Sulla schiena di Van der Poel, lo sguardo del fisioterapista

07.01.2022
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Quando c’è di mezzo un fuoriclasse come Mathieu Van der Poel ogni notizia ha un’eco sconfinata. Figuriamoci se poi lui, campione in carica uscente, annuncia che non parteciperà al mondiale di ciclocross di Fayetteville negli Stati Uniti il prossimo 30 gennaio.

Il mal di schiena causato dalla clamorosa caduta all’inizio della prova olimpica di Mtb il 26 luglio non gli dà tregua. Da quel giorno è stato fermo fino al 12 settembre rientrando alla Antwerp Port Epic (vincendo) e disputando, non senza fastidio, altre quattro gare, chiuse il 3 ottobre col secondo posto alla Roubaix dietro Colbrelli. Poi altro lungo periodo di stop (forzato?) e ritorno in gara il 26 dicembre nella prova di coppa del mondo di ciclocross a Dendermonde concludendo secondo dietro Van Aert. Ventiquattro ore dopo, a Zolder nel Superprestige, il ritiro a metà gara e nuovi interrogativi sul suo stato di salute.

Nel finale di stagione Van der Poel è stato protagonista alla Roubaix, ammettendo di aver avuto mal di schiena
Nel finale di stagione Van der Poel è stato protagonista alla Roubaix

In questo lasso di tempo tutti si sono scatenati sulle sue condizioni, sulle relative diagnosi e cure per rivederlo senza più dolori. Noi abbiamo voluto sentire Maurizio Radi, fisioterapista e titolare della FisioRadi Medical Center di Pesaro (in cui è stato sviluppato il programma specifico “Scienza e Salute del ciclista”), che tra cestisti, calciatori e sciatori ha trattato tanti casi di infortuni. Gli abbiamo sottoposto le istantanee della caduta di Van der Poel per provare a capirne di più.

Maurizio, data la tua lunga esperienza ed osservando queste foto, che tipo di trauma potrebbe aver subìto?

A prima vista sembra una problema nella zona dorso-lombare o lombo-sacrale. In una botta così forte però bisogna considerare cosa avviene nella caduta come stress, se per un colpo diretto o in torsione. Il rachide può subire un trauma in compressione o in distorsione. Poi bisogna vedere se la bici ha fatto leva sul suo corpo. Comunque penso che quello che ad oggi gli dia fastidio sia una sofferenza discale, data per un’ernia o una protusione.  

Rivedendo la scena, Van der Poel pensava di trovare la pedana e invece nel salto sembra che finisca nel vuoto a corpo morto. Nelle conseguenze fisiche, può aver inciso essere stato impreparato mentalmente alla caduta?

Sicuramente sì. Se tu pensi di affrontare un tratto di percorso sapendo già cosa ti attende (VdP aveva fatto la ricognizione il giorno prima in cui c’era la passerella, ndr) ed invece ti viene a mancare il terreno sotto i piedi è normale che ti possa fare ancora più male. A lui è successo questo, non era pronto all’impatto. E’ atterrato senza poter fare nulla, anche se era obiettivamente difficile fare qualcosa per restare in piedi o cadere meglio. E’ ovvio che da un campione del genere non ti aspetteresti una distrazione simile ma può capitare anche ai migliori.

Il momento del drop, in cui Van der Poel si rende conto che la passerella non c’è
Il momento del drop, in cui Van der Poel si rende conto che la passerella non c’è
Dolore a parte e sempre dal punto di vista mentale, il suo recupero può essere rallentato proprio da questo aspetto?

Certo, è proprio un discorso che stavo per fare. Van der Poel è un grande atleta, ha vinto tanto, non gli è mai successo nulla di grave prima ma questo è il suo primo vero problema fisico. Il suo recupero non è più legato solamente all’infortunio, ma anche al lato emotivo. Adesso lui non deve allenarsi per vincere ma per tornare a star bene. Fisiologia e biologia vogliono il loro tempo, che permetta ai tessuti di recuperare, specialmente per un atleta di così alto livello che fa tante discipline.

Appunto, tra gli impegni di strada, Mtb e ciclocross e pressioni di sponsor, squadra o tifosi, immaginiamo che Van der Poel non abbia potuto svolgere un normale recupero…

Intanto va detto che lui ha corso su discipline in cui produce tre sforzi diversi, con sollecitazioni diverse che non gli hanno fatto bene. Senza contare anche le tre posizioni diverse sulle relative bici. Forse poteva evitare di preparare la stagione del cross. Hanno corso un rischio, ma tra i professionisti il rischio fa parte del mestiere. Non c’è una soluzione assoluta, difficile dire se abbiano fatto bene o male a farlo correre. Gli atleti di alto livello hanno tempi di recupero migliori di una persona normale e talvolta te ne accorgi solo quando vanno sul campo di gara sotto sforzo. In tutto questo però vorrei aggiungere una cosa.

La caduta è rovinosa e senza possibilità di proteggersi in alcun modo
La caduta è rovinosa e senza possibilità di proteggersi in alcun modo
Certo, quale?

Nella cassa di risonanza che ha avuto questa notizia, io sono più per sostenere ciò che ha fatto Van der Poel piuttosto che criticarlo come hanno fatto in tanti. Senza entrare nel merito, credo che il suo staff medico abbia seguito le strategie corrette, poi l’intoppo sta sempre dietro l’angolo.

Chiudendo Maurizio, ora lui cosa dovrebbe fare?

Non voglio dare terapie. Da appassionati di ciclismo ci dobbiamo aspettare solo che lui guarisca e che rientri solo quando starà veramente bene. La fretta spesso ti porta ad inseguire e sprecare più tempo del previsto. Van der Poel è ancora giovane, ha davanti a sé ancora dieci anni di attività. Meglio che perda qualche mese adesso piuttosto che compromettere la carriera.

Fisioradi e Ca’ Virginia: le Marche, la bici e una visione comune

30.11.2021
3 min
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Fisioradi Medical Center e Cà Virginia Country House: due realtà imprenditoriali marchigiane, molto diverse tra loro, che da sempre strizzano l’occhio al ciclismo. Due amici – Maurizio Radi e Giacomo Rossi – che condividono la passione per le due ruote e ideando appuntamenti dove la bicicletta è assoluto protagonista.

L’evento “Serata di grande ciclismo” si è svolto nella splendida cornice di Cà Virginia, un rustico padronale dei primi del XIV secolo
La serata si è svolta nella cornice di Cà Virginia

Serata di grande ciclismo

Proprio come avvenuto venerdì 26 novembre in occasione di una bellissima cena, andata rapidamente “sold out” e denominata “Serata di grande ciclismo”. Che nella magnifica struttura del Cà Virginia ha visto come protagonisti alcuni giovani campioni con idee ben chiare sui propri (ambiziosi) obiettivi. Tra questi – tutti premiati – Giovanni Carboni (foto di apertura), Gianmarco Garofoli, Gidas Umbri e Alice Palazzi, ai quali si sono affiancati anche alcuni ex professionisti sempre marchigiani come Andrea Tonti e Federico Canuti. La serata ha anche consentito la raccolta di fondi devoluti alla Marina Romoli Onlus. Un’associazione presieduta dalla stessa Marina Romoli, anch’essa presente al Cà Virginia, per sensibilizzare il tema della sicurezza stradale.

Durante la serata c’è stata una raccolta fondi per la Onlus Marina Romoli
C’è stata anche una raccolta fondi per la Onlus Marina Romoli

Sinergia e passione

Il Cà Virginia Country House, un rustico padronale dei primi del XIV secolo ristrutturato con sostenibilità e attenzione ai dettagli all’ecologia e all’ambiente. Si trova lungo la Valle del fiume Foglia, tra Pesaro e Urbino. La sua posizione , a pochi chilometri dalla città patrimonio UNESCO di Urbino, rappresenta un importante valore aggiunto per poter rendere una vacanza in bici nelle Marche al tempo stesso rilassante, memorabile e speciale.

Fisioradi Medical Center è invece da ben 25 anni un sinonimo di salute a Pesaro. Un nuovissimo poliambulatorio quello coordinato da Maurizio Radi, recentemente inaugurato, attrezzato, e realmente all’avanguardia, dove convergono ogni giorno alcuni dei migliori specialisti della Regione, ma non solo…

Medicina dello sport (con l’originale protocollo “Scienza e salute del ciclista”), nutrizione e dietetica, cardiologia, ossigeno-ozonoterapia, chirurgia estetica, agopuntura, urologia e andrologia, ematologia, riabilitazione e fisioterapia: Fisioradi Medical Center rappresenta un partner sicuro per un futuro… in salute.

Fisioradi.it

Cavirginia.it

Fisioradi con Zico Pieri: evento sul “coaching” riuscito!

26.10.2021
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Il weekend del 22-23 ottobre scorso ha permesso lo svolgimento di un evento – riuscito – organizzato dal Fisioradi Medical Center di Pesaro. Un incontro al quale abbiamo anche avuto la possibilità di partecipare in prima persona.

Forza mentale motore del successo…

Il “primo tempo” di questa due giorni organizzata da Maurizio Radi, che del Fisioradi Medical Center è il titolare, ha fatto convergere presso la nuova struttura del centro decine di appassionati ciclisti. Ma non solo, per ascoltare il Mental Coach Zico Pieri. “La forza mentale per vincere nella vita come nello sport”: questo il titolo della serata che ha messo una volta di più al centro dell’attenzione la grande iniziativa “Stelvio Unlimited” che lo stesso Zico Pieri ha portato a termine la scorsa estate.

A sinistra il mental coach Zico Pieri, al suo fianco Maurizio Radi titolare del Fisioradi Medical Center
A sinistra il mental coach Zico Pieri, al suo fianco Maurizio Radi

Di cosa si è trattato? Per trenta giorni – dal 17 giugno al 17 luglio scorso – Pieri ha scalato consecutivamente sempre una stessa salita. Non una qualunque, ma quella mitica che da Bormio porta al Passo dello Stelvio a quota 2.757 metri. 21,5 chilometri con un dislivello positivo di ben 1.532 metri.

«Trenta giorni di immersione totale alla ricerca delle mie potenzialità fisiche e mentali – ci ha lui stesso confidato – senza vincoli, in piena libertà e in piena connessione con la natura. Ho pedalato tutti i giorni, partendo intorno alle 4 per poi rientrare a tramonto inoltrato. Cena, ghiaccio, massaggio e via a letto per una dormita che non è mai durata oltre quattro ore. Per la mia impresa ho potuto contare su un amico che da subito ha creduto nel progetto e che effettivamente mi ha supportato alla grande. Parlo di Daniele Schena, il titolare dell’Hotel Funivia di Bormio e meglio conosciuto come Stelvio Man: senza alcun dubbio il miglior conoscitore del Re Stelvio al mondo».

La nuova sede del Fisioradi Medical Center: a Pesaro e inaugurata appena un mese fa!
La nuova sede del Fisioradi Medical Center: a Pesaro e inaugurata appena un mese fa!

Appuntamento da ripetere

La seconda parte di evento è invece trascorsa… in bicicletta: proprio come piace allo staff Fisioradi. Appuntamento mattutino presso il parcheggio della nuovissima sede del centro medico, adesso nel quartiere pesarese di Vismara, e poi via “a passo tranquillo” lungo le strade del lungomare e poi dell’entroterra tra Marche e Romagna. Un’occasione importante, offerta a tutti coloro che hanno partecipato all’incontro della sera precedente, per poter scambiare qualche battuta col sempre disponibile Zico su un tema delicato ed attualissimo quale quello appunto della forza mentale. Al rientro un ricco buffet ha atteso e… soddisfatto tutti coloro che hanno trascorso la mattinata in bicicletta.

«Sono felice della collaborazione e dell’amicizia che mi lega a Maurizio Radi. Lui sa, e ha sempre ammesso, quanto sia importante il cosiddetto motore-testa nella vita, nel lavoro e poi nello sport. Questo che abbiamo organizzato è stato un appuntamento che certamente riprogrammeremo. La nuova sede del Fisioradi Medical Center è poi davvero ideale per questo genere di iniziative, consentendo di potervi partecipare comodamente giungendo ad esempio anche dalla vicina Romagna… una vera e propria patria di ciclo amatori».

Fisioradi

Fisioradi Medical Center: inaugurata la nuova (super) sede

22.09.2021
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Il gran giorno dell’inaugurazione ufficiale è arrivato. La nuova “casa” a Pesaro del poliambulatorio specialistico, centro di riabilitazione diagnostica Fisioradi Medical Center ha finalmente aperto le porte. Proprio così. Allo scoccare dei primi vent’anni dall’inaugurazione – correva difatti l’anno 2001 – la struttura fondata da Maurizio Radi si è trasferita, rimanendo sempre nel comune di Pesaro… ma adesso in Via Lambro 15. Nel quartiere Vismara.

Il momento ufficiale in cui è stato inaugurato il nuovo centro Fisioradi Medical Center, il nastro lo taglia il Sindaco di Pesaro Matteo Ricci
Il momento ufficiale in cui è stato inaugurato il nuovo centro Fisioradi Medical Center, il nastro lo taglia il Sindaco di Pesaro Matteo Ricci

L’importanza del lavoro di squadra

«Nasco fisioterapista – ci ha confidato Radi – e inizialmente ho svolto la mia attività in un piccolo studio. Ricordo quegli anni come stagioni importantissime, di grande scuola e durante le quali ho avuto l’opportunità di lavorare moltissimo con le società sportive. Un esempio? La Scavolini Pesaro, allora nella A1 di basket. Con questa esperienza ho capito da subito l’importanza di un lavoro ben organizzato in equipe. Alla Scavolini mi relazionavo con medico sportivo, preparatore atletico, ortopedico e allenatore, intuendo che il mondo andava in una direzione diversa rispetto a quella di un piccolo professionista che lavora in solitaria.

«Oggi, alla base di questo importante passo in avanti con la nuova sede, dopo una crescita costante durata vent’anni, c’è la convinzione che una persona bisognosa di cure mediche preferisca affidarsi ad un unico referente dal quale ottenere una garanzia in termini di professionalità e servizio. Ecco, questo è quello che sentiamo di promettere da oggi in avanti attraverso il nostro ampliato ecosistema di servizi sanitari».

L’importanza del lavoro di squadra, grazie al quale è stato possibile realizzare questo importante progetto
L’importanza del lavoro di squadra, grazie al quale è stato possibile realizzare questo importante progetto

Il programma Scienza e Salute del ciclista

E il ciclismo rimane e rimarrà un riferimento molto importante per il Fisioradi Medical Center. Non a caso, negli ultimi anni è stato appositamente sviluppato il programma “Scienza e Salute del ciclista”. Un protocollo molto puntuale e specifico per tutti gli appassionati praticanti in grado di offrire un metodo esclusivo di allenamento, di valutazione, di alimentazione, di trattamenti e di programmi realizzati “su misura” per ogni singolo ciclista. Si parte dalla visita di idoneità sportiva fino ad arrivare alla valutazione e alla preparazione atletica.

Attrezzature al top

La nuova sede del Fisioradi Medical Center “misura” adesso 1.200 mq. (!) nei quali sono organizzati reception, sala d’attesa, 6 ambulatori medici, 8 stanze per i fisioterapisti. E ancora, una palestra attrezzata con macchinari d’ogni genere e di ultimissima generazione. Una piscina riabilitativa con tutti i comfort e le attrezzature per seguire ogni tipo di paziente. Un percorso vascolare, 5 bagni, uno spogliatoio uomini/donne che possono ospitare anche 45 persone, un polo diagnostico con Risonanza ad alto campo 1,5 tesla, TAC, telecomandato (RX), MOC, Mammografia, ecografia, elettromiografia. Tutti macchinari di ultimissima generazione. E poi ancora, una sala chirurgica con sala di sterilizzazione idonea a poter svolgere interventi in “day surgery”… I medici di supporto sono circa 50 coprendo di fatto tutte le branche specialistiche. La struttura è dotata di un parcheggio privato con ben 25 posti auto. Oltre ad un parcheggio specifico per biciclette e motorini.

Ristrutturazione ecosostenibile

Durante i lavori di ristrutturazione – durati il tempo record di 5 mesi e coordinati dall’Architetto Leoni – una grande attenzione è stata rivolta al tema della sostenibilità ambientale. Di fatto, la nuova sede del Fisioradi Medical Center è il risultato della rigenerazione totale di un ex capannone artigianale in abbandono. Il recupero è stato particolarmente attento all’involucro dell’edificio mediante la creazione di un cappotto termico in grado di efficientare ed abbattere la trasmittanza termica, così come l’impiego di nuovi infissi in Pvc. Il centro inoltre è stato attrezzato per la produzione di energia elettrica grazie ad un impianto fotovoltaico pari a 30 kWh come media giornaliera rispetto alla produzione complessiva annua. Tutti i materiali derivanti dalla demolizione che potessero essere recuperati per riempimenti sono stati riutilizzati.

fisioradi.it

Stelvio Unlimited Zico Pieri

Stelvio Unlimited: per Zico Pieri un sostegno importante

17.06.2021
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Il Country House Cà Virginia, una delle strutture alberghiere più raffinate delle Marche, nonché riconosciuto ed attrezzatissimo bike hotel fra i migliori d’Italia, ha rappresentato la location ideale per la recente presentazione del progetto Stelvio Unlimited: la nuova impresa in bicicletta ideata ed organizzata da Giacomo “Zico” Pieri.

Scoprire nuovi limiti

Ed è proprio dietro questa parola – “Unlimited” – che si svela la vera essenza di Zico. La sua voglia di miglioramento continuo, la sua necessità di scoprire nuovi limiti esplorando, attraverso nuove imprese decisamente fuori dall’ordinario. Il progetto Stelvio Unlimited nasce nella mente di Zico Pieri subito dopo aver concluso il quadruplo Everesting nel giugno 2019.

Uno Stelvio lungo 30 giorni

«L’ unico numero che ho deciso di associare all’evento Stelvio Unlimited è 30 – dice Zico Pieri – ovvero i giorni di durata dall’iniziativa: dal 17 giugno al 17 luglio 2021. Trenta giorni di immersione totale alla ricerca delle mie potenzialità fisiche e mentali senza vincoli, in piena libertà e in piena connessione con la natura. La volontà è quella di partire tutte le mattine intorno alle 4 e poi pedalare fino al tramonto inoltrato. Cena, ghiaccio, massaggio e via a letto per una dormita di circa quattro ore, che ritengo necessaria per tentare di resistere fisicamente e psicologicamente per 30 giorni sempre nella stessa salita: quella mitica che da Bormio porta fino in cima al Passo dello Stelvio a quota 2.757 metri (21,5 chilometri per un dislivello positivo di ben 1.532 metri)».

Il supporto di Stelvio Man

«Per la mia impresa potrò contare su un amico che da subito a creduto nel progetto e che mi supporterà alla grande. Parlo di Daniele Schena, il titolare dell’Hotel Funivia di Bormio e meglio conosciuto come Stelvio Man. Senza alcun dubbio il miglior conoscitore del Re Stelvio al mondo! Al mio fianco avrò il mio prezioso team ed i miei collaboratori, che saranno fondamentali per mantenere sempre la giusta lucidità nelle decisioni che prenderemo».

Zico Pieri si prepara per un'altra sfida sullo Stelvio
Zico Pieri si prepara per un’altra sfida sullo Stelvio
Zico Pieri si prepara per un'altra sfida sullo Stelvio
Zico Pieri si prepara per un’altra sfida che lo vedrà impegnato sul mitico Stelvio

Fondi per il Meyer e il progetto Play Therapy

E’ importante mettere in evidenza che la Stelvio Unlimited avrà anche un risvolto benefico molto significativo.
«Con i fondi che raccoglierò durante l’evento – aggiunge Zico Pieri – sosterrò il progetto Play Therapy della Fondazione dell’Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze. La Fondazione Meyer da sempre porta avanti il proprio impegno nel mantenere elevato lo standard di accoglienza dei bambini e delle loro famiglie in ospedale. Questo avviene anche grazie agli interventi di Play Therapy e a tutti quei dettagli che creano intorno ai piccoli pazienti e ai loro genitori un ambiente il più sereno possibile. Il progetto Play Therapy si articola in molteplici attività fra cui la Pet Therapy, la Musica e i Clown in corsia, ma anche la LudoBiblio e l’ortogiardino».

Molti gli sponsor che supportano Stelvio Unlimited
Molti gli sponsor che supportano Stelvio Unlimited

La collaborazione + gli sponsor = la fiducia

Oltre alla preziosa collaborazione con Daniele Schena, e a quella più generale con l’Hotel Funivia, Giacomo “Zico” Pieri per poter portare a termine al meglio questa durissima iniziativa conterà sul supporto di Maurizio Radi di Fisioradi Center, del Prof. Ario Federici dell’Università di Urbino, di Spot on Bike, del fotografo Matteo Zanga e del videomaker bormiese Enrico Bigno Pozzi.
Sponsor e partner dell’evento saranno invece Montura e Rosti per l’abbigliamento, Fisioradi Center, Garmin, Enervit, Caffè Pascucci, Crainox, Groupama Assicurazioni, Italia Tartufi, Forno K2, l’Avis di Cagli, Il Gruppo Casavecchia, Rockolors, il negozio outdoor Big Wall di Fossato di Vico, Cicli Mastini Gomme, Eda Pieretti, la Easycom, Dynamic Sport e Fitness, Edil Quattro, la GBA e la pesarese EME, azienda quest’ultima ai vertici mondiali nel settore della produzione di macchinari per la riabilitazione.

L’intera Stelvio Unlimited verrà raccontata giorno-per-giorno sui profili social ufficiali di Giacomo “Zico” Pieri.

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Quei dolori alla schiena che i corridori ben conoscono

08.02.2021
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Corridori che fanno esercizi di allungamento per la schiena mentre ancora sono in sella. Si inarcano all’indietro, oppure fanno movimenti del collo. Quei 50 minuti a tutta sulla bici da crono, con la schiena inarcata a compensare la spinta delle gambe (in apertura Almeyda a Valdobbiadene, all’ultimo Giro). Le ore di sella portano con sé tutta una serie di dolorini a carico soprattutto della schiena e del collo, perché per quanto perfetta, la posizione in bicicletta non è mai troppo confortevole. Questa volta, pertanto, abbiamo chiesto al dottor Maurizio Radi, Fisioterapista e Osteopata, titolare del Centro Fisioradi di Pesaro, quali siano e a cosa siano dovuti gli acciacchi dei corridori in bicicletta. Essendo anche lui un accanito praticante, ha immediatamente colto nel segno.

La posizione in sella altera curve fisiologiche della colonna vertebrale (immagini antoninoraco.it)
La colonna sopporta curve anomale (immagini antoninoraco.it)
Il collo è in costante tensione per guardare la strada. Quali sono i muscoli o i nervi che vengono sollecitati da questa posizione? 

Per guardare avanti sulla strada, i muscoli del collo che vengono maggiormente sollecitati sono gli estensori perché la posizione non fisiologica li fa lavorare costantemente in contrazione. Inoltre la posizione in bici altera la serie delle curve fisiologiche della colonna vertebrale non solo cervicale ma anche dorsale e lombare. Inoltre dobbiamo considerare tutti i microtraumi, che si ripercuotono sulla zona cervicale e dorsale, provenienti dalla strada tipo vibrazioni e sobbalzi, che sono sempre in aumento viste le condizioni delle strade che vanno sempre più a degradarsi.

Quale tipo di massaggio o di rimedio si può adottare per essere certi che il collo recuperi scioltezza?

Prima di pensare al rimedio, consiglierei di fare tanta prevenzione cercando di lavorare sulla colonna ed i muscoli correlati con esercizi di streching, tonificazione muscolare ed esercizi di mobilità articolare. Dobbiamo iniziare a pensare che in bicicletta non si spinge solo con le gambe e quindi non dobbiamo dare per scontato che il nostro sistema osteo-articolare e muscolo-tendineo funzioni sempre perfettamente.

Tante ore in gruppo costringono l’atleta a una posizione che alla lunga si fa insopportabile
Tante ore in sella possono portare qualche fastidio
Il freddo può rendere la situazione più estrema?

Sicuramente si, basti solo vedere quante problematiche hanno quando piove o fa freddo gli stessi ciclisti professionisti. Purtroppo il corridore percepisce il freddo diversamente dagli altri sportivi, in quanto si tratta di uno sport ad alto impatto ventoso e questo porta grossi disagi all’apparato muscolo -articolare.

Qual è il massaggio che si fa di solito sulla schiena per restituirle elasticità?

Oggi conosciamo diverse tecniche di massaggio o direi meglio di terapia manuale. Io per la mia esperienza dico che vanno valutate le situazioni caso per caso. Possiamo andare da un massaggio rilassante ad un massaggio trasverso profondo a sedute di fibrolisi o graston technique, fino ad avvalersi del supporto dalla terapia strumentale (tipo Tecar, laser ecc.)

Si lavora su fasce muscolari, ma notiamo spesso il massaggiatore indugiare lungo la colonna: che cosa fa?

Il corpo umano è una macchina perfetta fatta di tanti muscoli, ossa articolazioni tutte connesse tra di loro, tutte innervate dal sistema nervoso che parte dalla colonna vertebrale dove qualsiasi individuo ha qualche sofferenza. Quindi un ciclista come già detto precedentemente, visto la postura che tiene in bicicletta per ore, la mette sotto stress sicuramente  più di altri e quindi è per questo che il massaggiatore ci lavora per tanto tempo.

Il massaggio alla schiena è alla base del recupero (foto Andrea Righeschi)
Il massaggio agevola il recupero (foto Andrea Righeschi)
I corridori parlano a volte di formicolio alle mani: da cosa dipendono?

Qui dobbiamo esaminare le possibili cause. In primis verificare che non ci siano patologie cervicali come discopatie, protusioni o ernie. Poi fare una corretta valutazione del corridore partendo dalla sua storia, analizzando se ci sono stati traumi ed infortuni in passato che possono aver lasciato conseguenze a livello fisico. Infine valutare se ci sono disequilibri posturali. Dopo aver fatto un’anamnesi e una corretta valutazione dell’atleta, consigliare anche di controllare la posizione in bici.

Il massaggio, che durante i Giri fanno tutti i giorni e nei periodi fuori corsa scende a due volte a settimana, ha la funzione di agevolare il recupero?

Sì, il massaggio per una atleta deve essere parte integrante della sua attività agonistica e non agonistica. Un buon massaggio serve sempre per un buon recupero fisico e non solo, a volte aiuta anche per recupero psicologico.

In quali dei casi precedenti potrebbe essere utile l’intervento dell’osteopata?

Sempre dopo una caduta, in quanto va verificato cosa sia successo da un punto di vista osteo-articolare. Ma direi che oramai l’intervento dell’osteopata è fondamentale prima, durante e dopo l’attività fisica.

Alessandro Mariano Fisioradi

Fisioradi accoglie il re dei biomeccanici

02.01.2021
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“Scienza e Salute del ciclista”, si chiama così l’esclusivo programma ad altissima specializzazione proposto da Fisioradi Center a beneficio di tutti i ciclisti che vogliono prepararsi al meglio.

La visione di Radi

Il Poliambulatorio e centro di riabilitazione multifunzionale pesarese coordinato da Maurizio Radi rappresenta un vero e proprio punto di riferimento nazionale per ciclisti, sia amatoriali che professionisti. Questo grazie all’offerta di un metodo esclusivo di allenamento, di valutazione, di alimentazione e di trattamenti e programmi costruiti su misura per ogni singolo atleta.

Presso Fisioradi Center è possibile trovare servizi molto specifici. Si parte dalla semplice visita di idoneità sportiva fino alla valutazione e alla preparazione atletica attraverso vari test. Si possono effettuare: il test Conconi, l’incrementale con lattato, il test di Mader, il Wingate Anaerobic test, il Critical Power 10”, il test potenza/cadenza e la plicometria finalizzata ad estrapolare la percentuale di grasso corporeo del ciclista.

Mariano e i pro’

Si valutano e si predispongono tabelle d’allenamento personalizzate e si dà grandissimo valore alla biomeccanica e al corretto posizionamento in bici. E’ possibile su appuntamento e in collaborazione con Alessandro Mariano, esperto collaboratore di tantissimi corridori professionisti farsi mettere bene in sella. Non mancano poi l’aspetto fondamentale legato all’alimentazione e all’integrazione. E’ possibile avere la consulenza di un nutrizionista. Inoltre, si può fare dell’Indoor Cycling, con lavori specifici di ritmo e resistenza per pedalare insieme ad altre persone alla ricerca di una sana competizione e del divertimento.

Alessandro Mariano mentre lavora sulla bici di Bettiol
Alessandro Mariano mentre mette a punto la posizione di Bettiol

Arriva la nuova sede

Fisioradi consta di un Poliambulatorio e un centro di riabilitazione multifunzionale con ben nove divisioni specialistiche diverse. Un vero e proprio polo di eccellenza, che in primavera inaugurerà una nuova ed avveniristica sede. Da Fisioradi Center la sensibilità per il ciclismo è altissima. Questo grazie principalmente al valore delle professionalità sia mediche che scientifiche (sono oltre 40 e selezionati da tutta Italia) che qui hanno la possibilità di ben svolgere il proprio lavoro.

fisioradi.it

Filippo Ganna, mondiali crono, Imola 2020

Trattamento diaframmatico, che cos’è?

03.11.2020
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«Prima della crono iridata – ha raccontato Fred Morini a Filippo Lorenzon – mentre eravamo già sul bus, Ganna mi ha chiesto un trattamento diaframmatico. Lui scherza, è giovane, ma è un vero campione anche in questo. Stava bene, ma un po’ di tensione ce l’aveva, era pur sempre un mondiale. Aver richiesto un mio intervento in quel momento è un attestato di stima. Mi lascia qualcosa sia sul piano lavorativo sia su quello emotivo. Pippo avrebbe vinto comunque, ma mi piace sapere che un piccolo aiuto l’ho dato. Con quei 20 minuti di manipolazione si è rilassato e ha aperto al massimo i polmoni».

Che cos’è un trattamento diaframmatico? Che cos’è il diaframma? E perché metterci mano prima di un mondiale? La frase di Morini meritava approfondimento, per cui ci siamo rivolti al dottor Maurizio Radi, fisioterapista- osteopata, titolare del centro Fisioradi di Pesaro, che oltre a trattare decine di pazienti, ha spesso a che fare con atleti e in passato ha lavorato con corridori come Gilberto Simoni e Andrea Tonti.

Diaframma, disegno di OsteoMov

Diaframma: una cupola muscolo-tendinea che separa il torace dall’addome (foto OsteoMov)
Diaframma, disegno di OsteoMov
Il diaframma separa il torace dall’addome (foto OsteoMov)
A cosa serve il diaframma nella respirazione?

Ha un ruolo molto importante. Contraendosi si abbassa e permette al polmone di gonfiarsi d’aria. Una corretta respirazione dipende all’80 per cento dal diaframma e il restante 20 dagli altri muscoli respiratori.

Vigilia di un mondiale, la tensione può limitare la capacità polmonare?

Assolutamente sì, un blocco fisiologico del diaframma può sfalsare il rapporto funzionale respiratorio di cui abbiamo parlato poco fa e limitare la capacità respiratoria.

Il corretto funzionamento del diaframma ha riflessi anche sulla postura dell’atleta?

Esatto. Il diaframma è una cupola muscolo-tendinea che separa il torace dall’addome, ponendosi tra i polmoni e i visceri. Ha inserzioni nella parte lombare del rachide, nelle coste e nello sterno ed è innervato dai nervi C3-C5. Questo stretto rapporto fra tratto cervicale e diaframma fa intuire l’interferenza tra diaframma e postura.

Massaggio diaframma, foto Stefano Esposito
Il massaggio del diaframma (foto Stefano Esposito)
Massaggio diaframma, foto Stefano Esposito
Massaggio del diaframma (foto Stefano Esposito)
Quali sono le cause di malfunzionamento del diaframma?

Possono essere la tensione, la retrazione causate da trauma, ma anche da uno scorretto equilibrio funzionale respiratorio. Questo può influire anche sull’apparato digerente provocando stitichezza o gastriti. Quindi una corretta respirazione diaframmatica può ridurre lo stress, le tensioni, aumentare l’ossigenazione del sangue, migliorare la postura e di conseguenza il benessere generale della persona/atleta. Tutto questo migliora sicuramente la performance.

Che cos’è e quali obiettivi ha un trattamento diaframmatico?

Quando parliamo di trattamenti dobbiamo prendere in considerazione l’atleta a 360 gradi. Quindi si tratta di togliere tensione con trattamenti manuali e manipolativi al diaframma e alla colonna vertebrale, migliorare l’equilibrio funzionale delle catene muscolari con trattamenti di rieducazione posturale globale, con l’obiettivo di portare il diaframma a lavorare nel miglior modo possibile.

Quindi prima di una gara il trattamento diaframmatico ha buoni influssi sull’atleta?

Come detto finora, lo rimette in asse, gli permette di respirare meglio, allontana la tensione… Decisamente sì.

Esistono pratiche autonome per tenere in efficienza il diaframma?

Ci sono esercizi di respirazione diaframmatica che inizialmente vengono eseguiti con il fisioterapista che successivamente posso essere insegnati al paziente o all’atleta per mantenere o migliorare la funzionalità respiratoria.