Schwalbe G-One RS, la gomma da competizione per il gravel

26.06.2022
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L’azienda tedesca continua nel suo percorso di sviluppo in ambito gravel race. Arriva un nuovo pneumatico tubeless, lo Schwalbe G-One RS, che prende forma grazie alla carcassa Super Race, all’inserto protettivo V-Guard e alla mescola Addix Race.

E poi c’è quel battistrada con un design creato per la velocità. Entriamo nel dettaglio del prodotto, che abbiamo avuto l’opportunità di testare in anteprima.

I tasselli laterali differenziati per forma, struttura e posizionamento
I tasselli laterali differenziati per forma, struttura e posizionamento

Schwalbe, esordio con vittoria

Il suo banco di prova definitivo è stata la massacrante Unbound, quella che una volta si chiamava Dirty Kanza, una delle competizioni gravel più amate e frequentate che si svolge nel Kansas. L’esordio con la vittoria, anche grazie ad Ivar Slik (che abbiamo intervistato di recente), che si è imposto nella prova 200. Schwalbe G-One RS è stata definita la copertura veloce come un copertoncino da strada di alto livello, con un grip laterale degno di una copertura da cx.

I punti chiave

Il primo si riferisce alla carcassa Super Race, capace di combinare velocità ed elasticità. Ha facilità di adattamento che si riflette positivamente sul grip dello pneumatico e anche una protezione ottimale. La carcassa ha tre strati sovrapposti, che avvolgono anche il tallone in aramide. In fatto di protezione, entra in gioco anche l’inserto V-Guard, che influisce in minima parte sul peso della gomma (che è anche piuttosto ridotto, tra i più bassi della categoria) e aumenta il fattore robustezza.

E’ tubeless TLE e come tutte le gomme Schwalbe è facile montare, tallonare e gonfiare. Ha la mescola Addix Race e il battistrada è caratterizzato da una sorta di semi-slik squamato nella sezione centrale. I tasselli differenziati e pronunciati ai lati aumentano il grip e la stabilità in curva e nelle fasi di cornering. Inoltre G-One RS ha un doppio senso di rotazione, tra anteriore e posteriore.

I numeri di G-One RS

La gomma è disponibile in tre sezioni, 622×35-40 e 45, con un valore alla bilancia dichiarato di 410, 445 e 505 grammi. Noi abbiamo provato la versione da 40 e abbiamo rilevato un peso di 469 grammi. Il prezzo di listino è di 72,90 euro.

Le nostre considerazioni

Fa parte della categoria gravel race di Schwalbe, dove troviamo anche la versione R, presentata nel 2021. Il modello RS, nonostante sia un vero e proprio semi-slik, per lo meno in fatto di impatto visivo, è sorprendente per la sicurezza che offre in curva, fin dalle prime battute, anche se è necessario prendere un po’ di confidenza. Questo perché è uno pneumatico estremamente veloce e invita a far correre la bici, portando anche oltre il limite soggettivo di guida nei tratti più tecnici.

Trova il suo contesto ideale sui terreni compatti, duri e secchi, polverosi e anche dove la ghiaia è fine, ma non disdegna i terreni con roccia liscia (ad esempio l’ardesia). Il grip che offre in curva è inaspettato, in particolare sulla ruota davanti, anche se è necessario calibrare a dovere le pressioni di esercizio. Talvolta è facilmente accostabile ad uno pneumatico specifico per il ciclocross, malleabile e che sfrutta lo scivolamento per artigliare il terreno quando si va in appoggio, ma anche in questo caso è necessario prendersi del tempo per sfruttare al massimo la confidenza.

Lo Schwalbe G-One RS è di sicuro una gomma tecnica e di alto livello, dedicata a chi piace far correre e scorrere la bicicletta, molto versatile e ampiamente sfruttabile con differenti range di pressioni.

Schwalbe

Tricolore gravel ACSI a Buonconvento, per atleti e per famiglie

16.06.2022
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Era già successo l’anno scorso tra la Val d’Arbia e la Val d’Orcia, fra le colline e le strade bianche di Buonconvento. Il primo campionato italiano gravel di ACSI era andato così bene, che più d’uno ha iniziato a chiedere una seconda edizione che facesse da rivincita e così sarà. Il 25 giugno si replica, per un evento che sarà agonistico limitatamente ai tratti cronometrati e avrà poi tutti i tratti dell’evento Eroico.

Evento per famiglie

Quel che infatti rende interessante tutto il pacchetto, inserito anche nel Nalini Road Series, è il taglio turistico dell’evento. Con il ritiro dei pacchi gara che si aprirà il giovedì, la gara il sabato e la conclusione per famiglie di domenica, si capisce che il viaggio non si esaurirà nei 130 chilometri della sfida sul percorso lungo “Terra di Siena”.

«Nova Eroica – racconta Emiliano Borgna, presidente di ACSI ciclismo – fu la prima a cogliere la portata del gravel. Avremo una manifestazione che permette ai partecipanti di vivere con bici moderne il fascino delle strade bianche e di godere in maniera nuova delle bellezze di un territorio che sembra fatto apposta per essere scoperto pedalando con questa modalità».

Presidente, torniamo sul concetto di campionato nazionale…

Nasce proprio dalla spinta del movimento e dalle aziende che stanno andando tutte in questa direzione. Negli altri eventi in giro, non ci sono grossi numeri. Questo invece è stato il precursore del mondo gravel e quindi mi sembrava giusto concedere l’assegnazione. A Buonconvento avremo una platea e numeri interessanti. L’anno scorso furono circa 1.200, altrove se va bene ne metti insieme qualche centinaio.

Si può dire che il gravel si stia facendo strada?

Decisamente ed è un mondo completamente diverso da quello delle gran fondo a cui siamo abituati. Quindi niente stress per andare in griglia. Gente che la sera prima resta a mangiare e bere alla festa del paese. C’è un bello spirito aggregativo e di divertimento. Poi per carità c’è anche quel pizzico di agonismo, dato dai tratti cronometrati, ma diciamo che sono poche le persone che vanno proprio per quello. Il resto va per godersi il territorio.

Uno spirito più vicino alla mountain bike che alla strada, insomma?

Poi vedremo se rimarrà un segmento autonomo, se si posizionerà con un target proprio. Il bello è che si parte, ci sono tanti ristori, quindi la gente si può aspettare e ricompattarsi. Soprattutto quelli cui del tempo non importa nulla. Trovano il loro passo e vanno sino al traguardo. Io ci sono già stato l’anno scorso e il fatto che sia una manifestazione eroica è già sinonimo di qualità organizzativa. Anche questo fa veramente piacere, unito al villaggio all’americana con molti stand, la zona expo e poi il fatto che la domenica venga dedicata ai bambini e le famiglie. Diversa dal solito della gran fondo.

Si corre il sabato, mentre la domenica ci sarà spazio per bambini e famiglie (foto Nova Eroica)
Si corre il sabato, mentre la domenica ci sarà spazio per bambini e famiglie (foto Nova Eroica)
Il 18 settembre ci sarà il campionato italiano gravel della FCI.

E’ tutta un’altra cosa. Il loro è stato normato dall’UCI e quindi è una manifestazione agonistica. Qua invece diciamo che all’agonismo si pensa meno. E’ più che altro una promozione del territorio e lo stare insieme. E tutto sommato va bene così, sono due eventi diversi e penso che facciano felici un po’ tutti.

Cannondale Topstone, c’è anche la versione in alluminio

16.06.2022
3 min
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Prende forma dalla piattaforma Topstone già esistente e sfrutta le conoscenze di Cannondale nell’applicazione dell’alluminio in ambito ciclistico. Arriva la Cannondale Topstone con telaio in lega, una bicicletta gravel che punta a soddisfare gli amanti del viaggio, ma anche chi usa la bicicletta per gli spostamenti quotidiani in città e nell’hinterland. Vediamo i dettagli principali.

La versione LTD
La versione LTD

Topstone, capostipite tra le gravel

Il progetto Topstone nasce con l’obiettivo preciso di essere una bicicletta gravel, prima di tutto il resto e nel senso puro del termine. La bicicletta diventa uno strumento e una compagna per il viaggio, l’esplorazione anche attraverso le strade sterrate e meno frequentate, ma senza dimenticare l’asfalto, capace di soddisfare quel senso di libertà che solo la bicicletta sa dare.

La Topstone è anche una bicicletta votata all’endurance. Il bikepacking è parte integrante di questo viaggio e della Cannondale Topstone; lo spazio per montare borse e supporti è davvero tanto. Non è una bici sviluppata per le competizioni: per le gare gravel c’è la SuperSix Evo SE.

Come è fatta

Ha un telaio in alluminio leggero e di matrice SmartForm C2. La forcella è full carbon, foderi e stelo sono completamente in fibra composita. A prescindere dalla taglia e dall’allestimento, la Cannondale Topstone adotta le geometria OutFront, soluzione che permette di avere una bicicletta comoda, stabile ed efficiente sullo sterrato. Ne è un esempio proprio la forcella, con un rake di 55 millimetri: tradotto, ha una notevole apertura verso l’avantreno.

La zona del piantone e del reggisella è compatibile con i dropper-post con diametro da 27,2 millimetri. E poi c’è la parte dedicata alla connessione e alla tecnologia. E’ previsto il sensore alla ruota, configurabile con l’app di Cannondale ed è compatibile con il paccheeto SmartSense. Quest’ultimo è stato presentato in occasione del lancio della nuova Synapse.

La Topstone in alluminio ha lo spazio per supportare pneumatici fino a 45 millimetri di sezione (diventano 40 se vengono utilizzati i parafanghi). Proprio dalla Synapse riprende anche la soluzione tecnica che prevede le calotte esterne del movimento centrale BSA, che offrono una maggiore facilità di manutenzione.

Taglie, allestimenti e prezzi

Le misure disponibili sono cinque: XS, SM e MD, L e XL. Cinque sono anche le versioni: LTD (2849 euro), Topstone 1 (2449 euro) e 2 (2199), oltre agli allestimenti 3 (1749 euro) e 4 (1499). Tutte le biciclette prevedono il montaggio di base con le ruote 700×37.

Cannondale

Il viaggio di Oss e Sagan: gravel negli States, vittoria in Svizzera

15.06.2022
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Dalla polvere all’asfalto. Da momenti difficili, alla gioia della vittoria. Ancora una volta Daniel Oss e Peter Sagan sono andati a segno. Ieri lo slovacco ha vinto al Giro di Svizzera, lasciandosi alle spalle uno dei momenti più duri della sua carriera.

Lui e Oss, ormai amici inseparabili, erano stati negli Stati Uniti per allenarsi. Ma prima di rientrare in Europa hanno preso parte al Unbound Gravel, evento importantissimo Oltreoceano. 

I due portacolori della TotalEnergies hanno pedalato su una Specialized Crux
I due portacolori della TotalEnergies hanno pedalato su una Specialized Crux

Oss: parola mantenuta

Quello delle “altre attività” era un discorso che Oss e Sagan avevano messo sul piatto nel momento in cui erano approdati alla TotalEnergies. «Vogliamo divertirci e provare nuove esperienze», ci aveva detto Oss lo scorso autunno. Sono stati di parola.

«Eh sì – racconta Daniel – siamo riusciti a farlo. L’Unbound Gravel ha coinciso con il ritiro in altura nello Utah. Poi era nell’aria. La data coincideva con il termine del training camp, Specialized ha preso l’iniziativa e quindi abbiamo detto: andiamo! Ed è stato figo.

«La nostra idea era di “non fare la gara”. Nel senso che non partecipavamo per vincere, ma per stare con la gente. Per divertirci e anche per capire come funzionasse davvero, anche in ottica futura. Io per esempio sto vedendo la Transicnusa, in Sardegna. Dei ragazzi mi hanno contattato ed è interessante. Sui social ho seguito la Bam! che c’è stata a Mantova…».

Oss e Sagan impegnati all’Unbound Gravel. Nel finale la pioggia ha trasformato la polvere in fango (foto Instagram)
Oss e Sagan impegnati all’Unbound Gravel. Nel finale la pioggia ha trasformato la polvere in fango (foto Instagram)

A studiare…

Ad Emporia, sede dell’evento nel Kansas, questo grande circus ha visto la presenza di migliaia di appassionati provenienti da tutto il mondo. Oss ci ha detto che al momento è l’evento ciclistico più grande degli States.

«C’erano cinque percorsi – riprende Oss – da 25, 50, 100, 200 miglia e quello XL da 350 miglia, che si faceva in un paio di giorni. Noi abbiamo preso parte a quello da 100 miglia, che sono circa 160 chilometri. 

«Il loro spirito è totalmente diverso. C’è il concetto di challenge, di sfida con se stessi. Di avventura in questo territorio così vasto. Per esempio il percorso non era molto frecciato. Bisognava arrangiarsi con il Gps e con la mappa. Al centro non c’era la prestazione. 

«La gente che vi prende parte non si allena tutti i giorni. Anche quando siamo partiti, l’andatura non è stata forte. Non cera cattiveria in gruppo».

«Io e Peter non sapendo come funzionasse, all’inizio siamo partiti davanti. Anche per una questione di sicurezza. Ma non si andava a 50 all’ora. Si andava sui 30-35. Poi dopo il primo “zampellotto”, poco più di un cavalcavia, siamo rimasti in 20 o poco più.

«Nei punti dove c’era l’acqua o l’assistenza ci siamo fermati. Abbiamo fatto selfie con la gente. Abbiamo parlato con loro. Peter ha anche avuto un problemino col manubrio e lo ha sistemato. Abbiamo preso il caffè e fatto rifornimento. Insomma è stato figo. Se dovessi rifarlo da ciclista semplice con gli amici, mi organizzerei con lo zaino. Uno porta il cibo, l’altro le camere d’aria e gli attrezzi, un altro ancora l’acqua…

«E comunque alla fine è stato un buon allenamento. Venivamo, come detto, dall’altura ed è stato un buon intermezzo».

Quasi quattro settimane di altura per Oss e Sagan a Park City, località sulle Rocky Mountains statunitensi (foto Instagram)
Quasi quattro settimane di altura per Oss e Sagan a Park City, località sulle Rocky Mountains statunitensi (foto Instagram)

Dalla polvere all’asfalto

Oss era dunque con Sagan in ritiro in altura. Erano ai 2.200 metri di Park City, nota località della Coppa del mondo di sci alpino. E ci sono stati per un bel po’.

«Quasi quattro settimane – spiega Oss – Dormivamo a 2.200 metri e ci allenavamo tra i 1.800 e i 3.000 metri. In pratica con una salita arrivavi su Plutone! E si sentiva tutta la quota… E’ servito un bell’adattamento.

«Poi Peter che è un fenomeno l’ha assorbita subito, io ci sto mettendo un po’ di più, ma sento di essere sulla buona strada. Manca un po’ il ritmo corsa. Passare dalla Mtb (in ritiro hanno usato anche la ruote grasse, ndr) alle gare non è facilissimo per me. Peter ci è più abituato».

Ieri a Grenchen, Sagan ha ottenuto la prima vittoria con la TotalEnergies. Felicità per tutto il clan francese
Ieri a Grenchen, Sagan ha ottenuto la prima vittoria con la TotalEnergies. Felicità per tutto il clan francese

Vittoria importante

E la vittoria di ieri a Grenchen è stata più importante di quel che si possa pensare. Oss racconta i momenti difficili del campione slovacco.

«Sono, anzi siamo, veramente contenti del successo di ieri – spiega Oss – Peter si è impegnato tanto per riprendersi. Ha lavorato un sacco. Ha sofferto tanto per il Covid, è stato fortemente messo in discussione e non è stato facile mettere tutto da parte. Per questo è stata una vittoria importante.

«Ieri ho visto tutti volti felici al ritorno sul bus. C’era Paul Ourselin che ha tirato tutto il giorno che aveva un sorriso da orecchio ad orecchio. E anche io sono rimasto molto soddisfatto del lavoro fatto da tutto il team».

«Una liberazione dalle pressioni? Mah, la squadra non ci ha messo poi tanta pressione. Era più per Peter proprio, per il suo morale. Si è ritrovato dall’andare forte al pedalare col dolore ai polmoni.

«E poi quando vince il capitano, va sempre bene. Va bene per tutta la squadra.

«Adesso guardiamo al Tour de France con tranquillità. Possiamo fare bene. Non abbiamo visto nessuna tappa, neanche quella del pavé, perché con Peter non si guarda mai prima. Si va e si scopre il percorso giorno per giorno!».

Schwalbe G-ONE RS, velocità e grip per il gravel

08.06.2022
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Schwalbe è da sempre un marchio che fonda le sue radici nello sviluppo e nella progettazione di materiali innovativi e all’avanguardia. Con il nuovo G-ONE RS alza ulteriormente l’asticella in termini di prestazioni, rivolgendosi interamente al gravel con un prodotto specifico. Scorrevole come un copertoncino da strada ma con il grip di un copertone da ciclocross.

Un’evoluzione che parte dagli albori della disciplina gravel, con il primo prodotto, il G-ONE Allround del marchio tedesco che ha aperto la strada a ricerca e sviluppo nel settore. Per questo nuovo pneumatico il design del battistrada è stato disegnato per essere la prima scelta in campo competitivo e sotto l’aspetto dell’affidabilità. Il copertone G-ONE RS ha già dimostrato di essere vittorioso come nel caso di Ivar Slik alla The Traka Girona.

Disegno unico

La parte centrale dello pneumatico RS ha un design particolare a spina di pesce sfalsata che performa a seconda del senso di rotazione. Questo permette di offrire al rider maggiore trazione in frenata o aderenza in curva, rendendo lo pneumatico molto veloce. Per massimizzare i vantaggi di queste caratteristiche, il G-ONE RS ha la direzione di rotolamento diversa per l’uso sulla ruota anteriore e posteriore.

Rispetto al modello precedente il G-ONE R, vanta una resistenza al rotolamento inferiore del 20%. Una caratteristica dinamica che rende la versione RS la ricetta perfetta per la velocità fuoristrada. 

Il design è a spina di pesce sfalsata in grado di offrire scorrevolezza e grip a seconda della rotazione
Il design è a spina di pesce sfalsata in grado di offrire scorrevolezza e grip a seconda della rotazione

Scorrevole come mai

Il segreto di questo pneumatico sta nel suo concetto di base. Lo stampo infatti è semi slick con un grip speciale, permettendo all’utilizzatore di avere due aspetti opposti ugualmente sviluppati. L’esclusivo design centrale a squame del G-ONE RS è un elemento speciale che gli conferisce maggiore grip in curva o maggiore potenza di frenata, a seconda del senso di rotazione e, naturalmente, maggiore velocità. L’ispirazione per il grip invece, è venuta dallo pneumatico da cyclo-cross X ONE Speed.

La composizione è tecnica e da prima della classe, le prestazioni sono la combinazione di molteplici fattori costruttivi. La carcassa è Super Race, la protezione dalle forature è V-Guard, mentre la mescola è la Addiz Race compound.

La mescola utilizzata è la è la Addiz Race compound
La mescola utilizzata è la è la Addiz Race compound

Misure e prezzo

Il G-ONE RS sarà disponibile da agosto nelle seguenti versioni. 35 mm (410gr) per telai da ciclocross e la nuova categoria da strada Endurance, ma anche per le bici con minore spazio per gli pneumatici. 40 mm (445gr) per tutti coloro che vogliono gareggiare con caratteristiche intermedie di peso e aderenza. 45 mm (505gr) per chi che cerca maggiore grip, protezione contro lo snakebite e maggiore comfort nell’utilizzo fuoristrada. Il prezzo sarà di 72,90 euro.

Schwalbe

Una livrea speciale per la Colnago di Nathan Haas

04.06.2022
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In un articolo del mese di febbraio vi avevamo raccontato la storia di Nathan Haas e della sua collaborazione con Colnago nella realizzazione di un progetto sportivo chiamato “Full Circle”. Haas, originario di Brisbane in Australia con un passato da biker e stradista, ha di recente deciso di dedicarsi all’attività gravel. Il passaggio a quest’ultima disciplina va simbolicamente a chiudere un cerchio ideale nella sua carriera di ciclista professionista. 

Da qualche mese Haas sta partecipando alle principali gare del calendario UCI Gravel World Series, oltre ad alcune delle più importanti gare del calendario internazionale, e lo fa in sella ad una Colnago G3-X.

Il modello usato da Nathan Haas sarà la Colnago G3-X
Il modello usato da Nathan Haas sarà la Colnago G3-X

Omaggio al Kansas

Proprio oggi è in programma l’UNBOUND Gravel, una delle gare storiche del calendario gravel americano in calendario ogni anno durante la tarda primavera nella regione di Flint Hills intorno a Emporia in Kansas. Per omaggiare lo stato americano che ospita la gara, Colnago ha deciso di realizzare una livrea speciale per la G3-X con la quale gareggerà Haas.

La G3-X di Nathan, sulla quale spicca l’iconico ciclista Colnago ritratto di spalle sul tubo orizzontale, vuole essere un omaggio al Kansas e ai colori della sua bandiera. Sul telaio è riportata la frase “ad astra per aspera”, in lingua latina, che è diventata il motto del Kansas e che significa letteralmente “attraverso le asperità sino alle stelle”. Incarna perfettamente lo spirito dei pionieri e il loro sogno di realizzare l’impossibile.

I colori della bici usata da Nathan Haas sono ispirati dalla bandiera del Kansas
I colori della bici usata da Nathan Haas sono ispirati dalla bandiera del Kansas

Divisa speciale

Non sarà solo speciale la livrea della Colnago G3-X con la quale oggi gareggerà Haas. Sarà unica anche la divisa che indosserà il forte atleta australiano. Il look di Nathan è infatti curato dal designer Richard Pierce che, in collaborazione con Colnago e Castelli, ha realizzato una speciale divisa ispirata alle tendenze nel mondo del ciclismo degli anni Duemila.

L’idea di fondo era quella di mescolare con libertà e riproporre qualcosa del passato abbinato al moderno. Colnago ha deciso di celebrare il culto del vintage e dell’era della personalizzazione, sempre con il proprio stile.

Scopriamo la G3-X

La G3-X con la quale gareggerà oggi Nathan Haas è un modello specifico per l’utilizzo gravel. Nasce dall’esperienza maturata da Colnago nel mondo del ciclocross ma è stato studiato specificatamente per una disciplina particolare come il gravel. Ha una geometria ottimizzata per montare pneumatici di dimensioni maggiori, con angolo di sterzata e lunghezza complessiva progettati per offrire maggiore stabilità e comfort alle alte velocità. Sulla G3-X è inoltre possibile montare fino a quattro portaborracce, insieme ai bagagli per escursioni di lunga durata. La G3-X viene proposta in cinque taglie, tutte sloping.

La bici che userà Haas è il secondo esemplare di una serie di cinque G3-X che verranno proposte nel 2022 e che non saranno destinate alla vendita.

Colnago

Gravel, disciplina tecnica che punta all’agonismo

01.06.2022
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Chi ha detto che il gravel non è competizione? Le gare in Europa stanno nascendo poco alla volta, negli USA tornano alla ribalta dopo lo stop obbligato, causa Covid-19. In America le gare gravel sono una vera a propria istituzione. Vogliamo approfondire alcuni aspetti della tecnica e per questo abbiamo intervistato il vincitore della Traka 200, Ivar Slik, secondo alla Gravel Locos, con l’ambizione di primeggiare alla Unbound del 4 giugno.

Slik è un corridore olandese classe 1993, che ha corso su strada dal 2012 al 2017, vestendo anche la maglia della Rabobank Continental e del Team Rompoot, con una serie di interessanti piazzamenti. Fino allo scorso febbraio ha corso invece su strada nella continental ABLOC.

Ivar Slik vince la Traka 200 a Girona (foto Wilier)
Ivar Slik vince la Traka 200 a Girona (foto Wilier)
Quali sono gli aspetti tecnici da tenere in considerazione quando si prepara la bici per una competizione gravel?

Il primo fattore da considerare è proprio la bicicletta e questa deve offrire un feeling ottimale. Ho il privilegio di guidare una delle migliori bici gravel della scena, la Wilier Rave SLR e nel gravel il mezzo tecnico fa la differenza. La mia bicicletta combina una geometria moderna, ampi spazi per il passaggio degli pneumatici ed un peso ridotto. Soprattuto i primi due dettagli mi permettono di non avere particolari problemi nelle sezioni più complicate dei percorsi, lasciando ampio spazio alle varietà di setting. Il secondo aspetto in ordine di importanza sono le gomme.

Il forte corridore olandese, davanti a una gravel da… vestire (foto Wilier)
Il forte corridore olandese, davanti a una gravel da… vestire (foto Wilier)
Rimaniamo sugli pneumatici, quali sono i tuoi riferimenti?

Devono essere veloci, ma anche resistenti alle forature. Quindi devi trovare un equilibrio tra scorrevolezza e affidabilità. Io ho il supporto di Schwalbe. Ho sempre pensato che solo le gomme larghe potessero offrire dei vantaggi tangibili. Non è così, perché anche gli pneumatici più stretti, ad esempio da 40 millimetri, offrono delle performances eccellenti. Bisogna capire quale è il compromesso migliore e il prodotto che si adatta allo stile di guida.

E qual è questo compromesso?

Nelle parti veloci e con sezioni di ghiaia, nelle gare come Gravel Locos e Unbound, preferisco le gomme semi-slick da 40 mm. In occasione di competizioni molto tecniche, abbino due pneumatici con sezioni diverse, 45 per l’anteriore e 40 per il posteriore. Sempre i tubeless e con un buon sigillante al loro interno. Porto sempre con me le bombolette Co2 e i piccoli tamponi per chiudere la foratura.

Meglio una bici rigida, oppure una più confortevole?

Si tratta di trovare il giusto compromesso. Il giusto setting della bicicletta offre dei vantaggi notevoli. Personalmente quando devo scegliere preferisco il rigido. Sui tratti difficili ti obbliga a stare più attento, ma sulle parti veloci si può andare davvero forte.

Slik ha uno stile da stradista puro (foto Wilier)
Slik ha uno stile da stradista puro (foto Wilier)
A Girona non hai usato un manubrio specifico per il gravel? Come mai?

A Girona il percorso era piuttosto tecnico senza lunghi rettilinei e con tanti cambi di traiettoria. A mio parere la piega tradizionale offriva dei vantaggi. Ma anche in questo caso, quando si ha la possibilità, è necessario capire quale sia il compromesso ottimale. Quando la competizione prevede dei lunghi rettilinei, si può azzardare l’impiego anche di un manubrio aerodinamico e rigido.

E poi utilizzi i pedali road e non quelli mtb. Come mai?

Per me i pedali da strada sono migliori, perché ho un gioco laterale contenuto e una migliore trasmissione della potenza. L’unico svantaggio è quando devi riagganciare mentre si attraversa un tratto molto sconnesso.

Slik utilizza i pedali e le scarpe road (foto Wilier)
Slik utilizza i pedali e le scarpe road (foto Wilier)
Come ti alimenti per questa tipologia di gare che hanno dei chilometraggi davvero importanti?

L’alimentazione è fondamentale. La Unbound è di 330 km e Gravel Locos era di 255 km. In genere calcolo di assumere 90 grammi di carboidrati/ora, combinando bevande con barrette e gel. Per le bevande uso il marchio SupQ, perché hanno un buon betafuel e bevande isotoniche di qualità. Bisogna fare attenzione a combinare i betafuel in genere e le bevande isotoniche, con le giuste quantità di acqua.

Attenzione in che senso?

Si rischia di non bere abbastanza e avere troppi carboidrati in circolo. Per le gare più lunghe è bene usare un camelback con acqua e sali minerali. Le gare gravel sono condotte in autosufficienza e questo conta molto nella programmazione di una corretta strategia di integrazione, anche nelle fasi pre gara.

Utilizzi dei riferimenti, come ad esempio il tempo di corsa, consumo di calorie e battiti cardiaci, oppure ascolti le tue sensazioni?

Ascolto le mie sensazioni e non utilizzo molto i dati. Ho iniziato ad usare un power meter solo da quest’anno e cerco di usarlo per il training, ma anche in gara. Dopo le uscite guardo i miei file di potenza e cerco di capire i margini di miglioramento. Non uso un cardiofrequenzimetro, magari in questo potrei migliorare.

La posizione in sella: bici road e bici gravel, usi la stessa posizione?

Ho due modelli di biciclette, la Wilier Rave SLR gravel e la Filante SLR. Utilizzo la stessa posizione per entrambe.

Ivar Slik su strada, al Giro di Turchia 2021
Ivar Slik su strada, al Giro di Turchia 2021
Che rapporti usi sulla gravel?

Una corona doppia anteriore, 50-34 e una scala 11-30 per la cassetta posteriore. La trasmissione è Shimano GRX Di2.

L’uso della gravel e la tecnica di guida di questa disciplina ti aiuta anche su strada?

Sì certo. Le capacità di guida migliorano quando si utilizza la bici gravel sistematicamente, specialmente quando si affrontano i percorsi tecnici.

Pinarello Grevil F, il concetto race non è un’opzione

01.06.2022
6 min
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Nel 2018 Pinarello lancia la prima versione di una bicicletta gravel dedicata alla competizioni. In soli quattro anni il segmento è cambiato parecchio, si è modificato ed evoluto, nell’interpretazione e per quanto concerne la tecnica delle biciclette. L’azienda di Treviso ha sviluppato la nuova la Grevil F, 100% DNA racing .

La caratteristica zona dello sterzo (foto Roberto Bragotto)
La caratteristica zona dello sterzo (foto Roberto Bragotto)

Pinarello Grevil F, collima tutto alla perfezione

Un blend che non tutti riescono ad utilizzare, ovvero quello di combinare l’aerodinamica alla geometrie ottimali, la scelta dei materiali più consoni per sfruttare appieno le potenzialità del mezzo, senza dimenticare il giusto valore alla bilancia.

E poi c’è l’integrazione e la lente d’ingrandimento viene puntata sul sistema TICR (Total Integrated Cable Routing), perché la Pinarello Grevil F è anche dimostrazione di forza ed eleganza.

La geometria sfrutta dei valori che nel complesso sono comparabili alle road bike Pinarello, ulteriore conferma del carattere racing della bicicletta, ma con delle differenze nel reach e nello stack. Il primo, se messo a confronto con una bicicletta da strada Pinarello (a parità di taglia) è più corto, mentre lo stack è più alto. Questo si traduce in maneggevolezza e possibilità di avere il mezzo sotto controllo anche nelle situazioni più complicate.

Telaio in carbonio T700 unidirezionale

Completamente in carbonio Torayaca e monoscocca. La matrice del tessuto è T700 con le fibre HM (alto modulo) e HT (ad alta resistenza). Il progetto parte da uno dei marchi di fabbrica Pinarello, ovvero dall’asimmetria del design. I due lati del telaio sono differenti, per forme e spessori, un concetto mutuato dalle bici da strada e che ha l’obiettivo di ottimizzare le fasi di spinta, di trazione e di tutte quelle dinamiche che si generano nel corso della pedalata.

La scatola del movimento centrale è abbondante e come nella migliore tradizione Pinarello è stata mantenuta con il filetto d’ingaggio ed il passo italiano: le calotte sono esterne. La zona dello sterzo ha le sedi dei cuscinetti da 1,5” e la parte inferiore è il naturale alloggio della forcella Onda. Questa ha un vistoso flap nella parte non drive, che ha il compito di sfruttare l’aerodinamica e di proteggere la pinza del freno.

Tornando al telaio, è sloping e ha il reggisella aerodinamico full carbon specifico. I foderi obliqui sono di origine Flexstays, profilati che abbinano l’arcuatura ad una sorta di sagomatura a clessidra. Tradotto: trazione ed effetto ammortizzante, senza l’impiego di strumenti meccanici esterni che aumenterebbero il peso e le variabili meccaniche. Ad implementare questa soluzione si aggiungono i foderi orizzontali del carro curvati verso il basso. La bicicletta è disponibile in sei taglie.

I dettagli da non trascurare

Riprendendo le forme di forcella (Onda Fork) e retrotreno, queste permettono il passaggio di pneumatici fino a 50c di sezione (2,1” con le ruote 650b), al limite della mtb. Si possono montare le ruote tradizionali da 700c e anche le 650b. Le misure dei perni passanti sono quelle tradizionali: 12×100 anteriore e 12×142 posteriore. Si possono montare i dischi dei freni fino ad un massimo di 160 millimetri di diametro.

Il telaio è compatibile con le trasmissioni che utilizzano la guarnitura con la doppia corona, oppure con il singolo rapporto anteriore. In quest’ultimo caso il supporto per il deragliatore può essere rimosso. Ci sono le asole classiche, sul tubo obliquo e, su quello verticale, per i portaborraccia.

La Grevil F non è compatibile con i dropper-post e con le forcelle ammortizzate. Nella zona dell’avantreno troviamo anche un nuovo copckpit (la piega ha un’apertura esterna di 12°) per il gravel, in linea con il progetto d’integrazione totale. E’ possibile montare uno stem “tradizionale”, ma si perderebbero i vantaggi aerodinamici e di design, dati proprio dall’integrazione di cavi e guaine, oltre al perfetto abbinamento con gli spessori dello sterzo.

Gli altri numeri della Grevil F

Si scrive di un telaio che ha un valore alla bilancia dichiarato di 1.090 grammi (non verniciato), mentre la forcella pesa 500 grammi. Per dare un riferimento in merito ad una taglia 53 e la bicicletta completa: 8,55 chilogrammi con trasmissione Campagnolo Ekar e ruote Princeton. Rispetto alla versione del 2018, la nuova Grevil F è più rigida dell’8% nella zona del movimento centrale, il 4% più aerodinamica e permette di risparmiare 5 watt ai 40 orari.

Geometrie e dotazioni che permettono di cavarsela bene anche in situazioni di vero offroad (foto Roberto Bragotto)
Geometrie e dotazioni che permettono di cavarsela bene anche in situazioni di vero offroad (foto Roberto Bragotto)

In conclusione

Ci fa molto piacere trovare un progetto gravel che si rivolge ad una categoria specifica di utilizzatori e che non nasconde la volontà di essere corsaiolo. Pur sfruttando una piattaforma già esistente, la nuova Grevil F è una bicicletta completamente diversa nella sostanza e nella resa. Scopo del progetto è stato quello di sviluppare ogni singola taglia in modo diverso, ma con l’obiettivo di trasmettere il medesimo feeling.

C’è un telaio, c’è un progetto che permette di sfruttare tre configurazioni e questo grazie alla combinazione tra le geometrie e il DNA. La Grevil F si può usare con le gomme da 25 millimetri, al pari di una bici road, ma anche con pneumatici gravel compresi tra i 32 e 50 millimetri. E poi la soluzione più “estrema”, ovvero quella di abbinare le ruote più “piccole” da 650b con le coperture da 2,1”. Una bici racing concept con il pallino della versatilità.

Pinarello

Oxyburn, comfort e traspirazione per strada e gravel

31.05.2022
4 min
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Oxyburn lancia sul mercato la nuova linea di capi altamente performanti pensati per i ciclisti su strada, ma anche gravelisti. Il marchio italiano di intimo tecnico sportivo ha studiato una gamma di prodotti che rappresentano il fiore all’occhiello in quanto a comfort, protezione e traspirazione. 

Tra le caratteristiche distintive su cui fonda la progettazione dei suoi modelli, spiccano la massima termoregolazione, la notevole resistenza alle abrasioni e una confortevole percezione sensoriale. Oxyburn conferma il suo impegno sempre più rodato per le due ruote che si affianca al ricco catalogo di underwear, specializzato nel running, nell’outdoor e nei winter sport.

Le due maglie sono la proposta di Oxyburn per affrontare le uscite estive senza pensieri su strada e off-road
Le due maglie sono la proposta di Oxyburn per affrontare le uscite estive senza pensieri su strada e off-road

Pro Bib Shorts

Per i ciclisti che vogliono il massimo delle prestazioni da parte dei propri pantaloncini, ci sono i Pro Bib Shorts. Un modello in media compressione, che aderisce al quadricipite limitando fastidiosi spostamenti e sfregamenti. Il fitting è ideato per abbracciare l’anatomia muscolare sfruttando l’alta percentuale di elastomero nel tessuto a taglio vivo. 

Le prestazioni passano anche dal fondello comodo e leggero. Sfrutta tecnologie di ottimo rapporto resistenza schiuma/peso. Questo modello dispone di caratteristiche che prolungano il comfort in sella anche per lunghe distanze fino a sei ore. La zona del sopra sella viene tutelata dalla schiuma a celle aperte che ne fornisce il sostegno ideale. Per un’aerazione ottimale, sono presenti una trama extra soft a righe verticali e micro canali che ne agevolano l’asciugatura.

I Pro Bib Shorts sono disponibili in sei taglie da XS a XXL ad un prezzo di 135 euro. 

L’Essential Jersey è un concentrate di comfort e traspirazione per le uscite di tutti i giorni
L’Essential Jersey è un concentrate di comfort e traspirazione per le uscite di tutti i giorni

Bib shorts Iconic

Non solo strada ma anche gravel. Il brand italiano Oxyburn ha progettato e prodotto i big short Iconic. Questo modello vanta proprietà antibatteriche grazie ad un’evaporazione del sudore rapida ed efficace. La struttura del calzoncino è pensata per controllare ogni movimento e limitare gli sfregamenti. 

Il fondello scelto per i bib short Iconic è il Bastogne Men by ElasticInterface. Caratterizzato dalla superficie liscia, protegge le parti più sensibili grazie al canale centrale. Le imbottiture e l’inserto perineale seguono la rotazione delle ossa pelviche sulla bici. La combinazione tra imbottiture traforate e densità differenziate delle schiume favorisce la libertà di azione.

I calzoncini sono disponibili in tre taglie S-M, M-L, L-XL ad un prezzo di 100 euro.

I pantaloncini sono pensati per lunghe uscite su strada e off-road
I pantaloncini sono pensati per lunghe uscite su strada e off-road

Le maglie

Oxyburn pensa a vestire i ciclisti con performance e comfort anche per quanto riguarda le maglie tecniche per l’estate. Training Jersey rappresenta la t-shirt funzionale, con tre tasche posteriori, dal corpo centrale traspirante per mezzo di inserti elastici laterali e sulle maniche. Adatta ad ogni tipo di corporatura e con long zip YKK, facilmente apribile per una ventilazione totale durante le uscite più calde.

Disponibile in sei taglie da XS a XXL, due colori blu e grigio, ad un prezzo di 95 euro.

A completare l’offerta del marchio italiano, c’è la Essential Jersey. Una maglia microforata con elementi rifrangenti per migliorare visibilità e sicurezza in condizioni di scarsa luminosità. 

Disponibile in sei taglie da XS a XXL, quattro colori bianco, blu, grigio e nero, ad un prezzo di 75 euro. 

Gilet e calze

Per proteggersi dal vento, Oxyburn propone il gilet antivento Air, ultraleggero e idrorepellente anche nella versione jacket. Costruito con un fit comodo e aderente, è caratterizzato da elementi laterali elasticizzati, dettagli rifrangenti e una tasca con zip portaoggetti sulla coda posteriore paraschizzi. Gilet Air è disponibile ad un prezzo di 50 euro. Jacket Air è acquistabile ad un prezzo di 60 euro. Disponibile anche in versione antipioggia e antivento Hydro per affrontare le intemperie senza pensieri grazie alle cuciture termonastrate e le zip waterproof. Disponibile ad un prezzo di 70 euro.

Tecnicità anche nelle calze con la struttura a microrete auto ventilante a spessore zero del modello half-cut Pro Team. Disponibili ad un prezzo di 17 euro. Piedi asciutti anche con le calze Gravel, realizzata in microfibra con inserti di spugna per assorbire umidità e fornire un ammortizzamento continuo. Disponibili ad un prezzo di 17 euro.

Oxyburn