Sorprendentemente comodo, provato il Vision Metron 5D Evo

06.05.2025
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Il Vision Metron 5D Evo è il risultato di un’evoluzione lunga oltre sette stagioni. Integrato sì, ma anche ergonomico, aerodinamico, oggettivamente bello e gratificante. Allo sguardo “completa” l’avantreno della bici, ma il suo marchio di fabbrica (in fatto di design) è l’arcuatura di 10° che volge in avanti. Immagine o soluzione tecnica?

Nasce come un fattore tecnico tutto da argomentare, diventa con il tempo parte del DNA di Vision. L’abbiamo provato e queste sono le nostre considerazioni.

Ben Healy usa il Metron 5D Evo large da 38. Qui all’ultima Liegi-Bastogne-Liegi
Ben Healy usa il Metron 5D Evo large da 38. Qui all’ultima Liegi-Bastogne-Liegi

I numeri del Vision in test

Abbiamo provato la versione L (large, ovvero con una sezione piatta larga 40/45 millimetri) con una larghezza superiore di 380 millimetri (stretto e moderno, se contestualizzato alle tendenze attuali). E’ un manubrio tutto in carbonio monoblocco, compatto, con 125 millimetri di drop e 80 di reach. I terminali della curva non sono corti, fattore molto apprezzabile e sfruttabile nell’ottica di un comfort inaspettato a questo livello di componenti.

Abbiamo rilevato un valore alla bilancia di 318 grammi (solo manubrio). Non in ultimo, rispetto alla versione precedente, il nuovo Metron 5D Evo ha ridotto di ben 15 millimetri lo stack superiore (misurato sul retro dell’attacco manubrio), riducendo ingombri e volumi, migliorando l’impatto frontale, che si traduce (visivamente) con un angolo positivo dello stem.

Perché l’angolo in avanti?

Lo abbiamo chiesto direttamente a Vision-FSA, nello specifico ad Alessandro Ghislandi, Media & Event Specialist dell’azienda. «L’apertura di 10° – spiega – è ormai una caratteristica ergonomica che, da parecchi anni, contraddistingue i manubri Vision. Permette al rider di mantenere a 90° l’angolo d’impugnatura in presa alta, quell’angolo che si crea tra manubrio ed avambraccio.

«C’è un duplice beneficio – prosegue Ghislandi – maggior comfort con le mani in presa alta, ad esempio in salita, aiutando a mantenere un assetto naturale delle braccia. E poi si può sfruttare una maggiore efficacia in fase di tiro, ovvero quando si tende a tirare il manubrio verso il corpo. Inoltre è da considerare una posizione in sella che è cambiata molto negli ultimi 5/10 anni. I corridori utilizzano dei setting in sella più corti/compatti, con un arretramento quasi negativo e braccia meno estese. Il disegno del 5D Evo segue esattamente le nuove tendenze».

Alessandro Ghislandi di Vision (foto Roofowler-BCA)
Alessandro Ghislandi di Vision (foto Roofowler-BCA)

Sagomato e con poco flare

Come accennato in precedenza, l’angolo di 10° che si apre in avanti è un marchio di fabbrica, ma non c’è solo questo. Tutta la parte superiore del manubrio è arrotondata, senza spigoli e le mani ringraziano anche quando si pedala per tanti minuti in salita con la presa alta. Vicino all’attacco il volume è maggiore. Man mano che l’angolo si apre il manubrio diventa più magro, fino ad arrivare alla curva. I due lati esterni adottano delle svasature piatte che agevolano il palmo delle mani quando si è in presa ribassata, mentre il flare è contenuto, solo 5 millimetri per lato. Di fatto il manubrio Vision Metron 5D Evo (la misura in test) raggiunge una larghezza massima inferiore di 390 millimetri.

Colpisce per le tante soluzioni che possono trovare le mani, i polsi ed i diversi gradi di estensioni delle braccia. In ogni punto del manubrio c’è sempre un alloggio ottimale, leve dei freni e pulsanti non risultano mai eccessivamente distanti e la connessione con la sezione superiore dei manettini offre tanto appoggio al polso. Ecco perché lo abbiamo definito comodo.

In conclusione

698 euro per un manubrio sono un bel gruzzolo ed a nostro parere è necessaria un precisazione. Il Vision Metron 5D Evo è ben oltre l’upgrade e la pura gratificazione personale, perché è al pari di uno Step3 in una vettura da rally. Il nuovo Vision è un manubrio integrato per specialisti, dedicato a chi vuole unire un “impatto estetico non convenzionale” ad efficienza e rigidità, senza sacrificare il comfort totale del mezzo meccanico.

A dispetto della sua ergonomia, che al primo impatto visivo risulta arzigogolata, il 5D Evo è immediato e tanto sfruttabile fin dalle prime ore di sella. Come tutti i componenti super tecnici, per poterlo sfruttare al pieno delle potenzialità è fondamentale scegliere la misura e la taglia corrette, rispettando le caratteristiche fisiche ed il proprio stile di guida della bici. E poi: un manubrio integrato di questa categoria che è disponibile in 22 misure differenti (tanta roba) ed è compatibile con tutti i telai di nuova generazione presenti in commercio. Non sono dettagli banali e ampliano l’utilizzo/sfruttabilità di questo componente ben architettato.

Vision

Taipei Cycle, la fiera d’Oriente chiama il mondo occidentale

19.03.2025
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Le fiere di settore hanno cambiato pelle. Taipei Cycle, in Taiwan, resta il riferimento mondiale, nonostante gli expo al chiuso (all’interno dei padiglioni) si scontrino con un periodo di flessione. Eppure Taipei resta il punto d’incontro preferito da molti, visitatori e operatori del settore.

Abbiamo chiesto a Claudio Marra, vicepresidente di FSA-Vision, grande conoscitore della Fiera di Taipei e di Taiwan, di guidarci alla scoperta dell’esposizione che si svolgerà dal 26 al 29 marzo.

Claudio Marra è il vicepresidente di FSA-Vision
Claudio Marra è il vicepresidente di FSA-Vision
Taipei Cycle resta un punto di riferimento?

L’expo di Taipei, aperto agli operatori del settore della bici ed al pubblico, sta cambiando pelle rispetto a quello che è stato fino al 2010/2012. Fino a quegli anni il ruolo centrale di Taipei Cycle era indiscusso, a quella fiera non si poteva mancare. In tre giorni di esposizioni si incontrava il mondo intero. Più in generale è tutto il settore delle fiere all’interno dei padiglioni a soffrire e probabilmente. Taipei, pur soffrendo è quella che resta in auge, è una fiera sempre ben organizzata e comunque partecipata.

Perché il mondo degli expo al chiuso soffre in questo modo?

I motivi sono differenti. Sono cambiate le stagionalità ed i lanci delle novità. I grandi brand di bici fanno eventi ad hoc e spariscono dalle grandi fiere e tutti adottano una politica di taglio dei costi. Il mercato affronta un periodo difficile ed incerto, nonostante Taiwan e l’Asia restino un riferimento per la produzione. Al pari di una flessione degli expo di settore è cresciuto tantissimo l’evento di Taichung, non aperto al pubblico, dedicato esclusivamente agli operatori del settore. Non in ultimo, lato consumatore, c’è l’aumento d’interesse verso gli eventi all’aperto e demo, dove si può anche pedalare e provare le biciclette.

Taichung ha preso il posto di Taipei?

Solo in parte. Dal punto di vista strategico Taichung si pone come un evento facile, pratico, veloce e concreto sotto il profilo del business. Ovviamente manca il consumatore finale.

Il futuro degli expo della bici così come li abbiamo conosciuti?

Taipei Cycle resta e resterà ancora un punto d’incontro estremamente importante, essere presenti porta innegabilmente dei vantaggi. Potrà virare focalizzandosi sull’after market, inteso come fiera dove si potranno vedere le anticipazioni dei componenti. Ad esempio, come FSA-Vision, durante l’edizione 2025 lanceremo dei prodotti nuovi nell’ottica di creare un interesse particolare. Non mancheranno le biciclette, ma al tempo stesso non credo torneranno i grandi brand di riferimento.

E’ l’Asia un punto d’incontro?

Taiwan e l’Asia in genere giocano un ruolo strategico. Il Far-East resta il riferimento per la produzione e anche per la tecnologia. C’è uno spostamento soprattutto verso l’Europa dell’est, ma il ruolo dell’Asia rimane centrale.

FSA e Vision: ancora accanto al Team Visma Lease a Bike

25.02.2025
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Full Speed Ahead e Vision hanno recentemente ufficializzato il rinnovo della partnership con il Team Visma Lease a Bike. Una delle squadre più prestigiose e vincenti del panorama ciclistico internazionale. Anche per la stagione 2025, i due brand forniranno alla squadra componenti d’eccellenza, progettati per garantire prestazioni di altissimo livello nelle competizioni più esigenti del calendario WorldTour.

La collaborazione tra FSA, Vision e il Team Visma Lease a Bike rappresenta un perfetto equilibrio tra innovazione, tecnologia e ricerca della performance assoluta. Gli atleti della formazione olandese possono già contare su un’esclusiva gamma di manubri. Tra cui gli avanzati Vision Metron 5D EVO, i compatti FSA K-FORCE/SL-K COMPACT ACR accoppiati agli specifici attacchi manubrio, oltre alle estensioni Metron TFE PRO P5 e Metron TFE Team Edition, progettate per massimizzare le prestazioni nelle prove a cronometro.

L’attenzione ai dettagli, e la continua evoluzione tecnologica, sono alla base di questa collaborazione, che mira a fornire soluzioni su misura per ogni specialità. Il dipartimento di Ricerca e Sviluppo (R&D) di FSA e Vision, composto da ingegneri altamente qualificati, lavora costantemente per sviluppare componenti personalizzati in grado di soddisfare le esigenze specifiche di ogni atleta.

Vision sarà accanto a Vingegaard e compagni nelle gare più importanti del calendario WorldTour
Vision sarà accanto a Vingegaard e compagni nelle gare più importanti del calendario WorldTour

Componenti su misura

Tra i protagonisti di questa partnership ci sono atleti del calibro di Jonas Vingegaard, Wout Van Aert, Edoardo Affini e Matteo Jorgenson. Atleti che potranno contare su componenti progettati per ottimizzare le loro prestazioni individuali. Grazie all’uso di materiali innovativi e soluzioni aerodinamiche avanzate, FSA e Vision puntano a garantire il massimo rendimento in ogni condizione di gara, contribuendo in maniera decisiva ai successi della squadra.

«Siamo entusiasti di continuare a supportare il Team Visma Lease a Bike con le nostre soluzioni all’avanguardia – ha dichiarato Claudio Marra, Global Vice President di FSA – la loro ricerca della perfezione e della… vittoria rispecchia perfettamente i valori di FSA e Vision. Siamo certi che questa partnership contribuirà a spingere i limiti della tecnologia ciclistica».

I ragazzi della Visma Lease a Bike potranno contare sul supporto di ottimi componenti, come il manubrio Vision Metron 5D EVO
I ragazzi della Visma Lease a Bike potranno contare sul supporto di ottimi componenti, come il manubrio Vision Metron 5D EVO

«Scegliere i componenti giusti – ha ribattuto Sven Van Der Lugt, Head of Partnerships del Team Visma Lease a Bike – è essenziale per ottenere le migliori prestazioni. Siamo felici di rinnovare la collaborazione con FSA e Vision, aziende che condividono il nostro approccio all’innovazione e alla performance. Le loro soluzioni tecniche daranno ai nostri atleti un vantaggio competitivo fondamentale nelle gare più importanti della stagione».

Con questo rinnovo, FSA e Vision confermano ancora una volta il proprio impegno nello sviluppo di tecnologie di alto livello per il ciclismo professionistico. La collaborazione con il Team Visma Lease a Bike rappresenta una straordinaria opportunità per continuare a innovare e supportare i migliori atleti del mondo con prodotti all’avanguardia. Grazie a questa sinergia, il 2025 si preannuncia come un’altra stagione di grandi successi e ambizioni sempre più alte.

Vision

FSA

FSA SL-K Light, la guarnitura Direct Mount leggerissima

28.12.2024
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Ancora un’altra gran bella creazione che arriva da FSA, una guarnitura che oltre ad appagare l’occhio è super leggera ed efficiente.

SL-K Light BB386 Evo è la nuova guarnitura Direct Mount che alla bilancia fa segnare soli 650 grammi con le corone 53/39 montate e pronta all’uso. Vediamola nel dettaglio.

Uno spaccato del sistema prima del montaggio
Uno spaccato del sistema prima del montaggio

Le pedivelle in carbonio e cave

FSA è stata tra le primissime aziende ad utilizzare le pedivelle completamente cave ed in carbonio, senza sacrificare la rigidità e con una diminuzione di peso esponenziale. La tecnologia Hollow Carbon è stata mutuata anche per la nuova guarnitura con una finitura esterna undirezionale della fibra composita.

Gli unici inserti di alluminio presenti sulle pedivelle sono le filettature di ingaggio per i pedali e nel punto di innesto dell’asse passante. Quest’ultimo ha un diametro di 30 millimetri, è in alluminio 7075 ed è ottenuto dalla lavorazione con macchine CNC ad elevata precisione.

Asse da 30 e corone avvitate Direct Mount
Asse da 30 e corone avvitate Direct Mount

CNC anche per le corone

Le corone sono un’opera d’arte che trasmette leggerezza e robustezza al tempo stesso. Anche queste sono in lega d’alluminio 7075 e completamente lavorate con macchine a controllo numerico. Non sono uno stampo.

La particolarità risiede nel sistema Direct Mount delle corone e nel disegno Megatorq di FSA. Le corone non sono un blocco unico, ma sono lavorate singolarmente unite tra loro allo spider da viti con sede T30. Sono cinque le combinazioni: 54-40 e 53-39, 52-36 e 50-34 (tutte Shimano 12 velocità), 48-35 (solo Sram) e tutti per le trasmissioni a 12 rapporti. E poi la lavorazione dei denti (Megatorq) con i punti di ingaggio della catena, pensati per incrementare l’efficienza e la longevità. Non in ultimo, le corone sono ottenute con una forgiatura a freddo che non altera le caratteristiche tecniche della lega.

Gli altri numeri

Le lunghezze disponibili sono 4: 165 e 170 millimetri, 172,5 e 175. il fattore Q della guarnitura è di 147 millimetri, mentre la linea catena è di 44. Il prezzo è di quelli importanti, ma siamo di fronte ad un prodotto FSA che è frutto di un insieme di tecnologie avanzate. 659 euro di listino.

Non in ultimo: i test più recenti sul campo di gara hanno evidenziato una sopportazione dei carichi di lavoro che ha toccato i 3780 watt di picco di potenza.

FSA

Mark Cavendish in visita al quartier generale FSA e Vision  

06.12.2024
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Mark Cavendish ha recentemente visitato la sede centrale, il quartier generale taiwanese, di FSA e Vision, trasformando una semplice giornata di lavoro in una occasione indimenticabile di pura passione per tutti coloro che hanno avuto modo e piacere di poterla vivere. 

Il campione britannico si è dunque reso protagonista di un evento straordinario, culminato con la consegna di un premio speciale in riconoscimento della sua leggendaria carriera, terminata proprio quest’anno dopo aver colto il record di trentacinque vittorie di tappa al Tour de France. 

Il premio è stato consegnato al velocista britannico direttamente da Claudio Marra, il Vicepresidente Globale di FSA-Vision: un riconoscimento molto importante per celebrare i successi che lo stesso Cavendish è stato capace di ottenere nel corso della sua lunga carriera da professionista, scrivendo tra l’altro alcune delle pagine più emozionanti nella storia del ciclismo mondiale. Questo momento celebrativo ha rappresentato il culmine della giornata, testimoniando l’ammirazione e il rispetto che Cavendish ha guadagnato dai fan e dagli addetti ai lavori di tutto il mondo.  

Il velocista britannico alle prese con una ruota
Il velocista britannico alle prese con una ruota

Una questione di dettagli

Un altro passaggio importante della visita è stato l’incontro con alcuni tifosi locali del corridore e con una selezione di rivenditori ufficiali Vision della stessa regione asiatica. Cavendish ha avuto l’opportunità di interagire direttamente con la comunità ciclistica, consolidando il legame con i suoi sostenitori e condividendo la sua visione per il ciclismo del futuro. 

In particolare, i rivenditori che avevano acquistato le ruote in edizione limitata Vision Metron 60SL-35 TDF LTD hanno potuto incontrare Cavendish di persona e ricevere una sua (preziosissima) maglia autografata. Questo gesto ha aggiunto un tocco davvero molto personale all’evento, sottolineando l’importanza di una collaborazione estremamente profonda con i partner locali.  

La giornata si è poi conclusa con una visita speciale all’interno dello stabilimento FSA e Vision, dove Cavendish ha voluto ringraziare personalmente il team che ha contribuito allo sviluppo del modello personalizzato di ruote (senza dimenticare il manubrio Vision Metron 5D Evo…) utilizzato durante la sua vittoria nella quinta tappa del Tour de France 2024: la numero trentacinque! Durante questa visita, il Cavendish ha espresso il proprio apprezzamento per l’attenzione ai dettagli e la dedizione degli operai, due elementi chiave che hanno reso possibile e contribuito al successo.

Lavoro di squadra e innovazione  

La giornata di visita di Mark Cavendish presso il quartier generale FSA e Vision ha rappresentato non solamente un tributo ufficiale alla grande carriera agonistica del corridore inglese, ma anche un riconoscimento del lavoro collettivo che ha permesso di raggiungere traguardi straordinari.

La visita in azienda ha evidenziato inoltre il valore della collaborazione e della attenzione che caratterizzano ogni singolo prodotto FSA e Vision, ispirando inoltre il pubblico presente e consolidando il legame tra innovazione e successo sportivo.  Senza alcun dubbio, Mark Cavendish, con il suo esempio e con la sua grande carriera, ha lasciato un segno indelebile nel cuore di chi ha potuto partecipare a questa giornata speciale.

FSA

Vision

Pedivelle più corte: secondo FSA l’onda è già partita

09.07.2024
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I professionisti aprono la strada e il mercato si mette a ruota. La difficoltà semmai è prendere la fuga giusta, ma quando a dettare il passo ci sono riferimenti come Pogacar, la direzione è obbligata. La tendenza a ridurre a lunghezza delle pedivelle ha nello sloveno uno degli sponsor di maggior convinzione, anche se probabilmente fra i big è stato Evenepoel a ridurre le leve già un paio di anni fa. Si pensò che fosse legato alla statura invece, come ha da poco confermato Alessandro Colò, è la nuova frontiera della biomeccanica. Ed è per questo che i tecnici di FSA-Vision si sono dovuti rimboccare le maniche e intensificare le lavorazioni su leve di lunghezza inferiore, come racconta Edoardo Girardi, quattro anni da professionista alle spalle, in questi primi giorni di Tour de France (in apertura foto FSA).

«Stiamo avendo una richiesta abbastanza importante di accorciare le pedivelle – spiega – perché ci sono sempre più corridori e squadre che sponsorizziamo orientati in questo modo. E adesso sembra che la stessa richiesta stia arrivando già anche a livello aftermarket. Diciamo ancora in modo timido, però sta arrivando. Fra le squadre invece è una tendenza quasi… prepotente. Fino a due anni fa, prevedevamo una cinquantina di braccetti di pedivelle da 165 per coprire tutti i team, la proiezione per l’anno prossimo è già di 300 pezzi. Non siamo noi in primo battuta a fare i test, ma raccogliamo il loro feedback tecnico. E il parere è univoco. C’è un miglioramento dell’efficienza meccanica della pedalata. Il muscolo lavora con un travel non nella massima estensione e questo permette di risparmiare energie, con un vantaggio misurabile in termini di watt».

Questo incide sulla biomeccanica più in generale ovviamente?

Assolutamente, non si riduce al mettere soltanto una pedivella più corta. Sicuramente c’è un lavoro con il biomeccanico, in cui si stravolgono le regole del gioco. Se si guarda anche l’arretramento della sella, in questi ultimi anni sono tutti a zero e anzi addirittura qualcuno è positivo, con la sella in avanti. E’ un insieme che si sta assestando in modo diverso. I manubri sono più stretti e gli attacchi si sono allungati, perché portando più avanti il bacino, hanno la necessità di allungarsi in avanti. Cambia tutta la posizione, cambia il dislivello fra sella e manubrio. Con la pedivella più corta, posso alzare la sella. Sono cose soggettive, ovviamente, ma a quanto ci dicono la variazione di altezza di sella non coincide con la misura della nuova pedivella. Si resta più bassi e questo pare che porti a una migliore efficienza.

Si tratta di riduzioni drastiche o graduali?

Anche questo è molto soggettivo. C’è chi passa da 172,5 a 170, si abitua e prosegue. E chi invece fa subito il passaggio da 172,5 a 165 o addirittura a 160. Per consentire di avere la giusta gradualità e per individuare misure che possano accontentare tutti, abbiamo in gamma anche le pedivelle da 167,5. Ci sono da parecchio, ma fino allo scorso anno nessuno ce le aveva mai chieste. L’anno scorso qualche squadra ha iniziato volendo fare delle prove sulle bici da crono e adesso sta diventando, non dico uno standard, ma una misura comune. Per questo pensiamo che le 160 e soprattutto le 165 possano diventare un trend forte.

Con la possibilità illimitata di fare test, ormai è abbastanza immediato valutare se la scelta dia buoni frutti…

Infatti ormai tutti sono in grado di valutare e comparare l’efficienza della pedalata, anche solo con un allenamento. Se faccio sempre le ripetute sulla stessa salita, è un attimo per un atleta di alto livello, che è sempre tirato con una corda di violino, capire se c’è un miglioramento e se il miglioramento è meccanico.

Da FSA segnalano l’aumento di richieste di guarniture con pedivelle più corte da parte dei team sponsorizzati
Da FSA segnalano l’aumento di richieste di guarniture con pedivelle più corte da parte dei team sponsorizzati
Quanto incide l’emulazione rispetto a quello che fanno i campioni?

E’ fondamentale. Sicuramente adesso è sotto gli occhi di tutti perché Pogacar le ha utilizzate in diverse corse ed è come uno spot in prima serata su un canale televisivo. Tutti aprono gli occhi. E anche se non è solo questo ad avergli permesso certi risultati, se uno del suo calibro fa una scelta del genere, vuol dire che qualcosa di oggettivo c’è per forza. Quindi tanti, incuriositi, ci provano e si buttano. Sarebbe diverso se lo vedessero in altri corridori, che magari hanno fatto la stessa scelta da anni, però sono lontani dalla luce dei riflettori. Noi da parte nostra indaghiamo e ci stiamo rendendo conto che questo orientamento tecnico stia portando davvero a dei miglioramenti. Per cui sappiamo che il mercato a breve prenderà la stessa direzione.

Dal punto di vista della produzione cambia qualcosa?

Cambia nel senso che abbiamo dovuto introdurre una misura di pedivella più corta, perché non basta semplicemente spostare l’inserto in alluminio nella pedivella in carbonio. Intervieni proprio sulla lunghezza del braccio, anche perché questo ti dà anche un vantaggio in curva. Il braccio più corto significa che puoi continuare a pedalare anche quando sei in piega, puoi giocarti 5 millimetri in meno. Può sembrare poco, invece significa un angolo importante. E a questi livelli non perdere la pedalata in discesa può fare la differenza.

Si può parlare anche di risparmio di peso?

C’è del materiale in meno, ma non è quello il motivo di maggior interesse, anche se è innegabile che fra una 172,5 e una 165 la differenza ci sia.

Una pedivella più corta di 5-7 millimetri permette di pedalare anche quando si è in piega
Una pedivella più corta di 5-7 millimetri permette di pedalare anche quando si è in piega (immagine FSA)
Hai parlato di nuova misura.

Avremo una 155 e il bello è che ce la chiedono anche atleti di grossa taglia, che vogliono estremizzare il gesto della pedalata corta. Resta ovviamente una misura più votata al ciclismo femminile o anche magari anche alle categorie giovanili, ma è singolare che ce la chiedano anche corridori di altezza medio/alta. E’ una tendenza generale che vediamo con le nostre squadre, ma sondando il terreno anche team che montano materiali di altri brand ci confermano che questo è l’orientamento più o meno marcato, sicuramente un trend forte.

I rapporti però non cambiano?

Avendo a disposizione diversi mezzi per fare analisi e approfondimenti, vediamo che mantenendo la stessa rapportatura, quindi senza intervenire sulle corone, le velocità in gruppo aumentano. Evidentemente riduci il braccio di leva, però cambiando posizione e tutto il resto riesci comunque ad esprimere una potenza superiore. Oppure mantieni lo stesso output a livello di potenza, compensi con la cadenza. Aumentando di qualche pedalata la frequenza, probabilmente esprimono la stessa potenza con qualche battito in meno. Ed è lì che fanno la differenza. Vanno alla stessa velocità di prima, tenendo però qualcosina in più da giocarsi nel finale. Oppure, al contrario, possono spendere di più al momento di fare selezione.

Le vostre squadre al Tour hanno ridotto la lunghezza delle pedivelle?

Abbiamo Bahrain, Ef Education e Israel e tutti hanno ridotto la misura delle pedivelle. Non so dirvi ora quali corridori abbiano deciso di provare, perché le squadre chiedono un tot di pedivelle e poi sono loro a gestire queste prove. Ogni corridore ha 3-4 bici e di volta in volta fanno qualche test. Quando poi alla fine la squadra ci fa i suoi report, abbiamo modo di approfondire con i casi singoli.

Derek Gee pedala più basso grazie alle pedivelle, mantenendo potenza con superiore frequenza
Derek Gee pedala più basso grazie alle pedivelle, mantenendo potenza con superiore frequenza
Credi che tutto questo arriverà anche sul mercato?

In parte sta già accadendo, sia pure a livello di aftermarket. Se poi ci sarà un cambiamento vero di abitudini lo scopriremo se domani un costruttore sceglierà di fare il primo montaggio con pedivelle da 179 o 165 piuttosto delle classiche 172,5. Questo significherebbe che lo standard delle misure è cambiato, come è successo con i manubri, che di serie ormai vengono montati più stretti e con attacchi mediamente più lunghi.

Pro-Wing AGX, manubrio novità per gravel e bikepacking

03.05.2024
3 min
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FSA e gli amanti delle avventure fuoristrada hanno incrociato le loro esperienze per mettere a punto il manubrio Pro-Wing AGX. E’ progettato per rendere confortevoli le pedalate lungo i sentieri e le strade bianche. Posando lo sguardo su questo nuovo manubrio di FSA, risalta la sua forma fuori dall’ordinario. Nella parte anteriore infatti, è presente un’estensione integrata che vuole rendere la guida agevole e piacevole. Un punto di appoggio ulteriore, per scaricare il peso da mani e polsi dopo tanto tempo in sella. Si sa che nel gravel e nel bikepacking non si guarda al tempo, ma alla destinazione ed arrivarci in totale comodità permette di apprezzare appieno il viaggio.

Il nuovo manubrio di FSA è pensato per il fuoristrada, in tutte le sue sfumature
Il nuovo manubrio di FSA è pensato per il fuoristrada, in tutte le sue sfumature

Sicurezza, comfort e guidabilità

Il manubrio Pro-Wing AGX di FSA ha uno stile unico che ha tante sfumature e possibilità di utilizzo. Nella parte dell’impugnatura bassa l’angolazione è di 25 gradi, ciò consente di avere una presa più sicura e salda in discesa. Non solo, questo tipo di angolazione porta ad avere un’ampiezza nella parte bassa di 50 millimetri, l’impugnatura risulterà salda anche sui terreni sconnessi e accidentati. L’estensione anteriore, invece, ha una lunghezza di 170 millimetri. La larghezza alla base è di 150 millimetri, mentre in cima è di 80 millimetri. La lunghezza permette al ciclista di distendersi, trovando di fatto una posizione aerodinamica ma comunque comoda che gli permetta di appoggiare gli avambracci.

Per completare il tutto, FSA consiglia di utilizzare il manubrio con l’attacco VAS (Sistema di assorbimento delle vibrazioni). Un sistema sviluppato in maniera specifica per il fuoristrada, al fine di smorzare le vibrazioni. Un elastomero racchiude l’area di serraggio del manubrio e riduce gli urti a mani, polsi e braccia del ciclista. E’ disponibile con tre diverse tipologie di elastomero: Race, Sport e Comfort. 

Nonostante l’aggiunta dell’estensione, il manubrio Pro-Wing AGX pesa solamente 380 grammi.

Anche bikepacking

Gravel, vero, ma anche bikepacking: le possibilità di utilizzare e sfruttare il manubrio Pro-Wing AGX sono tante. Lo spazio in più fornito dall’estensione posta nella parte anteriore permette di montare anche borse aggiuntive. Non dovrete più lasciare a casa nulla, ogni oggetto troverà posto sulla vostra bici. le estensioni servono come perfetti punti di ancoraggio aggiuntivi.

FSA ha aperto le porte a GIVI ed insieme hanno creato una borsa specifica per questo manubrio. Si chiama Climb ed è la borsa manubrio con una capacità che va dai 9 ai 14 litri grazie al doppio sistema di chiusura Roll. A seconda delle necessità la borsa Climb si fa più o meno campiente. E’ realizzata in nylon ristop che la rende leggera ma anche molto resistente. Il rinforzo in tessuto TPU con asole per l’installazione di elementi aggiuntivi come moschettoni e cinghie consente l’aggiunta di qualsiasi carico supplementare. La borsa Climb ha un peso di 316 grammi.

FSA

eCrown Un Paved, la gamma che elettrizza il gravel

04.12.2023
5 min
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Pedalare nella natura, trainati dalla voglia di esplorare e spinti dalla tecnologia. Il neonato brand di bici elettriche eCrown è pronto a coinvolgere gli appassionati del gravel con le sue due proposte. Un Paved e Un Paved Light, sono i modelli creati dal marchio italiano per ampliare gli orizzonti del off-road gentile e della mobilità ibrida per il trekking. Costruite entrambe su telai in carbonio, vantano geometrie pensate per accompagnare il ciclista attraverso il comfort e prestazioni polivalenti per sterrato e asfalto. Più anime accomunate dal solo obiettivo di rispettare l’ambiente e godersi ogni pedalata. 

Per il gravel 

La nuova prospettiva del ciclismo e della vita sana ed ecologica, ha indotto molte aziende di settore ad investire nel gravel. eCrown risponde presente e lo fa con un approccio che rispetta l’ambiente e con una filosofia che abbraccia il Made in Italy. L’indole che accomuna i due modelli Un Paved è quella di offrire al ciclista tutta la libertà e il supporto che una e-bike può regalare.

«Le Un Paved – spiega Roberto Zanetti, Responsabile della Comunicazione eCrown – hanno un utilizzo trasversale, per un mondo nuovo, quello gravel, che sta crescendo molto. I due modelli condividono tanti pregi, però poi si differenziano in base all’utilizzatore. Sulla Light viene montato un motore diverso sulla ruota posteriore, quindi è pensata per un utente che ha un’esigenza diversa da un punto di vista della prestazione. Un approccio più rilassato più da viaggio. La Un Paved invece, ha un animo più avventuriero ed è stata pensata per affrontare percorsi anche più difficili».

Il brand di Pogno, un laborioso paesino in provincia di Novara, per la propulsione dei suoi modelli si è affidata all’esperienza di Polini e FSA. Due marchi che hanno come priorità l’affidabilità e le prestazioni. Concetti che si sposano a pieno con la mission di eCrown. Oltre alla performance, anche l’occhio vuole la sua parte, inconfondibile il verde che avvolge tutta la gamma e immerge ancora di più in un contesto naturale e off-road.  

Un Paved

Il primo modello che andiamo a scoprire è Un Paved. La versione più propensa al gravel, con manubrio dedicato e una geometria rigida, ma allo stesso tempo comoda e adatta alle lunghe distanze. Risalta agli occhi di tutti il cuore pulsante di questo modello, cioè il motore centrale Polini EP3 + EVO 250 watt, 75 Nm. Una garanzia di potenza e affidabilità con la batteria da 36V 14 Ah – 504 Wh e le sue cinque differenti mappature che permettono di modulare l’autonomia e affrontare percorsi con chilometraggi a tre cifre. Anche grazie al display a colori che fornisce tutte le informazioni necessarie per il proprio viaggio.

Le ruote sono FSA tubeless ready, con coperture Vittoria Terreno Dry da 40 mm. Le taglie selezionabili sono quattro da S a XL, da 155 cm a 195 cm di altezza dell’utilizzatore. Gli allestimenti proposti invece sono Shimano GRX 11v classico o Deore 11v Flat Bar. Altrimenti sono disponibili le rispettive versioni DI2. Il peso si attesta in soli 15 chili (16 per la versione con cambio meccanico) per una guidabilità che non viene quindi sacrificata come spesso capita in alcune e-bike.

Un Paved Light

Passando alla Un Paved Light, troviamo la versione più gentile. «Può essere utilizzata da chi vuole muoversi magari anche in città, grazie al manubrio flat perfetto per uno spostamento più agile all’interno di un contesto urbano. Sempre conservando la sua anima gravel». La Light si candida ad essere l’anello di congiunzione tra l’utilizzo cittadino e quello extra urbano. Versatilità che viene accompagnata da soluzioni tecniche mirate.

A partire dal peso che si alleggerisce notevolmente grazie alla sua silhouette più snella. Con i suoi 13,5 chili infatti, vanta una maneggevolezza aumentata. Il motore da centrale passa alla ruota posteriore. La tecnologia è fornita da FSA con il suo modello HM 1.0 da 45NM e la batteria da 36V 15 Ah-252 Wh. Anche nella versione Light le taglie sono quattro per andare incontro a tutti gli utilizzatori. 

eCrown