Diciamolo chiaramente: una sella Smp è differente dalle altre. Non migliore o peggiore, ma di certo i prodotti della casa veneta si distinguono per il design e la filosofia costruttiva che hanno a monte. Hanno una forma tipicamente ricurva, anche se come vedremo (e come stiamo assistendo da qualche anno) ci sono linee più tradizionali, e un grandissimo foro centrale.
All’Italian Bike Festival ne abbiamo parlato con Nicolò Schiavon, marketing manager di Selle Smp. Con lui abbiamo analizzato sia il prodotto in sé per sé, che le scelte che fanno i professionisti della Bardiani Csf Faizané, di cui Selle Smp è fornitrice.
Versioni per tutte le tasche
«La linea F, che sia 20, 30… – spiega Schiavon – è il nostro top di gamma. Si rivolge quindi ad utenti professionisti o amatori molto esigenti. Utenti decisamente tecnici che utilizzano molto la bici. Tuttavia abbiamo voluto mettere a disposizione la stessa tecnologia, ma ad un prezzo inferiore, anche per coloro che vogliono avere un prodotto che gli permetta di avere un ottimo compromesso tra comfort, il quale per noi resta fondamentale, e prestazioni. Ecco perché abbiamo sviluppato la linea F anche in versione VT. Hanno gli stessi benefici ergonomici.
«La differenza sta nel materiale utilizzato e nel processo produttivo dell’imbottitura. Il top di gamma, quindi la linea F, prevede una speciale imbottitura in elastomero espanso che offre una buona rigidità. Questa fornisce la migliore memoria elastica possibile. Le selle della linea VT invece hanno un’imbottitura in una speciale schiuma in poliuretano, che è un pochino più morbida pur mantenendo però tutte le caratteristiche sportive delle precedente».
La linea VT è più economica rispetto alla F ma mantiene le stesse peculiarità tecniche Due forme a confronto: la classica Evolution di Selle Smp e la F20
La linea VT è più economica rispetto alla F ma mantiene le stesse peculiarità tecniche Due forme a confronto: la classica Evolution di Selle Smp e la F20
L’idea dei corridori
Ma dicevamo del discorso tra “ricurve”, la mitica Evolution, e le selle più “piatte”, come la F20C appunto. Posto che gli atleti del Greenteam hanno tutta la vasta gamma a disposizione, sostanzialmente scelgono principalmente tra i due modelli sopracitati. E la scelta, del tutto personale, dipende da quanto il corridore ama muoversi sulla sella stessa. C’è chi come Giovanni Carboni e Enrico Battaglin preferisce stare “fermo” e quindi opta per la Evolution, e chi come Visconti sceglie la F20, in quanto si muove avanti e dietro sulla sella.
«Di sicuro le selle Smp hanno un grande impatto – dice Giovanni Visconti – io ho scelto la F20 perché volevo una sella che fosse più simile possibile a quella che usavo in precedenza, senza stravolgere troppo la posizione. Tuttavia questo inverno proverò anche l’altra, la Evolution, perché sono molto curioso. So che i miei compagni che la usano si trovano molto bene. E tutto sommato avere un posteriore rialzato ti consente di avere un punto ulteriore di appoggio nelle fasi più intense della spinta non è un’idea sbagliata, anzi…
«Come scelgo la sella di solito? Non è facile, ma diciamo che se ci fai una gara di 200 e passa chilometri e non pensi alla sella o non hai dolori, quello è già un ottimo segno».
«Io invece – dice Battaglin – ho preferito la Evolution. E’ una sella particolare e per starci bene devi trovare la regolazione esatta. Non la puoi mettere in bolla, loro sul sito dicono che tra il posteriore e la punta deve esserci un dislivello di un centimetro (punta più bassa), ma io sono andato anche un po’ oltre. Me la sono regolata man mano da solo.
«In questo modo, se è ben regolata, riesci anche a muoverti un po’ avanti o indietro. Io l’ho scelta perché dietro è un po’ più tonda e mi ci sono trovato bene. Sentivo il mio bacino pedalare meglio».