Anche il vento che si era levato forte fino alla notte precedente, si è calmato alla domenica, in coincidenza del 6° GP Caroli Hotel di ciclocross, tappa conclusiva del Giro delle Regioni, ma anche escursione al sud della challenge allestita dal team di Fausto Scotti, già pronto a rituffarsi nell’attività con gli imminenti campionati italiani giovanili di Follonica. Come sempre succede nel circuito (che altro non è se non il vecchio Giro d‘Italia) la prima parte è stata arricchita dalla presenza dei big del movimento, poi sono rimasti coloro che davano la caccia alla classifica finale, ma Scotti – giustamente – guarda anche ad altro.
«Questa edizione della challenge è andata alla stragrande e ha confermato i suoi numeri di partecipazione davvero elevati con la punta di 840 presenze a Corridonia ma una media che ha sempre superato i 300 partecipanti e parliamo solo dell’agonismo, senza considerare la parte promozionale con tantissimi bambini che si sono avvicinati a questo bellissimo mondo. Tutto ciò non è stato senza fatica, basti pensare ai continui impedimenti burocratici da parte di enti locali e soprattutto chi gestisce i parchi, ma questo è un prezzo che ormai paghiamo annualmente».
Il calendario del Giro all’inizio trova ampi spazi, poi col passare delle tappe la concorrenza italiana e internazionale diventa sempre più forte. Quanto vi penalizza ciò?
E’ un aspetto che ci siamo ripromessi di non guardare. Noi viviamo in un calendario dove ci sono 44 eventi nazionali e parlo solo dell’Italia, sarebbe pazzesco pensare di avere un’esclusiva. Lo spazio è ristretto e i team devono fare i loro calcoli. All’inizio abbiamo sempre una partecipazione “totale”, poi a quelli che tirano avanti perché legati alla classifica si aggiungono quelli delle varie realtà regionali. Bisogna anche mettere in conto i costi di trasferta: gareggiando a Gallipoli molti hanno storto il naso, ma si sono presentati al via anche team del nord e questo significa che le nostre scelte sono state giuste.
Dal tuo punto di vista hai notato segnali positivi dal movimento meridionale?
I segnali ci sono, c’è grande attività ma bisogna ancora crescere molto dal punto di vista organizzativo. Essere una gara nazionale comporta certe regole, troppo spesso si assiste a percorsi non pienamente conformi, a servizi lacunosi, a una gestione dell’evento anche pericolosa, ad esempio riguardante gli accessi al tracciato. Sappiamo che nel Meridione c’è una grande voglia di pedalare, di fare ciclocross. La strada è giusta, ma bisogna che gli organizzatori siano seguiti, consigliati, al Sud come al Nord, coon la presenza di delegati tecnici qualificati e attenti. Invece vedo spesso giudici che chiudono un occhio…
A inizio challenge raccontavi come ti senta spesso tirato per la giacchetta, da una parte da chi ha già allestito tappe e dall’altra da chi vuole entrare. E’ così anche ora?
Certamente, visto che abbiamo sul tavolo 14 proposte, le 6 delle prove allestite quest’anno e 8 che vogliono entrare. Avremmo spazio per fare anche una seconda challenge, staremo a vedere nei primi mesi del 2025 che cosa potremo fare, considerando anche che abbiamo in stand-by la proposta mutuata con Flanders Classic di una tappa di Coppa del Mondo in Piemonte. Ma finché non vedo firmato il protocollo da parte delle autorità regionali non mi faccio avanti, voglio avere le spalle economicamente coperte e considerando l’approdo della Vuelta, non mi faccio soverchie illusioni.
Dal punto di vista tecnico che Regioni è stato?
Io dico che ha risposto alle aspettative, sapevamo bene che nella seconda parte i big si sarebbero diretti altrove. Noi a Gallipoli avevamo la concomitanza della Coppa del Mondo, era chiaro che avremmo avuto alcune defezioni. La Borello ad esempio sapeva già di aver vinto, pur rinunciando alla trasferta. Io però, dopo aver lodato il vincitore assoluto Folcarelli che continua a raccogliere grandi risultati pur lavorando con sveglie alle 5 del mattino, voglio mettere l’accento sui giovanissimi.
Hai visto nuovi talenti?
Non solo. Ce ne sono, basti vedere Carrer che continua a raccogliere successi e ha dominato la categoria Esordienti 2° anno, oppure la coetanea Marta Grassi o anche Francesco Dell’Olio primo fra gli Allievi 2° anno e che sono convinto farà grandi cose da junior. Ma bisogna guardare anche più in là: io ad esempio sono rimasto stupito dalle prove per giovanissimi a Gallipoli, su un percorso con molta sabbia dove ho assistito a grandi impostazioni di guida a livello medio. C’è un bacino davvero promettente, qualche anno fa queste capacità tecniche così diffuse fra i ragazzini ce le sognavamo.
Il cambio di denominazione del circuito ha influito?
Direi proprio di no. Ormai sanno chi siamo e il livello della nostra professionalità, il richiamo è automatico. Ora comunque si riparte subito dopo Natale, per pensare all’appuntamento tricolore di Follonica.