Campionato italiano gravel: tantissimo sterrato e velocità folli

13.09.2022
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«Visto che ci sarà un primo mondiale gravel, ci è sembrato giusto ci fosse anche un primo campionato italiano… gravel». Marco Selleri è chiaro sin da subito. Il direttore generale di ExtraGiro (insieme a Marco Pavarini) è pronto per questa nuova avventura (in apertura foto Ricci Maccarini). Un’altra sfida, ci verrebbe da dire.

Allestire un evento ufficiale, tanto più di una disciplina “nuova”, almeno dal punto di vista agonistico, non è facile. Ma i presupposti perché si vada verso un altro bel successo organizzativo ci sono tutti. Selleri e la sua squadra hanno messo a punto ogni aspetto dell’evento.

Marco Pavarini, Marco Selleri, Giro d'Italia U23
I dirigenti di ExtraGiro Marco Pavarini e Marco Selleri (a destra) terranno a battesimo il primo tricolore gravel FCI
Marco Pavarini, Marco Selleri, Giro d'Italia U23
I dirigenti di ExtraGiro Marco Pavarini e Marco Selleri (a destra) terranno a battesimo il primo tricolore gravel FCI

Dalla Far Gravel 

«L’idea di questo primo campionato italiano gravel – racconta Selleri – nasce quest’inverno. Abbiamo incontrato Raffaele Brunaldi, che è l’organizzatore della Far Gravel, un evento cicloturistico che ha già cinque anni di storia e che ha visto al via anche 700 partenti. Lui mi chiese se avevamo voglia di organizzare una gara. Da cosa, nasce cosa… ed eccoci qui».

«Prima di allestire questo tricolore, noi di Extragiro eravamo in lizza per organizzare il mondiale gravel, ma le Regioni (Marche, Emilia-Romagna e Toscana) presso le quali ci siamo rivolti non ci hanno dato il loro supporto e così abbiamo dirottato sull’italiano».

Argenta è pronta a mettersi il vestito buono, dunque. Ci sarà un villaggio nella piazza centrale e tanti parcheggi sparsi per le vie della cittadina ferrarese. Ci saranno espositori e sarà una festa del ciclismo. Una festa che tra l’altro sarà trasmessa anche da Rai Sport.

La planimetria del tricolore di Argenta. Lo start avverrà alle 11:30 e ogni 2′ scatterà una griglia. Apriranno gli open uomini
La planimetria del tricolore di Argenta. Lo start avverrà alle 11:30 e ogni 2′ scatterà una griglia. Apriranno gli open uomini

Fra terra e acqua

E allora vediamolo un po’ questo percorso. Si parte e si arriva ad Argenta, nello stesso identico punto in cui arrivò la prima tappa dell’ultimo Giro d’Italia U23. I percorsi a disposizione di professionisti e amatori sono due: uno da 120 chilometri e uno da 89.

Chiaramente in quelle zone, le più basse e pianeggianti d’Italia, delle salite non c’è neanche l’ombra. Ma i tracciati sono davvero suggestivi. Si va dalle distese dei campi dell’entroterra, alla costa adriatica, lambendo le zone umide del Delta del Po, ricche di una certa fauna. E non a caso lo slogan (bellissimo) della Far Gravel recita: “Un’avventura tra la terra e il mare”

«Non ci sono single track – riprende Selleri – ma ci sono tantissimi stradoni sterrati, su fondo anche ghiaioso, degli argini e circa il 18% di asfalto. Le donne open (elite e U23, ndr) saranno impegnate sul tracciato da 89 chilometri. Mentre gli uomini, sempre open, lo saranno su quello da 120». 

I percorsi gravel di solito sono un po’ più tecnici, con l’inserimento di qualche single track, ma di contro hanno anche un po’ più di asfalto. Qui si è fatto di necessità virtù. Alla fine ciò che comanda è il territorio.

«Per me – dice Selleri – il gravel è stato accorpato nel settore fuoristrada, ma lo vedo più vicino alla strada, per le bici, il modo di correre… Al via ci sono squadre importanti come la Bardiani Csf Faizanè, la Beltrami… e altri si stanno iscrivendo (chiusura delle registrazioni giovedì a mezzanotte, ndr). 

«Spiace che con il campionato del mondo marathon, qualche atleta che magari avrebbe potuto fare bene non ci sarà. Penso per esempio ad un Riccardo Chiarini (ex stradista, ndr) che avrebbe detto la sua».

Grande lavoro per i meccanici. Qui, Alessandro Brusa prima della Serenissima gravel 2021 (foto Instagram)
Grande lavoro per i meccanici. Qui, Alessandro Brusa prima della Serenissima gravel 2021 (foto Instagram)

Sei punti tecnici

Si diceva di un tracciato veloce. Il dislivello totale supera di poco i 400 metri, ma con tanto sterrato l’insidia è dietro l’angolo. Anche per questo i partecipanti, professionisti inclusi, dovranno essere in grado di cavarsela da soli.

«Il regolamento – spiega Selleri – dice che tra un punto tecnico e l’altro non possono esserci più di 25 chilometri. Noi ne abbiamo inseriti due di più: sei (ne sarebbero bastati quattro, ndr) e infatti la distanza tra un punto e l’altro è di 15-20 chilometri, non di più.

«Questi punti saranno anche dotati di rifornimenti per cibo e acqua. Chi farà assistenza ai team che, ricordo, non hanno ammiraglie al seguito, potrà raggiungerli comodamente grazie anche alle tracce Gpx che gli abbiamo fornito».

Non solo sterrato: un’insidia potrebbe essere il vento. Anche se il meteo per domenica promette bene (foto Simone Dovigo)
Non solo sterrato: un’insidia potrebbe essere il vento. Anche se il meteo per domenica promette bene (foto Simone Dovigo)

Velocità alte

Prima abbiamo parlato di insidie. Una di queste potrebbe essere il vento che in quelle distese quando spira è alquanto forte. Tuttavia per la prossima domenica (si corre il 18 settembre) il meteo sembra essere buono, mentre non dovrebbe essere così alla vigilia.

E poi occhio alle velocità. Nella cronotabella si spazia dai 30 all’ora (pensata forse più per gli amatori) ai 38. Ma visto il percorso “poco tecnico” è facile ipotizzare anche dei giochi di squadra. Non è così scontato che non si possa abbattere o avvicinare il muro dei 40 all’ora.

Alé ed ExtraGiro insieme all’iniziativa “Via Romagna per lo IOR”

06.09.2022
4 min
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E’ oramai tutto pronto per la pedalata benefica “Via Romagna per lo IOR”, in programma da giovedì 8 a sabato 10 settembre, da Comacchio a Misano Adriatico, lungo i 462 chilometri della ciclovia regionale Via Romagna. L’iniziativa è organizzata da ExtraGiro, con l’impegno di Marco Selleri, coinvolto nell’iniziativa dall’amico Romano Randi, ex ciclista professionista e volontario per l’Istituto Oncologico Romagnolo (IOR). Fondamentale e soprattutto concreto anche il sostegno del brand di abbigliamento specializzato Alé Cycling e dell’ente turistico Destinazione Romagna

“Via Romagna per lo IOR” ha tutte le caratteristiche per essere un’iniziativa da sostenere con vigore. E’ stata attivata la possibilità di donare sulla piattaforma realizzata dall’Istituto Oncologico Romagnolo (IOR) per la creazione di progetti di crowdfunding a sostegno della lotta contro il cancro. C’è il coinvolgimento di un nutrito gruppo di ciclisti romagnoli, perfetto mix tra ex professionisti (c’è anche una medaglia d’oro delle Olimpiadi) e cicloturisti. C’è la Via Romagna, il nuovo percorso permanente per andare alla scoperta di un intero territorio toccando circa 30 comuni, 20 rocche e borghi storici, luoghi d’arte, parchi naturali ed eccellenze della tradizione enogastronomica… Ma soprattutto, esiste un obiettivo di grande valore sociale, ovvero quello di raccogliere fondi per l’Istituto Oncologico Romagnolo. Tutto ciò per dimostrare che, pedalando in gruppo e nella stessa direzione, si possono ottenere grandi traguardi. 

Locandina che sponsorizza l’iniziativa per sostenere il crowfunding all’instituto oncologico romagnolo
Locandina che sponsorizza l’iniziativa per sostenere il crowfunding all’instituto oncologico romagnolo

Si pedala per una buona causa

Sono complessivamente tredici i ciclisti impegnati nella sfida, tutti uniti dalla passione per lo sport e dalla voglia di aiutare la ricerca nella sfida lanciata da Romano Randi, ex professionista e oggi volontario dell’organizzazione no-profit fondata nel 1979 dal professor Dino Amadori. Un gruppo assortito, con altri ex professionisti, tra cui un campione olimpico come Andrea Collinelli (Atlanta 1996). Il vincitore della tappa dell’Alpe d’Huez al Tour de France 1994 Roberto Conti. Gian Paolo Grisandi (campione mondiale inseguimento a squadre nel 1985). Sarà presente anche Letizia Galvani, oltre a cicloturisti e volti noti del ciclismo, come Marco Selleri, direttore di ExtraGiro che ha organizzato i Campionati del Mondo nel 2020. Ai quali si aggiunge il giornalista sportivo Gian Luca Giardini, che vanta importanti collaborazioni con tv nazionali e regionali. 

La Via Romagna verrà percorsa in tre tappe, dall’8 al 10 settembre, con partenza da Comacchio e arrivo al Misano World Circuit, proprio nei giorni dell’Italian Bike Festival. Tutti i protagonisti vestiranno la maglia dedicata realizzata da Alé Cycling, l’azienda veronese coordinata da Alessia Piccolo che ha deciso di ben sostenere l’iniziativa. 

Il percorso dell’evento “Via Romagna per lo IOR”
Il percorso dell’evento “Via Romagna per lo IOR”

Ecco come sostenere

«Come ExtraGiro – ha dichiarato Marco Selleri – crediamo molto nella forza nel ciclismo. Con la bicicletta non si fa solo sport, ma si possono generare attività a 360 gradi. Quando l’amico Romano Randi, volontario IOR, ci ha prospettato di fare qualcosa per promuovere l’Istituto Oncologico Romagnolo, non ci abbiamo pensato molto. Così è nata questa pedalata di gruppo sulla via Romagna. Attività sociale nella quale ha creduto anche Alé Cycling producendo una linea di abbigliamento dedicata, che sarà indossata dai partecipanti e potrà essere acquistata da tutti gli interessati». 

Da sinistra, Alessia Piccolo, direttore generale Alè Cycling, con Marco Selleri, direttore di ExtraGiro
Da sinistra, Alessia Piccolo, direttore generale Alè Cycling, con Marco Selleri, direttore di ExtraGiro

La sfida lanciata dagli organizzatori è aperta a tutti. E’ possibile farlo in diversi modi: effettuando una donazione che andrà interamente a sostegno dell’attività dello IOR, pedalando insieme agli ambassador dell’iniziativa, con la possibilità di vestire la maglia realizzata per l’occasione da Alé Cycling, oppure acquistando la divisa ufficiale realizzata da Alé Cycling accedendo direttamente questo link. Per info su come unirsi al gruppo: info@extragiro.it – 348 2409985.

Alé Cycling

ExtraGiro

Il futuro del ciclismo è più grande di una singola corsa

22.06.2022
6 min
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E’ l’Italia, ragazzi. Perché ti cerchino, devi dire che li molli. Succede con i gestori telefonici, che appena fai per cambiare, si ricordano che esisti. E’ successo con Marco Selleri, che assieme a Marco Pavarini a partire dal 2017 ha strappato il Giro d’Italia U23 dalla morte. Stanco e stufo, il romagnolo ha portato al traguardo l’ultima edizione vinta da Leo Hayter (foto Extra Giro in apertura) e ha annunciato il ritiro. Il contratto è scaduto, l’hanno rispettato fino all’ultimo: basta così! Non che prima non avessero dato segnali di amarezza e difficoltà, tutt’altro. Nella pur breve storia di bici.PRO ne avevamo parlato in abbondanza, ma pochi li avevano colti, dandoli per scontati. Adesso finalmente se ne sono accorti e magari hanno capito che un… cliente come Extra Giro, che in pochi mesi ha messo su il mondiale di Imola nel 2020 del Covid, sarebbe davvero un peccato perderlo.

Al via da Gradara, Marco Selleri e Marco Pavarini (foto Extra Giro)
Al via da Gradara, Marco Selleri e Marco Pavarini (foto Extra Giro)

«Accetterei di rifare il Giro U23, a patto che qualcosa cambi», spiega Selleri. «Così com’è, non va. Come ha detto anche Pavarini – prosegue – le cose sono cambiate. La formula per club, con team dilettanti, continental e professional non va più bene. Vogliamo farlo bene? Vedo due strade: togliamo di mezzo continental e professionisti, oppure facciamo una corsa per i migliori under 23, tirando dentro anche quelli WorldTour. A queste condizioni e prevedendo la diretta nelle tappe più importanti, magari togliendo qualche ora ad altre gare che ne hanno in abbondanza, si darebbe visibilità agli sponsor. Per come stanno oggi le cose, è impensabile organizzare corse di questo livello con una società basata sul volontariato. Ma serviva accendere la luce, che scoccasse la scintilla. Se qualcuno ha capito che smettiamo per sempre, forse ha capito male».

Il gruppo del Giro U23 composto da team dilettanti, continental e anche qualche professional (foto Extra Giro)
Il gruppo del Giro U23 composto da team dilettanti, continental e anche qualche professional (foto Extra Giro)
Partiamo dalla fine, come è andato il Giro 2022?

E’ stato un parto impegnativo, anche se è durato solo sette giorni. Abbiamo sofferto per una sommatoria di problemi nell’avere le autorizzazioni che riguardassero il transito e l’impiego del personale a terra. Quando parlo di società di volontariato, mi riferisco a questo. Serve una struttura che lavori al progetto per almeno 3-4 mesi, con le attrezzature necessarie. C’è la corsa, ma ci sono altri aspetti come la sicurezza che ad ora occupa una posizione di primo piano.

Non si era mai discusso tanto di una sola tappa: la durezza del giorno di Santa Caterina infiamma ancora i dibattiti…

C’è stato un bel battibecco. Come mi piace dire, abbiamo fatto un vero processo alla tappa. Secondo me quella giornata così dura ha fatto emergere i limiti del ciclismo italiano. Di più, ha fatto emergere un problema di sedentarierà della nostra società, di fronte al quale anche noi che vorremmo fare tanto, alla fine abbiamo deciso di alzare le mani. E’ tutto bloccato su logiche superate.

Martinez, classe 2003, terzo sul podio: con più lucidità avrebbe potuto vincere?(foto Extra Giro)
Martinez, classe 2003, terzo sul podio: con più lucidità avrebbe potuto vincere?(foto Extra Giro)
Spieghi meglio?

Non si fa che pubblicizzare che il Giro dei pro’ porta decine di milioni di utile e questo danneggia chi va in giro con il saio e con i sandali a cercare le risorse per organizzare altre corse. Mangiano tutto loro. E’ chiaro che il Giro d’Italia sia più attraente del nostro. Ma se è vero, come dicono, che quest’anno i dati di ascolto sono calati, perché in Italia non c’è un corridore italiano che può vincere… Se l’italiano manca, è perché manca anche dal basso. Forse una riflessione su questo si potrebbe fare. Non mi sono vergognato di dire a Noè (Andrea Noè, ex pro’ oggi agente dei corridori, ndr) che abbiamo assistito alla disfatta del ciclismo italiano, anche se lui a quel punto ha cambiato discorso.

L’hanno fatta nuovamente da padroni gli stranieri.

E’ stato entusiasmante. I francesi hanno alzato troppo il tiro e sono crollati. La loro indole è di essere battaglieri, ma la salita è crudele. E’ stato bello vederli partire da lontano, sono contento che ci abbiano provato, ma il ciclismo dei pro’ insegna che per vincere si deve essere cinici e aspettare. Va anche detto che vederne quattro in fuga il penultimo giorno è stato spettacolare. Era chiaro che dietro si sarebbero organizzati e li avrebbero presi, loro però hanno avuto coraggio.

Con l’edizione 2022 del Giro d’Italia U23 termina il contratto di Extra Giro: sarà rinnovato? (foto Extra Giro)
Con l’edizione 2022 del Giro U23 termina il contratto di Extra Giro: sarà rinnovato? (foto Extra Giro)
Fallimento del ciclismo italiano è un po’ duro…

Le classifiche sono impietose, anche se Amadori mi dice che siamo stati sfortunati e che alcuni atleti forti sono rimasti a casa. Magari con loro in corsa, le cose sarebbero cambiate. Parlo di Frigo, ma anche di Zambanini che aveva già conquistato la maglia dei giovani nel 2020 ed è in una WorldTour, come Tiberi che ne ha 20. Riflettiamo davvero sui criteri di partecipazione.

La diretta televisiva…

Serve sostegno politico per essere certi degli orari. Nel giorno della Fauniera abbiamo avuto tre cambi di orario, non sarebbe stato bello avere la diretta? Ci manca qualcuno alle spalle che spinga perché si capisce l’importanza di questo ciclismo e di corse che mostrano un’Italia più piccola, dove il Giro dei grandi non può andare. Borghetti bellissimi, importanti per territori che meritano di avere visibilità.

Il calendario non vi ha aiutato.

Siamo stati contemporanei o quasi alla Adriatica Ionica Race, al Giro di Slovenia e a quello del Belgio. Alla Adriatica Ionica c’erano corridori italiani che potevano stare anche da noi, ma le continental non hanno organici per fare attività parallela. Si è alzata l’asticella dovunque, non è più come prima.

Francesi in fuga verso Peveragno: ripresi, ma azione super spettacolare (foto Extra Giro)
Francesi in fuga verso Peveragno: ripresi, ma azione super spettacolare (foto Extra Giro)
Dispiace più lasciare il Giro a qualcun altro o che si rischi di non farlo più?

Lo abbiamo ripreso con Cassani, per quella che Davide viveva come una missione quando era tecnico federale. Risollevare il ciclismo italiano degli U23 e credo che qualche bel nome lo abbiamo tirato fuori e lo vedremo brillare tra i pro’. Parlo di Covi, Aleotti, Colleoni. In questo confido. Se nessun altro dovesse organizzare il Giro, mi dispiacerebbe, ma non ne farei un dramma. A un certo punto sono stato costretto a chiudere il mio Giro delle Pesche Nettarine, ci sono scelte che vanno fatte. Nessuno qui, malgrado quel che si dice, ha mai messo un soldo in tasca. E’ stato bello portare il Giro a questo livello. Anche nel lavoro ho sempre cercato la perfezione, ma se non hai risorse a disposizione, difficilmente puoi raggiungerla.

Avete parlato di ritiro e qualcosa si è mosso.

Ci hanno offerto di sedere a un tavolo e parlare. A noi sta bene, molto volentieri, perché con le relazioni e i buoni contatti si potrebbe andare avanti. Ma l’obiettivo non deve essere salvare il Giro, quanto consolidare un sistema, quello del ciclismo under 23, che fa una gran fatica a trovare la sua identità. 

A tutta verso il Giro U23. Le ultime da patron Selleri

30.05.2022
4 min
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Mancano poco più di dieci giorni al Giro d’Italia U23 e le cose sono (quasi) tutte al loro posto. L’organizzazione di ExtraGiro è pronta a regalare un’altra edizione entusiasmante della corsa rosa. Marco Selleri e i suoi colleghi ci hanno abituato a standard elevati: dalla logistica alla comunicazione, dai percorsi al parterre.

Il “Giro baby” scatterà l’11 giugno a Gradara e si concluderà il 18 a Pinerolo. Sette tappe, ben equilibrate tra frazioni veloci, di montagna e ondulate. Da affrontare ci saranno in tutto 989,3 chilometri e 16.987 metri di dislivello.

Marco Selleri è il direttore generale del Giro U23 e responsabile delle gare di Extragiro
Marco Selleri è il direttore generale del Giro U23 e responsabile delle gare di Extragiro

Sicurezza e viabilità

Ma cosa fa in queste fasi l’organizzatore? Come vive questi giorni? La parola passa direttamente a Selleri, direttore generale del Giro.

«Per quel che mi riguarda – dice il romagnolo – mi concentro su due aspetti principali: la logistica e la viabilità».

 

«Per la logistica si deve sistemare e smistare tutto il materiale e le attrezzature necessarie per la carovana. Bisogna organizzare i circa 50 mezzi di servizio, mezzi di trasporto per personale e materiale. Per quanto riguarda la viabilità invece sto ultimando le riunioni con Comuni, Prefetture… e devo dire che questo aspetto è sempre più difficile».

«E’ più difficile perché si è alzata l’asticella in termini di sicurezza, e va bene, ma sta diventando insostenibile dal punto di vista dello stress ed economico. Vi dico solo che per la Strade Bianche di Romagna, per la sola Val Conca, ci sono state 120 “volontari” a terra. E queste devono essere pagate, sia che vi restino un quarto d’ora che mezza giornata».

Il paesaggio arcigno del Fauniera, con i suoi spazi limitati in cima
Il paesaggio arcigno del Fauniera, con i suoi spazi limitati in cima

Fauniera okay

Per quanto riguarda invece il percorso, quasi tutto è confermato. Le sette frazioni restano fedeli al programma originale, salvo quella finale di Pinerolo.

«In questa frazione – dice Selleri – è stato eliminato un giro nel finale per questioni di viabilità legate ad una galleria, ma nulla di ché.

«Mentre per il Fauniera la strada è aperta e in buone condizioni. Ho effettuato un sopralluogo nel giorno in cui il Giro d’Italia dei professionisti arrivava a Cuneo. In cima non c’è neve e si può transitare bene. In più abbiamo previsto un “piano B”. In caso di maltempo possiamo fermarci in un punto a 8 chilometri dalla vetta, quando siamo comunque a quota 1.900 metri».

Il Fauniera sarà un momento chiave non solo dal punto di vista tecnico-sportivo della corsa, ma anche per la logistica. Che quel giorno il meteo sarà buono sarà importantissimo. In vetta infatti come dice Selleri stesso, non c’è spazio neanche per montare un gazebo di tre metri per tre. Per dire che si è davvero al limite.

«Anche per questo non abbiamo potuto montare una tensostruttura per gli atleti. Però ad appena un chilometro dalla linea d’arrivo c’è lo spazio per le macchine, quindi potranno fare riferimento a quelle».

L’Equipe continentale Groupama-FDJcon Gregoire, Martinez (in foto al Tour of the Alps) e Germani sembra la squadra più forte
L’Equipe continentale Groupama-FDJcon Gregoire, Martinez (in foto al Tour of the Alps) e Germani sembra la squadra più forte

Il parterre

E poi c’è il parterre. La corsa rosa si annuncia come la più importante dell’anno per i team. E le squadre hanno fatto fuoco e fiamme per esserci. Le richieste sono state tantissime, ma chiaramente non c’è stato posto per tutti.

I big non mancheranno. Per adesso tutti sembrano aver dato conferma della loro presenza. Anche se a dire il vero dopo la Strade Bianche di Romagna ci si aspettava un parterre più definito. Pretattica?

«Il parterre degli atleti – riprende Selleri – sarà uno dei migliori possibili. Abbiamo 17 squadre straniere e fra queste non ci sarà la Trinity per un discorso di rotazione, così da far partecipare anche altri team».

«Semmai sono preoccupato  per il Covid, che gira ancora. Sento di pro’ ritirati dalle corse e la squadra dell’Uzbekistan, per esempio, ha rinunciato alla Strade Bianche di Romagna perché tra cadute e Covid erano rimasti con tre atleti». 

«Ricordo che prima del Giro U23 organizziamo altre quattro corse: per noi di ExtraGiro quasi quattro tappe in più, per noi organizzatori direi! Si tratta della Strade Bianche di Romagna, già disputata, delle due gare di Meldole e di quella di Riolo Terme (per gli under 23 si tratta di tre corse, ndr). In questa occasione avrò un confronto con le squadre. Io credo che in quest’ultima gara molti corridori che vedremo al Giro riposeranno». 

Alè crede nell’offroad e inaugura la partnership con FAR Gravel

02.05.2022
3 min
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Il weekend del 17 e 18 settembre andrà nuovamente in scena ad Argenta, in provincia di Ferrara, la quinta edizione di FAR Gravel: un evento molto atteso, che quest’anno può già contare su due rilevanti novità. La prima riguarda la collaborazione tecnica con la Nuova Placci ASD, per intenderci la società sportiva coordinata da Marco Selleri che organizza il Giro d’Italia Under 23. Mentre il secondo punto messo a segno dallo staff operativo di FAR Gravel è l’avvio di una importante partnership con il brand produttore d’abbigliamento per il ciclismo Alè. Che diventa a tutti gli effetti – al pari del già presente Cannondale – main sponsor.

L’accordo che Alè ha definito con FAR Gravel conferma una volta di più l’attenzione e soprattutto l’interesse che la disciplina gravel sta riscuotendo nel contesto delle aziende impegnate nel settore del ciclismo. Non a caso, proprio Alè ha presentato pochi giorni fa un’importante novità di prodotto – i pantaloncini Stones Cargo – dedicati 100% al mondo gravel. Un paio di “bibshort” estremamente anatomici e profondamente tecnici, caratterizzati dalla previsione di alcune specifiche tasche laterali e taschini posteriori. Realizzati in Air Mesh Ultralight, ideali per poter facilmente portare con se e durante la propria “ride” tutto quanto necessario!

FAR Gravel-Alè cycling: un abbinamento lungimirante
FAR Gravel-Alè cycling: un abbinamento lungimirante

Un territorio meraviglioso

La cicloturistica FAR Gravel 2022 si svolgerà sabato 17 settembre lungo tre meravigliosi percorsi – rispettivamente di 50, 100 e 150 chilometri – per consentire a chiunque di pedalare seguendo il proprio ritmo e le proprie inclinazioni. Non è prevista alcuna classifica o graduatoria finale, mentre dei ricchi premi ad estrazione attenderanno tutti gli iscritti…

Partenza ed arrivo saranno come sempre ad Argenta, a metà strada fra Ferrara e Ravenna: FAR si svolge difatti attorno all’antico corso del Po di Primaro, un territorio ricco di storia, cultura ed enogastronomia. Un’area geografica che unisce Ferrara, Argenta e Ravenna (F-A-R) e poi il mare, che quest’anno sarà rappresentato da Comacchio e dai suoi lidi.

Inoltre, dopo due anni di pandemia, quest’anno verrà inoltre ripristinato il FAR Village: un luogo di scambio per i ciclisti e di promozione per gli sponsor che sarà attivo sino alla mezzanotte del sabato.
Lo stesso spazio sarà operativo anche la domenica per accogliere gli appassionati e i curiosi che vorranno assistere alla seconda giornata di evento.

Alé Cycling

Far Gravel

Cassani deciso: il Giro U23 ha insegnato un metodo di lavoro

21.04.2022
4 min
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Inutile cercare di estorcergli qualcosa sul progetto di una nuova squadra, Davide Cassani si chiude a riccio e il discorso finisce lì. Oggi però lo abbiamo chiamato per parlare di under 23, dopo aver digerito l’intervista in cui Marco Selleri, organizzatore del Giro d’Italia U23, ha parlato del nostro movimento con tono piuttosto disincantato.

«In questi 5 anni – le sue parole – abbiamo fatto attività sociale per le squadre, senza alcuna forma di profitto. Attività sociale, ma utilizzando un sistema mediatico professionistico. Abbiamo alzato l’asticella del valore tecnico dei nostri corridori, ma non ne abbiamo ancora trovato uno che vada forte nelle corse a tappe. A volte mi chiedo se non valga la pena concentrarsi sugli juniores…».

Marco Pavarini, Marco Selleri, Giro d'Italia U23
Marco Pavarini, Marco Selleri sono gli organizzatori del Giro d’Italia U23: il loro contratto scade quest’anno
Marco Pavarini, Marco Selleri, Giro d'Italia U23
Il contratto di PAvarini e Selleri per il Giro d’Italia U23 scade quest’anno

Un lavoro lunghissimo

La rinascita del Giro d’Italia U23 aveva come scopo proprio quello di riqualificare l’attività dei nostri giovani, con l’aggiunta di qualche convocazione in nazionale con cui Davide proponeva loro il confronto con i professionisti. Ora che non fa più parte della macchina federale, che idea si è fatto della situazione?

«Sapevamo – dice – iniziando l’avventura del Giro d’Italia U23 che sarebbe stato un lavoro stralungo su cui si deve continuare. I risultati arrivano solo con la costanza e la continuità. Chiaro che se per qualsiasi motivo il Giro d’Italia non dovesse andare avanti, in breve torneremmo all’anno zero».

Si può vedere qualche risultato apprezzabile?

Quasi tutti quelli che si sono messi in luce al Giro, sono passati professionisti. Oppure girerei il discorso: tutti quelli che sono passati professionisti, italiani e stranieri, hanno fatto un calendario che comprendeva anche il Giro. Ha alzato il livello, costringendo le squadre a fare una programmazione e una preparazione specifica. Le nostre continental, tranne un paio di eccezioni, corrono tanto in Italia e avevano bisogno di un banco di prova più qualificato.

Abbiamo anche vinto due mondiali U23…

Esatto, gli ultimi due che si sono disputati, visto che nel 2020 è saltato per il Covid. Il guaio è che abbiamo tutti fretta, per cui appena c’è un corridore buono si fa passare. Magari non è pronto, il più delle volte non lo è. Ma se provi a dirglielo, non ti ascolta.

Nel 2018 Vlasov ha vinto il Giro d’Italia U23 battendo Stannard e Almeida
Nel 2018 Vlasov ha vinto il Giro d’Italia U23 battendo Stannard e Almeida
Continuità e costanza…

Fare un piazzamento al Giro è importante, ma è ancora più importante tornarci per migliorarlo. Si deve fare un gradino per volta, prima di pensare di arrivare in cima alla scalinata. Ma si continuano a prendere ad esempio le eccezioni come Evenepoel e si fanno calendari che non hanno l’obiettivo della maturazione, quanto piuttosto la conta delle vittorie.

Si corre troppo?

All’estero quelli che sono passati negli ultimi anni facevano un calendario con una corsa a tappe al mese e nel resto del tempo si allenavano per prepararla. Blocchi di 5-6-7 corse a tappe e la programmazione necessaria. Da noi invece si corre tutte le domeniche e il martedì e il calendario non ha grande programmazione. Basterebbe guardare come fanno le squadre pro’, come fa la Eolo, che individua le corse e poi organizza il modo per arrivarci al meglio.

Aleotti protagonista al Giro U23 del 2020 e l’anno dopo (nella foto) anche al Giro dei pro’
Aleotti protagonista al Giro U23 del 2020 e l’anno dopo (nella foto) anche al Giro dei pro’
Non lo fa nessuno?

Come ho detto un paio di eccezioni ci sono, squadre che abituano il corridore a preparare delle specifiche parti di stagione. Il Giro serve a questo. Non puoi portare un corridore facendolo correre fino al giorno prima. Bisogna che arrivi fresco, quindi che stacchi, magari vada in altura, si alleni su salite lunghe… Con il Giro in qualche modo li abbiamo costretti a lavorare nel modo giusto.

Ciclone Selleri a cinque giorni dalla presentazione del Giro U23

09.04.2022
7 min
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A cinque giorni dalla presentazione del Giro d’Italia U23, Marco Selleri fa il punto della situazione con un colpo d’occhio a 360 gradi. Il mondo di ExtraGiro ha subito diversi scossoni e quella che viene sarà l’ultima edizione del Giro della loro gestione e difficilmente si presenteranno per il nuovo bando. Da una lunga telefonata è nata questa intervista ricca di spunti, a partire dall’ingresso di nuovi capitali che annuncia nuovi programmi.

L’ultimo Giro d’Italia U23 è stato vinto da Juan Ayuso in maglia Colpack. Ora lo spagnolo è al UAE Team Emirates
L’ultimo Giro d’Italia U23 è stato vinto da Juan Ayuso in maglia Colpack

«Il mondo del ciclismo non c’entra – dice Selleri senza fare nomi – ci sono un paio di persone che hanno creduto in noi e hanno disponibilità. In un qualche momento di malinconia avevo parlato di mollare, ma si abbandonerà quando non ci divertiremo più e se i conti saranno in rosso. Logicamente c’è parecchio da ridisegnare, perché in tutti questi anni ci siamo dedicati maggiormente al mondo dilettantistico/giovanile, una cosa che forse sarà da rivedere. Non si capisce bene se gli under 23 siano zuppa o pan bagnato, fra tanti corridori che passano da junior, altri nelle continental in giro per il mondo e altri che non riescono a emergere. Quindi bisogna capire che tipologia di gare fare per loro. Perché al mondiale possono correre anche gli under 23 del WorldTour e al Giro d’Italia U23 no? Girmay è stato secondo al mondiale e quest’anno ha vinto la Gand-Wevelgem, perché non si è potuto portarlo al nostro Giro?».

Il Giro d’Italia U23 è rinato con una missione.

In questi 5 anni abbiamo fatto attività sociale per le squadre, senza alcuna forma di profitto. Attività sociale, ma utilizzando un sistema mediatico professionistico. Abbiamo alzato l’asticella del valore tecnico dei nostri corridori, ma non ne abbiamo ancora trovato uno che vada forte nelle corse a tappe. A volte mi chiedo se non valga la pena concentrarsi sugli juniores…

Selleri e Colbrelli sotto lo sguardo di Pavarini, dopo il podio tricolore 2021 (foto ExtraGiro)
Selleri e Colbrelli sotto lo sguardo di Pavarini, dopo il podio tricolore 2021 (foto ExtraGiro)
Il Giro d’Italia degli juniores: ci avete pensato?

Per fare una scelta del genere, bisogna che ci sia anche l’investimento da parte politica, delle istituzioni. Una spinta politica in cui si dice che lavoriamo per gli juniores, scegliendo un target ancora più giovane di quello che abbiamo fatto fino ad ora.

Siamo alla vigilia dell’ultimo Giro: tornerete nel 2023?

L’idea del Giro d’Italia under 23 adesso come adesso non l’abbiamo proprio nel programma, mentre stiamo pensando di fare un giro più piccolo, di 4-5 giorni, in una regione che ovviamente non posso ancora rivelare perché è troppo presto. Non è la Sicilia. Laggiù la Federazione si è già mossa con RCS e un modello di corsa come la nostra. A vedere l’elenco degli iscritti, tolte le tre squadre WorldTour, non si distingue molto dal Giro d’Italia under 23. Comunque le possibilità di fare cose diverse ci sono e ci stiamo lavorando. Per quest’anno abbiamo un programma del tutto invidiabile con delle belle collaborazioni.

Selleri conferma che l’assenza di Cassani si è fatta sentire, anche se il cittì uscente non è sparito del tutto (foto ExtraGiro)
Selleri conferma che l’assenza di Cassani si è fatta sentire, anche se il cittì uscente non è sparito del tutto (foto ExtraGiro)
Parli spesso di creare sinergie.

Abbiamo creato innanzitutto una cooperazione con la Coppa della Pace e il Trofeo De Gasperi. Siamo partiti quest’inverno a mettere giù un calendario appetibile per tante squadre, soprattutto straniere, perché dobbiamo portare anche un po’ di beneficio economico in casa nostra. Il 28 maggio ci sarà la Strade Bianche di Romagna. Abbiamo trovato un muro sterrato in stile Fiandre a due chilometri dal Castello di Gradara. Bellissimo, me l’ha indicato il sindaco e quasi non volevo crederci. Il 29 c’è la Coppa della Pace e sono due corse internazionali. Il 2 giugno c’è il De Gasperi, altra internazionale, mentre il 5 giugno mattina abbiamo le donne elite a Meldola e il pomeriggio di nuovo un’internazionale. Mentre abbiamo appena ricevuto l’okay dall’UCI per una gara internazionale a Riolo Terme per l’8 di giugno. Una gara di allenamento con uno strappo nel finale, per verificare lo stato degli atleti che tre giorni dopo prenderanno il via al Giro d’Italia.  

Si è notata l’uscita di Cassani?

Sicuramente l’assenza di Davide si è fatta sentire, perché comunque lo conosciamo bene. E’ un uomo di relazioni, con delle idee ben chiare. Con lui condividevamo l’obiettivo di generare atleti che possano dimostrare in futuro di andare forte. E non possiamo nasconderci che con le sue conoscenze e le sue relazioni si generavano energie positive, sotto l’aspetto economico e di immagine. Quest’anno il nostro lavoro è stato… altalenante, anche per stabilire il numero delle tappe.

Marco Pavarini, socio di Selleri, è l’anima mediatica e del marketing. e non si limita al solo ciclismo (foto ExtraGiro)
Marco Pavarini, socio di Selleri, è l’anima mediatica e del marketing. e non si limita al solo ciclismo (foto ExtraGiro)
Cioè?

Abbiamo avuto problemi iniziali. Sembrava che le Marche dovessero accompagnarci con la partenza, invece non ci sono più. Quindi da 10 giorni siamo passati a 7. Argentin c’è arrivato prima di noi, che ci siamo mossi utilizzando il canale ufficiale, cioè quello della Federazione ciclistica delle Marche. Ma essendo arrivati nel frattempo la Tirreno-Adriatico, la Adriatica Ionica Race e il Giro d’Italia dei professionisti, i serbatoi della Regione si sono svuotati e gli Enti comunali che potevano essere interessati, si sono ritirati. Forse lo hanno fatto un po’ troppo avanti e comunque abbiamo dovuto ridisegnare il Giro. Questo ha generato un lavoro doppio e uno stress incredibile. Però adesso vediamo il sereno, quindi vuol dire che abbiamo fatto le cose a modo e stiamo lavorando per andare in diretta televisiva.

Cosa ne è stato di quella proposta di contributi pubblici di cui si parlò pochi mesi fa?

A suo tempo uscì anche il discorso di un Governo che ci avrebbe dato 600.000 euro, ma per il momento è aria fritta. Tuttavia vedendo cosa succede nel mondo, non c’è da lamentarsi. Però intanto alcune persone si sono fatte avanti per cercare una collaborazione economica, sapendo che avremmo dovuto ricevere questi soldi. Magari potessimo averli, probabilmente faremmo più gare l’anno prossimo

Lo scorso anno ai tricolori di Imola una grande affluenza di pubblico e ottima accoglienza (foto ExtraGiro)
Lo scorso anno ai tricolori di Imola una grande affluenza di pubblico e ottima accoglienza (foto ExtraGiro)
Le corse e anche attività sul territorio: la formula funziona?

Abbiamo già iniziato a parlare anche delle zone che andiamo a percorrere, nicchie troppo piccole per il Giro d’Italia dei professionisti. A parte il mondiale che è stato un colpo di fortuna, siamo andati a tirar fuori due salite che erano finite nel dimenticatoio, che però adesso sono diventate un prodotto turistico. Mi sembra di capire che a luglio proprio là si svolgerà il Suzuki Day e poi ho nel cassetto il sogno di chiudere il percorso di Imola per un giorno intero. Ieri ero in Comune e ne stavamo ragionando. Abbiamo visto che, a parte un pezzetto di strada pianeggiante, si può fare e sarebbe bello. Nel 2023 potrebbe succedere. Per un giorno intero, il percorso dei mondiali solo per le bici

A Meldola correranno anche le donne.

Le donne sono arrivate perché nostro partner per Meldola è AWC Events, che prima avevano una squadra femminile. E quando hai avuto una squadra di donne, ovviamente il tuo cuore rimane un po’ da quelle parti e così hanno spinto per farlo. 

Fabio Vegni, terzo da sinistra, fresco di nozze con Emiliana Pirazzi, sarà il direttore di corsa del Giro U23 (foto Facebook)
Fabio Vegni, terzo da sinistra, fresco di nozze con Emiliana Pirazzi, sarà il direttore di corsa del Giro U23 (foto Facebook)
Fra le novità c’è anche un nuovo direttore di corsa.

Sarà Fabio Vegni. Si dice sempre di ringiovanire, ma nessuno lo fa. E allora lo abbiamo fatto noi. Per cui ci sarà Fabio, che in questi giorni è a Sharm el-Sheikh a sposarsi (a Fabio e sua moglie Emiliana Pirazzi, gli auguri di tutto il team di bici.PRO, ndr). E poi dovrebbe venire a ruota Roberto Corradini del Tour of the Alps.

Con Pavarini tutto bene?

Pavarini nel ciclismo ormai è di casa e per fortuna che c’è. E’ l’altra metà della vicenda. Lui si occupa molto di relazioni, di marketing, di comunicazione ed è molto importante per gli sponsor. E’ il valore aggiunto che abbiamo rispetto a quando mi muovevo da solo. Il futuro lo vedremo, però il discorso è che comunque in questo ambiente c’è bisogno ancora di più di competenze rispetto a prima. Non si può improvvisare nulla a nessun livello.

ExtraGiro, si riparte! Il Giro U23, gli italiani donne, il gravel…

22.02.2022
5 min
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Il ciclismo è decisamente nel Dna di Marco Selleri. Quando il dirigente di ExtraGiro ci risponde al telefono si trova presso il negozio Cicli Ronchini, una pietra miliare del ciclismo imolese, per far sistemare le ruote di alcune Mtb. Oggi vi lavora Fabio Patuelli, a sua volta ex professionista: alle pareti poster di grandi campioni e tante bici Colnago di ogni epoca. Selleri ci porta così in questa atmosfera genuina.

A sinistra Marco Selleri e a destra Marco Pavarini premiano Ayuso nel finale di Castelfranco Veneto lo scorso anno
Selleri (a sinistra) e Pavarini (a destra) premiano Ayuso nel finale di Castelfranco Veneto lo scorso anno

Primavera intensa

Con lui facciamo il punto sull’attività di ExtraGiro, che sta ormai ripartendo con un’altra stagione ricca di eventi.

«C’è parecchia carne che bolle in pentola – dice Selleri – ma non è ancora cotta del tutto. Tra qualche tempo potremmo essere più precisi su un nuovo evento in cui crediamo molto, manca solo la firma. Meglio aspettare un po’.

«Per il resto eccoci: il 26 marzo a Bubbano di Mordano ci sarà un circuito per soli under 23. Il 1° maggio ci sarà la Strade Bianche di Romagna – Memorial Fausto Pezzi dedicata agli allievi e il 28 maggio quella per gli under 23. Il 5 giugno ci saranno due eventi internazionali nello stesso giorno, entrambi a Meldola. La mattina saranno di scena le donne open. Il pomeriggio invece sarà la volta degli under 23. Il 26 giugno, ancora donne: con il campionato italiano elite».

Ma gli eventi non finiscono qui. Anche in autunno ExtraGiro ha il suo bel da fare.

«Settembre sarà dedicato al mondo gravel – riprende Selleri – Noi abbiamo tre eventi in programma. Uno, è quella la grossa novità che bolle in pentola, e credetemi è davvero importante, sarà una gara gravel UCI. Un’altra gara è già stata fissata in calendario, il 18 settembre, ad Argenta in provincia di Ferrara. Mentre il weekend precedente organizziamo la Maratona Valle Spluga, in Valchiavenna. Ma quello è un evento dall’aspetto cicloturistico».

«Lasciatemi però ricordare un Memorial a cui tengo particolarmente. Il 26 marzo a Mordano ricorderemo Sauro Coppini. Sauro faceva parte della scorta tecnica dello scorso Giro under 23, ma per un incidente è morto durante un trasferimento. Era una persona appassionata e noi vogliamo salutarlo così».

Fabio Vegni sarà il direttore di corsa della prossima edizione del Giro U23 (foto ExtraGiro)
Fabio Vegni sarà il direttore di corsa della prossima edizione del Giro U23 (foto ExtraGiro)

Ecco il Giro U23

Ma quando si parla di ExtraGiro il piatto forte è il Giro d’Italia under 23. La corsa è organizzata davvero nel dettaglio, è forte di grandi strutture e ha un’ottima comunicazione mediatica, cosa che lo ha rilanciato tantissimo. E, perdonateci il campanilismo, questo nostro giudizio è avvalorato anche dall’esperienza vissuta lo scorso anno in Francia al Tour de l’Avenir. 

«Il Giro scatterà l’8 giugno e durerà fino al 18 – continua Selleri – Non posso dire molto, ma posso svelarvi che, nell’ordine, attraverseremo sei regioni: Marche, Emilia-Romagna, Veneto, Trentino, Lombardia e Piemonte, che ospiterà le tre frazioni conclusive. 

«A mio avviso si tratta di un Giro abbastanza impegnativo, almeno sulla carta. I metri di dislivello sono parecchi, soprattutto nel finale, mentre la prima parte è più facile. Non ci saranno cronometro stavolta».

Filippo Baroncini vinse la crono del Giro U23 dello scorso anno
Filippo Baroncini vinse la crono del Giro U23 dello scorso anno

Niente crono, perché?

E questo ci incuriosisce. Come mai è stata tolta la tappa contro il tempo? E’ una scelta tecnica? O c’è dell’altro? Selleri fa subito chiarezza.

«Fare una cronometro non è facile – spiega Selleri – Noi abbiamo a disposizione una sola domenica e infilare una cronometro nel pieno di un giorno lavorativo non è così scontato, questa implica una chiusura delle strade più lunga. Lo scorso anno ci riuscimmo perché avevamo cinque tappe in Emilia-Romagna (c’era la ciclabile Food Valley da inaugurare, ndr) e in qualche modo ci siamo arrangiati. Stavolta invece si parte dalle Marche e c’è molto Nord.

«E poi bisogna vedere anche le località che ti ospitano, perché alla fine, inutile negarlo, bisogna fare i conti con i budget e chi dà l’opportunità di far arrivare la corsa. Io avrei anche trovato due località, una di partenza e una di arrivo, ma sono distanti 120 chilometri!

«Posso assicurare dunque che Marco Pavarini ed io non abbiamo tolto la cronometro per una scelta tecnica».

Il Giro d’Italia U23 2021 ha raggiunto 40 Nazioni: un’ottima diffusione mediatica (foto ExtraGiro)
Il Giro d’Italia U23 2021 ha raggiunto 40 Nazioni: un’ottima diffusione mediatica (foto ExtraGiro)

Verso il futuro

Selleri poi racconta anche che questo potrebbe anche essere l’ultimo Giro under 23 di ExtraGiro. Il  bando indetto dalla Federciclismo infatti è in scadenza, si è al termine del secondo triennio.

«Noi – dice Selleri – abbiamo la volontà di continuare, ma vediamo come andrà. Non possiamo neanche arrivare all’ultimo minuto, per questo in teoria avremmo già le basi per il 2023».

«Per noi di ExtraGiro il ciclismo, quello giovanile soprattutto, è una mission. Cerchiamo di dare sempre il massimo. Anche per questo tutto è molto impegnativo, richiede energie e risorse economiche. E ogni volta vogliamo fare di più.

«Anche in termini di copertura mediatica cerchiamo di fare qualcosa in più. Ci sono diverse idee allo studio per il prossimo Giro, anche con la Rai. Marco Pavarini ci sta lavorando. Oggi la tecnologia permette di fare molte cose, come una diretta streaming degli ultimi 30 chilometri e questa si potrebbe trasformare in una diretta Tv».

Una cosa è certa, ExtraGiro specialmente con il Giro d’Italia U23 sta lavorando bene. Ha ripreso un valore, perché questo è la corsa rosa giovanile, che era sparito per alcuni anni. Un valore importante se non vitale per il settore giovanile e i risultati si vedono: «Se guardiamo bene – conclude Selleri – Covi, Battistella, Baroncini tutti loro sono passati da lì».

Selleri, quale futuro per il Giro d’Italia U23?

09.12.2021
4 min
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Ci sono manovre che dall’esterno non si vedono, ma seppure silenziose spostano equilibri e destini. Organizzare corse in Italia non è un lavoro facile, per la burocrazia, per i pochi soldi e perché gli attori principali fagocitano risorse reinvestendole in minima parte a favore dell’attività. Quale futuro c’è per il ciclismo giovanile?

Se il modello fosse la francese Aso, basterebbe andare sul loro sito per rendersi conto che la stagione è composta da 24 eventi professionistici e 10 amatoriali. Il notevole giro di soldi generato dal Tour de France serve certamente per arricchirne i gestori, ma anche ad allargare la base del movimento. In Italia la sensazione è opposta. Così se il Gs Emilia di Adriano Amici è arroccato sulle sue corse e ne rileva altre per salvarle dalla chiusura, Rcs Sport adotta politiche differenti e ha il potere di captare risorse a scapito dei più piccoli.

Davanti al fatto che Aso organizzerà anche il Tour Femmes, parrebbe ora che l’azienda di Cairo abbia pensato di far suo il Giro Donne a partire dal 2023. Il Tour Femmes avrà un montepremi di 250.000 euro, che ne fanno la corsa femminile più ricca al mondo: il Giro Donne farà lo stesso, reinvestendo parte del budget nei premi?

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Avanti per inerzia

Tra coloro che rischiano di fare le spese di questo andazzo, se la Federazione di Cordiano Dagnoni non metterà sul tavolo le giuste strategie, c’è anche il Giro d’Italia U23 di Marco Selleri e Marco Pavarini. E’ palese che l’uscita di scena di Renato Di Rocco e la mancata conferma di Davide Cassani sull’ammiraglia azzurra siano stati un duro colpo per la corsa vinta quest’anno da Juan Ayuso (foto Giro d’Italia U23 in apertura).

«L’asse Di Rocco-Cassani – racconta Selleri – era un supporto che ora è venuto a mancare. Davide ora c’è in maniera marginale, mentre prima si serviva del Giro per le sue osservazioni da tecnico, con un’azione a medio e lungo termine. Se fosse stato qui per arricchirsi, ci sarebbe ancora, ma è chiaro che abbiamo fatto tutto con estremo volontariato e andiamo avanti con l’inerzia di questi ultimi 5 anni.

«Abbiamo già la richiesta di 35 team stranieri, sanno che in Italia facciamo le cose per bene. Tuttavia senza risorse, non si va avanti. Non vogliamo fare la fine dell’amico Giancarlo Brocci, che per salvare il GiroBio diede fondo al suo patrimonio. Per questo credo che la Federazione debba fare qualcosa. Con il Giro d’Italia U23 stiamo risollevando il ciclismo italiano, ma se diventa una corsa da organizzare senza un lavoro di promozione a monte, allora temo che non si andrà lontano. Se non viene fuori nel giro di due anni un italiano che possa lottare per la maglia rosa dei pro’, temo che una bella fetta di pubblico comincerà ad allontanarsi…».

L’apporto di Cassani rimane, ma più defilato, non essendoci più l’interesse tecnico
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La svolta della diretta

Il contratto della società con la Federazione scadrà dopo l’edizione del 2022, a capo di cinque anni in cui il Giro è tornato a brillare di luce propria, affiancato dalle prove di Extra Giro che hanno consentito la ripresa del ciclismo in Italia in piena pandemia. E a margine, si fa per dire, la piccola società di Mordano ha organizzato gli ultimi campionati italiani e prima i mondiali di Imola, motivo di vanto per UCI e CIO, che la nostra Federazione deve e può rivendicare con orgoglio.

«E’ chiaro – spiega Selleri – che se scende in campo un colosso come Rcs, ogni contributo futuro, anche il più piccolo, lo danno a loro.  Ma quanto può resistere il sistema giovanile a queste condizioni? Ormai tutti vogliono essere pagati, per cui credo che la sola via per cui una corsa come la nostra diventi appetibile per sponsor più grandi è la possibilità che vada in diretta. Pagare la produzione televisiva ha dei costi importanti, si fa se le immagini fanno il giro per il mondo, altrimenti non ha tanto senso. Questi sono i discorsi che stiamo facendo con la Federazione, ma è chiaro che affinché tutto vada a regime nella loro macchina, passerà del tempo».

Marco Selleri è arrivato al Giro U23 dopo gli anni con il Giro delle Pesche Nettarine. Quale futuro per la corsa?
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E poi la gravel

Intanto il Giro d’Italia U23 del 2022 prende forma. Attraverserà cinque regioni, con una sola tappa per questa volta in Emilia Romagna. Il profilo scelto è di una certa durezza, ma bisognerà aspettare tutte le conferme per poterne ufficializzare il tracciato.

«Sarebbe bello poter fare un’edizione che parta dalla Puglia – dice Selleri – e risalga fino alla Romagna e poi una che parta dalla Calabria, ma è bene stare con i piedi per terra. Intanto però l’anno prossimo organizziamo anche una gara di gravel per i professionisti. Ho idea che se il movimento prende piede, darà la possibilità a tanti ragazzi rimasti senza squadra di trovare un altro sbocco, piuttosto che andare sulla mountain bike. Stiamo studiando i regolamenti, si farà ad Argenta, in provincia di Ferrara, ma ne parleremo al momento opportuno. Disilluso? No, ma sto prendendo atto di tante cose…».