Una bella notizia che giunge direttamente dalla filiale italiana di Merida. Il nostro Paese è difatti il primo mercato al mondo ad avere disponibili, e prossimamente in consegna – in versione Limited Edition – le specialissime Reacto e Scultura con le colorazioni Team Replica Bahrain Victorious 2024.
«Se nelle immagini fotografiche sono belle ed eleganti… dal vivo sono ancora più attraenti». Sono questi i riscontri ottenuti dal lancio dello scorso dicembre delle nuove grafiche utilizzate per le biciclette Merida del team Bahrain Victorious per la stagione 2024. La Scultura Team e la Reacto Team avevano difatti colpito l’attenzione grazie ad un design cromatico completamente rinnovato, esibendo una verniciatura bianco perla ornata da dettagli dorati e verde acqua che ha sostituito la versione nera con decorazioni triangolari in rosso e arancio.
Dal mese di marzo, le biciclette Team Replica (nella versione Limited Edition) saranno disponibili in Italia, come anticipato il primo paese al mondo ad averle, in quattro versioni. La Reacto Limited Edition montata Dura Ace, al prezzo di 10.890 euro, l’equivalente equipaggiata Shimano Ultegra, al prezzo di 8.890 euro, la Scultura Limited Edition Dura Ace al prezzo di 10.690 euro e la sua omonima, ma in versione Ultegra, al prezzo di 8.690 euro.
L’Italia sarà il primo Paese a ricevere i modelli Team Replica Baharain Victorious 2024: questa la ReactoLa seconda bici è, invece, la SculturaL’Italia sarà il primo Paese a ricevere i modelli Team Replica Baharain Victorious 2024: questa la ReactoLa seconda bici è, invece, la Scultura
Quattro versioni “Limited”
Le versioni Limited Edition, rispetto ai modelli “a catalogo”, presentano alcune differenze nella scelta della componentistica, come per esempio la piega manubrio e l’attacco manubrio HB Metron 5d Acr 3k Integrated fornito da Vision. Inoltre, nel caso della Reacto e della Scultura Limited Edition Dura Ace la sella è la Nago C3 di Prologo e le coperture Vittoria N.EXT.
Per le Reacto e Scultura Limited Edition montate Ultegra invece la scelta della sella è caduta su Merida Expert e gli pneumatici sono il modello Rubino Pro IV sempre di Vittoria.
Il design cromatico è completamente rinnovato, il colpo d’occhio è notevoleIl design cromatico è completamente rinnovato, il colpo d’occhio è notevole
«Siamo orgogliosi di poter offrire al mercato italiano biciclette dall’elevato valore in termini di costruzione e di estetica – ha commentato Paolo Fornaciari, CEO di Merida Italy – e siamo ancor più soddisfatti perché siamo il primo Paese al mondo a poterlo fare, a dimostrazione di quanto il mercato casalingo di alta fascia sia importante per la nostra casa madre. Queste importanti anticipazioni faranno da anticamera alla successiva disponibilità dei modelli tradizionali Team che avverrà a partire dal prossimo mese di giugno e sempre presso la rete dei nostri rivenditori autorizzati.»
Sono state ufficialmente svelate le livree ufficiali delle Scultura Team e delle Reacto Team che Merida ha allestito per il Team Bahrain Victorious in vista della stagione 2024. Entrambe le biciclette prodotte dal colosso taiwanese presenteranno per la nuova stagione un design cromatico completamente rinnovatoche si ispira alla versione Pearl Edition già vista e ammirata durante lo scorso Tour de France. Un’edizione limitata che era stata realizzata per onorare la ricca e antica storia della pesca e del commercio delle perle in Bahrain.
La nuova livrea delle biciclette Merida per il Team Bahrain Victorious è ispirata a quella del Tour de France 2023La nuova livrea delle biciclette Merida per il Team Bahrain Victorious è ispirata a quella del Tour de France 2023
«Insieme al team – ha dichiarato Paolo Fornaciari, CEO di Merida Italy – abbiamo deciso di continuare ad onorare la secolare tradizione del mercato delle perle nei mari del Bahrain, rinnovando graficamente le biciclette della stessa formazione professionistica WorldTour ed ottenendo un risultato finale di estrema eleganza. Siamo fortemente convinti che entrambe le versioni replica delle due bici, che inizieremo a distribuire nelle prossime settimane, riscontreranno i gusti del mercato italiano, estremamente sensibile a proposte estetiche raffinate e distintive».
Merida fornirà sempre due modelli ai corridori della Bahrain: Scultura e ReactoPresto la stessa colorazione sarà disponibile anche sul mercato italianoMerida fornirà sempre due modelli ai corridori della Bahrain: Scultura e ReactoPresto la stessa colorazione sarà disponibile anche sul mercato italiano
L’abbigliamento firmato Alé
La scintillante verniciatura bianco perla delle nuove biciclette è ornata da dettagli dorati che fanno riferimento al Regno del Bahrain, mentre gli elementi verde acqua rappresentano le acque poco profonde dei due mari che circondano le coste del Paese arabo. Il mare del Golfo Persico e quello del Golfo del Bahrain sono famosi per i ricchi banchi di perle. Il passaggio dal nero (presente nella precedente versione) all’attuale blu navy, lungo il tubo orizzontale e l’interno delle forcelle, non rappresenta un semplice cambio di colore. Si riferisce infatti all’impegno da parte del Team Bahrain Victorious e dei suoi partner a ridurre l’impronta di carbonio nell’atmosfera, in linea con le linee guida dell’UCI che impone alle squadre azioni per ridurre le emissioni entro il 2030.
Alé affiancherà ancora la Bahrain, questa è la divisa, coordinata alla livrea della biciAlé affiancherà ancora la Bahrain, questa è la divisa, coordinata alla livrea della bici
Cambia il colore della bicicletta, e cambia anche il colore della divisa ufficiale da gara, sempre realizzata dal brand italiano Alè. Il nuovo kit Team Bahrain Victorious 2024 prevede sorprendenti tocchi di verde acqua ed accenti dorati, che rimandano alla fondazione del team nel 2017. L’intero design e la produzione completa di tutti i capi d’abbigliamento ufficiali del team, unitamente agli accessori, sono realizzati 100% in Italia all’interno del dipartimento “Full Team Service” di Alé.
Sofia Goggia pedala con Merida. Per la fortissima sciatrice bergamasca allenarsi in bicicletta, meglio se su sterrato e magari tra i boschi, è diventato uno strumento fondamentale – fuori stagione – per ottimizzare i propri allenamenti estivi. Tra il ciclismo e lo sci, la Goggia ha individuato moltissime analogie: lavoro, fatica e disciplina. E per la propria bicicletta ha scelto il modello eONE-SIXTY 10K, l’e-bike più premiata di casa Merida.
Da oramai molto tempo, gli allenatori di sci alpino consigliano ai propri atleti l’utilizzo della Mtb, e questo in virtù delle numerosissime analogie tra le due discipline. Solo per citarne alcune: lo studio delle traiettorie e la gestione degli imprevisti, senza dimenticare l’attività aerobica che in momenti lontani dalle gare può giovare al benessere complessivo dell’atleta. E al fascino del ciclismo off-road non si è sottratta nemmeno Sofia Goggia, che da sempre ha un rapporto simbiotico con la Mtb.
La e-bike è un ottimo allenamento durante il periodo estivo per Sofia Goggia (davidemorellophotography)La e-bike è un ottimo allenamento durante il periodo estivo per Sofia Goggia (davidemorellophotography)
eONE-SIXTY 10K: una certezza
«Trovo moltissime affinità tra la bici sui sentieri e le piste da sci (ha dichiarato Sofia Goggia, ndr). Dalla costante lettura del terreno, alla capacità di gestire una difficoltà improvvisa, affinando la percezione delle linee e delle traiettorie. Per me la bici è davvero molto allenante, anche per coltivare l’abitudine alla velocità e alle curve, che d’estate, non avendo piste invernali, non si può mantenere. Ho rimesso in garage la mia nuova Mtb, che mi ha accompagnato per gran parte della scorsa estate. Una eONE-SIXTY 10K che ho condotto sui sentieri della bergamasca e che ho portato con me anche nell’ultimo ritiro a Cervinia.
«Una e-bike che consente di dosare gli sforzi rispetto a quella tradizionale, caratterizzata da ha una geometria ideale, tanto da renderla versatile sui sentieri, ma anche molto agile e divertente per l’enduro. Il mio svago preferito, ma è anche uno sfogo che mi regalo ogni tanto: una bella giornata in bici con gli amici. Quando esco in bici provo un senso di divertimento incredibile. Mi mancherà non poco nelle prossime settimane la mia bici Merida».
L’abbinamento tra Sofia Goggia e Merida continuerà fino alle prossime Olimpiadi Invernali a Cortina, nel 2026L’abbinamento tra Sofia Goggia e Merida continuerà fino alle prossime Olimpiadi Invernali a Cortina, nel 2026
«Siamo estremamente felici – ha ribattuto Paolo Fornaciari, l’amministratore delegato di Merida Italy – di aver dato il benvenuto nella nostra famiglia a Sofia Goggia. Un’atleta top che siamo onorati di affiancare nel percorso verso le Olimpiadi di Milano Cortina 2026. Siamo certi del successo del nostro abbinamento, anche per la condivisione dei valori che abbiamo scoperto di avere in comune, come il volersi migliorare sempre e l’amore per la montagna. Il tutto condito con quel pizzico di divertimento che trasforma il lavoro in autentica passione».
Un’importante “new entry” manageriale impreziosisce l’organico di Merida Italy. Simone Maltagliati (a sinistra nella foto di apertura) è il nuovo direttore marketing della filiale italiana del colosso taiwanese. Maltagliati, toscano di Montecatini Terme, ha già alle proprie spalle una lunga esperienza maturata in quasi trent’anni anni di carriera in numerose ed importanti aziende del settore dello sport business. Dopo la laurea in Economia e Commercio, ed una specializzazione in marketing, il nuovo responsabile marketing di Merida Italy vive una breve esperienza nel settore dell’hi-tech per poi entrare nel mondo dello sport grazie alla personale passione per lo sci.
«Lavorare per il secondo produttore di biciclette al mondo – ha detto Maltagliati – è una responsabilità che sono felice di prendermi»«Lavorare per il secondo produttore di biciclette al mondo – ha detto Maltagliati – è una responsabilità che sono felice di prendermi»
Nel 1996 si trasferisce in Veneto chiamato da Rossignol per ricoprire il ruolo di Product Manager del brand Lange. Nel 2000 passa in Lotto Sport Italia come Business Unit Manager e successivamente entra in Diadora come Marketing Manager, ruolo che ricopre per quasi cinque anni. Il 2006 è l’anno in cui inizia il percorso professionale nel settore del ciclismo, assumendo la posizione di Brand Manager Italy in Cannondale: un ruolo importante che ha mantenuto fino a quest’anno.
Una responsabilità stimolante
«Sono particolarmente contento di entrare a far parte della famiglia italiana di Merida – ha dichiarato Maltagliati – perché conosco il potenziale del brand e la qualità dei suoi prodotti. E poi lavorare per il secondo produttore di biciclette al mondo è una responsabilità che sono davvero ben felice di prendermi».
Merida Italia e Simone Maltagliati potranno sviluppare progetti interessanti e stimolantiMerida Italia e Simone Maltagliati potranno sviluppare progetti interessanti e stimolanti
«La sede italiana di Merida si arricchisce di un’altra figura di riferimento del comparto ciclistico – ha ribattuto Gianluca Bonanomi, Sales Director di Merida Italy, assieme a Maltagliati nella foto di apertura – una figura di lunga esperienza che senza alcun dubbio rappresenterà un valore aggiunto per l’azienda. Assieme si potranno sviluppare progetti molto interessanti. Con tutto il team, abbiamo già iniziato a lavorare sulle iniziative in corso e a definire quelle future».
A Simone Maltagliati i migliori auguri di buon lavoro da tutto il gruppo editoriale di bici.PRO.
La nuova Merida Silex è la bici Campione del Mondo gravel, eppure la competizione è solo una delle tante interpretazioni che permette questa piattaforma di prodotti. Abbiamo chiesto a Mohorich di presentarcela nell'immediato post Mondiale
REGGIO EMILIA – La Merida Silex è campione del mondo gravel grazie a Matej Mohoric. Poco più di due settimane prima del suo lancio ufficiale, la nuova Silex ha tagliato per prima il traguardo del secondo mondiale gravel della storia. Di sicuro il migliore spot possibile.
La Merida Silex cambia pelle e vestito, ma senza stravolgere completamente il progetto originale, diventando così una bici che strizza l’occhio anche al gravel race. Sotto il profilo del design mutua alcune soluzioni dellaScultura e della nuova Endurance GR(il layout del carbonio della Silex è diverso e specifico). Entriamo nel dettaglio.
Mohoric al traguardo di Pieve di SoligoMohoric al traguardo di Pieve di Soligo
Merida, il design e i dettagli
La tubazione dello sterzo con la nervatura nella sezione superiore. Il piantone, facilmente accostabile a quello della Scultura, come l’integrazione del blocchetto di chiusura del reggisella (con diametro da 27,2 millimetri). Ma anche il punto in cui si uniscono gli obliqui ai foderi bassi, che in parte ricorda quello della Reacto.
Sono molto più che semplici dettagli e rappresentano delle soluzioni tecniche che fanno parte del nuovo DNA dell’azienda taiwanese che progetta completamente in Germania.
La parte inferiore del tubo obliquo con lo spazio per il portaborraccia numero 3 (foto Merida)Rake aperto e steli lunghi adatti a sopportare del carico (foto Merida)FeedLock, ma si può montare anche il supporto per la borraccia classica (foto Merida)Adattatore per dischi da 180, studiato per dissipare il calore (foto Merida)La parte inferiore del tubo obliquo con lo spazio per il portaborraccia numero 3 (foto Merida)Rake aperto e steli lunghi adatti a sopportare del carico (foto Merida)FeedLock, ma si può montare anche il supporto per la borraccia classica (foto Merida)Adattatore per dischi da 180, studiato per dissipare il calore (foto Merida)
Gravel prima di tutto
La nuova Silex è una bici gravel prima di tutto, con geometrie moderne (l’angolo dello sterzo a 69,5° comune a tutte le taglie) e con un concetto di sviluppo che punta alla versatilità. Proprio in quest’ottica sono una conferma la possibilità di montaggio delle borse sulla forcella (sopra l’orizzontale e anche nella zona a ridosso del nodo sella), il terzo portaborraccia sotto l’obliquo ed il dropper-post telescopico da 27,2 millimetri di diametro, ma anche i parafanghi (anteriori e posteriori).
Si può montare il deragliatore per la guarnitura con la doppia corona. Inoltre c’è anche il nuovo FeedLock sul tubo obliquo per il portaborraccia, che nell’eventualità può essere sostituito con il supporto tradizionale con le due viti (e i magneti FeedLock possono essere montati sulle viti del profilato verticale).
La testa “alta” della forcella e lo sterzo Merida Design (foto Merida)Un nodo molto strutturato (foto Merida)Tanto spazio tra la gomma, il piantone e gli obliqui (foto Merida)C’è lo spazio per una bag vicino al nodo sella (foto Merida)La testa “alta” della forcella e lo sterzo Merida Design (foto Merida)Un nodo molto strutturato (foto Merida)C’è lo spazio per una bag vicino al nodo sella (foto Merida)Tanto spazio tra la gomma, il piantone e gli obliqui (foto Merida)
Nuove soluzioni per la Silex
Facendo un passo indietro e tornando ad argomentare le quote geometriche, ci troviamo una nuova Merida Silex più lunga (grazie ad un reach maggiorato) che permette di sfruttare attacchi manubri più corti. Una soluzione mutuata da diverse aziende che hanno un know-how importante in ambito mtb. La nuova Silex però ha accorciato lo sterzo ed allungato i foderi della forcella, nell’ottica di offrire tanta stabilità.
Si possono montare pneumatici fino a 45 millimetri di sezione (42 quando ci sono i parafanghi), una corona con un massimo di 46 denti (monocorona) e il plateau 50-34 (in caso di corona doppia). Molto importante è l’aspetto tecnico legato al diametro dei dischi freno, che arriva fino a 180 millimetri (buona parte delle gravel presenti sul mercato permettono una tolleranza massima di 160 millimetri).
I foderi bassi si aprono verso l’esterno (foto Merida)Il disegno della parte centrale della SilexSi può montare il deragliatore I foderi bassi si aprono verso l’esterno (foto Merida)Il disegno della parte centrale della SilexSi può montare il deragliatore
Cuscinetti e manutenzione facilitata
La scatola del movimento centrale è una classica BSA con filettatura e larga 68 millimetri. Significa che i cuscinetti sono montati esternamente al telaio con le apposite calotte, non sono a pressione. Il design dei foderi bassi del carro in questo punto limita in parte il montaggio di power meter con sensore alla pedivella non-drive.
I telai disponibili sono due, uno in carbonio CF (il modulo di carbonio è comune a tutte le nuove Silex ed ha un valore dichiarato di 1.220 grammi) e quello in alluminio (1.900 grammi dichiarati). La forcella è full carbon (540 grammi) ed è comune a tutti gli allestimenti. La nuova Merida Silex è compatibile con la forcella ammortizzata Rock Shox Rudy.
Allestimento 70004000, sempre in carbonio700, la top in alluminioSilex 400 in alluminioAllestimento 70004000, sempre in carbonio700, la top in alluminioSilex 400 in alluminio
Allestimenti e prezzi
Le taglie disponibili sono 5, dalla XS fino alla XL. Le versioni per la Silex in carbonio CF2 sono 3 (nei prossimi mesi ne arriverà una quarta): 10K, 7000 e 4000. Per la Lite con telaio in alluminio sono 3: 700, 400 e 200. Per ora non è prevista “la Team Replica” come quella di Mohoric.
Le Silex 10K sono quelle che prevedono il dropper-post (Sram Reverb Wireless), la trasmissione Sram Red eTap AXS (con deragliatore Eagle) e monocorona anteriore (power meter Quarq incluso), oltre alle ruote Reynolds in carbonio.
Merida Silex 7000, che si basa sulla nuova trasmissione meccanica Shimano GRX 12v e monocorona, ha le ruote Easton in alluminio e adotta il reggisella tradizionale (in carbonio). La 4000 ha la sempre la trasmissione Shimano GRX, ma con la configurazione a doppia corona e 10 rapporti posteriori.
In ambito alluminio, la configurazione 700 è molto versatile e strizza l’occhio anche ai bikers. La trasmissione GRX820 prevede la corona singola, ma la scala 10-51 per i pignoni. Le ruote sono Easton EA70 in alluminio. Gli allestimento 400 e 200 hanno le trasmissioni Shimano con la doppia corona anteriore. Dalla base del listino, fino all’apice il range di prezzo è compreso tra i 1.500 e 10.500 euro
Le prime pedalate sulla cresta appenninica dietro Reggio Emilia (foto Merida)Le prime pedalate sulla cresta appenninica dietro Reggio Emilia (foto Merida)
Le prime impressioni
Quello che emerge fin dalle prime battute è la grande stabilità. La nuova Silex è estremamente stabile, lo è nella zona dell’avantreno e lo è anche nel retrotreno. Non è una bicicletta nervosa e perentoria nelle risposte, si percepisce anche una certa lunghezza dell’interasse, il tutto a vantaggio del comfort e della sicurezza anche quando si affrontano punti off-road particolarmente scassati.
E’ facile capire che questa bici nasce prima di tutto per essere una gravel versatile, ben equilibrata e che permette un approccio semplificato da diverse tipologie di utenza e quando si apre il gas è comunque gratificante perchè non è “comodona”. Abbiamo pedalato la versione 7000, senza il reggisella telescopico.
FRANCOFORTE – Un progetto di successo come quello della Scultura di Merida cresce, amplia i suoi orizzonti e diventa anche gravel. Non snatura il suo DNA corsaiolo, e proprio l’Endurance GR si rivolge a quel delta di utenti che strizzano l’occhio al gravel veloce.
Spazio per gli pneumatici fino a 35 millimetri, possibilità di montare i parafanghi, oltre ad una geometria dedicata all’ambiente endurance. Vediamo le caratteristiche principali della nuova Merida.
In fiera a Eurobike abbiamo fotografato l’allestimento 8000In fiera a Eurobike abbiamo fotografato l’allestimento 8000
Scultura: un nome, una garanzia
L’ultima versione della Scultura, quella in dotazione ai corridori del Team Bahrain-Victorious è una bici molto apprezzata ed ambita. Lo è per la sua leggerezza, ma anche per il suo comfort funzionale, lo è per la reattività e capacità di adattarsi anche nel corso delle salite più dure.
Ovviamente la versione Endurance GR è molto differente, maggiormente votata ad un contesto “amatoriale e di appassionati”, meno all’agonismo, se pur alcune caratteristiche tecniche la inseriscono di diritto in un segmento gravel race. Anche l’impatto visivo mostra delle diversità importanti.
Di fatto la nuova Merida Scultura Endurance GR è una bici da strada a tutti gli effetti, che adotta dei canoni moderni di sviluppo, come ad esempio il passaggio ampio per le gomme, reach e stack maggiorati.
I foderi bassi del carro, sagomatiIl nodo sella integra il blocchetto per il reggisellaFoderi obliqui schiacciati e ponticello di unione tra i dueLa scatola centrale, molto simile a quella della sorella in versione proI foderi bassi del carro, sagomatiIl nodo sella integra il blocchetto per il reggisellaFoderi obliqui schiacciati e ponticello di unione tra i dueLa scatola centrale, molto simile a quella della sorella in versione pro
Telaio full carbon
Il telaio e la forcella sono completamente in carbonio. Marchio di fabbrica sono la sezione e il disegno dello sterzo, con il tipico rinforzo nella parte alta del profilato. La scatola del movimento centrale è larga 86,5 millimetri e proprio questa sezione ricorda da vicino la forma adottata per la sorella in versione team replica. E’ un comparto abbondante, voluminoso dove si innestano il piantone (altrettanto voluminoso e i due foderi bassi asimmetrici.
Proprio i foderi bassi, che sembrano ricordare una clessidra, sono molto diversi da quelli obliqui, schiacciati e sfinati, dritti. Questi ultimi nella parte alta mostrano un ponticello in lega metallica, che funge da supporto per eventuali parafanghi, oppure per un piccolo telaio di supporto per una borsa.
E’ di grandi dimensioni il nodo sella, con un seat-post di 27,2 millimetri, soluzione sempre apprezzabile ed efficiente in termini di dissipazione delle vibrazioni.
Una bici con dei volumi importanti in ogni sezioneIl tubo sterzo, tipico design MeridaUna bici con dei volumi importanti in ogni sezioneIl tubo sterzo, tipico design Merida
Diamo alcuni numeri
Il peso (dichiarato e nella misura media) del telaio è di 1124 grammi, con un reach di 38 centimetri e uno stack di 58,4, numeri che confermano una certa comodità delle geometrie.
In Italia sarà disponibile una sola versione, ovvero la Merida Scultura Endurance GR 3000, con un prezzo di listino che si aggira sui 3.000 euro.
Il Tour de France è oramai in rampa di lancio, e le Merida Reacto e Scultura Team della Bahrain Victorious si presenteranno al via da Bilbao in una versione estremamente originale caratterizzata da design cromatico unico e ispirato alla tradizione millenaria della pesca e del commercio di perle nel Bahrain.
Risalente a oltre 4.000 anni fa, la pesca e il commercio delle perle ha rappresentato l’economia del Bahrain una fiorente attività economica: per molti secoli una vera e propria spina dorsale dell’economia del paese arabo che si affaccia sul Golfo Persico. Con questa “limited edition” Merida ha voluto celebrare questa pratica millenaria. Il design Pearl Edition intende catturare la bellezza naturale di queste gemme marine, con dettagli verde acqua che richiamano le trasparenze del Golfo Persico e sottili tocchi dorati a rappresentare il bagliore delle perle. La nuova colorazione interesserà anche le divise, i caschi, le borracce e le auto della squadra, e sarà ammirabile esclusivamente durante il Tour de France in procinto di partire dai Paesi Baschi.
La colorazione bianca è pensata per omaggiare la tradizione della pesca nello stato del BahrainLa colorazione bianca è pensata per omaggiare la tradizione della pesca nello stato del Bahrain
Sei esemplari in vendita
Sotto la scintillante verniciatura bianco perla, blu e oro, le biciclette della squadra mantengono però le proprie caratteristiche… La Reacto Team si conferma come la prima scelta per le tappe veloci e pianeggianti, andando a giocare un ruolo decisivo in testa al gruppo nelle volate finali. La Scultura Team, invece, mette in campo le sue eccezionali doti di bicicletta da salita grazie ad un comfort da leader di categoria unito ad una maneggevolezza estremamente precisa.
Le Scultura Team e le Reacto Team Pearl Edition Bahrain Victorious Tour de France 2023 saranno disponibili in edizione limitata in soli tre pezzi ciascuna (dunque appena sei complessive) per gli appassionati e collezionisti italiani che desidereranno possedere una bicicletta davvero più unica che rara.
La novità riguarda tutti gli accessori: divise, caschi e borracceLa novità riguarda tutti gli accessori: divise, caschi e borracce
Ricordiamo che il marchio taiwanese Merida è stato fondato nel 1972 nella città di Yuanlin, e che il nome dell’azienda nasce dalla traduzione delle tre sillabe “Me-Ri-Da” che indicano l’obiettivo di realizzare soltanto prodotti di alta qualità, consentendo a chiunque di raggiungere i propri traguardi nel modo più piacevole possibile.
Produzione a Taiwan e centro di ricerca e sviluppo dei prodotti Merida in Germania, rappresentano un binomio perfetto e di successoche rende Merida uno dei brand di riferimento nel settore, anche in virtù di una offerta che spazia dalle biciclette da strada alle Mtb, dalle bici elettriche a quelle per bambino.
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Il Team Bahrain Victorious ed i suoi partner presentano ufficialmente una nuova livrea cromatica che verrà utilizzata al prossimo Tour de France (1-23 Luglio 2023). Si chiama Pearl-Inspired e vuole celebrare la regione che viene anche definita la perla del golfo arabo.
Merida con le biciclette, Rudy Project con i caschi e gli occhiali, Alè Cycling per l’abbigliamento ed Elite che fornisce le borracce, hanno collaborato in modo attivo per disegnare e produrre i nuovi equipaggiamenti.
Mohoric posa per la presentazione ufficiale della nuova livrea (foto Team Bahrain Victorious)Mohoric posa per la presentazione ufficiale della nuova livrea (foto Team Bahrain Victorious)
L’iniziativa del team
Forse non tutti sanno che lo sviluppo industriale e turistico del Regno del Bahrain, quello dei tempi moderni, pone le basi del successo in un’epoca passata, dove l’economia della regione araba si fondava sul mercato delle perle. Oggi il cuore pulsante della regione del Bahrain è molto diverso, grazie ad un’industria petrolifera e di produzione di risorse energetiche molto attiva, ma che al tempo stesso non dimentica le sue origini.
Ed ecco che The Oil and Gas Company-Bapco Energies, in capo alla Holding di cui fa parte integrante anche il team di ciclismo, vuole celebrare questa sorta di Brand Identity rivolto al futuro. Le sostenibilità e l’ambiente non possono più passare in secondo piano.
La colorazione delle nuove Merida in vista del TDF (foto Team Bahrain Victorious)Il kit è disegnato da Alé Cycling ed è della linea PR.s (foto Team Bahrain Victorious)Casco e occhiali Rudy Project Peral-Inspired (foto Team Bahrain Victorious)La colorazione delle nuove Merida in vista del TDF (foto Team Bahrain Victorious)Il kit è disegnato da Alé Cycling ed è della linea PR.s (foto Team Bahrain Victorious)Casco e occhiali Rudy Project Peral-Inspired (foto Team Bahrain Victorious)
Il colore perlato
La colorazione con la finitura perlata è il punto di unione che ha coinvolto i diversi partner del Team Bahrain Victorious, così come l’azzurro e la colorazione oro. Per celebrare l’iniziativa Merida ha preparato i due modelli di bici usate dai corridori, Scultura e Reacto, con la livrea bianco-perla che adotta dei richiami azzurri ed il logo rappresentativo. Le scritte sono di colore oro e l’allestimento non prevede variazioni, con la trasmissione Shimano, le ruote ed il cockpit Vision, oltre alle selle Prologo. Allo stesso modo anche Elite ha prodotto le borracce che si intonano alle biciclette ed al kit di Alè Cycling.
L’abbigliamento Alè è della categoria PR.s, ovvero il massimo disponibile ad oggi, in termini applicazioni tecnologiche dei tessuti e vestibilità. Il nuovo logo prende il suo spazio al centro della maglia, con un chiaro richiamo ad un futuro più sostenibile. La stessa combinazione di colori richiama la natura più da vicino.
Rudy Project ha disegnato per l’occasione una serie di caschi ed occhiali che verrano utilizzati dagli atleti. I caschi con una livrea perlata mescolano l’azzurro ed il dorato, con le peculiarità tecniche dei materiali che rimangono invariate. Gli occhiali avranno le lenti con una “specchiatura gold”.
Dopo aver analizzato le curiosità viste al Giro d’Italia2023, entriamo nel dettaglio delle scelte di alcuni protagonisti sulle bici che si sono date battaglia sulle salite. Inoltre, la vittoria di Roglic in cima al Monte Lussari, sdogana la monocorona in un grande Giro e in una frazione con arrivo in salita. Vince Roglic, vincono le sue gambe ed il suo team, ma anche la scelta tecnica non passa inosservata.
La Pinarello di Thomas e le scelte di Caruso per la sua Merida Scultura. Le preferenze di Almeida per la sua Colnago e le combinazioni usate da Roglic. Entriamo nel dettaglio.
La Pinarello Dogma del gallese settata per l’ultima salita del Giro50/34 anteriore per Thomas, la scelta per salire al Monte LussariLe ruote C-36 di Thomas con la valvola in ergalIl ferma catena montato sulla bici di ThomasUna Fizik Antares Versus Adaptive per ThomasAnche al Giro sempre con la Merida Scultura54/40 e 11/34 sulla Merida di Caruso, con le nuove Vision SL45La Pinarello Dogma del gallese settata per l’ultima salita del Giro50/34 anteriore per Thomas, la scelta per salire al Monte LussariLe ruote C-36 di Thomas con la valvola in ergalIl ferma catena montato sulla bici di ThomasUna Fizik Antares Versus Adaptive per ThomasAnche al Giro sempre con la Merida Scultura54/40 e 11/34 sulla Merida di Caruso, con le nuove Vision SL45
Stessi rapporti, ruote diverse
La Pinarello Dogma di Thomas e la Merida Scultura di Damiano Caruso hanno in comune la trasmissione Shimano Dura Ace a 12 rapporti. Per le grandi salite i due campioni hanno scelto le medesime combinazioni dei rapporti, ovvero 54-40 anteriore e 11-34 posteriore (esclusa la cronometro del Monte Lussari, dove entrambi hanno utilizzato la combinazione 50/34 e 11/34). Però le ruote usate dai due corridori sono molto diverse, una questione di marchio, ma anche per costruzione e profilo. Abbiamo chiesto una battuta ai loro meccanici, Matteo Cornacchione del Team Ineos-Grenadiers e Ronny Baron del Team Bahrain Victorious. Interessante inoltre l’utilizzo dai tubeless Continental 5000 TT da 28, montati sulle ruote di Thomas, più leggeri (e veloci) rispetto alla versione tradizionale.
«Thomas – spiega Cornacchione – è un corridore che non ama sperimentare le soluzioni dell’ultimo minuto. E’ molto preparato e intelligente sotto diversi aspetti, ma considerando anche la sua esperienza e il fatto che non è più un ragazzino, non ama provare le soluzioni tecniche che non ha mai testato in precedenza. Nelle tappe più dure, oltre ai pignoni con il 34 posteriore, ha chiesto anche le ruote dal profilo medio/basso: le C36 di Shimano con una valvola superleggera in ergal e sempre con i tubeless».
«Rispetto al Giro d’Italia 2022 – dice invece Baron – le scelte di Caruso non sono cambiate in merito ai rapporti, con il 54-40 anteriore e 11-34 posteriore. Sono cambiate invece le ruote, perché ora abbiamo ufficialmente in dotazione l’ultima versione delle Vision, la SL45, sviluppata anche grazie ai feedback dei nostri corridori e di noi meccanici. Il prodotto è stato alleggerito, la forma del cerchio è ottimizzata per alloggiare e sfruttare tubeless da 28 e 30 millimetri, oltre ad un mozzo posteriore che è stato reso ancor più veloce e senza spazi vuoti nel meccanismo d’ingaggio».
La R5 di Roglic con la trasmissione XPLR gravelIl fermacatena sulla R5 con la trasmissione “non convenzionale”10/40 Sram XPLRGli inserti grippanti sul manubrio di RoglicRoglic ha montato anche i comandi satellitari BlipsL’ultima versione della Antares per RoglicMozzo DT Swiss 180 Spline e scala 10-33 per le ruote da salitaL’anteriore da 34 millimetriI tubeless Vittoria Speed da 25 usati da Roglic sulla bici con la monocoronaLa R5 di Roglic con la trasmissione XPLR gravelGli inserti grippanti sul manubrio di RoglicIl fermacatena sulla R5 con la trasmissione “non convenzionale”10/40 Sram XPLRRoglic ha montato anche i comandi satellitari BlipsL’ultima versione della Antares per RoglicMozzo DT Swiss 180 Spline e scala 10-33 per le ruote da salitaL’anteriore da 34 millimetriI tubeless Vittoria Speed da 25 usati da Roglic sulla bici con la monocorona
La Cervélo R5 di Roglic
Lo sloveno ha la trasmissione Sram, fattore che comporta anche una rapportatura completamente differente. L’accoppiata delle corone anteriori scelta da Roglic è 52-39, soluzione usata anche sulla Cervélo S5. La variazione da sottolineare è legata alla scelta dei pignoni, preferendo la combinazione 10-33 usata in salita, invece della 10-28 usata in tappe “standard”. Ma nel corso delle ultime due frazioni di salita (escludendo la scalata alle Tre Cime di Lavaredo e la salita al Monte Lussari), Roglic dietro ha chiesto e fatto montare il 36.
Durante l’ascesa alle Tre Cime e nel corso della cronoscalata alla cima Lussari, Roglic ha usato una Cervélo R5 con la trasmissione Sram XPLR, sviluppata in origine per un contesto gravel. Monocorona anteriore da 42 denti e pedivelle lunghe 170 millimetri e una scala pignoni 10-44. La scelta ha obbligato l’impiego di un bilanciere posteriore XPLR specifico, con una gabbia più lunga rispetto al classico Sram Red e un fermacatena Wolf Tooth (usato anche da Van Aert nel ciclocross).
Le ruote Reserve, profilo da 34 per l’anteriore e 37 per il retrotreno (montate anche sulla bici con il monocorona, ma con i tubeless Vittoria da cronometro con sezione da 25). Il mozzo è un DT Swiss Spline 180. I cerchi full carbon di queste ruote hanno un canale interno con una larghezza differenziata, 23 millimetri davanti e 22 dietro. Roglic è solito utilizzare i tubeless Vittoria Corsa da 28. Il corridore sloveno utilizza anche l’ultima versione della Fizik Antares con foro centrale. Sul manubrio Vision Metron 5D è stato applicato un inserto adesivo per aumentare il grip quando lo svolveno ha appoggiato gli avambracci.
La Colnago V3Rs di Almeida usata per la cronoscolata54-36, le corone usate da Almeida per la scalata al LussariLe corone Carbon-Ti, un’opera d’arte, tra alluminio e carbonioCome Thomas, anche Almeida ha usato i tubeless TTLe Enve basse usate da Almeida in occasione dell’ultima scalataLa Colnago V3Rs di Almeida usata per la cronoscolata54-36, le corone usate da Almeida per la scalata al LussariLe corone Carbon-Ti, un’opera d’arte, tra alluminio e carbonioCome Thomas, anche Almeida ha usato i tubeless TTLe Enve basse usate da Almeida in occasione dell’ultima scalata
La Colnago V4Rs di Almeida
E’ del tutto paragonabile a quella normalmente usata da Pogacar. Il kit telaio è un Colnago V4Rs, la sella è una Prologo Scratch M5, mentre il manubrio è Enve integrato. Enve sono anche le ruote, della serie SES 4.5 con i tubeless Continental da 28 millimetri.
L’atleta portoghese continua ad utilizzare le corone della Carbon-Ti sulla bici numero 1, mentre su quella di scorta la guarnitura supporta quelle standard Shimano. A prescindere da questo particolare, Almeida è solito utilizzare la combo 54-40 e 11-34.
La Colnago numero 1 di Almeida è stata modificata nella rapportatura e per quanto concerne le ruote in vista della scalata al Lussari. Tutta diversa, rispetto ai colleghi, la scelta delle corone anteriori: 54/36 leggerissime della Carbon-Ti, pignoni posteriori 11/34 e ruote Enve SES 2.3 con tubeless Continental TT da 28.