Omrzel prepara l’entrata nel WorldTour. Senza guardare a Pogacar

Omrzel prepara l’entrata nel WorldTour. Senza guardare a Pogacar

02.11.2025
6 min
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Che cosa rappresenta Tadej Pogacar per il suo Paese? I successi del campione vincitutto hanno sensibilmente condizionato l’evoluzione della percezione sportiva in Slovenia che principalmente grazie a lui (e in ambito femminile ai successi di Anja Garnbret nel freeclimbing) non è più vista solamente come una nazione forte negli sport invernali e basta. Di questa percezione ha parlato anche Jakob Omrzel.

Parliamo di uno dei giovani più in vista in ambito internazionale in questa stagione, con dalla sua il successo al Giro NextGen e la conquista della maglia bianca di miglior giovane al Giro di Slovenia e di Croazia (un’accoppiata che non poteva passare inosservata visti i rapporti fra i due Paesi, in apertura la foto di Omrzel in Croazia) e il titolo di campione nazionale che gli sono valsi la firma di un contratto con il team Bahrain Victorious. Il diciannovenne di Novo Mesto non è però definito solo dai risultati, ma soprattutto dal suo atteggiamento verso lo sport e la vita e in un’ampia intervista a Siol.net, un’importante sito nazionale, ha toccato anche l’argomento del rapporto indiretto con il numero uno mondiale, attraverso una chiacchierata toccando anche argomenti delicati.

Il giovane della Bahrain insieme a Pogacar, alla serata di festa del ciclismo sloveno (foto Mediaspeed)
Il giovane della Bahrain insieme a Pogacar, alla serata di festa del ciclismo sloveno (foto Mediaspeed)
Il giovane della Bahrain insieme a Pogacar, alla serata di festa del ciclismo sloveno (foto Mediaspeed)
Il giovane della Bahrain insieme a Pogacar, alla serata di festa del ciclismo sloveno (foto Mediaspeed)

«Io voglio essere “solo” Omrzel…»

«Spesso capita di essere paragonati a lui, questa è una legge alla quale ogni ciclista sloveno quasi soccombe. Ma io non voglio essere “come” Tadej, io voglio essere solo Jakob Omrzel, essere paragonato a me stesso. Certamente ammiro Tadej e ci sono aspetti ai quali mi ispiro, in primis la disciplina. Tadej dedica tutto il suo tempo al ciclismo. Credo di poter imparare molto da questo e cerco di seguire il suo esempio. Anche a lui piace andare in bici nel tempo libero: tutto è subordinato al ciclismo, alimentazione, riposo, allenamento… Se vuoi essere il migliore non puoi prescindere da questo».

Omrzel ha staccato completamente la spina alla chiusura della stagione, per ricaricare le batterie e appropinquarsi nella maniera migliore alla nuova stagione, la prima “tra i grandi”: «Mi rendo conto di quanto sia importante prendersi davvero questo periodo per riposare. Cerco di fare il meno possibile fisicamente e allo stesso tempo di staccare la testa dalla bici. Poi ricomincio lentamente a correre, camminare o andare in mountain bike».

Omrzel a casa con al fianco la maglia rosa conquistata al Giro NextGen (foto Ana Kovac)
Omrzel a casa con al fianco la maglia rosa conquistata al Giro NextGen (foto Ana Kovac)
Omrzel a casa con al fianco la maglia rosa conquistata al Giro NextGen (foto Ana Kovac)
Omrzel a casa con al fianco la maglia rosa conquistata al Giro NextGen (foto Ana Kovac)

L’importanza della maglia di campione sloveno

Un anno importante quello che lo attende, innanzitutto perché entrerà nel massimo consesso con indosso la maglia di campione nazionale che rappresenta anche qualcosa che ti tiene sempre davanti ai riflettori: «E’ vero e ne sono davvero orgoglioso, perché dà una sensazione speciale e allo stesso tempo è un ulteriore incentivo. Sai di essere competitivo e di essere dove sei per un motivo per qualcosa che hai fatto ma soprattutto per qualcosa che rappresenti».

Non tutto però è andato nel migliore dei modi. Attesissimo al Tour de l’Avenir dopo la vittoria al Giro NextGen, poi non è stato un fattore per la vittoria: «Penso che i momenti di delusione siano i più importanti nello sport – risponde Omrzel in maniera schietta e matura – Quando tutto va secondo i piani e tutto è perfetto, niente ti è difficile: provi soddisfazione quando ottieni un buon risultato. Ma è completamente diverso quando non va, come è successo anche al Giro della Valle d’Aosta. E’ proprio dai momenti di crisi e dal tentativo di superarla che si impara di più. Ho capito che è molto difficile raggiungere due picchi di forma in una stagione. In Francia non mi sentivo al meglio, dovevo recuperare la forma ed ero proprio in quella fase in cui non ero al massimo. Ma la situazione è migliorata verso fine stagione, con il culmine al Giro di Croazia».

Il trionfo ai campionati nazionali di Slovenia, del tutto inaspettato per lui ancora U23 (foto Luka Kotnik)
Il trionfo ai campionati nazionali di Slovenia, del tutto inaspettato per lui ancora U23 (foto Luka Kotnik)
Il trionfo ai campionati nazionali di Slovenia, del tutto inaspettato per lui ancora U23 (foto Luka Kotnik)
Il trionfo ai campionati nazionali di Slovenia, del tutto inaspettato per lui ancora U23 (foto Luka Kotnik)

La tragedia di Privitera, un peso enorme

Omrzel non cita il Giro della Valle d’Aosta a caso, perché quella corsa, per lui come per tutti gli altri in gara, non è stata più la stessa dopo la tragica fine di Samuele Privitera: «Quello è stato il fattore principale: qualcosa che ti butta completamente a terra. Soprattutto mentalmente. Ho imparato molto da quell’esperienza, soprattutto su come ha reagito il mio corpo in quel momento e su come io stesso ho percepito gli eventi. Se dovessi scegliere, direi che questa è stata la gara più difficile che abbia vissuto. Devo dire grazie al mio allenatore Alessio Mattiussi. E’ stato lui a venire nella mia stanza e a parlare con me. Senza di lui, probabilmente non avrei continuato la gara. Alessio è in un certo senso il mio contrappeso. Nei momenti in cui potrei essere un po’ amareggiato per la mia vita, lui mi dice come stanno le cose e quindi calma la situazione. Penso che giochi un ruolo molto importante nella mia carriera».

I successi di quest'anno hanno destato grande attenzione fra i media sloveni
I successi di quest’anno hanno destato grande attenzione fra i media sloveni
I successi di quest'anno hanno destato grande attenzione fra i media sloveni
I successi di quest’anno hanno destato grande attenzione fra i media sloveni

Il “clan” sloveno alla Bahrain Victorious

Un altro aspetto importante per Omrzel, che l’ha spinto a continuare la sua esperienza alla Bahrain facendo il salto diretto nella prima squadra, è stato il fatto di poter far gruppo con i suoi connazionali: «C’è Zak Erzen con cui siamo cresciuti insieme all’Adria Mobil e siamo ottimi amici, stiamo insieme praticamente ogni giorno e il fatto che ora saremo anche compagni di squadra è la cosa più bella. Anche il meccanico del team, Aljaz Zefran, è un buon amico, e mio fratello Aljaz guida il pullman della squadra, quindi siamo tutti insieme, il che è fantastico. E’ più facile allentare la tensione quando si ha un ambiente che ti sostiene».

Il ruolo di capitano, ricoperto più volte nel corso della stagione, non lo spaventa: «Saper creare un legame con la squadra, mantenere la calma e prendere decisioni rapide è un fattore importante. Ho dovuto abituarmi un po’. ma quando si crea un legame con i ragazzi e un’atmosfera positiva nella squadra, allora non è affatto difficile. Ma non è difficile nemmeno fare l’assistente. Al Giro di Slovenia e Croazia ho anche detto che non ho problemi ad aiutare gli altri. Quel che conta è che so che posso ancora imparare molto e migliorare».

Omrzel a Kigali, con la maglia della nazionale. Nel 2026 gli europei casalinghi saranno un suo obiettivo
Omrzel a Kigali, con la maglia della nazionale. Nel 2026 gli europei casalinghi saranno un suo obiettivo
Omrzel a Kigali, con la maglia della nazionale. Nel 2026 gli europei casalinghi saranno un suo obiettivo
Omrzel a Kigali, con la maglia della nazionale. Nel 2026 gli europei casalinghi saranno un suo obiettivo

Obiettivo: migliorare a cronometro

Molto da migliorare anche nelle sue prestazioni: «Sotto quasi tutti gli aspetti. Quest’anno mi sono dedicato poco alla cronometro, ad esempio, semplicemente perché non c’era abbastanza tempo. La prossima stagione dovrò approfondire molto di più questa disciplina. Sarà importante costruire un buon calendario, ma credo che non ci saranno disaccordi sulla composizione del programma. Sappiamo che sono ancora giovane e che partecipare ai Grandi Giri in questa fase sarebbe ancora inutile. Se voglio avere una carriera di qualità che duri anche a lungo, allora penso che non ci sarà nulla di male nell’aspettare un po’ di più. E’ meglio concentrarsi su gare di una settimana che sorpassare con gare di tre settimane».

Jakob Omrzel, Bahrain Victorious, CRO Race 2025

Borgo e Omrzel: due cammini diversi e ora la sfida del WT

04.10.2025
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Prima l’annuncio di Alessandro Borgo, poi quello di Jakob Omrzel, così la Bahrain Victorious ha comunicato che i due atleti del devo team sono stati promossi nella formazione WorldTour. Il tutto è avvenuto nei giorni del mondiale africano, al quale entrambi hanno preso parte. Da un lato Borgo ha corso da protagonista aiutando Lorenzo Finn a conquistare il titolo iridato under 23. Mentre, dall’altra parte, Jakob Omrzel si è giocato le sue carte chiudendo la corsa al quattordicesimo posto. 

Alessandro Borgo, Italia, mondiali under 23, Kigali 2025
Borgo ha corso un mondiale da protagonista confermando i grandi progressi fatti durante il 2025
Alessandro Borgo, Italia, mondiali under 23, Kigali 2025
Borgo ha corso un mondiale da protagonista confermando i grandi progressi fatti durante il 2025

Stesso destino

Due volti giovani e promettenti si stanno per affacciare nel mondo dei grandi, con due cammini e storie altrettanto differenti. Insieme ad Alessio Mattiussi, diesse del team Bahrain Victorious Development abbiamo parlato del percorso fatto da entrambi, analizzandone similitudini e differenze.

«Alessandro Borgo – racconta Mattiussi – ha fatto un percorso più canonico all’interno della categoria under 23, dimostrando progressi costanti all’interno delle due stagioni. Ha ottenuto ottimi risultati e anche quando è andato a correre con i professionisti ha dimostrato di poter stare in quel gruppo. Su Jakob Omrzel vi faccio una domanda: «Come fai a tenere under 23 uno che ha vinto il Giro Next Gen e che, a valori e risultati, ha fatto vedere ottime cose anche tra i professionisti?».

Borgo insieme a Mattiussi (a destra) in questa stagione si è tolto tante soddisfazioni tra cui la vittoria alla Gent U23, ora vuole mettersi alla prova tra i pro’
Borgo insieme a Mattiussi (a destra) in questa stagione si è tolto tante soddisfazioni tra cui la vittoria alla Gent U23, ora vuole mettersi alla prova tra i pro’
Partiamo da Borgo? 

Credo che la performance al Tour de l’Avenir ci abbia dimostrato una crescita impressionante dal punto di vista fisico e atletico. Il salto nel WorldTour per lui arriva nel momento giusto, è pronto per andare alla ricerca di quel qualcosa in più. Di qualche sfida.

Quale?

Borgo ama le sfide. Vi faccio un esempio: quando ha vinto la Gent U23 quest’anno, la prima cosa che ci siamo detti era che si deve puntare a quella dei grandi. Nella categoria under 23 avrebbe ancora qualche sfida da cogliere, come cercare di vincere una tappa al Giro Next Gen o all’Avenir, ma quelle che può trovare dall’altra parte fanno più gola

La consacrazione per Borgo è arrivata con la vittoria del titolo italiano under 23 a Darfo Boario Terme
La consacrazione per Borgo è arrivata con la vittoria del titolo italiano under 23 a Darfo Boario Terme
Dove vorresti vederlo all’opera?

In Belgio. Non è un caso che appena arrivato nel nostro devo team, lo scorso anno, sia andato forte proprio in quelle gare. Vento, pavé, fango, fatica, insomma dove c’era da lottare è emerso il suo talento. Borgo si alza l’asticella delle sfide da solo, tra i professionisti potrà trovarne di davvero appetibili.

Passiamo a Omrzel? 

Lui è un corridore da corse a tappe, ama le salite lunghe e si trova bene su quelle distanze. Poi arrivano le gare di un giorno come Capodarco, dove il percorso esigente fa emergere comunque le sue qualità. Al Val d’Aosta ha fatto fatica, ma è stato più un discorso mentale dopo quello che è successo (la scomparsa di Samuele Privitera, ndr). 

Jakob Omrzel, Bahrain Victorious Development, Giro Next Gen 2025, Prato Nevoso (foto La Presse)
Le prestazioni fatte registrare da Omrzel hanno fatto capire che lo sloveno è un corridore da corse a tappe (foto La Presse)
Jakob Omrzel, Bahrain Victorious Development, Giro Next Gen 2025, Prato Nevoso (foto La Presse)
Le prestazioni fatte registrare da Omrzel hanno fatto capire che lo sloveno è un corridore da corse a tappe (foto La Presse)
Che corridore è lo sloveno?

Intelligente e sveglio. Non è uno scalatore con caratteristiche esplosive come Widar, però basta ricordare l’azione che gli ha permesso di vincere il Giro Next Gen. L’ha vinto l’ultimo giorno a Pinerolo, ma le basi le ha gettate nella quinta tappa (a Gavi, ndr) quando è entrato nell’azione con Tuckwell e ha guadagnato due minuti. 

Hai fatto l’esempio di Widar, per Omrzel non sarebbe stato meglio fare come il belga? Vincere e poi affermarsi tra gli under 23?

Per lui vale lo stesso discorso di Borgo, tra i professionisti le sfide sono più grandi e una corsa a tappe di categoria WorldTour è stimolante per un ragazzo come lui. Senza dimenticare che al Giro di Slovenia (corsa 2.1, ndr) è arrivato quarto nella generale. Personalmente mi ha stupito il suo miglioramento tra il Giro di Slovenia e il Giro Next Gen. 

La vittoria del Giro Next Gen ha proiettato in alto il nome di Omrzel, che dopo un solo anno nel devo team ora passa nel WT (foto La Presse)
La vittoria del Giro Next Gen ha proiettato in alto il nome di Omrzel, che dopo un solo anno nel devo team ora passa nel WT (foto La Presse)
Quali sono i suoi margini?

Il 2025 è stato il primo anno nel quale ha inserito dei ritiri in altura e ha iniziato a curare gli allenamenti al massimo. Comunque non dimentichiamoci che può sempre fare come ha fatto Nordhagen, ovvero venire a fare qualche gara tra gli under. 

Omrzel sembra essere mentalmente più sensibile, visti anche alcune situazioni che ha vissuto

E’ un ragazzo con i piedi per terra e che ascolta molto, conosce i passi da fare e sa dove vuole arrivare. Lo scorso anno, da junior, aveva fatto una stagione di grande livello ma non si era montato la testa. Il 2025 lo ha affrontato con la voglia di mettersi alla prova e con la giusta sicurezza. 

Jakob Omrzel, Bahrain Victorious, Giro di Slovenia 2025
Jakob Omrzel nelle gare con i professionisti ha fatto vedere di potersi giocare le sue chance, qui al Giro di Slovenia dove ha vinto anche la maglia di miglior giovane
Jakob Omrzel, Bahrain Victorious, Giro di Slovenia 2025
Jakob Omrzel nelle gare con i professionisti ha fatto vedere di potersi giocare le sue chance, qui al Giro di Slovenia dove ha vinto anche la maglia di miglior giovane
Anche lui è molto determinato, gli ultimi due giorni del Giro Next Gen sapeva di poter vincere.

Il momento in cui mi ha impressionato maggiormente è stato alla partenza dell’ultima tappa, a Pinerolo. Sul van mi ha guardato e ha detto: «Oggi vinciamo». Ha le idee veramente chiare su quello che vuole ottenere. Sarà comunque un cammino ponderato. 

Può ambire a vincere una Grande Giro in futuro?

Le corse a tappe di tre settimane sono il sogno di tutti i corridori, ma fare ventuno giorni a quel livello è difficile anche solo per la mente. Omrzel ha quella mentalità e le gambe possono seguirlo, a mio modo di vedere al Giro Next Gen se fossimo andati avanti ancora qualche giorno sarebbe emerso ancora di più.

Gigante Omrzel a Capodarco, ma gli italiani se la sono giocata

17.08.2025
7 min
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Nessuno ha potuto opporsi alla legge di Omrzel: quello del Giro Next Gen, che quando va forte parla la stessa lingua di Pogacar. Alle spalle del corridore del Bahrain Victorious Development Team che ha dominato il Gran Premio Capodarco è finito Pavel Novak. Poi è toccato agli italiani. Terzo Cesare Chesini, con maglia MBH Bank Ballan come Novak. Quarto Matteo Scalco della VF Group Bardiani, il vincitore di Poggiana. Quinto Bracalente, un altro della MBH Bank Ballan. Due stranieri e tre italiani, a capo di una corsa dura e decisa da giochi di squadra che giro dopo giro si sono intrecciati e sovrapposti sino alla scalata finale.

C’erano tre atleti della Bahrain Victorious, tre della MBH Bank Ballan e due della VF Group Bardiani. L’azione che ha deciso la corsa se l’è inventata da furbo il giovane Elia Andreaus. Il trentino prima è stato in fuga per tutto il giorno e poi ha allungato prima dell’ultima scalata, portando con sé Novak, il vincitore di Prato Nevoso al Giro Next Gen. Per la MBH Bank Ballan era l’occasione per anticipare Omrzel, parso a tutti il più pericoloso. Ma Novak non aveva le gambe dei giorni migliori e quando Omrzel è tornato in scia e ha allungato, il ceco lo ha tenuto fino all’ultimo muro e poi ha dovuto inchinarsi.

Ciao “Gaetà”

Gran Premio Capodarco: la corsa di Gaetano Gazzoli e Adriano Spinozzi, che mai avrebbe pensato di doverla organizzare senza di lui e in così breve tempo. Le scritte sull’asfalto celebravano il vecchio mentore sparito alla fine di maggio. Un murales all’inizio della salita farà per sempre di questa strada il cammino verso il mondo di Gaetano.

In questa stagione così faticosa e stimolante, il campo dei partenti è stato di gran lunga il migliore degli ultimi anni. La lontananza del Tour de l’Avenir e il fatto che le squadre abbiano organizzato in autonomia le loro alture ha fatto sì che un bel lotto di azzurri, compreso il tricolore Borgo, abbia raggiunto Capodarco. Un appuntamento che è certo competizione, ma anche spettacolo e festa. In questo quadro che affonda le radici nel ciclismo più bello, i tre italiani alle spalle dei primi due sono ripartiti verso casa con il mal di gambe e sensazioni diverse, ma tutto sommato positive.

Borgo indossa per la prima volta il tricolore U23 a Capodarco: finora aveva corso solo tra i pro’ (photors.it)
Borgo indossa per la prima volta il tricolore U23 a Capodarco: finora aveva corso solo tra i pro’ (photors.it)

Chesini lancia Novak

Cesare Chesini è arrivato terzo. Considerato che secondo è arrivato il compagno Novak, appena 3” davanti a lui, potrebbe avere anche un timido rimpianto. Ma quando il finale è così ripido, quel piccolo margine diventa un muro insormontabile.

«Sapevamo che Omrzel andava forte in salita – dice il veronese di Negrar, 21 anni – per questo a un certo punto ho detto a Pavel (Novak, ndr) di provare ad anticipare. Alla fine, io sono rimasto a ruota, ma quando Omrzel ha accelerato in salita, nessuno è riuscito a stargli dietro. Pavel ha detto che ha avuto i crampi e io sul muro mi sono un po’ avvicinato, però ormai era tardi. La corsa è stata dura, ma diversa dagli altri anni. Non è arrivata la fuga e anche se eravamo in superiorità numerica, nel finale ha fatto la differenza chi ne aveva di più. Però ce la siamo giocata. Io penso di aver corso bene, non ho anticipato perché volevo giocarmi tutto sul finale. Stavo bene, ma non abbastanza per vincere».

L’estate di Scalco

Matteo Scalco è arrivato quarto. E’ rientrato a ruota di Omrzel, dopo aver condiviso il finale con il compagno Turconi. Avendo nelle gambe e negli occhi la vittoria di domenica scorsa a Poggiana, forse sperava di ripetersi e per un po’ ci ha anche creduto.

«Il percorso è duro – dice il vicentino di 21 anni – ma si riesce a recuperare bene. In salita si fa la selezione, poi nella discesa rientrano sempre parecchi e fai fatica a liberarti del gruppo. Siamo rientrati sulla fuga dei dieci, ma dopo un po’ è arrivato anche il gruppo, perché davanti non c’era collaborazione. Sapevo che Omrzel andava forte e per questo ho provato più volte ad andare via. Forse però non avevo le stesse gambe di Poggiana, anche se in settimana non sono stato male. Il percorso di domenica era più adatto a me, perché il tratto collinare permette più selezione. Comunque questo è il mio periodo, vengo fuori con l’estate e devo dire che dopo la primavera con i pro’ e lo stacco di maggio, ho la sensazione di aver fatto un bel passo in avanti. Magari ho assimilato le gare e gli allenamenti e le due alture mi hanno dato qualcosa in più».

Novak e Bracalente avevano già fatto corsa di testa nella Bassano-Montegrappa: primo e terzo (photors.it)
Novak e Bracalente avevano già fatto corsa di testa nella Bassano-Montegrappa: primo e terzo (photors.it)

Il cuore di Bracalente

Diego Bracalente è arrivato quinto. Da Capodarco alla sua Casette d’Ete ci sono 22 chilometri, facile capire perché alla partenza abbia definito la corsa come il mondiale dei marchigiani. Il suo futuro è già tracciato col passaggio della MBH Bank Ballan tra i professionisti, ma visto che lui non può dirlo, ne abbiamo chiesto conferma ad Antonio Bevilacqua che oggi l’ha seguito in corsa.

«Non sapevo come stessi – dice il fermano di vent’anni – perché non correvo da 15 giorni. Avevo fatto l’ultima corsa alla Bassano-Montegrappa (terzo dietro Novak e Biehl, ndr), poi ho riposato. Ho preso un po’ di raffreddore e non mi sentivo al massimo, però l’ho gestita bene. Abbiamo trovato un grande corridore e non possiamo che inchinarci, perché oggi Omrzel era il più forte. E’ stata una giornata particolare. Gaetano Gazzoli viveva per il ciclismo e per noi marchigiani la sua scomparsa è stata un duro colpo. Vedere tutte quelle scritte, tutta quella passione impressa sui muri e in terra mi ha dato tanta forza e tanta grinta. Potrei aver attaccato presto per questo? Secondo me il fatto di attaccare con i tempi giusti viene con l’esperienza. Ci sono le persone più sicure di sé, che riescono a ragionare di più e gestiscono meglio le situazioni. Io sto facendo esperienza e miglioro anno dopo anno. Sono di quelli che quando sente la gamba ci prova, ma col tempo e salendo di livello imparerò a centellinare le energie per arrivare in finale con la forza giusta».

Capolavoro Bahrain Victorious

A Capodarco ha vinto Jakob Omrzel, sloveno, quello del Giro Next Gen che al Valle d’Aosta si scoprì fragile nei giorni del dramma di Privitera. Alessio Mattiussi che l’ha guidato racconta con orgoglio la dimostrazione di compattezza della squadra e la gestione praticamente perfetta malgrado non avessero le radio. Nei devo team si deve imparare a correre e ragionare e a Capodarco è riuscito tutto alla perfezione.

Ora Omrzel fa rotta verso il Tour de l’Avenir con la consapevolezza di aver ritrovato la condizione del Giro. Mentre sulla sua moto gialla, da qualche parte fra queste colline, Gaetano Gazzoli si sarà goduto lo spettacolo con la certezza di aver lasciato la sua corsa in buone mani. Suo figlio Simone e Adriano Spinozzi hanno messo in strada un bel capolavoro: decisamente di questo si sono accorti tutti.

Omrzel: una lezione di vita dalla famiglia del ciclismo

19.07.2025
4 min
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VALSAVARENCHE – Jarno Widar firma la doppietta con la vittoria della quarta tappa del Giro Ciclistico della Valle d’Aosta. Il giovane belga della Lotto Development rafforza la sua leadership controllando da solo l’ultima parte di corsa. Un successo arrivato con uno scatto secco ai 500 metri dall’arrivo, con il quale si è tolto di ruota gli ultimi corridori rimasti con lui: Jakob Omrzel e Liam O’Brien. Lo sloveno della Bahrain Victorious, vincitore del Giro Next Gen qualche settimana fa, è tornato a correre davanti dopo che ieri ha passato una giornata difficile.

I fantasmi del passato

Tanti sono stati i pensieri che hanno riempito la testa di Omrzel, ce lo aveva detto anche il diesse della Bahrain Victorious Development Alessio Mattiussi ieri alla partenza. Lo sloveno, al primo anno tra gli under 23, è stato protagonista di un brutto incidente al Giro della Lunigiana dello scorso anno. Lo spavento, passato in secondo piano dopo che durante l’inverno era tornato a pedalare e allenarsi, è riemerso

«Più che parlare di una buona giornata a livello di prestazione – ci dice mentre fa girare le gambe sui rulli per il defaticamento – sono felice di essere in sella. Negli ultimi giorni ho avuto tanti pensieri negativi, ieri quando siamo ripartiti ho faticato a trovare il ritmo e onestamente non sono riuscito a fare il mio dovere. Oggi è stato un altro passo verso il ritorno alla normalità e ho fatto il possibile per vincere». 

Scalco, migliore degli italiani al traguardo, sale al quinto posto in classifica generale
Scalco, migliore degli italiani al traguardo, sale al quinto posto in classifica generale
Sono stati giorni complicati per tutti…

Sì, personalmente dico che è stato doloroso. Non conoscevo personalmente Samuele Privitera, ma nove mesi fa sono stato coinvolto anche io in un brutto incidente (al Giro della Lunigiana, ndr) e sono fortunato a essere vivo. Quello che è successo mercoledì mi ha scosso molto e stavo lottando con la mia testa. Volevo tornare a casa, ma ho trovato la forza di rimanere. 

Avete parlato in squadra?

Ci siamo confrontati tutti insieme, anche con il nostro diesse Alessio Mattiussi. Ho trovato la giusta motivazione per superare la giornata di ieri e grazie ho ricollegato la testa e le gambe

Omrzel ieri prima della partenza da Pré-Saint-Didier era ancora molto scosso e pensieroso
Omrzel ieri prima della partenza da Pré-Saint-Didier era ancora molto scosso e pensieroso
Ieri sei uscito di classifica.

Non ero in grado di prendere parte alla lotta per vincere, è stato complicato solamente arrivare alla fine della tappa. Ho parlato con Alessio (Mattiussi, ndr) ed è stato bello, mi ha aiutato a trovare una prospettiva di vita.

Cosa ti ha detto?

Niente di così speciale, ma ci siamo detti che la vita purtroppo è anche questo. Il ciclismo fa parte delle nostre vite e succedono anche delle cose brutte e spiacevoli. Tutto il gruppo, alla fine, è una grande famiglia. Quando capitano situazioni come queste si deve cercare di trovare la forza di proseguire, non possiamo farci nulla. 

Lo sloveno della Bahrain Victorious Development, oggi secondo, è tornato a correre con in testa la vittoria
Lo sloveno della Bahrain Victorious Development, oggi secondo, è tornato a correre con in testa la vittoria
Sei tornato a correre per vincere…

Ho capito che devo stare qui per Privitera e voglio provare a onorare la sua memoria con una vittoria. Jarno (Widar, ndr) è stato più forte, quindi onore a lui. 

Eri vicino alle tue prestazioni al Giro?

No, non sono ancora allo stesso livello, ma ci sto arrivando. Dopo il picco di forma del Giro Next Gen ho bisogno di ricostruire il tutto. Il mio prossimo obiettivo sarà il Tour de l’Avenir, c’è tutto il tempo per migliorare. Andrò in altura e poi mi allenerò a casa. 

Qualcosa è cambiato nel tuo modo di vedere le gare?

Credo di aver imparato più qui al Giro della Valle d’Aosta che al Giro Next Gen. Un mese fa ogni cosa si è svolta alla perfezione, mentre qui tutt’altro. E’ necessario prendere momenti come questi e imparare qualcosa per il futuro.

Bahrain

Omrzel e Mattiussi: il cammino alla maglia rosa è iniziato nel 2023

24.06.2025
6 min
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Il giorno dopo Alessio Mattiussi, diesse e preparatore della Bahrain Victorious Development Team, è già al lavoro in vista dei campionati italiani under 23 a cronometro e su strada. La vittoria del Giro Next Gen è fresca e appesa ancora nella memoria ma l’ambizione non permette di fermarsi davanti a nessun traguardo. 

«Ci pensavo ieri (domenica, ndr) mentre eravamo in viaggio verso casa da Pinerolo – racconta Mattiussi – come sia un continuo porsi obiettivi. Ne avevamo appena raggiunto uno grandissimo ed è tempo di pensare ai prossimi. Il tempo di godersi ogni traguardo c’è, anche perché il telefono non smette di squillare e proprio così si comincia a realizzare l’importanza dell’impresa compiuta».

Jakob Omrzel e Alessio Mattiussi con la vittoria del Giro Next Gen hanno coronato un lavoro iniziato nel 2023 (foto Claudio Mollero)
Jakob Omrzel e Alessio Mattiussi con la vittoria del Giro Next Gen hanno coronato un lavoro iniziato nel 2023 (foto Claudio Mollero)

Un anno e mezzo dopo

Mattiussi ci dice che anche nei momenti più concitati della stagione il sonno non gli manca, appena tocca il letto dorme anche se poi domenica, prima della tappa decisiva, alle cinque di mattina era già sveglio. 

«Quando sei così vicino all’obiettivo – dice – c’è la gola di andare a prenderselo. Domenica a Pinerolo è stata una giornata incredibile. Pensate che durante la riunione pre tappa sul pullman è stato Omrzel stesso a dire che avremmo vinto. Sono io che ho dovuto trovare la mia migliore espressione da sfinge (ride, ndr)».

Dietro al palco delle premiazioni Roberto Bressan ci ha detto che con Omrzel ci lavori da quando era junior secondo anno…

Vero. Era novembre 2023 quando abbiamo iniziato, ovviamente in accordo con il team Adria Mobil (sua squadra da junior, ndr). Abbiamo curato tutta la stagione prefissando degli obiettivi sia con la squadra che con la nazionale slovena. L’obiettivo era costruire un programma di lavoro che permettesse a Omrzel di arrivare preparato alla categoria under 23. 

Com’è stato il primo approccio?

Atleticamente ho subito capito di avere davanti a me un corridore con spiccate doti di endurance. Con il passare dei giorni e dei chilometri dà il meglio di sé. La conferma è arrivata anche al Giro Next Gen, nelle ultime due tappe è stato il migliore. 

Umanamente parlando che ragazzo è?

Intelligente e ambizioso. Ogni volta che mette il numero sulla schiena vuole provare a vincere. Devo dire che appena ci siamo conosciuti mi ha fatto una bellissima impressione, inoltre si è fidato subito di me e questo ci ha permesso di costruire tanto. 

Anche perché non sono mancati i risultati.

Quando ha vinto la Parigi-Roubaix juniores abbiamo avuto la conferma che il metodo adottato stesse funzionando. Omrzel è un corridore da corse a tappe, quella vittoria sulle pietre è stata inaspettata però ha fatto intendere le grandi qualità. 

Il percorso per arrivare a vestire la rosa è stato tortuoso ed è passato anche dalla brutta caduta al Giro della Lunigiana (foto Instagram)
Il percorso per arrivare a vestire la rosa è stato tortuoso ed è passato anche dalla brutta caduta al Giro della Lunigiana (foto Instagram)
E’ un corridore dotato di grande intelligenza tattica?

Assolutamente. Nella tappa di Gavi eravamo pronti a cogliere le giuste occasioni dopo il Passo Penice. Sapevamo che gli uomini di classifica si sarebbero potuti muovere e così è stato. Omrzel ha dimostrato una grande visione di corsa, così come fatto nella seconda tappe del Giro di Slovenia. E’ difficile coglierlo impreparato dal punto di vista tattico. 

I suoi obiettivi lo scorso anno si sono fermati con la brutta caduta al Lunigiana, quanto è stato difficile ripartire?

Avevamo segnato in rosso il Giro della Lunigiana e i mondiali ed eravamo arrivati pronti. Quella brutta caduta ha fermato tutto e non solo dal punto di vista atletico. Omrzel è rimasto un mese in ospedale sotto osservazione, fosse stato per lui sarebbe tornato in bici dopo una o due settimane. Invece ci siamo confrontati con lo staff medico e gli abbiamo spiegato quanto fosse importante ripartire con calma. La stagione era finita e serviva recuperare bene. 

Una volta tornato in bici che sensazioni avete avuto?

Ha ripreso con calma a novembre con l’obiettivo di essere pronto per il mese di giugno. Nel ritiro di dicembre ero felice di vederlo di nuovo pedalare e che fosse con noi a fare gruppo divertendosi. Quando poi a gennaio abbiamo iniziato a preparare la stagione ho visto di nuovo tutte le sue qualità.

Ti saresti aspettato di vincere il Giro Next Gen?

Se me l’avessero chiesto a gennaio avrei risposto che sarebbe stato più un sogno che un obiettivo. Avrei detto che sarebbe riuscito a entrare nella top 5. La vittoria di domenica è ancora più bella proprio perché arriva dopo un lungo cammino insieme.

Omrzel firma il capolavoro della Bahrain: il Giro Next Gen è suo

22.06.2025
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PINEROLO – Jakob Omrzel si siede sul marciapiede, coperto dall’ombra di foglie verdi illuminate dal sole e aspetta. Aspetta ancora. Poi una voce gli dice che ha vinto il Giro Next Gen e scoppia in una festa che travolge tutti. Ilario Contessa, massaggiatore del Team Bahrain Victorious Development non trattiene le emozioni e lo abbraccia. Anzi, quasi lo stritola vista la differenza di corporatura tra i due. Gli addetti al podio fanno fatica ad aprire la strada tra le due ali di folla che si erano radunate intorno a Jakob Omrzel. Alessio Mattiussi arriva di corsa e lo sloveno si fionda tra le sue braccia (i due sono insieme nella foto di apertura). Quando si separano ci guarda e dice: «E’ merito di quest’uomo qui, è lui che ha progettato tutto».

Continuano a camminare verso il piazzale del podio, rovente come una lastra di ferro, mentre piano piano gli altri quattro ragazzi del devo team guidato da Roberto Bressan e Renzo Boscolo arrivano e parte la festa. 

Jakob Omrzel vince il Giro Next Gen all’ultima tappa (foto La Presse)
Jakob Omrzel vince il Giro Next Gen all’ultima tappa (foto La Presse)

I cinque moschettieri

Questa mattina, più o meno intorno alle 11, Alessio Mattiussi ci aveva detto di come la giornata fosse imprevedibile. Ieri a Prato Nevoso avevano un piano e la corsa è andata per un verso completamente opposto. 

«Ieri sera abbiamo fatto mille ipotesi – ci dice il diesse Mattiussi mentre si lascia andare dopo la tensione di questi giorni – e stamattina a colazione altre mille. Roberto Bressan, Renzo Boscolo al telefono e io. Un continuo scambio di idee, dettagli, pareri. Alla fine sul camper prima della tappa ho detto loro di non lasciare andare una fuga troppo numerosa o di entrarci, il nome da mettere in appoggio era quello di Borgo. Così non è stato perché il margine con i fuggitivi è sempre rimasto al di sotto del minuto. Poi gli altri ragazzi sono stati bravi a tenere Omrzel fuori da ogni pericolo e a metterlo nelle prime posizioni sulla salita. E’ stato un accumularsi di tensione fino al termine della discesa, lì abbiamo capito di avercela fatta». 

Dopo il traguardo qualche istante di attesa, qui il sorriso di Omrzel che ha appena realizzato di aver preso la maglia rosa
Dopo il traguardo qualche istante di attesa, qui il sorriso di Omrzel che ha appena realizzato di aver preso la maglia rosa

Nove mesi dopo

Jakob Omrzel arriva illuminato dal rosa della maglia di leader di questo Giro Next Gen e con un sorriso simpatico. Lo sloveno, che lo scorso anno da junior aveva stupito per le sue qualità, ora si consacra con la vittoria nella corsa a tappe più importante al suo primo anno nella categoria under 23. Il cammino non è stato semplice perché oltre alla fatica e agli allenamenti ci sono state le difficoltà dovute a un incidente gravissimo che ha visto protagonista lo stesso Omrzel al Giro della Lunigiana

«Sono passati nove mesi difficili – racconta tornando serio per un attimo – nei quali mi sono trovato a ripartire da zero. Nella mia testa è passata anche la domanda se sarei mai tornato a essere quello che ero. Si è trattato di un momento complicato, ma non ho mai smesso di crederci. Quando ero in ospedale (è rimasto per un mese ricoverato a La Spezia, ndr) ho avuto la possibilità di essere curato sia fisicamente che mentalmente». 

Mattiussi ha detto di aver realizzato che avevate vinto il Giro alla fine dell’ultima discesa, tu?

Dopo l’arrivo. Ieri mi sentivo forte ed ero convinto che avremmo potuto prendere la maglia ma oggi l’ho fatto. Ho capito di aver vinto solamente quando non ho visto arrivare Tuckwell (il leader fino a stamattina, ndr) subito dopo di me sul traguardo. Sapevo che il distacco fosse breve ma anche in gara siamo sempre stati vicini. 

Cosa vuol dire indossare questa maglia per te?

Al momento non me ne rendo conto, ho bisogno di alcuni giorni per capirlo ma abbiamo fatto tutti qualcosa di grande. 

Il podio Giro Next Gen 2025: Omrzel, secondo Turckwell e terzo Novak (foto La Presse)
Il podio Giro Next Gen 2025: Omrzel, secondo Turckwell e terzo Novak (foto La Presse)
Quando sei tornato in bici questo inverno qual era il tuo obiettivo?

Il Giro Next Gen. Siamo andati in altura, poi sono tornato in Slovenia ad allenarmi e ho corso il Giro di Slovenia con i professionisti. 

Proprio nella gara di casa ti sei reso conto di essere pronto?

Sì. Lì ho fatto un grande passo in avanti dal punto di vista mentale, credo sia il motivo grazie al quale sono venuto al Giro con tanta fiducia e tante nuove consapevolezze. Ho corso con il WorldTour e sinceramente mi hanno insegnato tanto, ho visto un’altra prospettiva di corsa e l’ho usata in questi giorni. 

Il supporto dei compagni è stato fondamentale per la vittoria di Omrzel, una vittoria di squadra (foto La Presse)
Il supporto dei compagni è stato fondamentale per la vittoria di Omrzel, una vittoria di squadra (foto La Presse)
Questa mattina, a colazione, cosa hai detto ai tuoi compagni di squadra?

Andiamo a vincere il Giro. 

Mattiussi, il tuo diesse, ieri ha detto che avresti potuto vincere, sentivi questa sensazione anche tu?

E’ il team che mi ha dato la fiducia giusta nei miei mezzi. Onestamente mi hanno aiutato molto. Non li ringrazierò mai abbastanza, non so davvero come fare ma mi piacerebbe perché senza di loro non sarei mai arrivato qui. Sono loro i responsabili di tutto, ma anche chi lavora a casa, la mia famiglia e i miei amici

In vista dell’ultima tappa è arrivato anche Roberto Bressan, storico presidente del CTF ora diventato Bahrain Development
In vista dell’ultima tappa è arrivato anche Roberto Bressan, storico presidente del CTF ora diventato Bahrain Development
Sei al primo anno da under 23, te lo saresti aspettato un inizio così?

Sì e no, come si dice: 50 e 50. Speravo di fare una corsa del genere ma non pensavo di poter vincere. Ho lavorato sodo senza mai smettere di crederci. 

Ora, che farai?

Ho tanti altri obiettivi ma prima un po’ di pausa e di festa. Ce lo siamo meritati.

Omrzel: lo spavento, la ripresa e il 2025 al CTF Victorious

05.12.2024
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Pensare di veder correre in Italia il vincitore della Parigi-Roubaix juniores ci crea un certo senso di curiosità che ci spinge a voler girare in fretta il calendario al 2025. Tuttavia manca ancora qualche mese alla ripresa delle gare e dei primi appuntamenti di stagione dedicati agli under 23, quindi ci tocca rallentare e aspettare. Facciamo quindi un passo indietro e guardiamo al 2024 di Jakob Omrzel, una stagione a due facce la sua. Nella prima, che arriva fino alla fine di agosto, si contano vittorie e piazzamenti di grande prestigio. Lo sloveno che ha corso nei principali appuntamenti internazionali tra gli juniores era destinato ad un grande finale di stagione. 

Dopo un ritiro e la preparazione per affrontare un settembre caldo e ricco di occasioni tutto si è fermato ai primi chilometri del Giro della Lunigiana, il 4 settembre. Pochi minuti di gara sono bastati per essere coinvolto in una brutta caduta che gli è costata il finale di stagione e una settimana in ospedale a La Spezia. Le condizioni di Omrzel non sono state giudicate tali da potergli garantire il trasferimento in Slovenia fin da subito

L’arrivo della Roubaix juniores con Valjacev a sinistra e Ormzel a destra (foto DirectVelo)
L’arrivo della Roubaix juniores con Valjacev a sinistra e Ormzel a destra (foto DirectVelo)

Lo spavento

La notizia e le immagini dell’incidente ci avevano preoccupato fin da subito, poi però il peggio è passato e Omrzel è riuscito a recuperare e riprendersi totalmente. Anche se di quegli attimi non ricorda nulla.

«E’ stata una caduta devastante – racconta da casa il campioncino sloveno – che non mi ha permesso di correre il finale di stagione. Ma dopo un incidente del genere sono felice di essere ancora in piedi e di poter riprendere la bici. Quando mi sono risvegliato in ospedale avevo completamente perso la memoria, dopo una settimana in osservazione sono tornato a casa, in Slovenia. Ho passato un periodo tranquillo, nel quale non mi sono potuto allenare o andare a scuola. Sono rimasto a casa per riprendermi. I dottori non sapevano bene quando sarei tornato in bicicletta. Non avevo fretta di tornare, anche perché è stato un infortunio parecchio serio. Sono rimasto a casa e ho cercato di recuperare le cose che mi sono perso a scuola».

Jakob Omrzel nel 2024 ha corso con la formazione Adria Mobil Juniors (photors.it)
Jakob Omrzel nel 2024 ha corso con la formazione Adria Mobil Juniors (photors.it)
Quando sei tornato in bici?

Due settimane fa, dopo una quantità incredibile di esami da parte di vari medici. Mi sento molto tranquillo e confido nel fatto di poter ripartire serenamente. I dottori hanno tutto sotto controllo. 

Cosa hai provato nel riprendere a pedalare?

Felicità, tanta. La prima emozione è stata proprio tanta perché dopo due mesi e mezzo mi sono proprio goduto il gusto di una semplice pedalata. Non avevo, e non ho ancora, molta potenza ma al momento non mi importa molto

Lo sloveno è entrato poi nell’orbita del team Cannibal Victorious, il devo team juniore della Bahrain (foto Zoé Soullard/DirectVelo)
Lo sloveno è entrato poi nell’orbita del team Cannibal Victorious, il devo team juniore della Bahrain (foto Zoé Soullard/DirectVelo)
E dal 2025 correrai con il CTF Victorious, come sei entrato in contatto con loro?

Li ho conosciuti un anno fa e siamo rimasti in buoni rapporti. Così come con lo staff della Bahrain Victorious. Nel 2024 ho corso qualche gara con il Cannibal Team (il devo team juniores, ndr). Essere in una formazione di sviluppo mi ha aiuterà parecchio a crescere e migliorare. 

Dal prossimo anno cosa ti aspetti?

Senza l’incidente mi sarei posto degli obiettivi alti, sicuramente. Ma dopo quello che mi è successo non conosco bene il mio stato di salute. Spero di stare bene e di trovare buoni risultati nelle gare internazionali. Vedremo anche come andrà la ripresa. Tra pochi giorni inizieremo il training camp, sarà un primo passo. In realtà con il CTF dovrei stare due stagioni, fino al 2026. 

Omrzel è stato coinvolto in una brutta caduta al Lunigiana che lo ha costretto ad una lenta convalescenza (foto Giro della Lunigiana)
Omrzel è stato coinvolto in una brutta caduta al Lunigiana che lo ha costretto ad una lenta convalescenza (foto Giro della Lunigiana)
Pensi sia un periodo giusto per ambientarti?

Credo di sì. Il salto tra gli under 23 è tosto. Le gare diventano più grandi, lunghe e impegnative. Vincere la Parigi-Roubaix da juniores mi ha reso sicuramente orgoglioso (in apertura il bacio al trofeo, foto Christphe Dague/DirectVelo, ndr), ma tra gli under 23 sarà un’altra cosa. Per la prossima stagione non mi pongo grandi obiettivi, capiremo come sto, sperando nel meglio e nel rientro in gruppo ai miei massimi livelli. Intanto sono felice di essere ripartito.