripreso il lavoro?

Mi ero fermato da quattro giorni, poi ho ripreso con la bici perché mi hanno chiamato a fare dei test con la nazionale il 25 ottobre e quindi ho dovuto trovare di nuovo la gamba. Poi mi sono fermato una settimana e ho ricominciato piano piano con un po’ di corsa, un po’ di esercizi e ora ho iniziato con la preparazione. Fra poco riprendiamo la bici da corsa e uniremo le uscite su strada con il lavoro in palestra. E poi a gennaio si vedrà il nuovo programma, perché lo cambiamo ogni mese.

Come ti organizzi con la scuola?

Ho un accordo, per cui ho tutte le assenze giustificate. Quindi esco sempre alle 12, mangio e alle 14 sono in bici, oppure in palestra. Le distanze si fanno finché c’è luce, visto che alle 16,30-17 ormai è buio, quindi bisogna stare attenti. Ho sempre le luci con me.

Hai parlato di lavori specifici.

Fino alla scorsa stagione, facevamo le 20-40 con 40 secondi di recupero per sei volte, con rapporto libero, come volevi. Invece le Sfr si facevano con il rapporto più duro. Di solito usavamo la salita che si fa per tornare a casa, perché per andare a Sezze, proprio su in paese, la salita c’è sempre. Invece quando facevamo i lunghi, andavamo a cercare salite come Sermoneta e Roccasecca, sempre con l’ammiraglia dietro e il direttore sportivo.

Qui Ivan Toselli con suo padre Agostino, al GP di Ferentino (foto Luca Silvestri)
Qui Ivan Toselli con suo padre Agostino, al GP di Ferentino (foto Luca Silvestri)
Come mangi quando si va a scuola e ti alleni di pomeriggio?

Di mattina faccio una colazione normale e poi faccio lo spuntino a scuola. Oggi il programma prevedeva un panino con prosciutto crudo e pomodorini. A pranzo invece ho mangiato la ricotta con le verdure, mentre la sera devo mangiare pasta. Però cambia, non è sempre uguale. Invece quando rientro dall’allenamento faccio una merenda, che di solito è un frutto.

Torniamo un attimo ai rapporti, che sensazioni hai in bici?

Non sono un velocista, però mi piacciono le crono, quindi dovrò allenarmi bene per spingere il rapporto. Sulla crono si può lavorare, perché vorrei provare a fare qualche risultato. Sui falsopiani invece soffro un po’ perché serve forza esplosiva, che io non ho più di tanto. Se però mi date una salita bella lunghetta, posso fare la differenza

Nei test con la nazionale hai incontrato il cittì Salvoldi?

L’ho incontrato quel giorno a Roma, non lo conoscevo. Ho visto che è una brava persona, ci ha dato anche dei consigli su cosa fare a casa, quali esercizi…

Alla Coppa d’Oro la sua azione solitaria in salita non ha concesso replica ai rivali (foto Coppa d’Oro)
Alla Coppa d’Oro la sua azione solitaria in salita non ha concesso replica ai rivali (foto Coppa d’Oro)
Che effetto fa passargli fra gli juniores, la prima categoria internazionale?

La cosa inizia a farsi seria, perché da allievo ti puoi ancora adattare, ma da junior può anche capitare che ti chiami una squadra pro’ oppure una continental. Io sono dell’opinione che bisogna fare i passi giusti. Quindi due anni negli juniores e poi gli under 23. Se però trovi una squadra pro’ che ti vuole seguire durante il percorso fra gli under 23, tanto meglio.

Hai vinto la Coppa d’oro, avevi vinto il campionato italiano, è facile restare con i piedi per terra?

Il fatto di stare con i piedi per terra è un consiglio che mi hanno dato in tanti. Io non mi monto la testa, sono molto umile. Ho vinto un italiano e la Coppa d’oro, ma non sono nessuno, sono sempre lo stesso Ivan.

Sei scalatore. Su Facebook sei amico di Tonina Pantani, la squadra si chiama Il Pirata Official Team. Chi è Pantani per te?

Un grande scalatore, che quando saliva non lo fermavi. E’ bellissimo rivedere le immagini, veramente un grande corridore. Io sono uno scalatore, più per le corse a tappe. In salita mi piace scattare. Ma ancora devo cominciare. Anzi, forse ci siamo pure sbilanciati troppo.

Tricolore e Coppa d’Oro, con Toselli nel cuore del pianeta allievi

19.09.2022
5 min
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Vincere la Coppa d’Oro è per un allievo il miglior passaporto possibile per l’approdo alla categoria juniores e quindi al ciclismo che inizia davvero a contare. Anche se, come si dice da più parti, i procuratori e le squadre guardano già agli allievi per capire chi ha talento e chi no, spesso non dando il giusto tempo di maturare. A 16 anni stiamo parlando ancora di teenager in piena costruzione, fisica e psicologica, è quindi difficile fare illazioni sul futuro, ma nel caso di Ivan Toselli si può già parlare di strada ben incanalata verso la realizzazione di un sogno.

Il corridore di Maddaloni (Caserta) non è nuovo a imprese come quella in Valsugana. Lo scorso anno si era laureato campione italiano e nella classica delle classiche ha anche riscattato l’amarezza del quarto posto nella nuova sfida tricolore, traendo proprio da quel piazzamento la spinta per emergere.

«Avevo corso sempre all’attacco – racconta – ma ho commesso un grave errore. Quando mi sono trovato in fuga con Bottoin non ci ho creduto fino in fondo, ho permesso ai tre che ci inseguivano di rientrare e poi in volata non ho avuto scampo. Forse se avessi collaborato di più sarebbe andata diversamente…».

Il successo solitario di Ivan Toselli a Borgo Valsugana, la sua vittoria più importante
Il successo solitario di Ivan Toselli a Borgo Valsugana, la sua vittoria più importante
Com’è andata invece a Borgo Valsugana?

Molto diversamente. Ho cercato di correre con la testa e di rendere la corsa dura, scattando già una ventina di chilometri dopo la partenza profittando di uno strappo sul percorso. Con me c’erano l’irlandese Patrick Casey e il laziale Leonardo Consolidani. Appena entrati sul circuito finale, ho provato più volte a rilanciare l’azione e prima Consolidani, poi Casey hanno perso contatto così sono arrivato da solo ed è stato davvero un gran momento.

Che cosa ha rappresentato?

La Coppa d’Oro è una sorta di mondiale per la nostra categoria, sono più di 400 al via che arrivano da tutta Italia e da molti Paesi esteri. Chi ha vinto questa gara non era mai un corridore qualunque, molti sono passati professionisti ed è quella la mia ambizione. Quando ho vinto il titolo italiano è stato bellissimo, indossare la maglia tricolore è una grande soddisfazione, ma la Coppa d’Oro è qualcosa in più.

Ivan Toselli è nato a Maddaloni (CE) l’11 aprile 2006, ma corre per una squadra di Sezze (LT)
Ivan Toselli è nato a Maddaloni (CE) l’11 aprile 2006, ma corre per una squadra di Sezze (LT)
Della vostra categoria si tende sempre a parlare poco, a dire che rappresentate un ciclismo dove l’agonismo è ancora un passo indietro rispetto all’aspetto del divertimento. Com’è vissuta da dentro?

Da quel che mi dicono è ancora un po’ diversa dalla categoria junior. E’ importante per fare esperienza, per apprendere le prime nozioni. I diesse, non solo il mio, dicono che qui le vittorie contano, ma fino a un certo punto. E’ più importante capire come si corre, che cosa significa interpretare una gara dal punto di vista tattico, come gestirsi in corsa. Ci si allena per questo, diciamo che è come una scuola in vista del passaggio di categoria, dove le cose diventeranno certamente un po’ più serie.

Tu sei un secondo anno, rispetto al 2021 che cosa hai notato di cambiato in te?

Soprattutto che col passare del tempo le cose diventano sempre più difficili, come è normale che sia. La principale cosa che ho imparato è quella di non mollare mai. Io cerco di finire sempre a testa alta, di provarci sempre in ogni occasione perché prima o poi la vittoria arriva e la giornata della Coppa d’Oro ne è la dimostrazione. Io d’altronde ho caratteristiche particolari.

Arrivo con inchino. Il campano conquista così il tricolore allievi 2021
Arrivo con inchino. Il campano conquista così il tricolore allievi 2021
Quali?

Sono uno scalatore puro e quindi per me è più difficile trovare la vittoria. Non sono assolutamente veloce, quindi devo cercare sempre la soluzione di forza. Provo sempre la fuga e spesso mi va bene. Come fisico sono 1,74 per 53 chilogrammi, so che devo ancora crescere e formarmi fisicamente ma conto di mantenere queste caratteristiche.

Molti ragazzi dicono di voler essere completi, tu ti ritieni invece uno specialista?

Sì, non ho intenzione di snaturarmi, la velocità non sarà mai un mio punto di forza, io voglio specializzarmi sempre più in quello che so fare. So anche che passando fra gli junior ci saranno molte gare adatte alle mie caratteristiche e conto di essere pronto per quelle.

Il gruppo de Il Pirata Sama Official Team, che dal prossimo anno passerà fra gli juniores
Il gruppo de Il Pirata Sama Official Team, che dal prossimo anno passerà fra gli juniores
Passando di categoria sarai costretto a cambiare squadra…

No, perché il mio team farà il salto di categoria, diventando Pirata Sama Ricambi Vangi. Dovremmo essere una decina di corridori, la maggior parte provenienti dal mio gruppo. La società cresce con noi e credo che sia una bella cosa.

Come hai iniziato?

Seguendo mio padre che faceva triathlon. Ero bambino e gli dicevo che mi piaceva soprattutto quando andava in bici e che volevo provarci. Così ho iniziato dalle categorie promozionali e non mi sono più fermato e non voglio fermarmi, voglio arrivare al massimo grado, alle gare importanti da pro’ che per me sono europei e mondiali, perché quando c’è qualcosa in palio riesco a dare sempre il massimo. Se ho vinto il tricolore non è un caso…