Il Cycling Team Friuli ha fatto incetta di risultati nella sua trasferta oltre confine alla Carpathian Couriers Race. Fran Miholjevic si è portato a casa la classifica generale, quella di miglior giovane e la classifica a punti. Un altro nome che ha brillato in territorio slovacco, al confine con la Polonia, è quello di Nicolò Buratti.
Il giovane corridore friulano, classe 2001, non è mai uscito dalla top ten nelle quattro tappe disputate. Ha conquistato il prologo di apertura, il quinto posto nella seconda frazione, infine un secondo ed un decimo posto nelle ultime due tappe.
Nicolò Buratti sul podio della Firenze-Empoli, conclusa alle spalle di Guzzo della Zalf (foto PhotoRS) Il giorno dopo al GP La Torre di Fucecchio ha conquistato la prima vittoria stagionale (foto PhotoRS)
Nicolò Buratti sul podio della Firenze-Empoli, conclusa alle spalle di Guzzo della Zalf (foto PhotoRS) Il giorno dopo al GP La Torre di Fucecchio ha conquistato la prima vittoria stagionale (foto PhotoRS)
Potremmo dire che è stata una trasferta prolifica…
E’ stata una bella gara, nella quale abbiamo fatto bene come squadra e anche dal punto di vista personale mi ritengo molto soddisfatto. Non mi aspettavo di poter vincere il prologo iniziale, mi sentivo bene ma non credevo fino a questo punto. Per quanto riguarda il resto delle tappe, sapevo fossero adatte a me.
E’ la tua seconda vittoria stagionale dopo il GP La Torre a Fucecchio.
Sono, anzi, siamo partiti forte quest’anno. Il giorno prima della vittoria a Fucecchio avevo ottenuto il secondo posto alla Firenze-Empoli (vinta da Guzzo, ndr). Il mese di marzo è andato molto bene, sono arrivato terzo al Gp Slovenian Istria, gara 1.2. Aprile è stato un mese un po’ più sfortunato.
Sei al secondo anno con il CTF, come ti trovi?
E’ una squadra continental che fa molta attività anche in altre Nazioni: Croazia e Slovenia su tutte. Questo ci permette di lavorare bene e di confrontarci con corridori e squadre di alto livello. Il team è davvero giovane, abbiamo solamente un corridore elite (Sergio Tu, corridore taiwanese richiesto da Merida, classe 1997, ndr). Sono gare con un parterre di atleti con un livello più alto rispetto a quello nazionale. Ti scontri con continental straniere davvero attrezzate.
E’ un confronto positivo per crescere e maturare anche in ottica professionismo.
Sì, anche perché l’obiettivo di ognuno di noi è quello di passare professionista. Confrontarsi con atleti che hanno avuto esperienze tra i pro’ è giusto, anche perché il livello, una volta tra i grandi, è alto. Diciamo che ci si abitua da subito. La mia prima gara fuori confine è stato il GP Adria Mobil nel marzo del 2021. Una corsa molto rinomata alla quale hanno partecipato anche la Bardiani ed i team development della Jumbo e della Groupama.
Hai fatto il primo anno da under 23 al Pedale Scaligero, come sei arrivato al CTF?
Nei due anni da junior non ero andato molto bene, anzi direi che sono stati i miei due anni peggiori. Le cause sono un po’ psicologiche ed un po’ per la maturazione fisica tardiva. Il primo anno da under 23 con il Pedale Scaligero mi ha permesso di crescere e di mettermi in mostra, così è arrivata la chiamata del Cycling Team Friuli. Essendo io friulano un po’ ci speravo e quando mi hanno contattato non ci ho pensato due volte.
Che differenze hai trovato nel cambiare squadra?
Il CTF è un ambiente molto professionale, sotto tutti gli aspetti: da quello atletico a quello mentale. Si ragiona da grande team ed è importante per far crescere dei corridori pronti al professionismo. In più anche a livello di struttura e di supporto all’atleta ci sono molte strutture, come il CTFLab, cui si si appoggiano anche alcuni atleti professionisti. Curano la preparazione e la biomeccanica per ottenere il meglio una volta che si sale in bici.
Come ti trovi con la squadra e con Renzo Boscolo?
Il gruppo di atleti è molto unito, essendo poi tutti vicini di età è facile andare d’accordo. Renzo, insieme a tutto lo staff e al presidente Roberto Bressan, è il motore della squadra. E’ sempre pieno di energia e di idee, ci sta molto dietro ed è un punto di riferimento per tutti noi.
A proposito di pro’, hai corso anche con loro?
Sì, sempre l’anno scorso ho corso con il Cycling Team Friuli la Cro Race e poi con la nazionale la Per Sempre Alfredo. Devo ammettere che ho provato una particolare emozione, soprattutto in Croazia dove per la prima volta ho corso accanto a Landa e Yates. Sono emozioni che però poi bisogna metabolizzare, perché alla lunga deve diventare la normalità.
Tu sei al terzo anno, stai già pensando al professionismo, magari dall’anno prossimo?
Ci penso, come è giusto che sia. Il mio è stato un percorso abbastanza graduale, con il primo anno qui al CTF ho capito cosa vuol dire fare ciclismo e la vita da corridore. Dal 2022 ho avuto un miglioramento ulteriore delle mie qualità tecniche, sarebbe bello passare pro’, ce la metterò tutta e credo di essere abbastanza maturo.
Che tipo di corridore ti senti di essere?
Se dovessi mettermi in una categoria direi quella dei passisti-veloci, me la cavo molto bene sui percorsi mossi, come alla Carpathian Couriers Race. Non sono molto veloce, piuttosto preferisco le gare dure con arrivi in gruppi ristretti. Mi sento più un corridore da corse di un giorno.
Prossimi appuntamenti? Farai il Giro d’Italia Under 23?
Lo farò, sarà la mia seconda partecipazione, l’anno scorso ho ottenuto dei buoni piazzamenti, quest’anno punterò a migliorarmi. Tra poco andrò sul Pordoi insieme a due miei compagni proprio per preparare il Giro. E’ l’appuntamento più importante in Italia e l’atmosfera che si respira è davvero entusiasmante.
Di carattere come ti descriveresti?
Abbastanza tranquillo, riservato ed introverso. Vado d’accordo con le persone, in gruppo mi trovo bene.