E’ stata una prima edizione divina quella del Giro di Romagna per Dante Alighieri, ultima fatica organizzativa di aprile di ExtraGiro, che ha riallacciato il filo (interrotto nel 2015) col Giro delle Pesche Nettarine.
Quattro tappe, 10 gpm, 35 formazioni al via e spazio più o meno per tutti nella gara intitolata al Sommo Poeta e al 700° anniversario dalla sua morte.
Il segno di Romano
La narrazione parte con la prima frazione, Riccione-Gradara di 118,6 chilometri che prevede un gpm nella prima parte ed un arrivo in leggera ascesa che strizza l’occhio a finisseur o grimpeur veloci. All’ultimo chilometro sono davanti gli ultimi cinque coraggiosi di giornata che pregustano l’avvicinarsi della gloria, ma proprio sull’erta finale verso il castello di Gradara gli inseguitori inghiottono i battistrada e Francesco Romano (Palazzago) anticipa Simone Piccolo (Viris Vigevano) e Gianmarco Garofoli (Nazionale Italiana) andando ad indossare la prima maglia verde-bianco-rossa da leader della generale.
Ricordate Ayuso?
Nella seconda tappa, Bellaria Igea Marina-Santa Sofia di 140,3 chilometri, il finale presenta due scollinamenti ravvicinati a ridosso dell’arrivo, che scremano il gruppo dei migliori, e il capo-classifica siciliano si trova a lottare contro 4 avversari, tra cui il baby-fenomeno: Juan Ayuso (nella foto di apertura). E’ proprio lo spagnolo della Colpack-Ballan che vince davanti a Romano (che conserva la leadership su Ayuso e il britannico Paul Double) e ad Andrea Pietrobon (Cycling Team Friuli).
Bis spagnolo
Il terzo giorno di gara è caratterizzato dalla Cattolica-San Leo di 126,8 chilometri con 3 gpm e l’arrivo in salita all’ombra del castello che domina la valle della Marecchia. Tappa movimentata e nervosa ma tutti aspettano l’ultima rampa: Ayuso impone un ritmo alto, trionfa in solitaria (davanti a Double della Mg-K Vis Sangemini e Michele Corradini della Viris Vigevano) e dopo il traguardo stramazza dalla fatica contro le mura del maniero. Lo sforzo viene ripagato anche in classifica generale: la maglia di leader è sua per una manciata di secondi su Double e Romano.
Rocchetta sprint
L’ultima frazione, Ravenna-Ravenna di 154 chilometri è la canonica chiusura per le ruote veloci, malgrado due salitelle appena dopo metà percorso. Non succede nulla che possa stravolgere la classifica generale che resterà invariata mentre la concitata volata finale va a Cristian Rocchetta (General Store) su Gregorio Ferri (Petroli Firenze Hopplà) e Luca Colnaghi (Trevigiani Campana Imballaggi).
E così, dopo un rapido riepilogo, proviamo a traghettarvi verso le cantiche che hanno contraddistinto queste quattro giornate agonistiche.
Paradiso Colpack
Iniziamo dai cieli del Paradiso che accolgono senz’altro la Colpack-Ballan e Juan Ayuso. Il team bergamasco sta vincendo ovunque e ha già ottenuto 13 successi totali (compresa la generale del Giro di Romagna) con 8 atleti diversi. La parte principale invece la sta recitando il diciottenne spagnolo (5 sigilli complessivi) che alla Strade Bianche di Romagna era stato tagliato fuori dalla contesa da una caduta in mezzo alla polvere e che attualmente sta provando “l’esperienza di questa dolce vita” (cit.) tra gli under 23 prima di passare professionista il prossimo agosto con il UAE Team Emirates.
Pro’ di ritorno
Le anime del Purgatorio invece hanno i volti di Francesco Romano e Cristian Rocchetta, entrambi vincitori di una tappa alla corsa “dantesca”. Il primo, passista-veloce siciliano classe ’97, è reduce da due stagioni con la Bardiani-Csf (con cui ha disputato l’ultimo Giro d’Italia) dove però ha pagato più del dovuto il passaggio tra i professionisti, categoria nella quale vuole rientrare. Per farlo è tornato nella Palazzago con cui aveva già corso nel biennio 2016-17 conquistando 5 vittorie: «Quest’anno mi sto rilanciando – spiega – e il mio obiettivo è avere continuità di risultati facendo tutto il calendario dei dilettanti per poi trovare nuovamente un contratto tra i prof nel 2022. Al Giro di Romagna ho fatto bene e ho dovuto scontrarmi con giovani talenti come Ayuso ma non mi scoraggio e il mio impegno sarà sempre massimale».
Parla Furlan
Il secondo, sprinter veronese del ’98 con 7 vittorie totali nella categoria tutte ottenute con la sua General Store, vuole mettersi alle spalle una negligenza personale che ha pagato a caro prezzo: a maggio 2019 fu trovato positivo a causa di un incauto utilizzo di uno spray nasale e fu sospeso fino a fine anno. Il fresco successo di Ravenna ha ridato ottimismo sia a lui che a Giorgio Furlan, suo ds ed ex prof dall’89 al ’98.
«Cristian – spiega il vincitore di 23 gare tra cui due tappe al Giro, campionato italiano ’90, Tirreno-Adriatico e Sanremo ’94 – paga due stagioni, 2019 e 2020, nelle quali ha corso poco per diversi motivi, in cui ha comunque fatto buoni risultati. Naturalmente siamo contentissimi per questa ultima vittoria. E’ un velocista moderno, di quelli che saltano via bene le salite e che poi è capace di arrangiarsi nelle volate anche se io dico che con un pesce-pilota potrebbe fare ancora meglio. Gli farò fare il Giro d’Italia U23, dove fece secondo posto in una tappa l’anno scorso, poi spero possa essere preso da qualche team professionistico, perché sta facendo una crescita graduale».
Inferno per due
Chi invece vuole uscire dai gironi dell’Inferno sono due ragazzi stranieri che stanno volteggiando attorno alla vittoria da inizio stagione: Paul Double e Asbjorn Hellemose. Del britannico della Mg-K Vis Sangemini, classe ’96, ci parla il suo ds Diego Cecchi: «E’ un ragazzo che va molto forte in salita e nonostante il suo peso piuma ha uno spunto piuttosto veloce. Al Giro di Romagna è andato molto bene ma sapevamo che con avversari come Ayuso, che è un extraterrestre, avrebbe faticato, benché abbia ceduto per soli 21 secondi. Ha disputato una buona Coppi e Bartali e una discreta Volta Valenciana. Gli faremo fare tutte le gare internazionali, anche quelle non adatte a lui perché deve completare il suo processo di crescita poi saremmo felici se ad agosto potesse fare uno stage con una formazione professional o WorldTour».
Il longilineo 22enne danese del Vc Mendrisio è un altro scalatore puro, abbonato alle posizioni a ridosso del podio che confermano tuttavia una condizione buona, pronta a regalargli un meritato successo. Anche per loro, da Ayuso in giù, sono pronte ad aprirsi le porte del Paradiso.