La legge Pella e la burocrazia: parola all’organizzatore

22.04.2025
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«Il Giro della Città Metropolitana di Reggio Calabria – dice il suo organizzatore Marco Selleri – attraversava 30 Comuni e quando inizi a spedire tutte le istanze per il passaggio, devi aspettare che ciascuno di essi dia l’autorizzazione al transito. La legge Pella, infarinata da chi ha le beghe più grandi, vale a dire corse che attraversano un elevato numero di Comuni, serve a snellire questa fase preliminare. Ha qualche criticità, ma è una bella mano per chi organizza gare».

La legge Pella, dal nome del presidente della Lega Ciclismo che l’ha elaborata, ha di recente modificato l’articolo 9 del Codice della strada e nasce per snellire la burocrazia delle autorizzazioni per le gare su strada. Un intervento necessario e rapido, al punto da generare una riflessione su quanto sia agevole rimuovere certi ostacoli quando ci sono la volontà politica e gli agganci per farlo.

L’onorevole Pella è una presenza decisamente assidua alle corse: qui con Ciccone al Tour of the Alps
L’onorevole Pella è una presenza decisamente assidua alle corse: qui con Ciccone al Tour of the Alps

Gli interventi della legge

La legge Pella interviene su due aspetti. Viene assegnata alle Prefetture la facoltà di emettere l’ordinanza di sospensione temporanea del traffico per l’intero percorso della gara e non più soltanto per i tratti extra urbani. Non saranno pertanto più necessarie le singole ordinanze per l’attraversamento dei territori comunali: la competenza sarà del solo Comune se la gara si svolge unicamente nel suo territorio. Inoltre è abolito il nulla osta degli enti proprietari delle strade quale condizione per il rilascio delle autorizzazioni.

Come funziona oggi

Letta per come viene descritta nel comunicato sembra una grandissima invenzione, ma per verificarne l’utilità bisognerà aspettare di poterla applicare. Vale a dire non appena sarà pubblicata in Gazzetta Ufficiale: ad ora la legge è al vaglio della Polizia Stradale.

«Per come funziona ora – spiega Selleri – il Comune che riceve la richiesta di transito ha due settimane per esprimere il proprio diniego. In caso non lo faccia, in teoria varrebbe il silenzio/assenso, ma non è così. L’organizzatore infatti deve comunque chiamare e chiedere se abbiano ricevuto la comunicazione e se davvero siano d’accordo col passaggio. Meglio avere un nulla osta in mano che darlo per scontato».

Non solo gare U23, Extragiro di Selleri e Pavarini collabora con la Lega del ciclismo professionistico (foto M. Isola)
Non solo gare U23, Extragiro di Selleri e Pavarini collabora con la Lega del ciclismo professionistico (foto M. Isola)

Come funzionerà domani

La legge Pella sposta tutto in mano alle Prefetture e bisognerà capire se questo sarà sempre garanzia di velocizzazione. Spiega ancora Selleri che la Prefettura riceve le comunicazioni dei vari Comuni interpellati e se fra queste c’è un diniego, bisogna che venga comunicato tempestivamente all’organizzatore.

«Il buon senso – chiarisce – farebbe pensare che i Comuni mandino la risposta anche al soggetto che ha presentato l’istanza, ma potrebbe non accadere. Per questo, inviate le richieste 40 giorni prima della gara, sarebbe utile dopo 20 giorni fare una riunione tecnica in cui passare in rassegna ogni aspetto».

Quindi va bene la legge, ma la cosa migliore è sempre bussare a tutte le porte?

Quando organizzavamo noi il Giro U23, prima di rendere definitivo il percorso, adottavamo una procedura. Chiamavamo tutti gli uffici tecnici dei Comuni con cui avevamo già avuto problemi, chiedendo se a loro avviso ci fossero degli ostacoli per il passaggio della gara. In questo moto aggiravamo i tempi della burocrazia e loro impiegavano meno a dare il nulla osta. Sta al buon senso dell’organizzatore, legge o non legge, cercare di prevenire gli eventuali problemi. E per questo credo che si potrebbe fare un passo ulteriore…

Senza l’accordo ANAS-FCI si dovrebbe pagare il transito su ogni strada
Senza l’accordo ANAS-FCI si dovrebbe pagare il transito su ogni strada
Di cosa si tratta?

Negli uffici tecnici dei Comuni e fra i vigili urbani ogni due anni il personale cambia e non si può pensare che alla base di tutto ci sia il trapasso di nozioni. Allora proporrei all’ANCI (Associazione nazionale dei Comuni), alla Lega del ciclismo professionistico e alla Federazione ciclistica di realizzare un vademecum per i Comuni stessi. Dato che gli uffici sono diversi, ma il regolamento è uguale per tutti, sarebbe meglio avere una linea guida di tre pagine con scritto quello che si deve o non si deve fare se un organizzatore ti chiede di passare con la sua corsa.

Nella legge Pella si parla anche di accordo con i gestori delle strade.

Esiste una convenzione fra organizzatori, ANAS e FCI per cui, di solito a gennaio, ci arriva un modulo in cui trasmettere le corse che si fanno e in linea di massima i percorsi. Esiste un tetto massimo, ma rientra nell’accordo il fatto che inserendo nel backdrop delle interviste il claim di ANAS “Guida e basta”, si crea uno scambio di servizi. Ci si scambiano le fatture che alla fine si annullano. Una sorta di cambio merci, che ci evita di pagare circa 450 euro per ogni corsa. Come dicevo, esiste però un tetto massimo di corse, oltre il quale si paga.

Una bell’agevolazione?

Aspettiamo di vederla a regime, ma potrebbe permetterci di risparmiare parecchio tempo e dedicarci alla sola cosa che conta davvero, vale a dire la sicurezza dei corridori.

Il ciclismo negli autodromi. Sicurezza su, costi giù

09.02.2025
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Il ciclismo negli autodromi, spettacolo, costi più bassi e soprattutto tanta più sicurezza. E quanto serve di questi tempi… Può essere una grande soluzione per team e organizzatori. Pensiamo infatti alle gare, ma anche agli allenamenti. Abbiamo fatto una ricerca e attualmente in Italia ci sono 15-16 autodromi fruibili: sparsi dal Nord al Sud, da Monza a Racalmuto. In questo computo abbiamo tenuto conto di quelli la cui lunghezza è superiore ai 2.000 metri. Altrimenti diventano kartodromi, la lista si allungherebbe a dismisura e per esigenze tecniche andrebbero bene al massimo per i giovanissimi.


Ne abbiamo parlato con Marco Selleri, di ExtraGiro. Selleri di autodromi, quello di Imola in particolare, se ne intende. Ci ha organizzato diversi eventi, su tutti il mondiale del 2020, quello del Covid per intenderci. Marco non si limita a parlare solo degli autodromi, ma porta avanti l’idea del circuito, anche su strada. Chiaramente in località con determinate caratteristiche, che preveda la chiusura di pochi bivi. Ma per questo serve l’aiuto della politica: gli Enti del territorio da una parte, la Federciclismo dall’altra.

Selleri è un organizzatore di lungo corso: le sue perle? Il mondiale 2020 e il Giro Giovani
Selleri è un organizzatore di lungo corso: le sue perle? Il mondiale 2020 e il Giro Giovani
Marco il ciclismo negli autodromi: un tema alquanto vasto. Tu e la tua ExtraGiro nel 2020 avete iniziato a lavorarci a stretto giro…

Quella è stata una scelta dettata dalla necessità. Durante il Covid, la ripresa delle gare è stata più semplice negli autodromi, perché erano ambienti delimitabili e si potevano rispettare i protocolli sanitari con maggiore facilità. Però non è un’idea nuova: già negli anni 2000, a Imola si corse una cronometro del Giro delle Pesche Nettarine. Andando ancora più indietro, nel 1968, Nino Ceroni vi portò il mondiale.

Imola e il ciclismo insomma: un bel connubio…

L’autodromo di Imola si presta particolarmente bene perché ha saliscendi che lo rendono impegnativo. Circa 50 metri di dislivello a tornata e una pendenza massima del 10 per cento, e un asfalto con grip elevato, pensato per le corse automobilistiche. E poi è anche uno spettacolo per chi viene ad assistere alla gara che può vedere più passaggi (e volendo ci sarebbero anche i maxischermi, ndr).

Quali sono i principali vantaggi di una corsa in autodromo?

Il primo aspetto è la sicurezza. Un autodromo elimina il pericolo del traffico aperto e riduce drasticamente il numero di persone e mezzi necessari per garantire il regolare svolgimento di una corsa. Un altro punto a favore è il risparmio economico: servono meno moto di scorta, meno personale a terra e meno auto al seguito.

In Italia gli autodromi e kartodromi sono oltre 100. A questi si aggiungono una decina di piste test di vari brand o enti di ricerca, che sono di più complicato accesso
In Italia gli autodromi e kartodromi sono oltre 100. A questi si aggiungono una decina di piste test di vari brand o enti di ricerca, che sono di più complicato accesso
Di che numeri parliamo, rispetto appunto ad una corsa su strada?

Se parliamo di una corsa su un circuito di cinque chilometri, in strada servirebbero almeno sei-sette scorte tecniche, mentre in autodromo basta una sola moto. Se fosse una corsa in linea, il risparmio sarebbe ancora maggiore: una gara su strada richiede circa 150 persone a terra e 15-16 scorte tecniche in moto. Se considerate che il concetto di volontario è praticamente sparito si fa presto a capire che il risparmio di aggira sui 4/5 della spesa.

Si parla molto di sicurezza, tanto più dopo i recenti fatti di cronaca: gli autodromi possono essere utili anche per il ciclismo giovanile? Sono una risorsa per il movimento…

Assolutamente sì. A Imola, ad esempio, ogni anno si tiene un evento giovanile, il GP Fabbi Imola che coinvolge più di 800 ragazzi tra giovanissimi e allievi. Gli autodromi sarebbero perfetti per ospitare non solo gare, ma anche allenamenti in totale sicurezza. Il problema è che gli autodromi sono spesso occupati da eventi motoristici e trovare spazio per il ciclismo non è semplice. Alcuni, come Imola, aprono ai ciclisti in orari serali, ma servirebbe un accordo strutturato a livello federale per rendere questi spazi più accessibili. Ma si potrebbe estendere l’idea anche a circuiti su strada

Cioè?

In alcune zone si sta già lavorando in questa direzione. Ad esempio, il circuito dei Coralli a Faenza, un tracciato di otto chilometri, potrebbe essere chiuso al traffico un pomeriggio a settimana per gli allenamenti. Creare delle vere e proprie palestre di allenamento per il ciclismo giovanile sarebbe fondamentale per la crescita del movimento. Per farlo però serve la collaborazione delle amministrazioni locali e della Federazione. Studiando le esigenze dei cittadini e degli agricoltori si potrebbero individuare fasce orarie in cui chiudere temporaneamente il traffico senza creare disagi. Una volta a settimana si può fare… se si vuole.

Un’immagine del mondiale 2020: il gruppo aggredisce le curve dell’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola
Un’immagine del mondiale 2020: il gruppo aggredisce le curve dell’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola
Marco hai detto che non è semplice trovare spazio negli autodromi: perché?

Il costo di gestione degli autodromi è molto alto. Restiamo su Imola. Quando case come Pirelli, Ferrari, Lamborghini… ci svolgono i loro test, l’impianto viene affittate per circa 30.000 euro al giorno. Per il ciclismo la cifra richiesta è molto più bassa, intorno ai 3.000 euro.

Ci sono meno esigenze, è chiaro, ma questo lo rende meno appetibile per chi gestisce l’autodromo…

Questo rende difficile per i gestori destinare tempo e spazio alle biciclette. Imola lavora sempre. Quest’anno per esempio ci arriva il Giro Women, ma la sera prima c’è il concerto di Max Pezzali. Pertanto deve esserci qualcuno che nella notte pulisce tutto. E dopo il Giro Women ci sarà un altro concerto. Al termine di ogni evento c’è sempre un ispettore di pista o un manutentore che verifica pulizia e stato dell’impianto. E questi sono costi.

Almeno Imola lavora sempre e comunque sono sempre cosi più bassi rispetto alla strada…

Quello sì. Test, gare, eventi, la Formula 1 (che però al contrario è un costo)… Per questo dico che in mezzo a tanti eventi e di fronte e certi costi, servirebbe un intervento politico per agevolare l’accesso del ciclismo negli autodromi. Si potrebbero riservare almeno quattro ore a settimana nei mesi tra aprile e ottobre. Ma perché ciò accada, è necessario che le amministrazioni locali abbiano una reale sensibilità verso il ciclismo. Purtroppo, i sindaci che hanno a cuore questo sport sono ancora pochi.

Beghelli e Giro di Romagna: la risposta di Amici a Selleri

29.11.2024
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Quando ti chiama Adriano Amici, spesso è per un confronto o semplicemente chiederti come stai. Se però la telefonata arriva di notte, allora forse c’è dell’altro. In questo caso, l’organizzatore emiliano non ha gradito un passaggio dell’ultima intervista a Marco Selleri che lo ha indicato come esempio di scarsa collaborazione, per non avergli segnalato che non avrebbe più organizzato il Beghelli nella cui data lui avrebbe potuto mettere il Giro di Romagna (in cui invece è stata collocata la Coppa Agostoni).

«Parole che hanno toccato la mia sensibilità – dice di getto Amici – perché non è andata così. Il Beghelli si faceva il giorno dopo il Giro dell’Emilia, che per noi è il fiore all’occhiello. Ma non lo facciamo più dall’anno dopo il Covid, dal 2021: la gara degli uomini e quella delle donne (l’ultima edizione nel 2019 la vinse Colbrelli su Valverde, foto di apertura, ndr). Nella stagione precedente, quando l’Emilia si corse in agosto, non fu possibile. Poi vedendo che Beghelli aveva tutti gli operai in cassa integrazione, non fu possibile neppure pensarci. Perciò dispiace sentire certe parole da un collega, con cui peraltro abbiamo anche collaborato. Quando smise di organizzare il Giro delle Pesche Nettarine, Selleri ci portò un marchio come Sixs che mettemmo sulle nostre auto tecniche, e organizzò anche il buffet di frutta al Giro dell’Emilia».

Adriano Amici, 81 anni, all’Emilia con Simone Velasco, corridore bolognese
Adriano Amici, 81 anni, all’Emilia con Simone Velasco, corridore bolognese

Il Beghelli e la Lombardia

Ogni organizzatore ha le sue sensibilità, spiega Amici, ma sulla data del Beghelli e il fatto che sia stata assegnata alla corsa lombarda ci sono a suo dire pochi misteri se non il solito iter di quando un organizzatore è impossibilitato a fare la gara in strada e “consegna” la data alla Lega Ciclismo.

«Il primo anno che è saltato il Beghelli – dice ancora Amici – abbiamo segnalato alla Lega che non la avremmo fatta ed è subentrata la Coppa Bernocchi di Taverna. Era il 2021. L’anno dopo è stato il Trittico Lombardo a gestire la data, che noi avevamo nuovamente affidato alla Lega. Si accordarono fra loro, per cui si corse prima l’Agostoni, poi l’Emilia, quindi la Bernocchi che altrimenti avrebbe avuto una brutta data. Per ottimizzare le risorse, portammo loro le nostre auto tecniche, quelle marcate Sidi. Comunque il Giro di Romagna si è corso nuovamente quest’anno, non nel 2022».

Alla Bernocchi del 2022, corsa due giorni dopo l’Emilia, le auto marcate Sidi del GS Emilia
Alla Bernocchi del 2022, corsa due giorni dopo l’Emilia, le auto marcate Sidi del GS Emilia

Una storia di 40 anni

Quello che sostiene Amici è che tutti gli associati alla Lega sono consapevoli dello stato di salute delle singole organizzazioni e sanno con largo anticipo se una corsa, messa in calendario per non perdere la data, si svolgerà oppure no.

«Faccio un altro esempio – dice – legato alla Settimana Coppi e Bartali. Il prossimo anno non riusciremo a fare il Memorial Martini. Lo avevamo messo alla fine della Settimana come Coppa Emilia, perché avremmo avuto tutte le squadre più o meno in zona. Purtroppo si sapeva da un po’ che non ce l’avremmo fatta e per questo la data è stata segnalata in Lega. Cosa ci voleva a chiedere di prenderla, anziché mettere il Giro di Romagna a settembre? E così alla fine quella data dovrebbe rientrare nel Tour della Magna Grecia, che la Lega organizzerà al Sud. Sono rimasto male, in vita mia ho collaborato con tanti, anche se è chiaro che ognuno di noi ha le proprie dinamiche e anche i suoi interessi. Faccio questo mestiere dal 1983, dal Circuito degli Assi, e nel 2025 torneremo a fare il Trofeo Laigueglia. Altri hanno organizzato mondiali e belle corse e sono stati bravi, non vedo perché debbano entrare così nelle scelte degli altri».

La sfida di Selleri, dalla Romagna alla politica federale

25.11.2024
6 min
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Il 19 gennaio 2025, presso l’Hotel Hilton Rome Airport di Fiumicino, si eleggerà il nuovo presidente della FCI. I candidati sono venuti allo scoperto nelle scorse settimane. Il presidente federale Dagnoni ha ammesso di sentirsi in campagna elettorale da tre anni e ha previsto per il 20 dicembre una conferenza stampa a Milano in occasione del Giro d’Onore. A sfidarlo troverà Silvio Martinello, Daniela Isetti e Lino Secchi, con l’annunciata frammentazione del voto che, in caso di ballottaggio e in base agli accordi dell’ultima ora, sposterà il baricentro verso un candidato o l’altro. Anche l’ultima volta andò così e Martinello, che in proporzione aveva ottenuto più voti, si vide sconfitto proprio per gli accordi consumati in quello stesso hotel. 

Da Metti a Selleri

In attesa di raccontare i quattro programmi elettorali, è interessante segnalare la candidatura di due uomini della base per il ruolo di vicepresidente federale. Dalla Toscana arriva l’ex presidente regionale Saverio Metti, mentre dalla Romagna si segnala Marco Selleri: l’uomo del Giro d’Italia Giovani U23, del mondiale di Imola e del Giro di Romagna (foto di apertura). Se la prima è il prosieguo di un cammino iniziato da anni, la discesa in campo di un organizzatore costituisce un’anomalia. Perché Selleri vuole scendere in politica?

«E’ una candidatura tecnica – precisa – più che per la politica federale in sé. Credo di aver raggiunto la maturità per sviluppare delle idee. Ho un’esperienza a 360 gradi. Ho vissuto prima da organizzatore del Giro delle Pesche Nettarine. Poi il Giro d’Italia U23, le settimane tricolori e i campionati del mondo. Quando è così, a un certo punto decidi di metterci del tuo, ma devi conoscere la materia al 100 per cento. Cioè il punto di vista dei corridori, dei direttori sportivi, di chi organizza le gare. Ho imparato a riconoscere parecchie lacune del nostro movimento, che non produce ricambio. C’è bisogno di un cambiamento profondo. Di ragionare in maniera diversa. Sfruttare i ragazzi che smettono a 22-23 anni perché non hanno i mezzi, però mantengono la passione. Ci lamentiamo perché non andiamo a fare reclutamento nelle scuole, ma se in questi giorni si guardano le persone che partecipano alle assemblee regionali, si vede che l’età media è molto alta. Siamo bloccati e non riusciamo a superare il modo di fare ciclismo degli ultimi 20 anni, che non funziona più».

Marco Selleri è stato il direttore generale del Giro U23: si candida come vicepresidente federale
Marco Selleri è stato il direttore generale del Giro U23: si candida come vicepresidente federale
Quando qualcuno si candida per la vicepresidenza, cosa fa?

Per il momento non faccio parte di nessuna squadra. Anche se, navigando nei programmi e nella storia delle persone che hanno fatto il ciclismo negli ultimi 10-15 anni, l’unico che a mio avviso possa cambiare qualcosa è Silvio Martinello. Sostengo lui perché vedo che è molto più vicino alle mie idee. Siamo di fronte a sfide importanti come la riscrittura dello statuto federale. Qualcosa per fortuna si sta muovendo nella Lega Ciclismo Professionistico con Roberto Pella, che si è buttato capofitto in questo settore nuovo per lui. E io vedendo tutto questo mi sono chiesto: perché stare sempre alla finestra? Le cose non cambiano da sole. In caso di mancata elezione, nessun problema. Nel caso invece di un esito positivo a mio favore, lavorerò con il Consiglio Federale, dando il massimo come quando si lavorava con Davide Cassani.

Davide ormai non c’è più da un pezzo…

Negli anni in cui rilanciammo il Giro d’Italia U23, con lui era partito un programma ben dettagliato. Era lui che trovava le risorse per portare avanti il Giro e di conseguenza anche noi ci siamo ritirati perché la presenza di Cassani non era più prevista dalla Federazione di Dagnoni. Quel programma è stato sostituito da altre strategie e anche il nostro impegno si è arrestato.

Alla fine del 2021 si è interrotta la collaborazione tra la Federciclismo di Dagnoni e Davide Cassani
Alla fine del 2021 si è interrotta la collaborazione tra la Federciclismo di Dagnoni e Davide Cassani
Dici che i giovani non si avvicinano alla politica sportiva: c’è un consiglio che potresti dare al futuro presidente?

I giovani andrebbero innanzitutto inseriti in un contesto completamente diverso da quello che si sta portando avanti. Devono essere formati per parlare con i bambini e fare le stesse cose che si stanno attuando in altri sport, come il tennis o la pallamano. C’è un ragazzo del mio paese, stipendiato dalla Romagna Handball, una squadra di A2 a Mordano, che viene mandato nelle scuole a fare lezioni e appassionare i bambini. Stessa cosa fa Davide Bulzamini, che abita nella stessa zona ed è il capitano della nazionale. Capisco che il ciclismo sia un po’ diverso, però dal punto di vista politico bisogna formare e mettere a libro paga i giovani più volenterosi, perché vadano in giro a raccontare lo sport a ragazzi poco più giovani di loro. Quattro in Romagna, quattro in Lombardia, quattro in Veneto, da una parte bisogna pure cominciare, anche perché le nascite stanno diminuendo ed è ovvio che va fatto un lavoro più profondo. Prima il ciclismo era lo sport numero due in Italia, adesso non lo è più. E a me sinceramente non interessa dire che non abbiamo la squadra WorldTour. Neanche in Slovenia ce l’hanno, eppure qualcosa hanno fatto. Qualcuno è andato a studiarlo? Qualcuno è andato a vedere come lavorano in Inghilterra?

Tu hai qualche conoscenza in questo senso?

Il mondiale di Imola mi ha fatto conoscere in maniera abbastanza profonda le persone dell’Unione Ciclistica Internazionale, dove ho dei rapporti buonissimi. Abbiamo lavorato insieme agli organizzatori del Tour de l’Avenir perché siamo rimasti ovviamente amici con Laurent Bezault e Philippe Colliou, le due persone che mi hanno affiancato a Imola per venti giorni. L’anno scorso mi chiesero se potevano fare qualcosa qui da noi e le conoscenze e la serietà delle persone hanno fatto sì che abbiamo portato il Tour de l’Avenir in Italia e ci tornerà fino al 2027.

Il Tour de l’Avenir 2024 si è chiuso in Italia, sul Colle delle Finestre, con vittorie di Blackmore e Bunel
Il Tour de l’Avenir 2024 si è chiuso in Italia, sul Colle delle Finestre, con vittorie di Blackmore e Bunel
E’ piuttosto raro che organizzatori diversi collaborino fra loro.

Perché noi siamo un po’ guerrafondai, un popolo spesso invidioso. Anziché lavorare insieme, è sempre una gara. La politica è diventata come il Milan contro la Juve: sempre in lite, con la quasi impossibilità di collaborare davvero. Porto l’esempio del mio vicino di casa, Adriano Amici. Ha ceduto alla Coppa Agostoni la data del Memorial Beghelli, piuttosto di prendere il telefono e telefonarmi, dato che avevamo in ballo il Giro di Romagna. Non si poteva collaborare per tenerle vicine? In qualche modo bisognerebbe essere chiamati a rispondere del capitale che si ha in mano, perché le corse hanno una storia ed è un capitale pure quello. E poi c’è una cosa che ho detto alla riunione del comitato regionale emiliano romagnolo.

Che cosa?

Che sponsor privati non ce ne sono più, quindi ci troviamo spesso a organizzare con soldi pubblici e questo vuol dire avere una base economica solida, perché i soldi pubblici arrivano dopo. Il problema è che nessuno ha costruito qualcosa con l’Istituto per il Credito Sportivo, per immaginare di concedere un fido agli organizzatori che così potrebbero portare avanti le loro corse. Si è preferito far smettere Moreno Argentin, che si trovava in questa stessa posizione e voleva organizzare le sue gare. Avrebbe avuto bisogno di ossigeno, invece si è preferito affossarlo e far sparire la sua corsa. Anche noi abbiamo avuto bisogno, però c’era una gestione federale attenta, che ha trovato il sistema di aiutarci anziché affossarci.

Morgado vince il Giro di Romagna 2024: la corsa è organizzata da Marco Selleri per Extra Giro
Morgado vince il Giro di Romagna 2024: la corsa è organizzata da Marco Selleri per Extra Giro
Sei dalla parte di Martinello, hai ricordi evidentemente positivi della gestione Di Rocco, perché non sostenere Lino Secchi che fa parte della stessa storia sportiva?

Perché abbiamo bisogno di ringiovanire, sono già vecchio io. Però ovviamente io sono un romagnolo di sangue caldo, di conseguenza dico quello che penso. Oggigiorno se vuoi andare avanti e sbloccare situazioni devi dire quello che pensi. Possiamo prendere delle persone che abbiano fatto il bene del ciclismo, d’accordo, però attenzione secondo me è davvero necessario cambiare direzione.

L’Avenir sul Finestre: Torino diventa patria del ciclismo

11.07.2024
5 min
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La partenza del Giro d’Italia. La tappa del Tour de France. L’annuncio della grande partenza della Vuelta 2025 e nel mezzo, fra qualche settimana, la conclusione del Tour de l’Avenir (18-24 agosto). Il Piemonte e la Città Metropolitana di Torino, al pari dell’Emilia Romagna e dell’Abruzzo, hanno colto le potenzialità del ciclismo come veicolo promozionale per il territorio. E proprio in quest’ottica si inserisce l’approdo del Tour de l’Avenir, gara under 23 per uomini e per donne, che si correrà contemporaneamente per donne e per uomini: al mattino le prime, di pomeriggio l’arrivo dei ragazzi.

Il passaggio più curioso della vicenda è che l’approdo italiano è stato propiziato da Marco Selleri, uomo di Extra Giro che in passato ha organizzato il mondiale di Imola e ha tenuto in mano per anni il Giro d’Italia U23, prima che il celebre bando propiziasse il passaggio di tutti i Giri a RCS Sport.

«Ho sentito anche io che il Colle delle Finestre sia un possibile approdo futuro per il Tour de France – spiega Selleri – però magari ne sapremo di più a fine luglio quando andrò su per fare il punto finale e la presentazione delle tappe italiane, che ci sarà il 29 luglio a Torino. In ogni caso il contatto con i francesi c’è stato lo scorso settembre, quando Laurent Bezault e Philippe Colliou mi scrissero due righe dicendo che l’anno successivo, quindi quest’anno, avrebbero avuto delle difficoltà a chiudere l’Avenir in Francia a causa delle Olimpiadi. Tutte le forze di sicurezza sarebbero state dirottate su Parigi, in più ora ci sono state anche le elezioni…».

Il Tour de l’Avenir per come è illustrato ancora sommariamente sul sito ufficiale
Il Tour de l’Avenir per come è illustrato ancora sommariamente sul sito ufficiale
Che cosa gli hai risposto?

Di lasciarmi un po’ di tempo e avrei visto se potevo dargli una mano, visto che comunque in Italia qualcosa abbiamo fatto. L’occasione è stata una telefonata con Aldo Peinetti, giornalista dell’Eco del Chisone, che mi aveva presentato Chiatellino quando nel 2022 finimmo il Giro U23 a Pinerolo. Lui è un appassionato di ciclismo e mi ha chiamato dicendomi che avrebbero voluto promuovere il loro territorio a livello cicloturistico. Così con Marco Pavarini siamo andati a vedere la bellissima salita al Rifugio Barbara Lowrie che hanno appena asfaltato in zona Bobbio Pellice, con la strada che finisce appunto in un rifugio dove si potrebbe far arrivare una corsa. Ci siamo seduti per fare due chiacchiere e gli ho detto che se davvero volevano promuovere la zona, arrivavano a puntino, dato che avevo ricevuto una mail dagli organizzatori del Tour de l’Avenir.

Sono parsi interessati?

Molto, così ho messo in contatto Peinetti con Philippe Colliou, che è il direttore di Alpes Velo e organizza il Tour de l’Ain e altre corse. Da quel punto io ho fatto un passo indietro e sono andati avanti loro, fino a che hanno raggiunto l’accordo con la Città Metropolitana di Torino e qualche comune della Val Pellice. L’ho saputo quando mi ha scritto Peinetti dicendo che era fatta. E’ partito tutto così, finché siamo arrivati ai primi di maggio, quando Colliou mi ha riscritto dicendo che aveva bisogno di una mano per delle questioni tecniche in Italia.

Philippe Colliou è il direttore di Alpes Velo, società francese che organizza il Tour de l’Avenir, ma anche il Tour du Rwanda e il Tour de l’Ain
Philippe Colliou è il direttore di Alpes Velo, società francese che organizza il Tour de l’Avenir, ma anche il Tour du Rwanda e il Tour de l’Ain
Cioè?

La scelta dei percorsi è stata fatta dalla Città Metropolitana di Torino insieme a Peinetti. C’è la Val Pellice e poi c’è appunto il Colle delle Finestre, dove prepareranno il fondo sterrato come quando vinse Froome, quindi battendola molto bene. Io ho fatto la ricognizione il 3-4 giugno, quando sulla strada c’era ancora neve. Mi sembra che sia un po’ impegnativa, soprattutto per il Tour de l’Avenir delle ragazze, perché i percorsi sono identici. Non cambia una virgola, sia per la tappa che arriverà a Condove, sia per quella che partirà da Bobbio Pellice e arriverà al Colle delle Finestre. Si arriva in cima. Si premiano lassù i primi tre di tappa e poi ci si sposta a Usseaux, uno dei borghi più belli d’Italia, bello davvero come un confetto. Lì ci saranno le premiazioni protocollari dei vincitori dei due Tour.

A quali questioni tecniche si riferiva Colliou?

In Italia abbiamo le nostre leggi, di conseguenza è necessario anche l’intervento della Struttura tecnica nazionale. L’idea adesso è che l’incarico ufficiale di fare le cose in regola arrivi dal Consiglio federale del 20 luglio. L’Uci ha un articolo per cui l’organizzatore straniero dovrebbe chiedere alla Federazione ciclistica italiana l’autorizzazione per arrivare con due tappe in Italia. Quindi si sta cercando di fare in modo che queste ultime due tappe diventino come gare italiane, pagando le tasse federali, con i nostri direttori di corsa e l’assicurazione italiana. E questo è al vaglio del Consiglio federale del 20 luglio. Trattandosi dell’ultima tappa della Nations’ Cup, quindi una prova UCI che partecipa alle spese, spero non ci siano problemi.

Dopo l’arrivo finale sul Colle delle Finestre, le premiazioni del Tour de l’Avenir si svolgeranno a Usseaux
Dopo l’arrivo finale sul Colle delle Finestre, le premiazioni del Tour de l’Avenir si svolgeranno a Usseaux
Come mai Bezault e Colliou si sono rivolti a voi?

Perché sono stati entrambi con noi per 15 giorni durante i mondiali di Imola, dato che erano i referenti dell’UCI. E poi perché l’Italia interessa, ci sono anche altri organizzatori che provano a venire da noi

Quindi il prossimo passo è la presentazione di Torino?

Il 29 luglio a Torino ci saranno Philippe Couliot e Bernard Hinault, perché lui all’Avenir c’è sempre. Presenteranno le tappe italiane a Torino, dato che la Città Metropolitana di Torino è coinvolta in modo importante. Hanno capito qual è lo sport che genera economia e che genera visibilità in giro per il mondo. La Val Pellice ne avrà una bella promozione, perché è spettacolare. Vedrete che richiamo…

Domani Laigueglia, baluardo del ciclismo che cambia

27.02.2024
6 min
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Venticinque squadre, fra cui 9 WorldTour, 8 professional e 8 continental. Le prime salite di Paravenna e Testico a fare la selezione e poi il circuito finale, che negli ultimi 44 chilometri propone per quattro volte Colla Micheri e Capo Mele. Domani si corre il Trofeo Laigueglia e a giudicare dalle iscrizioni dell’ultima ora sarà una gara stellare, sempre che il meteo conceda una tregua.

Il UAE Team Emirates arriva in forze, aggiungendo al pacchetto Ayuso e Hirschi, dominatori nello scorso weekend francese: con loro anche Covi, Majka, Ulissi e Baroncini. Poi il vincitore uscente Peters, Vendrame e Cosnefroy nella Decathlon-Ag2R partita già fortissimi. Bettiol e Piccolo in maglia EF Easy Post; Velasco, Fortunato e Scaroni con l’Astana. Rota e Busatto per la Intermarché, più De Marchi e Zana con la Jayco-AlUla. Infine due ragazzini che l’Italia ben conoscono: Gregoire e Lenny Martinez di casa Groupama-FDJ. Il via alle 11, l’arrivo intorno alle 16, la diretta intorno alle 14,30 su Rai Sport ed Eurosport.

Il Laigueglia del 2023 è stato vinto da Nans Peters, al traguardo con 46″ di vantaggio
Il Laigueglia del 2023 è stato vinto da Nans Peters, al traguardo con 46″ di vantaggio

Le corse in Italia

Laigueglia significa l’inizio del grande ciclismo in Italia, con l’organizzazione di Extra Giro per conto del Comune. Di questi tempi non c’è niente di facile nell’organizzare corse in Italia, nella scia di RCS Sport che, lavorando bene e a tappeto, lascia dietro appena le briciole. E’ notizia dei giorni scorsi, diffusa da bici.PRO e rilanciata su tutti i media, che il Giro di Sicilia non ci sarà per ragioni politiche. Eppure gli uomini di Mauro Vegni non sono stati a guardare e nelle stesse date si svolgerà il Giro d’Abruzzo: manca l’ufficialità, attesa a breve.

Non c’è niente di facile, ma ci sono le idee. Marco Selleri, che di Extra Giro è uno dei soci, ne avrebbe tante, ma ha capito che ci sono conti da fare. Proprio per questo il gruppo romagnolo ha dovuto rinunciare all’organizzazione del Giro della Città Metropolitana di Reggio Calabria, mentre sta per annunciare la rinascita del Giro di Romagna. Lo sentiamo alla vigilia della corsa ligure.

Marco Selleri, romagnolo, qui alla presentazione della tappa bolognese del Tour 2024
Marco Selleri, romagnolo, qui alla presentazione della tappa bolognese del Tour 2024
Percorso che vince non si cambia…

E’ rimasto tutto uguale, anche perché all’Amministrazione comunale piace questo percorso, che è stato accolto abbastanza bene anche dai corridori. L’arrivo di Ayuso e Hirschi servirà a innalzare ancora di più il livello.

Quanto è importante effettivamente la presenza dei grossi nomi per una corsa? 

E’ importante perché acquisisce valore. Quando ci sono nomi che sono sulla bocca di tutti, vuol dire che aumenta l’audience di tutto quello che c’è intorno, quindi è fondamentale. Soprattutto se parliamo di corridori che hanno già vinto negli ultimi giorni e si presentano qua, cambiando le carte in tavola di tanti pronostici. Mi piacerebbe che una volta tanto vincesse un italiano, perché ne abbiamo bisogno. Sappiamo che Rota e Covi sono sempre fra i primi, anche Vendrame lo scorso anno era davanti. E’ una corsa che si dice molto ai nostri ragazzi. Sarà un test anche per Baroncini, perché a Kuurne non è andato male, anche se qui ci sarà più salita.

Il Comune ci tiene tanto, ma di fatto l’intero territorio è in ballo per accogliere le squadre.

Laigueglia dà il nome dal 1964 della prima edizione. Per la corsa hanno riaperto due hotel, mentre il grosso delle squadre si trova fra San Bartolomeo e Alassio. Il Comune ci tiene molto, con le ultime elezioni è cambiata l’Amministrazione, ma si continua a ricavare il budget per la corsa. Parliamo per loro 110-115 mila euro, che non è facile. Ci sarà pure un contributo della Regione e qualcosa che arriva dai Borghi più Belli d’Italia, ma la metà viene dal bilancio della città cui bisogna dire grazie. E’ una corsa che con l’IVA viene a costare intorno ai 200 mila euro. Ci sono delle figure chiave, come Lino Bersani che è un Consigliere con la delega allo sport. Poi Roberto Schiavon e anche Antonio Meroni di Cantù. Sono loro che spingono per mantenere la corsa.

Lo scorso anno, alle spalle di Peters, Vendrame e Covi a 46″
Lo scorso anno, alle spalle di Peters, Vendrame e Covi a 46″
La Strade Bianche è un traino?

E’ la nostra fortuna, secondo me. Fanno tappa qua, poi si spostano in Toscana. Come quando s’è fatta Reggio Calabria col traino del Giro di Sicilia. L’UCI dice tanto di voler riscrivere il calendario. Mettiamo che sposti il Lombardia ad aprile, secondo voi cosa succede alle corse che si fanno in preparazione come l’Emilia, l’Agostoni e la Bernocchi? Con lo stesso criterio abbiamo sperato che rifacendo il Giro di Romagna il 21 aprile, cioè due giorni dopo la fine del Tour of the Alps, qualche squadra venisse giù, ma per ora non vediamo grossi riscontri. Annunceremo la corsa a breve, la 86 esima edizione, che rinasce per volontà dell’Amministrazione comunale di Lugo e di Oliviero Gallegati, titolare della Cicli Somec.

Cosa vi aspettate?

Il ciclismo è cambiato, gliel’ho detto: non aspettatevi grossi nomi, perché c’è il Giro d’Italia alle porte. Per cui correremo con parecchie continental, anche se la UAE Emirates ha detto che verrà. Stiamo aspettando un paio di professional straniere, come la Caja Rural e l’Euskaltel, e poi vedremo le tre italiane. Come dicevamo prima, avere i nomi serve a chi investe. A noi che organizziamo serve avere le risorse per fare tutto nel migliore dei modi. Abbiamo organizzato per anni le corse giovanili, non badavi tanto ai nomi quanto a promuovere il movimento e una corsa come il Romagna può fare la fortuna delle continental italiane. I grossi nomi non si preparano più nelle piccole corse.

E questo incide sulle partecipazioni…

Vanno a vincere senza fare corse. Si preparano da fuori, vengono e vincono. Una volta era l’opposto: venivano sempre a fare 2-3 corse per prepararsi. Anche Pogacar arriva alla Strade Bianche senza aver mai corso prima: credete che andrà piano? Ma guardiamo in casa nostra, speriamo che domani sia bel tempo. Mi piacerebbe che Laigueglia diventasse la corsa più bella del professionismo. Mi piacerebbe poter mettere un arco ogni chilometro a partire dai meno cinque dall’arrivo come domenica a Kuurne.

Il Laigueglia 2022 fu l’ultima vittoria di Polanc, poi ritirato per problemi cardiaci. Con lui Ayuso e Covi
Il Laigueglia 2022 fu l’ultima vittoria di Polanc, poi ritirato per problemi cardiaci. Con lui Ayuso e Covi
Cosa te lo impedisce?

Il fatto che ognuno di quegli archi costa 4 mila euro, quindi servirebbero ne 20 mila solo per i gonfiabilli. Vorrei vedere le cose fatte a modo. Prendiamo la corsa di Reggio Calabria. Il contributo pubblico è stato abbassato e già l’anno scorso chiudemmo quasi in pari. Dovremmo organizzare in perdita? E poi senza il Giro di Sicilia, quali squadre verrebbero in Calabria per un solo giorno? Sarebbe diverso se la Federazione o la Lega intervenissero per organizzare pacchetti con 3-4 giorni di gara, trovando il modo che le squadre spendano 40 euro al giorno come in Spagna e coprendo il resto con sponsor o contributi. Senza interventi del genere, una corsa così isolata non riusciamo a farla. E mi dispiace, perché da giù continuano a chiamarmi, ma non posso che dire di no.

EDITORIALE / Campionati italiani, appunti e strappi

26.06.2023
6 min
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I campionati italiani juniores del prossimo fine settimana in Veneto e quelli allievi di luglio a Boario Terme assegneranno gli ultimi titoli della strada. Frattanto Comano Terme e Mordano hanno ospitato le rassegne delle altre categorie.

Stile trentino

Gli organizzatori del GS Alto Garda, che in aprile mettono su strada il Tour of the Alps nel Trentino in cui nel 2012 fu organizzata l’ultima Settimana Tricolore, hanno portato a casa un ottimo risultato, con il passo del grande evento: i campionati europei di Trento 2021 sono un ricordo ancora fresco. Nei giorni fra giovedì e domenica si sono succedute le crono individuali di tutte le categorie, poi le prove su strada di professionisti e donne elite.

Il Trentino ha fatto sistema e il territorio di Comano Terme è diventato teatro di manifestazioni nel segno dell’efficienza e senza concessioni allo sfarzo. I percorsi hanno riscosso il gradimento di atleti e tecnici, nelle hospitality si degustavano prodotti tipici, si è tenuta aperta una porta sul turismo e pare che la sola cena di gala organizzata il sabato abbia visto la partecipazione di pochi invitati.

Al via della gara pro’ a Comano, anche 9 under 23 di squadre continental. Perché non correre a Mordano?
Al via della gara pro’ a Comano, anche 9 under 23 di squadre continental. Perché non correre a Mordano?

I pro’ al sabato

Ha fatto parlare tuttavia la scelta di invertire le gare del sabato e della domenica, anticipando i professionisti rispetto alle donne. La decisione, annunciata il 2 marzo alla presentazione dell’evento, era già stata ventilata a dicembre, quando i tecnici azzurri andarono a Comano per visionare i percorsi.

Il motivo dello spostamento, come spiegato da Maurizio Evangelista (general manager del GS Alto Garda), sta nell’aver voluto concedere un giorno di recupero in più agli atleti che saranno impegnati al Tour e una vetrina più importante per le donne elite. Ugualmente la scelta ha creato qualche contrattempo.

Solo i giornalisti di tre testate sono rimasti a Comano per la gara delle donne elite, vinta da Longo Borghini
Solo i giornalisti di tre testate sono rimasti a Comano per la gara delle donne elite, vinta da Longo Borghini

La fuga dei media

Il primo va a disonore della categoria cui apparteniamo. Seguita la gara dei professionisti, gli inviati di alcune delle testate più prestigiose sono stati richiamati alla base. Così ieri a raccontare la vittoria di Elisa Longo Borghini, tolto chi scrive, si sono ritrovati i colleghi di Tuttobiciweb e di InBici.net. Dopo aver dovuto digerire l’assenza della diretta televisiva nella crono, la campionessa italiana ha mandato giù un altro boccone amaro.

Il secondo ha creato una sovrapposizione evidente fra gli organizzatori trentini e quelli romagnoli che per sabato avevano in programma il tricolore degli under 23, conquistato da Francesco Busatto. Qualcuno fra coloro che sono preposti allo studio dei calendari avrebbe potuto accorgersene nei tre mesi a disposizione e mettere sul tappeto le possibili soluzioni? Si poteva valutare che si proponevano i campionati italiani in piena maturità? Oggi Eleonora Ciabocco, che ieri ha corso a Comano, ha avuto gli orali…

Impossibile che il tricolore U23si corresse sulle strade del mondiale: è nato così il tracciato di Mordano
Impossibile che il tricolore U23si corresse sulle strade del mondiale: è nato così il tracciato di Mordano

L’alluvione in Romagna

Una premessa si rende ora necessaria. Dopo l’alluvione della Romagna, per mantenere il tricolore U23 gli uomini di Extra Giro hanno dovuto ridisegnare un nuovo percorso in tempo record. Le strade di Riolo Terme e delle colline dei dintorni sono infatti impraticabili e chissà per quanto ancora lo saranno. Sembra il loro destino, che pure parla di una struttura agile e buone capacità organizzative. Se Trento ha organizzato gli europei, non dimentichiamo che l’anno prima Extra Giro tirò fuori dal cilindro un mondiale a tempo di record.

Non più il tracciato ispirato a quei mondiali, dunque, bensì uno nuovo che richiamava Imola 1968: il mondiale di Adorni. La situazione avrebbe richiesto che le istituzioni avessero un occhio di riguardo. Che il presidente, ad esempio, andasse sul posto, anziché mandare il consigliere federale Cazzola.

Se il tricolore U23 fosse stato spostato alla domenica, avrebbe ricevuto un’attenzione mediatica superiore? Se le donne avessero corso il sabato sarebbe cambiato qualcosa? E se qualcuno avesse pensato a una progettazione di alto livello, si sarebbero potuti fare collegamenti dalla Romagna durante la gara dei pro’? La RAI avrebbe affrontato le spese di un’altra diretta da Mordano? Molto probabilmente no.

In rappresentanza della FCI ai campionati italiani di Mordano, il consigliere federale Cazzola, secondo da destra (foto Extra Giro)
In rappresentanza della FCI a Mordano, il consigliere federale Cazzola, primo da destra (foto Extra Giro)

Il momento di Extra Giro

Non è un mistero che, dopo aver prosperato grazie al sostegno esterno di Cassani e con l’appoggio del presidente Di Rocco – risollevando il Giro U23, organizzando corse nel post pandemia e addirittura quei mondiali del 2020 – Extra Giro sia stata messa ai margini, seguendo il destino dello stesso Cassani. Quando va così, purtroppo la tendenza è quella di saltare giù dal carro. Gli sponsor. Gli amici. I politici. I media… La cosa può infastidire, ma non certo stupire.

Dipende però da come si vive il disagio. Se comanda la rabbia, perché l’emergenza, lo scoramento, la stanchezza e l’esasperazione sfociano spesso in rabbia, può capitare che si alzino i toni.

Selleri è sul punto di mollare tutto e si spiega così probabilmente il post su Facebook in cui si è complimentato con gli atleti di Comano Terme, ma ha colpito la capacità organizzativa del GS Alto Garda. Ci risulta che nella telefonata successiva fra lui e Maurizio Evangelista, i toni non siano stati concilianti: tutt’altro. Lo scontro è fra adulti, sapranno gestirlo benissimo senza interventi esterni.

Una guerra sterile

Gli sponsor vanno dove ottengono di più, l’errore più grosso è cadere in una guerra fra bande. Il GS Alto Garda fa da anni la sua strada, senza neppure cercare intese con altri soggetti. E’ la loro scelta, che ad esempio li porta fuori dalla trattativa della Lega per i diritti televisivi e su binari totalmente autonomi.

Extra Giro fa fatica a trovare risorse e visibilità, danneggiata ad esempio dal passaggio del Giro d’Italia U23 nelle mani di RCS Sport, con un bando per loro inaccessibile. La cosa può infastidire, ma puntare il dito contro chi invece sta a galla, è l’errore più comune. Ricordiamo ad esempio che nei giorni in cui il Giro U23 aveva i favori di sponsor e palazzi, gli organizzatori del Val d’Aosta – lontani dalle logiche romane – masticavano amaro, ma rimasero sempre zitti.

Anziché farsi giustizia sui social, sarebbe più utile chiedere risposte alla FCI. Ad esempio sulle cause dell’enorme esborso di denaro per il Giro Donne oppure sul prolungamento del commissariamento della Lega. Le società affiliate sono soci con diritto di voto, sono azionisti della Federazione: sarebbe ora che la smettessero di sentirsi parti lese o di spendersi per ottenere le amicizie giuste. Che entrino semmai nel vivo delle scelte. Molto meglio portare avanti il proprio lavoro senza dover dire grazie a nessuno. E semmai, se qualcosa non va, chiedere che si lavori meglio o si mandi a casa chi non riesce a far andare la macchina.

Dopo l’alluvione, tricolore U23 sui Tre Monti di Adorni

07.06.2023
4 min
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Continuano a farsi sentire gli effetti dell’alluvione in Emilia-Romagna. A Mordano (Bologna) il 24 giugno prossimo era in programma il campionato italiano under 23 ed era previsto un determinato percorso, ma l’inondazione lo ha devastato. La data però resta confermata.

ExtraGiro, società organizzatrice, come da suo Dna però non è stata a piangersi addosso. Marco Selleri, Marco Pavarini e tutta la loro squadra si sono guardati in faccia e si sono rimboccati le maniche. Come i loro corregionali del resto.

Selleri e Colbrelli sotto lo sguardo di Pavarini, dopo il podio tricolore 2021 (foto ExtraGiro)
Selleri e Colbrelli sotto lo sguardo di Pavarini, dopo il podio tricolore 2021 (foto ExtraGiro)

Maniche rimboccate

«Qui – racconta Selleri – ancora piove. Un giorno da una parte, un giorno da un’altra. Siamo alle prese col fango con l’acqua e tutto il resto. In questi 15 giorni abbiamo deciso di cambiare il percorso, ma d’altra parte non avevamo alternative, in quanto le strade di quello previsto inizialmente non erano più agibili.

«Non è stato semplice. Abbiamo dovuto parlare con i sindaci dei due Comuni coinvolti, Imola e Mordano, e con la Regione Emilia-Romagna. Chiaramente adesso le risorse psicofisiche sono tutte rivolte al ripristino dei danni che, a mio avviso, richiederanno anni per essere riparati, ma neanche ci si poteva fermare. Eventi così danno ossigeno al territorio, alle strutture ricettive. Già si era fermata la Formula 1, non volevamo aggiungere un danno… al danno».

Addio vecchio percorso

Selleri parla di un vecchio percorso inagibile soprattutto a causa delle frane. Se ne contano sei, una delle quali enorme, che ha del tutto spazzato via una strada e altre cinque che ne hanno dimezzato la carreggiata.

«Ma si tratta comunque di frane in movimento – prosegue Selleri – che non consentono grande sicurezza. Ce n’era una sul Monticino, la prima salita, tre nelle discesa e una sull’ultimo strappo».

ExtraGiro mostra come sempre grande reattività. Ma non è stato facile questa volta.

«Rispetto al mondiale 2020 è stato diverso. In quel caso c’erano problemi, se vogliamo anche più grandi, ma non erano solo nostri. Non dipendevano da noi. Stavolta invece è proprio un problema tutto nostro. Per questo devo ringraziare i sindaci di Imola, di Mordano e la Regione Emilia-Romagna, in particolare Giammaria Manghi, sottosegretario Regione Emilia-Romagna, il quale ci ha supportato moltissimo».

Su parte di questo percorso ExtraGiro aveva organizzato il mondiale 2020 e il tricolore pro’ 2021
Su parte di questo percorso ExtraGiro aveva organizzato il mondiale 2020 e il tricolore pro’ 2021

Sui Tre Monti

Ma se questa è la situazione passata, cosa propone quella nuova? Il prossimo campionato italiano U23 si deciderà sul circuito dei Tre Monti. Partenza e arrivo sono a Mordano. I numeri di chilometraggio e dislivello sono pressoché uguali, ma cambia la disposizione del dislivello stesso. Prima 167,7 chilometri, ora 171. Prima 2.300 metri verticali e gli stessi ora.

«Si va sul circuito dei mondiali del 1968 – spiega Selleri – quello vinto da Adorni. Una prima parte pianeggiante di 40 chilometri, poi nove tornate del collaudatissimo circuito dei Tre Monti. Da lì ultimi 20 chilometri per rientrare a Mordano».

Questo nuovo tracciato cambia un po’ l’andamento tecnico-tattico della gara. Per assurdo, anche se nel complesso potrebbe essere più duro, strizza maggiormente gli occhi ai passisti, magari anche relativamente veloci, che agli scalatori.

«In effetti potrebbe cambiare la fisionomia della corsa – dice Selleri – prima, dall’ultimo strappo al traguardo, c’erano 5-6 chilometri dei quali giusto un paio di pianura dal termine della discesa. Ora invece ce ne sono 20 dal Gpm e 15 dal termine della discesa. Tra l’altro 15 chilometri di stradoni piatti e rettilinei in cui le squadre si possono organizzare bene per chiudere su un eventuale fuggitivo. Per dire: uno scalatore che guadagnava 20” prima poteva andare all’arrivo. Adesso con quei 20” è ben più difficile riuscirci».

ExtraGiro, un 2023 di novità: Italia.it e Museo 2.0

31.01.2023
5 min
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ExtraGiro è una società di comunicazione che con il lavoro svolto negli ultimi anni sta dimostrando di saper unire i puntini. Marco Pavarini e Marco Selleri hanno mosso i loro intenti per comporre un puzzle che racchiude più fronti. Sport, mobilità, promozione del territorio e una narrazione storica delle due ruote in digitale. 

Sarà infatti ExtraGiro a raccontare i territori del cicloturismo sul portale ufficiale del Ministero del Turismo, Italia.it. Un’opportunità per racchiudere quello che rappresenta il ciclismo e mostrarlo a tutto il mondo.

In parallelo a questo progetto c’è la nuova versione 2.0 del Museo Digitale Diffuso del Ciclismo, una App realizzata con Len Service Onlus, che consente di scoprire i territori d’Italia attraverso la lente del ciclismo e delle sue storiche sfide. Il tutto arricchito dalla collaborazione con l’Archivio Luce che permetterà di ripescare filmati e immagini che vanno dagli anni ’20 al dopo guerra.

Nell’applicazione è possibile trovare i file GPX per poter percorrere gli itinerari
Nell’applicazione è possibile trovare i file GPX per poter percorrere gli itinerari

Museo 2.0

La fondamentale esperienza di organizzazione del Giro d’Italia Giovani, dal 2017 al 2022, ha consentito a ExtraGiro di percorrere la Penisola per raccogliere storie di ciclismo che meritano di essere raccontate a tutto il mondo. Esperienze in linea con il nuovo format di Italia.it, che si basa su una serie di valori di unicità, appartenenza e rispetto del territorio che guidano la creazione di contenuti di valore e le collaborazioni.

«La collaborazione con Archivio Luce – spiega Marco Pavarini, direttore di ExtraGiro – così come la partnership editoriale con il Ministero del Turismo per contenuti ad hoc sul portale italia.it, rappresentano la nostra mission. Veicolare la promozione del territorio attraverso uno sport popolare e dalla storia epica come il ciclismo è il nostro scopo.

«Siamo orgogliosi del lavoro svolto fino ad ora e rilanciamo, con la convinzione che la piattaforma del Museo Digitale Diffuso possa essere sempre più uno strumento a disposizione delle amministrazioni pubbliche per raccontare il proprio territorio attraverso lo sport e il cicloturismo».

Museo Digitale Diffuso del Ciclismo racconta i territori anche attraverso le corse
Museo Digitale Diffuso del Ciclismo racconta i territori anche attraverso le corse

Attraverso Italia.it

Per Pavarini e Selleri, l’accordo con il Ministero del Turismo è un ulteriore passo avanti verso la propria mission di utilizzare la potenza narrativa della bicicletta per raccontare e promuovere il territorio. Il portale rappresenta lo strumento principe del Ministero per lo sviluppo dell’offerta turistica a livello internazionale: una piattaforma che racconta l’Italia con una narrazione moderna e semplice, creando nuovi collegamenti tra gli utenti e le proposte sul territorio.

«C’è una strategia del Ministero del Turismo – dice Pavarini – avviata dal precedente governo per muovere i territori italiani attraverso Italia.it. Parlandone con loro abbiamo appurato che il cicloturismo ha un valore importante. Siamo quindi diventati i loro interlocutori per raccontare i territori attraverso il ciclismo. Ossia pubblicare su questo portale per poi essere distribuito nel mondo, l’angolatura che appartiene al ciclismo in determinate terre. Siamo partiti dalla nostra storia, con la conoscenza che abbiamo maturato attraverso il Giro d’Italia Giovani, più la raccolta dei contenuti del Museo Digitale Diffuso del Ciclismo e ci siamo candidati come partner comunicativi e di narrazione. 

«Il nostro intento è quello di fissare quei luoghi che hanno un legame forte con il ciclismo. Ma anche quello di legare i territori con quello che sono gli eventi. Quindi una promozione per gli eventi futuri come possono essere gare ciclistiche o passaggi di corse come Giro o Tour. L’unione d’intenti è stata chiara fin da subito. Tutto nasce dalla strategia di ExtraGiro di organizzare gare ma anche raccontare i valori delle terre che ci ospitano».

Italia.it è un portale del Ministero del Turismo per la promozione del territorio
Italia.it è un portale del Ministero del Turismo per la promozione del territorio

Nuovi progetti 

Tra gli intenti di ExtraGiro c’è sicuramente quello di rendere sempre più profondi i propri contenuti con nuove edizioni e progetti più solidi, sia sportivi che culturali.

«Organizzeremo il Trofeo Laigueglia – afferma Pavarini – utilizzeremo una doppia narrazione, sia con il portale del Museo sia con il portale Italia.it. Abbiamo un anno davanti con tanti progetti rivolti a cicloturismo, gare gravel e mountain bike, sia invece agli eventi più amatoriali e festosi che annunceremo a breve. Nuovi format di manifestazioni che lanceremo a marzo sempre legati alla bici e alla promozione del territorio».

«C’è una domanda dei territori enorme al momento. Si sta iniziando a percorrere questa direzione da parte delle comunità e delle amministrazioni che hanno capito il potenziale di questo sport. Gli investimenti sono sempre più importanti, figli di un PNRR che ha fornito i mezzi per costruire ciclovie e percorsi cicloturistici. Il territorio sa che l’infrastruttura non basta e ha quindi bisogno anche della parte di promozione».

Il cicloturismo è un mezzo di promozione su cui ExtraGiro e Italia.it puntano molto (foto di ExtraGiro)
Il cicloturismo è un mezzo di promozione su cui ExtraGiro e Italia.it puntano molto (foto di ExtraGiro)

Giovani al centro

Investire sui giovani al giorno d’oggi rappresenta più che un’opportunità una necessità. Su questo concetto ExtraGiro non si è tirata indietro e ha deciso di rafforzare il proprio impegno anche in questa direzione.

«Stiamo guardando il ciclismo – spiega Pavarini – per renderlo più facile e accessibile per tutte l’età. A breve annunceremo un progetto anche per i giovanissimi. Un percorso di avvicinamento per loro. L’esperienza sportiva deve essere sempre più festosa. Dal punto di vista ludico questo è il nostro impegno. Invece in ottica mobilità ci siamo posizionati su questo tema del mobility management, così come su quello sportivo su cui stiamo continuando a lavorare. I giovani sono la nostra prossima sfida per investire su nuove generazioni. Il logo “Bici Imparo” che abbiamo regalato alla Federazione cinque anni fa ci rende orgogliosi perché sta aumentando il suo valore e aiutando i più piccoli. Stiamo già lavorando ad un altro progetto in questo senso. 

«La sicurezza – conclude – è un altro tema imprescindibile. I genitori hanno paura di mettere in bici i propri figli. Mamma e papà sono i primi da coinvolgere e tranquillizzare. Il sistema si deve muovere per mettere in campo i mezzi perché questa garanzia di sicurezza sia messa in pratica. Noi ci proviamo rendendo le cose accessibili e sicure con messaggi e comunicazioni chiare. La chiave di tutto rimane il cicloturismo».