Sono Selle SMP ed il brand QRED i principali sponsor di settore partner dell’edizione 2022 del “GIC”, il Giro Italia Ciclocross: la consueta rassegna agonistica 100% dedicata al movimento cross nazionale organizzata dall’ASD Romano Scotti e giunta quest’anno alla quattordicesima edizione. Sei le tappe in programma in questa stagione, dislocate in 5 regioni differenti: Corridonia (Macerata), Buja-Osoppo (Udine), Sant’Elpidio a Mare (Fermo), Follonica (Grosseto), Ferentino (Frosinone) e l’ultima, domenica 18 dicembre, in Salento e lungo la spiaggia della meravigliosa Gallipoli (Lecce).
Per Selle SMP, la presenza a titolo di partner nella disciplina del cross è davvero una costante. Sono difatti tantissimi gli eventi italiani supportati attivamente dal brand veneto produttore di selle per il ciclismo. Ed il sodalizio con l’ASD Romano Scotti, e con il GIC in modo particolare, non poteva certo essere da meno! Per QRED si tratta invece di una bella novità, ed è proprio lo stesso marchio d’abbigliamento cycling ad avere l’onere e l’onore quest’anno di vestire con la propria maglia rosa i diversi leader delle classifiche generali del Giro d’Italia Ciclocross.
QRED e Selle SMP sono partner del Giro d’Italia Ciclocross 2022QRED e Selle SMP sono partner del Giro d’Italia Ciclocross 2022
Nel ricordo di Mauro Valentini
«Non vi nascondo la grande emozione che ho dentro – ha dichiarato a bici.PRO Fausto Scotti, lo storico organizzatore del Giro d’Italia Ciclocross – perché dopo aver concluso la scorsa edizione 2021… ricoverato per Covid allo Spallanzani di Roma, e ancora con qualche strascico, oggi sono di nuovo qui con voi alla guida di questo bellissimo evento. Siamo davvero circondati da tanto affetto, e questo è bellissimo».
«Per questo GIC 2022 – riprende – abbiamo ricevuto ben 19 richieste di tappa, ma ne abbiamo potute selezionare per regolamento appena 6. Ripartire, quest’anno nel ricordo di Mauro Valentini (il figlio dell’ex tecnico azzurro Mario, molto impegnato a sua volta nello sport paralimpico, scomparso prematuramente a febbraio 2021, ndr), è sinonimo di rivincita per tutta l’Italia, e questo ci spinge ad andare avanti sostenuti dalla forza e dall’affetto di tutti i comitati locali. Aggiungo poi che è stato bellissimo tornare a consegnare, sul palco e nel corso delle prime prove che si sono già disputate, le maglie dei diversi leader di categoria. Maglie che quest’anno hanno per me un sapore diverso in quanto a fornirle è un brand di un mio caro amico d’infanzia: la QRED di Paolo Piacentini».
Verdetti uguali a sette giorni prima. Il Giro d’Italia di ciclocross ha fatto tappa a Osoppo e nelle due gare principali, quelle Open, i vincitori sono gli stessi di Corridonia. Gioele Bertolini e Sara Casasola hanno confermato di avere una marcia in più e guardano con ottimismo ai prossimi appuntamenti cominciando anche a pensare a come tradurre questa superiorità interna in buoni risultati in campo internazionale.
Ci tiene soprattutto la Casasola, vittoriosa in casa scacciando via anche i fantasmi di precedenti brutte esperienze: «Ci tenevo a far bene nella prova di Osoppo, dove qualche anno fa sotto la pioggia fui costretta al ritiro e persi la maglia rosa. Qui non potevo e non volevo sbagliare».
L’arrivo vittorioso della Casasola, seguita da Gariboldi e Bulleri (foto Lisa Paletti)L’arrivo vittorioso della Casasola, seguita da Gariboldi e Bulleri (foto Lisa Paletti)
Casasola, un anno di problemi
Neoacquisto della Selle Italia Guerciotti Elite, la friulana voleva partire subito forte, ripensando a quanto avvenuto nel corso dell’anno: «Mi sono preparata con calma, considerando che ho chiuso la stagione su strada già con il Giro di Toscana a fine agosto. Le gare su strada in estate sono servite soprattutto per riprendere confidenza con la bici dopo essere stata ferma tre mesi per problemi fisici che hanno di fatto inficiato tutta l’annata. Ho praticamente perso un anno e mi dispiace perché avevo iniziato bene, fra Strade Bianche e Cittiglio che mi avevano dato fiducia. Considerando che ho chiuso solo una decina di gare è proprio un anno perso».
Nel frattempo però il panorama del ciclocross è cambiato, le esperienze dei vari VDP e Van Aert hanno fatto scuola e anche alcune big italiane come Persico e Arzuffi hanno fortemente ridotto il loro impegno nel ciclocross guardando più avanti nella stagione: «Sinceramente dispiace perché sappiamo bene che verrebbero fuori gare molto diverse con loro presenti, ma intanto questo principio vale anche per molte protagoniste all’estero, poi io sono abituata a guardare il mio giardino e non quello degli altri.
Per la Casasola (55) ora inizia la stagione delle gare all’estero (foto Alessandro Billiani)Per la Casasola (55) ora inizia la stagione delle gare all’estero (foto Alessandro Billiani)
Un livello sempre molto alto
«Certamente cambia il tipo di gare, con loro presenti sarebbero più tirate. A Osoppo è venuta fuori una prova molto tattica, con me, la Gariboldi e la Bulleri che a turno provavamo gli attacchi e poi rallentavamo, alla fine è andata bene a me».
Sul tema però la Casasola tiene a chiarire un punto: «Io credo che le gare internazionali resteranno di livello molto alto, lo abbiamo visto anche nell’apertura di Coppa del Mondo in America (vittoria della Van Empel su Alvarado e Brand con 6 olandesi davanti, ndr). Per emergere servirà il massimo impegno: io sono convinta che quando Silvia, Alice e le altre rientreranno troveranno pane per i loro denti…».
Il podio maschile con Bertolini fra il compagno di team Loconsolo e Marco Pavan (foto Lisa Paletti)Il podio maschile con Bertolini fra il compagno di team Loconsolo e Marco Pavan (foto Lisa Paletti)
Gioele e la tattica di squadra
Due vittorie su due, ma ora la friulana cambia registro: «Domenica a Porto Sant’Elpidio non ci sarò, gareggerò in Svizzera e poi dovrei avere altre prove estere, ma dopo la corsa di domenica prossima faremo il punto. Io spero di entrare nelle convocazioni per gli europei e fare bene nell’apertura di Coppa del Mondo, ci terrei visto quel che ho passato quest’anno. Vorrei una stagione tranquilla e soprattutto continua, sia nel ciclocross che su strada, per dimostrare quel che valgo».
Se la Casasola è emersa vittoriosa da una gara tattica, Bertolini ha potuto sfruttare ancora una volta il lavoro di squadra, che alla fine ha proiettato verso il successo lui anche grazie all’apporto del nuovo arrivato Ettore Loconsolo, secondo e al comando della classifica Under 23: «A Osoppo conta molto guidare bene non essendoci grandi difficoltà tecniche e Ettore ha dimostrato di saperlo fare. Il lavoro in sinergia ha sfiancato gli avversari». «Alla Selle Italia Guerciotti Elite sto imparando tanto – gli fa eco Loconsolo – infatti ho sofferto meno che la scorsa settimana».
Partenza degli junior, Zanolini scatta a tutta: farà il vuoto (foto Alessandro Billiani)Partenza degli junior, Zanolini scatta a tutta: farà il vuoto (foto Alessandro Billiani)
La prima vittoria in carriera
Verdetti diversi rispetto a quelli di Corridonia invece fra gli junior. Quella di Alan Zanolini (Zanolini Sudtirol Post) ha un sapore unico perché è la prima in carriera per il corridore andato in fuga già alla seconda curva e rimasto in testa con caparbietà. Alla fine anche qualche lacrima per il portacolori della squadra di famiglia: «Finalmente ho potuto onorare la memoria di mio nonno Renzo, mancato quattro anni fa. Era un percorso da stradisti, ho pensato che se provavo dall’inizio avrei avuto qualche speranza, alla fine il sogno s’è realizzato».
Fra le ragazze ritiro per la leader di classifica Arianna Bianchi, che resta comunque al comando della classifica mentre a giocarsi la vittoria erano Nelia Kabetaj e Greta Pighi con vittoria per quest’ultima, che di carattere ne ha da vendere visto che ha cercato di tenere il passo delle più grandi: «Io sono al primo anno, andavano troppo forte, ma ho capito che ci sono anch’io e un domani ci riuscirò».
Il Covid si abbatte sulla stagione europea del cross Cancellate prove piùimportanti in Belgio e Olanda. A rischio anche i mondiali? Ne abbiamo parlato con Fausto Scotti
Con la tappa inaugurale del Giro d’Italia di ciclocross domenica a Corridonia (MC) si apre ufficialmente la stagione del ciclocross. Un’annata diversa, disegnata senza i vincoli che la pandemia aveva imposto, ma con una struttura che va presa un po’ con le pinze, soprattutto quando, come Daniele Pontoni, sei alla guida tecnica del movimento e devi fare i conti con le diverse esigenze degli atleti che hai a disposizione.
In questi giorni Pontoni è impegnatissimo con il gravel, preparando la storica prima edizione dei mondiali del 9 ottobre in Veneto, ma chiaramente non ha messo da parte il ciclocross che, oltre a essere il suo primo amore, è anche la specialità che più lo impegna e che fino a gennaio lo vedrà girare per i campi di mezza Europa, per continuare quel lavoro che ha dato tanti buoni frutti già nella passata stagione.
Pontoni con la nazionale di gravel. Dopo il 9 ottobre l’attenzione passerà al ciclocrossPontoni con la nazionale di gravel. Dopo il 9 ottobre l’attenzione passerà al ciclocross
Pontoni e la trasferta in Spagna
Pontoni è intenzionato a proseguire con un filo logico che caratterizza il suo operato: lavorare in prospettiva, quindi operando soprattutto nell’ottica delle categorie giovanili: «Proprio per questo abbiamo scelto di saltare l’apertura della Coppa del mondo in America. Lo scorso anno aveva un senso perché a Fayetteville si sarebbero svolti i mondiali, ora invece abbiamo preferito spostare l’attenzione sulla Spagna. La nostra nazionale, con una decina di ragazzi fra under 23 e juniores vi si recherà per due settimane e un totale di 5 gare per i più grandi e 4 per gli juniores, che tra un weekend e l’altro torneranno in Italia per non saltare la scuola che per me è imprescindibile».
Quando inizierete a seguire il calendario europeo di Coppa?
Già dalla prima tappa, a Tabor il 23 ottobre, ma privilegiando sempre le categorie giovanili, quindi andando in quelle tappe dove esse saranno previste oltre naturalmente alla prova nostrana di Vermiglio del 17 dicembre. Il calendario però mi pare molto interessante, sono state sostituite un po’ di località e questo è sicuramente un bene per allargare la visibilità.
La Coppa del mondo parte dagli Usa il 9 ottobre, esordio europeo a Tabor (CZE) il 23La Coppa del mondo parte dagli Usa il 9 ottobre, esordio europeo a Tabor (CZE) il 23
L’attività giovanile resta quindi primaria nella tua gestione…
Decisamente e anzi rispetto allo scorso anno ho intenzione di allargare il discorso anche agli allievi, attraverso 3-4 ritiri nei quali faremo dei test per avere un quadro preciso della situazione per gli anni a venire. Abbiamo un movimento effervescente e su questo dobbiamo lavorare pensando al futuro.
A livello assoluto la forte attenzione sul ciclismo femminile, con molte italiane che vanno all’estero nelle squadre WorldTour ti mette in difficoltà?
Relativamente all’inizio di stagione, atlete come Persico e Arzuffi ad esempio non faranno più di una dozzina di gare, anche la Lechner farà un’attività ridotta e anche a livello maschile Toneatti ha avuto dall’Astana il beneplacito solo per un numero limitato di eventi. Questo significa che soprattutto fra le donne si creerà un buco, ma io devo fare i conti con quel che ho a disposizione.
Persico, Toneatti, Bramati e Leone, i primi vincitori del mondiale di Team RelayPersico, Toneatti, Bramati e – fuori campo – Leone, i primi vincitori del mondiale di Team Relay
E’ vero anche che molto dipende dalla prospettiva con la quale si guarda all’attività: l’evoluzione del ciclismo sta portando sempre più a una selezione del calendario anche da parte delle ragazze come fanno i big del ciclismo maschile…
Io sono abituato a guardare le cose sempre dal punto di vista del bicchiere mezzo pieno. Da parte dei team sto trovando comunque collaborazione, si procede sempre più verso quella strada che gente come Van Der Poel e Van Aert hanno tracciato, selezionando un determinato periodo per la loro attività invernale, ma non rinunciandoci. Per me quel che conta è sapere quando avrò i ragazzi e le ragazze a disposizione, poi lavoro di conseguenza. Ma questo influisce anche sulla scelta primaria di operare soprattutto nel settore giovanile per allargare sempre di più il nostro bacino ciclistico.
Il calendario italiano è rimasto molto ricco, anche dopo la pandemia che aveva spinto la Federazione ad allargare la fascia di gare nazionali…
Questo secondo me è un bene. Prima molte società del Centro-Sud erano costrette a lunghe trasferte e quindi a notevoli esborsi economici. Poter ora scegliere tra più eventi permette di scegliere quelli più vicini e quindi contenere le spese. Io vedo un calendario ben strutturato e che copre tutta Italia (nel complesso ci sono 30 gare, da domenica 2 ottobre al 28 e 29 gennaio 2023 con la rassegna tricolore giovanile, ndr).
Domenica a Corridonia il via al Giro d’Italia di ciclocross, 7 tappe fino a dicembre (foto Passarini)Domenica a Corridonia il via al Giro d’Italia di ciclocross, 7 tappe fino a dicembre (foto Passarini)
C’è qualche nome sul quale saresti pronto a scommettere a livello giovanile?
Nel mio ruolo non è giusto fare singoli nomi, ma posso dire che sulla base dell’attività dell’ultima stagione abbiamo almeno tre junior che erano primo anno e che ci daranno grandi soddisfazioni, inoltre mi aspetto molto anche dalle ragazze come Venturelli e Corvi che hanno avuto stagioni molto proficue rispettivamente su strada e nella mtb. Dietro poi abbiamo fra gli allievi dei veri talenti che raramente ho visto a quei livelli, quindi sono molto ottimista.
Contrariamente agli anni scorsi, il Giro d’Italia di ciclocross ha chiuso i battenti senza attendere lo scavallamento dell’anno. A Ferentino (FR) su un percorso completamente nuovo ricavato nel campo di D&D Infissi, la challenge ha chiuso i battenti senza il suo mentore. Fausto Scotti infatti, per la prima volta dopo anni ha dovuto rinunciare alla presenza non magari per una concomitanza internazionale come gli accadeva ai tempi della sua milizia nel settore tecnico azzurro, ma per ragioni ben più gravi.
Dalla sera di Natale infatti il tecnico romano è in ospedale, uno dei tanti alle prese con il Covid in maniera forte. Dal suo letto Fausto non ha mancato di seguire le vicende dell’ultima tappa e di rimanere vicino alla sua creatura. Dall’altra parte il pensiero nei suoi confronti non è mancato, convogliato in un augurio generale di pronta guarigione.
Loconsolo all’arrivo, battendo uno sconsolato Folcarelli che ha visto svanire la maglia rosaLoconsolo all’arrivo, battendo uno sconsolato Folcarelli che ha visto svanire la maglia rosa
Arriva un vincitore a sorpresa
I campionati italiani si avvicinano e gare come quella di Ferentino servivano ad alcuni per avere un segnale in vista della rassegna tricolore. Almeno per quelli che non seguono l’attività internazionale come accade ad esempio per i team di Guerciotti e Bramati. Ecco quindi che la gara open ha premiato un vincitore completamente inatteso, l’U23 Ettore Loconsolo (Team Fractor) autore di una prova maiuscola che ha fatto andare di traverso la fine dell’anno ad Antonio Folcarelli, che sui prati di casa puntava a ribaltare in extremis la situazione di classifica. Il secondo posto infatti non gli è bastato per superare Cristian Cominelli, che ancora una volta in base alla sua costanza di rendimento ha portato a casa la maglia rosa.
Terzo assoluto a Ferentino è risultato Marco Pavan, il portacolori della DP66 Giant Smp che da questo punto di vista è come Cominelli, un autentico orologio: «Dopo che ho conquistato la maglia bianca nella tappa di Follonica, con il team abbiamo deciso di fare del Giro il mio obiettivo stagionale, rinunciare a qualche trasferta estera non è stato un sacrificio, era qui che dovevo e volevo emergere».
Marco Pavan, torinese tesserato per la DP66 Giant Smp, 2° ai Tricolori 2021 Marco Pavan, torinese tesserato per la DP66 Giant Smp, 2° ai Tricolori 2021
All’insegna della multidisciplina
Pavan, torinese di stanza in Friuli, è un esponente di quella nuova generazione che ama la multidisciplina. «Ho iniziato presto ad andare in bici – racconta e da allievo a concentrarmi sul ciclocross. Lì ho avuto una parabola finora sempre in crescita, ma oltre ad esso mi dedico anche a Mtb e strada. Pratico forse più la prima, ma nell’ultimo anno ho aumentato le mie presenze su strada dove, sprint a parte, vedo che riesco a fare bene su molti percorsi, come un classico passista-scalatore. Per me comunque le altre discipline sono sempre propedeutiche per il ciclocross».
La maglia bianca, frutto soprattutto delle presenze sul podio di Follonica, Gallipoli e Ferentino, è il giusto viatico verso i tricolori dove Pavan, secondo lo scorso anno, vorrebbe provare a salire di un gradino, anche se nelle dichiarazioni preferisce volare basso: «Mi piacerebbe riconfermare il podio ma il livello si è alzato, non solo con i nuovi innesti dagli juniores dello scorso anno. So che sarà difficile, ma ce la metterò tutta. Una maglia azzurra in caso di vittoria? Pontoni è stato chiaro, i posti a disposizione per i Mondiali sono pochissimi, non mi faccio grandi illusioni».
Pavan in azione a Gallipoli. La strada potrebbe essere però il suo sbocco (foto Luca Carluccio)Pavan in azione a Gallipoli. La strada potrebbe essere però il suo sbocco (foto Luca Carluccio)
Tappa a Bulleri, Casasola in rosa
Loconsolo è solo l’ultimo arrivato di una categoria che già prima dell’inizio della stagione era giudicata molto promettente: «Ho preferito attaccare prima della curva finale per evitare la volata, sapevo che imboccandola in testa avrei potuto vincere. Questa vittoria è dedicata a Paolo Alberati, che mi ha preso sotto la sua ala dalla scorsa estate e i risultati si stanno vedendo».
L’esito della gara femminile può suonare come una sorpresa, con l’elbana Bulleri capace di dare scacco matto a Sara Casasola, contenta comunque per aver messo in bacheca un’altra challenge dopo il Master Cross: «Volevo arrivare alla fine dell’anno nella forma migliore, perché coincide con l’appuntamento tricolore e questa vittoria dice che l’obiettivo è stato raggiunto, posso guardare ai campionati italiani con più fiducia».
Paletti secondo a Ferentino ma primo nella generale, un trionfo dedicato al padre ex pro’Secondo a Ferentino e primo nella generale, Paletti dedica il trionfo al padre
Paletti ci ha preso gusto
E’ tradizione ormai che la categoria più lottata e in grado di catalizzare l’attenzione sia soprattutto quella junior maschile e l’ultima tappa è stata un vero thrilling, con tre atleti (Ivan Carrer, Simone Vari, Luca Paletti) quasi appaiati, il che significava che chi arrivava prima a Ferentino avrebbe vinto.
Carrer ha giocato in difesa contro uno scatenato Paletti, alla fine ne ha approfittato Filippo Borello, vincitore di tappa ma estraneo alla grande sfida che alla fine ha premiato Paletti, capace di collezionare challenge in extremis come aveva fatto pochi giorni prima al Master Cross: «Mio padre si è commosso vedendo che ce l’avevo fatta. Lui per me è allenatore, psicologo, supporter e soprattutto padre, nessuna vittoria può essere condivisa più di così».
Un team o una famiglia? Una domanda che magari al termine di questo articolo si può porre anche il lettore. La Michele Bartoli Academyci apre le porte, a partire da quelle del suo furgone, per una trasferta con loro. Dal sabato alla domenica, con il team toscano siamo andati alla tappa del Giro d’Italia Ciclocross in Puglia.
Un bel viaggio da Pisa a Mattinata (Foggia). Un viaggio in cui la parola annoiarsi non è esistita. E allora come in un diario proviamo a raccontarvi questa due giorni.
Si parte e il più grande, Filippo Cecchi, studia. E alle prese con Ingegneria Aerospaziale
E dallo smartphone si cerca di sapere cosa succede a Vittorio Veneto, altro campo di gara
Arrivati a Mattinata Roberto, Mauro, Manuela (in foto) e Walter montano lo stand
Con un giornalista al seguito anche i ragazzi si fanno le interviste! Ecco le impressioni dopo la ricognizione
Si parte e il più grande, Filippo Cecchi, studia. E alle prese con Ingegneria Aerospaziale
E dallo smartphone si cerca di sapere cosa succede a Vittorio Veneto, altro campo di gara
Arrivati a Mattinata Roberto, Mauro, Manuela (in foto) e Walter montano lo stand
Con un giornalista al seguito anche i ragazzi si fanno le interviste! Ecco le impressioni dopo la ricognizione
Tra smartphone e libri
Sette ragazzi in tutto. Cinque allievi, un under 23 e una ragazza junior, questa l’armata toscana. Il viaggio d’andata scorre tra ricordi, aneddoti, ma anche libri.
Filippo Cecchi, infatti, l’U23, è iscritto ad ingegneria e come il cross non può prenderla sottogamba. Uno degli aneddoti più divertenti riguarda il suo inizio.
Prime girate con la bici da cross a ruota di Mauro Bartoli. Mauro gli insegna i trucchi del mestiere. Gli dice quando e come frenare, anche per staccare gli avversari. Filippo esegue alla lettera e quando Mauro lo fa passare per vedere cosa appreso, ecco che gli rende pan per focaccia. Una frenata improvvisa e l’allievo butta in terra il maestro!
E poi c’è l’immancabile smartphone. Ormai protuberanza del nostro braccio. E così si cerca di capire com’è il percorso di Mattinata e quel che succede a Vittorio Veneto, altra gara del weekend.
Ora di cena: a tavola cellulari sul tavolo, gran bella decisioneOra di cena: a tavola cellulari sul tavolo, gran bella decisione
Telefoni sul tavolo
Arrivati a Mattinata si prende “possesso del territorio”. Un paio di giri per trovare la giusta confidenza col circuito e dopo aver montato lo stand si fila in hotel.
A cena ecco una bella regola messa in atto: tutti i telefoni a centro tavola dalla parte in cui sono seduti gli accompagnatori. Si parla, come una volta…
A tenerli sotto controllo c’è Roberto Cecchi, colonna di questo team, assieme a WalterBaesso e ManuelaLandi, che conoscono i ragazzi da sempre. Erano i loro diesse in altri team quando erano davvero dei bimbi.
Proprio Roberto, papà di Filippo, aveva rimproverato i suoi per l’acquisto di una bevanda zuccherata all’autogrill, però a cena non lesina piatti di pasta e patate. Soprattutto a GiulioPaviDeglinnocenti, ragazzi famelico!
«La scorsa settimana si è mangiato persino l’osso della mia bistecca», racconta Cecchi. E intanto Giulio spazzola i piatti dei suoi compagni.
Seconda giornata, iniziano le gare. Prime a partire le donne e Letizia Barra si scalda sui rulli
Anche gli allievi raggiungono il campo gara…
Ultimi controlli alla pressione delle gomme: per i pesi leggeri 1,2 bar era sufficiente
Filippo Cecchi (classe 2002) in azione…
Seconda giornata, iniziano le gare. Prime a partire le donne e Letizia Barra si scalda sui rulli
Anche gli allievi raggiungono il campo gara…
Ultimi controlli alla pressione delle gomme: per i pesi leggeri 1,2 bar era sufficiente
Filippo Cecchi (classe 2002) in azione…
Due ritardatari
La mattina del via si lascia l’hotel a scaglioni, a seconda delle partenze. La prima è Letizia Barra. Un po’ di tensione, qualche minuto sui rulli e l’elbana fa la sua gara.
Poi è la volta di Filippo. Cecchi è sfortunatissimo. Prima fora e poi rompe una scarpa. Ma non molla. Fa parte del gioco. E alla fine sorride lo stesso.
Due del gruppo allievi fanno tardi. Sono rimasti a giocare con il telefono in stanza. Mauro e Roberto non la prendono bene e li rimproverano. Essere coach dei ragazzi significa anche questo. Si è dei maestri. E certe trasferte, certe esperienze, servono anche a questo: a crescere. E’ una scuola. Segno che essere corridore, qualora un giorno lo diventassero, non è solo salire in bici. E certe carenze logistiche a volte le notiamo anche in corridori ben più grandi ed affermati.
I due “colpevoli” (di cui non facciamo il nome!) almeno sembrano avere la coda tra le gambe… Forse questa lezione l’hanno imparata.
Partono gli allievi…
E “parte” anche Mauro, che incita i suoi ragazzi a più non posso
Alex Fratti, “lo straniero” del gruppo. Lui è modenese, mentre gli altri sono tutti toscani
Per gli allievi ottima prova di squadra. Il più veloce? Danilo Bartoli 4°
Partono gli allievi…
E “parte” anche Mauro, che incita i suoi ragazzi a più non posso
Alex Fratti “lo straniero” del gruppo. Lui è modenese, mentre gli altri sono tutti toscani
Per gli allievi ottima prova di squadra. Il più veloce? Danilo Bartoli 4°
Mauro show
La Michele Bartoli Academy è una squadra di giovani come detto. Una scuola, un’accademia come dice la parola stessa. I ragazzi sono presi in prestito da altri team proprio per la stagione del cross, che è la disciplina più amata da molti di loro. E da Mauro forse ancora di più.
Quando scattano i suoi “bimbi” scatta anche lui. Si sentono le sue urla dalla parte opposta del tracciato. Urla d’incitamento. Di chi la vive con passione. Un qualcosa ci dice che faceva così anche papàGraziano.
I ragazzi lo ascoltano. E’ grinta. Sono consigli. Mauro salta da una fettuccia all’altra come un siepista kenyano! E alla fine c’è una pacca sulla spalla per tutti.
«E delle cose che non sono andate bene – dice Roberto Cecchi – se ne parla al momento giusto. Non subito. Uno dei nostri è tornato al box in lacrime. Gli ho detto di cambiarsi, di stare tranquillo e che ne avremmo parlato… poi».
Giustamente certi discorsi vanno fatti nel momento giusto. Far vedere gli errori, riavvolgere il nastro, analizzare senza creare confusione.
Per esempio, i ragazzi dovevano cambiare bici, troppo infangata, ma non lo hanno fatto.
«A quell’età – dice Filippo, quasi un coach aggiunto – anche io non la cambiavo. Fermarsi significava solo perdere posizioni. Ma serve tempo per capire certe cose ed è giusto che facciano certi sbagli».
Circa 40′ e il furgone è carico. Si può ripartire
I fratelli Christian e Letizia Barra sono elbani. Si sono spostati con il camper assieme ai genitori
Nella sosta anche uno sguardo alla Coppa del mondo (vinta da Iserbyt)
All’autogrill impossibile resistere a qualche “zozzeria”!
Infine una foto di gruppo. Un’altra bella avventura è messa nel sacco
Circa 40′ e il furgone è carico. Si può ripartire
I fratelli Christian e Letizia Barra sono elbani. Si sono spostati con il camper assieme ai genitori
Nella sosta anche uno sguardo alla Coppa del mondo (vinta da Iserbyt)
All’autogrill impossibile resistere a qualche “zozzeria”!
Infine una foto di gruppo. Un’altra bella avventura è messa nel sacco
Si torna a casa
E’ domenica pomeriggio. Le gare sono ormai “andate” e bisogna “rimpacchettare” tutto. Il viaggio che attende la Michele Bartoli Academy è lungo.
Ma come un esercito ben organizzato che sa togliere le tende, in poco più di mezz’ora tutto è sui furgoni.
Il viaggio di ritorno porta con sé i bilanci e i resoconti della gara. «Avrei potuto fare di più se…». «Quel passaggio era così». «Hai visto quello come andava».
Ma c’è anche il tempo di guardare la Coppa del mondo di ciclocross e magari di pensare già alla prossima gara… Si controllano le classifiche di questa e quella corsa. Si pensa alle tabelle da fare in settimana. Insomma: si è già in “modalità lunedì”.
Ulivi e agrumi, mare e spiaggia di ciottoli… il tutto sotto lo sguardo, a dire il vero un po’ severo, del Gargano coperto dalle nuvole.
Nelle fasi iniziali moltissime noie tecniche. Qui una catena rotta dal fango e conseguente cambio di biciNelle fasi iniziali moltissime noie tecniche. Qui una catena rotta dal fango e conseguente cambio di bici
Duello annunciato
Spalla a spalla per tutta la gara. A tirare è sempre Folcarelli. Il corridore laziale insiste e spinge. In poche curve i due atleti fanno il vuoto. Altro livello il loro. Altri rapporti. Hanno il 44 mentre gli altri mulinano un 42 o un 40.
Il percorso non è impossibile: tantissimo fettucciato, molti rilanci, ma anche tratti velocissimi. In partica si snodava su un leggero declivio. A tratti il falsopiano era in salita e a tratti era in discesa.
«Alla fine – dice col fiatone Folcarelli dopo l’arrivo – è venuta fuori una gara dura. Molto veloce. Il fango rispetto a ieri si è compattato molto ma è diventato “colloso” ed era difficile fare velocità». E oltre al fango, erano insidiosissimi i tratti sul cemento. Questi erano delle “soponette”, po’ perché ci si arrivava con le gomme sporche, un po’ per l’umidità della pioggerellina che cadeva di tanto in tanto e un po’ perché da pochi giorni erano state raccolte le olive e a terra restava una patina.
La tappa di Mattinata però è stata la tappa dei giovani: i più numerosi al via
Molte cadute nell’ingresso (veloce) sulla spiaggia, per fortuna senza conseguenze
La tappa di Mattinata però è stata la tappa dei giovani: i più numerosi al via
Molte cadute nell’ingresso (veloce) sulla spiaggia, per fortuna senza conseguenze
Spiaggia o ghiaia?
Gran parte dello spettacolo avveniva poi nel tratto sulla spiaggia. O meglio sul ciottolato. Se al sabato si provava ad andare più verso la battigia, su una strisciolina di sabbia, con la mareggiata della notte si è stati costretti a cambiare tattica.
Tutti bici in spalla e corsa a piedi nella parte più alta della spiaggia. Proprio Folcarelli, al sabato, con le sue prove aveva indirizzato la scelta tattica di molti ragazzi che cercavano di sfruttare la sua esperienza. «Se Folcarelli passa sulla sabbia ci passo anche io», questa la sintesi.
Il problema, come detto, è che la mareggiata aveva tolto ogni solco, ogni traccia nella quale infilarsi e tutti i piani di conseguenza sono andati all’aria.
«Il tratto sulla sabbia ha inciso moltissimo – ha detto Folcarelli – E’ stato duro e ha complicato tutto il resto della corsa. Si affondava molto, sia sulla sabbia che sui ciottoli. Si correva per oltre 30”».
L’arrivo di Folcarelli. Nel finale il suo forcing non ha permesso a Cominelli di passareL’arrivo di Folcarelli. Nel finale il suo forcing non ha permesso a Cominelli di passare
Scarpe rotte
Non solo, ma questo breve segmento ha creato non pochi problemi, specie alle scarpe. Sono state diverse le rotture di Boa, agganci e suole. La corsa a piedi prolungata e l’impatto del piede che affondava con i sassi, alla lunga creava rotture.
Anche il vincitore ha ha chiuso la corsa con la scarpa rotta. E altri tre ragazzi sono stati costretti al ritiro. Senza contare i capitomboli di quando si entrava nel ghiaione. Si scendeva a tutta da una rampa in discesa e la ruota anteriore affondava. La bici s’impuntava e il 360° in aria era quasi scontato… se calava un po’ di lucidità».
Le ragazze di Pontoni, hanno dominato la prova open femminileLe ragazze di Pontoni, hanno dominato la prova open femminile
Doppietta DP66
In classifica, col secondo posto Cominelli (già maglia rosa), resta in testa e anche se perde quattro punti sul crossista della Race Mountain può dormire sonni tranquilli. Tuttavia il corridore della Scott, che palesemente ha mostrato un’ottima condizione, non è sembrato felice della piazza d’onore. Dopo l’arrivo infatti ha tirato dritto verso il suo box senza scambiare nessun cenno o parola con Folcarelli.
Tra le donne da segnalare una doppietta della DP66 con Alice Papo e Lusia Canciani (maglia bianca). Chiude il podio Tanya Donati (Team Terenzi). Assente la Casasola, la quale però resta saldamente in rosa.
Non era una tappa facile, quella di Follonica per il Giro d’Italia di ciclocross. Intanto per il tempo atmosferico con la pioggia battente che ha reso il percorso scivoloso e intriso di fango. Poi per la forzata assenza di quasi tutti i big azzurri, impegnati nella contemporanea tappa di Coppa del Mondo a Tabor, città ceka che richiama sempre grande partecipazione in casa italiana.
Per questo il fatto che, nonostante la pioggia non si sia mai fermata, avere oltre 500 atleti al via fra le varie categorie è stato un risultato clamoroso: Follonica è rientrata nel circuito rosa dalla porta principale, regalando spettacolo e anche qualche storia degna di nota.
Come quella di Antonio Folcarelli. Si ha un bel dire che non c’erano Bertolini e Dorigoni, impegnati nelle stesse ore a riportare il vessillo italiano nella Top 10 della Coppa del Mondo d’elite, ma per vincere come ha fatto il laziale, significa che devi avere le gambe pronte e indifferenti alla pioggia e al freddo e considerando le difficoltà nelle quali spesso il giovane Folcarelli si è dibattuto, non è cosa da poco.
Il podio di Follonica, con Folcarelli fra il leader di classifica Cominelli e quello U23 PavanIl podio di Follonica, con Folcarelli alla sinistra del leader di classifica Cominelli
Stagione persa per un… investimento
Per Folcarelli il successo, arrivato dopo aver imposto il suo ritmo sin dalle battute iniziali guadagnando costantemente sui rivali, ha un sapore particolare: «La stagione passata era andata in fumo per un incidente tanto insensato quanto grave: ero in discesa in una gara e dietro una curva mi sono trovato un tizio che attraversava… L’ho preso in pieno, col risultato di rompermi il polso destro. Dopo 10 giorni ero già in bici con il tutore, ma per tornare normale ci sono voluti tre mesi e le gare che contavano erano andate».
Ciò nonostante, Folcarelli ha vissuto una stagione nella Mtb abbastanza redditizia: «Ho vinto le due gare principali dei Monti Aurunci, la mia zona, tra cui la Marathon che è una classica e ho chiuso ottavo ai Campionati Italiani. Considerando quel che avevo passato, non è poco».
Il nome Folcarelli nel mondo italiano dell’offroad è un’istituzione: oltre alle vittorie ottenute da Antonio, soprattutto a livello giovanile, suo padre Massimo è tra i più celebrati Master, campione del mondo a ripetizione nella sua categoria sia nel ciclocross che in Mtb. I due hanno un team intitolato a loro nome. Il loro connubio è continuo, fra lavoro e bici: «Alle 5 e 30 siamo già al nostro banco al mercato, significa che ci si alza molto prima e si lavora fino all’una e mezza. Poi al pomeriggio via con l’allenamento e mio padre è sempre con me, almeno non ci annoiamo…».
L’impegno della Casasola in salita testimonia la pesantezza del tracciato grossetanoL’impegno della Casasola in salita testimonia la pesantezza del tracciato grossetano
Un sogno tutto azzurro
Dietro i due della Selle Italia Guerciotti, Folcarelli è considerato insieme a Cominelli la principale alternativa e non è un caso se i due siano in lotta per la maglia rosa: «Io ci provo – ammette il laziale – ma a parte il divario in classifica, dipenderà molto dal meteo. I percorsi come quello di Follonica mi piacciono molto: era già duro con l’asciutto, ma si poteva fare tutto in bici. Con il fango sono aumentati a dismisura i tratti a piedi, c’era da correre molto e io mi trovo bene in questi casi».
Ogni vittoria accresce non solo la sua autostima, ma anche le speranze di guadagnarsi la considerazione di Pontoni: «Con il nuovo cittì non ho ancora avuto contatti, spero di spingerlo a considerarmi tramite i risultati. Sarà estremamente difficile guadagnarsi una maglia azzurra considerando che i Mondiali sono al di là dell’Atlantico, ma io continuo a sperare. Intanto voglio essere al massimo per le gare internazionali, dal 5 dicembre in poi. La nazionale bisogna meritarsela, di questo sono convinto».
Lo start della gara junior di Follonica: Simone Vari ha il numero 51Lo start della gara junior di Follonica: Simone Vari ha il numero 51
Intanto la Casasola ruggisce
Intanto dietro Cominelli, pur finendo a oltre un minuto e mezzo ha rafforzato il primato mentre Marco Pavan, terzo, è saldamente leader degli Under 23. Continua fra le donne la crescita esponenziale di Sara Casasola, la portacolori della DP66 Giant SMP anche lei a suo agio sul tracciato intriso d’acqua. La differenza con Rebecca Gariboldi (Team Cingolani), in evidenza nelle prime tappe, è emersa sin dalle battute iniziali mentre l’unica che ha provato a contrastarla è stata l’elbana Alessia Bulleri (Cycling Cafè).
Fra gli junior, assente il bronzo continentale Luca Paletti dominatore assoluto delle prime gare, la gara è tornata a essere incerta come lo scorso anno, quando ogni tappa decretava un vincitore diverso. Questa volta l’ha spuntata Simone Vari, che come il terzo arrivato Federico De Paolis è tesserato per il Race Mountain Folcarelli: in terra grossetana la famiglia Folcarelli ha fatto davvero festa, considerando anche papà Massimo primo tra i Master di fascia 2…
Dopo un inizio a ritmo continuo, il Giro d’Italia di ciclocross si è preso una breve pausa. Ora è tempo delle classiche internazionali di Halloween, gli appuntamenti di Brugherio e del Trofeo Mamma e Papà Guerciotti. Si può quindi fare un primo quadro della situazione anche perché ormai l’appuntamento degli Europei è imminente (prossima settimana) e chiaramente le gare del Giro sono determinanti per comporre la nazionale.
A molti potrà sembrare sorprendente che in testa alla classifica Open maschile ci sia un corridore che non ha mai vinto, ma è una novità molto relativa, perché bisogna considerare che Cristian Cominelli ha sempre fatto della costanza di rendimento il suo segno identificativo: «Ho raccolto tre buoni punteggi – racconta il corridore della Scott – ma è chiaro che il fatto che sia Dorigoni che Bertolini abbiano saltato una prova mi favorisce. Per me questa maglia vale molto dopo un anno davvero difficile nella Mtb».
Volata vincente di Dorigoni su Cominelli, ma è il bresciano a vestire la maglia rosaVolata vincente di Dorigoni su Cominelli, ma è il bresciano a vestire la maglia rosa
Un’estate dove tutto è sfumato
In effetti il 2021 di Cominelli, che avevamo lasciato fra i protagonisti assoluti nel ciclocross non è stato all’altezza delle sue aspettative, ma certamente non per colpa sua: «Ho passato un’estate terribile, proprio quando mi aspettavo di salire di condizione per puntare agli obiettivi dell’anno ho iniziato a soffrire di problemi allo stomaco, che mi hanno portato a fermarmi del tutto. Ho potuto riprendere solo a fine stagione, con tre gare interpretate esclusivamente pensando al ciclocross, su distanze contenute, ma le ambizioni erano ben altre».
Cominelli non fa mistero che questo era un anno speciale per lui, con i Mondiali Marathon di Mtb in Italia, a Capoliveri, «un percorso che conosco benissimo e che era ideale per le mie caratteristiche, ma d’altronde lo era anche quello del Campionato Italiano. In quei giorni vedere i miei compagni e avversari impegnati ed io che non potevo neanche allenarmi è stato un duro colpo. Proprio il ciclocross e le sue prospettive mi hanno dato la forza per uscire dall’impasse, mi sono concentrato sulla nuova stagione».
Cominelli in azione davanti a Samuele Leone, confermatosi il migliore fra gli Under 23 (foto Lisa Paletti)Cominelli in azione davanti a Samuele Leone, confermatosi il migliore fra gli Under 23 (foto Lisa Paletti)
Le differenze con chi punta sulla strada
Con Cominelli si può affrontare un tema molto dibattuto sui prati: la differenza tra chi proviene dalla Mtb e chi dalla strada. Si dice che gli stradisti a inizio stagione sono avvantaggiati mentre col passare delle settimane poi le capacità offroad riemergono. E’ così? «Per me non c’è questa grande differenza. E’ più una questione legata alla tradizione dei singoli Paesi: in Olanda e Belgio il ciclocross è più abbinato alla strada; in Italia la stragrande maggioranza di ciclocrossisti d’estate corre in mtb, è un aspetto legato più alle aspettative dei team e agli investimenti locali. Poi non dobbiamo dimenticare che serve assolutamente predisporre le stagioni in modo da poter riposare tra una sezione e l’altra. Non si può essere sempre al massimo, fisico e mente poi presentano il conto».
Ora lo spazio del tradizionale lungo weekend di Ognissanti è occupato dalla Coppa del Mondo all’estero e dalle classiche internazionali in Italia, decisive per l’acquisizione di una maglia per gli Europei e Cominelli vuole continuare la sua collezione: «Anche se nell’armadio non mancano le divise azzurre, andare a caccia di una di esse è sempre un’emozione e per me, dopo quello che è successo, avrebbe un sapore particolare».
Prima vittoria e conferma della leadership per Sara Casasola (foto Lanfranco Passarini)Prima vittoria e conferma della leadership per Sara Casasola (foto Lanfranco Passarini)
Appuntamento il 14 novembre a Follonica
Un po’ lo stesso discorso che avevamo fatto per Sara Casasola (DP66 Giant SMP), che sale in testa alla classifica riassaporando il gusto della vittoria in quel di Corridonia, mentre Luca Paletti (Asd A Favore del Ciclismo) coglie la terza vittoria consecutiva fra gli junior, in quella che lo scorso anno era la categoria più combattuta e dove invece c’è ora un dominatore assoluto.
Il Giro d’Italia torna il 14 novembre, riabbracciando il teatro di gara di Follonica (GR) assente da circuito da un po’ e considerando che si arriverà dopo gli Europei, sarà il momento giusto per fare il punto della situazione in vista degli appuntamenti principali della stagione che arriveranno con il nuovo anno.
Dopo aver sentito Franzoi, questa volta abbiamo chiesto ad Alessandro Guerciotti di raccontarci le evoluzioni tecniche delle bici per questa specialità
Dopo Osoppo, Sant’Elpidio a Mare e domani, Corridonia. Il Giro d’Italia di ciclocross ormai ha preso l’abbrivio e marcia spedito settimana dopo settimana. Il livello delle gare si alza proporzionalmente con quello della condizione generale dei suoi protagonisti, considerando che la Coppa del Mondo torna in Europa proprio nel weekend e che gli Europei (7 novembre, Vamberg in Olanda) sono sempre più vicini, c’è da farsi trovare pronti. Considerando che molte delle protagoniste del ciclocross italiano erano in America per l’apertura di Coppa del Mondo, va registrato con soddisfazione l’alto livello della gara open delle ragazze, sia nella prima che nella seconda occasione italiana. Rebecca Gariboldi, come aveva fatto in Friuli, si è aggiudicata la gara, ma questa volta ha fatto molta più fatica per respingere l’assalto di Sara Casasola, finita molto vicina e questo è un segnale importante.
Per la Casasola un 2° posto a Porto Sant’Elpidio carico di speranze (foto Lanfranco Passarini)Per la Casasola un 2° posto a Porto Sant’Elpidio carico di speranze (foto Lanfranco Passarini)
I guai sono iniziati a Tabor…
La portacolori del DP66 Giant SMP, passata quest’anno di categoria, sa bene che molti occhi sono puntati su di lei. Fino alla passata stagione, la Casasola era considerata allo stesso livello di Baroni e Realini, anzi forse un pizzico più su stando a quello che si era visto nelle stagioni precedenti, e poi? «Poi ho vissuto un’annata difficile: diciamo che fino all’Europeo tutto procedeva come previsto, poi mi sono fatta molto male a Tabor, ho quasi rotto il coccige e la ripresa è stata lenta e non come avrei voluto, non sono più tornata al livello delle migliori».
Gli effetti dell’infortunio hanno continuato a farsi sentire anche dopo: «Avevo in programma Mtb e strada, la Servetto mi aveva dato fiducia, ma al Giro mi sono dovuta ritirare alla terzultima tappa e dopo sono stata un mese ferma. Ho capito a quel punto che dovevo recuperare con calma, ho ricominciato pian piano con il ciclocross e sento che la condizione sta arrivando, ma c’è ancora molto da lavorare».
Il momento della grave caduta riportata a Tabor: la ripresa da allora è stata lenta e solo ora completaIl momento della grave caduta riportata a Tabor: la ripresa da allora è stata lenta e solo ora completa
Bici a parte, testa sulla matematica
Non tutto il male d’altronde vien per nuocere: Sara ha potuto dedicare un po’ più di tempo agli studi di matematica per l’università: «Appena lasciata la bici, sono sui libri, tanto tempo libero fra due attività così intense non c’è. In questo momento però l’attività ciclistica è preminente, perché sono due anni che sono lì lì per fare il salto di qualità e non arriva e sento che è arrivato il momento».
Pensare alla ciclista friulana come a una specialista pura del ciclocross è un errore: lei come tantissime altre ha fatto della multidisciplina il suo credo, prima prediligeva la Mtb come specialità alternativa ma la strada la sta coinvolgendo sempre più: «Dico la verità, il fuoristrada mi piace di più – ammette la Casasola – ma è su strada che posso davvero crescere. Credo che molto dipenda dalla quantità di attività, nel 2022 intendo concentrarmi molto su di essa. Anche per capire bene dove posso arrivare. Ma per far questo serve un inverno tranquillo, di lavoro senza intoppi e possibilmente con qualche risultato importante».
Volata vincente di Dorigoni sul neocompagno di team Bertolini
Seconda gara e seconda vittoria per Rebecca Gariboldi
Luca Paletti, il figlio d’arte continua a vincere
I vincitori di Porto Sant’Elpidio, anche Bertolini resta in maglia rosa
Volata vincente di Dorigoni sul neocompagno di team Bertolini
Seconda gara e seconda vittoria per Rebecca Gariboldi
Luca Paletti, il figlio d’arte continua a vincere
I vincitori di Porto Sant’Elpidio, anche Bertolini resta in maglia rosa
Ora fari puntati su Corridonia
Quella di Porto Sant’Elpidio è stata anche la prima occasione per vedere direttamente di fronte i due big della Selle Italia Guerciotti Elite, ossia Jakob Dorigoni e il neoentrato nel team, il campione tricolore Gioele Bertolini. I due hanno proceduto insieme per quasi tutta la gara, giocandosi il successo allo sprint e solo con un ben assestato colpo di reni Dorigoni ha colto il successo. Chi pensava che i due si sarebbero fatti la guerra anche con la stessa maglia è stato smentito: «E’ bello vincere facendo primo e secondo essendo nello stesso team – ha spiegato l’altoatesino alla fine della gara – Io credo che correndo insieme potremo prenderci belle soddisfazioni».
Se fra gli juniores continua a dominare il figlio d’arte Luca Paletti (suo padre era un componente della mitica Ariostea sul finire del secolo scorso), il Giro d’Italia continua a raccogliere numeri importanti, oltre 700 in una giornata fredda che ha iniziato a segnare il passaggio del ciclocross verso quei climi e quei terreni a lui più consoni e abituali. Ora si resta nelle Marche per un terzo capitolo molto sentito, al CorridoMnia Shopping Park, dopo il quale si potranno tirare le prime somme.
Parliamo con Sara Casasola, tricolore di cross, delle scelte dei suoi colleghi che lasciano la specialità. Calendari, ingaggi, carriera. Perché si lascia?