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Staune-Mittet: nato sciatore, cresciuto ciclista

17.04.2023
4 min
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Alle 11,30 sulla leggera discesa che porta alla partenza della 60ª edizione del Palio del Recioto si raduna la maggior parte delle squadre. Il Team Development della Jumbo-Visma non è ancora arrivato, così attendiamo. Pochi minuti dopo la macchina nera dei “calabroni” sbuca da dietro la curva. Johannes Staune-Mittet (nella foto Instagram di apertura) scende con la faccia un po’ assonnata e ci saluta con energetico “morning!” (buongiorno). 

Dal 2024 il norvegese passerà nella formazione WorldTour (foto Zannoni)
Dal 2024 il norvegese passerà nella formazione WorldTour (foto Zannoni)

L’inizio con lo sci

Meno di ventiquattro ore prima il norvegese ha vinto il Giro del Belvedere e tutti lo indicano come uno dei favoriti anche per il Recioto. Lui stempera la tensione dicendo che ha già vinto e vedrà come andrà la corsa, lasciando più spazio ai suoi compagni. Profezia avverata, visto che è il suo compagno Graat a festeggiare a Negrar di Valpolicella. Staune-Mittet si trovava davanti con lui e Pellizzari ed una caduta lo ha messo fuori gioco per la vittoria finale. 

Il ragazzo, classe 2002, ha una storia sportiva diversa, come capita spesso a corridori della Jumbo-Visma. Da piccolo ha iniziato con lo sci da fondo, la bici è arrivata solamente più tardi.

«In Norvegia è difficile trovare qualcuno che non sappia sciare – dice ridendo – ho imparato da piccolissimo anche perché è un modo di muoversi molto efficiente dalle mie parti. Andando avanti lo sci di fondo è diventato il mio sport principale, e ho continuato a praticarlo fino a diciannove anni. In quello stesso anno ho vinto il titolo nazionale norvegese nella 10 chilometri stile classico».

La bici arriva dopo

Le due ruote per Staune-Mittet sono state una scoperta “tardiva”, come ci ha spiegato non si è trattato del primo sport praticato. Anzi, la bici è arrivata quasi per gioco.

«Ho iniziato ad andare in bici solamente a 11-12 anni – racconta – e l’ho fatto insieme a mio fratello. Sapete com’è, quando qualcuno della tua famiglia fa qualcosa ti spinge a provare e per noi è stato esattamente così. Per molto tempo, quasi 8 anni, ho combinato entrambe le discipline. Successivamente ho dovuto prendere una decisione, era troppo difficile continuare a gareggiare ai massimi livelli sia nello sci che in bici.

«Quando la Jumbo-Visma mi ha contattato non ho potuto dire di no, è la squadra più forte del mondo! Erano alla ricerca di ragazzi con una formazione differente. Lo sci di fondo lo pratico ancora, quest’inverno lo abbiamo usato come preparazione, siamo stati insieme alla squadra a Lillehammer, la mia città natale».

Tre anni con il Devo Team

Per Staune-Mittet si tratta della terza stagione all’interno del team di sviluppo della Jumbo-Visma. E’ partito subito forte e tra le sue migliori prestazioni ci sono le cronometro e gli arrivi in salita. Così viene spontaneo chiedergli se si sente un corridore da corse a tappe. 

«Sicuramente – ci dice senza nascondersi – vado molto bene nelle prove contro il tempo. Mi piacciono molto, è uno sforzo abbastanza simile, mentalmente, allo sci di fondo. Ho fatto una bella prova al Gran Camino, anche alla Coppi e Bartali sono andato bene fino al cambio della bici a 6 chilometri dal traguardo. Il mio obiettivo è quello di diventare un corridore da corse a tappe, non lo nego, però vedremo come procederà la crescita.

«Sulle salite lunghe mi trovo meglio, ed il fatto di aver vinto al Belvedere, su un percorso differente, mi rende felice. L’anno scorso sono arrivato secondo al Tour de l’Avenir ed ho vinto la Ronde de l’Isard, proverò a migliorarmi e crescere ancora, anche perché dal 2024 sarò promosso con il WorldTour».

Graat centra la doppietta: alla Jumbo anche il Recioto

11.04.2023
4 min
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I due giorni tra Giro del Belvedere e Palio del Recioto sono colorati di giallo e nero. Il Team Development della Jumbo-Visma porta a casa il bottino pieno, ieri con Johannes Staune-Mittet ed oggi con Tijmen Graat. Il Palio del Recioto, giunto alla sessantesima edizione si conferma una gara altimetricamente impegnativa, i corridori si presentano sotto la linea dell’arrivo alla spicciolata. 

L’olandese della Jumbo-Visma batte in volata Pellizzari (photors.it)
L’olandese della Jumbo-Visma batte in volata Pellizzari (photors.it)

Doppietta giallo-nera

Poco fuori Verona, nei territori della Valpolicella, va in scena uno spettacolo continuo, una gara sempre tesa. Dal comune di Negrar l’occhio si perde velocemente verso i più alti pendii, che la primavera ha prontamente colorato di verde. Tijmen Graat vince in volata su Giulio Pellizzari, un successo abbondante, con più di una bici di vantaggio. 

«Ero molto fiducioso nella forza della squadra – ammette Graat in sala stampa – mi hanno aiutato in maniera perfetta. Peccato per Johannes (Staune-Mittet, ndr) che nel finale è caduto, altrimenti ci saremmo potuti trovare ancora una volta in superiorità numerica. L’attacco era programmato, sia noi che la Green Project eravamo in superiorità numerica e ci siamo confrontati per gestire la corsa. Devo ammettere che quando ci siamo trovati Pellizzari ed io, abbiamo parlato e collaborato. Il mio sprint è davvero pessimo e lui mi ha detto che aveva lo stesso problema – dice tra le risate – dovevamo lavorare più forte possibile in salita».

Grazie al dislivello di 2.900 metri in 142 chilometri la corsa è stata davvero esplosiva (photors.it)
Grazie al dislivello di 2.900 metri in 142 chilometri la corsa è stata davvero esplosiva (photors.it)

Un caloroso saluto

Dopo la linea del traguardo Giulio Pellizzari non è deluso, anzi, l’amarezza del secondo posto è stata prontamente scacciata via dai tanti baci e abbracci ricevuti. I capelli mossi gli si schiacciano sulla fronte e subito dopo l’arrivo ammette di non aver avuto le gambe per sprintare con Graat. 

«La settimana scorsa al Piva – racconta Pellizzari – eravamo nella stessa situazione di superiorità numerica e ci siamo fatti cogliere di sorpresa. Abbiamo imparato la lezione e oggi ci siamo messi ad attaccare per mettere in difficoltà gli altri. Sulla salita finale mi sono reso conto di stare bene, soprattutto nella parte conclusiva, così ho provato ad attaccare, non volevo rimpianti. Anche perché – conferma guardando ironicamente Graat – il mio sprint è peggio del suo».

Sul volto di Pellizzari non c’è delusione, ha giocato tutte le carte a sua disposizione
Sul volto di Pellizzari non c’è delusione, ha giocato tutte le carte a sua disposizione

Pinarello in appoggio

Alle spalle della coppia che si è giocata in volata questo Palio del Recioto, arriva in solitaria Alessandro Pinarello. Il corridore di Conegliano mette in fila un altro bel risultato. Dopo il sesto posto del Trofeo Piva di domenica scorsa è arrivato il dodicesimo posto di ieri al Belvedere ed il terzo di oggi. 

«Quando abbiamo fatto lo strappo vicino all’arrivo – spiega – abbiamo visto che eravamo davanti noi tre della nostra squadra ed il gruppo era diviso. Sulle rampe successive c’è stata ancora un po’ di selezione, abbiamo deciso di muoverci attaccando frontalmente».

«Quando ti ho visto davanti ho pensato davvero che potessi vincere»: così Pinarello al suo compagno dopo l’arrivo
«Quando ti ho visto davanti ho pensato davvero che potessi vincere»: così Pinarello al suo compagno dopo l’arrivo

I giovani di Reverberi

I due ragazzini, che stanno crescendo alla corte di Reverberi, iniziano a farsi vedere. La Green Project CSF Faizanè li ha presi l’anno scorso sotto la propria ala, appena usciti dalla categoria juniores. Ora, con una stagione alle spalle, l’obiettivo non è solo fare esperienza, quella deve essere una costante, ma provare a conquistare qualcosa

«L’anno scorso abbiamo principalmente corso con gli under 23 – dice Pinarello – quest’anno abbiamo fatto già qualche corsa con i professionisti. Mettere qualche chilometro in più nelle gambe ha fatto bene».

«L’obiettivo è migliorare sempre di più – gli fa eco Pellizzari – corriamo tante gare importanti, quando siamo con gli under 23 sono tutte internazionali, come quella di oggi. Tutte le gare sono un mettersi in gioco per noi. Correre con i professionisti, come fatto a Taiwan, è stimolante per due corridori giovani come noi».

I “calabroni” pungono il Belvedere: beffato De Pretto

10.04.2023
4 min
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Il sorriso di Johannes Staune-Mittet si allarga sul suo viso fino a diventare contagioso, i suoi compagni che arrivano al traguardo dopo di lui si fermano e lo abbracciano. Il norvegese del team Development della Jumbo-Visma ha vinto in solitaria l’84° Giro del Belvedere davanti a De Pretto ed al compagno Van Belle. In una giornata di Pasquetta calda, ma con un vento leggero che rende la temperatura sopportabile. I prati, tra questi vigneti ancora spogli, sono punteggiati dal giallo e dal bianco dei fiori ed il pubblico si è assiepato caloroso lungo le strade. 

In blocco per vincere

I “calabroni” pungono, il finale di corsa è sempre stato in mano loro, prima hanno anticipato con Loe Van Belle, quando i chilometri al traguardo erano ancora tanti. Una volta che la corsa si è riunita hanno giocato sulla superiorità numerica non facendosi mai scivolare la corsa di mano.

«Era quello che volevamo fare – dice Staune-Mittet mentre viene tirato da una parte all’altra per foto e interviste – la corsa ci piace farla dura, difficile ed ovviamente ci siamo dati tanto da fare sulle salite. Loe (Van Belle, ndr) ha anticipato andando in fuga quando mancava ancora molto all’arrivo. Nel finale lo abbiamo ripreso e ci siamo ritrovati in tre su cinque nel gruppetto di testa. Non potevamo fare errori – dice con un sorriso che non si è mai spento – io ho provato ad anticipare nel tratto finale di pianura e sono arrivato da solo».

L’urlo di squadra dei “calabroni”, venuti qui per vincere, e così è stato
L’urlo di squadra dei “calabroni”, venuti qui per vincere, e così è stato

De Pretto beffato

Alle spalle di Staune-Mittet si è piazzato Davide De Pretto, che regala un altro podio di spessore alla Zalf Euromobil Desirée Fior. Il corridore classe 2002 si è trovato stretto nella morsa vorace dei Jumbo-Visma e non ha potuto far altro che subire il loro ritmo. 

«Sono uno squadrone – racconta prima del podio, con un velo di rammarico, De Pretto – loro erano in tre davanti e non potevo fare più di tanto. Ho provato nell’ultima ascesa a Montaner a fare il forcing per tornare sotto alla fuga che era un minuto davanti a noi. Ci siamo riportati sotto, ma nei cinque c’erano tre della Jumbo. Ho pensato subito che fosse difficile, soprattutto quando poi ho provato ad allungare in prima persona e mi sono trovato insieme a Staune-Mittet e Van Belle.

«In discesa ho provato a girarmi per controllare la situazione ea alle mie spalle vedevo un altro gruppetto di tre. In pianura i Jumbo si sono messi a lavorare per evitare che da dietro rientrassero. Mi hanno attaccato con astuzia, mettendomi sempre in mezzo, ho provato a seguire tre attacchi ma poi non ne avevo più».

Un altro podio

Una gara che ha vissuto di tanti momenti differenti, la prima parte si è corsa con grande velocità. I corridori non si sono risparmiati nulla e la media nelle prime due ore era superiore ai 44 all’ora. Di pianura, in questa corsa ce n’è ben poca, e ciò non ha fatto altro che aumentare la fatica che i corridori hanno dovuto affrontare.

«Quest’anno – conclude De Pretto – il rinnovamento del percorso si è fatto sentire, la salita che è stata aggiunta ha portato ancora più fatica nelle gambe. Ogni anno il livello si alza e noi dobbiamo lavorare per non farci trovare impreparati». 

Per Davide De Pretto si tratta dell’ennesimo piazzamento importante in questa stagione, manca ancora il bersaglio grosso però. Il terreno sul quale confrontarsi c’è, forte anche della convocazione con la nazionale under 23 per la Liegi-Bastogne-Liegi di domenica prossima.

«Sono soddisfatto – spiega tuttavia con voce poco convinta – fino ad ora ho fatto solo podi, manca la vittoria che spero arrivi presto. Era da acciuffarla oggi ma sapevamo che sarebbe stata una gara difficile. Adesso vado a fare qualche massaggio, mi riposo per bene e domani al Recioto ci riproverò. Poi, settimana prossima, di sabato, con la nazionale di Amadori correrò la Liegi. Mentre domenica dovrei essere al via del San Vendemiano, saranno sette giorni davvero importanti».