Un esercito di 45 mila ciclisti che chiedono più sicurezza

13.09.2022
4 min
Salva

Il punto sulla sicurezza si può fare anche dall’analisi del danno. Solo che se di mezzo ci sono biciclette e strade, si capisce bene che il danno possa essere ben più doloroso di una carrozzeria rigata. Per questo, nei giorni dell’Italian Bike Festival, abbiamo invitato Federico Balconi , avvocato fondatore dell’Associazione Zerosbatti (in apertura all’inaugurazione del monumento a Scarponi, dopo Nibali, Tonti e Carera), a fermarsi per qualche minuto sul pullman di bici.PRO, dando una continuità ai discorsi fatti più volte durante l’anno.

Avvocato, come va la vita sulle strade?

E’ ricominciato tutto come sempre. C’era stato un calo durante il lockdown, poi appena il Governo ha pubblicato la famosa FAQ con cui si consentiva la ripresa delle uscite in bici, sono ripresi gli incidenti.

Zerosbatti conta ormai 45 mila soci in tutta Italia, che chiedono più sicurezza (foto Facebook)
Zerosbatti conta ormai 45 mila soci in tutta Italia, che chiedono sicurezza (foto Facebook)
Da allora ACSI ha inserito l’iscrizione gratuita a Zerosbatti in sede di tesseramento, a quanti associati siete arrivati?

Ad oggi abbiamo circa 45 mila soci e sicuramente le casistiche si ampliano. Un portfolio di questo tipo ci dà più credibilità presso le assicurazioni. Il nostro obiettivo di base è agire senza arrivare in tribunale, mettendo in atto una sorta di gestione virtuosa del danno. Io lavoro nei sinistri da quando ho iniziato, ma ora sono diventato l’avvocato dei ciclisti, quello che si occupa della loro sicurezza.

La casistica si amplia e cosa si capisce?

Vengono fuori situazioni che magari prima non si consideravano. Dalla multa al ciclista, ad esempio, che denota una forma di pregiudizio.

Multe di che tipo?

Capita che il ciclista investito venga multato perché non era abbastanza a destra. Chiaramente si fa ricorso, perché il motivo di quella posizione potrebbe essere dovuto a una buca, alla strada comunque danneggiata o a situazioni che ne pregiudichino la sicurezza. Sono ricorsi che si vincono e che non pregiudicano l’esito del risarcimento. I verbali sono tutti contestabili, perché sono comunque la ricostruzione di qualcuno che non c’era. Capita anche il ciclista che quella multa la paga, anche se io consiglio di non farlo. Ma alcuni sono così onesti che lo fanno ugualmente.

Federico Balconi e Vincenzo Nibali, il primo ad aver creduto fermamente nell’iniziativa a favore della sicurezza
Federico Balconi e Vincenzo Nibali, il primo ad aver creduto fermamente nell’iniziativa
Altre casistiche che portano a incidenti?

Le discussioni fra automobilisti e ciclisti, come quello che è successo a Luca Chirico. L’automobilista forse non si rende conto che l’investimento costituisce un’ipotesi di reato, mentre è sempre più evidente la serie di luoghi comuni che ci perseguitano. Dal fatto che si stia in mezzo alla strada, al nostro non andare a lavorare. Quello che leggi sui social è lo specchio della realtà. Pensare che certa gente vada in macchina mentre siamo in bici a volte fa paura.

Cosa si può dire del famoso metro e mezzo in sorpasso?

Personalmente non sono a favore, perché di fatto significa imporre un altro limite. Il Codice della Strada dice che non si deve superare una distanza cautelare e su questo esiste una sentenza di condanna per omicidio stradale. Quello che incrementerei nel Codice sarebbe semmai stabilire che se investi un ciclista, hai torto a prescindere, come quando guidi in stato di ebrezza. Le pene severe servono prima a spaventare e poi a educare, finché certi comportamenti non diventano un’abitudine.

L’Acsi di Emiliano Borgna, qui con Bugno a IBF 2022, offre ai tesserati l’iscrizione a Zerosbatti (foto ACSI)
L’Acsi di Emiliano Borgna, qui con Bugno a IBF 2022, offre ai tesserati l’iscrizione a Zerosbatti (foto ACSI)
Come l’uso della cintura di sicurezza?

Esatto, anche se poi trovi quello che aggancia la cintura del sedile accanto e se ne fa un baffo. O come quelli che continuano a guidare col cellulare. E qui subentra la distrazione, causa di incidenti e decessi. Sono solito dire che se provochi un brutto incidente in cui qualcuno muore o rimane gravemente ferito, il dramma è per entrambi. Perché anche la vita di chi l’ha provocato cambierà per sempre.

Qualche consiglio prima di andare?

Usciamo in bici sempre in coppia, in modo da avere un testimone e qualcuno che possa aiutarci.

EDITORIALE / Misano, la sfida di costruire il nuovo

12.09.2022
5 min
Salva
Il team di bici.PRO a Misano. Immagini, musica, profumi e ricordi di Italian Bike Festival 2022

Ancora qualche stand da smontare e poi l’immenso piazzale all’esterno del Misano World Circuit tornerà deserto per un paio di giorni, in attesa che arrivino i truck e le auto della Porsche Sports Cup del prossimo fine settimana. Italian Bike Festival ha chiuso i cancelli ieri sera e con l’osservazione attenta nei tre giorni e il conforto dei numeri forniti – 500 espositori e 42.000 visitatori (foto IBF in apertura) – possiamo dire che è stato un evento ben riuscito. Sappiamo per certo che chi ha scelto di non esserci, per il tipico scetticismo delle prime volte, si sia mangiato le mani e abbia già rassicurato circa la sua presenza nel 2023. Perché una cosa è certa: Misano ha vinto su Rimini e non avrebbe senso tornare indietro.

La superficie espositiva è stata molto ampia e crescerà ancora nel 2023
La superficie espositiva è stata molto ampia e crescerà ancora nel 2023

Una svolta sostenibile

E’ stata in qualche misura una fiera per ripartire. Abbiamo discusso a lungo su come l’effetto del Covid abbia riportato la bicicletta in molte case, ma questo è il momento di capire che la bolla non va fatta sgonfiare. Non possiamo permetterci errori.

La ripresa delle scuole, la fine dell’estate e il ritorno alla routine nevrotica di ogni giorno rischiano infatti di mandare in cantina i bei ricordi. E c’è solo un modo perché ciò non accada: fare in modo che la magia continui. Gli uffici dovranno essere dotati di parcheggi custoditi, armadietti e docce. I mezzi pubblici, treni e corriere che collegano le periferie alle città, dovranno prevedere la possibilità di trasportare la bici. Le metropoli dovranno dotarsi delle ciclabili annunciate e in alcuni casi arrivate.

La vera sfida è questa, il PNRR prevede 600 milioni di euro in tal senso. Chiunque dopo il 25 settembre salirà al Governo, ha l’obbligo di non lasciar cadere la sfida.

Incontri con sportivi, campioni e personaggi: in tre giorni è passato il mondo di ogni ciclismo (foto IBF)
Incontri con sportivi, campioni e personaggi: in tre giorni è passato il mondo di ogni ciclismo (foto IBF)

Una gestione diversa

La crisi delle materie prime ha rallentato il mondo: dalle auto all’elettronica, passando immancabilmente per la bicicletta. Chi aveva i telai non aveva i gruppi e viceversa. E poi c’è stato chi ha ricevuto gruppi incompleti, che impedivano di fatto la consegna delle bici. Non sono stati mesi facili, che solo alcuni hanno ben cavalcato perché probabilmente erano già abituati a gestire le proprie aziende di produttori e rivenditori con la necessaria programmazione.

Quelli che avevano ordinato merce in abbondanza alla fine del 2019 e poi hanno riassortito il magazzino, intercettando il trend del Nord Europa, sono usciti dalla tempesta a velocità pazzesca. Quelli che non ci hanno creduto, che hanno avuto paura e che magari speravano di cavarsela con una chiamata salvavita, non se la sono passata troppo bene

Prima riuscivi ad arrangiarti, ma il mondo è cambiato. E oggi, con il materiale che ha preso a tornare, programmare bene è alla base della sopravvivenza. Riempirsi casa di prodotti potrebbe diventare un rischio se la bolla di cui abbiamo appena parlato dovesse cominciare a sgonfiarsi.

I test in pista e sui sentieri offorad ricavati all’interno sono stati per molti il piatto forte
I test in pista e sui sentieri offorad ricavati all’interno sono stati per molti il piatto forte

Meglio in Italia

Misano ha messo insieme lo show e la prova. Stand semplici e altri ben più costosi e spettacolari. E se nel lato della fiera, l’andirivieni è stato ininterrotto per tre giorni, lo sfilare di biciclette in pista e nel tracciato offroad ricavato al suo interno non è mai neanche calato. In questo, la nuova collocazione ha permesso a Italian Bike Festival di salire al livello che all’estero compete a manifestazioni come Sea Otter Classic e Roc d’Azur, dando una spallata anche ai tanti ragionamenti che si fanno ogni anno dopo aver assistito al Bike Festival di Riva del Garda, ammirandone l’organizzazione tedesca. Misano ha dimostrato che lo sappiamo fare anche noi, pur rivelando qualche fragilità dovuta all’importanza della sfida e a una struttura che probabilmente dovrà rinforzarsi a fronte di una risposta così forte.

Una cosa che manca? La presenza di gare su gare. Bene le gran fondo della domenica, ma avere a disposizione la magia di una pista come quella intitolata a Marco Simoncelli, renderebbe possibile organizzare gare giovanili e poi via fino ai professionisti, donne e uomini. Ed essendo impensabile che facciano tutto Francesco Ferrario e i suoi ragazzi, individuare sin da ora una società organizzatrice che prenda in mano questo aspetto potrebbe essere un altro colpo ben riuscito.

Nel pullman di bici.PRO a Misano si è lavorato e si sono svolti incontri e interviste
Nel pullman di bici.PRO si è lavorato e si sono svolti incontri e interviste

Il team di bici.PRO 

Noi di bici.PRO siamo tornati a casa con computer pieni zeppi di immagini e articoli. Nel pullman che grazie a Tresca Trasformer è stato la nostra casa per tre giorni si sono susseguiti incontri, colloqui e scambi di idee. E la sera, quando i cancelli iniziavano a chiudere e la gente a scemare, il nostro stand è stato l’angolo di fantastici aperitivi e incontri fra amici e campioni accomunati dalla stessa passione.

Torniamo dall’Italian Bike Festival con un carico clamoroso di entusiasmo e iniziamo già a preparare la valigia per il volo che ci porterà ai mondiali australiani. Altro viaggio, altre storie. Il 17 ottobre compiremo due anni, il meglio deve ancora venire. La nostra sfida resta costruire il nuovo, come scrisse Socrate, non combattere il vecchio. 

Casa Wilier, conoscete Avondetto? Ve lo presentiamo…

11.09.2022
5 min
Salva

Se ne sta seduto nello stand Wilier Triestina con la maglia iridata indosso, guardandosi intorno. Un campione del mondo in carica non capita spesso. E anche se Simone Avondetto il mondiale l’ha vinto sulla mountain bike, che non è esattamente terreno di caccia per bici.PRO, lo squillare di quelle righe è un richiamo troppo forte. Anche perché il ragazzo ha vinto anche gli europei di Anadia e il profumo di campione è inconfondibile.

La sua bici lo aspetta al limite dello stand. Si chiama Urta SLR World Champion e nei suoi colori c’è quell’inconfondibile richiamo all’iride unito al giallo e nero della sua squadra: la Wilier Triestina Pirelli Factory Team. La forcella arancione Fox 34 SC forma un blocco super coerente con il manubrio Urta brevettato da Wilier, il reggisella è telescopico e il gruppo è lo Shimano XTR.

Avondetto ha vinto il mondiale U23 a Les Gets il 28 agosto (foto FCI)
Avondetto ha vinto il mondiale U23 a Les Gets il 28 agosto (foto FCI)

La benedizione del cittì

Di lui dice un gran bene Mirko Celestino, cittì azzurro che anche il popolo della strada ricorda per le sue vittorie e la sua grinta.

«E’ un ragazzo d’oro – dice – di quelli di una volta, che parlano poco, timido. Però quando sale sulla bici dà grandi soddisfazioni, non solo perché ha vinto mondiale ed europeo. Ha fatto un’annata eccezionale, bisogna dirlo. Quando ce l’hai in ritiro, sembra quasi che non ci sia».

Simone Avondetto è nato il 15 aprile 2000 a San Secondo
Simone Avondetto è nato il 15 aprile 2000 a San Secondo

Un ragazzo pulito

E quando gli dici che la sensazione parlandoci è di un ragazzo nato sulla mountain bike, senza alcun legame o riferimento con la strada, Celestino conferma prontamente.

«Gare su strada non le ha mai fatte – dice – magari non so se con questi risultati, qualche squadra lo inviterà a provare. Sembra brutto dire che potrebbero portarcelo via ed è normale che il biker sogni il futuro da pro’. Ma lui è giovane, compie 22 anni e dal prossimo sarà elite. E’ uno di quegli atleti su cui scommetterei forte se avessi una squadra. E’ un ragazzo pulito, in crescita, genuino. E ancora la malizia e la cattiveria deve tirarle fuori. La cosa che mi ha sempre sorpreso sin da quando era junior è la grinta che ci mette in bicicletta. Simone lotta sempre…».

La presentazione è stata ghiotta e non c’è parola di Celestino che non troverà conferma in quelle di Avondetto.

La Wilier Urta di Avondetto ha il carro con le inconfondibili strisce iridate
La Wilier Urta di Avondetto ha il carro con le inconfondibili strisce iridate
Che cosa ti ha lasciato questa vittoria, a parte la maglia?

Una bella emozione, è un orgoglio poterla sfoggiare alle gare. E poi è arrivata giusto in tempo, visto che sono all’ultimo anno ad under 23. Era l’ultima occasione e quindi sono contento di esserci riuscito.

Dopo gli europei, la vittoria era una possibilità oppure è stata una sorpresa?

E’ stata comunque una sorpresa. Contavo di far bene, credevo in una medaglia, ma vincere non me l’aspettavo. Meglio di così…

Sei nativo biker, zero strada e solo mountain bike?

Uso principalmente la mountain bike, poi comunque ogni tanto usciamo anche con l’enduro e solo raramente con la bici da strada. Gran parte della mia settimana è in mountain bike, anche per i lavori specifici.

Hai vinto tutte le maglie a disposizione, compresa la tricolore: tutto come nei piani?

All’inizio dell’anno ci eravamo concentrati più che altro su campionati italiani, europeo e mondiale. E poi anche la Coppa del mondo, però non tutte le tappe. Abbiamo fatto un po’ di sacrifici per puntare ai nostri appuntamenti, ma ha funzionato.

Allo stand Wilier Triestina, con Simone Avondetto anche Giada Specia, tricolore U23 e a un soffio dal podio mondiale
Allo stand Wilier Triestina, con Simone Avondetto anche Giada Specia, tricolore U23 e a un soffio dal podio mondiale
Con quali riferimenti ciclistici cresce un biker classe 2000 come te?

Ce ne sono tanti nella mountain bike. Sicuramente Nino Schurter, una leggenda un po’ per tutti. A me è sempre piaciuto molto anche Kulhavy e poi ce ne sono anche tanti altri, a partire da Absalon. Sono campioni che mi piacciono per le loro caratteristiche e il loro atteggiamento. Come corrono, la loro mentalità e tutto quello che fa di loro delle grandi persone.

Qual è stata la cosa più strana che ti è successa dopo la vittoria?

C’è più gente attorno, è un po’ strano, ma bisogna farci l’abitudine. Per rendermi conto c’è voluto qualche giorno, però è davvero molto bello.

Campione italiano, europeo e mondiale, Avondetto corre con il Wilier Triestina Pirelli Factory Team
Campione italiano, europeo e mondiale, Avondetto corre con il Wilier Triestina Pirelli Factory Team
Quali sono adesso i programmi?

Adesso facciamo ancora un paio di gare, poi staccheremo e poi inizieremo a ragionare sui programmi. Poi ci sarà il classico ritiro al caldo d’inverno e poi si ricomincia. Altro non so, vedremo il calendario 2023 verso fine febbraio. Ma ci concentreremo sugli appuntamenti di sempre, la Coppa del mondo, gli europei, i mondiali e gli italiani.

La proposta di portarti su strada c’è mai stata?

Non ancora, ma mi sento di dire che il mountain bike è un mondo che mi piace. Magari mi piacerebbe ogni tanto magari buttarmi nella mischia, ma giusto così, per vedere l’effetto che fa. Finora proposte non ci sono state, vedremo cosa fare se arriveranno.

Supertype 336T DX: ecco il nuovo top di gamma di Miche

11.09.2022
3 min
Salva

I tre giorni dell’Italian Bike Festival corrono veloci, come le ruote sull’asfalto del Circuito di Misano Adriatico. Le ruote sono grandi protagoniste dell’evento, e passando per i vari gazebi ci fermiamo da Miche. Negli ultimi tempi hanno presentato i nuovi prodotti per il top di gamma: prima hanno presentato le Supertype 550T DX, in questi giorni ecco che spunta il modello nuovo, le 336T DX. 

Lo stand di Miche all’Italian Bike Festival: in esposizione tante novità come le Graff
Lo stand di Miche all’Italian Bike Festival: in esposizione tante novità come le Graff

Per i professionisti

«E’ un prodotto pensato per i professionisti e gli amatori di alto livello. Si tratta di una gamma di ruote studiata per montare il tubolare, così da contenere al massimo il peso: che infatti è di solamente 1300 grammi. Abbiamo creato una ruota per tubolari perché la maggior parte dei corridori, e dei team che lavorano con noi, lo preferiscono per una questione di leggerezza. Infatti, nella versione con il cerchio da 50 millimetri pesa 1370 grammi».

«Il canale, quindi, è studiato per contenere il tubolare, con misure comprese tra il 23 millimetri al 28. Si possono montare tranquillamente anche copertoncini da 32 millimetri, parlando con i vari team abbiamo capito che queste sono le misure che ci interessano. Il 30 millimetri è la misura ideale quando si corrono le classiche e le semi classiche del Nord».

Le Supertype 336T DX sono super leggere: la coppia pesa solamente 1300 grammi
Le Supertype 336T DX sono super leggere: la coppia pesa solamente 1300 grammi

Dettagli tecnici

Quando si lavora per creare un prodotto ai massimi livelli, che viene utilizzato dagli atleti professionisti per correre ed allenarsi, il dettaglio fa la differenza. Il progetto delle Supertype prevede la laminazione UD della fibra di carbonio, che segue il design aerodinamico del profilo del cerchio. Questo permette di ottenere una serie ruote particolarmente rigide ma al contempo leggere, performanti, e facili da guidare.

I raggi sono a testa dritta in acciaio inox: questa tipologia di raffi permettono di avere una migliore distribuzione della tensione sul cerchio
I raggi sono a testa dritta in acciaio inox: questa tipologia di raffi permettono di avere una migliore distribuzione della tensione sul cerchio

I mozzi sono gli AL 7075 T6, con inserto per freno a disco e sistema center lock. L’innovativo design permette una raggiatura 14+7 che bilancia perfettamente le forze di trazione e di frenata mantenendo il corridore stabile in ogni situazione. Il movimento è su cuscinetti sigillati in ceramica per una maggiore scorrevolezza e massimo prestazioni. Per quanto riguarda il materiale dei raggi, Miche ha scelto di utilizzare l’acciaio inox, leggero ed estremamente resistente. 

Miche

Ursus Diablo e Cliff: la nuova frontiera del fuori strada

10.09.2022
3 min
Salva

Bici, accessori, scarpe, ruote, sotto il cielo dell’Italian Bike Festival si riuniscono distributori e marchi di ogni tipo. C’è anche lo stand di Ursus, che si trova poco distante dall’ingresso principale, leggermente spostato sulla destra. Ci accoglie Enrico Stragliotto: sales and product manager di Ursus. Il marchio di Rosà, provincia di Vicenza, propone due nuove ruote: le Diablo XC (foto di apertura) e le Cliff. 

Le Diablo XC hanno 28 raggi, questo le rende più resistenti alle sconnessioni dei tracciati off-road
Diablo XC: 28 raggi che le rendono più resistenti alle sconnessioni dei tracciati off-road

Le Diablo di Paez

«Si tratta delle nostre nuove ruote da Marathon e Ciclocross – ci spiega Enrico – sono le ruote in carbonio con le quali sta correndo da inizio stagione Leonardo Paez, della Soudal Lee Cougal. Una delle caratteristiche principali di queste ruote è la leggerezza, infatti pesano 1300 grammi. Sono disponibili in due canali: interno da 25 millimetri o da 30, Paez ed il team usano la ruota con il canale più stretto, quello da 25 millimetri».

Hanno 28 raggi, un dettaglio che fornisce maggiore rigidità ed una guidabilità elevata nei single track. Si tratta di cerchi tubeless ready e lockless: ovvero il fatto che non ci sia più la spalla interna al canale, questo aumenta la leggerezza. In più nel mondo dell’off-road le pressioni sono più basse e questo dettaglio evita stallonature». 

Le Ursus Cliff sono costruite in alluminio, un materiale più leggero e resistente, perfetto per l’enduro
Le Ursus Cliff sono costruite in alluminio, un materiale più leggero e resistente, perfetto per l’enduro

Le Cliff

Sono ruote pensate per l’utilizzo da enduro, di conseguenza aumenta la larghezza del cerchio: la scelta è tra il canale da 27,5 millimetri oppure da 29 millimetri. Il dettaglio sul quale Ursus si è concentrata maggiormente, per le ruote Cliff, è la resistenza, cosa fondamentale nel mondo dell’enduro.

Queste ruote hanno il cerchio in alluminio, un materiale molto resistente ed anche abbastanza leggero. La bilancia, per questo paio di ruote, infatti, si ferma a 1800 grammi. Si tratta di un buon compromesso un per una disciplina che prevede tante ore in sella e percorso accidentati.

Il test con gli atleti

«Una delle fortune che abbiamo – riprende Enrico – è quella di lavorare a stretto contatto con atleti di alto livello e di grande sensibilità tecnica. Anche i meccanici sono un grande valore quando si parla di prodotti, ma soprattutto di dettagli, la loro grande esperienza rende anche più semplice migliorare e perfezionare il prodotto. Ovviamente prima di fornire qualsiasi prodotto come test o prototipo facciamo dei controlli interni, molto dettagliati e stressanti, e questo è già un primo step importante. Questo genere di test e di confronti li abbiamo anche con i team che corrono su strada. Spesso ci affidiamo anche alle conoscenze tecniche di ex atleti, come Petacchi, uno degli ultimi entrati nella nostra squadra».

Ursus

Con Rachele da LIV, un viaggio sul treno di Monaco

10.09.2022
5 min
Salva

Rachele Barbieri si muove attraverso lo stand LIV all’Italian Bike Festival con i passi timidi dell’ospite e gli occhi puntati addosso (in apertura è con Marta Villa di LIV). Per la campionessa europea dell’omnium è la meritata accoglienza, strappata fra un allenamento e l’altro a Montichiari, sulla strada dei campionati italiani su pista, la Tre Giorni di Aigle e dulcis in fundo i mondiali di Parigi.

Il passaggio alla LIV Racing Xstra è stato un cambio di vita e di prospettive. E così ora, raccontandosi ai giornalisti presenti, le parole che più ricorrono sono onore, responsabilità e organizzazione. E pur avendo ammesso che all’inizio dell’anno avrebbe firmato per una stagione come questa, che le ha portato anche il bronzo nella gara europea su strada, capisci che in fondo agli occhi c’è la sana insoddisfazione degli atleti di rango. La molla che li spinge a pretendere sempre più da se stessi.

Nella volata degli europei, il colpo di reni di Barbieri le ha permesso di conquistare il bronzo
Nella volata degli europei, il colpo di reni di Barbieri le ha permesso di conquistare il bronzo

E così, a margine della passerella e del racconto delle cinque bici a sua disposizione, torniamo a quattr’occhi con Rachele proprio al giorno di Monaco. Quando il treno azzurro ha preso in mano la corsa e ha disfatto quello delle olandesi e ha lanciato Elisa Balsamo nella volata contro Lorena Wiebes. Non abbiamo vinto, ma il modo in cui le azzurre hanno gestito il finale è stato notato e apprezzato da tutti. Il racconto di Giorgia Bronzini al riguardo è il motivo per cui chiediamo a Rachele di raccontarci quel finale.

Comè è andata?

E’ stato un finale molto bello, diciamo che è stato studiato da lontano. Già prima di partire, l’idea di arrivare in volata era l’ultima opzione. Volevamo provare ad attaccare per non portare Lorena in volata, ma allo stesso tempo sapevamo che Elisa poteva giocarsela e quindi anche in volata non ci sentivamo sconfitte.

Dopo l’arrivo degli europei, le azzurre hanno rivisto il video della volata nel telefono di Elisabetta Borgia
Dopo l’arrivo degli europei, le azzurre hanno rivisto il video della volata nel telefono di Elisabetta Borgia
Per attaccare, avete attaccato…

La gara è stata abbastanza tirata, abbiamo provato appunto a portare via qualche fuga, ma non è andata. Per cui a quel punto ci siamo metallizzate 100 per cento sulla volata di Elisa. Ed è stato bellissimo rivederla.

Da dentro non si vede molto…

Viverla è stato bello, ma naturalmente quando sei in gara capisci un po’ meno. Rivederla dopo è stato emozionante. Anche le mie compagne mi hanno detto che abbiamo fatto un treno proprio bello. C’era a sinistra quello dell’Olanda e a destra il nostro. Temevamo che con le atlete che avevano in partenza fosse difficile fare un treno al loro livello, invece abbiamo dimostrato che il nostro è stato addirittura meglio.

E’ venuto come lo avevate pensato? 

E’ stato questione di attimi. Abbiamo lanciato benissimo il treno con Arianna Fidanza ed Elena Cecchini che hanno fatto un bellissimo lavoro prima di entrare nella curva finale, dove ha preso la testa Maria Giulia (Confalonieri, ndr).

Confalonieri, Balsamo, Fidanza, Barbieri, Guarischi, Sanguineti: le azzurre di Monaco
Confalonieri, Balsamo, Fidanza, Barbieri, Guarischi, Sanguineti: le azzurre di Monaco
Poi?

Ha proseguito Barbara (Guarischi, ndr), che ha fatto un lavoro eccezionale, perché ha cercato di tenere il più a lungo possibile. E a quel punto è partita Yaya (Sanguineti, ndr) e dopo spettava a me fare il lavoro finale.

Cosa dovevi fare?

Mi era stato detto di tirare dritto fino all’arrivo, per cercare di fare una volata esplosiva e lanciare Elisa alla migliore velocità e nella migliore condizione. E’ quello che ho fatto, poi onestamente per un attimo mi sono rialzata. Perché un po’ la stanchezza un po’ tutto… Poi ho visto che ero lì e mi sono detta: «Perché no?». E ho provato a dare il colpo di reni, che mi ha permesso fare il terzo posto.

Inatteso o ci poteva stare?

Sono molto contenta, anche se come ho detto e come ho dichiarato in tutte le interviste, non era quello il mio obiettivo. Volevo solo lasciare Elisa nelle migliori le condizioni. E’ stata una bella volata, soprattutto è stato bello viversela, perché sin da dopo l’arrivo non si capiva chi avesse vinto. Elisa guardava Lorena, Lorena guarda Elisa.

Rachele Barbieri ha risposto alle domande della stampa prima di tornare alla preparazione in pista
Rachele Barbieri ha risposto alle domande della stampa prima di tornare alla preparazione in pista
E voi?

C’era lì Elisabetta (Borgia, mental coach della nazionale, ndr) che ci ha fatto vedere il video e stavamo veramente tutte insieme aspettando l’esito finale. E’ stata molto bella anche la sincerità e l’onestà di Elisa che ci ha ringraziato tutte. «Comunque sia – ha detto – vi ringrazio tanto per quello che avete fatto». E’ sempre un piacere, quando lavori per qualcuno, che ti venga riconosciuto così tanto. E’ stato una bellissimo europeo e una bella esperienza per me. Era la prima esperienza nella categoria elite.

Possibile che in quel treno ci fosse anche l’affiatamento di anni insieme nei quartetti?

Di sicuro io non avevo mai corso con loro su strada, in una gara così importante. Però abbiamo mostrato molto affiatamento e questo secondo me sta nella professionalità di noi ragazze. Quando siamo avversarie, ci scanniamo all’impossibile. Ma quando siamo in una squadra insieme, siamo in grado sempre di mettere da parte tutte le rivalità e sappiamo farne una forza.

Exept Libera, la novità endurance all-round

10.09.2022
3 min
Salva
Exept presenta Libera, la bici per l'endurance trasversale

All’Italian Bike Festival di Misano, Exept presenta Libera, la bicicletta in carbonio monoscocca fatta su misura che ha un DNA endurance.

Comfort e versatilità, possibilità di montare la corona singola, oppure il doppio plateau, ma anche tanta funzionalità legata ai componenti. Entriamo nel dettaglio.

La zona dello sterzo e le due asole per un piccolo bag
La zona dello sterzo e le due asole per un piccolo bag

Il monoscocca al centro

Cucire la bicicletta su misura e sulle esigenze dell’utente, una peculiarità e il DNA dell’azienda finalese, un core concept che è ripreso per Exept Libera.

Libera è la nuova bicicletta endurance, che nei termini di impatto estetico mantiene il family feeling del brand, ma utilizza le sue forme in maniera funzionale.

Exept Libera non ha delle tubazioni con volumi mastodontici, è leggermente slooping e ha una forcella sfinata nella sezione centrale e bassa. L’obiettivo è quello di creare un frame-kit stabile e capace di smorzare le vibrazioni quando si affrontano tratti sconnessi e strade bianche. E poi c’è la volontà di sfruttare alcune soluzioni moderne, ad esempio le coperture maggiorate, fino a 36c di sezione.

Mono e doppia corona

All’expo di Misano, Libera è stata presentata con la trasmissione Campagnolo Ekar: 13 rapporti posteriori e una corona singola davanti (di conseguenza è compatibile con i cambi meccanici). Ma è possibile montare anche la doppia corona e anche i gruppi cambio elettromeccanici. Il seat-post è tradizionale ed ha un diametro da 27,2 millimetri; non è prevista la compatibilità con i dropper-post.

I prezzi di riferimento

Il range di prezzo varia tra i 6500 e 8500 euro. Un delta ampio, legato alla completa personalizzazione del mezzo, anche in fatto di misure. Ci sono anche le combinazioni cromatiche nuove, ispirate a soggetti meno agonisti e competitivi, rispetto alla bici performance Supera.

Exept

Up&Down Bikes porta in Italia le bici Mendiz

09.09.2022
4 min
Salva

Il marchio di biciclette spagnolo Mendiz approda in Italia grazie alla commerciale veneta Up&Down Bikes di Andrea Dorigatti. Stiamo parlando di una realtà ancora giovane, essendo stata fondata nel 2011, ma con una filosofia ben definita: proporre alla propria clientela marchi ancora poco conosciuti in Italia, ma estremamente innovativi e con un ottimo rapporto qualità/prezzo.

Mendiz è un marchio spagnolo nato nel 1984 da Eusebio Vélez de Mendizábal ex corridore professionista
Mendiz è un marchio spagnolo nato nel 1984 da Eusebio Vélez de Mendizábal ex corridore professionista

Cuore basco

Il marchio Mendiz è stato fondato nel 1984 da Eusebio Vélez de Mendizábal, originario di Durana, un piccolo paese situato vicino a Vitoria, una delle cità più importanti dei Paesi Baschi. Negli anni sessanta Eusebio Vélez de Mendizábal è stato un ciclista professionista, gareggiando con le squadre KAS e Fagor. Nella sua carriera ha avuto l’onore di partecipare a Tour, Giro e Vuelta, correndo accanto a campioni del calibro di Anquetil, Poulidor, Ocaña, Eddy Merckx.

Fin dalla sua nascita il marchio Mendiz si è sempre dedicato alla produzione e vendita di biciclette. Oggi l’azienda si trova ancora nella sede originaria di Júndiz, un distretto che fa parte del comune di Vitoria. A partire dagli anni novanta il marchio Mendiz ha raggiunto in Spagna una posizione di riferimento nel settore delle bici da strada e mountain bike. Oggi grazie ad Up&Down Bikes arriva finalmente in Italia.

Mendiz si occupa di bici a 360 gradi: dalla strada al fuori strada, passando anche per le e-bike
Mendiz si occupa di bici a 360 gradi: dalla strada al fuori strada, passando anche per le e-bike

Una storia di famiglia

Come spesso capita, la storia di un marchio coincide perfettamente con la storia di una famiglia. Così è accaduto per Mendiz.

I figli di Eusebio Vélez de Mendizábal hanno iniziato presto a lavorare con il loro padre. Grazie a loro l’azienda di famiglia ha saputo adattarsi ai vari cambiamenti subiti dal mercato delle bici, dalla delocalizzazione della produzione, all’introduzione man mano di tutte quelle novità e nuovi trend che vengono richiesti: E-Mtb, E-Road, Gravel etc. Tutto questo è stato fatto mantenendo sempre l’identità del marchio e, soprattutto, preservando la qualità del prodotto e la capacità di generare valore aggiunto nella progettazione delle biciclette.

Nel 2018, nuovi imprenditori hanno deciso di investire nella società, fornendo ulteriore entusiasmo per affrontare il progetto di internazionalizzazione del marchio.

Gli uffici di Mendiz nella sede principale in Spagna a Júndiz
Gli uffici di Mendiz nella sede principale in Spagna a Júndiz

Per una clientela top

Fin dalla sua nascita Mendiz ha voluto rivolgersi ad una clientela con aspettative medio-alte in merito al prodotto bike. Nessun settore è stato trascurato. La gamma di biciclette Mendiz è infatti molto ampia e spazia dalla corsa alla mountain bike, passando dall’elettrico, road e off road, fino ad arrivare al gravel. Uno spazio speciale è stato inoltre riservato al triathlon.

L’attenzione verso il cliente è massima come dimostra il programma “only for you” che offre la possibilità di personalizzare la propria bicicletta con una infinita gamma di varianti colore.

Il programma “only for you” permette di personalizzare la propria bici in una gamma infinita di colori e sfumature
Il programma “only for you” permette di personalizzare la propria bici in una gamma infinita di colori e sfumature

Debutto a Misano

L’anteprima ufficiale per il mercato italiano è prevista in occasione di Italian Bike Festival in programma da oggi a Misano. Qui sarà possibile vedere da vicino le ultime novità Mendiz. Up&Down Bikes sarà infatti presente a Misano presso il circuito dedicato a Marco Simoncelli con un proprio spazio espositivo.

Oltre a Mendiz saranno presenti gli altri marchi distribuiti in esclusiva in Italia da Up&Down Bikes. Stiamo parlando di Catlike, MSC e New Race

Up&Down Bikes

Bici Mendiz

Beltrami TSA a Misano con quattro attività in contemporanea

08.09.2022
3 min
Salva

La commerciale reggiana Beltrami TSA è pronta a giocare un ruolo da protagonista in occasione del prossimo Italian Bike Festival, la rassegna expo & test che quest’anno per la prima volta verrà organizzata da venerdì 9 e fino a domenica 11 settembre all’interno dell’autodromo Misano World Circuit.

Saranno ben quattro le attività che lo staff Beltrami TSA seguirà a beneficio di appassionati ed addetti ai lavori durante la tre giorni di evento. Quattro attività diverse tra loro, ma con un unico comune denominatore – in perfetto stile Beltrami, potremmo aggiungere – ovvero quello di far vivere una vera e propria esperienza a chi ne prenderà parte.

Il modulo espositivo Beltrami TSA presente agli eventi
Il modulo espositivo Beltrami TSA presente agli eventi

Test & experience

«Siamo pronti ed organizzati per ottimizzare al meglio la nostra presenza all’Italian Bike Festival (ci ha confidato Salvatore Miceli, il direttore commerciale di Beltrami TSA, ndr). Una presenza che quest’anno si articolerà su ben quattro attività in contemporanea. Un investimento rilevante, in termini appunto di attività ma anche di risorse umane da impiegare, che abbiamo definito al dettaglio e che immaginiamo ci possa dare i frutti che ci aspettiamo».

Salvatore, raccontaci qualcosa in più: cosa dovranno attendersi gli appassionati che inevitabilmente entreranno in contatto con voi all’Italian Bike Festival?

Naturalmente la parte preponderante sarà costituita dal nostro spazio espositivo allo stand H12. All’interno del quale sono rappresentati i marchi ed alcuni dei prodotti dei molti brand che abbiamo in distribuzione commerciale. Poi avremo una test area dedicata al bike brand Factor, le bici che utilizza la Israel PremierTech. Le specialissime a disposizione saranno nove, con le grandi novità dei modelli Mtb Lando XC e Lando HT. Per poter organizzare al meglio i test stessi occorrerà registrarsi, oppure passare direttamente al nostro stand verificandone la disponibilità. E ad ogni tester iscritto riserveremo un gadget molto particolare.

L’Experience Center Beltrami TSA di Reggio Emilia
L’Experience Center Beltrami TSA di Reggio Emilia
Ci sarà anche un’iniziativa che coinvolgerà Muc-Off

Esattamente. Proprio sfruttando l’esperienza e la qualità dei prodotti Muc-Off, realizzeremo in un’area dedicata uno specifico servizio di pulizia delle biciclette per tutti quegli appassionati che lo vorranno e che pedaleranno in autodromo. Muc-Off è oggi uno dei brand più riconosciuti al mondo per quanto riguarda la pulizia e la migliore manutenzione della bici. Ci sembrava dunque ottimale poter sfruttare un’occasione come questa per mostrare all’utente finale la qualità e la praticità dei prodotti proposti dallo stesso marchio inglese e da noi distribuito in Italia.

E poi c’è Sram…

L’iniziativa che andremo a realizzare venerdì 9, il primo giorno di evento, con il nostro partner Sram, sarà un vero e proprio dealer training riservato a soli dieci negozianti italiani. Si effettuerà una Social Ride in bici con il team Sram, oltre ad un test prodotto riguardante i gruppi AXS e le ruote Zipp. Noi crediamo moltissimo in questo genere di incontri e di seminari tecnici. Non a caso, presso la nostra sede di Reggio Emilia abbiamo realizzato già da qualche anno un vero e proprio Experience Center all’interno del quale poter mostrare al meglio tutti i prodotti che distribuiamo, ma anche avere a disposizione tutte le opportunità e gli strumenti per fare formazione con i nostri clienti negozianti. All’interno dello stesso XPC Beltrami TSA organizziamo poi come di consueto il nostro Open House, e proprio in questi giorni stiamo definendo le date per il prossimo appuntamento.

Beltrami TSA