Neanche il tempo di stappare lo spumante che per Fausto Scotti e il suo staff sarà già tempo di tornare in azione. Per tre giorni, da venerdì 3 a domenica 5 gennaio Follonica sarà la capitale del ciclocross italiano per l’assegnazione dei titoli nazionali giovanili, con la prima giornata dedicata alle operazioni di segreteria e all’approccio con il percorso, la seconda alla sfida del Team Relay, la domenica alle 8 gare per le categorie esordienti e allievi. Teatro delle operazioni Follonica e per Scotti è quasi un tornare a casa.
«Nella località maremmana sono ormai 7 anni che torniamo pressoché ogni stagione – spiega l’organizzatore romano – era una tappa quasi irrinunciabile del Giro d’Italia, quest’anno abbiamo pensato proprio in virtù della conoscenza del luogo e dello stretto vincolo che abbiamo con due società locali (Free Bike Pedale Follonichese e Asd Impero, ndr) ma anche con gli enti e le associazioni del luogo. A Follonica hanno capito qual è l’importanza dell’evento e soprattutto la sua portata turistica in un periodo di bassa stagione».
Qual è il vantaggio di allestire un evento articolato su più giorni?
E’ un vantaggio reciproco. Possiamo innanzitutto sfruttare il Villaggio Mare Sì che può ospitare tutti i servizi ed essere il vero punto nevralgico dell’evento, poi abbiamo una serie di hotel a prezzi convenzionati. Per la località diventa quindi un richiamo importante con un forte ritorno economico. E’ diverso rispetto agli scorsi anni, quando si trattava di allestire una tappa della challenge, qui sono più giorni e noi interpretiamo l’evento come fosse una vera e propria tappa di Coppa del mondo, con un impegno organizzativo importante e strutturato considerando che siamo sul posto già da una settimana prima.
Il percorso com’è?
Non abbiamo cambiato molto rispetto alle ultime volte, il tracciato di Follonica è collaudato, con i suoi 2.700 metri e il suo dislivello di una sessantina di metri a giro. E’ un percorso diviso in due parti: la prima è pedalabile e piatta, dove un fattore importante può essere il vento, perché il dislivello è tutto nella seconda parte, più impegnativa anche nella sua guida, nella parte dell’ex ippodromo più tecnica. Stiamo anche valutando se reinserire la scala che da qualche stagione non utilizzavamo più, divisa in due parti nel senso che dopo la prima parte spiana ma poi propone altri scalini da affrontare.
Qual è la forza particolare di questo tracciato?
Ha una caratteristica precipua, che lo rende più appetibile per un evento di più giorni: è a 100 metri dalla parte più commerciale della città, con tutte le sue attrattive e questo lo rende appetibile per far arrivare tanta gente. Noi contiamo di avere al via almeno 600 atleti sparsi fra le 8 categorie di gara, maschili e femminili.
Il Giro delle Regioni è finito appena prima di Natale e vi siete subito rituffati nell’allestimento di un evento importante. In questi giorni avete riscontrato grande attesa?
Enorme, a dispetto delle feste perché è davvero un evento nazionale, al quale parteciperanno società di ogni angolo d’Italia. Noi abbiamo speso tante energie per la challenge e ci aiuta il fatto che Follonica abbia ormai una dimestichezza come poche altre sedi italiane. E’ vero che siamo un po’ di rincorsa, ma i giorni d’intervallo sono stati sufficienti e ci faremo trovare pronti per un evento così rilevante, l’appuntamento principale della stagione per molti sodalizi.
Smetti ora i panni dell’organizzatore e indossa quelli di tecnico: a Follonica ci saranno i migliori esponenti del ciclocross italiano giovanile e anche la posizione geografica della sede consente uno scontro a cielo aperto tra i migliori del nord e del sud. Secondo te a che gare assisteremo?
Una volta, qualche anno fa avrei detto che la preponderanza numerica del nord si sarebbe tradotta anche in un dominio tecnico. Oggi, anche alla luce di quello che ho visto a Gallipoli, non è più così: io penso che a Follonica ci sarà intanto un certo equilibrio quantitativo fra le varie zone d’Italia e anche dal punto di vista agonistico mi aspetto qualche sorpresa. Ci sono quei due-tre ragazzi meridionali che possono anche fare il colpo. Il problema però è dopo, per chiunque vinca.
Quale?
Torniamo a quello che nel mondo del ciclocross è un po’ un tormentone: perché un talento possa svilupparsi e realizzarsi è necessario che trovi un team che gli consenta di fare tutto, seguendo l’esempio di quanto fa la Fenix Deceuninck, alla quale giustamente è approdato Viezzi. Parliamoci chiaro: il sistema del prestito temporaneo è utile, anzi fondamentale nella situazione attuale per far fare attività ma è un palliativo. Il ragazzo va seguito sempre, su strada come nel ciclocross, deve avere sempre materiale a disposizione, essere preparato da un’unica mano che lo curi d’inverno come d’estate. Come già detto è importante avere i mezzi economici per farlo, ma se hai un team che si mette a disposizione per ogni disciplina, la gestione dei ragazzi sarà più semplice e mirata. Speriamo che anche da noi si arrivi a questi concetti base…