Il consuntivo del Regioni, ma Scotti già pensa al 2026

Il consuntivo del Regioni, ma Scotti già pensa al 2026

02.12.2025
5 min
Salva

Tempo di consuntivi per il Giro delle Regioni di ciclocross. La challenge che ha inaugurato la stagione è andata in archivio con la prova di Cantoira e i successi finali di Folcarelli e Borello, ma sul suo sviluppo c’è ancora molto da dire, considerando la sua particolare conformazione, con un team supervisore, quello di Fausto Scotti e varie squadre che mettono insieme il loro impegno facendo del circuito una struttura fondamentale per lo sviluppo dell’attività.

Fausto Scotti, a sinistra, è da sempre il deus ex machina del Giro d'Italia prima e del Regioni poi
Fausto Scotti, a sinistra, è da sempre il deus ex machina del Giro d’Italia prima e del Regioni poi
Fausto Scotti, a sinistra, è da sempre il deus ex machina del Giro d'Italia prima e del Regioni poi
Fausto Scotti, a sinistra, è da sempre il deus ex machina del Giro d’Italia prima e del Regioni poi

Tutto è iniziato a Corridonia

Ad aprire le ostilità è stata Corridonia grazie all’impegno del Bike Italia Tour con a capo Francesco Baldoni: «Sono passati due mesi dall’evento, ma noi siamo già al lavoro per valutare un possibile cambio data e per migliorare ulteriormente ogni aspetto della manifestazione, con l’obiettivo di renderla sempre più completa e funzionale sia per gli atleti che per il pubblico. La numerosa partecipazione, costante in tutte le edizioni, rappresenta per noi organizzatori un grande riconoscimento e uno stimolo a proseguire su questa linea di crescita».

A Tarvisio si è mosso in prima persona il Bandiziol Cycling Team di Mauro Bandiziol: «Quest’anno è stato difficile capire realmente quanto afflusso ci sia stato se non dai numeri degli iscritti, considerando le difficili condizioni meteo al limite della praticabilità del percorso, tuttavia il comitato organizzatore insieme allo staff principale ha portato a casa 3 semafori verdi dalla commissione UCI presente sul posto. Che dire , quando il gioco si fa duro i duri iniziano a giocare, un grazie speciale a quanti hanno collaborato per l’ottima riuscita dell’evento».

La prova di Tarvisio è stata quella più penalizzata dal maltempo. Una gara da Nord Europa...
La prova di Tarvisio è stata quella più penalizzata dal maltempo. Una gara da Nord Europa…
La prova di Tarvisio è stata quella più penalizzata dal maltempo. Una gara da Nord Europa...
La prova di Tarvisio è stata quella più penalizzata dal maltempo. Una gara da Nord Europa…

Lo Zoncolan non ha tradito le aspettative

A Osoppo è toccato al Jam’s Bike Team Buja di Gessyca Baldassa: «La tappa del Rivellino Ciclocross non è solo una competizione, è un punto di riferimento. L’evento si distingue non solo per l’alta competitività, ma anche per la sua location eccezionale e unanimemente riconosciuta come una delle più affascinanti e performanti. Il percorso di quest’anno è stato particolare, creando sul tracciato la scritta del suo nome celebrando così i 20 anni di attività».

Poi c’è stata l’attesissima prova sullo Zoncolan, la novità di quest’anno, per merito del Carnia Bike: «Organizzare una gara di questo tipo a 1.300 metri di altitudine non è semplice – garantisce la vicepresidente Vanezza Zagar – e racchiude molte sfide ma siamo comunque riusciti a fare un buon lavoro grazie all’ottima collaborazione con il Comune di Sutrio e tutto il territorio limitrofo. La buona risposta delle moltissime società partecipanti ci dà la carica per pensare a un’edizione 2026 davvero entusiasmante».

Tutti i vincitori finali del Regioni 2025, premiati nella tappa finale di Cantoira
Tutti i vincitori finali del Regioni 2025, premiati nella tappa finale di Cantoira
Tutti i vincitori finali del Regioni 2025, premiati nella tappa finale di Cantoira
Tutti i vincitori finali del Regioni 2025, premiati nella tappa finale di Cantoira

Già tante richieste per il 2026

Chiusura a Cantoira, in Piemonte: «Abbiamo garantito alle categorie giovanili il confronto formativo con i migliori atleti italiani anche in previsione della imminente Coppa Italia e dei campionati tricolori – testimonia il coordinatore locale Pier Franco Guglielmetti – Non posso non sottolineare la mia personale soddisfazione nella riuscita della manifestazione anche dal punto di vista promozionale per le Valli di Lanzo. La riuscita dell’evento, la sinergia tra organizzatori ed enti territoriali fa poi ben sperare per un’evoluzione della manifestazione anche a livello internazionale».

A riassumere il tutto è Fausto Scotti, che ha portato a termine un’altra impresa: «Alla fine, tanti partecipanti, tanti numeri e il livello si alza sempre di più anche a livello giovanile. I numeri aumentano, a oggi posso già dire che abbiamo 14 richieste e 8 hanno i requisiti per poter fare una tappa. Sarà difficile scegliere le 6 gare, comunque l’anno prossimo punteremo a farlo tutto internazionale e intanto a riaggiungere una tappa».

Grandi numeri di partecipazione in tutte le tappe. Il record spetta all'inaugurazione di Corridonia
Grandi numeri di partecipazione in tutte le tappe. Il record spetta all’inaugurazione di Corridonia
Grandi numeri di partecipazione in tutte le tappe. Il record spetta all'inaugurazione di Corridonia
Grandi numeri di partecipazione in tutte le tappe. Il record spetta all’inaugurazione di Corridonia

Maggiore spazio dai media

Un aspetto sul quale Scotti intende spingere è la copertura mediatica: «Soprattutto il rapporto con la Rai va rivisto. E’ vero che passano un paio di minuti su Radio Corsa, ma ci vorrebbe più spazio  per dare anche un po’ più di risonanza ai team e alle città. E’ chiaro che a ottobre c’è ancora tanta attività su strada. Ma invece di far vedere Juventus-Roma del 1932 perché non mettere dentro una gara che noi ti mandiamo a pacchetto chiuso, con il lavoro (costoso) del server? E’ vero che su Bike Channel o Scratch riusciamo a passare due ore e ci fanno vedere tutte le categorie, ma la rete nazionale ha ancora un altro impatto».

C’è poi il lavoro di contorno: «Abbiamo fatto promozione nelle scuole coi bambini, abbiamo lasciato gadget, abbiamo divulgato il ciclismo e questo colpisce anche gli sponsor che si stringono a noi».

Mattia Agostinacchio ha preso l'abbrivio al Regioni per raggiungere la forma migliore per gli europei
Mattia Agostinacchio ha preso l’abbrivio al Regioni per raggiungere la forma migliore per gli europei
Mattia Agostinacchio ha preso l'abbrivio al Regioni per raggiungere la forma migliore per gli europei
Mattia Agostinacchio ha preso l’abbrivio al Regioni per raggiungere la forma migliore per gli europei

Un trampolino per le nostre stelle

Tutti, da Agostinacchio e Viezzi in giù, dicono dell’utilità del circuito posizionato a ottobre, perché pur non andando a gareggiare all’estero, hanno potuto rodare la gamba, quindi la posizione nel calendario è ideale: «Aver fatto il cittì per 17 anni mi dà l’esperienza necessaria per sapere come costruire una stagione e aiutare i nostri. Se allestisci le gare internazionali e non inviti stranieri tutti i punti vanno ai corridori italiani e questo li aiuta poi a partire più avanti nelle prove estere, europei in primis. Inoltre così gli fai fare tutto ottobre pieno e arrivano all’evento che hanno fatto un bel rodaggio. Fai solo scarico di allenamento, galleggi quella settimana e vai all’europeo che hai una buona gamba. Se il Giro serve anche a questo, ben venga…».

Parte il Giro delle Regioni e Scotti fa l’appello dei big

27.09.2025
6 min
Salva

Ultime ore di attesa e si comincia. Domani il Giro delle Regioni di ciclocross scatterà da Corridonia, sorta di “antipasto” della challenge prima delle sue tappe centrali, tutte previste in Friuli, anzi per meglio dire in provincia di Udine. Sono già oltre 400 gli iscritti (secondo il controllo effettuato una settimana fa) ma c’è da scommettere che fra le varie categorie saranno molti di più. Per Fausto Scotti il lavoro è però già entrato da giorni nel pieno, considerando i continui spostamenti in settimana fra le Marche e la sede romana della società.

Tocca all’organizzazione di Fausto Scotti con il suo Giro delle Regioni aprire la stagione del ciclocross
Tocca all’organizzazione di Fausto Scotti con il suo Giro delle Regioni aprire la stagione del ciclocross

Di attese, ormai l’ex cittì del ciclocross ne ha vissute tantissime. L’immediata vigilia è però sempre carica di incognite e dubbi, in crescita inversamente proporzionale alle ore di sonno: «Rispetto agli anni scorsi, essendo la prima tappa che sempre si accavalla con il pieno della stagione su strada, ci si chiede sempre come sia l’atmosfera, se ci sarà abbastanza gente, anche se il movimento è abbastanza preparato. La tappa iniziale darà già importanti risposte, a prescindere da chi ci sarà».

Le prime 4 di 5 tappe si svolgeranno fino al 19 ottobre, quindi praticamente tutte accavallate con la stagione su strada. Non è una penalizzazione per te e per il tuo gruppo?

Ormai ci abbiamo fatto il callo. Basti pensare che noi saremo sullo Zoncolan il 19 ottobre, a 1.300 metri di altezza, non è che il clima ci consenta di andare oltre. E comunque la stagione è sempre portata ad essere in anticipo oramai perché già a inizio novembre hai un rendez-vous importante come gli europei e servono prove di verifica per formare la squadra azzurra. Anch’io come tecnico azzurro cercavo di fare più gare nel periodo di ottobre proprio per selezionare una squadra da portare avanti almeno per europei e le prime di Coppa del mondo. Non tutti possono andare all’estero e si possono permettere di fare degli scontri diretti con i più forti. Serve un teatro di ragionamento.

Dopo Corridonia tre domeniche in Friuli fino al 19 ottobre. Chiusura il 22 novembre a Cantoira (TO)
Dopo Corridonia tre domeniche in Friuli fino al 19 ottobre. Chiusura il 22 novembre a Cantoira (TO)
Con la ripresa dell’attività, ti ritrovi ad aver a che fare con la situazione solita del ciclocross italiano: tanti talenti nelle categorie giovanili che poi però non si traducono in tanti elite di livello…

Lo so e il problema non si pone solo a livello maschile. Guardate quante donne di altissimo livello vengono dal ciclocross e ormai fanno solo strada. Continua solo chi entra in team esteri e fa la doppia attività andando di pari passo. Ma per farlo i team hanno alzato il livello anche degli stipendi. E non credo che un prestito temporaneo possa dare quei soldi. Mettiamoci anche che il periodo di sosta effettiva è sempre più breve, anche chi va su strada poi riprende presto tra ritiri e prime gare. O sei in un team con un progetto come l’Alpecin o la scelta che hanno fatto gli Agostinacchio, o ti trovi presto a dover scegliere ed economicamente non c’è partita…

E’ diverso il discorso scendendo di categoria?

Sì, io penso che le gare juniores saranno di buon livello. Anche gli under 23 si trovano spesso a dover tappare qualche buco di fine stagione su strada. Per questo le gare di ottobre non sempre possono offrire un parco atleti di vertice, completo. E’ anche vero però che ci sono degli specialisti che già da un mese si preparano per incominciare l’attività ora. Già alla prima vogliono essere in grande spolvero per giocarsi le proprie chance anche per l’azzurro. Oppure scelgono di gareggiare dietro spinta dei propri team perché vogliono sfruttare il ciclocross per poi essere subito brillanti nell’apertura delle stagioni su strada o in mtb.

Un’immagine dall’alto del percorso di Corridonia al Giro delle Regioni. Attesi almeno 500 partecipanti
Un’immagine dall’alto del percorso di Corridonia al Giro delle Regioni. Attesi almeno 500 partecipanti
Hai detto che anche quest’anno avete avuto tante richieste. Vi trovate però a ottobre tre tappe, tutte e tre in provincia di Udine. Non è che poi questo penalizza la challenge? Si dice Giro delle Regioni, ma poi le regioni alla fin fine sono solo tre…

Io come organizzatore devo garantire la qualità dell’evento. Posso mettere dentro gare nuove pian pianino, ma dopo averle già testate. Lo Zoncolan, la novità di quest’anno, ha fatto un buon evento e allora l’abbiamo inserito. Noi dobbiamo fare il calendario, far crescere gli atleti, offrire loro la possibilità di fare punti attraverso gare organizzativamente qualificate. In passato siamo stati in tutta Italia, al Nord come al Centro e andando anche al Sud, l’attività per un anno l’abbiamo fatta quasi tutta nel Centro-Sud, quest’anno invece siamo tre volte in Friuli appoggiandoci su team molto qualificati.

Quali sono i criteri di scelta?

C’è il rispetto verso chi ci è sempre stato vicino, poi se un domani avrà problemi vedremo come aiutarli e se proprio non potranno faremo altre scelte. Io devo guardare anche l’aspetto economico. Da molte sedi di tappe passate dobbiamo ancora ricevere contributi e non mi va di tornare dove ci sono crediti da riscuotere. Perché si tratterebbe di aumentarli continuando ad anticipare…

La novità di quest’anno è che nelle gare internazionali le juniores gareggeranno da sole, non con le Open
La novità di quest’anno è che nelle gare internazionali le juniores gareggeranno da sole, non con le Open
Sentendo le varie società e la risposta dell’ambiente, l’appuntamento dello Zoncolan è atteso un po’ come il fulcro di questa stagione…

E’ così, ma non vorrei che questo facesse passare in secondo piano le tappe precedenti. E’ una novità relativa. Sullo Zoncolan si è già gareggiato e poi in rete è possibile trovare tutti i riferimenti relativi. Nessuno arriverà digiuno di quel che si troverà ad affrontare.

Che numeri ti aspetti, non solo a Corridonia?

La media del 2024 è stata sui 600 partenti, proprio nella prima tappa di Corridonia. Dopo siamo andati sempre sulle 400 unità. Parliamo di numeri importanti se si pensa che tante gare su strada faticano a toccare i 100 partenti. Poi, riallacciandoci anche a quanto detto prima, oggi la situazione è molto cambiata anche rispetto a solo un decennio fa. Oggi l’attività di un corridore non la decide tanto il team, quanto il procuratore e il preparatore atletico, che decidono quali gare fare e non fare.

L’attesa principale è per la tappa del 19 ottobre sullo Zoncolan, a quota 1.300 metri
L’attesa principale è per la tappa del 19 ottobre sullo Zoncolan, a quota 1.300 metri
Pensi che saranno ancora le categorie giovanili a catalizzare l’attenzione, nella tua challenge come più in generale nel movimento?

Sì e dico che la Federazione dovrebbe premiare queste società che oramai da più di trent’anni continuano a fare sacrifici e attività e si sobbarcano tante spese. Che fanno un sacco di trasferte anche meno importanti, pure con poche risorse, fanno tanti viaggi lunghi. Ogni volta che arrivano sono veramente felice di fargli i complimenti per i sacrifici che fanno.

Tornando un attimo al discorso dello Zoncolan, parlando con lo Scotti tecnico più che organizzatore, il fatto di gareggiare a 1.300 metri influirà non solo sui campioni, ma anche sul ciclocrossista medio.

Questa una domanda veramente valida, interessante. Saranno già pochi quelli che arriveranno il venerdì sera e non basterà quel tempo per ambientarsi. Una differenza c’è. Parecchi si troveranno in difficoltà per questo, soprattutto dopo la metà gara, perché comunque il consumo di ossigeno è molto più elevato, il recupero è diverso. Essendo poi all’inizio della stagione un po’ di problematiche si possono avere, pur considerando sempre il fatto che molti sono giovani e a questi dislivelli ci sono abituati.

Giro delle Regioni pronto, ma Scotti guarda già oltre

03.08.2025
5 min
Salva

Puntuale come ogni estate ecco che arriva l’appuntamento con il circuito di Fausto Scotti, primo fondamentale riferimento per la stagione di ciclocross. E’ ormai un ventennio che l’ex cittì della nazionale sui prati allestisce circuiti nazionali, ha a disposizione uno staff collaudato che gira l’Italia e le sue gare rappresentano la prima vera presa di contatto con la stagione. Per molti versi il Giro delle Regioni apre il cammino di avvicinamento verso il primo rendez vous costituito dagli europei d’inizio novembre.

Fausto Scotti, ex cittì azzurro, per il 19° anno impegnato nell’allestimento di una challenge nazionale
Fausto Scotti, ex cittì azzurro, per il 19° anno impegnato nell’allestimento di una challenge nazionale

Una scelta difficile fra tanti candidati

La costruzione del calendario è sempre un passo importante, delicato, perché per farlo servono molte settimane nelle quali sono vagliate svariate proposte: «Noi abbiamo stilato un calendario di 5 prove, posso dire che tra organizzatori vecchi e nuovi ne avevamo a disposizione almeno quattro volte tanti. Abbiamo però scelto un calendario snello e concentrato nella prima parte della stagione perché a livello nazionale ci sono tantissime gare e volevamo evitare troppe contrapposizioni. E’ importante che ci sia una cernita, basata sulla competenza e sulla sicurezza: bisognerebbe che tutto il calendario italiano seguisse questo filone».

La quarta edizione del Giro delle Regioni prenderà quindi il via il 28 settembre da Corridonia (MC), in un contesto ormai abituale per la challenge con l’organizzazione del Bike Italia Tour. Ottobre sarò tutto dedicato al Friuli Venezia Giulia: il 5 appuntamento a Tarvisio per una prova internazionale curata dal Bandiziol Cycling Team, il 12 la classica di Osoppo allestita dal Jam’s Bike Buja, il 19 la grande novità di quest’anno con la tappa disegnata sullo Zoncolan, tecnicamente affidata a Carniabike. Infine il 22 novembre gran finale a Cantoira (TO) con la regia del GS Brunero 1906.

Cinque le tappe previste quest’anno al Giro delle Regioni, tra Marche, Friuli (ben 3) e Piemonte
Cinque le tappe previste quest’anno al Giro delle Regioni, tra Marche, Friuli (ben 3) e Piemonte

A un passo dalla Coppa del mondo

«In terra piemontese – ammette Scotti – eravamo davvero vicini all’allestimento di una tappa di Coppa del Mondo, Flanders Classics era pienamente a disposizione perché ciò avvenisse, ma servivano troppi fondi economici e la Regione è impegnata nell’allestimento dello start della Vuelta che non lascia spazio ad altro, quindi abbiamo fatto marcia indietro. Non ce la sentivamo di esporci: noi abbiamo un bilancio in attivo, ma abbiamo anche tantissimi crediti ancora da riscuotere in molte regioni. Ormai anche le delibere degli enti pubblici non sono una garanzia, possono essere cambiate cinque minuti dopo…».

Per questo Scotti ha preferito andare sul sicuro: «Siamo in situazioni dove abbiamo il pieno appoggio delle istituzioni. In Friuli il neo presidente della Fci Michele Bevilacqua ha accolto con entusiasmo il nostro arrivo, lo stesso dicasi nelle Marche e in Piemonte. Ma intendiamoci: chi era con noi lo scorso anno e non c’è oggi non vuol dire che sia stato bocciato, noi potevamo fare anche il doppio di gare, ma non sarebbe stato giusto nei confronti degli altri organizzatori, mettere in concorrenza prove che vanno solo a togliere iscritti e quindi risorse. San Colombano Certenoli, ad esempio, è sempre con noi, daremo loro una mano a fine dicembre per l’allestimento della finale di Coppa Italia giovanile».

Lo staff di Scotti si congiunge in ogni tappa alla società organizzatrice
Lo staff di Scotti si congiunge in ogni tappa alla società organizzatrice

Programma gare rivisitato

E’ proprio sul settore giovanile che, dal punto di vista tecnico, si registra la principale novità del prossimo calendario: «Ci siamo dovuti uniformare al nuovo regolamento Uci che vuole gare specifiche per le juniores donne, quindi non più in gara con le Open. Nelle gare internazionali (anche per non incorrere nella multa prevista di 800 euro) le junior gareggeranno per proprio conto il che significa che il programma di prove avrà un evento in più e quindi dovremo trovare spazio nell’orario gara».

La scelta delle tappe non è sempre facile: «Non avete idea di quante richieste arrivano, anche dai Comuni, ma noi dobbiamo andare con i piedi di piombo per il discorso fatto prima, senza garanzie non ti muovi e le garanzie te le danno in pochi. Anche gli sponsor nel settore diminuiscono e diminuiscono conseguentemente anche i fondi a disposizione. Noi preferiamo appoggiarci a società consolidate, a comitati di tappa che funzionano e che noi integriamo con i nostri servizi e la nostra supervisione, è questo il segreto che ha fatto del Giro delle Regioni una realtà organizzativa ammirata anche all’estero».

Quest’anno la novità è costituita dalla prova junior femminile a sé stante
Quest’anno la novità è costituita dalla prova junior femminile a sé stante

Attesa spasmodica per lo Zoncolan

La tappa dello Zoncolan rappresenta già il fiore all’occhiello di questa edizione: «Sappiamo che allestire lì una prova nella terza settimana di ottobre è pur sempre un azzardo, siamo a 1.300 metri di quota e non abbiamo assicurazioni sulle condizioni meteorologiche, ma allestire lì una prova internazionale rappresenta una bella sfida che sicuramente attirerà tanta gente, sia per il fascino della montagna che per l’inusualità del contesto».

Mancano tappe al sud: «Con Gallipoli siamo rimasti in stretto contatto ed anzi stiamo pensando a un grande progetto internazionale per il 2026, per il quale sarà coinvolta anche l’Uec, per questo un anno di transizione era necessario. Che poi piena transizione non è visto che già si sta lavorando con Michela Piccioni, la responsabile locale, all’allestimento di una quattro giorni dedicata alle bici storiche, un appuntamento cicloturistico al quale teniamo molto».

Al Regioni saranno presenti tutte le categorie con spazio anche per i più piccoli per avvicinarli al ciclocross (foto Bit&Led)
Al Regioni saranno presenti tutte le categorie con spazio anche per i più piccoli per avvicinarli al ciclocross (foto Bit&Led)

Un sogno legato alla strada

Tra le tante idee nella mente di Scotti, c’è sempre il progetto di “trasbordare” il Giro delle Regioni su strada, per riprendere l’antica tradizione che Eugenio Bomboni aveva sviluppato facendone la gara a tappe di riferimento del calendario dilettantistico mondiale: «La cosa è fattibile, io ho pensato a sei gare tutte nel Centro Italia, ma per farlo bisogna mettere insieme sei corse esistenti, sei classiche ravvicinandole nel calendario e concentrando la logistica in ognuna di esse per contenere i costi. Si finisce una tappa e ci si sposta direttamente alla successiva, completamente staccata. Io dico che tra Lazio, Abruzzo, Marche, Umbria, Campania avremmo tutte le possibilità per allestire un evento di grande richiamo, magari con un regolamento diverso dal solito, non con classifiche a tempi ma a punti. Vedremo».

Campionati Italiani Giovanili di cross, ecco perché piacciono

12.01.2025
4 min
Salva

I campionati italiani di Follonica, un bell’esempio di promozione per il ciclocross e per il ciclismo giovanile in genere. Un plauso alla ASD Romano Scotti che arriva da più direzioni, non in ultimo da Fabrizio Tacchino (preparatore e anche tecnico federale) che abbiamo intervistato nel post evento. Fausto Scotti ed il suo staff hanno organizzato a Follonica la rassegna nazionale di ciclocross dedicata alle categorie giovanili.

Il ciclismo ha bisogno di tornare a crescere anche sotto il profilo della durezza, della tecnicità dei percorsi, ma sempre con le giuste proporzioni di sforzo legate alle categorie dei partecipanti, fattori che potrebbero riportarci al pari di nazioni che in questo periodo storico la fanno da padrone.

Fabrizio Tacchino con Nicolò Maglietti e Giovanni Bosio, campioni del team releay (foto Tacchino)
Fabrizio Tacchino con Nicolò Maglietti e Giovanni Bosio, campioni del team releay (foto Tacchino)
Ti sentiamo entusiasta dell’evento appena concluso!

Per me è stata una bellissima manifestazione, ben congegnata e ben fatta sotto tutti i punti di vista. Lo ritengo il sigillo di una stagione giovanile del ciclocross che è anche una sorta di rilancio vero e proprio. Un elogio a chi ha avuto il coraggio di organizzare un evento del genere, una manifestazione che diventa un’ottima base per una ricostruzione tecnica del ciclismo, a partire dai giovani.

Ti riferisci al percorso?

Anche. Di sicuro il tracciato è stato degno di una rassegna nazionale del ciclocross, impegnativo e tecnico per gli atleti, a tratti anche molto impegnativo, ma è giusto così. Comunque ben strutturato anche in base al modello di sforzo proporzionato all’età. Non bisogna dimenticare che hanno gareggiato le categorie esordienti e allievi. Un campionato nazionale non deve essere una gara fatta a caso. Bello per gli spettatori che hanno beneficiato di una panoramica di un tracciato come andrebbe fatto.

Tracciato completo, tecnico ed impegnativo, ma ben studiato per i ragazzi (foto ASD Scotti)
Tracciato completo, tecnico ed impegnativo, ma ben studiato per i ragazzi (foto ASD Scotti)
Per fare un paragone, un percorso degno delle gare del Belgio?

Con le dovute proporzioni e considerando che si tratta di categorie giovanili, direi di si. Anche se è necessario sempre fare delle considerazioni ben precise.

A cosa ti riferisci?

Spesso si celebrano, da una parte giustamente, i circuiti di Belgio e Olanda, ma è necessario considerare che in quelle Nazioni buona parte dei tracciati sono permanenti. Sono dei veri stadi e arene. In Italia questo non esiste, perché i percorsi da ciclocross vengono tracciati nei giorni antecedenti alla gara o comunque non sono permanenti. Non è una banalità, una variabile che influisce anche sulla tecnicità dei percorsi.

Ambire alla qualità dei tracciati?

Esattamente. In Italia dobbiamo tornare a disegnare, tracciare e far correre gli atleti all’interno di tracciati con una elevata tecnicità, partendo dalle rassegne nazionali ed eventi più importanti e poi a cascata un po’ ovunque. La semplicità non porta a nulla.

Una fase di partenza lungo il rettilineo che anticipava il tracciato vero e proprio (foto ASD Scotti)
Una fase di partenza lungo il rettilineo che anticipava il tracciato vero e proprio (foto ASD Scotti)
Un fattore che potrebbe aiutare a sfornare talenti?

Le gare facili abbassano il livello dei corridori o comunque non ci mettono al pari delle Nazioni che dominano. I percorsi tecnici divertono il pubblico ed i ragazzi, diventano al tempo stesso un’eccellente base di lavoro e per la guida. Fanno crescere il livello complessivo, danno motivazione. Un livello elevato permette di gratificare anche con la sola partecipazione. E’ un incentivo.

Pensi che abbiamo perso molte gare con un elevato tasso tecnico?

Sì e non solo in ambito ciclocross. Paradossalmente sono rimaste tante gare facili. I motivi sono diversi, sicuramente i costi recitano la parte del leone. Soprattutto a livello giovanile abbiamo perso, purtroppo, la maggior parte degli eventi che si svolgevano sui tre giorni. Manifestazioni che permettevano di fare una grande esperienza ai più piccoli, gare che invece sono un modello tanto utilizzato all’estero. Sono idee che andrebbero riprese, sicuramente ripensate in ottica più moderna, ma comunque utilizzate.

La rassegna di Follonica, un bell’esempio di organizzazione e promozione del ciclismo giovanile
La rassegna di Follonica, un bell’esempio di organizzazione e promozione del ciclismo giovanile
Si parla tanto di far pagare un biglietto, la ritieni una soluzione?

In Italia è difficile pensare di far pagare il biglietto ad una gara di bici, ma non è impossibile. Come accennato in precedenza, a mio parere, è giusto prendere spunto da quello che vediamo arrivare dalle nazioni trainanti, ma altrettanto giusto calibrare al contesto italiano. Gli eventi collaterali sarebbero una buona soluzione, solo per fare un esempio.

Tricolori di Follonica, sul ciclismo lo sguardo dei genitori

09.01.2025
6 min
Salva

FOLLONICA – I Campionati Italiani Giovanili di Ciclocross, che si sono svolti lo scorso fine settimana a Follonica e che vi abbiamo raccontato, sono stati anche l’occasione per parlare con genitori e direttori sportivi e raccogliere le loro sensazioni di… adulti. Come vivono la scelta di questa disciplina da parte dei propri ragazzi e ragazze? Quanto ha inciso il fatto che il ciclocross sia più sicuro rispetto alla strada, in questo momento di scarsa sicurezza, soprattutto per quanto riguarda gli allenamenti?

A Follonica si sono sfidati esordienti e allievi: categorie ancora… tranquille
A Follonica si sono sfidati esordienti e allievi: categorie ancora… tranquille

Per divertimento

Già dopo la riunione tecnica del sabato sera, tenuta dall’organizzatore Fausto Scotti e dal suo staff presso il Villaggio Mare Sì, abbiamo ricevuto le prime risposte. 

«Sicuramente allenarsi in circuito è più sicuro», spiga Simone Tognetti, papà di Piercarlo dell’Uc Empolese, al primo anno tra gli esordienti. «Per ora, comunque, deve pensare solo a divertirsi, poi se la passione prende, sarà lui a decidere se continuare».

Elisa Barberis è invece la mamma di Davide Ghezzi della Salus Guerciotti: «Mio figlio pratica tutte e tre le discipline (ciclocross, mtb e strada) ma credo proprio che al primo posto metta il ciclocross. E’ da quando ha 4 anni e mezzo che gli piace stare nel fango… Da genitore un po’ di ansia ce l’abbiamo sempre e da questo punto di vista il ciclocross mi mette meno paura. Comunque lo sosteniamo sempre, dato che si impegna e, stando in gruppo, vediamo che si diverte. Fra qualche settimana lo porteremo in Belgio a vedere le gare dei suoi campioni. E’ il nostro regalo di Natale».

Tutti ad ascoltare Fasuto Scotti nella riunione tecnica del sabato nel Villaggio Mare Sì di Follonica
Tutti ad ascoltare Fasuto Scotti nella riunione tecnica del sabato nel Villaggio Mare Sì di Follonica

L’ammiraglia al seguito

I direttori sportivi sono come una seconda famiglia per questi ragazzi, come nel caso di Alessio Montagner, diesse della friulana Asd Libertas Ceresetto.

«Ho vissuto il dramma di Silvia Piccini (investita ed uccisa nel 2021 a soli 17 anni mentre era in bici, ndr) per cui quando facciamo allenamenti su strada abbiamo sempre una macchina al seguito. La disciplina del ciclocross, oltre ad essere più sicura, cerchiamo di insegnarla ai ragazzi anche per diversificare l’attività. Molti la vedono come un ripiego rispetto alla strada, invece io credo sia molto importante per la formazione tecnica dell’atleta». 

Gli chiediamo anche se per alcuni la bici sia ancora solo un gioco e se invece per altri sia qualcosa di ben più strutturato: «Magari capiterà che qualcuno farà uno sport completamente diverso, ma noto che il mondo sta correndo sempre più e la bici come gioco la vedo solo nelle categorie dei giovanissimi. Già dagli esordienti si comincia a lavorare sulla specializzazione. Per quanto riguarda il ciclocross, quando si arriva alle categorie internazionali (a partire dagli juniores, ndr) a malincuore vedo che molte società declinano questa specialità per puntare sulla strada. Si tratta di una cosa prettamente italiana – prosegue – tanto che ho avuto atleti che per poter continuare a fare ciclocross sono dovuti andare nei devo team nord europei».

Durante i tricolori di Follonica, genitori e tecnici si spostavano tra i punti più chiave del percorso
Durante i tricolori di Follonica, genitori e tecnici si spostavano tra i punti più chiave del percorso

Il fascino dei campioni

Più o meno gli stessi concetti sono stati ribaditi anche alla domenica, durante l’assegnazione delle 8 maglie tricolori individuali (4 maschili e 4 femminili tra esordienti ed allievi, entrambi di 1° anno e di 2° anno).

In più è saltato fuori, com’è nella natura delle cose, che l’esplosione mediatica dei vari Van der Poel e Van Aert ha avuto un certo riverbero nell’animo di questi adolescenti e pre-adolescenti. E’ normale: come il ragazzino che gioca a calcio e sogna le gesta di Mbappé o di Haaland.

L’incitamento del padre, lo sguardo attento della madre e l’impegno del ragazzo ai tricolori di Follonica
L’incitamento del padre, lo sguardo attento della madre e l’impegno del ragazzo ai tricolori di Follonica

Il costo delle trasferte

Non abbiamo tralasciato il discorso delle spese da sostenere da parte delle famiglie. Alcune società sportive per la disciplina stradale forniscono il materiale in comodato d’uso, mentre per il ciclocross bisogna arrangiarsi da sé. Anche le trasferte incidono, mentre per chi va su strada è più facile trovare gare vicino casa.

Pasquale Losciale e il papà di Gabriele, ad esempio, sono di Bisceglie (Bari): «Al Sud – ci spiega il genitore – abbiamo alcune gare grazie anche al Giro delle Regioni. Per le altre trasferte, dove possiamo lo accompagniamo. Altrimenti lui e gli altri ragazzi della Sc Cavallaro hanno la fortuna di avere degli allenatori che li “coccolano” anche dal punto di vista umano».

Mentre le gare della domenica si susseguono e i ragazzi trovano una leggera pioggerellina a rendere più scivolosi i tratti tecnici, raccogliamo il parere di un’altra mamma, Elisa Petri di Gorizia. Suo figlio Luca De Monte dell’Uc Caprivesi alterna cross e mtb: «Devo dire che mi spaventa un po’ più la mountain bike rispetto al ciclocross – ammette – perché è sempre più estrema, con sempre più salti. La bici da strada invece la pratico anche io ed è un po’ un punto di domanda pensando alla sicurezza di chi pedala».

La svolta degli juniores

Infine chiudiamo col parere di Marco Bettinelli, da Bergamo. Per suo figlio Francesco (che ha seguito la sua passione per le due ruote) vede un futuro di divertimento almeno fino alla categoria juniores.

«Si tratta di una categoria tenuta molto in considerazione in tutte e tre le discipline – dice – a discapito, credo, degli under 23. Ma per ora auguro a lui e a tutti i ragazzi che si stanno sfidando qui a Follonica di praticare l’attività senza troppo assillo per la prestazione. C’è ancora un po’ di tempo per impostare una vera e propria carriera».

Follonica, festa tricolore del cross al sapore di futuro

06.01.2025
5 min
Salva

FOLLONICA – Vedere aggredire, una dopo l’altra, le dure rampe di fango dai giovani atleti e atlete che hanno partecipato ai Campionati Italiani Giovanili di Ciclocross di Follonica è stato un piacere per gli occhi. La loro fame, la loro voglia di dare il tutto per tutto al di là della posizione di gara è il ricordo più vivido che ci portiamo dietro. 

Impeccabilmente organizzata dall’Asd Romano Scotti, la manifestazione ha richiamato nell’Arena Centrale (ex ippodromo) di Follonica oltre 500 ragazzi delle categorie esordienti ed allievi, provenienti da tutta la Penisola. Basti pensare che l’organizzatore, Fausto Scotti, ha voluto che a delimitare gran parte dei 2.700 metri del circuito ci fossero le reti rosse come nelle prove di Coppa del mondo. Il fatto poi che dalla parte collinare dell’anfiteatro fosse possibile ammirare la totalità del percorso (una rarità) ha aggiunto spettacolo allo spettacolo.

«Vedere questi giovani correre è un grandissimo piacere – spiega Scotti – sono sei anni che veniamo su questo tracciato quindi lo conoscono un po’ tutti. Quest’anno abbiamo voluto colorarlo un po’. E poi abbiamo avuto autorità importanti come il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e il presidente federale Dagnoni».

Di madre in figlia

In questa cornice anche i genitori si sono sentiti maggiormente coinvolti, tanto che alcuni hanno rincorso ed incitato i propri figli spendendo forse più energie di questi ultimi. Come è normale che sia in un campionato italiano. «Prendi il gel!». «Scendi e sali a spinta!». «Fai una linea più larga in curva». Sono alcuni dei consigli che sono andati per la maggiore, fino al quasi commovente «Dai che è finita!» di una mamma super tifosa. Sua figlia tredicenne è stremata dall’acido lattico in cima ad una delle rampe finali dell’ultimo giro. Ci arriva piangendo, con la bici in spalla sfiorando le transenne e aiutandosi con un grido per superare l’ultimo metro.

E come non ricordare il baccano di campane e trombette o addirittura di un motore di motosega acceso a sgasare al passaggio dei propri beniamini? 

Il futuro del movimento

Sin dalla gremita riunione tecnica del sabato sera (che ha fatto seguito alle gare a staffetta del Team Relay) che si è svolta presso il Villaggio Mare Sì, i commenti dei direttori sportivi confermavano la durezza del percorso. Dopo le ricognizioni, invece, anche i ragazzi hanno ribadito la sua difficoltà. Con una parte più tecnica ed esigente, quella delle rampe naturali dell’arena, ed una in cui bisognava spingere di più, quella dei rettilinei nel tratto pianeggiante.

Sulle alture di Follonica gli spettatori erano chiamati dallo speaker gli “indiani”, per via delle loro silhouette che si stagliavano sul tracciato. Mischiato tra di essi abbiamo agganciato anche il tecnico della nazionale maggiore, Daniele Pontoni.

«Questi ragazzi delle giovanili – ci dice fra una prova e l’altra di Follonica – sono il futuro del movimento e qualcuno di loro li ritroveremo nelle nazionali maggiori. Molti li conosco, ma in questi giorni avrò modo di vederli più da vicino. Soprattutto per le categorie allievi c’è già da guardare e cominciare a programmare per le stagioni prossime».

Fra Borile e Careri

Le prove del mattino, quelle degli esordienti, si sono corse in una giornata quasi primaverile, ma il cielo di Follonica si è poi coperto portando per un breve momento anche una leggera pioggerellina fine che ha rappresentato un ostacolo in più per le categorie allievi. A proposito di ostacoli: l’organizzazione non ha previsto la presenza di quelli artificiali. Però la lunga scalinata posta nella seconda parte del circuito è stata per molti una rasoiata nelle gambe, dovendo ovviamente portare la bici in spalla.

Nel frattempo i ragazzi e le ragazze, sul fango e l’erba del circuito imbastito dall’Asd Romano Scotti, non si sono risparmiati. Va segnalata la battaglia curva su curva, rilancio su rilancio tra Alessio Borile e Michel Careri, con quest’ultimo a spuntarla nella categoria allievi 1° anno. Tra gli allievi 2° anno si è invece imposto il già campione europeo Tommaso Cingolani, davanti al fratello gemello Filippo. Nella categoria donne allieve di 1° anno ci ha colpito la vittoria di Matilde Carretta del Gs Mosole che ha preso subito il largo, particolarmente a suo agio sul percorso scivoloso, e ha condotto la gara in solitaria fino al traguardo. 

Per tutti gli otto vincitori che sono saliti sul podio ed hanno indossato la maglia verde bianca e rossa c’è stato l’onore dell’inno nazionale, un’emozione per molti inedita che ricorderanno a lungo.

Follonica capitale del ciclocross. L’anno comincia alla grande

30.12.2024
5 min
Salva

Neanche il tempo di stappare lo spumante che per Fausto Scotti e il suo staff sarà già tempo di tornare in azione. Per tre giorni, da venerdì 3 a domenica 5 gennaio Follonica sarà la capitale del ciclocross italiano per l’assegnazione dei titoli nazionali giovanili, con la prima giornata dedicata alle operazioni di segreteria e all’approccio con il percorso, la seconda alla sfida del Team Relay, la domenica alle 8 gare per le categorie esordienti e allievi. Teatro delle operazioni Follonica e per Scotti è quasi un tornare a casa.

Fausto Scotti, ex cittì azzurro oggi organizzatore di alcuni dei principali eventi di ciclocross
Fausto Scotti, ex cittì azzurro oggi organizzatore di alcuni dei principali eventi di ciclocross

«Nella località maremmana sono ormai 7 anni che torniamo pressoché ogni stagione – spiega l’organizzatore romano – era una tappa quasi irrinunciabile del Giro d’Italia, quest’anno abbiamo pensato proprio in virtù della conoscenza del luogo e dello stretto vincolo che abbiamo con due società locali (Free Bike Pedale Follonichese e Asd Impero, ndr) ma anche con gli enti e le associazioni del luogo. A Follonica hanno capito qual è l’importanza dell’evento e soprattutto la sua portata turistica in un periodo di bassa stagione».

Qual è il vantaggio di allestire un evento articolato su più giorni?

E’ un vantaggio reciproco. Possiamo innanzitutto sfruttare il Villaggio Mare Sì che può ospitare tutti i servizi ed essere il vero punto nevralgico dell’evento, poi abbiamo una serie di hotel a prezzi convenzionati. Per la località diventa quindi un richiamo importante con un forte ritorno economico. E’ diverso rispetto agli scorsi anni, quando si trattava di allestire una tappa della challenge, qui sono più giorni e noi interpretiamo l’evento come fosse una vera e propria tappa di Coppa del mondo, con un impegno organizzativo importante e strutturato considerando che siamo sul posto già da una settimana prima.

Il tracciato maremmano misura 2.700 metri per un dislivello di 58 metri a giro
Il tracciato maremmano misura 2.700 metri per un dislivello di 58 metri a giro
Il percorso com’è?

Non abbiamo cambiato molto rispetto alle ultime volte, il tracciato di Follonica è collaudato, con i suoi 2.700 metri e il suo dislivello di una sessantina di metri a giro. E’ un percorso diviso in due parti: la prima è pedalabile e piatta, dove un fattore importante può essere il vento, perché il dislivello è tutto nella seconda parte, più impegnativa anche nella sua guida, nella parte dell’ex ippodromo più tecnica. Stiamo anche valutando se reinserire la scala che da qualche stagione non utilizzavamo più, divisa in due parti nel senso che dopo la prima parte spiana ma poi propone altri scalini da affrontare.

Qual è la forza particolare di questo tracciato?

Ha una caratteristica precipua, che lo rende più appetibile per un evento di più giorni: è a 100 metri dalla parte più commerciale della città, con tutte le sue attrattive e questo lo rende appetibile per far arrivare tanta gente. Noi contiamo di avere al via almeno 600 atleti sparsi fra le 8 categorie di gara, maschili e femminili.

Un weekend tutto dedicato alle categorie giovanili, con la sfida a squadre e poi quelle individuali
Un weekend tutto dedicato alle categorie giovanili, con la sfida a squadre e poi quelle individuali
Il Giro delle Regioni è finito appena prima di Natale e vi siete subito rituffati nell’allestimento di un evento importante. In questi giorni avete riscontrato grande attesa?

Enorme, a dispetto delle feste perché è davvero un evento nazionale, al quale parteciperanno società di ogni angolo d’Italia. Noi abbiamo speso tante energie per la challenge e ci aiuta il fatto che Follonica abbia ormai una dimestichezza come poche altre sedi italiane. E’ vero che siamo un po’ di rincorsa, ma i giorni d’intervallo sono stati sufficienti e ci faremo trovare pronti per un evento così rilevante, l’appuntamento principale della stagione per molti sodalizi.

Smetti ora i panni dell’organizzatore e indossa quelli di tecnico: a Follonica ci saranno i migliori esponenti del ciclocross italiano giovanile e anche la posizione geografica della sede consente uno scontro a cielo aperto tra i migliori del nord e del sud. Secondo te a che gare assisteremo?

Una volta, qualche anno fa avrei detto che la preponderanza numerica del nord si sarebbe tradotta anche in un dominio tecnico. Oggi, anche alla luce di quello che ho visto a Gallipoli, non è più così: io penso che a Follonica ci sarà intanto un certo equilibrio quantitativo fra le varie zone d’Italia e anche dal punto di vista agonistico mi aspetto qualche sorpresa. Ci sono quei due-tre ragazzi meridionali che possono anche fare il colpo. Il problema però è dopo, per chiunque vinca.

Il giovanissimo pugliese Carrer, tricolore lo scorso anno fra gli Esordienti 2° anno e a caccia di un nuovo titolo
Il giovanissimo pugliese Carrer, tricolore lo scorso anno fra gli Esordienti 2° anno e a caccia di un nuovo titolo
Quale?

Torniamo a quello che nel mondo del ciclocross è un po’ un tormentone: perché un talento possa svilupparsi e realizzarsi è necessario che trovi un team che gli consenta di fare tutto, seguendo l’esempio di quanto fa la Fenix Deceuninck, alla quale giustamente è approdato Viezzi. Parliamoci chiaro: il sistema del prestito temporaneo è utile, anzi fondamentale nella situazione attuale per far fare attività ma è un palliativo. Il ragazzo va seguito sempre, su strada come nel ciclocross, deve avere sempre materiale a disposizione, essere preparato da un’unica mano che lo curi d’inverno come d’estate. Come già detto è importante avere i mezzi economici per farlo, ma se hai un team che si mette a disposizione per ogni disciplina, la gestione dei ragazzi sarà più semplice e mirata. Speriamo che anche da noi si arrivi a questi concetti base…

A Gallipoli sipario sul Regioni. Scotti però non si ferma

23.12.2024
5 min
Salva

Anche il vento che si era levato forte fino alla notte precedente, si è calmato alla domenica, in coincidenza del 6° GP Caroli Hotel di ciclocross, tappa conclusiva del Giro delle Regioni, ma anche escursione al sud della challenge allestita dal team di Fausto Scotti, già pronto a rituffarsi nell’attività con gli imminenti campionati italiani giovanili di Follonica. Come sempre succede nel circuito (che altro non è se non il vecchio Giro d‘Italia) la prima parte è stata arricchita dalla presenza dei big del movimento, poi sono rimasti coloro che davano la caccia alla classifica finale, ma Scotti – giustamente – guarda anche ad altro.

Per Fausto Scotti un nuovo successo organizzativo e altri progetti in cantiere
Per Fausto Scotti un nuovo successo organizzativo e altri progetti in cantiere

«Questa edizione della challenge è andata alla stragrande e ha confermato i suoi numeri di partecipazione davvero elevati con la punta di 840 presenze a Corridonia ma una media che ha sempre superato i 300 partecipanti e parliamo solo dell’agonismo, senza considerare la parte promozionale con tantissimi bambini che si sono avvicinati a questo bellissimo mondo. Tutto ciò non è stato senza fatica, basti pensare ai continui impedimenti burocratici da parte di enti locali e soprattutto chi gestisce i parchi, ma questo è un prezzo che ormai paghiamo annualmente».

Il calendario del Giro all’inizio trova ampi spazi, poi col passare delle tappe la concorrenza italiana e internazionale diventa sempre più forte. Quanto vi penalizza ciò?

E’ un aspetto che ci siamo ripromessi di non guardare. Noi viviamo in un calendario dove ci sono 44 eventi nazionali e parlo solo dell’Italia, sarebbe pazzesco pensare di avere un’esclusiva. Lo spazio è ristretto e i team devono fare i loro calcoli. All’inizio abbiamo sempre una partecipazione “totale”, poi a quelli che tirano avanti perché legati alla classifica si aggiungono quelli delle varie realtà regionali. Bisogna anche mettere in conto i costi di trasferta: gareggiando a Gallipoli molti hanno storto il naso, ma si sono presentati al via anche team del nord e questo significa che le nostre scelte sono state giuste.

Antonio Folcarelli ha bagnato il trionfo al Giro con la vittoria a Gallipoli su Simone Vari, 1° U23
Antonio Folcarelli ha bagnato il trionfo al Giro con la vittoria a Gallipoli su Simone Vari, 1° U23
Dal tuo punto di vista hai notato segnali positivi dal movimento meridionale?

I segnali ci sono, c’è grande attività ma bisogna ancora crescere molto dal punto di vista organizzativo. Essere una gara nazionale comporta certe regole, troppo spesso si assiste a percorsi non pienamente conformi, a servizi lacunosi, a una gestione dell’evento anche pericolosa, ad esempio riguardante gli accessi al tracciato. Sappiamo che nel Meridione c’è una grande voglia di pedalare, di fare ciclocross. La strada è giusta, ma bisogna che gli organizzatori siano seguiti, consigliati, al Sud come al Nord, coon la presenza di delegati tecnici qualificati e attenti. Invece vedo spesso giudici che chiudono un occhio…

A inizio challenge raccontavi come ti senta spesso tirato per la giacchetta, da una parte da chi ha già allestito tappe e dall’altra da chi vuole entrare. E’ così anche ora?

Certamente, visto che abbiamo sul tavolo 14 proposte, le 6 delle prove allestite quest’anno e 8 che vogliono entrare. Avremmo spazio per fare anche una seconda challenge, staremo a vedere nei primi mesi del 2025 che cosa potremo fare, considerando anche che abbiamo in stand-by la proposta mutuata con Flanders Classic di una tappa di Coppa del Mondo in Piemonte. Ma finché non vedo firmato il protocollo da parte delle autorità regionali non mi faccio avanti, voglio avere le spalle economicamente coperte e considerando l’approdo della Vuelta, non mi faccio soverchie illusioni.

Oscar Carrer, anche Scotti concorda sul suo grande talento. A Follonica cercherà un nuovo titolo nazionale
Oscar Carrer, anche Scotti concorda sul suo grande talento. A Follonica cercherà un nuovo titolo nazionale
Dal punto di vista tecnico che Regioni è stato?

Io dico che ha risposto alle aspettative, sapevamo bene che nella seconda parte i big si sarebbero diretti altrove. Noi a Gallipoli avevamo la concomitanza della Coppa del Mondo, era chiaro che avremmo avuto alcune defezioni. La Borello ad esempio sapeva già di aver vinto, pur rinunciando alla trasferta. Io però, dopo aver lodato il vincitore assoluto Folcarelli che continua a raccogliere grandi risultati pur lavorando con sveglie alle 5 del mattino, voglio mettere l’accento sui giovanissimi.

Hai visto nuovi talenti?

Non solo. Ce ne sono, basti vedere Carrer che continua a raccogliere successi e ha dominato la categoria Esordienti 2° anno, oppure la coetanea Marta Grassi o anche Francesco Dell’Olio primo fra gli Allievi 2° anno e che sono convinto farà grandi cose da junior. Ma bisogna guardare anche più in là: io ad esempio sono rimasto stupito dalle prove per giovanissimi a Gallipoli, su un percorso con molta sabbia dove ho assistito a grandi impostazioni di guida a livello medio. C’è un bacino davvero promettente, qualche anno fa queste capacità tecniche così diffuse fra i ragazzini ce le sognavamo.

Francesco Dell’Olio, vincitore in terra pugliese e primo nella classifica Allievi 2° anno
Francesco Dell’Olio, vincitore in terra pugliese e primo nella classifica Allievi 2° anno
Il cambio di denominazione del circuito ha influito?

Direi proprio di no. Ormai sanno chi siamo e il livello della nostra professionalità, il richiamo è automatico. Ora comunque si riparte subito dopo Natale, per pensare all’appuntamento tricolore di Follonica.

Scotti riparte: dal 29 settembre sarà Giro delle Regioni

09.09.2024
4 min
Salva

Cambiare tutto perché non cambi nulla. Per certi versi, Fausto Scotti ha fatto suo il celebre motto del Gattopardo nell’impostare la nuova stagione del suo impegno nel ciclocross italiano. Dopo 15 anni stop al Giro d’Italia e largo spazio al Giro delle Regioni che dopo due edizioni di prova ne raccoglie l’eredità, riproponendo però la stessa formula del suo predecessore. Ce n’è abbastanza per chiedere lumi, fermo restando che la creatura di Scotti rimane il fondamento dell’attività sui prati, che prenderà il via dalla fine del mese.

Fausto Scotti, a sinistra, propone la terza edizione del Giro delle Regioni in 6 tappe fino al 21 dicembre
Fausto Scotti, a sinistra, propone la terza edizione del Giro delle Regioni in 6 tappe fino al 21 dicembre

«Il Giro d’Italia aveva ormai dato tutto quello che poteva. Il cambiamento è dovuto alla presa d’atto che sono cambiate le forme di contribuzione: oggi i Comuni hanno molti vincoli e pochi fondi a disposizione per le manifestazioni sportive, per le Regioni non è così e quindi dovevamo dare loro spazio, vetrina per la loro attività di promozione sportiva».

Una scelta però nel segno della continuità con il Giro d’Italia…

Sì, anche se con nuovi fondi cercheremo anche di venire incontro alle società, di aiutarle mettendo a disposizione fondi per le trasferte. Il problema vero sono le risposte alle richieste: la Federciclismo da una parte accetta tutte le proposte organizzative che arrivano, basti pensare che ci sono ben 11 gare internazionali nell’arco della stagione, quelle nazionali non si contano neanche, ma ai circuiti viene dato il vincolo di non più di 6 prove e questo per noi è stato un limite molto forte.

La struttura del team di Scotti sarà di supporto a ognuna delle 6 prove del circuito
La struttura del team di Scotti sarà di supporto a ognuna delle 6 prove del circuito
Ci saranno cambiamenti rispetto alla precedente challenge?

In futuro sì, ma sarà anche in base all’evoluzione dell’attività in Italia. Noi eravamo pronti a questo passaggio, per dare alle regioni un riscontro immediato, ma anche le società ci avevano espresso la necessità di qualche cambiamento e noi vogliamo accontentarle, nei limiti del possibile. Noi potevamo allestire anche 10 tappe e comunque avremmo dovuto dire di no ad alcuni, questo limite stoppa l’iniziativa di molte entità. Siamo comunque riusciti a inserire nel circuito due gare internazionali e questo è un risultato importante.

Il calendario ricalca molto quello dell’ultima edizione del Giro d’Italia…

Sono organizzatori con cui lavoriamo da anni, che hanno dimostrato grandi capacità soprattutto in sinergia con la nostra struttura per dare a tutti coloro che verranno il massimo in termini di qualità dei servizi. Dal 29 settembre andremo in sequenza ogni domenica per la prima parte con Corridonia (organizzazione del Bike Italia Tour), poi il 6 ottobre a Sappada (Bandiziol Cycling Team) e Osoppo (Jam’s Bike Team Buja) il 13 per due eventi friulani di grande spessore. Poi si riprenderà a novembre con San Colombano Certenoli (allestimento del Velo Val Fontanabuona) il 3 e il 9 a Cantoira (Gs Brunero 1906). Infine chiusura sotto Natale, il 21 a Gallipoli per la regia del Caroli Hotels.

Il Friuli proporrà due tappe in sequenza, il 6 ottobre a Sappada e il 13 a Osoppo
Il Friuli proporrà due tappe in sequenza, il 6 ottobre a Sappada e il 13 a Osoppo
Avevate avuto proposte da organizzatori nuovi?

Tante e questo dispiace, avremmo potuto anche allestire un’altra challenge, ma non c’erano le date disponibili e neanche le forze, da parte del mio gruppo. Gli enti pubblici vogliono investire e mi dispiace che non si comprenda come poi questi fondi che sarebbero disponibili finiscano a finanziare altri sport. Noi avevamo proposte da Umbria, Basilicata, Valle d’Aosta solo per fare qualche esempio, organizzatori pronti e regioni in appoggio, ma abbiamo dovuto declinare l’offerta. Quelli che sono stati scelti sono organizzatori che ci sono al fianco da anni, non potevamo chiudere loro la porta in faccia.

Sulla spiaggia di Gallipoli ci sarà la tappa conclusiva, proprio sotto le festività natalizie
Sulla spiaggia di Gallipoli ci sarà la tappa conclusiva, proprio sotto le festività natalizie
Accennavi agli impegni del tuo team. Questi non si esauriscono però con il Giro delle Regioni…

Inizieremo il 2025 con addirittura tre giorni di gare a Follonica: spazio alle prove tricolori per il team relay e le categorie giovanili e alla domenica la gara internazionale del Memorial Scotti dedicata a mio padre. Noi di progetti ne avevamo tanti e molto ambiziosi. Ad esempio la tappa di Coppa del Mondo a Torino, sfumata davvero per piccole procedure, ma il rapporto con le istituzioni e con Flanders Classic è forte e torneremo alla carica il prossimo anno. Mi dispiace invece che sia tramontata la candidatura di Roma per i mondiali 2026, ma il Comune non ha dato le garanzie necessarie e noi ci saremmo dovuti esporre con l’Uci per 50 mila euro senza adeguate garanzie. E’ stata un’occasione gettata via.