Pidcock a Van der Poel: faremo i conti in mountain bike

22.01.2024
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BENIDORM (Spagna) – La stagione del cross di Tom Pidcock si è conclusa ieri nel Parco El Moralet y Foietes, con il nono posto a 27 secondi da Van Aert. A un certo punto, ci ha anche provato, ma a due giri dalla fine si è accesa la riserva e ha dovuto alzare bandiera bianca.

Forse perché consapevole di non poter lottare per la vittoria della prova spagnola di Coppa del mondo, sabato pomeriggio il britannico è sceso dal pullman mangiando una banana e si è concesso ai tifosi e ai giornalisti con una disponibilità vista raramente in precedenza.

Blackout dopo Natale

Sul volto portava ancora i segni della caduta prima di Natale, con un cerotto sul naso e l’occhio ancora un po’ nero, ma le sensazioni ora sono buone, come Tom stesso ha confermato.

«Sono di nuovo in salute – ha detto – e mi sento forte sulla bici. Questo è ciò su cui mi sono concentrato nelle ultime settimane. Dopo Natale non mi sentivo me stesso. Si correva un giorno sì e un giorno no e in quello di mezzo non riuscivo a spingere. Dovevamo fare lavori dietro moto a 50-60 all’ora, ma io non riuscivo ad andare oltre i 40. Ho parlato con altre persone, che non stavano realmente male, ma si sentivano deboli. Non so se sia stato Covid o che cosa. Così ci siamo presi un po’ di tempo e adesso mi sento finalmente meglio».

Fra i grandi del cross mondiale, Pidcock è stato il solo a provare sabato il percorso di Benidorm
Fra i grandi del cross mondiale, Pidcock è stato il solo a provare sabato il percorso di Benidorm

Un mese in Spagna

Il Team Ineos Grenadiers inizierà il suo ritiro in ritardo rispetto agli altri: l’appuntamento, come detto qualche giorno fa da Puccio, è per domani. A quel punto il cross sarà una porta chiusa che si riaprirà fra un anno e par di capire, sentendolo parlare, che l’impossibilità di lottare per la vittoria renda la partecipazione meno interessante. Divertente in sé, ma senza la prospettiva che mette il sale in ogni sfida sportiva.

«Mi aspetta un mese di ritiro qui in Spagna – ha poi spiegato Pidcock – in vista della stagione su strada. Inizierò in Algarve (14-18 febbraio, ndr) e farò un programma simile a quello dell’anno scorso, ma con i Paesi Baschi al posto delle classiche del pavé. Prima farò la Strade Bianche, la mia corsa preferita e averla vinta aggiungerà un po’ di pressione. Poi la Tirreno cercando di non avere una commozione cerebrale (sorride, pensando alla caduta e al ritiro dell’ultima tappa 2023, ndr) e la Sanremo».

«Van der Poel gioca in un campionato tutto suo», dice Pidcock che come Van Aert si è spesso arreso
«Van der Poel gioca in un campionato tutto suo», dice Pidcock che come Van Aert si è spesso arreso

Il mondiale di cross

Esiste davvero un fattore Van der Poel che condiziona i rivali al punto di tenerli lontani dal cross e li costringe ad alzare l’asticella su strada, sapendo che lo ritroveranno anche lì? Questo Pidcock non l’ha detto, ma è un fatto che né lui né Van Aert andranno al mondiale di Tabor.

«Il fatto di non correre il mondiale di ciclocross – ha risposto – fa una differenza enorme rispetto alla stagione su strada. Il mondiale non è gratuito. Non posso semplicemente presentarmi e arrivare quinto o decimo, come se niente fosse. Se partecipi ai campionati del mondo, devi rispettarli e dare il 100 per cento. E se si corre nel primo fine settimana di febbraio, allora porti via qualcosa dalla stagione su strada. Però non mi pesa così tanto. Il mio obiettivo era vincerlo una volta e l’ho fatto. Perciò tornerò quando ne avrò davvero voglia».

Nel 2023 Pidcock ha vinto la prova di Coppa del mondo di Namur: unico successo della stagione del cross
Nel 2023 Pidcock ha vinto la Coppa del mondo di Namur: unico successo della stagione del cross

La MTB è diversa

Dopo la primavera, la stagione proseguirà verso il Tour e le doppie Olimpiadi: su strada e in mountain bike. E a Parigi, Pidcock troverà sulla sua strada nuovamente Mathieu Van der Poel che al momento sta portando via il divertimento dal suo inverno, ma che nella mountain bike ha dovuto chinare il capo più di una volta.

«L’unica opzione per andare bene alle Olimpiadi – ha spiegato ancora – è quella di partecipare al Tour al 100 per cento e di uscirne nella migliore forma. So che sicuramente sarà difficile, ma non vorrei dovermi ritirare prima. Voglio arrivare a Nizza e poi andare a Parigi, non ho scelta. Van der Poel? Quest’inverno è di un altro livello, è stato impressionante, ha giocato in un campionato tutto suo: non c’è molto altro da dire. Però penso che la mountain bike sia un’altra storia. E’ una disciplina diversa ed è da qualche anno che non si allena adeguatamente, quindi penso che sarà tutto da capire».

Nella gara di ieri a Benidorm, Pidocock è stato anche in testa, ma negli ultimi due giri ha pagato pegno
Nella gara di ieri a Benidorm, Pidocock è stato anche in testa, ma negli ultimi due giri ha pagato pegno

Sbagliando s’impara

E il Tour? La sua squadra era così abituata a vincerlo, che sembra impossibile non abbia un corridore che dia garanzie contro Vingegaard e Pogacar. Bernal e Thomas sono all’altezza oppure è giusto aspettarsi qualcosa anche da Pidcock?

«Il Tour è un obiettivo – ha annotato – ma bisogna essere realistici e io andrò in Francia sapendo quello che potrò ottenere. Aver vinto l’Alpe d’Huez ha portato via un po’ di pressione, ma resta il fatto che l’anno scorso sono arrivato senza particolari ansie e non è cambiato molto. Credo che sia stato a suo modo importante. Non ho portato a casa nulla, ma ho imparato molto. Secondo me impari molto più quando fallisci di quando vinci».