Gravel in the Land of Venice: la Waterway Experience

19.06.2023
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MONTEGROTTO TERME – Il progetto “Gravel in the Land of Venice” prosegue con il tour organizzato assieme a Slow Flow: il “Veneto Waterways Experience” prevedeva tre giorni di pedalata tra i sentieri gravel del Veneto ed i segreti in essi nascosti. Al primo giorno la partenza è avvenuta a Montegrotto Terme e dopo una breve pedalata ci ha accolto Villa dei Vescovi. Su questa parte dei Colli Euganei, le ville si susseguono, appoggiate su irti pendii, verdi balconi dai quali si affacciano queste magnifiche opere d’arte

Villa dei Vescovi

La sua bellezza inizialmente spiazza il visitatore che non si aspetta di trovare dietro un remoto angolo, accanto ad una stradina, uno spettacolo del genere. Villa dei Vescovi è parte del patrimonio del FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano). La struttura è del 1500, anche se la prima costruzione risale al 1077, si trattava della chiesa di San Martino, poi spostata nel corso dei secoli. 

L’impianto della villa e la sua costruzione sono opera del volere di Francesco Pisani, figlio della famiglia Pisani dal Banco. L’intento era quello di costruire un rifugio dalla vita da Vescovo, nel quale coltivare le sue passioni: tra le principali c’erano lo studio della storia greca e romana. La struttura di Villa dei Vescovi è infatti pensata come quella di una domus romana, con un impianto centrale quadrato. Si tratta di un unico blocco che sorge dalla collina a dominare il paesaggio circostante. 

Museo del Vino

La pedalata gravel tra i vari sentieri prosegue sulla ciclabile dei Colli Euganei, circondati da distese di campi coltivati che terminano in prossimità delle prime montagne. Si arriva a Vo’ Euganeo, dove è possibile immergersi nella storia geologica locale, dalla quale è nata poi la coltivazione della vite. La formazione dei colli euganei avviene tra i 43 ed i 33 milioni di anni fa. Attraverso un’attività sub-vulcanica che porta alla nascita di “coni” e “cupole” di rocce: riolite, trachite e latite. 

Lo studio della geologia è alla base dell’attività di coltivazione della vite, la quale occupa 2.500 dei quasi 19.000 ettari del Parco Regionale dei Colli Euganei. Ci accoglie Andrea Gianesini, segretario del Consorzio Vini. 

«Uno dei ragionamenti fatti quando è nato il Museo del Vino – racconta – è stato capire che impronta dargli. Abbiamo voluto spiegare la viticoltura dei Colli partendo dalla storia che parte fin dall’antichità. La collaborazione con il territorio è importante, per questo abbiamo aperto anche alle visite delle scuole, di tutti i tipi. A partire dai bambini delle scuole elementari fino ad arrivare agli studenti di agraria, i quali si immergono maggiormente nel discorso tecnico». 

Le vie d’acqua

Il nostro percorso ciclabile ci conduce fino a Este, per poi arrivare a Monselice dove scorre il canale Bisatto. Nome dato dagli abitanti a causa della sua forma che ricorda un’anguilla: bisatto in dialetto padovano. Navigando su queste calme acque, le quali una volta erano la principale via di comunicazione e di commercio, si arriva fino alla diga della Conca. Si tratta della seconda più alta d’Europa, che collega il Bisatto con il fiume Bacchiglione. Dopo pochi minuti di navigazione, nel paese di Battaglia Terme, ci fermiamo al Museo della Navigazione

«Territorio di grande attività portuale – racconta Maurizio Uliana, presidente dell’Associazione TVB (Traditional Venetian Boats) – quindi, navigazione, e l’imbarcazione principale è il Burcio. Come tutte le barche da laguna o canale, ha il fondo piatto, non essendoci le profondità per navigare con altre imbarcazioni. La prua sale dal fondo, questo stratagemma serviva ai barcari per caricare la stiva. Infatti le imbarcazioni venivano girate per la prua ed avvicinate alla riva per imbarcare la merce».

«Su questo tipo di barche – conclude Uliana, che gestisce il museo per conto del comune di Battaglia Terme – la vita dei barcari era piena, difatti viene definito come il “mestiere dei mille mestieri”. Veniva coinvolta anche la famiglia, chiaramente, ed ogni membro era in grado di fare tutto: moglie e marito erano intercambiabili. Nel tempo il mestiere è venuto meno a causa del progresso tecnologico, ed i barcari sono andati a lavorare in fabbrica. Il Museo della Navigazione nasce da qui, dai ricordi del vissuto dei figli di queste famiglie».

Gravel in the Land of Venice

Lazer Cerro KinetiCore, progettato per i terreni misti

17.06.2023
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Il nuovo Lazer Cerro KinetiCore si candida per offrire grande protezione e comfort sia su strade asfaltate che fuoristrada. Un prodotto studiato nei minimi dettagli che vanta peculiarità costruttive rivolte a migliorare la vita del ciclista in ogni uscita in sella. A partire dalla tecnologia KinetiCore per la massima protezione dagli impatti diretti e rotazionali. Oppure le fessure di aggancio degli occhiali per mantenerli in posizione sulle strade sconnesse. E ancora, la fibbia magnetica che garantisce vestibilità e sicurezza insieme alla piccola visiera che ripara da pioggia, ghiaia, fango e dal riverbero del sole. Il tutto rigorosamente in pieno stile e garantito dall’azienda belga.

Tecnologia Kineticore

La sicurezza è un lato imprescindibile e sicuramente un pregio tecnico di questo modello. Reinventando il moderno design del casco con oltre dieci anni di ricerca, sviluppo e test, la tecnologia Lazer KinetiCore presenta una protezione integrata contro gli impatti rotazionali. Questo avviene grazie alle esclusive zone di deformazione controllata incorporate nella struttura interna del casco. Il risultato di questo design integrato è una protezione multidirezionale avanzata che consente ai ciclisti di affrontare ogni uscita in sicurezza.

Un aspetto non lasciato al caso è quello dell’ambiente. Infatti la tecnologia integrata KinetiCore utilizza meno materiale complessivo e quindi meno plastica viene utilizzata per la sua costruzione. Questo favorisce anche una migliore ventilazione e un design del casco più leggero che si traduce in 40 grammi di plastica in meno rispetto a Lazer Roller MIPS M CE.

Il casco è un concentrato di praticità e sicurezza
Il casco è un concentrato di praticità e sicurezza

Protezione certificata

Tutti i caschi venduti devono essere certificati per soddisfare i requisiti minimi di sicurezza. Tuttavia, non tutti i dispositivi sono uguali e due modelli che soddisfano lo standard ufficiale per la certificazione possono offrire diversi livelli di protezione dagli impatti. Il Virginia Tech Helmet Lab è indipendente al 100% da qualsiasi finanziamento o influenza da parte dei produttori di caschi e, pertanto, fornisce valutazioni imparziali su una scala a 5 stelle che consente ai consumatori di prendere decisioni informate al momento dell’acquisto di caschi.

In sostanza, le valutazioni identificano quali caschi riducono meglio il rischio di commozione cerebrale. Più stelle equivalgono a una migliore protezione, con 5 stelle che rappresentano i migliori caschi disponibili. ll casco Cerro KinetiCore ha ottenuto 4 stelle.

Particolari costruttivi

La facilità della regolazione verticale viene favorita dal sistema Lazer Advanced TurnSys che offre un’aderenza su misura facile da regolare anche in sella, con una semplice rotazione del registro. Il sistema prevede anche la regolabilità verticale. La visiera integrata è elegante e protegge gli occhi e il viso dal sole. Gli occhiali possono essere facilmente posizionati in specifici inserti presenti nel casco. Non occorre più armeggiare con la fibbia del casco quando si indossano i guanti. La fibbia magnetica Lazer può essere aperta rapidamente con una sola mano e con i guanti.

Una rete anti-insetti impedisce agli insetti di entrare nelle prese d’aria anteriori, riducendo al minimo distrazioni o irritazioni. Infine per restare al caldo durante le giornate più fredde è possibile installare il kit invernale per il sistema Lazer Advanced TurnSys. Il peso complessivo del Cerro KinetiCore è di 270 g. Le taglie disponibili sono tre: S (52-56cm), M (55-59cm), L (58-61cm). Disponibile in sei colorazioni adatte a compiacere tutti gli stili di guida. Il prezzo consigliato al pubblico è di 99,99 euro.

Lazer

Selle SMP Well, comfort e performance green per il gravel

16.06.2023
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Selle SMP presenta Well in una nuova colorazione. Questa sella è stata sviluppata sull’esperienza della gamma Professional, con caratteristiche tecniche che la rendono la scelta ideale e sicura per chi si avvicina alla pratica ciclistica intensa in discipline come il gravel, la mtb e anche la strada. Un prodotto green che vanta un processo produttivo eco-friendly e un’attenzione ai dettagli maniacale.

Produzione sostenibile

Al giorno d’oggi l’ambiente deve essere tutelato in ogni settore. Selle SMP è attore protagonista anche in questo con l’esempio della Well che viene realizzata tramite un processo produttivo eco-friendly, senza l’utilizzo di colle. La Green Supply Chain dell’azienda è infatti orientata a ridurre le emissioni nel ciclo dei trasporti, grazie alle partnership con fornitori locali e alla produzione nei propri stabilimenti di Casalserugo, in provincia di Padova. 

Il 100% Made in Italy non è solo indicatore di eccellenza e qualità ma rappresenta un consumo etico e sostenibile. Selle SMP valorizza la produzione locale, le persone della sua comunità creando lavoro e riconoscendo la ricchezza del know-how del nostro paese. Tutto ciò si unisce all’importanza di avere una lunga esperienza in campo ciclistico e alla stretta collaborazione con i team professionistici.

Per quale ciclista

Adatta sia per uomo che donna, la Well è una sella che si posiziona tra comfort e performance. Può essere montata sia su bici classiche che elettriche. L’imbottitura volta a favorire le ore in sella è di uno spessore intermedio. Questo favorisce il contenimento del peso che si attesta con telaio AISI 304 a 295 grammi e con telaio carbonio a 240 grammi. E’ pensata per un utilizzatore che ha una larghezza delle ossa ischiatiche tra gli 11,6 e i 15 centimetri.

La Well ha una dimensione che segna 144 millimetri in larghezza e 280 in lunghezza. L’imbottitura è in Poliuretano mentre il rivestimento è in SVT Velvet Touch. Lo scafo è realizzato in Nylon 12 caricato carbonio. Il telaio è disponibile in due versioni tubo in acciaio Inox AISI 304 Ø 7.1 millimetri con un prezzo di 135 euro. Oppure carbonio unidirezionale 7.1 x 9.0 millimetri, con un prezzo di 245 euro. I colori disponibili sono tre: nero, bianco e il nuovo speciale colore che vediamo in foto.

Selle SMP

AXS oppure meccanico, è il nuovo Sram Apex 1×12

15.06.2023
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Sram lancia la nuova versione del suo sistema entry level per eccellenza, ovvero l’Apex. Rispetto al passato la parte legata alla trasmissione viene completamente stravolta e sarà proposta in due versioni, quella AXS con funzionamento wireless, quella meccanica DoubleTap a filo.

Il nuovo Sram Apex è solo nella combinazione 1×12 e si rivolge ad un’interpretazione gravel, bikepacking e adventure. Entriamo nel dettaglio e lo facciamo con l’aiuto del Product Manager di Sram John Paul McCarthy, che ha contribuito in modo importante allo sviluppo del nuovo Apex.

Quanto tempo ha richiesto lo sviluppo della nuova piattaforma Apex?

Ben 8 anni di lavoro. Nel mezzo c’è stato il Covid e in quel periodo le priorità sono state altre.

Da 8 anni a questa parte i telai sono cambiati molto, o comunque le ultime generazioni di bici sono molto diverse da quelle di 10 anni fa. Il nuovo Apex ha tenuto conto delle tante diversità?

E’ vero, le ultime generazioni di framekit sono molto diverse se paragonate a quelle di 8/10 anni fa. Pensiamo all’integrazione, solo per fare un esempio, ma anche le trasmissioni elettroniche hanno contribuito a modificare alcuni modi di disegnare e costruire. Le stesse trasmissioni AXS wireless non hanno cavi e cablaggi, tan’è vero che qualche costruttore ha disegnato delle bici apposite senza fori per i cavi. Ma è necessario considerare che il nuovo Sram Apex si rivolge ad una categoria ben precisa di prodotti e di utenti, concettualmente è slegata dai top di gamma. Proprio durante il suo sviluppo abbiamo tenuto conto di alcune importanti variabili, come il fatto che ad oggi è più facile montare una trasmissione meccanica su una bici entry level.

Nell’era delle trasmissioni di matrice elettronica è stata sviluppata anche una trasmissione meccanica. Quale è il motivo?

Partendo dal presupposto che il focus del nuovo gruppo Sram è il gravel in tutte le sue forme, con la monocorona e la necessaria versatilità, il nuovo Apex vuole tenere in considerazione anche un prezzo vantaggioso. Al pari di questo, il secondo obiettivo è quello di accontentare una schiera di utilizzatori che mantengono un feeling elevato con le trasmissioni meccaniche.

Il comando meccanico non dedicato alla cambiata (foto Sram)
Il comando meccanico non dedicato alla cambiata (foto Sram)

Il nuovo Sram Apex

Il design dei comandi AXS adotta la stessa architettura dell’ultima versione Force, per un disegno che a tutti gli effetti tende ad accomunare la famiglia delle trasmissioni Sram. Lo vedremo in futuro anche sul Red? Staremo a vedere. Di fatto il nuovo Apex AXS eTap è una trasmissione 1×12 con funzionamento wireless. Le leve dei manettini sono in alluminio e hanno una corsa regolabile, proprio come per il nuovo Force. Cambiano leggermente quelli della versione meccanica, con le leve che hanno un arrotondamento maggiore e hanno il pulsante di cambiate DoubleTap solo sul manettino di destra. Anche le leve del cambio meccanico agiscono sull’impianto idraulico dei freni. Non esiste un impianto frenante a filo.

Il bilanciere posteriore è di matrice XPLR (acronimo di Explorer), ottimizzato per il funzionamento con cassette che arrivano fino a 44 denti (pignone più grande), ed incorpora la frizione di blocco del braccetto. In puro stile mtb. La batteria del cambio posteriore è perfettamente compatibile con le altre trasmissioni Sram della gamma AXS. Le cassette dei pignoni Apex a 12 velocità disponibili sono: 10/44, 10/36 e 11/44.

Il manettino AXS (foto Sram)
Il manettino AXS (foto Sram)

Cambio Eagle AXS

C’è anche il cambio posteriore in versione Eagle AXS, una soluzione che è perfettamente integrata nell’ecosistema Sram AXS e che permette di montare pignoni che arrivano a 52 denti. Discende in modo diretto dalla famiglia Eagle mtb.

I medesimi concetti vengono ripresi anche per la versione meccanica, ovvero con il bilanciere tradizionale (senza batteria e senza parti elettroniche) e quello in versione Eagle.

La guarnitura è in alluminio ed è comune ai due sistemi. Ha il diametro dell’asse maggiorato (DUB, proprio come i fratelli maggiori) e utilizza le corone X-Sync con i denti larghi (38, 40 e 42 denti, 44 e 46). La soluzione è voluta per trattenere la catena, specialmente nelle situazioni di off-road complicato. La linea della catena è stata maggiorata, in modo da non contrastare negativamente gli pneumatici larghi (per quei telai che prevedono gomme particolarmente voluminose). La catena ha il design Flattop utilizzato per gli altri sistemi di ultima generazione Sram, è in acciaio.

E poi l’impianto frenante che si ispira proprio a quello della mtb. Gli impianti sono idraulici e usano il liquido DOT. Le pinze sono in alluminio, non sono un blocco unico, ma due sezioni che si uniscono tra loro. Sono perfettamente compatibili con gli altri sistemi idraulici Sram (così come le pastiglie). Inoltre l’impianto frenante del nuovo Sram Apex è compatibile anche le leve freno adatte ad un utilizzo commuting, per i manubri flat.

C’è anche il power meter

Come per una delle versioni del Rival, anche l’Apex ha il suo misuratore di potenza. E’ integrato nell’asse passante ed esamina la potenza espressa sulla pedivella sinistra (quella senza corone-non drive). Necessita di una batteria stilo AAA per una durata dichiarata di più d 400 ore. Le lunghezze disponibili, così come per tutte le pedivelle Apex sono: 165 e 170, 172,5 e 175 millimetri.

Il power meter della serie Apex (foto Sram)
Il power meter della serie Apex (foto Sram)

Le altre cose da sapere

La nuova trasmissione Sram Apex ha un valore alla bilancia dichiarato di 2.900 grammi nella configurazione AXS XPLR, di 3.190 grammi nella configurazione Eagle. Il pacchetto meccanico ha un peso dichiarato, rispettivamente di 2.882 e 3.072 grammi. I prezzi dei gruppi completi sono diversi, perché è necessario considerare le numerose variabili dei componenti. Solo per fare alcuni esempi si va dai 1.126 euro delle versione XPLR meccanica, ai 1.370 euro dell’Apex AXS XPLR. Nelle versioni Eagle ci vogliono 1.095 euro di listino per la versione meccanica, 1.450 euro per quella AXS.

Il nuovo Apex AXS è compatibile con i pulsanti di funzionamento remoto della trasmissione, ma solo con Blips Wireless.

La disponibilità del sistema AXS è immediata, mentre per la versione meccanica è necessario attendere la fine dell’estate.

Sram

Alive Cycling, DMT e MCipollini, la vita da ex pro’ di Viel

08.06.2023
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Chi non lo conosce potrebbe pensare che fare tutto sia impossibile. Mattia Viel dal primo giorno in cui ha deciso di chiudere la sua carriera professionistica si è rimboccato le maniche e si è messo in gioco. Il suo ultimo progetto è Alive Cycling, un brand fondato insieme ad altri due amici Lorenzo Piotti e Stefano Natta. Prima di questo però c’è il Viel atleta, che ha partecipato in maglia azzurra al primo mondiale gravel della storia nel 2022. Ma c’è anche il Viel che oggi fa parte e collabora con il Gruppo Zecchetto, nello specifico DMT e MCipollini per quanto riguarda il marketing e la creazione di nuovi contenuti social. 

Mattia in tutto questo la bici non l’ha mai mollata e continua a fare eventi gravel, utilizzando questa disciplina come filo conduttore tra la sua vita da atleta e quella lavorativa. Uniamo i puntini e scopriamo il presente, progetti e futuro di un ex pro’ pronto a raccogliere le opportunità di una scuola di vita che sport come il ciclismo sono in grado di regalare. 

Qui Viel accanto a Sagan, alla partenza del mondiale gravel 2022
Qui Viel accanto a Sagan, alla partenza del mondiale gravel 2022

Opportunità

Lo avevamo sentito più di un anno fa, nel suo periodo di riflessione in Sud Africa quando il Mattia Viel al termine dell’ultima stagione in Androni Giocattoli, doveva ancora iniziare il suo percorso da ambassador e imprenditore. Oggi lo troviamo attore primario nel marketing di DMT e MCipollini e co-fondatore di Alive Cycling. 

«Ho cominciato con DMT da professionista – racconta Viel – quando ho smesso, è stata la prima azienda del Gruppo di Zecchetto a credere in me. Stesso discorso per MCipollini, con cui ho iniziato a collaborare in parallelo seguendo da vicino gli sviluppi delle bici gravel, dalla MC All road alla nuova Ago. Sfruttando gli studi di lingue, ho iniziato facendo diverse trasferte all’estero per supportare i distributori locali, con l’obiettivo di raccogliere feedback utili per l’azienda. Ma anche organizzando dei mini eventi come le social ride con i clienti, in cui ho potuto raccontare il prodotto trasmettendo esperienza e passione. Un esempio è stata la The Traka che ho vissuto con il doppio ruolo.

«Da quando mi è stata data l’opportunità, ho fatto questa scelta personale in cui ho posizionato prima il lavoro, poi la bici. E’ dura perché quando vedi i corridori vorresti essere ancora in mezzo a loro, ma so anche che questo nuovo capitolo mi piace molto e riesco ancora a combinare in parte il discorso del gravel con il mondo del lavoro. 

«Mi occupo – spiega – di creare dei contenuti, con una prospettiva più rivolta al dietro le quinte. Dopo aver seguito tutto il Giro d’Italia per DMT. Adesso mi trovo a Livigno con la UAE Team ADQ per portare a casa dei contenuti su una delle nostre ambassador, Alena Amialiusik. Mi piace molto questo modo di raccontare il ciclismo e di lavorare a stretto contatto con gli atleti, perché so come ci si sente a stare dall’altra parte».

Alive Cycling

Tre giovani imprenditori, appassionati e volenterosi di fare qualcosa di nuovo in un modo come quello del ciclismo, che corre e vive in mezzo a colossi internazionali. Parlando con Mattia scopriamo che dietro ad Alive Cycling si nasconde il concetto di performance, abbinato al divertimento e ad una community da costruire sui valori della passione per le due ruote. 

«Ho sempre avuto – racconta Viel – una mente creativa.  Combinare la passione e l’esperienza che ho raccolto da professionista è stata un po’ la chiave. Ci aggiungiamo il mio lato imprenditoriale e la voglia di fare qualcosa di proprio ed ecco Alive Cycling. Ovviamente non l’ho potuto creare da solo, infatti siamo tre ragazzi, tutti coinvolti nel settore. Io appunto ex professionista, Lorenzo Piotti coach e preparatore e Stefano Natta che ha esperienza nel mondo tessile. 

«Alive Cycling ci sta già regalando delle soddisfazioni – prosegue Viel – il nostro concept è molto incentrato sulla performance. Non vogliamo però che la comunicazione ricada solo su questo. L’obiettivo rimane la ricerca del dettaglio tecnico e della qualità. La nostra volontà è però anche quella di creare una community che porti tutti a condividere questa passione, sia in sella che una volta scesi dalla bici. Vogliamo far divertire anche la gente. Ad esempio, la prossima settimana, ci sarà il launch party dell’e-commerce di Alive con il Dj set, open bar e molto altro. Faremo delle social ride a tema, dove saremo preseti e trasmetteremo l’idea e la passione del brand».

La pratica del gravel rimane centrale nella vita di Mattia
La pratica del gravel rimane centrale nella vita di Mattia

Il gravel come collante

Per Viel, il gravel non è un fuoco di paglia. Ci ha sempre creduto fin dal primo giorno. Dalla sua convocazione al mondiale fino allo sviluppo dei prodotti. Oggi continua a far parte del suo percorso. 

«Il gravel – dice Viel – lo mantengo. Per me è un po’ come se fosse una vetrina. Ci ho creduto fin da subito. Andare avanti nella vita sfruttando ciò che mi ha insegnato la bicicletta è il mio motto. La mia vita fino a novembre dell’anno scorso, si basava sull’essere testimonial e atleta. Finito il mondiale gravel mi sono accorto che comunque vado per i 28 anni e il gravel ha avuto un picco di crescita che adesso si attenuerà e proseguirà con una crescita costante.

«Avessi qualche anno in meno potrei dedicarmici al 100% facendo il corridore, ma adesso voglio qualcosa di un po’ più concreto. Però perché mollarlo? Ci ho creduto e ci ho messo la faccia. Mi piace ed è la cosa fondamentale, quindi mi sono detto che è giusto rimanerci, magari anche come vetrina. Tant’è vero che io continuo a partecipare a degli eventi senza quella smania del risultato. Adesso la mia priorità è il lavoro.

«Senza la presunzione – conclude Viel – di essere un esempio da seguire, ma vorrei comunicare che il ciclismo ci ha insegnato tanto e dobbiamo farne tesoro per andare avanti nella vita. Non è un discorso economico, ma solo di grinta, passione ed ambizione».

Pulsium SAT Allroad, un po’ strada e un po’ gravel

07.06.2023
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Il test della Lapierre Pulsium SAT Allroad

La nuova Pulsium SAT Allroad di Lapierre è inserita nella categoria delle bici endurance. E’ una sorta di punto di unione tra la gamma da strada e quella gravel, una bicicletta capace di mettere d’accordo diverse interpretazioni.

Utilizza la tecnologia SAT (shock absorbtion technology), che consiste in un elastomero inserito tra il terminale dei due profilati obliqui ed il piantone. Entriamo nel dettaglio del nostro test.

In salita è bici molto “stradale” di quelle reattive
In salita è bici molto “stradale” di quelle reattive

Geometria endurance

La geometria della Pulsium Allroad è uno dei punti chiave del progetto. Si basa su quote numeriche marcatamente endurance, per nulla banali e che ci mostrano una bici tanto votata al comfort, ma anche compatta e con valori del reach ridotti taglia per taglia.

Traducendo, a prescindere dalla taglia la Lapierre Pulsium SAT Allroad in questione ha un anteriore alto ed è piuttosto corta, due fattori che nell’insieme permettono di utilizzare al pieno delle potenzialità anche una misura più piccola, rispetto a quella ottimale. Non si tratta di estremizzazione, ma bensì di allargare l’orizzonte dell’utilizzo, sfruttando l’agilità di questa bicicletta. Noi l’abbiamo fatto durante il test e abbiamo usato una taglia small, invece di una media.

La Pulsium SAT Allroad 6.0 del test

Il telaio e la forcella sono completamente in carbonio undirezionale Superlight. L’impatto estetico adotta un disegno tipico delle bici Lapierre, con questa sorta di triplo triangolo che si sviluppa a ridosso del nodo sella, con i pendenti obliqui che oltrepassano il piantone e si innestano nell’orizzontale. Al contrario dei modelli Xelius, le due tubazioni oblique sono unite al verticale. In questa zona è presente l’inserto SAT. Di fatto è un elastomero, che ha una funzione meccanica ed estetica. Meccanica perché aiuta a fermare le vibrazioni che arrivano dal basso, estetica perché uniforma questa sezione della bici alle altre. Questo perché la tubazione obliqua interna al triangolo principale non è interrotta, ma è più sottile proprio nel punto ricoperto dall’elastomero SAT.

Il montaggio è composto da una trasmissione meccanica Shimano GRX 2×11. Le corone anteriori sono 48/31, mentre i pignoni posteriori hanno una scala 11/34. il comparto manubrio è in alluminio, per lo stem e per la piega. Il primo ha una sorta di placchetta inferiore che nasconde una parte delle guaine, mentre la piega ha una curvatura flare verso l’esterno di 16°, molto utile e tanto sfruttabile anche sullo sterrato. Il reggisella è Lapierre in alluminio e monta una Selle San Marco Shortfit.

Le ruote sono in alluminio, le DT Swiss E1800 Spline, gommate Schwalbe G-One RS con una sezione di 35 millimetri e sono nella versione TLE (tubeless). La misura massima tollerata è 38, ma bisogna comunque fare attenzione alla tipologia di tassellatura laterale, perché gli stays bassi/posteriori tendono a stringersi nel punto d’inserzione alla scatola del movimento centrale, limitando il passaggio della ruota. Il peso da noi rilevato (senza pedali) è di 9 chilogrammi ed il prezzo di listino è di 3799 euro.

Le nostre considerazioni

La Lapierre Pulsium SAT Allroad è un giusto compromesso. E’ una bicicletta che si basa su una piattaforma endurance, con i vantaggi che ne derivano nei termini di comfort, piacere di guida nei lunghi periodi e di facilità di guida sui vari terreni. Ha una posizione di guida che non obbliga a sacrifici e a posizioni da “mal di schiena”. E’ parecchio versatile ed il fatto di poter montare gli pneumatici da gravel ne è la conferma.

Non è adatta ai percorsi sterrati eccessivi, ma crediamo al tempo stesso che l’utente tipo di questa bici non è colui che si getta come un proiettile in un sentiero troppo scassato e roccioso. Piuttosto è quello che sbircia il gravel e le strade non asfaltate dal buco serratura, le approccia, ci entra trattenendo il respiro per poi lasciarsi andare ad un divertimento che fa parte di questa bicicletta.

Lapierre Bikes

7Mesh, la linea gravel su SPORTLER

05.06.2023
4 min
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Un brand dalle qualità imprescindibili in quanto a durabilità, scelta dei materiali, design tecnico e funzionalità. Stiamo parlando di 7Mesh, il marchio canadese che grazie a SPORTLER è approdato in Italia, portando con sé soluzioni tecniche innovative e trasversali. Un modo di intendere lo sport all’aperto che si ispira alla filosofia nord-americana e strizza l’occhio alle specialità offroad. Tra queste la linea gravel, che ha superato il test di SPORTLER nella The Traka tra caldo, pioggia e polvere. Scopriamo alcuni capi della gamma. 

Protezione UPF 50+ per lunghe pedalate sotto il sole
Protezione UPF 50+ per lunghe pedalate sotto il sole

Per l’uso quotidiano

Una maglia da ciclismo di alta funzionalità per l’uso quotidiano, con materiali freschi e antibatterici e ampie tasche. La Horizon di 7Mesh è realizzata con cura per creare la perfetta vestibilità sulla bicicletta. Su tutta la maglia si possono notare innovazioni come le spalle arrotondate e le pieghe posteriori per migliorare ulteriormente il fitting.

Un’altra caratteristica che rende questa maglia ancora più “intelligente” è la Anything Panel 5-Pocket System con tre tasche posteriori, una grande e una piccola tasca laterale con zip. Il materiale utilizzato è traspirante e termoregolabile per permettere al corpo di mantenere la temperatura stabile. Zip frontale nascosta per una migliore apertura e aerodinamica. Infine un trattamento antibatterico per rendere il capo ancora più confortevole. Il prezzo indicato sul sito è di 120 euro. 

Ampie tasche per riporre oggetti e integratori
Ampie tasche per riporre oggetti e integratori

Comfort totale

A migliorare il comfort durante le uscite fuoristrada ci sono i pantaloncini MK3 Cargo. Salopette dal comfort totale, ideale per macinare chilometri e affrontare ogni avventura in sella. Grandi tasche sulle gambe e tre sul retro completano le tasche della bici. I pantaloni sono dotati di un’imbottitura con schiuma ad alta densità, il che significa che sono funzionali per qualsiasi terreno, dalla strada alla ghiaia.

Cinghie elastiche per una stabilità costante anche in lunghe uscite. Due grandi tasche sulle gambe per poter riporre gel, barrette e beni di necessità utili durante le pedalate. Silicone sul fondo gamba per mantenere il tessuto stabile e sempre in posizione. Disponibili in due taglie, M o L, ad un prezzo consultabile sul sito di 200 euro. 

Proteggersi da tutto

Chiudono la linea gravel e off-road selezionata, il gilet e la giacca per proteggersi da qualsiasi intemperie. Partiamo con il Cypress Hybrid realizzato per le partenze a freddo e i giorni di vento.  Si può indossare dalle prime pedalate o tirarlo fuori dalla tasca posteriore della maglia quando il vento aumenta o la discesa è in corso. Realizzato in GORE-TEX INFINIUM, un tessuto elasticizzato a quattro vie, fornisce una vestibilità aderente al corpo e rilascia il calore durante gli sforzi intensi per equilibrare la temperatura in salita e in discesa. Prezzo riportato sul sito di 150 euro. 

Chiudiamo con la Skypilot di 7Mesh, una giacca ciclismo da uomo antivento e impermeabile, adatta a qualsiasi avventura. Dai sentieri locali a lunghe escursioni. Realizzata in morbido e silenzioso tessuto GORE-TEX Active 3L è traspirante e protegge come una seconda pelle, mantenendo la temperatura sotto controllo anche durante gli sforzi. Prezzo consultabile sul sito di 370 euro. 

SPORTLER

Sidi si conferma partner degli eventi Ride the Dreamland

03.06.2023
3 min
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Sidi Sport continua a… pedalare al fianco di Filippo Pozzato e della sua PP Sport Events. La realtà trevigiana, storica produttrice di scarpe per ciclisti e motociclisti, ha difatti recentemente confermato la propria fiducia ed il proprio sostegno alla società dell’ex professionista vicentino e agli eventi di Ride the Dreamland.

Presenti sin dalla prima ora, Sidi è stata una delle aziende che ha creduto da subito nel progetto PP Sport Events di Filippo Pozzato. Confermato adesso dalla nuova proprietà Sidi Sport (Italmobiliare), il brand di Maser sarà già da quest’anno e nuovamente al fianco degli eventi di Ride the Dreamland: il Giro del Veneto (11 ottobre), la Serenissima Gravel (13 ottobre), la Social Ride VENEtoGO (14 ottobre) e la Veneto Classic (15 ottobre). Nel 2020, quando Pozzato si è proposto in prima persona nel campo dell’organizzazione di eventi di ciclismo, con il riuscito Campionato Italiano disputatosi tra Bassano del Grappa e Cittadella, Sidi ha appoggiato immediatamente l’iniziativa. Un impegno che ha poi mantenuto nel 2021, quando Ride the Dreamland ha fatto il proprio ingresso, per la prima volta, nel contesto del calendario professionistico. 

Questi sono gli eventi organizzati da Filippo Pozzato e dalla sua PP Sport Events
Questi sono gli eventi organizzati da Filippo Pozzato e dalla sua PP Sport Events

Un progetto vincente

«Filippo è un amico di Sidi, da sempre – ha dichiarato Davide Rossetti, il CEO di Sidi – e siamo davvero felicissimi di continuare a partecipare al suo progetto, ovvero quello di portare il ciclismo di alto livello vicino alle persone: un’idea che sento di dire condividiamo assieme. Nei giorni di evento, Sidi sarà presente al villaggio sponsor mostrando i propri prodotti, a disposizione di chiunque vorrà conoscere meglio un’eccellenza del settore ciclistico e non solo».

I ragazzi della Eolo-Kometa corrono con Sidi, questa la recente vittoria di Bais a Campo Imperatore al Giro d’Italia
I ragazzi della Eolo-Kometa corrono con Sidi, questa la recente vittoria di Bais a Campo Imperatore al Giro d’Italia

«Per manifestazioni giovani ma ambiziose come Ride the Dreamland – ha ribattuto Pozzato – è un onore poter essere affiancati da un marchio conosciuto in tutto il mondo. Questo perché conferisce prestigio al nostro progetto e allo stesso tempo conferma quanto di buono abbiamo fatto fino a questo momento. Quando un partner crede in ciò che fai, vuol dire che sei sulla strada giusta! Con Sidi c’è una sintonia che dura ormai da anni, e sono contento che, con l‘arrivo del nuovo team dirigenziale in azienda, a seguito dell’acquisizione da parte di Italmobiliare, questa sintonia si rafforzi ancora di più».

Sidi

Alé Gravel Earth Jersey, termoregolata per l’offroad

01.06.2023
3 min
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Parola d’ordine: avventura. La Gravel Earth Jersey è un concentrato di stile che abbraccia i colori della natura e le prestazioni della strada. Una maglia fresca che si adatta alle esigenze delle pedalate off-road in sella alla propria gravel. Un modello firmato Alé in grado di agire come termoregolatore tra sé e il tessuto in lana merino per avere il massimo comfort. Disponibile in colorazioni e vestibilità per uomo e donna. 

Fresca e traspirante

Costruita con un mix di lana merino leggera e ad alta elasticità, la Gravel Earth Jersey assorbe il sudore e si asciuga rapidamente per garantire la massima regolazione della temperatura. Una tecnologia che assicura le prestazioni ideali quando le proprie ruote incontrano la terra, tra sole e ombra, salite e discese che il fuoristrada è solito offrire. 

Tagliata con una vestibilità ad alte prestazioni, è dotata di pannelli laterali in rete per migliorare ulteriormente la ventilazione nelle giornate calde. Un fitting che si adatta alle proprie curve in modo da assicurare prestazioni di traspirazione come se fosse una seconda pelle. Tutto ciò permette al materiale di lavorare in sinergia con la temperatura del corpo favorendo l’evacuazione del sudore all’esterno nel più breve tempo possibile. 

Per lui e per lei

Il comfort parte dalla costruzione tessile di cui abbiamo già parlato. Un altro lato che va a beneficio di questo aspetto è però l’intelligenza costruttiva. A partire dalle tre tasche posteriori di dimensioni generose, destinate a bustine di gel, barrette e tanto altro per stare in sella il più possibile e godersi la propria avventura in sella. 

Per evitare fastidiosi scivolamenti, l’elastico siliconato tiene ben aderente la maglia. Il marchio riflettente aumenta la visibilità in condizioni di scarsa illuminazione. Lo stile abbraccia la performance grazie a colori che si integrano con l’ambiente naturale a cui il gravellista è spesso soggetto immergersi. Le taglie selezionabili sono sei da XS a 3XL. Il prezzo indicato sul sito è di 117,95 euro. 

Alé